
La corrente prodotta dalla centrale “Belene” potrà essere utilizzata per una centrale idroelettrica a doppio bacino. Durante la notte l'acqua del secondo bacino dovrebbe essere trasferita, accumulata, nel bacino più in alto, per generare nuovamente corrente elettrica durante la maggiore richiesta diurna.
Gli ecologisti serbi e bulgari sono contrari alla costruzione del nucleare, e come uno dei motivi dicono che la Bulgaria non ha una strategia per il deposito dei rifiuti nucleari da “Belene”, mentre gli ecologisti bulgari hanno avvertito che il sito su cui si dovrebbe costruire il nucleare, non è adatto, perché in quella zona sono frequenti i terremoti.
La centrale nucleare “Belene” avrà una potenza di 1.060 megawatt sufficiente per compensare la riduzione della capacità per la produzione di corrente elettrica in Bulgaria, creatosi con il spegnimento prematuro del reattore nella centrale nucleare “Kozloduj”. La costruzione del nucleare nel nord della Bulgaria, accanto al Danubio, è stata concordata con l'impresa russa “Atomstrojeksport”.
Per la realizzazione di questo grande progetto energetico, alla Bulgaria è necessario un partner strategico, perché la compagnia tedesca RWE, si è ritirata nell’autunno del 2009. La costruzione della centrale nucleare “Belene” iniziò nel 1981, ma venne fermata 10 anni per motivi finanziari. I lavori sono ripartiti nell'autunno del 2008.
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Riassumendo. Uno. Una centrale nuova va a sostituire una che è stato deciso di disattivare prima del termine preventivato riguardo la sua vita operativa. Ciò avrà comportato un più basso ritorno economico nell'investimento ed una conseguente spesa per la cosiddetta decommissioning. Due. La nuova centrale non ha partner economici privati disposti a investire sul nucleare. Se lo saranno posto il problema ma soprattutto se la saranno data una risposta? La risposta è semplice, non offre vantaggi economici per gli investitori puri senza contributi esterni, occulti, governativi. Tre. Non sanno dove smaltire le scorie radioattive residuali, ma non sono gli unici. Non lo sanno neppure gli americani, i francesi, gli svizzeri ... ecc.. Nessuno ha trovato un luogo sicuro, un sito definitivo, dove mettere un grammo del combustibile radioattivo esausto per isolarlo per i millenni futuri.
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