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giovedì 23 agosto 2018

Mezzo miliardo di danni da eventi estremi meteo

Maltempo, da eventi estremi 1/2 mld di danni. Con l’ultima ondata di maltempo salgono ad oltre mezzo miliardo i danni provocati dagli eventi estremi del 2018 con nubifragi, trombe d’aria, fulmini, bombe d’acqua e grandinate ma anche siccità che hanno colpito a macchia di leopardo la Penisola. E’ quanto stima la Coldiretti nel tracciare un bilancio delle anomalie climatiche che hanno decimato i raccolti, distrutto coltivazioni, abbattuto alberi abbattuti e allagato le aziende ma anche provocato frane, smottamenti e alluvioni. Siamo di fronte ad una evidente tendenza tropicalizzazione che – sottolinea la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo ma anche l’arrivo di nuovi insetti alieni particolarmente pericolosi.

Il 2018 – sottolinea la Coldiretti – si è classificato fino ad ora come l’anno più bollente dal 1800, anno in cui sono iniziate le rilevazioni, con una temperatura superiore di 1,46 gradi rispetto alla media storica nei primi sette mesi dell’anno. E’ evidente in Italia – continua la Coldiretti – la tendenza al surriscaldamento dopo che il 2017 si era classificato al sesto posto tra gli anni più caldi da 218 anni con una temperatura che era risultata di 1,16 gradi superiore alla media del periodo di riferimento. Peraltro nella classifica degli anni interi più caldi ci sono nell’ordine – precisa la Coldiretti – il 2015, il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2017, il 2012, il 2001, poi il 1994, il 2009, il 2011 e il 2000.

I cambiamenti climatici si abbattono su un territorio già fragile con la presenza in Italia di 7145 comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, l’88,3% del totale, ma la percentuale secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Un risultato provocato da un modello di sviluppo sbagliato che negli ultimi 25 anni – conclude la Coldiretti – ha ridotto a meno di 13 milioni di ettari le aree agricole presenti in Italia, a vantaggio dell’abbandono e della cementificazione.


Fonte: Coldiretti








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martedì 26 giugno 2018

Estate, addio alla quarta primavera più calda di sempre

Arriva l’estate dopo una primavera che si è classificata come la quarta più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,77 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti sulla base della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva i dati dal 1880. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di una conferma della tendenza al cambiamento climatico che si avverte anche in Italia dove la primavera 2018 è stata la quarta più bollente dal 1800 secondo Isac Cnr che ha rilevato peraltro la caduta del 21% di precipitazioni in piu’, rispetto alla media del periodo storico.

L’andamento anomalo di quest’anno si è manifestato – continua la Coldiretti – con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo. Le precipitazioni primaverili sono importanti per ristabilire le scorte idriche necessarie per l’estate, ma l’acqua – precisa la Coldiretti – per poter essere assorbita dal terreno deve cadere in modo continuo e non violento.

La primavera è stata invece sconvolta da nubifragi, bombe d’acqua, grandinate, trombe d’aria e violenti temporali che hanno colpito a macchia di leopardo la Penisola, con danni per oltre mezzo miliardo all’agricoltura dall’inizio dell’anno secondo le stime della Coldiretti. La grandine è l’evento piu’ temuto dagli agricoltori in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle colture rovinando un intero anno di lavoro mentre gli acquazzoni aggravano i danni con smottamenti, frane ed esondazioni su un territorio più fragile dove – riferisce la Coldiretti – sono 7145 i comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, l’88,3% del totale. Un risultato provocato da un modello di sviluppo sbagliato che negli ultimi 25 anni – conclude la Coldiretti – ha ridotto a meno di 13 milioni di ettari le aree agricole a vantaggio dell’abbandono e della cementificazione.

Fonte: Coldiretti






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