L'abbiamo scritto più volte in questo blog della smania ossessiva nata e poi repressa inequivocabilmente dalla sperimentazione ma soprattutto dalla pratica.
Quasi tutte le grandi case automobiliste si sono date da fare per dimostrare quanto il pistone potesse rinascere dalle sue ceneri (incombuste) sotto la forma di un carburante diverso da quello dei derivati del petrolio. I più intraprendenti si sono rivolti all'idrogeno, il vettore di energia più diffuso in natura (rumble, rumble, bla, bla,bla) ma lo scontro con la realtà li ha portati a desistere dal procedere oltre (ultima ad arrendersi la BMW). Ancor prima si era abbandonata la strada dell'idrogeno quale precursore di energia elettrica nelle celle a combustibile (fuel cell) ma Chu e Obama hanno chiarito una volta per tutte che non valeva la pena di spendere un cent per questa tecnologia senza futuro. Invece è questa tecnologia che ha un ragione di concentrare ogni sforzo economico .
Adesso ritorna fuori il tormentone dell'idrogeno come torna fuori ogni tanto soffia il tormentone dell'auto ad aria.
Questa volta si parla di una invenzione particolare che permetterà di accumulare tanto idrogeno in metà spazio, la metà, rispetto alle bombolone di H2 liquefatto. Questa invenzione permetterebbe ad un'auto di percorrere 240 miglia (400 chilometri) tutte in una volta.
Scienziati ed imprenditori israeliani sostengono essere riusciti ad accumulare l'idrogeno in contenitori molto più piccoli e più leggeri comprimendolo in filamenti di vetro che, una volta fuori dalla sperimentazione di laboratorio, saranno solo leggermente più spessi di un capello umano. 370 di questi capillari di vetro sono avvolti in un tubo pure di vetro, chiamata matrice capillare, della larghezza di una cannuccia. 11.000 matrici di queste matrici costituiranno il contenitore d'idrogeno dell'auto da 400 chilometri di percorrenza.
... perdete ogni speranza o voi che sperimentate l'uso dell'idrogeno per la trazione!
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3 commenti:
Oltre la discutibile praticità dell'idrogeno, vorrei segnalare un rischio ambientale che si correrebbe se si usasse questo gas in quantità notevoli. Essendo estremamente volatile, ci sarebbero sicuramente cospique perdite, l'idrogeno libero in atmosfera andrebbe a ricombinarsi con l'ozono O3 ad alte quote, producendo molecole d'acqua e distruggendo la fascia che ci protegge dagli ultravioletti.
Tifare per una scelta tecnologica non ha senso. Al momento, sia le batterie sia le celle a combustibile hanno grossi problemi di autonomia e di rifornimento. Bisogna stare attenti alle innovazioni e studiare le varie opportunità senza pregiudizi ideologici.
Markogts, qui non si tratta di tifo quanto piuttosto di esaminare delle tecnologie e trarre delle conclusioni non aprioristiche come pensi tu. Le innovazioni devono avere un senso logico e che non siano fini a se stesse per il semplice motivo che sono 'innovazioni'.
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