Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


sabato 30 luglio 2016

Occupati e disoccupati a giugno

A giugno la stima degli occupati aumenta dello 0,3% (+71 mila persone occupate), proseguendo la tendenza positiva già registrata nei tre mesi precedenti (+0,3% a marzo e ad aprile, +0,1% a maggio). Tale crescita è attribuibile sia alla componente maschile sia a quella femminile e riguarda gli indipendenti (+78 mila), mentre restano sostanzialmente invariati i dipendenti. Il tasso di occupazione, pari al 57,3%, aumenta di 0,1 punti percentuali sul mese precedente.

I movimenti mensili dell'occupazione determinano nel secondo trimestre del 2016 un consistente aumento degli occupati (+0,6%, pari a 145 mila unità) rispetto al primo trimestre, con segnali di crescita diffusi sia per genere sia per posizione professionale e carattere dell'occupazione.

Dopo il calo di maggio (-0,8%) la stima dei disoccupati a giugno aumenta dello 0,9% (+27 mila). L'aumento è attribuibile agli uomini (+2,0%) a fronte di un lieve calo tra le donne. Il tasso di disoccupazione è pari all'11,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali su maggio. Diminuisce di 0,3 punti il tasso di disoccupazione tra i giovani 15-24enni.

La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a giugno diminuisce dello 0,4% (-51 mila), proseguendo il calo dei tre mesi precedenti. La diminuzione riguarda uomini e donne. Il tasso di inattività scende al 35,1% (-0,1 punti percentuali).

Nel trimestre aprile-giugno l'aumento degli occupati (+0,6%, pari a +145 mila) è associato ad un calo degli inattivi (-1,3%, pari a -181 mila), mentre i disoccupati sono in lieve aumento (+0,2%, +7 mila).

Su base annua si conferma la tendenza all'aumento del numero di occupati (+1,5%, pari a +329 mila). La crescita tendenziale è attribuibile sia ai dipendenti (+1,4%, pari a +246 mila) sia agli indipendenti (+1,5%, pari a +83 mila) e si manifesta per uomini e donne, concentrandosi tra gli over 50 (+264 mila) e i 15-34enni (+175 mila). Nello stesso periodo calano i disoccupati (-4,5%, pari a -140 mila) e gli inattivi (-2,3%, pari a -325 mila).


I nostri grafici.

In percentuali.

Tasso di occupazione.


Tasso di disoccupazione totale e fra i giovani tra i 15 e i 24 anni

Combinato tasso di occupazione, tasso di disoccupazione totale e fra i giovani tra i 15 e i 24 anni


I nostri grafici.

In valori assoluti.

Forze lavoro



Occupati


 
Disoccupati



Questi sono i dati e i grafici. Poi c'è un'altra storia, quella delle dichiarazioni che vogliono portare l'acqua al proprio mulino o descrivere la realtà. Esempi.

Da Televideo ieri 29 Luglio
11.23 OCCUPAZIONE Renzi commenta i dati Istat: fatti non parole, 599mila posti di lavoro. Questo è il Jobs Act.

Istat: a giugno disoccupazione sale a 11,6%, in calo quella giovanile

Lavoro, Poletti: "Risultati straordinari. Disoccupazione sale? Dato paradossalmente positivo"



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venerdì 29 luglio 2016

Batterie alluminio aria, un ottimo risultato della ricerca

Come sapete le batterie alluminio-aria potrebbero rappresentare un salto di qualità eccezionale per l'accumulo di energia elettrica, si parla di 8,1 kWh/kg teorico se non addirittura 13 kWh/kg. Sì, avete letto bene kWh non Wh, il che significa una parità teorica con i carburanti tradizionali, benzina e gasolio, che 'vantano' circa 10 kWh a chilogrammo. Anzi, potremmo dire che le batterie alluminio-aria hanno una densità di energia superiore a quella del gasolio tenuto conto che il motore termico, che funziona grazie a questo carburante, ha una efficienza massima del 40%, media del 20/25% e che si riduce ad un pessimo 10% in città. Ciò significa che l'energia teorica contenuta nel gasolio diventa 4 kWh/kg, o 2,5 kWh o 1 kWh. Il discorso sulla benzina è di qualche unità percentuale peggiore rispetto al gasolio. Se fossimo in grado di raggiungere una densità di energia di  4 kWh/kg con le batterie alluminio-aria otterremmo la parità assoluta con i carburanti derivati dal petrolio. E' possibile? Forse sì, ma sino ad ora i ricercatori hanno dovuto affrontare un ostacolo importante, la durata delle nuove batterie, la caduta di prestazioni a causa dell'ossidazione del metallo. Ricercatori Russi e israeliani affermano di avere vinto questa battaglia aggiungendo un 3% in volume di estratto di paglia di lino alla soluzione alcalina in grado di agire da inibitore della corrosione dell'alluminio.
I ricercatori presentano i risultati ottenuti dallo studio dell'inibizione efficiente di un estratto di paglia di lino aggiunto ad un elettrolita alcalino per sopprimere corrosione anodica su una rivista specializzata ChemSusChem. L'estratto è stato preparato da una cannuccia di lino, immagazzinato per un lungo periodo in un impianto adatto, e gradualmente, sotto l'influenza della luce, della temperatura e microrganismi attivi, è stato sottoposto ad un processo di umificazione. Umidificata, la paglie di lino è in grado contenere un'alta concentrazione di sostanze umiche (HS), che comprende una miscela di acidi umici e fulvici. Il team ha scoperto che l'estratto di lino paglia sopprime notevolmente la corrosione  (con il 50% di efficienza) ad una concentrazione relativamente bassa (3% vol) nella soluzione alcalina. Un aumento della concentrazione di estratto di paglia di lino nella soluzione alcalina da 1 a 3% vol riduce la velocità di corrosione,  tuttavia, la riduzione dell'efficienza di inibizione viene ridotta da un ulteriore aumento della concentrazione di paglia di lino.


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giovedì 28 luglio 2016

Inaugurata centrale geotermica in Toscana

È uno degli impianti geotermici più moderni al mondo con due gruppi di 20 megawatt per una produzione annua di energia elettrica di circa 310 milioni di kilowattora,  quello inaugurato alcuni giorni fa sul Monte Amiata nel comune di Santa Fiora (Grosseto). 

In realtà l'impianto di Bagnore 4 è in funzione da un anno e mezzo, con un investimento di 130 milioni di euro, finanziato in parte dalla Bei, dà lavoro a 130 persone nei due anni di cantiere.

Proprio grazie all'entrata in esercizio di Bagnore 4, nel 2015 le 34 centrali geotermiche di Enel presenti in Toscana hanno toccato un nuovo record di produzione, assicurando 5.820 Gigawattora,  il 27% dei consumi della regione Toscana nel suo complesso.


Con un nostro grafico, realizzato con i dati mensili di Terna, vediamo la progressione nella produzione geotermica come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione.


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mercoledì 27 luglio 2016

Le rinnovabili e la produzione nazionale di energia elettrica a Giugno

Il consumo di energia elettrica in Italia a Giugno lo abbiamo visto qualche giorno fa, oggi diamo un'occhiata alla produzione nazionale di energia elettrica e l'analisi delle rinnovabili nel contesto produttivo.

Prima di tutto rileggiamo parte del comunicato stampa di Terna per la produzione nazionale .

Nel mese di giugno 2016 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’88,1% con produzione nazionale e per la quota restante (11,9%) dal saldo dell'energia scambiata con l'estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,4 miliardi di kWh) è in flessione del 3,3% rispetto a giugno 2015. 
Cioè scende il consumo di energia elettrica a Giugno rispetto allo stesso mese dell'anno precedente del 4,1% e scende la produzione nazionale del 3,3%

In crescita le fonti di produzione geotermica (+4,8%), idrica (+9,3%) ed eolica (+14%);
in flessione le produzioni termica (-7%) e fotovoltaica (-14,7%).

Nel primo semestre del 2016 la domanda di energia elettrica è in flessione del 2% rispetto ai valori del corrispondente periodo del 2015; a parità di calendario il risultato è -2,6%.).



I nostri grafici

Per aiutarci nella comprensione con un semplice sguardo abbiamo realizzato come al solito, alcuni grafici, con i dati forniti da Terna.

La produzione nazionale dal 2009

per anno solare si vede che siamo quasi al livello più basso, quantitativamente.



... e in sequenza mensile.




Il grafico seguente rappresenta l'andamento della produzione nazionale come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese di riferimento. Come si vede chiaramente è in vistoso calo.





Adesso prendiamo in considerazione le singole componenti delle rinnovabili.

La produzione fotovoltaica negli ultimi anni suddivisa per anno solare.




La produzione eolica negli ultimi anni suddivisa per anno solare.



Qui sotto vediamo la quantità di energia prodotta da fonte idroelettrica separata dalle altre componenti rinnovabili sommate insieme.



Ciascuna delle rinnovabili




Qui sotto è la quantità di energia termoelettrica rapportata a tutte le rinnovabili




Il grafico seguente, di forte Terna, mostra il ruolo delle componenti nella produzione di energia nei primi 6 mesi dell'anno in corso. Le rinnovabili (idroelettrica + geotermica/eolica/fotovoltaica + biomassa) valgono il 28,6% (Grafico Terna)




... invece nel solo mese di Giugno  le rinnovabili hanno inciso per il 41% della produzione nazionale e, nei primi 5 mesi per il 33,6% .

Una novità da queste mese per quanto riguarda i nostri grafici  avendo avuto delle sollecitazioni da parte di  lettori del nostro blog.

Il grafico delle rinnovabili come sommatoria dei 12 mesi precedenti al rilevamento ultimo, il primo con il solare, eolico, geotermico, a parte l'idroelettrico.

Una certa stabilità sia pure in crescita per l'eolico e il geotermico, un crollo per il solare.


Un costante e deciso rallentamento produttivo per l'idrico dal novembre 2014 ad oggi.





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martedì 26 luglio 2016

Scendono i consumi dei carburanti derivati dal petrolio a Giugno

I consumi di petrolio in Italia  italiani sono ammontati a circa 5,1 milioni di tonnellate, con un incremento pari all’1,1% rispetto allo stesso mese del 2015, come abbiamo visto nel post di qualche giorno fa. Al contrario la domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) ha subito un decremento del 2,4% (-65.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2015, circa 2,6 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di tonnellate di benzina e 2 milioni di gasolio.
Nei primi sei mesi del 2016 la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), pari a circa 15,1 milioni di tonnellate, evidenzia un decremento dello 0,2% (-27.000 tonnellate).
Nei primi sei mesi del 2016 le vendite sulla rete hanno segnato per la benzina un decremento dello 0,6% e per il gasolio un incremento del 2,7%.

Qui di seguito vediamo i nostri grafici preparati grazie ai dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico offrono una visione d'insieme della situazione riguardante il consumo di benzina e gasolio da trazione.


Il consumo dei carburanti per autotrazione

Vediamo i grafici da noi realizzati per anno solare a partire dal 2007.

Il consumo della benzina a Giugn è al livello più basso degli ultimi  10 anni ...



 ... mentre il consumo di gasolio è superiore solo al consumo del 2013 e 2014.


Qui sotto vediamo l'andamento dei mesi negli anni solari per il gasolio più la benzina, siamo al terzo livello più basso.




Adesso vediamo i grafici che prendono in considerazione i consumi sommando i 12 mesi precedenti al mese di riferimento. Non fanno altro che confermare quanto detto sopra.

Per la benzina conferma la precipitosa caduta al rallentatore...



... il gasolio frena ed ha odore di stagnazione.




Il grafico della benzina + gasolio delinea non più una curva ma ultimamente è una retta quasi orizzontale.



Diamo un'occhiata anche al consumo del Gpl da trazione essendo anch'esso un derivato del petrolio.




Anche il propano, quindi decresce del 2,6% a Giugno, 136 mila tonnellate contro 140 mila, ed è pressoché stabile nel tempo di un anno. 


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lunedì 25 luglio 2016

Fatturato e ordinativi dell’industria a Maggio

A maggio, rispetto al mese precedente, nell'industria si rileva una flessione sia del fatturato (-1,1%), sia degli ordinativi (-2,8%).

La diminuzione del fatturato mostra andamenti simili sia sul mercato interno (-1,1%) sia su quello estero (-1,2%). Il calo degli ordinativi è dovuto soprattutto al mercato estero (-5,7%), mentre quello interno registra una flessione più contenuta (-0,6%).

Nella media degli ultimi tre mesi, l'indice complessivo del fatturato diminuisce dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti (-0,4% per il mercato interno e -0,1% per quello estero), mentre quello degli ordinativi mostra una flessione del 3,1%.

Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 20 di maggio 2015), il fatturato totale registra un calo in termini tendenziali del 2,7%, con una riduzione del 2,5% sul mercato interno e del 3,0% su quello estero.

Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per l'energia (+0,4%) e per i beni di consumo (+0,1%), mentre registrano una flessione i beni intermedi (-2,7%) e i beni strumentali (-0,9%).

L'indice grezzo del fatturato cresce, in termini tendenziali, del 3,6%: il contributo più ampio a tale aumento viene dalla componente interna dei beni strumentali.

Per il fatturato l'incremento tendenziale più rilevante si registra nelle altre industrie manifatturiere (+10,1%), mentre la maggiore diminuzione del comparto manifatturiero riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-22,7%).

Nel confronto con il mese di maggio 2015, l'indice grezzo degli ordinativi segna un calo del 4,2%. La flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-29,9%), mentre l'incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (+13,0%).


I nostri grafici con i dati forniti dall'Istat.





Un successo dopo l'altro.



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venerdì 22 luglio 2016

La tramvia di Firenze: una infrastruttura senza pianificazione (e sbagliata?)

Abbiamo trattato qualche volta nel passato la questione della tranvia di Firenze, i pro e i contro di una scelta che sta impegnando la città con una infinità di disagi, costi, ritardi. Costi a km da record mondiale inavvicinabile da chiunque altro. Una scelta che di una tecnologia un po' troppo vecchia a fronte di nuove esigenze e nuove tecnologia più adatte alla mobilità urbana. Qui riportiamo un articolo di qualche settimana fa uscito nel sito Per un'altra Città. Il grassetto nel testo è una nostra scelta.

1. Perché un progetto salutato all'inizio da molti come innovazione decisiva per il sistema urbano e trasportistico fiorentino è oggi avversato dalla gran parte degli abitanti coinvolti? Perché tanti tecnici un tempo assai favorevoli al “Progetto Tram” di Firenze ne sono adesso severi critici? Perché un programma nato per migliorare l'ambiente infligge attualmente alla città operazioni a grandissimo impatto? Perché un progetto di miglioramento infrastrutturale è diventato una voragine di debito pubblico?

La vicenda del Tram a Firenze è la storia di una metamorfosi, dall’“eccellenza programmatica” dichiarata all'inizio, all’antipianificazione della realtà odierna. Un'operazione che, proprio per questo, da soluzione diventa generatrice di problemi. Anche nel comparto in cui doveva introdurre forti migliorie, cioè nel sistema di mobilità cittadina.

Il Piano di Circolazione tramviaria fiorentino doveva infatti costituire un programma omogeneo, costruito sulle esigenze e sulle domande reali di spostamento tra le varie parti della “città diffusa”, nell'ambito di un più generale Piano Urbano della Mobilità, da estendere nel tempo a tutta l'area metropolitana. Ciò che è avvenuto nella realtà è un quadro totalmente differente: il piano della mobilità generale non esiste, così come manca un piano organico della circolazione tramviaria (e sì che si era partiti da un’analisi – finalmente anche quantitativa – dei flussi di traffico e da una lettura, di una qualche consistenza, degli spostamenti).

Il sistema tramviario – diventato modello di antipianificazione – si rivela invece oggi un grande meccanismo “problem making” anziché “problem solving”: i cantieri aperti infatti stanno creando problemi alla vivibilità e alla mobilità della città; gli effetti ecologici sono altissimi; i costi superano clamorosamente anche quelli relativi a progetti analoghi (tramvia romana) già considerati spese inaccettabili; l’inefficienza – oltre ai ritardi ed agli elementi ostativi per la funzionalità del traffico attuale – giunge al punto di trascurare ed ignorare anche le opportunità offerte dalla più recente innovazione tecnologica.

2. I ritardi, con ovvia lievitazione dei costi dei cantieri e gli enormi disagi che gli stessi stanno procurando alla mobilità urbana, oltre che agli abitanti dei quartieri interessati, costituiscono la prima conseguenza della mancanza di pianificazione del progetto, e del procedere per assemblaggi forzosi di schemi progettuali diversi, anche in mutuo conflitto, disegnati senza logica di integrazione, per linea o addirittura per segmenti di linea. Con la necessità di continui aggiustamenti in corso d'opera e sempre maggiori gravami sulla città. Ciò che ha portato alla situazione odierna: invece della tre linee funzionanti e delle due in avanzata costruzione, secondo quanto previsto dall'agenda originaria, oggi funziona soltanto la linea 1, le linee 2 e 3 sono in fase di cantiere con forti ritardi, per le linee 4 e 5 non si prevede a breve neppure l'approvazione del progetto.

Anche questo dimostra la difficoltà di operare in assenza di quadro programmatico. E che il primo e prioritario problema è dunque costituito dall'assenza di uno scenario strategico integrato tra organizzazione urbanistica e sistema della mobilità; nonché dalla mancanza di un piano di circolazione tramviaria.

Le lacune programmatiche e la mutua conflittualità tra progetti diversi – peraltro mai definitivi ma sempre “in progress”- con variazioni continue e ritardi dovuti agli impatti, urbanistici, ambientali o sul traffico, si riflettono in errori progettuali macroscopici tra cui emergono: la presenza di una serie di strettoie (ingombro eccessivo in diversi punti delle linee); la cancellazione dell'offerta di servizio da alcune aree urbane pure a forte domanda, che restano scoperte, anche per le modifiche alle linee 2 e 3 e il rinvio sine die delle linee 4 e 5; l'assenza o il forte sottodimensionamento di parcheggi in aree chiave; la sostanziale sottrazione al sistema di alcuni segmenti e nodi strategici di flusso e interscambio (es. via Valfonda nei pressi della stazione SMN) che diventano nodi monofunzionali, “occupati esclusivamente” dal tram.

3. La grave mancanza di Via e Vas per un'infrastruttura strategica come la tramvia significa di per sé un'inaccettabile carenza del sistema progettuale e programmatico; per i molti problemi che vengono occultati proprio dalla mancanza di uno strumento analitico e valutativo fondamentale. Uno degli effetti di ciò, che emerge macroscopicamente ogni giorno, si evidenzia nella gestione dei cantieri delle linee 2 e 3; con continui, quotidiani impatti sul traffico urbano (rallentamenti e congestioni prolungate), gli inquinamenti soprattutto atmosferici ma anche acustici, e le macroalterazioni indotte sull’ecosistema della città: cancellazione di elementi a forte connotazione tipo-morfologica come brani di viali storici, distruzione di habitat tra cui, grave, lo sradicamento e la sparizione di migliaia di alberi, l'ingombro e talora lo stravolgimento di strati di suolo e primo sottosuolo. Il goffo tentativo di fronteggiare con la gestione quotidiana i problemi non previsti, perché non studiati nelle sedi opportune e peraltro dettate dalla legge (Via e Vas), sfocia nei disagi, nei rallentamenti, negli impatti, che ogni giorno rimbalzano dalla cronaca.

4. La fretta che paradossalmente produce ritardi anziché velocizzazioni, l'improvvisazione e la sciatteria di progetti determinati dalla rincorsa di “opportunità finanziarie a breve, altrimenti in sparizione” o del consenso mediatico, invece che dalla razionalità tecnica, programmatica e sociale, fanno sì che l'operazione tramvia a Firenze ignori anche le opportunità offerte dall'innovazione tecnologica più recente.

Si poteva infatti – e si può ancora – costruire uno scenario di mobilità di riferimento in cui inserire il piano di circolazione tramviaria, e, nelle more della loro realizzazione, avviare in tempi brevissimi i servizi già previsti dalle linee 2 e 3 con operazioni rapide, agevoli, ad impatto nullo o bassissimo; e mantenendo lo stesso schema di linea. Basta infatti guardare ed assumere le potenzialità offerte dall'innovazione energetica e tecnologica più recente: ilBlu Tram, già in commercio in Francia, e prossimo ad avviarsi in grandi città metropolitane come Parigi e Torino, è una soluzione che non necessita di binari e linee aeree, ma soltanto di corsie preferenziali riservate e di colonnine ad hoc di ricarica rapida delle batterie elettriche. Esso è costituito da moduli di vetture – appunto a batterie ricaricabili rapidamente – di 5,4 metri e 22 posti; che possono essere utilizzati singolarmente negli orari di “bassa”, o composti in diverse sezioni modulari per “jumbotram”, nelle ore di punta. La leggerezza e la flessibilità di tale tipo di “tram”, in realtà un autoveicolo a batteria, ne permette l'utilizzo, contingente o permanente, nelle situazioni urbane più problematiche. A Firenze il suo impiego permetterebbe di realizzare subito le linee 2 e 3, secondo lo schema già previsto; e realizzare nel frattempo i necessari scenari di mobilità generale e piano di circolazione tramviaria. Con la possibilità di verificare successivamente, nei tempi dovuti, se muovere nel periodo medio-lungo verso la realizzazione di linee tramviarie tradizionali o mantenere veicoli speciali quali il Blu Tram. Purtroppo i gestori della tramvia fiorentina ignorano o disconoscono tali situazioni e quindi simili opportunità.

5. Le lacune, le mancanze, le inefficienze, le aporie che stanno caratterizzando il sistema tramviario fiorentino si traducono inevitabilmente anche in forti lievitazioni dei costi.

A Firenze la linea 1 è costata 263 milioni di euro per poco più di 7 km: la 2 e la 3 stanno costando 459 milioni di euro per poco meno di 12 km. Il costo medio unitario chilometrico è dunque di 37,5 milioni di euro a km: clamoroso! Se si pensa che il costo medio unitario europeo per linee tramviarie recenti è di 7,5 milioni di euro a km, che il costo medio unitario italiano per sistemi tramviari considerati pure di efficienza media, come i segmenti realizzati di recente nelle reti di Padova, Napoli e Torino, presentano un costo medio unitario di 8,2 milioni di euro a km. E che a Roma si sono realizzate le ultime linee al costo medio unitario di 22 milioni di euro a km – considerato uno spreco enorme – . A Firenze il tram costa mediamente il 40% in più rispetto a Roma, mentre rispetto ai dati recenti sul costo medio italiano ed europeo siamo più o meno al 500%! Peraltro, a questi costi ufficiali vanno aggiunti quelli “sommersi”, che non vengono mai contabilizzati ufficialmente, ma gravano sui cittadini e sulla collettività: tra questi la sottrazione di una serie di spazi al sistema generale di fruizione e di mobilità urbana e i costi sostenuti dal singolo per una modalità di spostamento alternativa.

Perché i cittadini fiorentini e toscani, insieme alla comunità nazionale, devono sopportare tale sistema di sprechi? È lecito favorire l'ennesima ingente quota di debito pubblico? Peraltro, oltre agli abitanti locali, anche la DG Trasporti della UE sta esprimendo non pochi dubbi.

6. Come altre Grandi Opere fiorentine, il sistema tramviario – così com'è attualmente congegnato – si sta rivelando un compendio di sprechi e danni, inefficienze e rischi. Questo si può ancora evitare: se si torna a quella razionalità di piano che era auspicata all'inizio della vicenda, ma poi è stata abbandonata. Realizzando – ribadiamo con i modi ed i tempi dovuti – il piano generale di mobilità urbana e metropolitana e il piano di circolazione tramviaria. E avviando nel frattempo i servizi previsti con le citate opportunità offerte dalle soluzioni “leggere” più innovative.

Per andare in questa direzione appare fondamentale la partecipazione degli abitanti, decisa, anche conflittuale, se necessario.

L'articolo è stato scritto da Alberto Ziparo, ma i contenuti sono tratti dal lavoro di tesi dell’Urbanista Alessandro Pecchioli, “Un Piano tramvia per l’area metropolitana fiorentina”, per il conseguimento della Laurea Triennale in Pianificazione della Città, del Territorio e del Paesaggio, il 21 dicembre 2015, presso la sede di Empoli di UNIFI

DI ALBERTO ZIPARO · 5 FEBBRAIO 2016





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giovedì 21 luglio 2016

Consumi di energia elettrica in Italia: a giugno -4,1%

Nel mese di giugno 2016, secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, la domanda di elettricità in Italia ha fatto registrare, a parità di calendario e temperatura, una flessione del 3,5% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Considerando che quest'anno a giugno si è avuta una temperatura media mensile inferiore di quasi un grado centigrado rispetto a giugno del 2015, ma con lo stesso numero di giorni lavorativi (21), la richiesta di energia elettrica complessiva di 25,3 miliardi di kWh corrisponde a una diminuzione del 4,1%.

I 25,3 miliardi di kWh richiesti nel mese di giugno 2016 sono distribuiti per il 46,7% al Nord, per il 29,8% al Centro e per il 23,5% al Sud. A livello territoriale la domanda di energia elettrica nel mese di giugno 2016 è risultata ovunque in calo: -4,4% al Nord, -4% al Centro e -3,6% al Sud.

In termini congiunturali, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di giugno 2016 rispetto a maggio è stata pari a -0,8%. Il profilo del trend si mantiene decrescente.

Nel mese di giugno 2016 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’88,1% con produzione nazionale e per la quota restante (11,9%) dal saldo dell'energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,4 miliardi di kWh) è in flessione del 3,3% rispetto a giugno 2015.

In crescita le fonti di produzione geotermica (+4,8%), idrica (+9,3%) ed eolica (+14%); in flessione le produzioni termica (-7%) e fotovoltaica (-14,7%).

Nel primo semestre del 2016 la domanda di energia elettrica è in flessione del 2% rispetto ai valori del corrispondente periodo del 2015; a parità di calendario il risultato è -2,6%.

Dal Comunicato stampa Terna del 20 Maggio 2016

I nostri grafici




Di seguito vediamo i grafici da noi realizzati prendendo i dati ufficiali pubblicati da Terna a partire dal Gennaio 2006 ad oggi.

Per anno solare. E' evidente che il consumo è al livello più basso da 11 anni a questa parte.



Per una migliore lettura degli ultimi 5 anni.



Qui vediamo, dal Gennaio 2006 ad oggi, i mesi in sequenza con la solita tendenza alla caduta costante e progressiva.



Nel prossimo grafico si evidenzia una sequenza di barre negative relative alle percentuali degli ultimi 41 mesi con un salto in terreno positivo per la maggior parte dei mesi estivi del 2015 dovuti esclusivamente al caldo eccezionale e al conseguente uso/abuso dei condizionatori, per poi tornare al segno rosso.



Adesso prendiamo visione del grafico, significativo e chiaro, che rappresenta l'andamento dei consumi come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese trascorso. Esso disegna il crollo progressivo, col profilo a gobba di cammello in ginocchio. Dopo la crescita dei mesi estivi dell'anno passato a causa delle condizioni climatiche avverse ed eccezionali, con i mesi estivi particolarmente bollenti, si nota un ultimo periodo stazionario e la rinnovata tendenza alla ricaduta.



Per un aggiornamento della produzione nazionale di energia elettrica derivata da fonti rinnovabili rimandiamo la lettura ad un prossimo post dedicato.



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mercoledì 20 luglio 2016

Consumo suolo: addio a 1/4 campagne in una generazione

L’ultima generazione è responsabile della perdita in Italia di oltre ¼ della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell'abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia negli ultimi 25 anni ad appena 12,8 milioni di ettari.
È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in occasione dell'Assemblea dell’ Associazione bonifiche italiane (Anbi) nel commentare lo studio dell’Ispra che stima in 55 mila euro all'anno i costi occulti per ogni ettaro di terreno consumato riconoscendo cosi implicitamente il valore ecosistemico dell'agricoltura in termini produzione, stoccaggio del carbonio, protezione dell'erosione, prevenzione danni provocati dalla mancata infiltrazione dell'acqua e salvaguardia degli impollinatori.
Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono – continua la Coldiretti - i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire.
Il risultato - sostiene la Coldiretti - è che sono saliti a 7145 i comuni italiani, ovvero l'88,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Di questi 1640 hanno nel loro territorio solo aree a derivata propensione a fenomeni franosi, 1607 sono invece i comuni a pericolosità idraulica e 3898 quelli in cui coesistono entrambi i fenomeni. Le regioni con il 100% dei Comuni a rischio idrogeologico sono sette: Valle d'Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Molise e Basilicata. A queste si aggiungono Calabria, provincia di Trento, Abruzzo, Piemonte, Sicilia, Campania e Puglia con una percentuale di comuni interessati maggiore del 90%. Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia - conclude la Coldiretti - deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell'attività agricola.


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