Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


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martedì 25 dicembre 2018

Christmas fragile globe






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sabato 10 novembre 2018

I cambiamenti climatici sono una balla?








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domenica 15 aprile 2018

Non è un rospo







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sabato 3 marzo 2018

I "buoni" maestri




Per salvare il pianeta dovresti rinunciare al mio stile vita




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sabato 30 dicembre 2017

La produzione e la lettura di libri in Italia

Persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro per motivi strettamente scolastici o professionali, nei 12 mesi precedenti l'intervista. Anni 2000-2016 (per 100 persone di 6 anni e più dello stesso sesso)
Nel 2016 oltre l'86% dei circa 1.500 editori attivi pubblica non più di 50 titoli all'anno; oltre la metà (54,8%) sono "piccoli editori", che producono al più 10 opere in un anno, e il 31,6% sono "medi" editori, che producono in un anno da 11 a 50 opere.

I "grandi editori", con una produzione libraria superiore alle 50 opere annue, rappresentano il 13,6% degli operatori attivi nel settore e pubblicano più di tre quarti (76,1%) dei titoli sul mercato, producendo quasi l'86% delle copie stampate.

Oltre il 50% degli editori attivi nel 2016 ha sede nel Nord del Paese; la città di Milano da sola ospita più di un quarto dei grandi marchi.

Nel 2016 si rileva un lieve segnale di ripresa della produzione editoriale: i titoli pubblicati aumentano del 3,7% rispetto all'anno precedente; persiste invece la tendenza alla riduzione delle tirature (-7,1%).

Ancora in calo i lettori, passati dal 42,0% della popolazione di 6 anni e più del 2015 al 40,5% nel 2016. Si tratta di circa 23 milioni di persone che dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l'intervista per motivi non strettamente scolastici o professionali.

La popolazione femminile mostra una maggiore propensione alla lettura già a partire dai 6 anni di età: complessivamente il 47,1% delle donne, contro il 33,5% dei uomini, ha letto almeno un libro nel corso dell'anno.

Leggono di più i giovani tra gli 11 e i 14 anni (51,1%) rispetto a tutte le altre classi di età.


Comunicato Istat



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venerdì 29 dicembre 2017

Tangenti in Nigeria per lo sfruttamento del giacimento petrolifero Opl 245

Il gup di Milano, Giuseppina Barbara, ha rinviato a giudizio tutti i 15 imputanti, tra cui Claudio Descalzi e Paolo Scaroni e le società Eni e Shell, per il caso della presunta maxi tangente da un miliardo e 300 milioni di dollari versata dai due gruppi a pubblici ufficiali e politici nigeriani per lo sfruttamento del giacimento petrolifero Opl 245. Il processo si aprirà il prossimo 5 marzo davanti alla decima sessione penale del Tribunale.

Descalzi è imputato di corruzione internazionale, mentre Eni risponde della violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità delle società per i reati commessi da loro dipendenti. Tra le altre persone rinviate a giudizio, figurano anche l'ex ad di Eni, Paolo Scaroni, l'uomo d'affari Luigi Bisignani, considerato uno tra i mediatori della presunta tangente, e la multinazionale petrolifera Shell.

Il cda del Cane a sei zampe ha commentato la notizia confermado "la fiducia circa la estraneità di Eni alle condotte corruttive contestate" e ha "confermato la massima fiducia nell'ad Claudio Descalzi, sulla sua totale estraneità alle ipotesi di reato contestate e, in generale, sul ruolo di capo azienda". "Eni esprime piena fiducia nella giustizia e nel fatto che il procedimento giudiziario accerterà e confermerà la correttezza e integrità del proprio operato".

Il giudice ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata del neo procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dal pm Sergio Spadaro, titolari delle indagini sulla presunta maxi tangente di 1 un miliardo e 92 milioni di dollari versata per l'acquisizione, nel 2011, del giacimento petrolifero. Quindi, oltre a Descalzi e Scaroni, Eni e Shell, sono stati mandati a processo per corruzione internazionale, anche tre manager, tra cui l'allora capo della divisione Esplorazioni, Roberto Casula, e l'ex dirigente nell'area del Sahara Vincenzo Armanna. E poi tre persone ritenute intermediarie tra cui Luigi Bisignani e Gianfranco Falcioni, uomo d'affari e ai tempi vice console onorario in Nigeria, quattro manager della compagnia petrolifera olandese, tra i quali Malcolm Brinded e anche l'ex ministro nigeriano Dan Etete.

Secondo i pm, come ricostruito negli atti, sarebbe stato l'allora ad Scaroni a dare "il placet all'intermediazione di Obi" Emeka , presunto intermediario nigeriano delle mazzette (a processo in abbreviato con un altro presunto intermediario Gianluca Di Nardo), "proposta da Bisignani e invitando Descalzi", all'epoca dg della divisione Exploration & Production Eni, "ad adeguarsi". Sia Scaroni che Descalzi poi secondo l'accusa, avrebbero incontrato "il presidente" nigeriano Jonathan Goodluck "per definire l'affare". Una ricostruzione che le difese, assieme ai loro assistiti, hanno sempre respinto. Ora la parola passa al Tribunale.

Articolo pubblicato sul GestoriCarburanti  il 22 Dicembre 2017


La versione dei fatti dell' ENI la si può leggere qui




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giovedì 7 settembre 2017

Siccità: 41% in meno di precipitazioni, con il Po in secca a rischio oltre un terzo della produzione agricola italiana

A rischio  1/3 Made in Italy agroalimentare. Circa 16 milioni di persone vivono lungo il bacino del Po dove la secca mette a rischio oltre un terzo della produzione agricola italiana, così come più della metà degli allevamenti. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento agli effetti della siccità sulle sorgenti del piu’ grande fiume italiano dove ai 2.020 metri di quota del Pian del Re, alla base del Monviso, accanto alla pietra scolpita con la celebre frase "Qui nasce il Po", dalla roccia non esce una goccia d'acqua. La siccità ha colpito la food valley italiana mettendo in pericolo l’agricoltura ed il suo indotto dal quale dipendono centinaia di migliaia di posti di lavoro. Sotto assedio sono territori dove – afferma Coldiretti – sono concentrate coltivazioni dei prodotti base della dieta mediterranea, dal grano al pomodoro fino alla frutta, ma anche granturco e foraggio per nutrire gli animali negli allevamenti che producono latte per i principali formaggi Dop italiani e forniscono le cosce per prosciutti Dop di Parma e di Modena e carne per salumi Dop come il Culatello di Zibello. 
Il livello idrometrico del fiume Po che al Ponte della Becca ha raggiunto i -2,67 metri, secondo il monitoraggio della Coldiretti, mostra gli effetti dall’andamento climatico anomalo dell’estate  2017 segnata dalla caduta del 41% in meno di precipitazioni, che si classifica come la quarta piu’ siccitosa di sempre, ma che conquista anche il posto d‘onore per il caldo con una temperatura media superiore di 2,48 gradi alla media, inferiore solo a quella registrata nel 2003, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del Cnr. 
Il risultato è che circa 2/3 del territorio nazionale è colpito dalla siccità con ben 11 regioni per le quali si sta valutando la richiesta dello stato di calamità a seguito delle eccezionali avversità atmosferiche in Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Lazio, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna e nella Provincia autonoma di Trento. Una richiesta supportata dagli oltre 2 miliardi di danni provocati alle coltivazioni e agli allevamenti secondo la Coldiretti. Si è verificato il contenimento produttivo di tutti prodotti base della dieta mediterranea con il raccolto di pomodoro per passate, polpe, concentrati e sughi da conserve che – sottolinea la Coldiretti - è stimato in calo del 12% rispetto allo scorso anno mentre per il grano duro da pasta si prevede una contrazione media attorno al 10%, il raccolto di mele tagliato del 23% con punte del 60% in Trentino, la vendemmia è ridotta del 25% e la campagna di raccolta delle olive 2017/18 si prospetta una delle peggiori degli ultimi decenni forse addirittura inferiore all’annata pessima in termini quantitativi dello scorso anno con 182 mila tonnellate. 
Ma a subire gli effetti sono anche gli animali perché la siccità – continua la Coldiretti – ha tagliato il foraggio per l’alimentazione del bestiame con prati e pascoli secchi mentre il caldo stressa le mucche che producono fino al 20% di latte in meno, mentre le api hanno sofferto le diffuse gelate primaverili a cui ha fatto seguito il caldo e la siccità con i fiori secchi per la mancanza di acqua ed i violenti temporali estivi con la produzione di miele che è piu’ che dimezzata rispetto alla media, per un totale quest’anno attorno alle 10mila tonnellate, uno dei risultati peggiori della storia dell’apicoltura moderna da almeno 35 anni.   

Di fronte allo stravolgimento del clima è necessario passare dalla gestione dell’emergenza con enorme spreco di risorse, per abbracciare una nuova cultura delle prevenzione in un Paese che resta piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d'acqua che cadono annualmente, ma che, per le carenze infrastrutturali, ne trattiene solo l'11% secondo la Coldiretti. Occorrono – conclude la Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini aziendali e utilizzando anche le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere l’acqua piovana.


Comunicato della Coldiretti




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venerdì 26 maggio 2017

Il disgelo con la russia vale 10 miliardi di esportazionu per Made in Italy dopo l'embargo agroalimentare

L’avvio del dialogo con la Russia crea le premesse per chiudere una guerra commerciale che ha provocato una perdita complessiva stimata ormai in oltre 10 miliardi per il made in Italy in termini di esportazioni. E’ quanto stima la Coldiretti in occasione dell'incontro a Sochi tra il Premier Paolo Gentiloni e il leader russo Vladimir Putin, a quasi 3 anni dall’embargo totale deciso nei confronti di importanti prodotti agroalimentari in risposta alle sanzioni statunitensi ed europee.
L’agroalimentare – sottolinea la Coldiretti - è l’unico settore ad essere colpito direttamente da un embargo totale sancito, come ritorsione alle sanzioni europee, dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 che ha chiuso completamente le frontiere del paese di Putin ad una lista di prodotti, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con successiva proroghe.
Un blocco che è costato al settore in Italia fino ad ora oltre 850 milioni di euro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti - si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni in tutto l’agroalimentare e anche negli altri settori, dalla moda fino alle auto, in cui era tradizionalmente forte la presenza italiana. Nel 2016 le esportazioni italiane totali - sottolinea la Coldiretti - in Russia diminuite di un ulteriore 5,3% scendendo al minimo storico da almeno un decennio.

La guerra commerciale con la Russia ha colpito duro interrompendo bruscamente una crescita travolgente delle esportazioni agroalimentari italiane verso la Russia, che nei cinque anni precedenti il blocco erano più che raddoppiate in valore (+112%). Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha provocato peraltro in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati in Russia. In effetti – rileva la Coldiretti - alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Il rischio – conclude la Coldiretti - riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu.
Ancora una volta il settore agroalimentare è divenuto merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea che è importante riprendano la via del dialogo”.

Dal sito della Cordiretti



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sabato 11 marzo 2017

Il maltempo salva da siccità e smog ma siamo a -1/3 di pioggia a febbraio

Il maltempo con pioggia e neve salva l’Italia dalla siccità e dallo smog dopo un mese di febbraio che ha fatto segnare andamento climatico del tutto anomalo dal punto di vista climatico con la caduta di quasi 1/3 di pioggia (-31%) in meno rispetto alla media. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base delle rilevazioni Ucea nel sottolineare che la situazione più critica si registra al nord con una riduzione della pioggia del 78,5% a dicembre e del 56,7% a gennaio.

La pioggia e le nevicate invernali – sottolinea la Coldiretti - sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante per la ripresa vegetativa primaverile nelle campagne mentre nelle città contribuiscono insieme al vento a ridurre i livelli di inquinamento che hanno fatto scattare misure restrittive nelle principali metropoli.

Siamo di fronte – precisa la Coldiretti - agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano con pesanti conseguenze sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro. Si moltiplicano gli eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal sereno al maltempo. Siccità e bombe d’acqua con forti piogge a carattere alluvionale, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali – conclude la Coldiretti - si sono alternate durante l’anno e lungo tutta la Penisola.

 Fonte: Coldiretti







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