Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


venerdì 30 novembre 2018

Il Parlamento europeo impone nuovi limiti alle emissioni di CO2 anche per per i camion




Volvo Trucks a guida autonoma
Il 20% dei nuovi veicoli pesanti dovrà essere a emissioni zero o basse entro il 2030 e saranno abbassati i limiti delle emissioni delle nuove flotte del 35% da parte dei produttori.

I deputati  hanno approvato il 14 Novembre per la prima volta gli obiettivi di riduzione delle emissioni prodotte da camion per contribuire al taglio di CO2 entro il 2030.

I deputati hanno adottato un obiettivo più coraggioso per i nuovi camion, il 35%,  rispetto a quello della Commissione europea (30%) per ridurre le emissioni di gas serra dell'UE entro il 2030 mentre l’obiettivo intermedio è fissato al 20% entro il 2025.

I costruttori dovranno garantire che i veicoli a zero e a basse emissioni (che ne emettono almeno il 50% in meno) rappresentino una quota di mercato di almeno il 5% entro il 2025 e del 20% delle vendite entro il 2030.

Il Parlamento chiede inoltre che la Commissione europea metta a punto misure per i test sulle emissioni in condizioni reali di guida per le emissioni CO2 su strada entro il 2020.


Impatti sociali della decarbonizzazione

I deputati riconoscono che una transizione socialmente accettabile ed equilibrata verso una mobilità a emissioni zero richiede cambiamenti in tutta la catena del settore automobilistico, con possibili impatti sociali negativi. L'UE dovrebbe pertanto aiutare i lavoratori del settore ad apprendere nuove competenze e a trovare un altro impiego, in particolare nelle regioni e nelle comunità più colpite dalla transizione.

Emissioni del ciclo di vita

Nella sua relazione 2022, la Commissione europea dovrebbe valutare le emissioni di CO2 prodotte dai veicoli pesanti durante il loro intero ciclo di vita e proporre, se necessario, obblighi di informazione per i costruttori.

Prossime tappe

Il Parlamento ha approvato la sua posizione con 373 voti in favore, 285 voti contrari e 16 astensioni. I deputati avvieranno ora i negoziati con il Consiglio dei ministri.


Comunicato Dell'Euro Parlamento 




Il Filocarro Siemens e Volvo Scania


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giovedì 29 novembre 2018

In Italia più di 3000 comuni sono autosufficienti per l'energia elettrica e 37 per quella termica grazie alle rinnovabili


Secondo un rapporto di Legambiente l’Italia è sempre più rinnovabile e in tutti i comuni esiste almeno un impianto che produce energie pulite con il fotovoltaico in testa con 20GW.

Sono 3.060 i comuni autosufficienti per i fabbisogni elettrici e 37 per la termica i comuni al 100% rinnovabili in un modello di autoproduzione che oggi è al centro delle Direttive Europee. Nel Forum QualEnergia, dove è stato presentato martedì scorso, 27 Novembre 2018, il dossier Comuni Rinnovabili di Legambiente, con le migliori 100 storie dal territorio italiano "Il nuovo Piano energia e clima deve cogliere appieno i benefici della decarbonizzazione: con - 55% delle emissioni al 2030 vantaggi pari a 5,5 miliardi di Euro all’anno e 2,7 milioni di  nuovi posti di lavoro” 

L’energia rinnovabile unisce l’Italia. In tutti e 7.978 municipi sono stati installati uno o più impianti da fonti rinnovabili. Un bel risultato, visto che 10 anni fa erano solo 356. Nel Paese del Sole sono ben 7.862 i Comuni in cui sono presenti impianti fotovoltaici, 6.822 quelli del solare termico, 1.489 quelli del mini idroelettrico (in particolare al centro nord) e 1.025 quelli dell’eolico (soprattutto al centro sud), 4.130 quelli delle bioenergie e 595 quelli della geotermia. Grazie a questo mix di impianti distribuiti su tutto il territorio, ben 3.060 comuni sono diventati autosufficienti per i fabbisogni elettrici e 58 per quelli termici, mentre 37 municipi si confermano rinnovabili al 100% per tutti i fabbisogni delle famiglie. In dieci anni la produzione da rinnovabili è cresciuta di oltre 50 TWh mettendo in crisi il modello fondato sulle fossili, con un contributo delle rinnovabili che è passato dal 15 al 34,4% rispetto ai consumi elettrici e dal 7 al 17,7% in quelli complessivi. Risultati importanti che ora devono essere da stimolo per obiettivi molto più ambiziosi al 2030 per fermare i cambiamenti climatici e realizzare una prospettiva vantaggiosa per l’ambiente e l’economia.



Il rapporto annuale di Legambiente quest’anno ha puntato sulle storie dal territorio che raccontano il futuro dell’energia per l’Italia: 100 esperienze virtuose e all’avanguardia per la capacità di soddisfare i fabbisogni energetici attraverso risorse energetiche locali, gestite attraverso reti e sistemi di accumulo nei piccoli comuni come nei grandi centri urbani di tutto lo Stivale, tra aziende agricole e università, condomini, ospedali o consorzi, tutti già pronti per affrontare il cambiamento energetico necessario per fermare i cambiamenti climatici.

Secondo il rapporto Comuni Rinnovabili 2018, è la Lombardia la regione con il maggior numero di impianti a fonte rinnovabile in Italia, con 7.989 MW installati, grazie soprattutto all’eredità dell’idroelettrico del secolo scorso. La Puglia è invece la regione col maggior numero di installazioni delle "nuove” rinnovabili, ossia solare e eolico (5.056 MW su 5.388 MW totali).

Il problema è che lo sviluppo delle rinnovabili è stato fortemente rallentato negli ultimi anni, perché le politiche hanno guardato in un'altra direzione. Negli ultimi cinque anni, infatti, la crescita delle installazioni è fortemente rallentata, la media per il solare è stata di 407 MW all’anno e di 301 MW per l’eolico, cifre del tutto inadeguate a raggiungere perfino i già limitati target fissati dalla SEN. Il segnale positivo è che nel fotovoltaico gli impianti sono andati avanti malgrado lo stop agli incentivi, con 233mila impianti realizzati di piccola taglia negli ultimi tre anni.


 Dal comunicato stampa Legambiente



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mercoledì 28 novembre 2018

Il boom delle batterie porterà a investimenti di 1,2 miliardi di dollari entro il 2040



Il boom delle batterie arriverà in Cina, in California e praticamente ovunque, e sarà ancora più grande di quanto si pensasse solo poco tempo fa. Questo è quanto afferma Bloomberg  New Energy Finance in un'analisi di mercato dell'inizio del mese di Novembre 2018. La crescita sarà significativa, oltre le proprie precedenti stime sullo sviluppo del mercato dei sistemi di accumulo energetico nei prossimi decenni.

Il mercato globale dello stoccaggio di energia aumenterà a 942GW/2,857GWh nel 2040, secondo la nuova previsione pubblicata da Bloomberg NEF, e tale crescita richiederà investimenti per 1,2 miliardi di dollari. Il forte calo dei costi delle batterie sarà un fattore determinante di questo  boom. BNEF ritiene che il costo  di un sistema di storage agli ioni di litio diminuisca di un altro 52% entro il 2030.

Ma il costo non è l'unico fattore. I governi dalla Cina alla California stanno stimolando la domanda, così come l'aumento del numero di veicoli elettrici e produzione dell'energia solare. C'è anche una maggiore attenzione allo stoccaggio per la ricarica dei veicoli elettrici e l'accesso all'energia nelle aree remote.

Le implicazioni data dalle batterie più economiche sono di vasta portata, stanno interessando sempre più industrie nello stimolare le tecnologie necessarie per aiutare a combattere i cambiamenti climatici. Le batterie alimentano i veicoli elettrici delle nostre strade e liberano l'energia solare dai confini esclusivi  locali.

Due importanti mercati si concentrano in particolare. La Cina, che sta aumentando la sua capacità di produzione di batterie, sarà un protagonista centrale del boom. La California, nel frattempo, ha promosso una serie di misure negli ultimi anni che stimoleranno direttamente o indirettamente il consumo di più batterie, compresa la legislazione che punta all'elettrificazione dello stato di provenienza da fonti senza emissioni di carbonio entro il 2045. Inoltre lo stoccaggio dell'energia  è un passo ragionevole nell'evoluzione delle energie rinnovabili se arriveranno alla produzione al 100% di energia rinnovabile.

Cina, Stati Uniti, India, Giappone, Germania, Francia, Australia, Corea del Sud e U.K saranno i paesi leader. Questi nove mercati rappresenteranno i due terzi della capacità installata entro il 2040. Nel breve termine, la Corea del Sud dominerà il mercato, gli Stati Uniti subentreranno nei primi anni del 2020, ma saranno superati dalla Cina negli anni oltre il 2020. La Cina sarà leader fino al 2040. I paesi in via di sviluppo in particolare in Africa vedranno anche una rapida crescita nell'uso delle batterie. Il rapporto afferma  che con grande probabilità le utility riconosceranno sempre più l'importanza delle batterie nelle attività che combinano energia solare, diesel con le batterie meno costose in siti lontani rispetto a una rete di distribuzione o a un generatore in una centrale alimentato da solo fossili. 




Nel 2040, nonostante i tassi di crescita previsti, l’accumulo energetico stazionario rappresenterà soltanto il 7% della domanda complessiva di batterie; questa, infatti, sarà dominata dal mercato dei veicoli elettrici, il vero fattore determinante per quanto riguarda l’equilibrio tra domanda e offerta e per la determinazione dei prezzi di altri metalli fondamentali, quali litio e cobalto.






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martedì 27 novembre 2018

Commercio estero extra Ue in rilevante aumento a ottobre 2018


A ottobre 2018 si stima, per i flussi commerciali da e verso i paesi extra Ue, un rilevante aumento congiunturale per le esportazioni (+5,3%), che segue la flessione di settembre (-2,8%), e un lieve calo per le importazioni (-0,1%).

L’incremento congiunturale delle esportazioni è esteso a quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie, con l’eccezione dei beni di consumo durevoli (-1,4%). I beni di consumo non durevoli (+13,5%) e l’energia (+6,8%) registrano un aumento molto marcato. Dal lato dell’import, la flessione è intensa per i beni strumentali (-4,3%) e i beni di consumo durevoli (-4,1%). Gli acquisti di beni intermedi (+2,2%) sono invece in aumento.

Nell’ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue risulta positiva (+1,0%), ma questo effetto è quasi esclusivamente spiegato dal marcato aumento dell’energia (+23,9%). Nello stesso periodo, le importazioni sono in forte crescita congiunturale (+5,4%), determinata soprattutto dai beni di consumo durevoli (+7,8%), dall’energia (+6,8%) e dai beni strumentali (+5,7%).

A ottobre 2018, le esportazioni sono in forte aumento anche su base annua (+11,6% che si riduce a +7,6% eliminando l’effetto prodotto dal diverso numero di giorni lavorativi). L’aumento è rilevante per i beni di consumo non durevoli (+23,8%) e i beni intermedi (+13,5%). Le importazioni registrano un forte aumento tendenziale (+24,9% che si riduce a +20,3% dopo la correzione per i giorni di calendario), determinato principalmente dall’energia (+42,2%), dai beni di consumo durevoli (+35,5%) e dai beni intermedi (+24,4%).

Il surplus commerciale a ottobre 2018 è stimato pari a +3.045 milioni, in diminuzione rispetto a +4.279 milioni di ottobre 2017. Da inizio anno diminuisce l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +54.818 milioni per il 2017 a +54.622 milioni per il 2018).

A ottobre 2018 l’export tendenziale verso gli Stati Uniti (+22,3%), India (+17,5%), Svizzera (+16,3%) e Giappone (+15,0%) è in forte aumento. In flessione le vendite di beni verso la Turchia (-23,7%) e i paesi MERCOSUR  [mercato comune dell'America meridionale(-14,8%).

Gli acquisti da paesi ASEAN (+44,6%), Medio Oriente (+41,4%), paesi OPEC (+33,9%), Turchia (+27,6%) e Cina (+25,5%) registrano incrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni.

Comunicato Istat



I nostri grafici


Gli ultimi mesi






Gli ultimi anni (Ottobre incluso)





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lunedì 26 novembre 2018

Soluzioni all-electric e ibride per la nautica anche con guida autonoma


Ultimamente il mondo della nautica si sta interessando molto alla propulsione elettrica pura e ibrida come abbiamo già visto in recenti post:

Nuovo sistema con celle a combustibile per alimentazione ibrida di navi commerciali e passeggeri

Nuove batterie agli ioni di litio per i sottomarini

Una mega centrale elettrica a fuel cell, 3 MW, a bordo di navi per il settore dei trasporti marittimi

Navi da crociera norvegesi ibride saranno alimentate a gas metano e batterie

Un altro esempio è rappresentato da Kongsberg Maritime che tradizionalmente  fornisce sistemi di posizionamento, rilevamento, navigazione e automazione per navi mercantili e installazioni offshore con in atto due progetti insieme a Leclanché una delle più importanti società produttrici di batterie detentrice di soluzioni personalizzate per l'immagazzinamento di energia per il settore della nautica.

La partnership contribuisce alla generazione di nuove soluzioni di alimentazione all-electric e ibrida progettate per offrire efficienza e ridurre l'impatto ambientale dei trasporti con navi di nuova concezione sia a guida autonoma che con equipaggio, in particolare 9 navi per un totale di 45 MWh di batterie.

I sistemi saranno costruiti presso la struttura di Leclanché con le celle prodotte nello stabilimento Willstätt in Germania.

Il primo progetto ad essere eseguito congiuntamente sarà Yara Birkeland, la prima nave portacontainer a guida autonoma ed propulsione elettrica al 100% a emissioni zero ordinata da YARA, uno delle principali aziende mondiali di fertilizzanti.
Sopperendo a 40.000 viaggi con camion all'anno, Yara Birkeland eliminerà emissioni di NOx e CO2 a vantaggio della sicurezza stradale, riducendo al contempo le emissioni di rumore e polveri attualmente causato da camion in un'area urbana densamente popolata.

Yara Birkeland: World's first all-electric autonomous container ship to set sail in 2018

  

Il secondo progetto riguarda navi conosciute come Grimaldi Green 5th Generation (GG5G). 
Grimaldi è uno dei maggiori operatori al mondo di navi passeggeri roll-off (Ro-Pax). Il sistema di propulsione ibrida fornito da Kongsberg include la fornitura e integrazione di generatori e alberi, convertitori di frequenza, sistemi di gestione dell'energia insieme ai sistemi di storage con le batterie Leclanché. Il progetto GG5G sarà il primo passo di una nuova serie di navi ibride Ro-Ro che utilizzeranno combustibili fossili durante navigazione, con batterie che forniscono una funzione di taglio dei picchi e il solo uso uso di propulsione elettrica nel porto.
La nuova partnership con KONGSBERG sottolinea la strategia di Leclanché di essere fornitore di sistemi integrati per i mercati in crescita come la marina mercantile e la flotta di  trasporto passeggeri, superando il semplice ruolo di produttore di celle "pure play". Leclanché ha fatto investimenti nello sviluppo di un sistema di batterie certificato DNV GL per applicazioni marine, ed è il primo fornitore di batterie a rispettare pienamente le severe normative del 2015 attualmente in vigore. DNV GL è una società di registrazione e classificazione accreditata internazionalmente per il settore marittimo con sede a Høvik, in Norvegia.





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sabato 24 novembre 2018

Maltempo e cambiamenti climatici, il 2018 l’anno più caldo di sempre e 478 trombe d’aria in Italia, +121%


Maltempo, il 2018 l’anno più caldo di sempre
Nonostante le violente manifestazioni temporalesche che a macchia di leopardo hanno colpito  durante l’anno, il 2018 si classifica fino ad ora come l’anno più caldo di sempre in Europa dove le temperature sono risultate superiori di 1,84 gradi alla media storica (1910-2000). È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti relativa ai primi dieci mesi dell’anno sulla base della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre dai quali si evidenzia peraltro che a livello planetario il 2018 si colloca fino ad ora al quarto posto tra gli anni più bollenti facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,77 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, superato solo nell’ordine dal 2016 che si classifica al primo posto, dal 2017 e dal 2015.
La tendenza al surriscaldamento – sottolinea la Coldiretti – è evidente anche in Italia dove nel 2018 non si sono mai registrate temperature così elevate dal 1800 con valori superiori di 1,77 gradi la media storica secondo l’Ispra. E l’anomalia – precisa la Coldiretti – continua in autunno con lo sconvolgimento dei cicli di piante e animali. La classifica degli anni interi più caldi da oltre due secoli si concentra infatti nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine – continua la Coldiretti – anche il 2015, il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2017, il 2012, il 2001 e poi il 1994.
Un processo che è accompagnato da una progressiva tropicalizzazione del clima con il moltiplicarsi di eventi estremi che hanno provocato solo quest’’anno fino ad ora danni per 1,5 miliardi di euro all’agricoltura secondo la Coldiretti. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma e – sottolinea la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo al sole.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

Maltempo, 478 trombe d’aria in Italia nel 2018 (+121%)
Dall’inizio dell’anno ad oggi sono state 478 le trombe d’aria in Italia, più del doppio (+121%) di quelle registrate nello stesso periodo dell’anno scorso. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti al su dati ESWD, l’anagrafe europea degli eventi meteo estremi che ha registrato in Italia oltre mille fenomeni nel 2018 fra tornado, bombe d’acqua, tempeste di fulmini, valanghe e bufere di neve. L’ultima ondata di maltempo conferma dunque anche nella Penisola la tendenza ai cambiamenti climatici che – sottolinea la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo.
L’eccezionalità degli eventi atmosferici – precisa la Coldiretti – è ormai diventata la norma. Gli effetti si fanno sentire nelle città e nelle campagne dove nel 2018 si contano fino ad ora – stima la Coldiretti – danni per oltre 1,5 miliardi di euro tra coltivazioni distrutte, alberi sradicati, serre distrutte, edifici scoperchiati, aziende allagate, smottamenti e frane. L’Italia si colloca – continua la Coldiretti – tra i dieci Paesi più colpiti al mondo per alluvioni, siccità, tempeste, ondate di calore e terremoti che negli ultimi venti anni hanno provocato perdite al Belpaese per 48,8 miliardi di euro secondo dati UNISDR, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di disastri naturali.
Una situazione che – conclude la Coldiretti – conferma l’esigenza per il Paese di porsi in prima fila nelle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici che mettono a rischio la sicurezza della popolazione, specie ed ecosistemi, la produzione agricola e le altre attività economiche.

Comunicati Coldiretti


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venerdì 23 novembre 2018

Produzione industriale a Settembre 2018


A settembre 2018 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dello 0,2% rispetto ad agosto. Anche nella media del terzo trimestre il livello della produzione registra una flessione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali nei comparti dei beni intermedi (+1,1 %) e dei beni di consumo (+0,3%); variazioni negative registrano, invece, i beni strumentali (-1,6%) e l’energia (-0,1%).

Corretto per gli effetti di calendario, a settembre 2018 l’indice è aumentato in termini tendenziali dell’1,3% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 21 di settembre 2017). Nella media dei primi nove mesi dell’anno la produzione è cresciuta dell’1,7% rispetto all’anno precedente.

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a settembre 2018 una rilevante crescita tendenziale per l’energia (+4,2%) mentre incrementi più contenuti si osservano per i beni strumentali (+2,9%) e i beni intermedi (+0,8%); in diminuzione, invece, la produzione di beni di consumo (-0,8%).

I settori di attività economica che registrano la maggiore crescita tendenziale sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+7,0%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+5,1%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+4,5%). Le maggiori flessioni si rilevano invece nell’attività estrattiva (-11,2%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati     (-4,7%) e nell’industria del legno, della carta e stampa (-2,7%).


Comunicato stampa Istat


I nostri grafici.

Indice generale della produzione industriale: destagionalizzato, corretto per gli effetti di calendario (base 2015=100) a partire dal Gennaio 2016.




Quello che che segue è il grafico che riguarda il solo andamento della produzione industriale dell'energia, indicatore dello stato di salute dell'economia nazionale.





Per una visione storica dell'andamento della produzione vediamo il nostro vecchio grafico su base trimestrale dal 2004 al 2013 con l'indice base 2005=100.


...e l'altro che utilizza la base 2010=100 nel periodo Gennaio 2011 / Dicembre 2017.







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giovedì 22 novembre 2018

Gli ordini di bus elettrici in Europa sono più che raddoppiati nel 2017 raggiungendo la quota del 9% delle nuove immatricolazioni



Secondo una nuova analisi di una ONG ambientale,  Transport&Environment (1), il numero di autobus elettrici a batteria ordinati in Europa è più che raddoppiato nel 2017 rispetto al 2016, raggiungendo i 1.031 veicoli,  equivalente alla quota di circa il 9% delle nuove immatricolazioni nel 2018. 

Attualmente circa 1.600 autobus elettrici sono sulle strade europee, con altri 1.600 in ordine (a metà del 2018) considerando che il ritardo tra ordini e consegne è di solito 9-12 mesi T&E prevede che tutti questi bus elettrici saranno su strada entro la metà del 2019.



Gli ordini annuali di bus elettrici in Europa dal 2009 al primo trimestre del 2018 tra Paesi Bassi, Regno Unito, Francia, Polonia e Germania rappresentano più della metà del numero totale di bus elettrici in Europa (compresi gli ordini). 

Quasi la metà dei bus elettrici consegnati e ordinati provengono da tre produttori:
costruttore cinese: 600 unità vendute e una quota di mercato del 20%
costruttore olandese: 500  unità
costruttore polacco: 330 unità

L'analisi di  T&E al costo totale di proprietà include l'esternalità dei costi sulla salute (qualità dell'aria e rumore) e clima (emissioni di gas serra), compresi quelli del CE Delft (organizzazione indipendente di ricerca e consulenza specializzata nello sviluppo di soluzioni innovative ai problemi ambientali.). Quando queste esternalità stimate vengono considerati gli autobus elettrici mostrano un costo totale in 8 anni di proprietà inferiore rispetto al gasolio (nonostante il costo iniziale molto alto). 



Secondo T&E ci sono due ostacoli principali alla elettrificazione dei bus in Europa. La prima sfida è il maggior costo iniziale (fino a due volte il prezzo di un autobus diesel), il che rende difficile comprare autobus elettrici senza un aiuto finanziario, in particolare per le città meno abbienti, che sono di solito sono quelle con la peggiore qualità dell'aria. La seconda barriera è la mancanza di un forte sostegno politico che stimoli sia l'offerta e la domanda, favorendo così le economie di scala, e abbassando il costo del bus a emissioni zero.

L'aumento della domanda di autobus elettrici ridurrà i prezzi più rapidamente.
Secondo Bloomberg, l'aumento della domanda di bus elettrici nel mercato europeo può far scendere i prezzi delle batterie e-bus molto più velocemente, avvicinandoli ai prezzi che le case automobilistiche sono in grado di ottenere per gli EV dei passeggeri. In questo scenario, gli autobus elettrici con i pacchi batteria più grandi raggiungerebbero prima la parità dei costi con gli autobus diesel, intorno al 2025-27 anziché il 2030. La tabella seguente mostra l'impatto della domanda di volume elevato dell'e-bus europeo sul prezzo della batteria Evoluzione:


Il mese scorso il Parlamento europeo ha sostenuto gli obiettivi in ​​materia di appalti pubblici per autobus urbani puliti da parte delle autorità locali - anche se questi includono gli autobus a gas. 



La commissione ambiente del Parlamento europeo sta spingendo per un più forte sostegno con l'obiettivo di richiede ai costruttori di bus la vendita di almeno il 50% di autobus urbani a zero emissioni prodotti entro il 2025, e il 75% entro il 2030.


(1) La missione Transport & Environment è quella di promuovere, a livello europeo e globale, una politica dei trasporti basata sui principi dello sviluppo sostenibile. La politica dei trasporti dovrebbe ridurre al minimo gli impatti nocivi sull'ambiente e sulla salute, massimizzare l'efficienza delle risorse, compresa l'energia e la terra, e garantire la sicurezza e un accesso sufficiente per tutti.





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mercoledì 21 novembre 2018

Il consumo dei carburanti per autotrazione a Ottobre 2018, salgono gasolio, benzina e gp




Dopo avere visto il consumo di petrolio nel suo complesso, adesso vediamo come ogni mese il consumo dei carburanti di  Ottobre 2018. adesso andiamo a controllare con i relativi grafici da noi realizzati, quale sia stato il consumo dei carburanti per autotrazione nel settimo mese dell'anno per evidenziare visivamente l'evoluzione con lo scorrere del tempo.

I consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio) sono risultati pari a circa 2,7 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di benzina e 2,1 milioni di gasolio, con un incremento del 4,8% (+124.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2017. Nel confronto occorre tenere conto che il mese di ottobre 2018 ha avuto un giorno lavorativo in più rispetto al 2017 e che nel 2018 è stato ampliato il campione della rilevazione.

In particolare:
la benzina totale ha mostrato un incremento del 2,6% (+16.000 tonnellate) con un incremento della benzina venduta sulla rete del 2,3% rispetto a ottobre 2017;
il gasolio autotrazione evidenzia un incremento del 5,4% (+108.000 tonnellate) con un incremento del gasolio venduto sulla rete del 6,1% rispetto a ottobre 2017.

Nei primi dieci mesi i consumi di carburanti autotrazione (benzina + gasolio), sono stati pari a circa 26,2 milioni di tonnellate, con un incremento del 2,7% (+678.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2017. Tali dati sono ancora provvisori essendo consolidati solo i primi sette mesi dell’anno.

In particolare:
la benzina totale nel periodo considerato ha mostrato una flessione dello 0,3% (-19.000 tonnellate) con un calo della benzina venduta sulla rete dello 0,1%;
il gasolio autotrazione totale segna un aumento del 3,6% (+697.000 tonnellate) con un incremento del gasolio venduto sulla rete del +2,7%.
Da segnalare il trend in continua crescita del carboturbo (jet fuel) che, rispetto allo stesso periodo del 2017, cresce del 8,3%.


Il consumo dei carburanti per autotrazione

Vediamo i grafici da noi realizzati suddivisi per anno solare a partire dal 2007.

Il consumo della benzina a Ottobre 
stavolta non segue la fase di discesa  consueta dei consumi sullo stesso mese dell'anno passato ma, come vediamo dal grafico, risulta trovarsi al terzultimo posto  tra gli ultimi 12 anni presi in considerazione, con una percentuale positiva del 2,6%, ma resta ancora negativo considerando i primi 10 mesi-0,3%.


... il consumo di gasolio è superiore al consumo dello stesso mese del 2017 del +5,4% e dello 3,6% nei 10 mesi del 2018.


Qui sotto vediamo l'andamento del gasolio più la benzina, +4,8% in più nel mese trascorso e del 2,7% nei 10 mesi.


Adesso vediamo i grafici che prendono in considerazione i consumi sommando gli ultimi 12 mesi includendo il mese di riferimento. Non fanno altro che confermare quanto detto sopra.

Per la benzina continua inesorabilmente a scendere nei consumi accenna a fermare la discesa che potrebbe fermarsi considerando la guerra che intercorre contro il gasolio accusato di inquinare e quindi limitare l'uso dei mezzi diesel in città .

Il gasolio comunque sale, per ora spinto dal traffico dei mezzi di trasporto.


Il grafico che mette insieme la benzina e il gasolio disegna la curva riprende a salire.



GPL

Diamo un'occhiata anche al consumo del gpl da trazione, essendo anch'esso un derivato del petrolio.  Il propano sale fino a toccare il record del mese con un +1,4%, ma resta pesante la perdita nell'anno 2018 con -3,6%.

E' evidente la fase di regresso da più di un anno del consumo da trazione nel grafico seguente che prende in considerazione la sommatoria dei 12 mesi precedenti.






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martedì 20 novembre 2018

Eni installerà colonnine di ricarica veloci per auto elettriche nelle sue stazioni di servizio



Eni e Ionity hanno sottoscritto un accordo quadro che porterà presto le colonnine di ricarica superveloce destinate alle auto elettriche all’interno delle stazioni di servizio Eni. La partnership prevede di realizzare 30 nuove stazioni di ricarica a partire dal 2019.

Ogni stazione avrà sei colonnine di ricarica con una potenza fino a 350 kW (più di 100 volte la potenza delle utenze domestiche standard) in grado di rifornire, con meno di 20 minuti di ricarica, le attuali auto elettriche e quelle di nuova generazione.

Ionity, joint venture fra BMW, Daimler, Ford e il Gruppo Volkswagen ha infatti intenzione di sviluppare in Europa entro il 2020 una rete di circa 400 stazioni per ricaricare le auto elettriche di nuova generazione, installando fino a 2.400 colonnine di ricarica. In quest’impresa Eni sarà partner strategico ed esclusivo in Italia per il canale delle stazioni di servizio stradali.

Questa tipologia di colonnine, infatti, nasce con l’obiettivo di poter agevolare la ricarica per le auto elettriche che stanno affrontando lunghi spostamenti senza costringere le persone a lunghe soste oggi, invece, necessarie per effettuare una completa ricarica.

Per poter sfruttare tutta questa potenza, però, serviranno anche auto in grado di poterla gestire. Attualmente in commercio non esistono auto elettriche in grado di supportare una ricarica fino a 350 kW ma i primi modelli dovrebbero debuttare già nel 2019.


Fonte Ggestoricarburanti




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