Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


domenica 31 luglio 2011

Misuratori palmari per le radiazioni nucleari

L'apparecchiatura ad uso domestico è stata sviluppata da esperti della Tokyo Metropolitan University, sarà prodotta in 50 mila unità entro la fine dell'anno e distribuita da un produttore di prodotti chimici domestici come deodoranti e deumidificatori a partire dal 20 ottobre.  

E' in grado di misurare la radiazione tra  0,05 e 9,99 millisieverts all'ora ad una altezza di 1 metro dal suolo nei cantieri e altrove anche lontano da casa. Le radiazioni sono intercettate da particolari semiconduttori che reagiscono ai raggi gamma.

Secondo Nikkei gli strumenti sono quasi più precisa dei rivelatori a scintillazione convenzionali, che misurano i lampi di luce da una sorgente radioattiva, e impiegando fino a 10 minuti per calcolare i livelli di radiazione utilizzando due batterie AAA.

 Il nuovo rilevatore di radiazioni ,che costa meno della metà i prezzi dei prodotti esistenti,  15.750 yen, 139  euro circa, sarà venduto nelle farmacie, centri per la casa e altri dettaglianti in tutte le regioni di Tohoku e Kanto.

Fonte Nikkei

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sabato 30 luglio 2011

Si produce energia elettrica dal calore

Confesso che l'articolo del MIT (Massachusetts Institute of Technology) che riguarda l'invenzione di un'apparecchiatura che produce energia elettrica in un primo momento non non mi era ben chiaro. 

L'oggetto in questione, l'invenzione, produce energia elettrica traendo, trasformando l'energia termica. 

Mi sconcerta la frase di apertura dell'articolo: A new photovoltaic energy-conversion system developed at MIT can be powered solely by heat, generating electricity with no sunlight at all. In altri termini, cosa c'entra il fotovoltaico in questo contesto? Mi pare niente, allora perché nominare il FV?

Di che si parla?

Un congegno che produce energia elettrica esiste da un bel po' di anni, ma questo in particolare riesce a ottimizzare la produzione di energia utilizzando le lunghezze d'onda proprie della tecnologia fotovoltaica. 

Questo nuovo oggetto ha un numero pari a miliardi di pozzetti,  cavità in scala nanometrica incisi sulla sua superficie, ciascuno dei quali diventa un emettitore di luce. Quando il  materiale assorbe calore - sia dal sole, un fuoco di idrocarburi, un radioisotopo in decadimento o da qualsiasi altra fonte - la superficie butterata irradia energia con quelle lunghezze d'onda scelte con cura che so in funzione della dimensioni delle cavità. Di conseguenza, i ricercatori del MIT, affermano che se avessimo una produzione costante e continua di calore quale quella prodotta dal decadimento di un isotopo radioattivo, questo calore sarebbe in grado di far emettere luce e quindi energia per 30 anni consecutivamente, il tempo necessario per i viaggi spaziali del futuro. 

Leggere anche:
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venerdì 29 luglio 2011

Vi spiego perché la Cina preferisce l'auto elettrica e non l'ibrida

A dire il vero le motivazioni sono espresse in un articolo online su China Car Times, anche se sono cose che sapevamo già, logiche di mercato dichiarate nel passato solo nelle conversazioni tra specialisti del settore. 

Due brevi frasi  per sintetizzare le motivazioni.

Premessa. La Cina rappresenta il più grande mercato di auto nel mondo, specialmente considerandolo in prospettiva futura.
Evidenza. L'industria automobilistica cinese è tutt'altro che forte. 
Evidenza due, il mercato interno. Pochi i cinesi desiderano comprare una macchina di una marca nazionale se possono permettersi una marca straniera.

Detto questo è improbabile che le vetture cinesi alimentate da motori a combustione interna possano entrare in concorrenza con quelle europee, o con le auto americane o giapponesi. Il governo locale ha ben chiara la situazione e quindi percorre una strategia ben precisa perseguendo una nuova area di mercato più promettente per i produttori di auto cinesi, quella che si richiama alle nuove tecnologie ed energie, tra cui è stato individuato il settore delle auto in puro elettrico, le ibride e quelle a celle a combustibile. Forse c'è solo una piccola possibilità per le case automobilistiche cinesi  di inserirsi a livello globale in questo settore ma la Cina non vuole risparmiare i propri sforzi per competere nello sviluppo di auto verdi.

Stranamente, le auto ibride sono palesemente ignorate dai responsabili politici. L'acquirente privato di una vettura esclusivamente elettrica può ottenere fino a 60.000 RMB (o yuan), 6.500 euro, di sussidi da parte del governo centrale, più altri da parte di alcuni governi locali. Ma un acquirente di un' auto ibrida può ottenere sussidi per soli 3.000 RMB, 321 euro, e solo se il motore è inferiore a 1,6 litri di cilindrata, al fine di favorire solo le auto efficienti di piccole dimensioni.

Sicuramente i politici hanno meditato sul fatto che l'auto ibrida potrebbe essere una scelta più pratica considerando la sua indipendenza dalle stazioni di ricarica. Ma la realtà è che le auto ibride cinesi consumano più carburante rispetto alle auto tradizionali. Prova ne sia la Buick LaCrosse Hybrid, una vettura sviluppata dal centro tecnico di GM in Cina, la quale non è in grado di far risparmiare carburante in condizioni di guida in ambito cittadino. Per non parlare delle altre auto ibride con marchi locali.

 In una certa misura, l'auto ibrida non è una macchina elettrica, in quanto la batteria non è il pernio centrale del suo funzionamento. L'auto ibrida è una derivazione tecnologica di una vettura convenzionale, poiché la maggior parte dei sistemi ibridi includono un efficiente motore a combustione interna e un cambio marcia complicato anche per gli accoppiamenti elettromeccanici. La maggior parte dei produttori di auto cinesi non è in grado di sviluppare un buon controllo del motore né il cambio automatico. Come possono sviluppare un sistema ibrido accettabile? ...i cinesi.

Poiché i consumi di carburante delle auto convenzionali e quelle ibride possono essere confrontati direttamente, un sistema ibrido ' povero', cioè incapace di procurare un risparmio di carburante, difficilmente può essere accettato dai funzionari pubblici e dai consumatori, il che significa che, se l'industria automobilistica cinese vuole mettersi a produrre auto ibride, lo fa a suo rischio e pericolo. Inizio difficile, disfatta (quasi) certa. 

Al contrario,  ancora nessuno al mondo è in grado di costruire una macchina elettrica con una percorrenza di 500 km e soli 5 minuti tempo per la ricarica, quindi la soglia di accettabilità del prodotto nel settore specifico automotive è molto inferiore a quello di un'auto tradizionale, ovvero non esiste un gap tecnologico tra la Cina e il resto del mondo. In altri termini c'è spazio per l'industria cinese che è allo stesso livello dei concorrenti esteri ed assume un senso di valore ed interesse nel presente con buone prospettive nel futuro.

Ricordiamo anche che in pratica, attualmente, la Cina ha nel proprio territorio le miniere di litio, l'elemento che  è fondamentale per realizzare le più moderne ed efficienti batterie per l'autotrazione.

E l'Italia?

 Nelle ultime ore apprendiamo che il nostro 'governo' sta prendendo in esame la possibilità di elargire un contributo all'acquisto di auto elettriche. Si parla di 5 mila euro a vettura. Stappiamo bottiglie di spumante? Mah! Se da un certo punto di vista è una buona notizia, da un altro punto di vista mi indispettisce ... per una ragione che forse vi chiarirò nei prossimi giorni.

Leggere anche:
- Ibride le auto Audi cinesi, ibride e tutte elettriche dappertutto in futuro
- La gnoseologia delle auto elettriche in Cina
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giovedì 28 luglio 2011

Chiusdino 1, nuova centrale geotermica da 20 MW

Martedì 26 luglio 2011 è stata inaugurata a Chiusdino in provincia di Siena la nuova centrale geotermica “Chiusdino 1”. La potenza installata dell'impianto è di 20 MW per una produzione annua di circa 150 milioni di kWh, corrispondenti ai consumi elettrici di oltre 55.000 famiglie. Si evita l'immissione in atmosfera di 100.000 tonnellate di CO2 con un risparmio in termini monetari corrispondenti al mancato acquisto di combustibili fossili pari a 32.000 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) all'anno.

Enel Green Power  ha investito 80 milioni di euro per questo impianto geotermico che utilizza i migliori standard di qualità e sicurezza.

La centrale di Chiusdino è alimentata da 4 pozzi dalla postazione “Travale Sud” ed ulteriori 2 pozzi dalla postazione “Montieri 5” per una portata di 130 tonnellate/ora; la profondità del serbatoio geotermico è di circa 3.000 metri.

Con questa sono 33 le centrali in funzione, danno lavoro a circa 800 persone e producono elettricità per 3 milioni di famiglie. 

Con l'entrata in esercizio di Chiusdino, la nostra capacità geotermica concentrata in Toscana sale a 728 MW, con una produzione che soddisfa il 25% del fabbisogno energetico regionale.

Dunque un'altra tappa importante dell'intesa sulla geotermia firmata da Regione Toscana e Enel Green Power nel dicembre del 2007. L'accordo prevede in Toscana l'installazione di 112 MW complessivi di cui 72 MW ad oggi sono ormai realizzati (20 MW Chiusdino1, 12 MW Lagoni Rossi, 20 MW Sasso 2, 20 MW Radicondoli 2). Comprendendo il riassetto di Piancastagnaio con la chiusura di PC2, restano 40 MW che saranno realizzati con Bagnore 4.

La produzione di energia all'anno è adesso di circa 5.200 GWh (corrispondente al fabbisogno di 3 milioni di famiglie). Nel 2005 la produzione geotermoelettrica ha rappresentato il 32 % circa della produzione di energia elettrica totale toscana, mentre alla fine del 2009 si è passati ad una produzione pari al 33% della produzione totale di energia elettrica in Toscana e all’89% della produzione totale di energia elettrica da rinnovabili in Toscana.

Fonte: nove.firenze
foto: firenzeneidettagli, sienafree

Leggere anche:

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mercoledì 27 luglio 2011

Il ghiaccio che brucia e il Pachinko

Leggo su Japan Today Online la notizia proveniente dal quotidiano finanziario Nikkei circa l'intenzione del Giappone di estrarre gas naturale da depositi dei fondali marini di idrato di metano, noti anche sotto il nome di " burning ice", ghiaccio che brucia.

Questo sarà il primo esperimento del genere in mare aperto. Il test è previsto in un tratto di mare a sud-est di Tokyo, tra le prefetture di Shizuoka e Wakayama, della durata di diverse settimane a partire dal marzo 2013.

Il Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria si prepara a richiedere un finanziamento di oltre 10 miliardi di yen (circa 88,5 milioni di euro) per il progetto. Il governo sosterrà ulteriormente la ricerca per iniziare  la vera e propria 'estrazione nel prossimo decennio.

idrati di metano in una carota di sedimenti
Gli drati di metano si trovano in una situazione ambientale ad alta pressione e a basse temperature nei fondali oceanici, spesso vicino alla faglia continentale, dove il gas cristallizza a contatto con l'acqua fredda del mare .

L'esperimento in mare aperto sarebbe il primo al mondo ad avere avuto successo, se riuscirà. Precedentemente il metano è stato  estratto da idrato di metano su un terra ferma in Canada nel 2008 utilizzando una tecnologia sviluppata in Giappone.

Il Giappone ha cercato di diversificare le proprie risorse energetiche seguito del potente terremoto e lo tsunami   dell'11 marzo che hanno  innescato il peggior incidente nucleare (non ancora risolto) del mondo da 25 anni a questa parte presso l'impianto Daiichi Fukushima dove sono fusi i nuclei dei reattori.

Povero di risorse, il Giappone è fortemente dipendente dalle importazioni di energia dal Medio Oriente sotto forma di petrolio e, fino a poco tempo fa, soddisfaceva per un terzo del suo fabbisogno elettrico con l'energia nucleare, ma ora ha anche piani per incrementare l'utilizzo di fonti rinnovabili come l'energia solare ed eolica.

E' interessante leggere i commenti dei lettori del quotidiano online, critici, più o meno informati, perplessi.
Qualcuno teme che i cinesi possano reclamare  come propri i fondali dimenticando che le prefetture di Shizuoka e Wakayama si trovano sulla costa orientale e non quella di fronte alla Cina.

Altri paventano la proprietà altamente climalterante del metano, circa 21 volte superiore alla CO2.

Altri, non so su quali basi scientifiche, temono che l'estrazione possa innescare terremoti (?!).

Altri ancora fanno notare che il termine 'drilling', perforare, non è corretto in quanto non è necessario trapanare il fondo del mare poiché gli idrati sono depositati sul fondo, raccogliere.

Qualche altro è perplesso ritenendo che sarebbe più opportuno risparmiare  che consumare energia in sciocchezze quali il Pachinko

e i led blu di stan-by delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, che divorano metà dell'energia prodotta in Giappone.

Leggere anche:

- Cambiamenti climatici: nuovo studio conferma la grave minaccia della fusione del permafrost

- Metano: bomba a tempo per il clima

martedì 26 luglio 2011

Domande e risposte sulla Ford Focus elettrica

Ho trovato sul sito web care2 domande e risposte sulla nuova Ford Focus elettrica che mi sembrano sufficientemente interessanti per essere riportate qui sul nostro MondoElettrico anche perché toccano temi che riguarda i veicoli elettrici in generale.

Sappiamo che negli Stati Uniti la domanda cruciale è quella inerente alla questione che tocca il borsellino. Gli aiuti, gli incentivi economici, le agevolazioni. La risposta è rassicurante? Troviamo su un altro sito l'elenco degli stati che mettono in gioco propri incentivi statali.  Oltre allo legge federale che elargisce un contributo di 7.500 dollari a chi acquista un'auto elettrica,  vanno aggiunti ulteriori incentivi di alcuni Stati. Esempio. La California  fino a 2.500 dollari , il Colorado fino a 6.000,   la Georgia fino a 5.000, le Hawaii fino a 4.500, l'Illinois fino a 4.000,  la Louisiana  fino a 3.000, il Maryland  fino a 3.000, il   Montana fino a 500,   il New Jersey  fino a 4,000,  l'  Oregon fino a 5.000,  la   Carolina del Sud fino a 1.500 dollari, l'  Utah fino a 2.500 dollari, mentre il Connecticut, il Distretto di Colombia, la Florida,  il Massachusetts, il Nebraska, New York,  la Pennsylvania, il Texas, Washington  offrono benefici in tasse o per l'acquisto di infrastrutture.

Altra D/R. Scopriamo che il caricabatterie casalingo non fa parte della dotazione della macchina all'acquisto ma è a parte e costa 1499 dollari, ma permette la ricarica a 240V in sole 3 ore. 

Le domande sulla garanzia e sulla durata delle batterie offrono la possibilità di un discorso articolato piuttosto che  risposte nette e precise. Logicamente, direi.  Garanzia? Boh! non ci sono indicazioni precise in merito. Estrapolando dati e offerte sulle e dalle auto ibride forse, forse, potrebbero valere una garanzia di 10 anni e/o 150.000 miglia  (240.000 km) anche se si ritiene che le batterie potrebbero durare il doppio (sempre su estrapolazioni ibride) pur mantenendo l'85% della capacità iniziale. 

La risposta sulla reale percorrenza della Focus è più precisa, 100 miglia ovvero 160 km, ma si deve attendere la dichiarazione ufficiale della EPA con la emissione della etichetta a corredo quando la macchina sarà in vendita. La Focus elettrica sarà disponibile per l'acquisto e la locazione a partire dalla fine del 2011.

Alla Ford riconoscono alle batterie le stesse esigenze di un essere umano. Le batterie amano come l'uomo le belle stagioni così i tecnici hanno pensato bene di preriscaldarle.

Questi sono i vantaggi della Focus nei confronti delle auto rivali, ibride e all-electric. 
• La nuova Focus elettrica offrirà una  percorrenza migliorie della  Chevy Volt e competitiva rispetto le altre BEV;
 • si carica in metà del tempo della Nissan Leaf, 3 ore per la ricarica completa con una presa casalinga da 240V;
 • gli utilizzatori possono caricare il proprio veicolo presso la propria abitazione con le tariffe più economiche offerte dalle aziende distributrici di energia elettrica.

E i gadget? Come la sua gemella a benzina, la vettura regala una vasta gamma di offerte standard quali il comando elettrico, gli accessori tra cui vivavoce, la connettività telefonica, il controllo di trazione elettronico, MyKey ®,  l' autoradio Sony AM/FM/CD/MP3 con nove altoparlanti, il SIRIUS Satellite ® Radio, HD Radio ™, l'attivazione vocale e il Sistema di navigazione. Ed ancora. Attraverso l'implementazione di MyFord Touch,  i proprietari 'elettrici' avranno accesso a una suite di sistemi di informazione per il conducente - on-board e off-board - progettati per aiutare a gestire il processo di ricarica, calcolare il percorso più eco-friendly, monitorare lo stato di carica della batteria e massimizzare l'efficienza energetica per aumentare la percorrenza, il Brake Coach aiuta i conducenti ad ottimizzare l'uso dei freni rigenerativi del veicolo per recuperare l'energia cinetica e rinviarlo alla batteria.

Inizialmente la Focus elettrica sarà lanciato in 19 mercati. I primi mercati selezionati per la Ford Focus elettrica: Atlanta, Austin e Houston, Texas, Boston, Chicago, Denver, Detroit, Los Angeles, San Francisco, San Diego, New York, Orlando, in Florida, Phoenix e Tucson, in Arizona, Portland , Oregon, Raleigh Durham, NC, Richmond, in Virginia, Seattle e Washington DC.

 Stay tuned!

lunedì 25 luglio 2011

L'energia eolica e la crescita globale delle energie rinnovabili

L'energia eolica e le altre energie rinnovabili hanno fornito circa il 16% del consumo mondiale di energia finale l'anno scorso e si avvicina l'obiettivo del 20% della produzione mondiale di elettricità, secondo REN21 -Renewables 2011 Global Status Report un nuovo rapporto pubblicato recentemente a Parigi.

REN21  ha anche mostrato che il settore delle energie rinnovabili continua a funzionare bene nonostante la continua recessione economica, tagli degli incentivi e il gas naturale a basso prezzo.

Il REN21 nelle 116 pagine del rapporto ha scoperto che la capacità rinnovabile raggiunge oggi circa il 50% includendo anche l'energia prodotta dall'idroelettrico.

Gli investimenti per le rinnovabili hanno raggiunto la cifra record di € 150 miliardi lo scorso anno - circa un terzo in più di quanto si sia investito nel 2009, e più di cinque volte l'importo investito nel 2004.

Il rapporto afferma che le nuove potenza di energia eolica aggiunta nel corso del 2010 raggiunge i 39 GW, più di ogni altra tecnologia rinnovabile e oltre tre volte i 11,5 GW di eolico aggiunto tutto il mondo solo cinque anni prima.

Come risultato, la capacità esistente è aumentata di oltre il 24% rispetto al 2009, con una capacità totale globale di 198 GW entro la fine dell'anno, dice il rapporto, con almeno 52 paesi che hanno aumentato la loro capacità totale esistente nel corso del 2010.

Il rapporto ha poi rilevato che il totale attuale potenza eolica entro la fine del 2010 è stata sufficiente a soddisfare circa 2,0-2,5% del consumo mondiale di elettricità.

I livelli di investimento sull'eolico sono aumentati del 34% nel 2010 e l'energia eolica rimane il principale destinatario di investimenti in energie pulite, secondo il rapporto di marzo, dal titolo 'Chi sta vincendo la gara Clean Energy?'  Pubblicato dal Pew Charitable Trusts. La relazione di marzo ha rilevato che, collettivamente, la regione europea è stata il principale destinatario di finanziamenti in energia pulita, attirando un totale di  66 miliardi di euro.

Fonti: EWEA, REN21

Nel grafico sotto. Produzione di energia nel 2009. Le rinnovabili (escludendo l'idroelettrico) hanno raggiungono il 16% del totale.

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Sotto. La crescita delle rinnovabili del 2005 e del 2009.
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Sotto. La produzione di energia nel 2010
 
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 Sotto. L'energia rinnovabile nel mondo e nei primi 5 paesi.
 
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Sotto. La crescita dell'energia eolica da 1996 al 2010.
 
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 Sotto. La potenza installata nelle prime 10 nazioni del mondo. L'Italia è al sesto posto.
 
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 Sotto. La crescita del solare FV nel mondo dal 19996 al 2010.
 
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 Sotto.La suddivisione globale del FV installato. L'Italia è al terzo posto col Giappone col 9%.
 
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  Sotto. Le prime dodici nazioni con il solare termico aggiunto nel 2009. L'Italia ha aggiunto lo 0,9%.
 
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  Sotto.  Le prime dodici nazioni con il solare termico installato al 2009. L'Italia ha l %.
 
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Sotto. Gli investimenti globali sull'energia rinnovabile hanno toccato i 225 miliardi di euro nel 2010, Fa da capofila la Cina con 50 miliardi di euro, segue la Germania con 41, gli USA con 30 e l'Italia con 14 miliardi di euro, il Brasile con 7.
 
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domenica 24 luglio 2011

Caldo e siccità nel Midwest degli Stati Uniti

Caldo e siccità non colpiscono solo il Texas (come scrivevo ieri) negli Stati Uniti. Viene definita addirittura una  siccità storica dell'Agenzia Reuters. Nelle pianure nel cuore della 'cintura' nel  Midwest  si intensifica la congiuntura secca, accresciuta nell'ultima settimana.

Il settimanale U.S. Drought Monitor, prodotto da un consorzio di esperti nazionali sul clima, ha rilevato l'insolita siccità nell'area del Midwest  di questa estate.

 L'area comprende lo Iowa e l'Illinois, i primi due stati per la produzione di mais e soia che producono ogni anno circa un terzo del raccolto del mais degli Stati Uniti. Inoltre sono stati colpiti il sud del Wisconsin, l'Indiana nord-est, il nord-ovest dell'Ohio e il sud-est  del Michigan.

Più a sud il Texas è rimasto l'epicentro della crisi, con una "siccità eccezionale", la categoria di siccità più alta, che colpisce il 75 % dello Stato.  Il climatologo texano John Nielsen-Gammon afferma che questa è la terza peggiore siccità dal 1895.

Corn Belt
Meno preoccupazione rispetto al Texas desta la situazione nelle pianure del cintura del mais, Corn Belt,  il Southern Illinois e il Missouri hanno ricevuto la loro quota normale di pioggia.

 Ma nell'ultima settimana le temperature della Corn Belt hanno superato i 100 gradi Fahrenheit (38 gradi Celsius), minacciando il raccolto del mais durante l'impollinazione, una fase importante per la crescita. Le foglie delle piante di mais si sono arrotolate su se stesse durante il giorno, un segno visibile di stress.
Gli Stati Uniti sono i più importanti produttori di mais ed esportano in tutto il mondo,  la produzione dovrebbe scendere al livello più basso degli ultimi 16 anni già entro la fine di agosto. Per questa ragione i futures del mais al Chicago Board of Trade hanno raggiunto un massimo storico vicino a 8 dollari al bushel (1 US bushel = 35,24 litri circa)  il mese scorso.

Midwest
La tendenza alla siccità nel Midwest è iniziata 60 giorni fa. Le precipitazioni negli ultimi 30 giorni sono state meno della metà del normale per gran parte della Iowa orientale, nord dell'Illinois, e Indiana. Un cambiamento notevole da questa primavera, quando le piogge persistenti hanno colpito molte parti della Corn Belt, specialmente Indiana e Ohio.

Ci si aspetta che le 'macchie' secche nel Midwest si espandano nei prossimi giorni e si fondano, creando una zona più ampia che va dallo Iowa orientale e nord dell'Illinois, fino all'Ohio.
Quella cupola di aria calda su Missouri e Kansas è così forte che sembra travolgere tutti gli Stati Uniti ora. E' molto vasta.

 Il caldo ha colpito il bestiame nel Minnesota, Nebraska e South Dakota, nel South Dakota vengono segnalati circa 1.500 capi di bestiame morti. Fonti stimano che i capi di bestiame morti nel Nebraska siano da 1.200 a 1.400. Il Nebraska è al secondo posto negli US per l'allevamento dei bovini per l'alimentazione dietro il Texas, con oltre 2 milioni di capi.

Nel Minnesota molti degli animali morti devono essere sepolti per l'incapacità da parte delle strutture di trasformazione di lavorare le carni dei bovini e ovini.

Leggere anche:
- Il caldo e il sistema elettrico nello Iowa. Record di richiesta
- La povertà energetica delle famiglie inglesi
- 1.900.000.000.000 di dollari per salvare la Terra
- Elettricità. La Cina è con l'acqua alla gola, anzi, alle caviglie
- Difendere l'acqua. L'impatto ambientale dei cambiamenti climatici grava sulle risorse idriche cinesi
- Cambiamenti climatici. L'Eurasia sta peggio del Nord America, ma ...

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sabato 23 luglio 2011

Il caldo e il sistema elettrico nello Iowa. Record di richiesta.

Da un momento all'altro  temono che si verifiche un guasto nel sistema elettrico dalle parti dell'estremo est dello Iowa. 

La causa è il caldo estremo, l'alta temperatura di questa estate che obbliga la popolazione a tenere accesi a palla i climatizzatori, tanto da battere il record di consumo che resisteva dal 2003, 3.700 MW contro il precedente massimo di 3.666 MW. 

Per prevenire i danni alle linee elettriche il fornitore di energia sciorina alcuni consigli agli utenti. 

Primo: alzare il termostato del climatizzatore a 80 gradi (Fahrenheit), 26,6 °C circa.

Secondo:    usare il più possibile il ventilatore al posto del climatizzatore. 

Terzo:  abbassare tende e persiane di casa.

Quarto: staccare la spina degli apparecchi non in uso.

Quinto: tenere il frigorifero chiuso il più possibile.


Sembra che un'ondata di siccità stia colpendo alcuni stati degli USA (oltre che il Corno d'Africa), Texas,  compromettendo anche alcuni tipi di raccolti, per esempio quelli destinati alla produzione di biocarburanti.


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venerdì 22 luglio 2011

Impianto termosolare in Spagna da 19,9 MW, 110 GWh / anno

E' entrato in funzione il primo impianto su scala commerciale al mondo ad applicare il ricevitore centrale a torre e l'accumulo di energia termica con la tecnologia del sale fuso a 500°C. La rilevanza di questo impianto risiede nella sua unicità tecnologica, dal momento che apre la strada alla tecnologia di nuova generazione termosolare elettrica.

Caratteristiche 
Potenza Nominale elettrica: 19,9 MW
 Produzione elettrica netta attesa: 110 GWh / anno
Campo solare: 2.650 eliostati su 185 ettari
Sistema di stoccaggio termico: il fuso serbatoio sale permette indipendente generazione elettrica fino a 15 ore senza alimentazione solare. 
Località: Fuentes de Andalucía (Siviglia, Spagna)


Il prolungamento del tempo di funzionamento dell'impianto in assenza di radiazione solare e il miglioramento dell'efficienza di utilizzo del calore del sole è molto superiore a quella che viene consegnato da altre tecnologie in una struttura con la stessa potenza.

 Il notevole incremento di efficienza energetica dell'impianto garantisce una produzione elettrica per 6.500 ore all'anno, da 1,5 a 3 volte più di altre energie rinnovabili. L'impianto sarà quindi in grado di fornire energia pulita e sicura a 25.000 abitazioni e ridurre emissioni di CO 2 in atmosfera di oltre 30.000 tonnellate all'anno.

 L'energia generata  verrà inviata tramite un linea ad alta tensione per la sottostazione di Villanueva del Rey (Andalusia, Spagna), dove sarà immessa in rete. 

  La   tecnologia a torre centrale     

Il sistema di stoccaggio termico attraverso una mistura di sale fuso permette la produzione di energia elettrica in assenza di radiazione solare.

 Il calore raccolto dai sali (in grado di raggiungere temperature superiori ai 500°C) genera vapore e produce energia elettrica. Il surplus di calore accumulato durante le ore di sole è accumulato nel serbatoio di  sale   fuso.

 In questo modo l'impianto è in grado di produrre energia elettrica 24 ore al giorno per molti mesi dell'anno.

Da Gemasolar torresolenergy

Torresol energia ha cominciato a prendere forma nel 2007 sullo sviluppo di energia termosolare.

Nel 2008 Torresol Energy è stata costituita, il 60% di proprietà del Grupo de Ingeniería SENER e il 40% dalla Masdar, la società delle energie alternative di Abu Dhabi.
Nel 2008 il lavoro ha preso il via alla costruzione della centrale Gemasolar nella provincia di Siviglia (Spagna).
Nella primavera del 2009, sono iniziati i lavori per la costruzione di altre due impianti, Valle 1 e Valle 2, dotato di tecnologia   a collettore  cilindrico-parabolico  (CPC), situati nella provincia di Cadice (Spagna).

 Per il portafoglio di progetti attualmente in corso, che comporta un investimento pari a quasi un miliardo di euro, Torresol ha chiuso un "Project Finance" con linee di finanziamento a lungo termine, che ha consentito di affrontare questi progetti grazie al supporto finanziario internazionale e  spagnolo.

Leggere anche:
- Immagazzinare energia solare in Arizona
- Terna entra nel Desertec Industrial Initiative
- Solare a concentrazione
- La California approva un ambizioso obiettivo per il 2020 sull'energia rinnovabile
- Impianto cinese per produrre energia termica solare
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giovedì 21 luglio 2011

L'auto elettrica che viene dal paese dei canguri

Electron MK VI è il nome dell'auto elettrica prodotta in Australia dalla BEV (Blade Rlectric Vehicles). Il motore elettrico da 70 KW di potenza permette di raggiungere i 60 km/h in 5 secondi e la velocità massima di 160 km/h. La coppia è di 160 Nm.
L'energia immagazzinata nelle batterie agli ioni di litio, ferro fosfato   (LiFePO4), sostenta la macchina per 160 km in ambito cittadino e 100 km in autostrada.

Il cambio è semi automatico  a tre velocità. La garanzia è di tre anni a prescindere dal chilometraggio percorso, 2 ore di ricarica utilizzando i connettori standard J1772 sia nella propria  abitazione (con un impianto di potenza adeguata) che presso le colonnine di ricarica stradali.

Prezzo? 47 mila dollari .

Per chi ha occhio e conosce tutte le auto presenti sulle strade avrà riconosciuto le linee di un modello Hyundai, infatti la Electron deriva dalla Gets, tolto il motore endotermico e tutto l'ambaradan relativo, viene trasformata  in elettrica dalla BEV.

Leggere anche:
- Connettore standardizzato per auto elettriche

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mercoledì 20 luglio 2011

Ibride le auto Audi cinesi, ibride e tutte elettriche dappertutto in futuro

La Cina vuole che le auto Audi prodotte negli stabilimenti locali siano tutte, dico tutte, ibride. 

Vantaggi? 

La tecnologia ibrida permetterebbe un risparmio di carburante dell'ordine del 3-5 %. Poca cosa ma evidentemente tutto fa brodo in termini di risparmio e forse di immagine. Questo è l'indirizzo produttivo dedicato all'ibrido rivelato da Mr. Dominique Boesch, manager director di Audi Sales Division  FAW-Volkswagen, in una intervista riportata da China Car Times. 

Ma pensano di andare oltre, infatti è in corso di valutazione l'applicazione della tecnologia ibrida anche per i modelli Audi più importati. Mr. Boesch ha anche detto che lancerà in futuro (quando?) la Audi Q5  e successivamente lanciare  veicoli tutti elettrici. Quando?

Leggere anche:
- Audi A6 elettrica
- Un'Audi A2 Electric viaggia per 603,5 km
- L'Audi A2 del record, aggiornamento
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lunedì 18 luglio 2011

La gnoseologia delle auto elettriche in Cina

Secondo me è comprensibile. Fai conto che in Cina sono in continua espansione economica. Dei contadini che lasciano le campagne per andare in città, qualcuno torna dopo un po' alla terra perché non tutto va bene, neppure in Cina, ma i loro figli sono istruiti e guardano verso occidente, amano i film americani con lo sfarzo hollywoodiano e le belle auto di contorno. Con un po' di soldi in tasca quello che sognano, sono le prestigiose  auto di grossa cilindrata, i massicci SUV succhia benzina, non le auto elettriche.
Neppure i tassisti amano le auto elettriche, come ci racconta questo articolo segnalatomi dall'amico Giovanni.
I cinesi hanno lo smog che si taglia col coltello in città, il sole lo vedono poco. La gente comune che  è testimone della crescita dalla propria città con la nascita di nuovi  ponti, grattacieli, riorganizzazioni urbanistiche repentine, quartieri intieri tirati su in battibaleno,  non ha la sensazione che i problemi globali riguardano anche loro, i problemi crescenti dell'approvvigionamento energetico ma forse nessuno glielo dice.

I nuovi ricchi cinesi guardano all'America dei film, non a quella reale e sgomenta in disfacimento,  ma prima o poi usciranno fuori dalle sale cinematografiche con l pellicole sottotitolate confrontandosi con la realtà. A quel punto, anche l'auto elettrica sarà un sogno per pochi quando l'auto tradizionale non avrà più un senso concreto per quasi tutti, non solo in Cina.

Nella foto l'auto elettrica cinese BYD e601, BYD è acronimo di costruisci i tuoi sogni.

Leggere anche:
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- Cara, ma non tanto, per costruire i tuoi sogni
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domenica 17 luglio 2011

Il nucleare non si fa dimenticare

Non si faranno le centrali nucleari in Italia, e bastano quelle esistenti nel mondo per mantenere vivo il ricordo dello scampato pericolo, qui da noi. 

Ma siamo sicuri? Non direi. Il nostro globo terraqueo è troppo piccolo per pensare che ciò che avviene in Giappone o in Usa sia troppo lontano per non riguardarci  nel vivo  fosse solo per risvegliare  in noi la solidarietà nei confronti di quelle persone che sono e saranno colpite dai grandi disastri  e dai piccoli incidenti, nascosti, sottostimati, dimenticati dai media.

Ieri due notizie di incidenti che hanno portato alla chiusura di un paio di reattori e centrali in Giappone e nel New Jersey negli Stati Uniti.

Nel primo caso il reattore n.1 della centrale nucleare di Ohi, nella prefettura di Fukui, deve essere  fermato con procedura manuale per un problema al sistema di raffreddamento.   Il reattore n.1 è a tecnologia PWR da 1.120 MW, è entrata in esercizio nel 1977.  

Nell'altro caso raccontato dal Washington Post è stato spento l'impianto nucleare Salem 2, nel New Jersey,   per una fuoriuscita di acqua radioattiva. Salem 2 è costituita da un reattore a tecnologia PWR da 1.130 MW, è entrata in esercizio nel 1981 ed ha una licenza operativa fino al 18 Aprile del 2040 (?!). Produce circa  9,669 GWh all'anno.

Come ci ricorda  Radio New Zealand 35 dei 54 reattori giapponesi sono attualmente spenti, alcuni per il disastro a seguito del terremoto dell'11 Marzo scorso altri per ispezioni e manutenzioni correnti.



- Japan's Kansai Electric to shut down reactor due to technical failures
- NJ’s Salem 2 nuclear plant taken offline after leak of low-level radioactive water 

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sabato 16 luglio 2011

La povertà energetica delle famiglie inglesi

Nel Regno Unito viene considerata povera energeticamente quella famiglia che deve spendere più del 10 % del proprio reddito per riscaldare adeguata,mente la propria abitazione, 21°C negli ambienti della zona giorno e 18°C nelle altre stanze.

Ebbene le famiglie povere energeticamente sono salite numericamente del 22 % dal 2008 al 2009. 

Nel 2009, vi erano circa 5,5 milioni di famiglie povere di carburante nel Regno Unito, in aumento rispetto ai  4,5 milioni del 2008, secondo il DECC (Department of Energy & Climate Change) descritto nel Annual Report on Fuel Poverty Statistics 2011 pubblicato ieri. 

In Inghilterra invece  vi erano circa 4,0 milioni di famiglie povere  in crescita confrontati ai 3,3 milioni nel 2008.


La causa? Naturalmente, la crescita non positiva del numero di poveri è data dall'aumento del prezzo del carburante, 14% del gas e 5 % dell'energia elettrica.

Le proiezioni indicano un probabile aumento a  4,1 milioni di famiglie povere energeticamente in Inghilterra per il 2011... poi si vedrà.

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venerdì 15 luglio 2011

I consumi petroliferi italiani nel mese di Giugno 2011

I consumi petroliferi italiani nel mese di giugno 2011 sono ammontati a circa 6,3 milioni di tonnellate, con un aumento dello 0,9% (+57.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2010.

I prodotti autotrazione, a parità di giorni di consegna, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un calo del 5,2% (-45.000 tonnellate) rispetto a giugno 2010, mentre il gasolio autotrazione un aumento del 2,5% (+54.000 tonnellate).

La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di giugno è così risultata pari a circa 3 milioni di tonnellate, di cui 0,8 milioni di tonnellate di benzina e 2,2 di gasolio autotrazione, con un incremento dello 0,3% (+9.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2010.

Il Gpl autotrazione non ha evidenziato alcuna variazione, mentre i lubrificanti hanno mostrato un calo del 7,3%.

Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite dell’1,7% con quelle diesel che hanno rappresentato il 56% del totale (era il 48,9% nel giugno 2010).

Nel primo semestre 2011 i consumi sono stati pari a circa 35,7 milioni di tonnellate, attestandosi sullo stesso valore del primo semestre 2010.

La benzina, nel periodo considerato ha mostrato una flessione del 5,1% (-248.000 tonnellate), il gasolio un aumento del 2,2% (+273.000 tonnellate).

Nei primi sei mesi del 2011 la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un aumento dello 0,1% (+25.000 tonnellate).

Nello stesso periodo le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in diminuzione del 13,1%, con quelle diesel a coprire il 55,4% del totale (era il 43% nei primi sei mesi del 2010).

COMUNICATO STAMPA Roma, 14 Luglio 2011

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I nostri grafici 


Con i dati dei mesi precedenti ecco di seguito i nostri grafici a partire dal gennaio 2006.



Raggruppati per anno
Cliccare sul grafico per ingrandirlo




Mesi in sequenza

Cliccare sul grafico per ingrandirlo




Leggere anche:
- I consumi petroliferi italiani: nel mese di Maggio 2011

- I consumi petroliferi italiani: nel mese di Aprile 2011
- I consumi petroliferi italiani nel mese di marzo 2011
- I consumi petroliferi italiani nel mese di febbraio 2011
- I consumi petroliferi italiani nel mese di gennaio 2011
- Consumi petroliferi italiani nel mese di dicembre 2010

giovedì 14 luglio 2011

Le terre rare del Pacifico e i calamari giganti

Ricordate la questione delle cosiddette 'terre rare'?

In un post precedente abbiamo esposto le preoccupazioni, non solo dei giapponesi, circa la scarsità di quegli elementi così definiti (terre rare) che entrano nella produzione di gran parte degli strumenti elettrici ed elettronici moderni ed oggetti basilari per un po' tutto ciò che utilizziamo oggi, dai cristalli per auto, ai pannelli FV, alle batterie, motori elettrici, lampade. Non sarebbe diventato un problema impellente se la Cina non avesse deciso di porre un limite alle esportazioni.  La Cina non avrà più il monopolio delle terre rare, alternative e progetti

Da qui è nata la corsa per trovare sostituti per quegli elementi così essenziali e dove trovare alternative territoriali di estrazione. Talmente seria e impellente è la gara alla ricerca di alternative che già si sono trovate alcune  soluzioni (tampone?). Addirittura si prevede una sovra produzione dal 2013.  Terre rare, surplus nel 2013
 
Ma gli scienziati non si fermano alle ottimistiche previsioni, un volta spronati vanno avanti nella ricerca di tutte le possibili alternative alle soluzioni già individuate. Alcuni di loro, giapponesi,  della Marine-Earth Science and Technology, hanno scovato una raccolta consistente di terre rare nel fondo dell'oceano Pacifico, vicino alle Hawaii, una concentrazione sufficiente di questi elementi nelle fanghiglie tanto da far pensare che sia possibile una estrazione e filtrazione economicamente accettabile.

Gli autori del rapporto stimano che su una superficie di appena un chilometro quadrato, intorno d uno dei siti di campionamento individuato, potrebbe fornire un quinto del consumo annuale  mondiale. In un primo momento questa notizia di sì grande e promettente  ritrovamento sembrava offrire conforto ai paesi preoccupati del monopolio di terre rare attualmente detenuto dalla Cina  con il 97% delle estrazioni globali.   Però ci vorranno circa dieci anni e ingenti investimenti ma si ritiene che sia possibile farlo.
Ma alcuni analisti muovono delle perplessità in merito. Aziende come Molycorp, Lynas and Avalon Rare Metals sono certe che lo sviluppo di pratiche estrattive offshore potrebbe richiedere decenni e miliardi di investimenti, il che rende la prospettiva futura di sfruttamento dei vasti giacimenti  delle profondità oceaniche,   da 3.500 a 6.000 metri, poco più di un sogno.

I prezzi dei metalli delle terre rare sono saliti alle stelle nell'ultimo anno, da imputarsi alla Cina che  ha più volte stretto un giro di vite sulle esportazioni.
Disprosio, che è usato per fare magneti per auto ibride e Smartphone, è salito a 3.600 dollari al chilo, contro i 300 dollari al kg di un anno fa, mentre al neodimio, utilizzato anch'esso nei magneti, si aggira sui  450  dollari al kg, contro i 45 dollari dell'anno scorso.
C'è da rimarcare il fatto  che i giapponesi hanno sperimentato il riciclaggio delle terre rare, come alternativa, oltre che andare alla ricerca di localizzazioni ove investire in progetti di esplorazione  in tutto il mondo. E' chiaro che vogliono raggiungere l'indipendenza dal cappio stretto dalla Cina. Questi materiali sono molto, molto critici per l'economia giapponese.
Con una stima da 80 a 100 miliardi di tonnellate di terre rare contenute nei depositi sottomarini quantificato  dai giapponesi si può dire che  sono certamente più importanti di tutti i depositi che si trovato sul terreno solido, asciutto, ma la fattibilità della raccolta dei metalli da fanghi di mare è meno chiara ed evidente. 

Secondo gli scienziati giapponesi, è semplicemente una questione di pompaggio del materiale dal fondo dell'oceano ed 'utilizzare un composto acido per estrarre le terre rare dal fango. Facile a dirsi.

Ma gli stessi analisti non sono così sicuri di poterlo fare se non con modalità molto costose.
Canada Minerali Nautilus prevede di sviluppare un progetto di estrazione di rame sottomarino al largo delle coste di Papua Nuova Guinea, ed i diamanti  al largo della costa della Namibia. Ma con centinaia di aziende impegnate ad esplorare e sviluppare processi estrattivi di depositi di terre rare su un terreno solido, gli analisti dicono che il valore delle miniere di metalli subacqueo rimane piuttosto oscuro.

Comunque, gli analisti concordemente dicono che è necessario sfruttare miniere che siano situate al di fuori della Cina, e la prima scelta per molti è rappresentata dalla Molycorp, che prevede di avviare le sue miniere di Mountain Pass in California il prossimo anno, con una produzione di 40.000 tonnellate all'anno entro la fine del 2013 . 

La rivale Lynas, che possiede in Australia le miniere di Mount Weld, prevede di iniziare la produzione entro la fine dell'anno, a colpi di 22.000 tonnellate   ogni anno dal 2013. 

Altre piccole compagnie come Avalon, Rare Element Resources and Great Western Minerals sono tutti in fila in attesa della loro parte negli affari. 

La domanda globale di circa 130.000 tonnellate nel 2010 è destinata a crescere rapidamente nei prossimi cinque anni, e Molycorp insieme con Lynas  sono in grado di produrre circa un terzo delle necessità del mondo.

Se il Giappone riuscirà a sviluppare i giacimenti in acque profonde, potrebbe entrare in produzione entro cinque o 10 anni, questo rappresenterebbe una grande fonte di approvvigionamento. Solo un chilometro quadrato (0,4 miglia quadrate) di depositi saranno in grado di fornire un quinto degli attuali consumi mondiali annui, secondo  l'Università di Tokyo. 

Eppure, i produttori di terre rare ed esploratori di nuovi siti non sono intimoriti dalla possibilità della futura concorrenza dalle miniere in mare aperto ed alcuni sussurrano la loro perplessità raccontando che si aspettano di vedere calamari giganti e mostri preistorici risalire dal fondo del mare piuttosto che le terre rare.



- Terre rare, surplus nel 2013
- La Cina non avrà più il monopolio delle terre rare, alternative e progetti
-  Le "terre rare" e il palladio sintetico
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mercoledì 13 luglio 2011

1.900.000.000.000 di dollari per salvare la Terra

Un Rapporto Onu "World Economic and Social Survey 2011: The Great Green Technological Transformation" rivela quanto siano necessari importanti investimenti nelle nuove tecnologie per realizzare economie verdi da sviluppare nei paesi di tutto il mondo.

Nei prossimi tre o quattro decenni, l'umanità deve impegnarsi   per migliorare l'efficienza energetica, la produzione agricola e  scongiurare i probabili disastri ambientali  prodotti dall'impatto catastrofico dei cambiamenti climatici e il degrado. 

Maggiori investimenti saranno necessari in tutto il mondo nello sviluppo di tecniche e di tecnologie per la produzione di energia pulita,  l'agricoltura sostenibile e la forestazione, la realizzazione di infrastrutture a prova di clima, e in tecnologie capaci di ridurre la  produzione di rifiuti   non biodegradabili.

Il rapporto dice che la revisione tecnologica dovrà essere sulla stessa scala quantitativa della prima rivoluzione industriale.

Nel corso dei prossimi 40 anni, 1.900 miliardi dollari l'anno saranno necessari per gli investimenti sulle  tecnologie verdi.  Almeno la metà, se non 1.100 miliardi dollari l'anno, degli investimenti necessari dovranno essere messi a disposizione nei paesi in via di sviluppo per soddisfare le loro necessità di cibo e la domanda di energia  in rapida crescita attraverso l'applicazione delle tecnologie verdi.

Dato che la prima rivoluzione industriale, il reddito mondiale e la popolazione sono cresciute in modo esponenziale,  così come la domanda di energia e la produzione di rifiuti e inquinanti, la conseguenza è stata  che le attività umane hanno raggiunto il limite di sfruttamento delle risorse e di sostenibilità ambientale, secondo il rapporto.

Circa la metà delle foreste del pianeta sono state distrutte, le risorse idriche sotterranee si stanno esaurendo e contaminando, enormi perdite di biodiversità si sono già verificati, ed infine il cambiamento climatico minaccia la stabilità di tutti gli ecosistemi.

Allo stesso tempo, circa il 40 per cento dell'umanità, 2,7 miliardi di persone, si basano sulla biomassa tradizionale, come il legno, il letame (sic) e carbone, per il loro fabbisogno energetico, mentre il 20 per cento non ha accesso all'elettricità, soprattutto in Asia meridionale e in Africa sub-sahariana.

Per far raggiungere uno standard di vita decente per le persone dei paesi in via di sviluppo, specialmente all' 1,4 miliardi di persone che ancora vivono in estrema povertà, e gli ulteriori 2 miliardi di persone che sono previsti in tutto il mondo entro il 2050, è necessario, dice il rapporto,  che  sia molto più rapido il progresso economico .

Per la rivoluzione tecnologica necessaria per raggiungere l'obiettivo, il rapporto rileva che essa deve avvenire all'interno di un periodo di tempo limitato - il più presto possibile - a causa delle crescenti pressioni ecologiche.

Per indurre il necessario progresso tecnologico e l'adattamento, dice il rapporto, i governi a livello nazionale lo devono fare assumendo come ruolo centrale l'intensificazione della cooperazione internazionale.

Anche se fermassimo adesso il motore di crescita globale l'esaurimento delle risorse e l'inquinamento del nostro ambiente naturale continuerà a causa dei metodi di produzione esistenti e le abitudini dei nostri consumi.

E' necessario un drastico miglioramento, attraverso la diffusione di tecnologie verdi, invertire la tendenza alla distruzione ecologica in atto e garantire una sostentamento dignitoso per tutta l'umanità, ora e in futuro.

Energia verde
Allo stato attuale, il 90 % di energia è generata attraverso tecnologie 'marroni' che utilizzano combustibili fossili responsabili per circa il 60 % delle emissioni di anidride carbonica. La riduzione del consumo energetico e delle emissioni di gas serra richiederà drastici cambiamenti nei modelli di consumo, sistemi di trasporto, residenziali e la costruzione di infrastrutture, sistemi idrici e sanitari.

Per accelerare la trasformazione tecnologica, per far rientrare le emissioni ed incentivare il corretto uso dell'energia, il rapporto raccomanda che politiche idonee devono portare a quattro obiettivi principali:
- migliorare l'efficienza energetica senza far aumentare il consumo di energia;
- sostenere un ampio sviluppo globale delle tecnologie energetiche utilizzando localmente le tecnologie verdi più adatte;
- sostenere una maggiore sperimentazione e la ricerca;
- applicare una più consapevole governance e strategie responsabili di energia legate allo sviluppo tecnologico in quantità e modi superiori rispetto a quelli applicati attualmente.

Una vera rivoluzione 'verde' in agricoltura
L'agricoltura moderna contribuisce per il 14 per cento delle emissioni di gas a effetto serra e la gestione dell'uso del suolo e dell'acqua non sono sostenibili. Questi sono stati i risultati della cosiddetta rivoluzione verde in agricoltura degli anni 1960 e 1970, che ha premiato in tutto il mondo la produzione alimentare, ma ha anche accelerato il degrado dei suoli e delle acque

La produzione globale di cibo dovrà aumentare del 70 % entro il 2050 per nutrire una popolazione in crescita. Per affrontare questa sfida, il rapporto chiede una 'vera rivoluzione agricola verde', utilizzando tecniche di coltivazione che richiedono uno spreco minore di acqua e meno uso di prodotti chimici e pesticidi che causano il degrado del territorio.

Il rapporto continua dicendo che queste tecnologie agricole esistono, ma la loro distribuzione deve essere diffusa ancor più e resa conveniente per gli agricoltori di tutto il mondo, ma soprattutto ai piccoli agricoltori dei paesi in via di sviluppo.

Economie di scala nella produzione alimentare sostenibile, dovranno essere promosse attraverso servizi di supporto adeguati, non solo nella forma di accesso alle tecniche di agricoltura sostenibile, ma anche attraverso la distribuzione aggiornata delle reti e dei trasporti, di irrigazione e sistemi di gestione sostenibile dell'acqua, e l'accesso ai crediti e alla terra. Questo avrà enormi conseguenze per l'utilizzo del territorio e l'agricoltura. 

L'innovazione per la riduzione del rischio di catastrofi

L'incidenza di disastri naturali è aumentato di cinque volte dal 1970

Siccità e inondazioni sono diventati più frequenti e intense, e spesso sono i paesi più poveri i più  colpiti .

I cambiamenti climatici indotti dalle attività umane, la deforestazione, il degrado delle risorse naturali, la mancata protezione delle coste e delle infrastrutture aumentano la probabilità che gli shock climatici si trasformerà in disastri per l'umanità

La riduzione del rischio di catastrofi richiederà notevoli sforzi tecnologici e  cambiamenti   sociali. 

Per la riduzione del rischio di catastrofi necessita adottare modifiche nella progettazione degli insediamenti e delle infrastrutture e la loro realizzazione a prezzi accessibili..

Poiché  gli eventi naturali non rispettano i confini politici, gli sforzi nazionali devono essere supportati dalla cooperazione regionale e internazionale.

Cambiamenti politici necessari a tutti i livelli
La maggior parte degli sforzi per una trasformazione tecnologica deve avvenire a livello nazionale sviluppando  localmente le condizioni e immettendo le risorse. Oltre a ridisegnare gli sforzi di sviluppo nazionali, nel rapporto si chiede l'impegno internazionale nel campo dello sviluppo tecnologico e la cooperazione, assistenza esterna, finanziando gli investimenti e dettando le regole del commercio.

Aziende e governi tendono a vedere finanziamenti inadeguati come il più grande ostacolo ad una più rapida introduzione delle tecnologie pulite. Data la limitata capacità di mobilitare finanziamenti a lungo termine a livello nazionale in molti paesi in via di sviluppo, afferma il rapporto, una quota importante di investimenti aggiuntivi devono essere finanziati da trasferimenti di risorse internazionali.

Il rapporto rileva che l'impegno preso nell'accordo di Copenaghen di mobilitare 30 miliardi dollari tra il 2010 e il 2012 e 100 miliardi l'anno dal 2020, i trasferendoli verso paesi in via di sviluppo come un passo nella giusta direzione, ma, aggiunge, la consegna di questi impegni dovrà essere accelerata e le risorse accresciute fino a garantire la riuscita della sfida a cui vanno in contro i paesi.

Il rapporto propone inoltre di costruire una rete pubblica globale di informazione e trasferimento tecnologico per diffondere rapidamente la tecnologia verde.


Per il testo completo della relazione e ulteriori informazioni, vedere
http://www.un.org/en/development/desa/policy/wess/index.shtml
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