Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


lunedì 26 agosto 2019

I consumi petroliferi di Luglio 2019 aumentano dell'1,3%


Secondo i dati provvisori della rilevazione MISE si rileva che i  consumi petroliferi italiani sono aumentati dell'1,3% in Luglio rispetto allo stesso mese dell'anno passato con 5,64 milioni di tonnellate (+75.000 tonnellate).

Nei primi 7 mesi dell'anno si è avuto un decremento dell'1,4% con 34,8 milioni di tonnellate di petrolio consumate (-500.000 tonnellate circa).

E cresciuto anche il consumo dei carburanti per autotrazione, più forte per la benzina (+2,8%), sia del gasolio +1,8%, Gpl +1,3% risultando però negativi nell'insieme dei primi 7 mesi dell'anno rispetto al 2018.


I nostri grafici 


Qui di seguito sono i nostri grafici preparati grazie ai dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico riguardanti il consumo di petrolio. Dedicheremo a parte un post sul consumo dei carburanti nei prossimi giorni.

Il petrolio

Il grafico dei consumi di petrolio per anno solare. Il consumo del mese appena trascorso ha segnato  un incremento dell'1,3 %rispetto allo stesso mese del 2018 collocandosi comunque abbastanza in basso dei livelli di consumo degli ultimi 14 anni presi in considerazione. Nei primi 7 mesi si ha però un decremento è dell'1,4%.


Il grafico dei consumi con i mesi in sequenza dal Gennaio 2006. La curva rivela una tendenza ad una discesa negli ultimi mesi.


Il grafico seguente è relativo ai consumi sommando i 12 mesi precedenti al mese di riferimento partendo dal dicembre 2006. Dopo una risalita partita all'inizio del 2015 si nota un andamento a onda con alti e bassi poco profondi terminanti con una tendenza alla decrescita negli ultimi mesi che tengono conto dei 12 mesi precedenti.



Il grafico delle percentuali mese su mese dell'anno precedente dal Gennaio 2006. Altalenante dalla metà del 2016 quasi sempre positiva in tutto il 2018, prevale il segno meno nel 2019.


Prossimamente con i grafici il consumo dei carburanti con un post dedicato.



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giovedì 8 agosto 2019

Le immatricolazioni delle auto elettriche nel Regno Unito, +158,1%


Forte incremento delle vendite delle auto elettriche nel Regno Unito quello registrato nel mese di  Luglio 2019, +158,1% con i dati forniti dalla SMMT, la Società di produttori di motori e commercianti tra i più grandi e più influenti di categoria nel Paese. La SMMT è la voce del settore automobilistico nel Regno Unito, che ha il compito di sostenere e promuovere gli interessi dei suoi membri, in patria e all'estero, nei confronti del governo, le parti interessate e dei media.

Le auto elettriche immatricolate a Luglio sono state 2.271 con un incremento sensibile del 158,1% rispetto allo stesse mese del 2018. Buona performance specialmente se contestualizzata al decremento delle vendite totali del 4,1% e dal crollo totale delle auto diesel con un -22,1% che non è solo britannico ma addirittura europeo a cifre pari di più o meno un quarto del mercato totale di mese in mese. Lo share delle diesel scende al 25,9%, al 65,8% le auto a benzina, le auto a batteria ottengono l'1,4%. Ciò che resta, ovvero il 6,9%, se lo dividono le auto ibride suddivise in Gran Bretagna in PHEV, HEV, MHEV diesel, MEHV benzina. Con PHEV si intende le auto ibride che hanno la possibilità di ricaricare il battery pack anche a rete elettrica le, HEV sono le classiche ibride che ricaricano le batterie col motore termico di trazione, con MHEV diesel o  benzina si intende un sistema costituito da una macchina elettrica reversibile che recupera energia in frenata (o decelerazione) e in determinate fasi di marcia fornisce al motore termico un po’ di potenza supplementare. La tecnologia mild-hybrid MHEV, detta anche “ibrido leggero”,

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mercoledì 7 agosto 2019

Auto elettriche al 38% le vendite a Luglio in Norvegia, al 24,9% le ibride


Complessivamente i  dati pubblicati nel sito ufficiale norvegese della mobilità stradale, Norwegian Information Council for Road Traffic (OFV), testimoniano il fatto che le vendite di automobili in Luglio 2019 è calato del 4,5% in Norvegia .
Nel mese di Luglio sono state registrati 9.178 nuove auto, 433 in meno (- 4,5%) rispetto a luglio 2018, le auto a emissioni zero  hanno toccato una quota di mercato del 38,0%, le emissioni medie di CO2 per tutte le autovetture nuove immatricolate nel mese di luglio era 67 g / km, 16 g / km inferiore rispetto a luglio 2018.
Molto bassa la quota di auto a  benzina e diesel vendute nel mese di Luglio 2019, il 18,8% di tutte le autovetture di nuova immatricolazione solo motore diesel, nel luglio 2018 la quota era del 21,2%, e il 18,3% le autovetture nuove immatricolate con il motore a benzina, mentre era  al 27% nel 2018 è stata.

Le autovetture a trazione ibrida nel mese di Luglio hanno ottenuto una quota del 24,9%, il 14,8% in meno rispetto a luglio 2018.

Tra autovetture a trazione ibrida con batteria ricaricabile a rete sono state 943 ibridi, 508 in meno (- 35%) rispetto a luglio 2018.

Quindi sono 3.484 le nuove vetture a emissioni zero in Luglio, che sono 1.191 in più (+ 51,9%) rispetto a luglio 2018 col 38,0% del mercato complessivo norvegese. In confronto, la quota di mercato nel luglio 2018 era al 23,9 %.




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martedì 6 agosto 2019

Dazi, perso 1 miliardo nel quinto anniversario dell’embargo russo


Le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno perso oltre un miliardo di euro negli ultimi cinque anni a causa del blocco alle spedizioni in Russia che ha colpito una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione dell’anniversario dell’embargo deciso 5 anni fa dal presidente Vladimir Putin con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e più volte rinnovato come ritorsione alla decisione dell’Unione Europea di applicare sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina.

L’agroalimentare italiano – spiega la Coldiretti – è infatti l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni dei prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura come le mele, soprattutto della varietà Granny Smith dal colore verde intenso e sapore leggermente acidulo particolarmente apprezzate dai cittadini russi.

“Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è importante che si riprenda la via del dialogo”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il settore agroalimentare è stato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”. Un pericolo che – aggiunge Prandini – riguarda anche le recenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti con il presidente Donald Trump che ha minacciato dazi su una lunga lista di esportazioni Made in Italy, soprattutto vino e cibo, nell’ambito dello scontro sugli aiuti al settore aereonautico che coinvolge l’americana Boing e l’europea Airbus. Si tratta – ricorda Prandini – della prima sfida che dovrà affrontare la nuova Commissione Europea guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen, che dovrà gestire i complessi rapporti con lo storico alleato Usa e superare i motivi di divisione con il nemico del passato come la Russia ma soprattutto valorizzare l’agroalimentare europea per la nuova strategicità che ha assunto nel contesto internazionale.

Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni in Russia si sommano – continua la Coldiretti – quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Nei supermercati russi si possono ora trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, dalla mortadella Milano al parmesan, dalla scamorza al mascarpone.

A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata però solo l’industria russa, ma – riferisce la Coldiretti – anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le esportazioni dei cibi italiani taroccati nel Paese di Putin.  In Russia – precisa la Coldiretti – è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine brasiliana o argentina.

Il rischio – continua la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre, in altri, sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu.

Un blocco dunque dannoso per l’Italia anche se – precisa la Coldiretti – va segnalato che nel 2018 l’export agroalimentare italiano è cresciuto del 7% rispetto all’anno precedente raggiungendo i 561 milioni di euro grazie ai comparti non colpiti dall’embargo, come il vino, le paste alimentari, pomodori pelati e polpe, tabacchi e olio, a conferma della fame d’Italia dei cittadini russi. I valori – conclude la Coldiretti – rimangono comunque nettamente inferiori a quelli del 2013, l’ultimo anno prima dell’embargo, quando le esportazioni agroalimentari Made in Italy avevano raggiunto i 705 milioni di euro.

Fonte Coldiretti 


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lunedì 5 agosto 2019

Le vendite delle auto elettriche +45,7% e ibride +8,8%% a Luglio 2019



Nel post dell'altro giorno abbiamo visto che a Luglio 2019 le immatricolazioni in Italia delle auto sono state inferiori dell 0,1% rispetto allo stesso mese dell'anno passato, segnando l'ennesimo tonfo delle auto diesel -27,5%, secondo il comunicato stampa dell'Unrae sui dati forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. 

Un buon incremento hanno ottenuto le vetture ibride che segnano un +8,8% in Luglio. Le vetture elettriche crescono a due cifre con il 45,7% in Luglio. Insieme, ibride ed elettriche conquistano una quota di mercato del 6,3%. 

Nei primi 7 mesi, quindi, le auto elettriche hanno un incremento del 103% e le ibride del 27,1%  accrescendo insieme  la quota di mercato portandola a 5,9%

nostri grafici delineano l'andamento delle vendite mese per mese nell'anno solare a partire dal 2010.

Le auto elettriche pure

Luglio 2019 le immatricolazioni delle auto totalmente elettriche hanno ottenuto il nuovo record del mese rispetto agli anni precedenti, esattamente 840 auto,  con una performance del 45,7%  rispetto all'anno passato, e un +103,8 nei 7 mesi del 2019 . Buoni risultato anche grazie agli incentivi sostanziosi per l'acquisto di auto elettriche, fino a 6 mila euro con rottamazione, 4 mila senza rottamazione.

Le auto ibride

Record anche per le auto ibride nel mese di Luglio dal punto di vista numerici  e statistici essendo state immatricolate 8.701 unità, il + 8,8% nel mese e +27,1% nei 7 mesi del 2019 Stesso discorso per gli incentivi che sono scattati dal 1° Marzo anche  per le ibride sia pur più bassi, 2.500 euro e 1.500 con o senza rottamazione.


L'ultimo grafico è la progressione mensile delle immatricolazioni delle auto elettriche e ibride a partire da Gennaio 2009.





L'introduzione mensile delle auto elettriche è lo 0,6%  e 0,4% nei 7 mesi del 2019 del mercato totale mentre le ibride sono al  5,7con una introduzione complessiva del 5,2% .


Vediamo adesso la classifica delle auto elettriche e ibride più vendute a Luglio 2019.

Sui gradini del podio delle elettriche pure troviamo :



  1 RENAULT ZOE 224,
2 SMART FORTWO  191,
       3 NISSAN LEAF    156.

Nei 7 mesi:

1  RENAULT ZOE  1.559,
  2 TESLA  MODEL 3   1.092,
    3 SMART FORTWO 899.


Sui gradini del podio delle ibride  troviamo :

1 TOYOTA C-HR 1.257,
2 TOYOTA YARIS 1.211,
      3 TOYOTA COROLLA 881.

Nei 7 mesi:

1 TOYOTA YARIS 15.893,
  2 TOYOTA C-HR 10.536,
     3 TOYOTA RAV4 6.367.




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venerdì 2 agosto 2019

Le immatricolazioni in Italia a -0,1% nel mese di Luglio 2019, a -3,1% nel 2019


Mercato stabile a luglio (-0,1%) nonostante un giorno in più. Per il 2019 stimate 1.860.000 immatricolazioni (-2,6%)

Nonostante un giorno lavorativo in più, il mercato delle autovetture in luglio rimane sui livelli dell’anno scorso (-0,1%), con 152.800 autovetture immatricolate rispetto alle 152.949 dello stesso mese del 2018. Nel cumulato dei 7 mesi le immatricolazioni rimangono in territorio negativo, con 1.235.698 unità verso le 1.274.598 del gennaio-luglio 2018: una flessione di circa il 3,1%.

Il fatturato relativo alle vetture immatricolate nei primi 7 mesi segna un calo del 2% con 27,0 miliardi di euro rispetto ai 27,5 miliardi dello stesso periodo 2018. Conseguentemente, la perdita di IVA per le casse dell’Erario ammonta a 100 milioni di euro (-2%).

“Stimiamo che per il 2019 – afferma Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – il mercato delle autovetture dovrebbe raggiungere un totale annuo di 1.860.000 immatricolazioni circa, 50.000 unità in meno rispetto alle 1.910.639 del 2018, con una flessione del 2,6%. Si tratta di una previsione rivista leggermente al rialzo rispetto alla precedente (1.850.000 unità), soprattutto grazie alla performance del 2° trimestre, risultata migliore delle attese”.

“L’attuale scenario di forte incertezza e di stagnazione per l’economia italiana non consente di prospettare un’evoluzione più favorevole per la domanda di autovetture – prosegue il Presidente – e in questo quadro non riteniamo che il Bonus/Malus possa dare un apporto positivo in termini di immatricolazioni aggiuntive sul totale mercato, quanto piuttosto incidere sulla mix delle alimentazioni. Tutto questo, in assenza di misure veramente efficaci per svecchiare il parco circolante e rilanciare un mercato in forte sofferenza, si sta traducendo anche in una penalizzazione secca per le casse dell’Erario”.

Negli ultimi 12 mesi il mercato mostra un andamento altalenante rispetto ai corrispondenti mesi di un anno prima, ma i segni positivi sono solamente tre e il saldo complessivo del periodo agosto 2018 – luglio 2019 è del 4,6% inferiore rispetto al periodo agosto 2017 – luglio 2018, a dimostrazione di un trend di sofferenza alquanto prolungato.

La consueta analisi sulle immatricolazioni per fascia di CO2, elaborata dal Centro Studi e Statistiche UNRAE, mostra impatti sostanzialmente nulli del Bonus/Malus a 5 mesi dalla sua introduzione. Le vetture che usufruiscono dell’Ecobonus registrano per il periodo marzo-luglio una crescita del 113% per la fascia fino a 20 g/km e addirittura una flessione del 2,5% per quelle da 21 a 70 g/km, fasce che nel complesso rappresentano appena lo 0,8% del totale delle immatricolazioni, rispetto allo 0,5% dello stesso periodo dell’anno precedente. Non si rilevano invece impatti significativi per quelle soggette al Malus, probabilmente perché Costruttori e distributori preferiscono talvolta assorbirne il costo piuttosto che disattendere le richieste dei Clienti. La fascia da 161 a 175 g/km evidenzia un +103,6%, quella da 176 a 200 g/km un +4,1% e quella da 201 a 250 g/km un +71,2%, mentre rimane stabile la fascia oltre i 250 g/km (-0,1%). Tali vetture coprono una quota di mercato del 3,5%, in crescita rispetto al 2,1% del marzo-luglio 2018.

L’analisi relativa alla struttura del mercato segnala per gli utilizzatori un incremento dei privati con la migliore performance fra i canali di vendita (+7,2% in luglio) al 61,4% del totale (+4,4 p.p.) e un +1,5% nei 7 mesi (al 56,8% di quota). Il noleggio segna nel mese un +2,3% al 18,1% di rappresentatività, determinato dal +2,5% del lungo termine, per la spinta delle società Captive, a fronte di una flessione del breve termine del 5,3%. Nel cumulato gennaio-luglio l’incremento delle immatricolazioni del noleggio è dell’1% al 26,5% di quota (+1,1 punti). Le vendite a società continuano ad arretrare con flessioni a doppia cifra (-19,3% in luglio e -21,2% nei 7 mesi), con una quota che si ferma al 20,5% nel mese e al 16,7% nel cumulato (+3,8 punti).

Sul fronte delle alimentazioni, luglio conferma una flessione del diesel pari a -27,5%, che al netto del noleggio arriverebbe addirittura pari a -32,9%. La riduzione di quota è di 14 punti, al 37,2% del totale. Nel cumulato il calo del diesel è del 24,2% (-28,6% depurato dal noleggio) al 42% di rappresentatività (-11,6 p.p.). Le immatricolazioni a benzina segnano in luglio una crescita del 35,1% (in linea il dato depurato dal noleggio), con una quota che raggiunge nel mese il 44,8% del totale (+11,7 punti) e il 43,5% (+10,1 p.p.) nel cumulato gennaio-luglio. Buona la performance delle vetture ibride, che nel mese ridimensionano però la crescita ad un +8,8%, e rappresentano il 5,7% del totale mercato, mentre nei 7 mesi l’incremento è del 27,1%, al 5,4% di quota. Torna a crescere il metano (+17,9% nel mese) al 2,6% di quota in luglio e all’1,7% nei 7 mesi ed un’ottima performance caratterizza il Gpl (+12,6% in luglio), al 9,2% del totale. Le vetture elettriche crescono in luglio del 45,7% (0,6% di quota), che al netto del noleggio diventa un considerevole +246,7% (ma con una quota che è pur sempre dello 0,5%). Nel periodo gennaio-luglio la crescita è del 103,8% (+200,5% al netto del noleggio) e la sua rappresentatività raggiunge lo 0,5% del totale mercato (0,4% al netto del noleggio).

Tutti i segmenti evidenziano una crescita in luglio, fatta eccezione per le medie del segmento C e D, rispettivamente al -9,3% e -4,2% (31,9% e 12,2% di quota). L’analisi al netto del noleggio vede in calo anche il segmento E, mentre le altre dinamiche rimangono sostanzialmente in linea. Le city car incrementano le immatricolazioni in luglio di oltre il 23% al 16,8% di quota (16,6% nei 7 mesi).

In luglio, fra le carrozzerie, solo i crossover evidenziano un incremento (+11,6%) ed i monovolume grandi. I primi raggiungono il 34,8% di quota nel mese e il 32,8% nel cumulato e sommati ai fuoristrada coprono il 43,6% del mercato del mese (il 41,5% del gennaio-luglio), inseguendo le berline.

L’analisi territoriale delle immatricolazioni evidenzia un incremento delle vendite nel Nord Est e nel Sud dell’Italia, con l’area Nord-orientale che recupera quota di mercato. L’esame dei dati depurati dal noleggio presenta un andamento in linea. Nei 7 mesi l’area più rappresentativa per numero di immatricolazioni è quella Nord-orientale (al 34,7% del totale) ma al netto del noleggio diventa quella Nord-occidentale (anch’essa, curiosamente, al 34,7% del totale).

Non si arresta l’incremento della CO2 media ponderata che a luglio raggiunge i 119,7 g/km nel mese (+4%) e i 119,8 g/km nei 7 mesi (+5,7%).

Per concludere l’analisi del mercato, i trasferimenti di proprietà registrati nel mese di luglio segnano un leggero calo dell’1,4%, con 379.028 unità al lordo delle mini-volture, rispetto alle 384.318 dello stesso mese 2018. Nel cumulato dei 7 mesi i 2.556.245 passaggi di proprietà segnano un calo del 5,1% rispetto ai 2.692.089 del gennaio-luglio dello scorso anno.


Comunicato Unrae 


I nostri consueti grafici

L'andamento mensile per anno solare negli ultimi 11 anni. Come vediamo, lo scorso mese di Luglio le immatricolazioni, sia pure più basse rispetto allo stesso mese del 2018, -0,1%, si collocano comunque in alto rispetto agli anni precedenti. Nei sette mesi 2019 la regressione è stata a -3,1%.
Cambiano le preferenze degli acquirenti continuano ad abbandonare le auto diesel con il 27,5% in meno.


L'andamento mensile negli ultimi 11 anni con una sequenza ad onda che negli ultimi mesi ha delineato una cresta con una tendenza verso la sensibile discesa dal settembre 2017.


Le percentuali riferite allo stesso mese dell'anno precedente. Dopo una sfilza di segni meno fino al 2013 segue una sequenza di segni positivi con una curva a campana che nell'ultimo anno e mezzo si viaggia mediamente sotto lo zero con una tendenza che è su percentuali negative.



Stesso andamento nell'anno solare considerando le percentuali.



Col seguente grafico vediamo le immatricolazioni delle auto considerando la somma numerica dei 12 mesi precedenti al mese di riferimento. Dimenticato il picco del 2010 e il minimo dell'Ottobre 2013, le immatricolazioni hanno continuato a crescere in modo costante riconquistando le cifre della metà del 2010 ma senza riuscire a continuare nel miglioramento, anzi, fermandosi in una situazione piatta da ottobre 2017 per discendere nuovamente a partire da Novembre 2017 che prosegue tuttora.



Prossimamente vedremo l'andamento delle immatricolazioni delle auto elettriche e ibride e quelle a metano






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giovedì 1 agosto 2019

Il consumo di gas in Italia a Luglio 2019 sale del 10,4%, scende sempre la produzione nazionale -7,5%



Nel settimo mese dell'anno si registra un incremento del consumo del gas in Italia, il +10,4% rispetto allo stesso mese dell'anno passato, e per il quarto mese consecutivo, come possiamo vedere dai dati forniti puntualmente dalla Snam pubblicati nel proprio sito web.

Con questi dati Snam possiamo inoltre affermare che il consumo di gas nei primi sette mesi dell'anno risulta superiore di poco meno il 5rispetto allo stesso periodo dell'anno passato.

Utilizzando questi ultimi dati della Snam, ancora ufficiosi, siamo in grado di realizzare i nostri consueti grafici, confrontando i consumi con quelli dei mesi e degli anni precedenti, ufficiali e definitivi, forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico.

I dati Snam, per esperienza, differiranno poco da quelli che il Ministero fornirà tra qualche settimana, discostandosi di poco o nulla, forse appena qualche decimale di percento al massimo. Dati e grafici che prendono in esame gli ultimi 14 anni, dati che ci permetteranno di fare autonomamente le nostre valutazioni sull'attuale situazione. 

I nostri grafici

I grafici, da noi realizzati con i dati ufficiali del Ministero e gli ultimi della Snam provvisori del mese appena trascorso, servono per dare una visione d'insieme, con una sola occhiata, della situazione al di là delle parole e delle interpretazioni più o meno puntuali.

Il primo grafico mostra l'andamento dei mesi suddivisi per anno solare dal Gennaio 2006 ad oggi. Il consumo di gas di Luglio 2019, come si è detto, sale del 10,4% rispetto allo stesso mese dell'anno passato  ovvero quantitativamente abbiamo  messo in rete e bruciato 4.913.57 milioni di m3 Standard (dato provvisorio Snam) contro i 4.452  milioni di metri cubi (dato ufficiale del Ministero) dello stesso mese del 2018. Crescita sensibile rispetto al 2018 che lo pone al quinto posto della serie degli ultimi 14 anni.



Lo stesso grafico con gli ultimi 9 anni per evidenziare l'andamento e individuarne la posizione  al vertice.



Il grafico successivo delle percentuali mette in luce la predominanza del segno negativo dei mesi dal 2012 fino al 2014 e il segno positivo dal 2015 con una prevalenza di linee blu positive interrotte saltuariamente  mentre torna a scendere sotto lo zero negli ultimi mesi del 2018 per poi mostrare segni positivi negli ultimi mesi del 2019.



Il grafico sottostante dà la misura della quantità di gas consumato che è la somma dei 12 mesi precedenti partendo a ritroso dalla data dell'ultimo rilevamento. E' evidente sia il crollo costante dal 2007 sia una risalita costante a partire dalla fine del 2014 e le impennate dei mesi a cavallo 2016/2017, scende progressivamente da metà anno 2018 per poi risalire recentemente.



Vediamo adesso la produzione nazionale di gas .

Continua la tendenza alla diminuzione costante della produzione nazionale a Luglio 2019 con un segno negativo, l'ennesimo,  - 7,5% circa rispetto allo stesso mese del 2018 con 377,7  milioni di metri cubi (dato provvisorio).



La linea tendenziale va verso il basso, come è evidenziato dal grafico qui sotto riportato relativo alla quantità di gas prodotto con la somma nei 12 mesi precedenti partendo a ritroso dalla data dell'ultima rilevazione, ritorna a inesorabilmente a scendere.



Vedremo prossimamente se i consumi generali sono legati a una richiesta superiore da parte del settore  dell'industria o  quello delle centrali a turbogas per la generazione dell'energia elettrica. Lo vedremo con un Post dedicato.



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