Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


giovedì 31 ottobre 2019

Auto elettriche con una ricarica più breve del pieno di benzina



I ricercatori della Pennsylvania State University hanno sviluppato una batteria agli ioni di litio per le 'auto elettriche in grado di ricaricarsi in 10 minuti tanto da permettere una percorrenza di 300 / 460 km. Il metodo permette sia di limitare tempo di ricarica sia il tempo di esposizione della batteria alle temperature di carica elevate, generando così cicloi di vita molto più lunghi.

Il processo di ricarica estremamente veloce attraverso la "modulazione di temperatura asimmetrica" (ATM) potrebbe essere effettuata senza causare danni significativi alla batteria, il che significa che potrebbe sostenere 2.500 cicli di ricarica cioè l'equivalente di 800 mila chilometri
La scoperta arriva poche settimane dopo che gli inventori della prima batteria agli ioni di litio sono stati insigniti del premio 2019 Nobel per la Chimica. Il lavoro combinato di John Goodenough, Stanley Whittingham e Akira Yoshino ha portato alla prima batteria agli ioni di litio commercialmente valida in produzione nel 1985, batterie che adesso sono utilizzate dappertutto dai telefoni cellulari ai computer portatili, così come l'industria dei veicoli elettrici portando alla rapida crescita.

I ricercatori ora sperano di migliorare questo tempo di carica per soli cinque minuti. 

Fonte Independent

Nel documento di presentazione della ricerca pubblicato nella rivista specializzata Joule leggiamo che l'ansia della percorrenza è stata a lungo citata come uno dei principali ostacoli all'adozione su larga scala di veicoli elettrici a batteria (BEV). La chiave per alleviare questa ansia è fornire ai consumatori è una ricarica veloce e conveniente. I governi e le aziende di tutto il mondo stanno spingendo attivamente la ricerca per una rete diffusa nel territorio con stazioni di ricarica Fast pubbliche a corrente continua,  a cui si aggiungerebbe questo sistema con potenze innalzate a 400 kW, raggiungendo l'obiettivo di aggiungere 200 miglia di percorrenza efficace in soli 10 min. con la cosiddetta carica veloce estrema (XFC).  Il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti (DOE) aveva individuato diverse barriere critiche a XFC nelle batterie, veicoli e infrastrutture e sta dedicando risorse per affrontarli.  Il nuovo sistema supera il problema del surriscaldamento delle batterie permettendo ricariche super veloci.



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mercoledì 30 ottobre 2019

Un piano USA per rottamare le auto a benzina per sostituirle con le elettriche



Un articolo pubblicato su Forbes descrive la proposta di un piano pensato dal senatore Chuck Schumer (D-NY) per contribuire a stimolare le vendite di auto elettriche i negli Stati Uniti con l'obiettivo di avere emissioni nette zero di anidride carbonica entro la metà del secolo. Al centro del piano sarebbero incentivi in ​​denaro tra  3.000 e  5.000 dollari per coloro che decidessero  di sostituire una vecchia auto alimentata a carburante tradizionale con una, ibrida plug-in, o di un veicolo elettrico a celle a combustibile o completamente elettrico a batteria. 


In sostanza questa proposta non sarebbe altro che una rivisitazione di un vecchio programma chiamato “Cash for Clunkers” del 2009 il cui nome ufficiale era Allowance Rebate Car System, con lo scopo allora di dare al settore auto degli Stati Uniti quel colpo necessario per favorire transizione con la sostituzione dei veicoli più vecchi e inefficienti che circolavano su strada.

Il piano di Schumer avrebbe un costo di 454 miliardi di dollari nell'arco di un periodo di 10 anni e mira a togliere 63 milioni di veicoli a benzina dalle strade entro il 2030. Il piano, tuttavia, offrirebbe questi sconti solo ai veicoli elettrici di fabbricazione americana, il che fa storcere il naso ai lobbisti delle case automobilistiche asiatiche ed europee.

Si ricorda che dal 2010 gli acquirenti di auto elettriche degli Stati Uniti vengono sostenuti all'acquisto con un credito d'imposta federale di $ 7.500 a cui vengono aggiungenti ulteriori incentivi da parte di alcuni di stati  per aiutare le vendite. L vendite di auto elettriche sono in aumento, ma ancora rappresentano soltanto poco più del 2% del mercato dei veicoli nuovi.

Un altro elemento integrante del piano di Schumer sarebbe quello di destinare una somma di 45 miliardi di dollari per espandere le infrastrutture di ricarica pubblica per contribuire a renderle accessibile a tutti gli americani nelle città in cui vivono e lavorano.

Si assegnano anche 17 miliardi di dollari di incentivi per aiutare i produttori riorganizzare le esistenti fabbriche degli Stati Uniti per la produzione di veicoli elettrici e le batterie al fine di impedire alla Cina di diventare dominante a livello globale. Il recupero del costo per finanziare questi obiettivi vengono dalle tasse che sarebbero pagati dalle decine di migliaia di lavoratori che ottengono i nuovi posti di lavoro ben retribuiti. Ma c'è anche il dato favorevole di spostare i lavori da fabbriche che costruiscono i veicoli a propulsione convenzionale a quelli che fanno le auto elettriche, quindi senza perdita di posti nell'aggiornamento tecnologico.



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martedì 29 ottobre 2019

Il Gruppo PSA avrà tutte le versioni elettriche della sua gamma monovolume compatte dal 2020


Peugeot Expert, Citroën Jumpy, Opel Vivaro e Vauxhall Vivaro saranno proposte in versione tutta le elettrica a partire dal 2020 con 2 livelli di percorrenza: 200 km o 300 km. Il 100% dei veicoli da trasporto leggero LCV del Grouppo PSA  gamma e le autovetture equivalenti saranno tutte elettrificata entro il 2021.
Xavier Peugeot, Senior Vice-President di veicoli commerciali leggeri Business Unit del Gruppo PSA, ha dichiarato: “Groupe PSA sta portando avanti l'elettrificazione della sua gamma LCV, offrendo versioni elettriche di furgoni compatti per le imprese e singoli clienti. Senza compromettere le caratteristiche, la gamma contribuirà a rafforzare la nostra leadership in questo segmento in Europa. Nel 2021, la nostra intera gamma di veicoli leggeri commerciali e loro equivalenti autovetture saranno elettrificate “.
Dal 2019, tutti i nuovi modelli lanciati da Gruppo PSA sono dotati di una versione sia completamente elettrica o con propulsori ibridi plug-in. L'obiettivo è possedere l'intera gamma di autovetture e veicoli commerciali leggeri del Gruppo elettrificati entro il 2025.
In un ambiente sempre più urbanizzata, la nuova generazione di furgoni compatti Gruppo  PSA  è stato progettato intorno alla piattaforma EMP2 multi-energia per offrire mobilità a zero CO2 sia per essere utilizzate  per trasporto di persone (versioni di autovetture) sia di di merci (versioni veicolo commerciale), rispondendo in particolare alla sviluppo di attività di e-commerce.
Il Gruppo PSA è leader nel segmento LCV in Europa, con una quota di mercato del 24,7% nel primo semestre del 2019. La nuova offerta tutto-elettrico, in entrambi i veicoli commerciali e le versioni di minivan e furgoni di business, affronterà una sfida fondamentale, consentendo al Gruppo PSA di conquistare una forte quota di nuovo mercato in questi segmenti.
Le versioni completamente elettriche di furgoni compatti delle quattro marche saranno assemblati nello stabilimento Hordain nel nord della Francia e dotate di propulsori elettrici assemblati presso lo stabilimento Trémery nella zona est del paese. Le versioni elettriche saranno offerti con due percorrenze:

-200 chilometri 1 sul ciclo WLTP dotato di una batteria 50 kWh
-300 chilometri 1 sul ciclo WLTP dotato di una batteria 75 kWh.

Dal comunicato stampa Gruppo PSA

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lunedì 28 ottobre 2019

In 7 mesi di ora legale minori consumi elettrici per 505 milioni di kilowattora

Domenica 27 ottobre lancette indietro di 60 minuti: alle h3.00 è tornata l’ora solare; nel 2019 risparmi per il sistema elettrico pari a circa 100 milioni di euro e minori emissioni in atmosfera di CO2 per 250 mila tonnellate; dal 2004 risparmiati oltre 1,6 miliardi di euro e 9,6 miliardi di kWh di elettricità
Secondo le stime preliminari registrate da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, dal 31 marzo 2019, grazie proprio a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l’uso della luce artificiale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 505 milioni di kilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 190 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 250 mila tonnellate.

Considerando che nel periodo di riferimento un kilowattora è costato in media al cliente domestico tipo (secondo i dati dell’ARERA) circa 20 centesimi di euro al lordo delle imposte, il risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2019 è pari a circa 100 milioni di euro.

Nei mesi di aprile e ottobre si è registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia elettrica. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi come luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.

Dal 2004 al 2019, secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 9,6 miliardi di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di oltre 1 miliardo e 650 milioni di euro.

Dal Comunicato Stampa Terna

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venerdì 25 ottobre 2019

Commercio estero extra Ue a Settembre 2019, esportazioni +2,5% e +9,4% annuo


A settembre 2019 si stima, per interscambio commerciale con i paesi extra Ue, un aumento congiunturale sia per le esportazioni (+2,5%) sia per le importazioni (+2,0%).

L’incremento congiunturale delle esportazioni interessa tutti i raggruppamenti principali di industrie, risultando più sostenuto per i beni di consumo non durevoli (+3,3%) e i beni strumentali (+2,6%). Dal lato dell’import, l’aumento congiunturale è più intenso per l’energia (+4,2%) e i beni di consumo non durevoli (+4,1%). Gli acquisti di beni strumentali (-4,1%) sono invece in diminuzione.

Nell'ultimo trimestre mobile (luglio-settembre 2019), la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue risulta debolmente positiva (+0,1%). Al netto della crescita dell’energia (+21,9%) si registra una flessione (-0,6%). Nello stesso periodo, le importazioni mostrano un contenuto aumento congiunturale (+0,5%), determinato dai beni strumentali (+4,6%).

A settembre 2019, le esportazioni sono in marcato aumento su base annua (+9,4%). L’incremento è rilevante per i beni di consumo non durevoli (+24,6%) e i beni intermedi (+10,5%). A differenza delle esportazioni, le importazioni registrano una lieve flessione tendenziale (-0,1%) determinata dall’energia (-8,7%).

Il saldo commerciale a settembre 2019 è stimato pari a +1.530 milioni, in forte aumento rispetto a +91 milioni di settembre 2018. Da inizio anno aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +47.789 milioni di gennaio-settembre 2018 a +50.864 milioni di gennaio-settembre 2019).

A settembre 2019 un marcato aumento tendenziale contraddistingue le vendite verso Giappone (+39,5%) e Svizzera (+31,5%). Al contrario, l’export verso paesi MERCOSUR (-7,9%), paesi OPEC (-5,5%) e Cina (-2,6%) è in forte diminuzione.

Gli acquisti dai paesi OPEC (-18,0%) e ASEAN (-5,9%) registrano flessioni tendenziali molto più ampi della media delle importazioni dai paesi extra Ue. In aumento gli acquisti da Giapppone (+15,4%),Turchia (+14,9%), India (+13,2%) e Stati Uniti (+10,1%).

Comunicato Istat


I nostri grafici



Gli ultimi 4 anni.


Gli ultimi 11 anni completi, ovviamente è parziale il 2019





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giovedì 24 ottobre 2019

Litio dai rifiuti di miniere per le batterie delle auto elettriche


Rio Tinto Group sta iniziando una produzione pilota di litio in California e prenderà in considerazione un ampliamento al fine di diventare il fornitore nazionale più importante negli Stati Uniti per incrementare la loro posizione nella rivoluzione delle batterie per l'auto elettrica.

Il progetto riguarda cumuli di materiale di rifiuto in un sito minerario vecchio di 90 anni dove si è estratto boro nel quale si è riusciti a  estrarre con successo carbonato di litio  necessario per produrre le batterie ricaricabili per veicoli elettrici e altra tecnologia di consumo.  Gli sforzi sono ora concentrati sul miglioramento della qualità e aumentare i volumi prodotti.

Rio sta diversificando le fonti di approvvigionamento di litio per incrementare il proprio primato con la decisione di sviluppo della  miniera in Serbia, che gli analisti stimano potrebbe rappresentano circa il 5% della domanda mondiale. La domanda di litio crescerà di circa otto volte nel 2030 per i veicoli elettrici secondo un rapporto BloombergNEF  di luglio.

Un impianto pilota in fase di realizzazione a Boron, a circa 160 chilometri a nord est di Los Angeles, produrrà circa 10 tonnellate l'anno di carbonato di litio trattando chimicamente materiale dal mucchio dai rifiuti minerari vecchio di decenni.

Il boro è parte di un'unità situata nella Death Valley in California che si produce borati, materiali utilizzati nella sapone da bucato a componenti per reattori nucleari dal 1872 . Ci sono almeno 80 minerali differenti presenti nella materiale del sito e i rifiuti erano stati inizialmente setacciando alla ricerca di oro e altri elementi quando è stato scoperto la presenza di litio.

Rio prende in considerazione un investimento di 50 milioni di dollari  per costruire un impianto di litio su scala industriale con una capacità di 5.000 tonnellate l'anno che potrebbe presto iniziare a venderle per il mercato delle batterie. Questa quantità sarebbe sufficiente per realizzare pacchi batteria per circa 15.000 vetture Tesla Model S.

Frattanto i prezzi del litio stanno calando precipitosamente dalla metà del 2018. Probabilmente c'è attualmente una quantità sufficiente per rifornire il mercato mondiale fino alla metà degli anni 2020, secondo l'analisi di BNEF.




Rio diversifica l'offerta di prodotti minerari come le terre rare, monazite, una materia prima che contiene gli elementi di criticità, presenti nei rifiuti delle sabbie minerali di Rio in Madagascar, e investe utilizzando i 3 milioni di dollari della Defense Logistics Agency per aumentare il recupero di renio, un metallo necessario per i motori jet da combattimento, in un'operazione estrattiva di rame nello Utah. Ulteriore progetto è quello per aumentare la fornitura statunitense di indio, usato nei touch screen e pannelli solari.

Fonte Bloomberg


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mercoledì 23 ottobre 2019

50 milioni di euro per un polo sulle batterie FCA a Mirafiori



Ieri, 22 Ottobre, durante la visita di ieri da parte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il responsabile delle attività europee di FCA Pietro Gorlier ha annunciato la volontà del Gruppo di investire per creare  un centro di assemblaggio di batterie, "Battery Hub", un progetto che prenderà il via nel comprensorio di Mirafiori nella prima parte del 2020, con un investimento previsto di circa 50 milioni di euro. 

Il tutto in previsione di una svolta verso l' e-Mobility dell'auto elettrica il cui primo tassello è appunto il nuovo centro di assemblaggio di batterie e motori elettrici a Mirafiori, che si aggiunge alle "numerose partnership siglate sul fronte dell'infrastruttura di ricarica, dei servizi di Vehicle to Grid e quelli per la clientela delle vetture ibride e full electric, dall'Italia verso il resto del mondo" come dichiarato da Gorlier. 

L'annuncio segue quello della nuova 500 a trazione elettrica che sarà prodotta sempre nello stabilimento di Mirafiori a partire dal secondo trimestre 2020. 1.200 persone saranno impiegate alla produzione della vettura e la capacità produttiva della linea sarà di 80.000 unità l'anno, con la possibilità di essere aumentata.

Foto motorionline.com



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martedì 22 ottobre 2019

Il consumo dei carburanti per autotrazione di Settembre 2019, salgono benzina e gpl, scende gasolio



Dopo avere visto il consumo di petrolio nel suo complesso del mese di Settembre 2019salito del 2,7%, adesso verifichiamo i consumi di carburanti autotrazione cioè benzina e gasolio aiutandoci con alcuni grafici.

consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio), con un giorno lavorativo in più, sono risultati pari a 2,6 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di benzina e 2,0 milioni di gasolio, con un incremento dello 0,1% (+2.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2018.
  In particolare:
- la benzina totale ha mostrato una crescita dello 0,5% (+3.000 tonnellate) rispetto a settembre 2018, mentre la benzina venduta sulla rete una crescita dell’1,2%;
- il gasolio autotrazione evidenzia un decremento dello 0,1% (-1.000 tonnellate) rispetto a settembre 2018, mentre il gasolio venduto sulla rete dello 0,6%.

 Nei primi 9 mesi 2019 i consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio) sono risultati pari a 23,5 milioni di tonnellate, con un decremento dello 0,5% (-118.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2018.

 In particolare, rispetto allo stesso periodo 2018:
- la benzina totale è risultata in aumento dello 0,2%;
- il gasolio autotrazione ha evidenziato una diminuzione dello 0,7%.

Dal Comunicato stampa Unione Petrolifera


Il consumo dei carburanti per autotrazione

Vediamo i grafici da noi realizzati suddivisi per anno solare a partire dal 2007.

Il consumo della benzina Settembre, sale leggermente ma piazzandosi ai livelli minimi tra gli ultimi 13 anni presi in considerazione. La variazione positiva e del +0,5% per il mese, e +0.2% nei primi 9 mesi dell'anno.


Il consumo di gasolio è sceso dello 0,1% rispetto al consumo dello stesso mese del 2018 e scende dello  0,7% nei 9 mesi del 2019.



Qui sotto vediamo l'andamento dei carburanti, il gasolio insieme alla benzina+0,1 mensile e meno 0,5% nei 9 mesi.


Adesso vediamo i grafici che prendono in considerazione i consumi sommando gli ultimi 12 mesi includendo il mese di riferimento. Tutto sommato relativamente stabili da circa 1 anno.

Per la benzina tutto sommato sembra mantenere una certa stabilità dalla fine del 2017.




Il gasolio mostra una riduzione dei consumi evidente dal Dicembre dell'anno passato conseguenza del crollo delle vendite delle auto alimentate col gasolio. Destinato a decrescere significativamente ancora nel futuro.




Il grafico che mette insieme la benzina e il gasolio, che insieme disegnavano da un anno una linea di salita tendono alla graduale discesa dal dicembre dell'anno passato.





GPL

Diamo un'occhiata anche al consumo del gpl da trazione, essendo anch'esso un derivato del petrolio.  Il Gpl sale molto Settembre con un + 11,7% come pure negli ultimi 9 mesi con +2,3%.




Il grafico seguente che prende in considerazione la sommatoria dei 12 mesi precedenti.








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sabato 19 ottobre 2019

Scattati i dazi, -20%, 7,5 miliardi di €, del Made in Italy sulle tavole Usa


Un calo del 20% delle vendite dei prodotti agroalimentari Made in Italy colpiti dai superdazi di Trump. E’ questo l’effetto stimato dalla Coldiretti dell’entrata in vigore delle nuove tariffe sui prodotti europei fino a 7,5 miliardi a partire dal 18 ottobre, nell’ambito della disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus, dopo il via libera del Wto.

Dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano fino al Gorgonzola ma anche salumi, agrumi, succhi e liquori, nella black list decisa dalla Rappresentanza Usa per il commercio (Ustr) ci sono beni alimentari per un valore delle esportazioni di circa mezzo miliardo di euro colpiti da dazi aggiuntivi che – sottolinea la Coldiretti – provocano il rincaro dei prezzi al consumo ed una preoccupante riduzione degli acquisti da parte dei cittadini e ristoratori statunitensi.

Il dazio per il Parmigiano Reggiano e per il Grana Padano ad esempio passa – spiega la Coldiretti – dagli attuali 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari al chilo. Il risultato è che il consumatore americano lo dovrà acquistare sullo scaffale ad un prezzo che sale dagli attuali circa 40 dollari al chilo ad oltre i 45 dollari, con una conseguente frenata dei consumi.

A beneficiare della situazione è la lobby dell’industria casearia Usa (CCFN) che – riferisce la Coldiretti – ha esplicitamente chiesto con una lettera di imporre tasse alle importazioni di formaggi europei al fine di favorire l’industria del falso Made in Italy e costringere l’Unione Europea ad aprire le frontiere ai tarocchi a stelle e strisce. Le brutte copie dei prodotti caseari nazionali hanno avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni raggiungendo complessivamente i 2,5 miliardi di chili ed è realizzata per quasi i 2/3 in Wisconsin e California mentre lo Stato di New York si colloca al terzo posto. In termini quantitativi in cima alla classifica – precisa Coldiretti – c’è la mozzarella con 1,97 miliardi di chili all’anno, seguita dal Parmesan con 192 milioni di chili, dal provolone con 181 milioni di chili, dalla ricotta con 113 milioni di chili e dal Romano con 25 milioni di chili realizzato però senza latte di pecora, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Usda, il Dipartimento dell’agricoltura statunitense.

Se l’Italia paga un conto salato per formaggi, salumi e liquori, la Francia – sottolinea la Coldiretti – stima in circa 1 miliardo il danno economico totale causato dai dazi Usa che nell’alimentare interessano i vini escluso lo champagne ed i formaggi tranne il Roquefort. La Spagna – continua la Coldiretti – è colpita su olio di oliva, vino e formaggi mentre la Gran Bretagna viene penalizzata soprattutto in termini di superalcolici, a partire dallo Scotch Whiskey ma nel mirino c’è anche la Germania, che si vedrà tassare circa un quinto delle sue esportazioni negli States.

“Ora si apre il negoziato in attesa della sentenza del Wto sui sussidi americani a Boeing con l’impegno del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a valutare le rimostranze dell’Italia assunto nell’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mentre è importante tenere aperto il canale delle trattative è necessario attivare al piu’ presto aiuti compensativi rafforzando i programmi di promozione dei prodotti agricoli nei paesi terzi e concedendo aiuti agli agricoltori che rischiano di subire gli effetti di una tempesta perfetta tra dazi Usa e Brexit, dopo aver subito fino ad ora una perdita di un miliardo di euro negli ultimi cinque anni a causa dell’embargo totale della Russia”” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Coldiretti



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venerdì 18 ottobre 2019

Corea, investimenti per auto elettriche, veicoli a guida autonoma e automobili volanti



Secondo quanto riportato da Bloomberg il presidente coreano Moon Jae-in avrebbe dichiarato che le società coreane investiranno 45 miliardi di Euro nel prossimo decennio per i trasporti del futuro. Il governo spenderà il corrispondente 2.2 trilioni di won, 1,675 miliardi di Euro, per aiutare lo sviluppo delle tecnologie correlate e gettare le basi per le infrastrutture necessarie. La commercializzazione di veicoli completamente autonomi avverrà entro il 2027, o sperabilmente con un anticipo di tre anni prima del previsto.


Moon ritiene che gli investimenti creeranno posti di lavoro e stimoleranno un'economia dipendente dalle esportazioni che è stata tra le più colpite dalle tensioni commerciali globali, con la Banca centrale di Corea che ha avvertito di recente che questo mese sarà difficile raggiungere una crescita del 2,2% anno.

Moon ha anche previsto che i veicoli elettrici e alimentati a idrogeno rappresenteranno il 33% delle automobili vendute nel 2030, rispetto a circa il 2,6% del 2019. In confronto, la Cina si rivolge a auto completamente elettriche, ibridi plug-in e veicoli a celle a combustibile per raggiungere il 40% di tutte le vendite entro il 2030.

Per promuovere le vendite di questi veicoli, il governo prenderà in considerazione l'estensione dei contributi all'acquisto per gli acquirenti e la riduzione della metà del prezzo dell'idrogeno entro il 2030 rispetto ai costi attuali, secondo una dichiarazione congiunta del Ministero del commercio, dell'industria e dell'energia e di altri ministeri.

Il governo incoraggerà inoltre gli operatori di servizi con autobus e camion a passare a veicoli elettrici e a idrogeno. Aumenterà il numero di stazioni di ricarica per veicoli elettrici di 15.000 unità entro il 2030 dagli attuali 5.427, mentre i punti di rifornimento di idrogeno aumenteranno a 660 da 31.

Per la guida autonoma, il governo prevede di stabilire regolamenti entro il 2024 in modo che possano operare su strade locali - con vari gradi di supervisione del conducente.

La Corea prevede inoltre di istituire un sistema di rotte e norme di sicurezza entro il 2023 per avviare i servizi di veicoli aerei  (flying automobiles) personali a partire dal 2025.

In linea con il piano del governo, Hyundai Motor Group prevede di investire 41 trilioni di won (31,2 miliardi di Euro) entro il 2025 in veicoli autonomi, con il lancio di alcuni modelli di auto entro il 2021. Sta inoltre pianificando la produzione di 23 veicoli elettrici entro il 2025.

Hyundai il mese scorso ha concordato una joint-venture a guida autonoma con Aptiv Plc per sviluppare la tecnologia necessaria per mettere la robotaxis sulla strada entro il 2022. Ha inoltre istituito una nuova divisione di mobilità aerea urbana per creare prodotti intelligenti nel settore dell'aviazione.

Fonte Bloomberg



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giovedì 17 ottobre 2019

Un sistema di gestione del traffico e per abbassare l'inquinamento


Un team di ricercatori della Universitat Politécnica de Valencia (UPV) e l'Université Paul Sabatier-Toulouse III (Francia) ha sviluppato un sistema che è in grado di gestire l'intero traffico di una città, che contribuirà a prevenire gli ingorghi, riducendo al tempo stesso i tempi di guida dei veicoli e i livelli di inquinamento. Il sistema è stato progettato per veicoli autonomi e include un servizio di provider di percorso che è in grado di prevedere la densità presente e futura del traffico in città che tiene conto del fatto che le informazioni presenti siano utili per scegliere successivamente nuovi percorsi. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Electronics journal .

A differenza dei sistemi attuali, che possono suggerire percorsi alternativi a seconda dei colli di bottiglia in un certo periodo di tempo, il sistema progettato in Networking Research Group-DISCA della UPV permette di rivelare la densità presente e futura del traffico in tutta l'area metropolitana e controllare il traffico nel suo insieme, con l'obiettivo di ridurre al minimo o eliminare completamente gli ingorghi. Inoltre, è capace di comprendere diversi criteri-ambientali, situazioni atipiche, incidenti, ecc. per offrire consigli dinamicamente sui percorsi.

“La nostra proposta rende più facile per le autorità di limitare o eliminare il traffico in una determinata zona durante il periodo di tempo che trovano adeguata. Ad esempio, la riduzione del traffico vicino alle scuole durante le ore di entrata / uscita, o in aree in cui circolano le ambulanze o un incidente avvenuto, ecc “, spiega Carlos Tavares Calafate, ricercatore presso il Networking Research Group-DISCA della UPV e coordinatore del il lavoro.

Il sistema progettato dai ricercatori UPV stabilisce un nuovo paradigma per la futura gestione del traffico cittadino, in cui l'accesso a un'area metropolitana richiede una negoziazione tra i veicoli e le autorità locali. 
Fonte: R&I WORLD
Immagine UPV




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mercoledì 16 ottobre 2019

I consumi petroliferi di Settembre 2019, +2.7%, decrescono nei primi 9 mesi


Stando ai dati provvisori della rilevazione MISE odierna si rileva quanto segue:

Mese di Settembre 2019
- I consumi petroliferi italiani sono ammontati a 5,1 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,7% (+133.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2018.
- I consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio), con un giorno lavorativo in più, sono risultati pari a 2,6 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di benzina e 2,0 milioni di gasolio, con un incremento dello 0,1% (+2.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2018.
o In particolare:
- la benzina totale ha mostrato una crescita dello 0,5% (+3.000 tonnellate) rispetto a settembre 2018, mentre la benzina venduta sulla rete una crescita dell’1,2%;
- il gasolio autotrazione evidenzia un decremento dello 0,1% (-1.000 tonnellate) rispetto a settembre 2018, mentre il gasolio venduto sulla rete dello 0,6%.
Tra i prodotti con un netto segno positivo da segnalare il bitume, i bunker, e il gpl.
Si ricorda che nel mese di settembre le immatricolazioni di autovetture nuove hanno evidenziato un incremento del 13,4%. In particolare, quelle a benzina progrediscono ancora arrivando al 44,8% (era il 38,9% a settembre 2018), mentre quelle diesel, in decisa contrazione, hanno rappresentato il 36,4% del totale (era il 47,6% a settembre 2018).
Quanto alle altre alimentazioni, nel mese considerato il peso delle auto a Gpl è stato al 7,7%, quello delle ibride del 7,8%, quello del metano del 2,4% e quello delle elettriche dello 0,9%.

 Primi 9 mesi 2019

- I consumi petroliferi italiani sono ammontati a 45 milioni di tonnellate, con un decremento
dello 0,9% (-415.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2018.
- I consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio) sono risultati pari a 23,5 milioni di tonnellate, con un decremento dello 0,5% (-118.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2018.

 In particolare, rispetto allo stesso periodo 2018:
- la benzina totale è risultata in aumento dello 0,2%;
- la benzina venduta sulla rete ha mostrato un incremento dello 0,6%;
- il gasolio autotrazione ha evidenziato una diminuzione dello 0,7% mentre il gasolio venduto sulla rete un incremento dello 0,3%.
Si ricorda che nei primi nove mesi le immatricolazioni di autovetture nuove hanno evidenziato un calo dell’1,6%. Quelle diesel hanno rappresentato il 41,1% del totale (era il 53% nei primi nove mesi
2018), mentre quelle a benzina il 43,7% (10 punti percentuali in più rispetto a settembre 2018).
Quanto alle altre alimentazioni, nel periodo considerato il peso delle auto a Gpl è stato del 7,3%, quello delle ibride del 5,6%, quello del metano dell’1,8% e quello delle elettriche dello 0,5%.

Consumi petroliferi: un’analisi dei primi 9 mesi 2019
Nei primi 9 mesi di quest’anno complessivamente sono state consumate 415 mila tonnellate in meno
di prodotti petroliferi (-0,9%), principalmente per effetto del minore fabbisogno della carica petrolchimica (-15,4%).
I bitumi, nello stesso periodo, sostenuti dalla ripresa della manutenzione stradale, hanno confermato il trend di crescita (+181 mila tonnellate, +17,3%), mentre il carboturbo ha mostrato un progresso del 4,1% (+149 mila tonnellate) ed i lubrificanti del 2,4% (+7 mila tonnellate).
Per quanto riguarda i due principali carburanti autotrazione (benzina e gasolio) si è assistito ad andamenti contrastanti: da un lato la benzina, che già da qualche mese mostra segnali di recupero (+0,2%, in totale e +0,6% sulla rete), dall’altro il gasolio che sulla rete segna valori positivi (+32 mila tonnellate, +0,3%), mentre nel solo canale extra rete, al netto dei ritorni in rete, evidenzia un calo del 2,5% (-159 mila tonnellate). Su tale canale ha pesato in particolare l’indebolimento della produzione industriale che, secondo le variazioni tendenziali corrette per i giorni lavorativi, ad agosto ha mostrato una nuova flessione, la sesta consecutiva. In particolare, nell’industria dell’auto nei primi otto mesi si registra un calo del 9,5%.

Il miglioramento del mercato del lavoro e l’andamento favorevole del reddito disponibile delle famiglie si sono tradotti in un aumento del potere di acquisto e della fiducia dei consumatori e in una sostanziale stabilità dei volumi di carburanti utilizzati.
Il quadro macroeconomico internazionale, tuttora molto incerto, ha determinato per l’industria petrolifera nazionale una frenata delle esportazioni (-11,3%) e il rallentamento di oltre il 4% delle lavorazioni delle raffinerie.

Comunicato dell'Unione Petrolifera



I nostri grafici 

Qui di seguito sono i nostri grafici preparati grazie ai dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico riguardanti il consumo di petrolio. Dedicheremo a parte un post sul consumo dei carburanti nei prossimi giorni.

Il petrolio

Il grafico dei consumi di petrolio per anno solare. Il consumo del mese appena trascorso ha segnato  un incremento del 2,7 % rispetto allo stesso mese del 2018 collocandosi comunque in basso dei livelli di consumo degli ultimi 14 anni presi in considerazione. Nei primi 9 mesi si ha un decremento è dello 0,9%.


Il grafico dei consumi con i mesi in sequenza dal Gennaio 2006. La curva rivela una tendenza ad una discesa negli ultimi mesi.

Il grafico seguente è relativo ai consumi sommando i 12 mesi precedenti al mese di riferimento partendo dal dicembre 2006. Dopo una risalita partita all'inizio del 2015 si nota un andamento a onda con alti e bassi poco profondi terminanti con una tendenza alla decrescita negli ultimi mesi e una risalita negli ultimissimi mesi tenendo conto dei 12 mesi precedenti.

Il grafico delle percentuali mese su mese dell'anno precedente dal Gennaio 2006. Altalenante dalla metà del 2016 quasi sempre positiva in tutto il 2018, prevale invece l'incertezza nel 2019.



Prossimamente con i grafici il consumo dei carburanti con un post dedicato.




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