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sabato 30 novembre 2019

Maltempo, dopo la piena è corsa alla semine nel bacino del Po


Con il passaggio dell’onda di piena e la pausa dalla pioggia è corsa alle semine nel bacino del Po dove nasce oltre 1/3 della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. E’ quanto afferma la Coldiretti nell'evidenziare gli effetti di un mese di novembre anomalo estremamente piovoso in molte regioni con gli agricoltori che non sono riusciti neppure a entrare nei campi per effettuare le necessarie operazioni colturali e attendono ora che i terreni si asciughino per fare le lavorazioni urgenti.

Nelle aziende segnate dalla pioggia senza tregua l’acqua – sottolinea la Coldiretti –   sta compromettendo le tradizionali semine autunnali come quelle del grano per il pane e per la pasta con quasi la metà delle operazioni ancora da completare in Piemonte, Lombardia ed Emilia. Ci sono ancora poche settimane di tempo – precisa la Coldiretti – per concludere le operazioni colturali prima che arrivi il grande freddo e gli agricoltori guardano con apprensione il cielo. Una situazione che – conclude la Coldiretti – rischia di aggravare il già pesante bilancio dei danni stimati in oltre 100 milioni di euro con colture asfissiate, serre divelte, ortaggi perduti, vigneti distrutti ed anche frane e smottamenti.

Fonte Coldiretti


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sabato 22 giugno 2019

Caldo, è stata la seconda primavera più bollente di sempre


Arriva l’estate dopo una primavera che si è classificata come la seconda più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,96 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti diffuse in occasione del solstizio d’estate sulla base della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva i dati dal 1880.

Le maggiori differenze dai valori stagionali – sottolinea la Coldiretti – si sono verificate nell’emisfero nord, dall’Alaska al Nordovest del Canada al centro nord e all’estremo oriente russo dove le temperature sono state superiori fino a tre gradi. In Europa – precisa la Coldiretti – la primavera 2019 si classifica al nono posto tra le piu’ calde mai registrate con una anomalia di + 1,48 gradi rispetto alla media di riferimento.

La tendenza al surriscaldamento – continua la Coldiretti – è evidente anche in Italia dove tuttavia la colonnina di mercurio in primavera è stata in media superiore solo di 0,46 gradi, collocandosi al 38esimo posto tra le piu’ calde dal 1800. In controtendenza – precisa la Coldiretti – è stato l’andamento del mese di maggio particolarmente piovoso e freddo con temperature di ben 1,58 gradi sotto la media.

Sono gli effetti dei cambiamenti climatici in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici – ricorda la Coldiretti – è ormai la norma, tanto da aver condizionato nell’ultimo decennio la redditività del settore agricolo, con le perdite di raccolti dovute a calamità naturali che hanno assunto un carattere ricorrente. Il risultato – conclude la Coldiretti – è una perdita da 14 miliardi di euro in un decennio per l’agricoltura italiana, tra danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne e perdite della produzione agricola nazionale.


Fonte Coldiretti



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sabato 23 marzo 2019

Clima, addio al quarto inverno più caldo di sempre con +0,84°


Arriva la primavera e finisce l’inverno che si è classificato come il quarto più caldo di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura, sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,84 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.  E’ quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti in occasione dell’equinozio di primavera delle ore 22,58 del 20 marzo che segna il cambio di stagione, sulla base dei dati della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre dal 1880, dalla quale si evidenzia che il record della temperatura invernale piu’ elevata resta quello del 2016.

La temperatura invernale a livello globale è aumentata ad un ritmo di 0,07 gradi per decennio dal 1880 ad oggi ma il tasso – sottolinea la Coldiretti – è il doppio con un valore di 0,14 gradi per decennio a partire dal 1981, a conferma della tendenza ad una accelerazione del processo di surriscaldamento del pianeta. In Europa l’inverno che si è chiuso è stato – continua la Coldiretti – il settimo più caldo da quando sono iniziate le rilevazione nel 1910 con una temperatura superiore di 1,78 gradi nel periodo di riferimento.

Anche in Italia si è verificata una evidente anomalia con l’inverno che – rileva la Coldiretti – è stato più caldo con una temperatura superiore di 0,40 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento e si colloca al 23esimo posto tra i più bollenti dal 1800, secondo Isac Cnr. L’aumento delle temperature è accompagnato da una preoccupante siccità con la caduta al nord di circa il 50% di precipitazioni in meno che – precisa la Coldiretti – hanno lasciato le montagne senza neve e campi, fiumi e laghi all’asciutto nel momento in cui l’acqua è essenziale per l’irrigazione delle coltivazioni.

Allo stato attuale – sostiene la Coldiretti – nel nord Italia la situazione è peggiore di quella del 2017 che ha creato difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani ed è costata 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura a causa della siccità che ha tagliato i raccolti delle principali produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino al mais, ma anche alle risaie, ai vigneti e al fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte. Sul Po in magra sembra piena estate con il livello idrometrico al Ponte della Becca è di -2,89 metri, come nell’ agosto scorso, ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dall’8% del lago di Como al 15% dell’Iseo fino al 28% del Maggiore secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti.

L’andamento anomalo di quest’anno conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano – continua la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Una nuova sfida per le imprese agricole che – sostiene la Coldiretti – devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Per queste ragioni i giovani della Coldiretti hanno partecipato a #Fridaysforfuture, la mobilitazione globale che nasce con le proteste della giovane attivista svedese Greta Thunberg per chiedere ai decisori politici misure concrete contro i cambiamenti climatici.


Fonte Coldiretti 





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