Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


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mercoledì 11 settembre 2019

Una domanda. Di chi è la colpa di parte del riscaldamento globale? Dei petrolieri, dei costruttori o degli automobilisti?


Come si dice: la domanda sorge spontanea leggendo uno dei comunicati ufficiali in occasione delle varie comunicazioni che riguardano le immatricolazioni delle auto in Italia. Vediamo se ci sono le prove per attribuire colpe in quota parte.
Il punto cruciale è costituito dalle emissioni di uno dei gas climalteranti per eccellenza, il biossido di carbonio, l'anidride carbonica, il CO2, emesso dalle auto, uno dei parametri dichiarati dalle case costruttrici per ciascuno dei loro modelli. Ad eccezion fatta delle auto elettriche tutte le altre auto, tutte le altre che hanno il motore termico, emettono CO2, da qui non si scappa. Facciamo una verifica andando a rileggere l'ultimo comunicato stampa dell'Unrae, l'associazione di categoria del settore automotive costituita dalle case automobilistiche estere che in Italia distribuiscono, vendono e assistono autovetture, veicoli commerciali, da noi pubblicato qui.

Il periodo che ci interessa recita: "La consueta analisi sulle immatricolazioni per fascia di CO2, elaborata dal Centro Studi e Statistiche UNRAE, conferma ancora l’inefficacia del Bonus/Malus a 6 mesi dalla sua introduzione. Nel periodo marzo-agosto le autovetture che beneficiano del Bonus, che nel complesso rappresentano lo 0,8% del mercato (0,5% un anno fa), segnano un incremento del 117% delle immatricolazioni per quelle fino a 20 g/km e un calo del 5,3% per quelle da 21 a 70 g/km. Nessun impatto significativo, invece, per quelle soggette al Malus che nel complesso crescono del 55%, con un +92,8% per la fascia da 161 a 175 g/km, +11,6% per quella da 176 a 200 g/km, +56,6% da 201 a 250 g/km, mentre rimane sostanzialmente stabile la fascia oltre i 250 g/km (+1,7%). Tali vetture coprono una quota di mercato del 3,5%, in crescita rispetto al 2,2% del marzo-agosto 2018."

Da ciò si capisce che per il CO2 si è avuta una crescita nonostante i disincentivi economici posti dal precedente Governo con la ecotassa Bonus/Malus. Chi ha soldi da spendere inquina e non gli interessa altro che soddisfare il proprio desiderio di possedere auto 'prestigiose' in particolare SUV.

Se il cliente finale ha la libertà di decidere sulla qualità del prodotto e la eticità del prodotto stesso in rapporto alla salute del pianeta, possiamo affermare che a questa quota di acquirenti non interessa per nulla il riscaldamento globale e il futuro del pianeta, o No? 

All'altro estremo c'è una quota di automobilisti, che non possono rinunciare o non vogliono rinunciare all'auto, ma che in qualche modo sembrano essere più consapevoli i quali scelgono le auto un po' meno inquinanti, infatti, sempre secondo il comunicato Unrae "un fortissimo incremento delle city car (seg. A): +66,5% nel mese, in crescita di oltre 8 punti di quota al 19,4% (16,7% negli 8 mesi)" e il progressivo abbandono del diesel in favore della benzina " sul fronte delle alimentazioni, in agosto il diesel riduce di oltre 1/3 i volumi immatricolati, fermandosi al 38,1% di quota di mercato con una perdita di 18,1 punti. La flessione negli 8 mesi è del 25% con una rappresentatività al 41,8% (-11,9 p.p.). Tutto ciò a vantaggio del benzina, che cresce nel mese del 45,2% in volume e di 14,7 punti percentuali in quota, raggiungendo il 43,8% del totale." Parimenti crescono le elettriche, sia pur con numeri piccolissimi, e ancor più le ibride che superano addirittura le immatricolazioni delle auto a metano.


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venerdì 30 novembre 2018

Il Parlamento europeo impone nuovi limiti alle emissioni di CO2 anche per per i camion




Volvo Trucks a guida autonoma
Il 20% dei nuovi veicoli pesanti dovrà essere a emissioni zero o basse entro il 2030 e saranno abbassati i limiti delle emissioni delle nuove flotte del 35% da parte dei produttori.

I deputati  hanno approvato il 14 Novembre per la prima volta gli obiettivi di riduzione delle emissioni prodotte da camion per contribuire al taglio di CO2 entro il 2030.

I deputati hanno adottato un obiettivo più coraggioso per i nuovi camion, il 35%,  rispetto a quello della Commissione europea (30%) per ridurre le emissioni di gas serra dell'UE entro il 2030 mentre l’obiettivo intermedio è fissato al 20% entro il 2025.

I costruttori dovranno garantire che i veicoli a zero e a basse emissioni (che ne emettono almeno il 50% in meno) rappresentino una quota di mercato di almeno il 5% entro il 2025 e del 20% delle vendite entro il 2030.

Il Parlamento chiede inoltre che la Commissione europea metta a punto misure per i test sulle emissioni in condizioni reali di guida per le emissioni CO2 su strada entro il 2020.


Impatti sociali della decarbonizzazione

I deputati riconoscono che una transizione socialmente accettabile ed equilibrata verso una mobilità a emissioni zero richiede cambiamenti in tutta la catena del settore automobilistico, con possibili impatti sociali negativi. L'UE dovrebbe pertanto aiutare i lavoratori del settore ad apprendere nuove competenze e a trovare un altro impiego, in particolare nelle regioni e nelle comunità più colpite dalla transizione.

Emissioni del ciclo di vita

Nella sua relazione 2022, la Commissione europea dovrebbe valutare le emissioni di CO2 prodotte dai veicoli pesanti durante il loro intero ciclo di vita e proporre, se necessario, obblighi di informazione per i costruttori.

Prossime tappe

Il Parlamento ha approvato la sua posizione con 373 voti in favore, 285 voti contrari e 16 astensioni. I deputati avvieranno ora i negoziati con il Consiglio dei ministri.


Comunicato Dell'Euro Parlamento 




Il Filocarro Siemens e Volvo Scania


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