Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


martedì 30 giugno 2009

Le ragioni dell'auto elettrica secondo Renault e Nissan

I veicoli elettrici rappresentano una soluzione di fuga in avanti che consente una mobilità sostenibile per tutti. In conformità con la posizione rispettosa dell'ambiente espressa dal suo marchio Renault eco ², i veicoli elettrici di massa sono considerati come un mezzo per salvaguardare l'ambiente in modo sostanziale.

L'alleanza nella strategia del veicolo elettrico

Un impegno per i veicoli elettrici 

L'Alleanza Renault-Nissan intende promuovere il mercato di massa dei veicoli ad emissione zero. Tale impegno si fonda sul principio che i veicoli elettrici - a differenza di tutte le altre tecnologie (motori a combustione interna, ibridi) - sono veicoli ad emissione zero, nel corso di il loro uso su strada. A seconda di come l'energia elettrica viene prodotta nei diversi paesi in cui essi circolano su strada, le loro emissioni di gas serra (anidride carbonica equivalente) 'well-to-wheel' (dal pozzo alla ruota) " possono variare notevolmente. Detto questo, i veicoli elettrici in genere tendono a emettere meno gas ad effetto serra rispetto ad un equivalente veicoli con motore a combustione interna, come illustrato nel grafico sottostante, che confronta le emissioni  'well-to-wheel' di veicoli con motore a combustione interna e veicoli elettrici su di un normale ciclo di omologazione europeo NEDC:

(cliccare sull'immagine per ingrandire)

Nel caso di energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari o da fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico, fotovoltaico) le prestazioni 'well-to-wheel' di un veicolo elettrico sono indubbiamente superiori. Anche sulla base delle tecniche attualmente utilizzate per la produzione di energia elettrica in Europa, le emissioni di CO2 di un veicolo elettrico sono la metà di un veicolo a motore a combustione interna.

L'impronta ecologica è ancora più favorevole nel caso di un veicolo elettricoche è ricaricato di notte. Questo è il metodo più comunemente impiegato e consente di: 

-usare l'energia elettrica prodotta al di fuori del picco di produzione, che altrimenti sarebbe sprecato, poiché l'energia elettricità non può essere conservata; 
-realizzare un risparmio reale grazie ai costi più bassi offerti dai fornitori di energia al fuori delle ore di punta. In Francia, ad esempio, EDF fa pagare fino al 40 per cento in meno rispetto ai prezzi normali diurni; 
-utilizzare metodi di produzione di energia elettrica pulita (idraulica, nucleare, eolica), quando le centrali termiche sono in stand-by.
 
I veicoli elettrici rappresentano una soluzione di fuga in avanti che consente una mobilità sostenibile per tutti. In conformità con la posizione rispettosa dell'ambiente espressa dal suo marchio Renault eco ², i veicoli elettrici di massa sono considerati come un mezzo per salvaguardare l'ambiente in modo sostanziale.


Tratto dal comunicato stampa Renault del 29/06/2009

Leggere anche:


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Renault Kangoo be bop Z.E.

L'alleanza Renault-Nissan ha come obiettivo quello di diventare leader nella produzione di massa di veicoli elettrici a emissione zero. Nei restanti 18 mesi dall'uscita del veicolo nella versione definitiva con percorrenza di 160 km attualmente viene messo a disposizione per i terst uno con 100 km.

Renault Kangoo be bop Z.E. è un veicolo all-electric (tutto-elettrico) ad emissioni zero cioè non genera emissioni di CO2, fumi o particolato. 



Il Motore elettrico 

La macchina è alimentata da un motore elettrico di 44 kW (60hp), che vanta un'efficienza energetica del 90 %, una cifra che è di gran lunga superiore al 25 per cento dei motori a combustione interna (un minor rendimento a causa di perdite di energia). Questo motore a 12.000 giri / min  offre immediatamente la coppia massima che è costante a 190Nm. 
Accelerazione e ripresa a bassa velocità sono particolarmente sensibili. Il motore elettrico è anche molto 
silenzioso. 

Riduttore 
Il motore elettrico della Renault Kangoo be bop ZE è accoppiato ad un riduttore che sostituisce il cambio tradizionalmente collegato ai motori a combustione interna. Questo riduttore ha un unico rapporto di produzione e garantisce una accelerazione lineare senza strappi. Il  motore non può stallare in quanto non vi è alcuna frizione. 

Elettronica di potenza 
L'energia elettrica viene trasmessa al motore tramite una unità elettronica di potenza, che incorpora un controller che trasforma la corrente continua a 400V in corrente alternata trifase per alimentare il motore. Essa inoltre regola la potenza e la coppia del motore elettrico. 
  
Situato nei pressi del controllore, un convertitore DC/DC converte la corrente della batteria di trazione per ricaricaricare la batteria a 12V DC per l'alimentazione dei servizi elettrici convenzionali ausiliari di bordo della Renault Kangoo be bop ZE (illuminazione interna ed esterna, impianto audio, alzacristalli elettrici, ecc.) 

La junction box distribuisce la corrente alle funzioni del motore (batteria, il climatizzatore e i sistemi di riscaldamento). Questa scatola di giunzione comprende anche il caricabatterie che trasforma la corrente alternata 220V della presa elettrica connessa alla rete  in corrente continua  400V per la ricarica della batteria.

Tratto dal comunicato stampa Renault del 29/06/2009

Leggere anche:

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Il prototipo Kangoo be bop ZE, auto elettrica della Renault, in un video

Il prototipo del veicolo elettrico Kangoo be bop Z.E.  della Renault è a disposizione per i test drive. L'attuale prototipo è alimentato da un motore elettrico da 44 kW (60 hp) ed è dotato di un pacco batteria da 15kWh che permette una percorrenza di circa 100 km. La tecnologia a bordo di questa macchina è molto simile a quella che sarà in funzione nel veicolo attualmente in fase di sviluppo che è programmato per andare in produzione e vendita entro il 2011.




DATI TECNICI
Motori elettrici -Potenza (kW) 44 -Velocità (rpm) 12 000
Coppia massima 190 Nm
Trasmissione -Con
riduttore trasmissione diretta
Tipo di batteria agli ioni di litio -15 kWh di energia della batteria
Pneumatici Dunlop SP Sport 205/45 MAXR18
Ruote Cerchi pieno 18''
PRESTAZIONI
Max. (bloccaggio elettronico) (km / h) 130

Tutte le altre caratteristiche qui

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lunedì 29 giugno 2009

«Scappo. Qui la ricerca è malata»

Lettera della precaria che scoprì i geni del linfoma

Una laurea in Medicina, due specializzazioni, anni di contratti a termine: borse di studio, co.co.co, consulenze, contratti a progetto, l’ultimo presso l’Istituto di genetica dell’Università di Pavia. Rita Clementi ( foto a sinistra), 47 anni, la ricercatrice che ha scoperto l’origine genetica di alcune forme di linfoma maligno, in questa lettera indirizzata al presidente della Repubblica Napolitano racconta la sofferta decisione di lasciare l’Italia. Da mercoledì 1˚luglio lavorerà come ricercatrice in un importante centro medico di Boston. 

Caro presidente Napolitano, chi le scrive è una non più giovane ricercatrice precaria che ha deciso di andarsene dal suo Paese portando con sé tre figli nella speranza che un’altra nazione possa garantire loro una vita migliore di quanto lo Stato italiano abbia garantito alla loro madre. Vado via con rabbia, con la sensazione che la mia abnegazione e la mia dedizione non siano servite a nulla. Vado via con l’intento di chie­dere la cittadinanza dello Stato che vorrà ospitarmi, rinunciando ad essere italiana.


Signor presidente, la ricerca in questo Paese è ammalata. La cronaca parla chiaro, ma oltre alla cronaca ci sono tantissime realtà che non vengono denunciate per paura di ritorsione perché, spesso, chi fa ricerca da precario, se denuncia è automaticamente espulso dal «sistema » indipendentemente dai risultati ottenuti. Chi fa ricerca da precario non può «solo» contare sui risultati che ottiene, poiché in Italia la benevolenza dei propri referenti è una variabile indipendente dalla qualità del lavoro. Chi fa ricerca da precario deve fare i conti con il rinnovo della borsa o del contratto che gli consentirà di mantenersi senza pesare sulla propria famiglia. Non può permettersi ricorsi costosi e che molto spesso finiscono nel nulla. E poi, perché dovrebbe adire le vie legali se docenti dichiarati colpevoli sino all’ultimo grado di giudizio per aver condotto concorsi universitari violando le norme non sono mai stati rimossi e hanno continuato a essere eletti (dai loro colleghi!) commissari in nuovi concorsi?

Io, laureata nel 1990 in Medicina e Chirurgia all’Università di Pavia, con due specialità, in Pediatria e in Genetica medica, conseguite nella medesima Università, nel 2004 ho avuto l’onore di pubblicare con primo nome un articolo sul New England Journal of Medicine i risultati della mia scoperta e cioè che alcune forme di linfoma maligno possono avere un’origine genetica e che è dunque possibile ereditare dai genitori la predisposizione a sviluppare questa forma tumorale. Tale scoperta è stata fatta oggetto di brevetto poi lasciato decadere non essendo stato ritenuto abbastanza interessante dalle istituzioni presso cui lavoravo. Di contro, illustri gruppi di ricerca stranieri hanno confermato la mia tesi che è diventata ora parte integrante dei loro progetti: ma, si sa, nemo profeta in Patria. 

Ottenere questi risultati mi è costato impegno e sacrifici: mettevo i bambini a dormire e di notte tornavo in laboratorio, non c’erano sabati o domeniche...

Lavoravo, come tutti i precari, senza versamenti pensionistici, ferie, malattia. Ho avuto contratti di tutti i tipi: borse di studio, co-co-co, contratti di consulenza... Come ultimo un contratto a progetto presso l’Istituto di Genetica medica dell’Università di Pavia, finanziato dal Policlinico San Matteo di Pavia.

Sia chiaro: nessuno mi imponeva questi orari. Ero spinta dal mio senso del dovere e dalla forte motivazione di aiutare chi era ammalato. Nel febbraio 2005 mi sono vista costretta a interrompere la ricerca: mi era stato detto che non avrei avuto un futuro. Ho interrotto una ricerca che molti hanno giudicato promettente, e che avrebbe potuto aggiungere una tessera al puzzle che in tutto il mondo si sta cercando di completare e che potrebbe aiutarci a sconfiggere il cancro.

Desidero evidenziare proprio questo: il sistema antimeritocratico danneggia non solo il singolo ricercatore precario, ma soprattutto le persone che vivono in questa Nazione. Una «buona ricerca» può solo aiutare a crescere; per questo motivo numerosi Stati europei ed extraeuropei, pur in periodo di profonda crisi economica, hanno ritenuto di aumentare i fi­nanziamenti per la ricerca.

È sufficiente, anche in Italia, incrementare gli stanziamenti? Purtroppo no. Se il malcostume non verrà interrotto, se chi è colpevole non sarà rimosso, se non si faranno emergere i migliori, gli onesti, dare più soldi avrebbe come unica conseguenza quella di potenziare le lobby che usano le Università e gli enti di ricerca come feudo privato e che così facendo distruggono la ricerca.

Con molta amarezza, signor presidente, la saluto. 

Rita Clementi 

29 giugno 2009

(particolare di un quadro di Telemaco Signorini)

Un ex impianto nucleare austriaco produce energia fotovoltaica

Dopo trent´anni di inattività, il grande grigio edificio di quello che avrebbe dovuto essere una centrale nucleare a Zwentendorf, una cinquantina di chilometri a ovest di Vienna, da giovedì scorso finalmente produce energia solare grazie a 1.000 pannelli fotovoltaici.

L'impianto è destinato a produrre 180.000 kW/h di energia elettrica all'anno.

Questa è da considerare un conquista di quei cittadini di Zwentendorf che 5 Novembre del 1978 votarono in un referendum contro l'installazione dell'impianto nucleare.



Fonte: oe24.at

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domenica 28 giugno 2009

Anch'io voglio vivere a Vauban

A Vauban, un sobborgo della città universitaria di Friburgo (Germania), un lussureggiante tappeto di fiori dai colori brillante sostituisce quello che normalmente sarebbe di parcheggio fuori della propria linda casa borghese.

Invece del ruggito del traffico, i residenti ascoltano il canto degli uccelli, bambini che giocano e occasionali jingle del campanello di una bicicletta.

"Se si vuole avere un auto qui, devi pagare circa € 20.000 per uno spazio in uno dei garage alla periferia del quartiere", spiega Andreas Delleske uno dei fondatori ed ora promotore del progetto di Vauban " ma circa il 57 per cento degli abitanti ha venduto l'auto per godere il privilegio di vivere qui ".
Come risultato, la maggior parte dei residenti viaggia in bicicletta o utilizza un ultra-efficiente servizio di tram che collega la periferia con il centro di Friburgo, a 15 minuti di distanza. Se vogliono una macchina per andare in vacanza o per trasportare merci noleggiano un mezzo o si associano ad un car-sharing della città. Essendo praticamente un sobborgo senza auto rappresenta solo l'inizio di ciò che è stato salutato come uno dei più riusciti esperimenti di vita e di verde urbano da considerare più come un modello per un futuro e forse un modo di vita più essenziale in un'epoca di cambiamenti climatici.
Vauban è un sobborgo meridionale di Friburgo e la patria di 5300 persone. Le sue eleganti case a quattro piani sono dipinte in sottili sfumature di blu, giallo e rosso o conservano la naturale struttura in legno, hanno ampi balconi e grandi porte finestre che si affacciano sui tranquilli giardini che somigliano a parchi. Le finestre di tutte le case hanno triplo vetro. Un intricato sistema di ventilazione dotati di scambiatori di calore assicura che gli appartamenti abbiano costantemente aria fresca a temperatura ambiente, anche quando le finestre sono chiuse. La maggior parte delle case sono alimentati da pannelli solari, co-generatore a pellets che forniscono energia elettrica e il riscaldamento domestico e apparecchi per l'illuminazione. Una delle conseguenze è che la maggior parte delle case di Vauban generare un surplus di energia elettrica che viene venduta. Con i loro muri spessi 35 centimetri, le case sono così ben isolati che la temperatura all'interno è direttamente influenzata dal numero di persone presenti in ogni appartamento. Il costo in un anno per il riscaldamento di queste "case passive" di quattro stanze è di appena € 114 all'anno. Questa "casa passiva" non ha bisogno di canali di scolo per i servizi igienici e le docce. I rifiuti sono ridotti a compost in speciali sistemi biologici e l'acqua della doccia e dei servizi igienici di lavaggio viene filtrata e riutilizzata per innaffiare il giardino. Tuttavia il borgo di origini erano molto lontani da tali temi idealistici. È cominciato nel 1937 come caserma, una raccolta di edifici a tre piani in pietra che ospitavano le truppe dell'esercito della Wehrmacht di Adolf Hitler. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le baracche sono state requisite dalla esercito francese e rinominato Quartier Vauban (Sébastien Le Prestre de Vauban), un noto architetto militare 17° secolo.
Dopo la riunificazione della Germania, i francesi si sono ha ritirati e il quartiere è stato consegnato alla città di Friburgo, nel 1994, quando fu prontamente occupato dagli squatter. Poco dopo, un gruppo di persone con uno spirito ecologico, per la maggior parte della classe media, si è al quartiere. Molti hanno preso parte al movimento anti-nucleare, come gli studenti negli anni 1970 e 1980.
Hanno istituito il Vauban Forum, che ha cominciato a negoziare con il governo della città partendo come progetto di una città che poteva esistere grazie alle eco-tecnologie come alternativa al nucleare. Il risultato è stata la creazione di una serie di alloggi commissionati ad architetti per progettare case nuove ed ecologicamente sostenibili sul sito. La maggior parte delle vecchie baracche naziste sono state abbattute e più di 60 architetti sono stati impegnati a ricostruire Vauban. Gli edifici di tre-cinque piani contengono appartamenti di varie dimensioni che per l'80 per cento sono di proprietà privata che hanno un costo di circa 250.000 euro per quattro stanze. Il progetto è un punto di forza del movimento verde della Germania.

Il Governo della città di Friburgo è gestito da una coalizione composta da conservatori e Verdi e i Verdi detengono più seggi. Durante le elezioni europee, ha vinto il partito dei Verdi con il 60 per cento a Vauban. Quasi il 30 per cento dei suoi abitanti sono di età inferiore a 18. I bambini possono andare tranquillamente fuori la porta del loro appartamento dove esiste un giardino attrezzato con un parco giochi. Vauban è perfetta per i bambini. Amano il tipo di libertà che sarebbe difficile trovare in una città normale appartamento.

Fonte: The Indipendent online
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sabato 27 giugno 2009

Il picco del petrolio






Quando sei prossimo al punto di mezzo, il tasso a cui puoi estrarre la risorsa raggiunge un picco e dopo quel punto, non importa quanti sforzi fai, non puoi continuare ad estrarre la risorsa allo stesso tasso. Il tasso d'estrazione raggiunge il picco ed inizia a scendere Siamo all'incirca nel mezzo in questo momento. Siamo sul picco, siamo al punto in cui il mondo sta producendo la più alta quantità di petrolio che non riuscirà mai a produrre ed entreremo nella fase di discesa a breve (se non già), e non c'è chiaro se ci siamo già dentro o no. Il picco significa in modo categorico che non cresci più. L'effetto di sorpassare il picco significa in essenza, che ogni barile di petrolio che produci da quel momento in poi sarà più costoso, richiederà più energia per tirarlo fuori di sotto, e sarà di una qualità più bassa.

Senza energia a basso costo finisce lo sviluppo incontrollato e la crescita ipertrofica.

.. vedere anche > qui - il picco <


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venerdì 26 giugno 2009

Mitsubishi realizza moduli fotovoltaici organici altamente integrati

Mitsubishi Cooperation (MC), il National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST) e Tokki Corporation (TOKKI) sono riusciti a sviluppare un nuovo, altamente integrato modulo Fotovoltaico organico (OPV) che probabilmente è il primo modulo fotovoltaico organico al mondo, e sarà esposto al mondo PV Giappone esposizione tenutasi dal 24 al 26 giugno 2009, alla Fiera di Makuhari (Makuhari Messe).
Gli OPV sono film sottili e colorati FV ben conosciuti di terza generazione dovrebbero essere utilizzati integrati nelle finestre, pareti, tessuti, nei prodotti tessili, giocattoli e attrezzature utilizzate all'aperto, applicazioni che si sono dimostrate difficili per i tipi di moduli fotovoltaici al silicio attualmente in uso.
La tecnologia elimina la necessità di deposizione maschera patterning, che è utilizzato nei metodi convenzionali.

Fonte: Mitsubishcorp.com
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giovedì 25 giugno 2009

La Corea del Sud contro le batterie al litio giapponesi

Secondo il quotidiano nipponico online The Daily Yomiuri del 22 Giugno, la Corea si appresta a mettere in atto leggi più restrittive per impedire in qualche modo l'introduzione delle batterie al litio giapponesi nel mercato interno. Ancora non sono chiari i termini delle nuove regole ma quello che è certo è che le batterie del sol levante dovranno passare una sorta di certificazione prima di poter essere commercializzate.

Il tutto in funzione della lotta per l'acquisizione del mercato tra le due nazioni nel quale il Giappone per ora risulta vincitore con il 60% della vendite planetarie.

Sembra che gli USA saranno esclusi da tale obbligo di certificazione coreana poiché si accetterà la certificazione originale proveniente dagli Stati Uniti.

Fonte: yomiuri.co.jp
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mercoledì 24 giugno 2009

Mitsubishi prende gusto per le auto elettriche

Il 17 ultimo scorso la borsa di Tokyo affrontò una perdita media del 1,2% nel suo indice Nikkei 225 laddove le azioni della Mitsubishi in controtendenza hanno guadagnato il 3,9% (Japanese shares fall, but Mitsubishi Motors rises )
La ragione? Una inchiesta ha reso evidente che il pubblico giapponese avrebbe accettato di buon grado acquistare un'auto elettrica al prezzo di circa 31.000 dollari e, guarda caso questo è il costo della i.MiEV Mitsubishi una volta detratti contributi statali giapponesi ( leggere qui ).

Ma non finisce qui. La casa giapponese ha in progetto altri veicoli elettrici da mettere in produzione e cioè un veicolo elettrico commerciale entro il 2010, una auto elettrica più grande rispetto alla i-MiEV, una sportiva, un'ibrida plug-in entro il 2013.

Un obiettivo da perseguire per i giapponesi è raggiungere il 20% di auto elettriche della propria produzione totale entro il 2010.

Fonti: New York Times e Nikkei

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martedì 23 giugno 2009

Vola la Nissan in borsa grazie alle notizie sulle auto elettriche

Ieri lunedì 22 le Borse asiatiche hanno registrato un rialzo generalizzato, Tokyo ha chiuso in progresso dello 0,41% e Hong Kong del 2,52%.
Bene i titoli bancari e le utilities.
Tra gli automobilistici corre Nissan (+5,8%) dopo la notizia che il costruttore investirà insieme al gruppo di elettronica Nec (+1,1%) fino a 1 miliardo di dollari in un impianto per auto elettriche negli Usa.

Fonte : wallstreetitalia.com


Nissan To Build New Car At Smyrna Plant
SMYRNA, Tenn. - Good news for Tennessee's auto industry, Nissan said they plan to build a new car at its plant in Smyrna.
A Japanese newspaper reported that production of electric and battery vehicles will begin in Smyrna in three years. The automaker is hoping to get money from low-interest loans for green vehicles.
The overall investment is expected to be more than $500 million and could be closer to a billion dollars.
Nissan also said it will build a production facility for high-capacity ion batteries at their Smyrna site with the NEC Corporation.


Fonte: newschannel5.com
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Sistema di ricarica auto elettriche con trasmissione dati Renault/EDF

Renault e EDF hanno annunciato ieri di avere stretto una stretta collaborazione per una nuova fase di sviluppo nel campo dei veicoli elettrici da qui al 2011. L'accordo firmato si riferisce alla trasmissione di dati dalle colonnine di ricarica e i veicoli elettrici denominata “power line communication” (PLC). La tecnologia sviluppata da EDF assicurerà la sicurezza di trasmissione tra il veicolo elettrico e il terminale di ricarica incluso la sua identificazione ed i dettagli di tariffazione. La Renault dal canto suo porterà avanti i test sui propri veicoli elettrici. Le due aziende sono concordi nell'affermare che tutto ciò apporterà un positivo e forte contributo allo sviluppo del mercato dei veicoli elettrici in Francia.

E' inutile precisare chi sia la Renault ma vale aggiungere due parole sulla EDF. Électricité de France (EDF) è la maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia ed è uno dei più grandi produttori di elettricità al mondo. Nel 2003, ha prodotto il 22% dell'elettricità dell'Unione europea.

Siamo convinti che questo accordo permetta lo sviluppo dei veicoli elettrici e che due importanti aziende francesi abbiano deciso di unirsi per raggiungere insieme un comune scopo. Questo conferma che spesso noi siamo avanti anni rispetto agli altri. Mi spiego. Questo stesso sistema lo abbiamo sviluppato e messo in funzione da un bel po' di tempo qui in Italia.
Fonte: Renault.media.com

Se ENEL vuole sa dove e come contattarci.

Inoltre leggere:

- qui - Giugno 2009
- qui - Gennaio 2007


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lunedì 22 giugno 2009

Strage di balene

Potrebbe allentarsi la moratoria sulla caccia alle balene per scopi commerciali. E’ con questo rischio che si riunisce oggi a Madeira, in Portogallo, la commissione internazionale per la caccia alle balene.

Nell’incontro, che proseguirà per quattro giorni, i rappresentanti dei paesi dediti alla caccia cercheranno di ottenere nuovi permessi, come precisa il responsabile di Ifaw Global Whale, Patrick Ramage:

“Sono tre attualmente i paesi che uccidono le balene per uso commerciale: Giappone, Islanda e Norvegia. In questa riunione i loro rappresentanti cercheranno di ottenere nuovi permessi per espandere le lattività. Tokyio vuole essere autorizzata a cacciare le balene vicino alle coste del paese oltre alle migliaia che uccide nel nord e nel sud del Pacifico”.

La moratoria è in vigore dal 1986, ma il Giappone precisa che non puo’ applicarla perchè la caccia è una pratica che fa parte della sua cultura. Tokyo giustifica l’abbattimento di una parte delle migliaia di cetacei anche a scopo scientifico.

Una falsità, secondo l’associazione Greenpeace.

Altro post:
Fær Øer, Danimarca, il massacro delle balene

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Auto ibrida, elettrica o a idrogeno?

La domanda non è nostra ma viene dal titolo di un articolo sul Daily Telegraph online del 19 Giugno scorso. Noi abbiamo già una nostra risposta pronta da anni. Sicuramente è l'auto elettrica la miglior scelta in assoluto. Ma seguiamo i ragionamenti dell'articolista del quotidiano britannico. Innanzi tutto si chiede: Guardando i pro e i contro dei vari tipi di sistemi di propulsione per le automobili che cosa ci riserva il futuro?

Un decennio fa gli acquirenti avevano ben poca scelta: l'originale Honda Insight e la Toyota Prius prima edizione prodotta in un numero limitato di unità. E' vero, con l'ibrido le emissioni di CO2 serano ancora presenti quindi questa tecnologia rappresentava un passo per raggiungere l'obiettivo delle zero emissioni possibili solo con l'auto a celle a combustibili (idrogeno) e a batterie, ma entrambi dovevano affrontare notevoli ostacoli prima di poter competere con le vetture convenzionali. Per i modelli con celle a combustibile, l'ostacolo più grande è la disponibilità di idrogeno che, potrebbe essere l'elemento più comune nell'universo, unito a molecole di ossigeno in forma di acqua, ma per separare l H2 dall'O occorre un bel po' di energia. L'idrogeno è anche un gas incline a sfuggire dai contenitori, è difficile da trasportare e richiede un costoso sistema di stoccaggio a bordo.
Più promettente è l'auto elettrica. Come un veicolo a celle a combustibile, non produce emissioni di scarico ed è poco rumoroso, ma ha il notevole vantaggio che la rete di distribuzione per la sua fonte di energia esiste già dappertutto.
Infatti la presa elettrica è reperibile ovunque e non richiede quasi nessun tipo di ulteriore investimento al contrario di ciò che sarebbe necessario per le infrastrutture e stazioni di distribuzione insistenti per l'idrogeno. Le automobili elettriche sono limitate dalle batterie che oggi non permettono percorrenze superiori alle 80 / 100 miglia rispetto alle 300 miglia e più di una macchina convenzionale. In realtà, le 80 / 100 miglia sono più che sufficienti per la maggior parte degli automobilisti che usano la macchina per trasferimenti pendolari di ogni giorno, ma risulta impraticabile fare lunghi viaggi a causa del tempo di ricarica delle batterie di alcune ore.
Quindi le carenze date dalle percorrenze delle auto a fuel-cell ed elettriche potrebbero essere ovviate dall'uso di motori diesel in aggiunta per formare veicoli ibridi utilizzabili ancora per decenni.

Tutta la descrizione ci appare convincente eccetto che per alcune considerazioni terminali che correggiamo noi secondo la nostra visione. Non è più ragionevole paragonare le auto tradizionali (comprese le ibride conosciute) con le sue alternative elettriche a fuel cell o a batterie per varie ragioni quali la basse efficienza e l'inquinamento prodotto dal motore a scoppio che oggigiorno non sono più sopportabili oggi in termini economici ed ambientali, tanto più lo sarà in futuro.
Le statistiche sono chiare. Solo il 10 per cento dei percorsi quotidiani sono superiori ai 100 km quindi il mercato futuro sarà sicuramente elettrico per il 90%. Le batterie al litio già oggi permettono ricariche rapide dell'ordine di pochi minuti, quindi a breve sarà evidente che l'auto col motore a scoppio, ibrida seriale o ibrida parallela sarà del tutto inutile. L'unico obiettivo ragionevole è quello di perseguire la strada dell'auto e dei veicoli elettrici con le sole batterie a bordo.
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domenica 21 giugno 2009

Solar Impulse. Il giro del mondo con un aereo solare

Nel Novembre del 2007 abbiamo scritto un post intitolato "Solar Impulse, volare giorno e notte senza carburante!" nel quale si descriveva il progetto di un aereo alimentato dalle sole batterie ricaricata grazie ai pannelli fotovoltaici presenti sul corpo del velivolo. Il programma Solar Impulse era partito nel 2003 con uno studio di fattibilità, poi sviluppato tra il 2007 e il 2009 è stato realizzato il prototipo HB-SIA che dovrebbe spiccare il primo volo con un test notturno di prova nel 2010 ed effettuare il giro del mondo nel 2011.
L'aereo solare ha un'apertura alare di 61 metri, è dotato di sensori solari posizionati sulle ali, motori elettrici che attivano le eliche, batterie per volare anche di notte, unità di controllo elettronico e regolatori per la gestione dell'energia. Poi sarà la volta di un nuovo velivolo, l'HB-SIB con un'apertura alare di 80 metri. E infine sarà compiuta la prima missione di più giorni attraversando l'oceano Atlantico e il giro del mondo in cinque tappe.

Il Solar Impulse verrà ufficialmente presentato venerdì prossimo, 26 giugno, all'aerodromo di Dübendorf (Zurigo- Svizzera). Presenti alla cerimonia l'ideatore del progetto Bertrand Piccard, il co-fondatore della Solar Impulse André Borschberg, e tutti i partner dell'iniziativa.
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Firenze perderà il primato delle colonnine di ricarica

Sembra che Amsterdam sia la prima città europea che strapperà a Firenze il primato europeo delle colonnine di ricarica per veicoli elettrici.

Il piano olandese prevede l'installazione di 200 colonnine di ricarica a breve termine di tempo (prima del 2012) come progetto iniziale per gettare le fondamenta di una mobilità elettrica che prevederà 10 mila auto a batteria circolanti nelle strade di Amsterdam.


Leggere Il piano auto elettriche di Amsterdam - qui -

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sabato 20 giugno 2009

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In 200.000 anni di presenza sulla Terra, l'umanità ha sconvolto l'equilibrio del pianeta conquistato in quasi quattro miliardi di anni di evoluzione. Il prezzo da pagare è alto, ma è troppo tardi per essere un pessimisti: l'umanità ha appena dieci anni per invertire la tendenza, per prendere coscienza della la misura di tutte le spoliazioni delle ricchezze che ha procurato alla Terra e per determinare un cambiamento di modelli di consumo.

Il video è uscito in contemporanea in 50 paesi il 5 Giugno.

Inquinamento. PM10 ed ozono in Europa

Nonostante i miglioramenti favoriti dalla legislazione europea, particolato e ozono rimangono i principali inquinanti dell’aria presenti in Europa.

Due rapporti dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) fanno il punto sulla situazione.

Alte concentrazioni di PM10 e di ozono possono avere effetti dannosi sulla salute umana e sulla vegetazione.

La legislazione europea sulla qualità dell'aria pone due valori limite per le concentrazioni di PM10 ai quali i cittadini dell'Unione non devono essere esposti:

- ad una concentrazione media annua di PM10 non deve superare il livello di 40 mg per metro cubo (m3)

- ad una concentrazione di PM10 superiore ai 50 mg per m3 per più di 35 volte in un anno

Per la protezione della salute umana dall’ozono a livello del suolo, la legislazione europea pone un valore obiettivo (non vincolante legalmente):

- una concentrazione media nelle otto ore di 120 mg per m3 non deve essere superata per più di 25 giorni in un anno.

Un europeo su quattro nel 2005 ha avuto molti giorni dell’anno nei quali ha respirato alte concentrazioni di particolato (PM10), il rapporto di EEA "Spatial assessment of PM10 and ozone concentrations in Europe (2005)".

In aggiunta a queste punte giornaliere, un europeo su dieci è stato esposto durante l’anno a livelli medi di concentrazioni di particolato PM10 superiori al limite previsto dalla UE.

Si stima che in Europa il PM10 abbia causato circa 373.000 morti premature nel 2005.

Ampie zone dell’Europa orientale e la Pianura Padana nel nord Italia, ma anche parti dei Balcani, dell’Italia, della Grecia, dell’Olanda, del Lussemburgo, del Portogallo e della Spagna, sono caratterizzate da livelli record giornalieri di concentrazioni di PM10, specialmente nelle zone più urbanizzate.

Il rapporto registra situazioni analoghe per i livelli di ozono, con più di un terzo della popolazione europea esposta a livelli di ozono superiori al limite obiettivo previsto dalla UE. L’impatto sulla salute sembra essere inferiore, rispetto a quello del PM10 ed è stimato nell’ordine di 75 morti premature per milione di abitanti (per l’Europa meridionale e sud orientale) e meno di 10 morti premature per milione di abitanti (nell’Europa settentrionale e nord-occidentale) nel 2005.

Il numero di episodi di superamento dei limiti per l’ozono diminuiscono, ed il rapporto EEA "Air pollution by ozone across Europe during summer 2008" afferma che i livelli di ozono registrati nel corso dell’estate 2008 sono stati i più bassi dal 1997. Tuttavia tutti gli stati della UE hanno superato i limiti relativi all’obiettivo a lungo termine della legislazione europea.

I livelli più elevati sono stati misurati in Italia, con concentrazioni della media oraria di 399 and 302 μg/m3,. Numerose stazioni in Belgio, Grecia, Italia, Spagna e Svizzera hanno poi registrato concentrazioni comprese fra i 240 ed i 300 μg/m3.

Fonte: Arpat

(cliccare sulle immagini per ingrandire)
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venerdì 19 giugno 2009

RWE punta su 'Desertec' e auto elettriche

RWE (*), il secondo produttore tedesco di energia elettrica, sembra abbia tutta l'intenzione di entrare a far parte del progetto, già noto, si chiama "Desertec" (abbiamo già scritto sull'argomento qui ).

La prima fornitura in Germania di energia solare proveniente dal Sahara dovrebbe aver luogo tra 10 anni. Nei piani del consorzio, "Desertec" (**) dovrebbe coprire a medio termine il 15 per cento del fabbisogno energetico europeo. Probabilmente alle iniziative collaboreranno anche Italia e Spagna ma questo si saprà dopo il 13 luglio, data di creazione del consorzio di cui faranno parte il colosso assicurativo Muenchener Rueck, Deutsche Bank, la Siemens ed appunto la RWE.

Altra notizia relativa a RWE viene da Bonn ove si è svolto al primo congresso nazionale sui veicoli elettrici. Carolin Reichert, responsabile della divisione Nuove Iniziative del colosso dell'energia, ha confermato l'interesse dell'azienda (leggere il nostro post su la presa elettrica standard per VE) al crescente mercato delle auto elettriche che entro il 2020 si prevede ne circoleranno fino 2,4 milioni di unità sulle strade tedesche. Il governo federale, come e' noto, prevede di stanziare 700 milioni di euro entro il 2015 per promuovere lo sviluppo e la diffusione delle auto elettriche nel Paese. Berlino punta ad almeno un milione fra veicoli elettrici e ibridi per il 2020.

(*) RWE AG (fino al 1990: Rheinisch-Westfälisches Elektrizitätswerk AG) è una compagnia elettrica tedesca fondata nel 1898, con sede ad Essen. Tramite le sue società controllate, distribuisce elettricità (ma anche gas e acqua) ad oltre 120 milioni di clienti, principalmente in Europa e Nord America. La RWE è il secondo maggior produttore di elettricità tedesco (dopo la E.ON). Opera negli USA tramite la American Water Works e la sua controllata CalAm (california American Water).

(**) The DESERTEC Foundation (website) is intended to serve as a hub for realizing the DESERTEC Concept. It will also work for creating a global alliance to ensure security of energy supplies, to promote economic development, and to stabilize the world’s climate.

Fonte: Il sole24ore online, repubblica online
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giovedì 18 giugno 2009

Autoambulanza elettrica

Non l'avevate mai vista, vero?

In anteprima eccola qua con le caratteristica essenziali.

Batterie ad alta capacità LITIO-POLIMERI
Motore asincrono 30/60 KW
Frenata rigenerativa doppio step
Autonomia di servizio a pieno carico, in ciclo urbano, in condizioni normali di guida e di utilizzo : km. 130 per ogni ciclo di ricarica.
Velocità massima: 70 km/h
Pendenza superabile 16%
Tempo di ricarica : 6/8 ore
Velocità, accelerazione e recupero energia programmabili secondo richiesta.

La conversione del Ducato Fiat è interamente italiana, materiale elettrico ed elettronico italiano eccezion fatta per le batterie, naturalmente.

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Consumi di energia elettrica in Italia: - 7,3% a maggio 2009

Terna è il principale proprietario della Rete di Trasmissione Nazionale di energia elettrica ad alta tensione con il 98,3% delle infrastrutture elettriche nazionali. E’ anche responsabile della trasmissione e del dispacciamento dell'energia sull'intero territorio e quindi della gestione in sicurezza, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, dell’equilibrio tra la domanda e l’offerta di energia elettrica. La Società è inoltre responsabile dell'attività di programmazione e sviluppo della Rete, provvede alla sua manutenzione e al suo sviluppo nel rispetto dell'ambiente e coniuga competenze e tecnologie per migliorarne l'efficienza.

Recentemente Terna ha diffuso attraverso un comunicato stampa i consumi nazionali di energia elettrica nel mese di maggio. Si legge.

Nel mese di maggio 2009 la quantità di energia elettrica richiesta in Italia, pari a 25,4 miliardi di kilowattora, ha fatto registrare un calo del 7,3% rispetto ai volumi richiesti a maggio dell’anno precedente.
Sul risultato di maggio 2009 hanno influito una giornata lavorativa in meno (e quindi un minor
consumo di elettricità) e una temperatura media mensile superiore di circa un grado e mezzo
rispetto a maggio 2008 (con un conseguente maggior utilizzo di energia elettrica per il ricorso alle
apparecchiature refrigeranti). Poiché i due effetti risultano di segno contrario e uguali in valore
assoluto, il dato normalizzato della variazione della domanda elettrica di maggio 2009 risulta
comunque pari a -7,3%.

Complessivamente il fabbisogno dei primi cinque mesi del 2009 ha registrato un calo del 8,6%
rispetto allo stesso periodo del 2008; a parità di giorni lavorativi, la diminuzione è pari a -7,8%.
L’andamento negativo dei consumi elettrici non andrà a incidere sulle attività di sviluppo della rete previste da Terna. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas, infatti, riconoscendone la natura
infrastrutturale, ha introdotto un meccanismo che rende molto marginale l’impatto della
diminuzione dei volumi di energia sui ricavi tariffari di Terna, attraverso una “franchigia” di +/-
0,5%.

Nel mese di maggio 2009 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per:
  • un 85,2% con produzione nazionale e per la quota restante
  • 14,8% dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.

In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,2 miliardi di kWh) è in calo di un 8,3%
rispetto a maggio 2008:
  • in crescita la fonte di produzione idroelettrica (+31,6%),
  • eolica (+12,3%) e
  • geotermoelettrica (+0,6%),
  • in calo la fonte termoelettrica (-18,6%).

A livello territoriale la variazione della domanda è differenziata sul territorio nazionale, ma ovunque
negativa:
  • -9,2% al Nord,
  • -6,9% al Centro e
  • -3,8% al Sud.
25,4 miliardi di kWh richiesti nel mese di riferimento sono distribuiti per il 44,1% al Nord, per il 30% al Centro e per il 25,9% al Sud.

Consumi ad Aprile

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Bilancio mensile dell'energia elettrica in Italia dal 2006 ad oggi


Cliccare sull'immagine per ingrandire
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Fotovoltaico in Toscana, 2.400 impianti con l'incentivo

Boom di richieste in Toscana per l'accesso alle tariffe incentivanti del Conto Energia, il particolare meccanismo di incentivazione che remunera l'energia elettrica prodotta da un impianto solare fotovoltaico per un ventennio. Secondo dati del Gestore servizi elettrici (Gse), a fine marzo di quest'anno erano 2.401 gli impianti fotovoltaici entrati in esercizio nella nostra regione. Il conto energia rappresenta la fonte principale fonte di reddito per coloro che decidono di installare un impianto fotovoltaico poiché comporta l'erogazione di un incentivo proporzionale alla produzione di energia elettrica. Un'ulteriore fonte di ricavo è rappresentata dalla valorizzazione dell'energia elettrica prodotta dall'impianto che può essere poi autoconsumata oppure venduta al mercato. L'energia prodotta dall'impianto fotovoltaico è remunerata attraverso una tariffa incentivante articolata con l'applicazione di alcuni parametri. Per gli impianti entrati in esercizio a partire dal 1° gennaio di quest'anno, con potenza nominale fino a 3 kW, le tariffe incentivanti variano da 39 a 48 eurocent per kW prodotto. La richiesta dell'incentivo deve essere inviata al Gse entro sessanta giorni dalla data di entrata in esercizio dell'impianto fotovoltaico. La stragrande maggioranza dei proprietari di piccoli impianti utilizzano il meccanismo di «scambio sul posto» che permette di immettere in rete energia elettrica prodotta ma non immediatamente autoconsumata, per poi prelevarla in un momento successivo per soddisfare i propri consumi. Per facilitare il finanziamento degli impianti fotovoltaici, il Gse permette la cessione dei crediti derivanti dall'ammissione alle tariffe incentivanti al soggetto finanziatore.
Fonte: la Repubblica
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mercoledì 17 giugno 2009

Energia. I consumi petroliferi italiani nel mese di maggio 2009

L'Unione Petrolifera ha emesso il consueto comunicato stampa, all'interno del proprio sito web, che fotografa i consumi petroliferi italiani nel mese di maggio 2009. Questi hanno fatto segnare una nuova e pesante flessione - 8,5% pari a 565.000 tonnellate in meno rispetto allo stesso mese del 2008, attestandosi a poco più di 6,1 milioni di tonnellate.
I prodotti autotrazione, penalizzati da un giorno di consegna in meno, hanno rilevato le seguenti dinamiche:
- la benzina nel complesso ha mostrato - 4,5% pari a 43.000 tonnellate in meno rispetto al maggio 2008, mentre
- il gasolio autotrazione - 4,1% pari a 92.000 tonnellate in meno.
La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di maggio è così risultata pari a circa 3 milioni di tonnellate, con un decremento del 4,3% (-135.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2008.

l'analisi di Aprile

Il governo coreano incentiva 'poco' le auto elettriche

Registriamo la lamentela di un redattore del giornale coreano JoongAng Daily secondo cui il governo locale poco fa per incentivare l'utilizzo di veicoli elettrici ed ibridi. Se una persona compra una vettura ibrida in Corea dall' inizio del prossimo mese potrà ricevere un contributo fino a 3,1 milioni di won (1770 euro) per l'acquisto e agevolazioni fiscali.

Troppo poco confrontando quanto fanno altri governi stranieri quali Stati Uniti, Francia e Giappone. Giappone sta dando 250.000 yen (1.835 euro) in sovvenzioni per gli acquirenti di auto ibride, ma molto di più per le auto completamente elettriche (leggere qui). Gli Stati Uniti hanno restituiscono sotto forma di imposta sul fino a 3.400 dollari (2.450 euro) per una vettura ibrida. Si dimentica, il redattore, che la vicina Cina offrirà un contributo ben più sostanzioso all'acquirente di un'auto elettrica, l'80% (leggere qui).

Comunque il Ministero ( Ministry of Knowledge Economy ) competente coreano si è ripromesso di ridiscutere al più presto la questione.

Fonte: JoongAng Daily online

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martedì 16 giugno 2009

Le immatricolazioni auto a Maggio in Europa: -4,9%

Sono stati diffusi da parte dell'ACEA (Associazione costruttori europei dell'auto) i dati relativi alle immatricolazioni delle auto del mese di Maggio in Europa (27 paesi Ue più quelli Efta) che risultano essere in flessione per il tredicesimo mese consecutivo. In totale sono state resgistrate 1.270.195 nuove auto.

Come si legge nella tabella (cliccare per ingrandire) qui a fianco si rileva una flessione ancora profonda delle immatricolazioni in Europa in calo annuale del 4,9% e del 13,9% nei primi cinque mesi dell'anno in corso. Bene l' Austria (+4,8%), Francia (+11,8%) e Germania (+39,7%), soprattutto grazie agli incentivi per il rinnovo delle flotte.
Flessioni si sono registrate in Italia nonostante gli incentivi (-8,6%).
Vistosi cali in Gran Bretagna (-24,8%) e in Spagna Spain (-38,7%),Finlandia, Irlanda, Olanda, Portogallo, Svezia, Belgio.

Sostanzialmente il crollo continua e sembra essere frenato solo laddove vi siano dei contributi locali statali, ma che non fanno altro che drogare il mercato per un certo periodo, drogaggio che verrà ad essere scontato con gli interessi. In altri termini, nei mesi futuri, possiamo aspettarci un supercrollo in quei mercati dove sono stati elargiti contributi statali come bomba ad orologeria.

(cliccare sull'immagine per ingrandire)

I dati di Aprile 2009
I dati di Marzo 2009
I dati di Febbraio 2009

Dalle Regioni 600 milioni per la Fiat elettrica (altrettanti dal governo)

La presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso ha convocato una riunione con i colleghi delle aree con stabilimenti Fiat suggerendo investimenti regionali per 600 milioni di euro allo scopo di costruire qui l'auto del futuro.

Questo è quanto scrive Marco Trabucco nel suo articolo su la Repubblica/Espresso online.

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Dobbiamo seguire gli esempi che arrivano da Francia, Germania e Stati Uniti. Anche il governo deve fare la sua parte, raddoppiando la cifra. Solo così possiamo salvare le nostre fabbriche

Bresso lei ha scritto agli altri presidenti della Regioni che ospitano stabilimenti automobilistici per convocarli a un incontro. Cosa intende proporre?
"In realtà l'appuntamento del 10 giugno non nasce dal nulla. I nostri assessori si stanno parlando già da qualche settimana, per la precisione dal 30 aprile, quando noi governatori c'eravamo visti a Roma con i sindacati e qualche idea l'abbiamo già".
Quali sono queste idee?
"Ciò che sta accadendo negli Stati Uniti, in Francia e in Germania, con il sostegno dei governi all'industria automobilistica locale, con l´accordo Fiat-Chrysler, con il dibattito che sta accompagnando l'offerta di acquisto di Opel, ha rafforzato la nostra convinzione che il sostegno al settore automotive sia decisivo per il futuro economico ed industriale del nostro Paese. Perché coinvolge un numero molto elevato di imprese, oltre 2700, con un fatturato pari all´11,4 per cento del Pil. Perché è il primo contribuente fiscale del paese come settore industriale (81,6 miliardi di euro l´anno) è tra quelli ad alta tecnologia e alto valore aggiunto, dà lavoro a circa 275.000 persone direttamente, e a circa 1 milione in maniera indiretta. In più contribuisce all´export per l' 8,6 per cento del totale ed è il primo settore industriale in termini di investimenti privati".

Quindi?
"Quindi bisogna conservarlo e anzi favorirne l'ulteriore sviluppo".

Come, visto che in questo momento la competizione internazionale si sta facendo durissima? E che addirittura si rischia di scatenare una guerra tra le regioni per salvare questo o quello stabilimento Fiat.
"Qualche mese fa io avevo chiesto al governo non solo di varare gli incentivi ma anche di investire in ricerca in questo settore, perché il futuro è dell'auto pulita. In un mercato che è fermo perché, almeno qui in Occidente, giusto si rinnova ogni tanto il parco auto, chi arriva primo a questo risultato vince".

Il governo gli incentivi non li ha varati?
"Lo ha fatto, anche se con qualche mal di pancia, come se fosse vera l'equazione che far del male alla Fiat sia far male solo a Torino e al Piemonte che sono zone di pericolosi governi rossi, comunisti. E non fosse invece far male a tutt'Italia. Comunque gli incentivi alla rottamazione li hanno varati, mentre di soldi per aiutare la ricerca e lo sviluppo di nuovi modelli non se ne è parlato".

Allora?
"L'azione dell'amministrazione Obama, l'esempio francese e le vicende tedesche, con il forte coordinamento tra governo centrale, laender regionali e presenza istituzionale nelle istituzioni multinazionali ci hanno convinto che l'Italia può partecipare a questa competizione internazionale solo agendo come sistema paese. È per questo che proponiamo un'azione comune tra le regioni interessate e con il governo per discutere insieme una serie di misure che consentano di rafforzare il settore automotive nel nostro paese. Primo fra tutto un programma di sostegno all'innovazione nel settore che coinvolga sia risorse centrali che risorse delle regioni".

Quindi avete soldi da mettere a disposizione?
"Da una prima valutazione che abbiamo fatto credo che tutte insieme noi regioni sede di stabilimenti di produzione del settore (e che si sono dette disponibili a un impegno diretto), potremo investire circa 600 milioni. Se il governo ne mette altrettanti allora si può davvero cominciare a pensare di finanziare la progettazione di un nuovo modello fortemente innovativo. Progettare una nuova auto costa sui 2 miliardi, forse di più e la Fiat, è chiaro, dovrà metterci del suo. Così però magari l'auto elettrica nascerà qua e non a Detroit o a Wofsburg. Ed è solo così che si possono salvare tutti gli stabilimenti italiani, evitando guerre tra poveri".

Estratto da espresso.repubblica online

lunedì 15 giugno 2009

Ma i sacchetti biodegradabili, lo sono?

Ricordate il post qui su MondoElettrico intitolato "Ambiente. Unicoop bandisce gli 'shoppers' a Firenze" che riportava un comunicato stampa di una catena di supermercati circa la loro decisione di sostituire i tradizionali sachetti di plastica con sacchettti più ecologici, biodegradabili e compostabili.

Ritorna sull'argomento un post su "Nuove Tecnologie Energetiche" intitolato "Ma i sacchetti biodegradabili, lo sono?" (leggere qui) per un approfondimento.

" ...Un sacchetto “ecologico” appena arrivato dal supermercato. Notate due cose che ci sono scritte: “biodegradabile al 100%” e “adatto per la raccolta dell’umido”. Entrambe le cose sono probabilmente false."


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Con le nanoparticelle si incrementa l'efficienza delle celle solari a film sottile

Carsten Rockstuhl e il collega Falk Lederer sono due fisici che lavorano presso l' Institute of Condensed Matter and Solid State Optics al Friedrich-Schiller-Universität di Jena in Germany sulla possibilità di distribuire nanoparticelle sulla superficie di una cella solare a film sottile al fine di migliorarne l'efficienza fino al 50 per cento in più sfruttando l'intero spettro solare.

L'Abstract - qui -


Fonte: PhysOrg

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domenica 14 giugno 2009

33 vetture elettriche per il vertice G8 a L'Aquila

Per supportare concretamente il vertice, che si terrà dall'8 al 10 luglio presso la Caserma Coppito della Guardia di Finanza, il Gruppo Fiat metterà a disposizione del Dipartimento della Protezione Civile l`intera flotta di mezzi - 221 tra autovetture, veicoli elettrici, fuoristrada, veicoli commerciali e autobus - che verrà usata per gli spostamenti dei partecipanti al G8 e G20 dall'8 al 10 Luglio. In particolare, si tratta di e 33 "e4" prodotti dal Gruppo Chrysler.
Già nel 2004 in una precedente occasione il presidente Bush aveva scelto questo tipo di vettura elettrica per gli spostamenti dei partecipanti.

Leggiamo la notizia risalente al 2004 nel sito web www.aae.it/News

"DaimlerChrysler GEM Electric Vehicles to Transport World Leaders at June G8 Summit
SAVANNAH, Ga., June 1 /PRNewswire-FirstCall/ -- World leaders including U.S. President George Bush, British Prime Minister Tony Blair, and Russian President Vladimir Putin and heads of other leading nations, will travel in clean, quiet GEM electric vehicles at this summer's Group of 8 (G8) Summit at Sea Island, Georgia. DaimlerChrysler is providing 38 GEMs for use at the summit, that will bring together the leaders of the world's major industrial democracies for three days of talks June 8-10. Each head of state will have use of a custom-designed GEM decorated with their nation's national flag."


Le caratteristiche.

e4
Sistema di propulsione
Motore elettrico GE 72 V cc da 3.7 kW (5 cv)
Il motore elettrico a collettore corrente continua.
Trazione anteriore automatica ad un solo rapporto
Il controller General Electric dotato di rilevatore di sottovoltaggio, rilevatore di sovravoltaggio, sistema frenata rigenerativa, protezione termica del motore e regolazione del limite di velocità massima.
6 batterie a piombo gel a lunga durata da 12 Volt
Caricabatterie a bordo da 72 Volt che si collega ad una presa 220Volt.
Peso: 590
Peso massimo a pieno carico: 953
Lunghezza 3250 mm
Altezza 1778 mm
Larghezza 1397 mm
Passo 2590 mm
Raggio di sterzata: 5 m
Pneumatici: 165/70/R/12
Autonomia: 50 km (variabili in conseguenza dello stile di vita e del tipo di percorso)
Velocità massima 40 km/h
Ricarica in 8 ore
Colori: Bianco, rosso, giallo metallizzato, verde, blu metallizzato, argento metallizzato


Altri modelli della vettura qui
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Eolico, cala il vento a causa dei cambiamenti climatici?

Il britannico Guardian riporta la notizia che riguarda lo studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research (che non sono riuscito a trovare) secondo cui la velocità media del vento è in fase di declino, il 10%, nell'area che va dal midwest ell'estremo est statunitense prendendo come data di riferimento il 1973.

In alcune zone del Minnesota il vento è sceso a zero per diversi giorni. Significativi cali della media si è registrata nell' Ohio, Indiana, Kansas, Michigan, Illinois, Louisiana, northern Maine, western Montana e Virginia.

Modelli predicono un declino ulteriore nella prossima decade sempre a causa dei cambiamenti climatici in atto.

Nell'articolo si legge che una un calo del 10% della  velocità di picco del vento corrisponde ad una riduzione del 27% di energia.


Fonte : Guardian online

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sabato 13 giugno 2009

Il bucato a mano non sventa gli incidenti nucleari

Se il dipendente dell'impianto nucleare dove lavorava avesse deciso di lavare i panni sporchi a casa invece di andare alla lavanderia automatica a disposizione nell'impianto non si sarebbe accorto di una perdita di materiale radioattivo. Nessun allarme sarebbe scattato nel 2007 e nessuno avrebbe bloccato la fuoriuscita di materiale radioattivo... in tempo. Comunque parte del materiale radioattivo si è riversata nel mare del Nord, esattamente 40,000 galloni (151.400 litri) rappresentato da fluido radioattivo defluito dalla parte rotta di 4,5 metri della condotta. Buona parte del fluido ha raggiunto il mare del Nord (come conferma il Daily Mail online di ieri).
Da notare che l''incidente si è verificato nel gennaio del 2007, ma i giornali della civilissima Gran Bretagna ne hanno dato notizia soltanto ora.

Sizewell A, l'impianto dove si è verificato l'incidente è in fase di smantellamento.

Dei dieci impianti che producono un quinto dell'elettricità della nazione da qui al 2023 resterà operativo solo Sizewell B entrato in funzione nel 1995, mentre tutti gli altri saranno chiusi.

Il costo dello smantellamento (decommissioning) dell'impianto Sizewell A si presume che raggiunga 1,2 miliardi di sterline (1,4 miliardi di euro).

Fonti: il Messaggero e Daily Mail
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Solare, maxi-investimenti per le autostrade sottomarine mediterranee

Certo esistono le forti perplessità che circondano il solare a concentrazione espresso da molti valenti tecnologi ma credo questo tipo di sperimentazioni elefantiache possa sfatare, confutare o confermare con i fatti le nuove tecnologie da perseguire e quelle da abbandonare che la apokalupsis eschaton non contempla. Mi domando perchè non trovare l'occasione del contesto pluritecnologico per l'applicazione dell'eolico d'alta quota. (n.d.r.)



Oltre 1800 ore medie di insolazione all'anno, il doppio del Nord-Europa. Il Mediterraneo potrà essere la patria dell'energia solare, a costi uguali o persino inferiori alle tariffe elettriche di consumo attuali. E questo anche tra pochi anni. Numerosi esperti, sulla base dei prezzi decrescenti (e della crescente efficienza) dei pannelli fotovoltaici e delle centrali solari termodinamiche (Csp, concentrated solar power) stimano l'inizio dell'era della "grid parity" (leggere qui) solare mediterranea intorno al 2012, con picchi (soprattutto nei mesi estivi quando i consumi elettrici sono più massicci e le tariffe orarie più elevate) anche prima, forse dal 2010 in avanti.
Il piano, almeno sulla carta, è grandioso. Prevede almeno cinque grandi autostrade elettriche (cavi sottomarini in corrente continua ad altissimo voltaggio da mille megawatt) dai paesi della sponda Sud (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia) verso Spagna e Italia. E poi varie interconnessioni balcaniche (Albania e Montenegro) oltre a una dorsale dalla Turchia fino in Germania. "Un 'anello solare' che nei prossimi vent'anni dovrebbe provvedere, in gran parte, almeno, al soddisfacimento della domanda elettrica dei paesi della sponda Sud oltre a circa un quarto di esportazioni elettriche verso il Nord-Europa – spiega Roberto Vigotti, senior advisor dell'observatoire mediterraneen de l'energie – ovvero un totale di circa 450 miliardi di euro di investimenti tra linee e centrali al 2040".
Cifre imponenti. Al 2020, comunque, il piano ha obiettivi più contenuti: 20 gigawatt da rinnovabili (solare termodinamico, fotovoltaico, eolico) per 38-46 miliardi di investimenti in centrali e sei per le interconnessioni. Il punto è lo stadio di avanzamento reale del progetto. "L'unione mediterranea ha segnato un battuta d'arresto con la crisi di Gaza – spiega Vigotti – e solo a novembre prossimo, con la conferenza interministeriale Intermediterranea, i governi dovrebbero indicare i progetti per loro prioritari, sui quali vi sarà l'impegno immediato, istituzionale e finanziario". L'Italia, qui, sta accelerando. Lo scorso 21 aprile i governi italiano e tunisino hanno firmato un accordo per una piattaforma tecnologica comune per le rinnovabili nel Nord-Africa. "Al centro c'è il ponte elettrico di interconnessione Tunisia-Sicilia da 1000 megawatt, un cavo sottomarino da 150 km e 700 milioni di investimento – spiega Vigotti – che dal 2015 trasporterà energia per 800 megawatt da gas-carbone più 200 da rinnovabili. Il progetto è oggi in fase di avvio. Ed è in priorità primaria per i due governi".11 giugno 2009

Estratto da: ilsole24ore online

venerdì 12 giugno 2009

Fotovoltaico e la 'grid parity' in Sicilia

Cosa si intende per 'grid parity'?

E' il punto di equilibrio, in cui produrre elettricità dal sole costa quanto produrla con i combustibili fossili.

Il concetto fu coniato da Winfried Hoffmann, che nel 1998 prendendo in considerazione l'equilibrio tra combustibili fossili e rinnovabili.

Per essere più chiaro Hoffmann dichiara che fra l'irraggiamento solare di cui gode, gli incentivi governativi in vigore e gli alti prezzi dell'elettricità in Italia, la Sicilia è già arrivata a quel punto di parità. Hoffmann oggi è presidente del l'Epia (European photovoltaics industry association) e anche chief technology officer della Applied Materials, il colosso californiano che produce gli impianti per fabbricare chip e che, da pochi anni, si è messo a produrre anche impianti per fabbricare film sottili fotovoltaici, dopo una semplice constatazione: che siano microprocessori o celle solari, sempre silicio è.

Nel giro di altri cinque o sei anni, l'evoluzione tecnologica porterà il fotovoltaico alla grid parity anche senza incentivi statali, quelli che Hoffmann chiama «le appropriate condizioni regolamentari». In altre parole, la grid parity sta per arrivare anche in tutto il resto d'Italia. "L'Italia – rimarca Hoffmann – non dovrebbe attendere un altro giorno e investire rapidamente sul solare. Secondo gli impegni presi in Europa, entro il 2020 il 12% del mix energetico dovrà venire dal solare. Le feed in tariffs, come il Conto Energia, devono continuare per sostenere il mercato. E sostenendo il mercato si fanno nascere aziende e si creano posti di lavoro". I vantaggi ci sono.

Estratto da: ilsole24ore online
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5.000 prenotazioni per la B° di Pininfarina

«Su Pininfarina decideremo in autunno. Il gruppo per ora è sostenuto dalle banche italiane».

Lo ha detto Vincent Bolloré rispondendo alle domande degli azionisti all’assemblea annuale del suo gruppo.

«Per le auto elettriche abbiamo 5mila prenotazioni. Con loro abbiamo un’alleanza industriale al 50% - ha aggiunto il finanziere bretone-: Pininfarina porta elementi essenziali quali il design e il nome, noi la batteria elettrica che saremo pronti a costruire da settembre-ottobre.

Si tratterà, poi, di produrre l’auto nello stabilimento di Torino. Purtroppo Pininfarina ha avuto qualche problema finanziario e noi attendiamo di vedere gli sviluppi».

Bolloré ha quindi precisato che «se ci venisse chiesto di partecipare all’aumento di capitale del gruppo e questo permettesse di far partire l’auto, potremmo certamente partecipare».


Fonte: il Giornale

giovedì 11 giugno 2009

Magna, il futuro è dell’auto elettrica

Frank Stronach, presidente e fondatore di Magna International, ha reso noto a Ottawa che entro tre anni la sua azienda metterà sul mercato la prima macchina elettrica interamente costruita in Canada.
L’annuncio è stato fatto nella capitale canadese dove, nel corso di una conferenza stampa, ha presentato la sua idea ai parlamentari federali.

Vi sono già numerose aziende europee e anche americane disposte a lavorare insieme a Magna per iniziare la produzione in scala di una macchina elettrica che la sua azienda ha già costruito insieme alla Ford.

Il presidente di Magna ha aggiunto di essere disposto a produrre questa auto interamente in Canada se gli verranno messi a disposizione fondi a tasso agevolato da parte del governo.

Secondo le stime del presidente di Magna, entro i prossimi sei anni, il 15 percento delle auto in circolazione sarà di questo tipo; la percentuale è quindi destinata ad aumentare al 30 percento entro il 2021.
Stronach ha spiegato che due sono le caratteristiche principali di questa auto: il grosso risparmio energetico e la difesa dell’ambiente. L’auto ha una autonomia di 160 chilometri e può raggiungere una velocità di oltre 170 chilometri orari. Il tutto con la spesa di poco più di 2 dollari, cioè la corrente necessaria per ricaricare l’auto in circa sei ore.
Per capire il risparmio potenziale basti pensare che per percorrere gli stessi chilometri con un’auto a benzina, occorrono ora dai 14 ai sedici dollari.

È ovvio che questa auto non è per i lunghi viaggi, ma è perfetta per gli spostamenti cittadini. È talmente silenziosa a una ottima ripresa e ha un gradi di inquinamento pari a zero.
Per quel che riguarda il costo dell’auto si è appreso che si parla di circa 3.000 dollari aggiuntivi rispetto al tipo di auto tradizionale su cui il motore è montato.
Per ricaricare la batteria occorrono circa sei ore e questo, indubbiamente, limita l’uso dell’auto per i lunghi viaggi, ma è invece perfetta per coloro che la usano all’interno della città, si parla anche di motori simili da montare sugli autobus, i taxi e altri veicoli pubblici. L’altro problema è la creazione di costruzione di centri per la riparazione in caso di guasti. «Ma questo - ha detto un portavoce di Magna - è un problema simile a tutti quelli dei nuovi prodotti che stanno per essere immessi nel mercato. In pochissimo tempo verrà risolto».

Fonti: Corriere Canadese e Vancouver Sun

Post correlato qui

mercoledì 10 giugno 2009

Puntare solo su nucleare fu "errore collettivo"

Chi mai avrà detto queste sacrileghe parole? Un nemico della italica patria? Un sovversivo? Un bieco sobillatore ambientalista?

Leggiamo. ( Ho voluto criptare il nome e il cognome a scanso di proteste)

"Puntare esclusivamente sul nucleare a discapito delle altre energie rinnovabile fu "un errore collettivo" in Francia: lo ha affermato xxxxx, due giorni dopo l'ottimo risultato elettorale dei Verdi (oltre il 16% dei voti) nelle consultazioni europee. xxxxx - in visita all'Istituto Nazionale francese per l'Energia solare (Ines) - si è quindi impegnato "laddove si spende un euro per il nucleare, a spendere la stessa cifra per la ricerca delle tecnologie alternative": "Un obbiettivo da raggiungere non nel 2015 o nel 2020, ma il più presto possibile". La Francia, ha concluso xxxxx, dovrà diventare "leader del domani nelle tecnologie a emissioni zero" senza "nulla abbandonare" delle conoscenze tecnologiche acquisite nel campo del nucleare civile."

Boh. Controlliamo meglio attraverso una ricerca sulla Rete immettendo nel motore di ricerca :" nucléaire". Ecco cosa viene fuori:

Sarkozy "réaffirme son soutien sans faille au nucléaire" - qui -
Energie: le tout nucléaire a été "une erreur", juge Sarkozy - qui -
Nucléaire et énergies renouvelables, Sarkozy veut une France leader 10/06/2009 08:49 (Par Pierre MELQUIOT) - qui -
N.Sarkozy : "Le tout nucléaire a été une erreur" - qui -

Non è una bufala! Allora si può sostituire "il Presidente Nicola Sarkozy " a xxxxx .

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