Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


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martedì 31 marzo 2020

Commercio estero extra Ue a Febbraio, esportazioni +0,6% ed importazioni -6,6%


A partire dai dati di febbraio 2020, con l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, l’Istat, in linea con la politica di diffusione Eurostat, avvia la pubblicazione dei dati di commercio estero per la nuova area extra Ue27. Le serie storiche per l’area extra Ue27 sono state ricostruite per rendere coerenti i confronti temporali.

A febbraio 2020 si stima, per l’intescambio commerciale con i paesi extra Ue27, un lieve aumento congiunturale per le esportazioni (+0,6%) e una marcata contrazione per le importazioni (-6,6%).

Il lieve incremento su base mensile dell’export è dovuto principalmente ai beni strumentali (+4,5%). L’energia (-16,0%), in misura più ampia, e i beni intermedi (-2,5%) sono invece in diminuzione. Dal lato dell’import, si rilevano ampie flessioni congiunturali per energia (-15,8%), beni strumentali (-4,8%) e beni di consumo non durevoli (-4,5%); in aumento soltanto i beni di consumo durevoli (+3,4%).

Nel trimestre dicembre 2019-febbraio 2020, la dinamica congiunturale delle esportazioni è lievemente positiva (+0,3%) e sintesi di aumenti contenuti per tutti i raggruppamenti principali di industrie, a eccezione dell’energia che è in netto calo (-6,7%). Nello stesso periodo, per le importazioni, si rileva una diminuzione congiunturale (-0,9%), dovuta in particolare a beni intermedi (-2,1%) e beni di consumo non durevoli (-1,9%).

A febbraio 2020, l’export è in forte aumento su base annua (+6,4%). L’incremento interessa tutti i raggruppamenti principali di industrie ed è rilevante per beni di consumo non durevoli (+9,1%), beni intermedi (+6,3%), energia (+6,2%) e beni strumentali (+5,4%). L’import registra una flessione tendenziale (-3,6%), dovuta a energia (-11,3%), beni intermedi (-3,4%) e beni di consumo non durevoli (-1,5%).

Il saldo commerciale a febbraio 2020 è stimato pari a +5.096 milioni, in forte aumento (era +3.420 milioni a febbraio 2019). Aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +6.484 milioni per febbraio 2019 a +7.733 milioni per febbraio 2020).

A febbraio 2020 l’export verso Turchia (+36,6%), Stati Uniti (+22,4%), Giappone (+14,7%), Russia (+13,8%) e paesi OPEC (+13,3%) è in deciso aumento su base annua. In netto calo le vendite verso la Cina (-21,6%).

Gli acquisti da paesi MERCOSUR (-24,9%), paesi OPEC (-22,8%) e Stati Uniti (-10,9%) registrano decrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni dai paesi extra Ue27. In aumento gli acquisti da India (+17,3%), paesi ASEAN (+6,9%) e Svizzera (+4,8%).

A febbraio 2020, per l’area extra Ue, al netto del Regno Unito, si stima che le esportazioni aumentino dello 0,8% su base mensile e del 7,8% su base annua. Le importazioni registrano ampie flessioni sia sul mese (-7,2%) sia sull’anno (-3,7%). Il saldo commerciale è pari a + 3.909 milioni (+2.156 milioni a febbraio 2019).

Comunicato Istat



I nostri grafici

Gli ultimi 3 anni.





L'andamento degli ultimi 5 anni  fino al momento in cui la Gran Bretagna faceva parte della Ue.



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giovedì 27 febbraio 2020

Commercio estero extra Ue a Gennaio, importazioni +7,2%e esportazioni +5,4%


A gennaio 2020, per entrambi i flussi commerciali da e verso i paesi extra Ue, si stima un marcato aumento congiunturale, più ampio per le importazioni (+7,2%) rispetto alle esportazioni (+5,4%).

L’incremento congiunturale dell’export riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie, in particolare energia (+13,6%), beni strumentali (+9,5%) e beni di consumo non durevoli (+4,5%).
Dal lato dell’import, si rilevano aumenti su base mensile per energia (+13,2%), beni strumentali (+8,9%), beni di consumo non durevoli (+6,0%) e beni intermedi (+2,9%), mentre sono in diminuzione gli acquisti di beni di consumo durevoli (-1,1%).

Nel trimestre novembre 2019-gennaio 2020, la dinamica congiunturale delle esportazioni verso i paesi extra Ue è negativa (-2,7%) e imputabile ai cali registrati per tutti i raggruppamenti principali di industrie, i più ampi per beni strumentali (-4,6%) e beni di consumo durevoli (-3,6%). Nello stesso periodo, anche per le importazioni, si rileva un calo congiunturale (-1,7%) cui contribuiscono tutti i raggruppamenti e, in particolare, i beni intermedi (-2,5%), i beni di consumo non durevoli (-2,2%) e i beni strumentali (-1,9%).

A gennaio 2020, le esportazioni sono in netto aumento anche su base annua (+4,4%). L’incremento è rilevante per energia (+24,5%) e beni strumentali (+10,1%). Le importazioni registrano un aumento tendenziale (+2,3%), determinato da energia (+11,0%), beni di consumo non durevoli (+6,2%) e beni strumentali (+3,8%).

Il saldo commerciale a gennaio 2020 è stimato pari a -280 milioni (-586 milioni a gennaio 2019). Aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +2.719 milioni per gennaio 2019 a +3.319 milioni per gennaio 2020).

A gennaio 2020 l’export verso Turchia (+35,1%), Giappone (+33,1%), paesi OPEC (+16,0%) e Stati Uniti (+9,5%) è in forte aumento su base annua. In diminuzione, le vendite di beni verso India (-15,2%), Cina (-11,9%) e paesi MERCOSUR (-4,1%).

Gli acquisti da Medio Oriente (+17,3%), Stati Uniti (+15,7%), India (+11,7%), paesi ASEAN (+7,1%) e paesi OPEC (+6,8%), registrano incrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni dai paesi extra Ue. In diminuzione gli acquisti da paesi MERCOSUR (-32,9%), Russia (-27,4%) e Svizzera (-3,1%).



Comunicato Istat



I nostri grafici


Gli ultimi 4 anni.




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giovedì 13 febbraio 2020

Il riso dalla Cambogia e dal Vietnam affossa il Made in Italy grazie alla Ue


E’ stata la giornata nera del riso italiano in Europa dove la Commissione ha deciso di mantenere le importazioni agevolate di riso dalla Cambogia in violazione dei diritti umani mentre il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo all’accordo di libero scambio tra Ue e Vietnam che comporterà l’ingresso a dazio zero di 80mila tonnellate di riso lavorato, semilavorato e aromatico sul quale pesano le accuse di sfruttamento del lavoro minorile del Dipartimento del lavoro statunitense. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alle decisioni delle istituzioni comunitarie che rischiano di mettere in ginocchio uno dei settori trainanti dell’economia agricola italiana.

La Commissione Ue – sottolinea la Coldiretti – ha adottato una proposta per revocare temporaneamente il regime EBA per la Cambogia, in virtù di violazione dei diritti umani che senza alcuna giustificazione non si applicherà al riso che, nonostante le prove di sfruttamento dei lavoratori e di altre questioni umanitarie, viene escluso dalla lista dei prodotti che beneficeranno di uno stop alle agevolazioni tariffarie. Dalla Cambogia nell’ultimo anno – precisa la Coldiretti – sono arrivati in Italia oltre 8 milioni di chili secondo proiezioni Coldiretti mentre le importazioni dal Vietnam sono stimate in oltre 7,5 milioni di chili, con una crescita record di 18 volte in quantità nel corso dell’anno secondo le proiezioni Coldiretti per il 2019.

L’Italia – riferisce la Coldiretti – è il principale produttore di riso in Europa e su un’area di 220mila ettari con 4mila aziende agricole italiane che raccolgono 1,40 milioni di tonnellate di riso all’anno pari a circa il 50% dell’intera produzione UE, con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.

“E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori” ha concluso il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “che dietro gli alimenti, italiani e stranieri in vendita sugli scaffali ci deve essere la garanzia di un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore”.

Fonte Coldiretti 

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lunedì 13 gennaio 2020

Apripista verso le auto e furgoni a emissioni zero è partita la normativa UE anti inquinamento


I nuovi standard di emissioni di CO2 per le nuove autovetture e furgoni si applicano a partire dal 1 gennaio  2020

Dal 1° gennaio 2020, nuovi standard di emissioni di CO2 per le autovetture e furgoni nuovi è in applicazione. I produttori dovranno ora soddisfare i nuovi obiettivi più rigorosi stabiliti per i livello di emissioni medie della flotta di nuove auto e furgoni registrati in un determinato anno civile. 

Entro il 2025, i produttori dovranno ridurre le emissioni a livello di flotta del 15% per entrambe le categorie, vetture e furgoni, rispetto ai livelli del 2021.

Entro il 2030, avranno bisogno di raggiungere una riduzione del 37,5% per le auto e riduzione del 31% per i furgoni

Il regolamento include anche un meccanismo per incentivare la diffusione dei veicoli a zero o basse emissioni, in modo tecnologicamente neutrale. Il nuovo regolamento ridurrà i costi del consumo di carburante per i consumatori e rafforzare la competitività dell'industria automobilistica europea, stimolando l'occupazione e contribuire al raggiungimento degli impegni assunti dalla UE nell'ambito dell'accordo di Parigi. 

Le nuove norme prevedono una transizione graduale verso la mobilità a emissioni zero, consentendo tempo sufficiente per la riqualificazione dei lavoratori del settore automobilistico, ed inviare un segnale chiaro ai potenziali investitori dei rifornimenti e infrastrutture di ricarica.

 Dal comunicato stampa della Commissione europea del 3/1/2020



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mercoledì 11 dicembre 2019

La Ue approva finanziamenti di stato di 3,2 miliardi di € per le batterie


Aiuti di Stato: la Commissione approva un sostegno pubblico di 3,2 miliardi di € da parte di sette Stati membri a favore di un progetto paneuropeo di ricerca e innovazione in tutti i segmenti della catena del valore delle batterie.
La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme dell'UE sugli aiuti di Stato, un importante progetto di comune interesse europeo ("IPCEI"), notificato congiuntamente da Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia e Svezia per sostenere la ricerca e l'innovazione nel settore prioritario comune europeo delle batterie.

I sette Stati membri erogheranno nei prossimi anni finanziamenti fino a circa 3,2 miliardi di € a favore di tale progetto che ci si aspetta possa mobilitare 5 miliardi di € supplementari di investimenti privati. Il completamento del progetto nel suo insieme è previsto per il 2031 (con un calendario diverso per i singoli sottoprogetti).

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva designata per “Un'Europa pronta per l'era digitale” e Commissaria responsabile per la Concorrenza, ha dichiarato: "La produzione di batterie in Europa riveste un interesse strategico per l'economia e la società dato il suo potenziale in termini di mobilità pulita e di energia, creazione di posti di lavoro, sostenibilità e competitività. I nostri importanti progetti di comune interesse favoriscono la cooperazione tra autorità pubbliche e industrie di diversi Stati membri per la realizzazione congiunta di ambiziosi progetti di innovazione con ricadute positive per i settori industriali e le regioni. L'aiuto approvato garantirà che questo importante progetto possa essere realizzato senza falsare indebitamente la concorrenza."

Maroš Šefčovič, Vicepresidente per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, ha dichiarato: "I nostri sforzi per dare impulso all'innovazione nell'ambito dell'European Battery Alliance si stanno traducendo nella creazione di forti partenariati industriali. Grazie agli intensi sforzi prodigati da sette Stati membri, dall'industria e dalla Commissione, si sta creando il primo grande ecosistema paneuropeo delle batterie, con progetti all'avanguardia in tutti i segmenti di questa strategica catena del valore. Abbiamo trovato la ricetta giusta per la nostra politica industriale del 21° secolo: una forte cooperazione all'interno del settore industriale, un'azione concertata volta ad accelerare l'innovazione dai "laboratori al mercato", la combinazione di strumenti finanziari provenienti sia dal settore pubblico che da quello privato e un quadro normativo proiettato verso il futuro per sostenere un'economia europea più forte e basata sulla conoscenza".

Il progetto coinvolgerà 17 partecipanti diretti, per lo più soggetti del settore industriale, comprese le piccole e medie imprese (PMI), alcuni dei quali con attività in più di uno Stato membro. I partecipanti diretti collaboreranno strettamente tra loro e con oltre 70 partner esterni, quali piccole e medie imprese (PMI) e organismi pubblici di ricerca di tutta Europa.

Dopo intense discussioni tecniche, durate tre mesi, tra la Commissione e i soggetti interessati, il progetto è stato formalmente notificato alla Commissione nell'ottobre 2019 ai fini della sua approvazione ai sensi delle norme dell'UE sugli aiuti di Stato. Dopo la notifica, la Commissione ha completato la sua valutazione e ha adottato rapidamente una decisione per garantire un'attuazione del progetto sollecita e senza intoppi.

Il progetto

La transizione verso la neutralità climatica, anche attraverso una mobilità pulita e a basse emissioni, offrirà notevoli opportunità per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo tecnologico. La domanda di batterie dovrebbe crescere molto rapidamente negli anni a venire. Le politiche lungimiranti in materia di ricerca, sviluppo e innovazione avranno un ruolo fondamentale per consentire all'Europa e ai suoi Stati membri di trarre il massimo vantaggio da questa transizione. Alla fine del 2017 la Commissione aveva varato la “European Battery Alliance” con gli Stati membri e i rappresentanti dell'industria interessati e nel maggio 2018 aveva adottato un piano d'azione strategico per le batterie.

Il progetto di oggi, che si iscrive in questa serie di iniziative, sostiene lo sviluppo di tecnologie altamente innovative e sostenibili per le batterie agli ioni di litio (elettrolita liquido e stato solido) che hanno una durata maggiore, tempi di ricarica più brevi oltre ad essere più sicure ed ecologiche di quelle attualmente disponibili. Il progetto comporta attività di ricerca ambiziose e rischiose per realizzare innovazioni che vadano oltre lo Stato dell'arte in tutta la catena del valore delle batterie, dall'estrazione e lavorazione delle materie prime, alla produzione di sostanze chimiche avanzate, alla progettazione di celle e moduli di batterie e alla loro integrazione nei sistemi intelligenti, al riciclaggio e alla ridestinazione delle batterie usate.

Le innovazioni mireranno inoltre specificamente a migliorare la sostenibilità ambientale in tutti i segmenti della catena del valore delle batterie, con l'obiettivo di ridurre l'impronta di CO2 e i rifiuti generati nei differenti processi di produzione e di mettere a punto processi di smantellamento, riciclaggio e raffinamento sostenibili e rispettosi dell'ambiente, in linea con i principi dell'economia circolare.

Più nello specifico, i partecipanti al progetto e i loro partner concentreranno il loro lavoro su quattro settori:

(1)  Materie prime e materiali avanzati: il progetto mira a definire processi innovativi sostenibili per l'estrazione, la concentrazione, la raffinazione e la purificazione dei minerali al fine di generare materie prime di elevata purezza. Per quanto riguarda i materiali avanzati (come catodi, anodi e elettroliti), il progetto si propone di migliorare i materiali esistenti, o di crearne di nuovi, da utilizzare in celle di batterie innovative.

(2)  Celle e moduli: il progetto mira a sviluppare celle e moduli innovativi con l'obiettivo di garantire la sicurezza e le prestazioni necessarie sia per le applicazioni automobilistiche sia per quelle di altro tipo (ad es., accumulatori stazionari di energia, utensili elettrici, ecc.).

(3)  Sistemi di batterie: il progetto ha l'obiettivo di sviluppare sistemi innovativi di batterie, compresi software e algoritmi per la gestione delle batterie e metodi di prova innovativi.

(4)  Ridestinazione, riciclaggio e raffinazione: il progetto ha l'obiettivo di mettere a punto processi sicuri e innovativi per la raccolta, lo smantellamento, la ridestinazione, il riciclaggio e la raffinazione dei materiali riciclati.

Valutazione della Commissione

Quadro relativo ai progetti di comune interesse europeo (IPCEI)

La Commissione ha valutato il progetto proposto ai sensi delle norme in materia di aiuti di Stato dell'UE, più in particolare ai sensi della Comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI). Nei casi in cui non possano concretizzarsi iniziative private a sostegno dell'innovazione a causa del considerevole rischio che questo tipo di progetti implica, la comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo permette agli Stati membri di superare tali lacune di mercato e di promuovere la realizzazione di progetti innovativi.

Per poter beneficiare di un sostegno ai sensi della comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo, un progetto deve: i) contribuire agli obiettivi strategici dell'UE; ii) coinvolgere più di uno Stato membro; iii) comportare finanziamenti privati da parte dei beneficiari; iv) avere ricadute positive in tutta l'UE e v) essere altamente ambizioso in termini di ricerca e innovazione, ovvero andare al di là di quello che è generalmente riconosciuto come lo "stato dell'arte" nel settore interessato.

Valutazione dell'IPCEI sulle batterie

La Commissione ha constatato che il progetto di comune interesse europeo sulle batterie è conforme a tutte le condizioni previste dalla sua comunicazione.

In particolare, la Commissione rileva che:
  • la catena del valore delle batterie riveste un'importanza strategica per il futuro dell'Europa, in particolare per quanto riguarda la mobilità pulita e a basse emissioni;
  • il progetto in questione ha un ambito di applicazione ampio che copre l'intera catena del valore delle batterie. Si tratta di un progetto molto ambizioso in quanto mira a sviluppare tecnologie e processi che non sono attualmente disponibili e consentirà di migliorare notevolmente l'efficienza e l'impatto ambientale. Il progetto comporta inoltre significativi rischi tecnologici e finanziari che potrebbero causare fallimenti o ritardi. Il sostegno pubblico è pertanto necessario per incentivare le imprese a realizzare gli investimenti;
  • i risultati del progetto saranno ampiamente condivisi dalle imprese partecipanti che beneficiano del sostegno pubblico con la comunità scientifica e l'industria europee, in un ambito che andrà ben al di là di quello delle imprese partecipanti. Di conseguenza, si avranno ricadute positive in tutta Europa. In ultima analisi, tutte queste attività contribuiranno allo sviluppo di un ecosistema nel settore delle batterie a livello dell'UE;
  • l'attuazione del progetto sarà monitorata tramite una struttura di governance dedicata composta da rappresentanti delle autorità pubbliche dei sette Stati membri partecipanti e dei partecipanti diretti. Anche la Commissione parteciperà alle riunioni della struttura di governance. Ogni anno sarà organizzata una conferenza pubblica aperta a tutti i portatori di interessi allo scopo di presentare i principali risultati delle attività dei partecipanti.

La Commissione ha constatato inoltre che l'aiuto alle singole imprese è necessario, proporzionato e non falsa indebitamente la concorrenza.

Su tale base, la Commissione ha concluso che l'importante progetto di comune interesse europeo nel settore delle batterie, notificato congiuntamente da Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia e Svezia è conforme alle disposizioni dell'UE in materia di aiuti di Stato.

Si tratta del secondo importante progetto di comune interesse europeo nel settore della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione approvato dalla Commissione dall'adozione delle norme pertinenti nel 2014, dopo l'IPCEI nel settore della microelettronica approvato nel dicembre 2018.

Beneficiari e importi del finanziamento

Il progetto coinvolgerà 17 partecipanti diretti provenienti dai sette Stati membri, alcuni dei quali saranno attivi in più di uno Stato membro. Il progetto nel suo insieme dovrebbe essere completato entro il 2031 (ma per ciascuno dei singoli sottoprogetti è previsto un calendario specifico).

I partecipanti diretti potrebbero ricevere finanziamenti fino a circa a 3,2 miliardi di €. Più nello specifico, il Belgio ha chiesto l'autorizzazione a concedere finanziamenti per circa 80 milioni di €; la Finlandia per circa 30 milioni di €; la Francia per circa 960 milioni di €; la Germania per circa 1,25 miliardi di €; l'Italia per circa 570 milioni di €; la Polonia per circa 240 milioni di € e la Svezia per circa 50 milioni di €. Tuttavia, una quota significativa degli utili aggiuntivi realizzati dai partecipanti sarà condivisa con i contribuenti mediante un meccanismo di recupero. In altri termini, se i progetti si riveleranno efficaci, generando entrate nette supplementari al di là delle proiezioni, le imprese restituiranno ai rispettivi Stati membri una parte del denaro dei contribuenti ricevuto.

La Commissione ha accertato che il totale degli importi massimi previsti degli aiuti è in linea con i costi ammissibili dei progetti previsti e i loro deficit di finanziamento.

I partecipanti diretti, gli Stati membri che li sostengono e i diversi ambiti del progetto sono i seguenti:



Contesto

Nel giugno 2014 la Commissione aveva adottato una comunicazione sulla promozione di importanti progetti di comune interesse europeo, che stabiliva i criteri in base ai quali gli Stati membri possono sostenere progetti transnazionali di importanza strategica per l'UE ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, lettera b), del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE). Tale quadro mira a incoraggiare gli Stati membri a sovvenzionare progetti che apportino un chiaro contributo alla crescita economica, all'occupazione e alla competitività in Europa.

Il quadro relativo agli importanti progetti di comune interesse europeo, che integra altre normative sugli aiuti di Stato, come il regolamento generale di esenzione per categoria e la disciplina sugli aiuti a favore di ricerca, sviluppo e innovazione, permette di sostenere progetti innovativi, garantendo al contempo la limitazione delle eventuali distorsioni di concorrenza.

Il quadro di valutazione degli aiuti di Stato indica che oltre il 96 % delle nuove misure di ricerca, sviluppo e innovazione, per le quali la spesa è stata comunicata per la prima volta, è stato concesso a norma del regolamento generale di esenzione per categoria e che potrebbe essere erogato più rapidamente. Le norme previste dal quadro relativo agli importanti progetti di comune interesse europeo sostengono gli investimenti a favore della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione nonché gli investimenti per la prima applicazione industriale, a condizione che i progetti che ricevono il finanziamento siano altamente innovativi e non riguardino la produzione di massa o attività commerciali. Esse richiedono inoltre un'ampia diffusione e un impegno a far conoscere le nuove conoscenze in tutta l'UE e una dettagliata valutazione sotto il profilo della concorrenza al fine di ridurre al minimo eventuali distorsioni indebite.

La Commissione ritiene che le batterie rappresentino una catena del valore strategica, in cui l'UE deve accrescere investimenti e innovazione nell'ambito di una strategia di politica industriale rafforzata, volta a costruire una base industriale integrata, sostenibile e competitiva.Alla fine del 2017 la Commissione aveva varato la “European Battery Alliance” con gli Stati membri e i rappresentanti dell'industria interessati e nel maggio 2018 aveva adottato un piano d'azione strategico per le batterie.

Fonte Commissione Ue

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venerdì 29 novembre 2019

Misure efficaci sul traffico potrebbero ridurre concentrazioni di NO2 del 40% nelle città europee


Smentite clamorosamente le affermazioni secondo cui il traffico è uno dei minori responsabili delle emissioni inquinanti nelle città. La nostra  Milano l'inquinamento del biossido di azoto è prodotto dai mezzi a carburante per una percentuale del 70% di cui i mezzi diesel rappresentano una quota incredibilmente elevata. Tutt'altro si apprende dal documento redatto dalla Commissione Europea che qui sotto riportiamo nel lancio delle JRC News che delinea sia l'inquinamento sia le  raccomandazioni  per altre buoni prassi come l'utilizzo di veicoli elettrici e il favorire l'uso dei mezzi pubblici, delle biciclette e le gambe dei pedoni.


Le dannose concentrazioni di un inquinante come il NO2 in 30 grandi città europee potrebbero essere ridotte fino al 40% con misure appropriate di politiche che incidano sul traffico, secondo gli scienziati del JRC.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'inquinamento atmosferico rappresenta il più grande rischio per la salute ambientale in Europa.

Il biossido di azoto (NO2) da solo è stato responsabile di 68.000 morti premature nell'Unione europea nel 2016 e molte città europee ancora superano regolarmente i limiti correnti nella UE per il NO2. La neo eletta presidentessa della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato di voler raggiungere prossimamente un ambizioso zero inquinamento nella Comunità.

Il report Urban NO2 Atlas sviluppato dagli scienziati del JRC offre schede informative della città per fornire un aiuto valido nella progettazione di efficaci misure sulla qualità dell'aria e ridurre le concentrazioni di NO2 nelle città europee.

Atlas individua le principali fonti di inquinamento da NO2 per ogni città esaminata, nell'intento di voler aiutare i responsabili politici per progettare azioni che le colpiscano efficacemente.

Essendo il trasporto su strada una delle principali fonti di inquinamento da NO2, azioni mirate  potrebbero essere quelle della  limitazione all'accesso di alcuni tipi di veicoli alle aree urbane, o l'applicazione di disincentivi economici ambientali per i più grandi inquinatori.

Trasporto su strada: la principale fonte di inquinamento urbano NOx

Per le 30 città europee analizzate nella relazione, il contributo medio del trasporto di ossidi di azoto (NOx) complessivi di emissioni è stata del 47%.

All'interno tutta l'UE, il trasporto su strada è il più grande responsabile di NOx (NO e NO2) all'inquinamento, rispetto alla produzione di energia, ai settori istituzionali, commerciali e abitativi.

Come evidenziato dalla relazione, l'apporto del trasporto su strada sul totale delle emissioni di NOx locali variano notevolmente nelle città e nei vari Paesi d'Europa.

Ad Atene e Milano oltre il 70% delle emissioni proviene dai trasporti, mentre a Lisbona, dove le  emissioni sono alte, il trasporto su strada è responsabile solo per il 20% dell'inquinamento NOx.

Quote delle emissioni di NOx dei diversi settori per le 30 città europee analizzate. © Stati Uniti 2019
Uno sguardo più attento sulle esposizioni NOper settore del trasporto su strada  nelle città ha origine principalmente nelle emissioni dei veicoli diesel.

La mappa qui sotto mostra che, ad eccezione della Grecia, i veicoli diesel sono responsabili per la maggior parte del trasporto su strada delle emissioni di NOx in tutti i paesi dell'UE.


Quote per Paese delle emissioni di NOx per tipo di carburante (gasolio, benzina e altri), per chilometri percorsi pro capite. © Stati Uniti 2019

Misure politiche del traffico  potrebbero ridurre le emissioni in gran parte

Gli scienziati del JRC hanno stimano che le città potrebbero ridurre le emissioni di NO2 in media del 40% attraverso la riduzione del flusso di traffico in particolare dei mezzi che emettono NOx, .

Una riduzione del 15% circa potrebbe provenire dalle autovetture diesel, il 13% dai camion e il 6% dai furgoni.

L'efficacia delle misure di traffico locale dipende in gran parte la quota del trasporto stradale delle emissioni di NOx.

Le emissioni di  NOx nei flussi di traffico possono essere ridotte limitando l'accesso dei veicoli altamente inquinanti - in primo luogo le auto diesel più vecchie - alle aree interne della città.

Lo stesso risultato può essere ottenuto anche incoraggiando i veicoli elettrici e favorire l'utilizzo dei mezzi pubblici, biciclette e i pedoni.

Queste misure non solo migliorano la qualità dell'aria ma avrebbero anche un minor impatto sul rumore, meno incidenti e miglioramento della qualità della vita.

Fonte: Air quality: traffic measures could effectively reduce NO2 concentrations by 40% in Europe’s cities  pubblicato il 27 Novembre 2017 JRC EU SCIENCE HUB

Nota
Il Centro comune di ricerca (JRC), (in inglese: Joint Research Centre, JRC), è una direzione generale della Commissione europea: DG-JRC (Directorate-General Joint Research Centre), che dispone di sette istituti di ricerca dislocati in cinque paesi membri dell'Unione europea (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna). Il JRC fornisce un sostegno scientifico e tecnico alla progettazione, allo sviluppo, all'attuazione e al controllo delle politiche dell'Unione europea. A differenza delle università europee, è direttamente finanziato dall'Unione europea (è un servizio della Commissione europea), allo scopo di garantire l'indipendenza delle attività di ricerca da interessi privati o dalle singole politiche nazionali, come condizione essenziale per perseguire la sua missione internazionale. (Wikipedia)



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venerdì 25 ottobre 2019

Commercio estero extra Ue a Settembre 2019, esportazioni +2,5% e +9,4% annuo


A settembre 2019 si stima, per interscambio commerciale con i paesi extra Ue, un aumento congiunturale sia per le esportazioni (+2,5%) sia per le importazioni (+2,0%).

L’incremento congiunturale delle esportazioni interessa tutti i raggruppamenti principali di industrie, risultando più sostenuto per i beni di consumo non durevoli (+3,3%) e i beni strumentali (+2,6%). Dal lato dell’import, l’aumento congiunturale è più intenso per l’energia (+4,2%) e i beni di consumo non durevoli (+4,1%). Gli acquisti di beni strumentali (-4,1%) sono invece in diminuzione.

Nell'ultimo trimestre mobile (luglio-settembre 2019), la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue risulta debolmente positiva (+0,1%). Al netto della crescita dell’energia (+21,9%) si registra una flessione (-0,6%). Nello stesso periodo, le importazioni mostrano un contenuto aumento congiunturale (+0,5%), determinato dai beni strumentali (+4,6%).

A settembre 2019, le esportazioni sono in marcato aumento su base annua (+9,4%). L’incremento è rilevante per i beni di consumo non durevoli (+24,6%) e i beni intermedi (+10,5%). A differenza delle esportazioni, le importazioni registrano una lieve flessione tendenziale (-0,1%) determinata dall’energia (-8,7%).

Il saldo commerciale a settembre 2019 è stimato pari a +1.530 milioni, in forte aumento rispetto a +91 milioni di settembre 2018. Da inizio anno aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +47.789 milioni di gennaio-settembre 2018 a +50.864 milioni di gennaio-settembre 2019).

A settembre 2019 un marcato aumento tendenziale contraddistingue le vendite verso Giappone (+39,5%) e Svizzera (+31,5%). Al contrario, l’export verso paesi MERCOSUR (-7,9%), paesi OPEC (-5,5%) e Cina (-2,6%) è in forte diminuzione.

Gli acquisti dai paesi OPEC (-18,0%) e ASEAN (-5,9%) registrano flessioni tendenziali molto più ampi della media delle importazioni dai paesi extra Ue. In aumento gli acquisti da Giapppone (+15,4%),Turchia (+14,9%), India (+13,2%) e Stati Uniti (+10,1%).

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venerdì 27 settembre 2019

Commercio estero extra Ue ad Agosto 2019, esportazioni +0,7%


Ad agosto 2019 si stima per l’intescambio commerciale con i paesi extra Ue, un aumento congiunturale per le esportazioni (+0,7%) e un calo per le importazioni (-0,6%).

L’incremento congiunturale delle esportazioni interessa l’energia (+4,8%), i beni intermedi (+2,3%) e i beni di consumo non durevoli (+1,6%). I beni di consumo durevoli (-1,6%) e i beni strumentali (-1,3%) registrano invece una diminuzione. Dal lato dell’import, la flessione congiunturale è più intensa per i beni intermedi (-5,1%) e i beni di consumo non durevoli (-1,7%). Gli acquisti di beni strumentali (+4,7%) e di beni di consumo durevoli (+3,5%) sono invece in aumento.

Nell’ultimo trimestre mobile (giugno-agosto 2019), la positiva dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue (+2,1%) è trainata dalla crescita dell’energia (+6,4%), dei beni di consumo durevoli (+5,3%), dei beni di consumo non durevoli e beni intermedi (+2,7% entrambi). Nello stesso periodo, anche le importazioni registrano un contenuto aumento congiunturale (+0,2%), determinato dai beni strumentali (+5,2%) mentre tutti gli altri raggruppamenti sono in flessione.

Ad agosto 2019, le esportazioni sono in diminuzione su base annua (-1,4%). La contrazione è rilevante per l’energia (-24,5%) e i beni strumentali (-9,0%). Al netto dei prodotti energetici la crescita complessiva passa a +0,1%. Analogamente alle esportazioni, anche le importazioni registrano una flessione tendenziale (-6,2%) determinata dall’energia (-13,8%) e dai beni intermedi (-7,4%).

Il saldo commerciale ad agosto 2019 è stimato pari a +2.334 milioni, in aumento rispetto a +1.747 milioni di agosto 2018. Da inizio anno aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +44.265 milioni di gennaio-agosto 2018 a +46.196 milioni di gennaio-agosto 2019).

Ad agosto 2019 l’export verso i paesi OPEC (-10,7%) e Cina (-9,4%) è in forte diminuzione. Al contrario, un marcato aumento contraddistingue le vendite verso Svizzera (+24,9%) e Giappone (+10,0%).

Gli acquisti da India (-26,6%), paesi OPEC (-26,5%) e paesi MERCOSUR (-15,2%) registrano decrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni dai paesi extra Ue. In aumento gli acquisti da Stati Uniti (+11,4%) e Turchia (+8,8%).


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lunedì 29 luglio 2019

Commercio estero extra Ue a Giugno 2019, esportazioni +3,9%


COMMERCIO ESTERO EXTRA UE

A giugno 2019 si stima per l’intescambio commerciale con i paesi extra Ue, un marcato aumento congiunturale per le esportazioni (+3,9%) e un lieve calo per le importazioni (-0,5%).

L’incemento congiunturale delle esportazioni interessa in misura più rilevante i beni di consumo durevoli (+7,2%) e i beni strumentali (+5,7%). L’energia (-1,7%) registra invece una diminuzione. Dal lato dell’import, la contrazione congiunturale è più intensa per i beni di consumo non durevoli (-3,0%) e i beni di consumo durevoli (-2,4%).

Nell’ultimo trimestre mobile (aprile-giugno 2019), la positiva dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue (+1,4%) è trainata dalla forte crescita dei beni di consumo non durevoli (+8,0%); tutti gli altri raggruppamenti principali di industrie risultano invece in diminuzione. Nello stesso periodo, anche le importazioni registrano un aumento congiunturale (+1,3%), determinato dall’energia (+6,5%).

A giugno 2019, le esportazioni sono in diminuzione su base annua (-2,2%). La flessione è marcata per l’energia (-29,9%) e i beni strumentali (-12,9%). I beni di consumo non durevoli sono in forte aumento (+19,2%). Analogamente alle esportazioni, anche le importazioni registrano una diminuzione tendenziale (-4,6%) determinata dall’energia (-9,4%) e dai beni intermedi (-7,1%). In aumento i beni strumentali (+2,7%).

Il saldo commerciale a giugno 2019 è stimato pari a +3.844 milioni, in aumento rispetto a +3.551 milioni di giugno 2018. Da inizio anno aumenta l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici (da +32.187 milioni di gennaio-giugno 2018 a +33.388 milioni di gennaio-giugno 2019).

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giovedì 27 giugno 2019

L'aumento delle emissioni di CO2 è colpa delle case automobilistiche che spingono i SUV e frenano le auto elettriche


Leggendo l'ultimo comunicato stampa della Unrae relativo alle immatricolazione delle auto in Italia nel mese di maggio sono rimasto attratto da due capoversi sulla questione Bonus/Malus e del CO2 . Riporto:
"Gli impatti sul mercato dell’ultima e contestata manovra sul Bonus/Malus rimangono ancora da definire, in quanto l’analisi delle immatricolazioni per fascia di CO2, elaborata dal nostro Centro Studi e Statistiche, continua a confermare l’impatto sulle immatricolazioni di vetture ordinate prima del 1° marzo.
Le auto che beneficiano del Bonus, fino a 70 g/km di CO2, presentano un incremento delle immatricolazioni del 63,5%, nulla di meglio di quanto non facessero precedentemente alla sua entrata in vigore. Quelle soggette al Malus, oltre i 160 g/km di CO2, si confermano in crescita: +107% per quelle da 161 a 175 g/km, +10,6% da 176 a 200 g/km, +103,6% da 201 a 250 g/km e +21% per quelle oltre i 250 g/km."

Ovvero si nota una crescita delle vendite delle auto a più alto impatto ambientale. Strano (mica tanto) ma vero. Perchè? Una risposta viene da un'analisi  T&E, Transport & Environment 

I nuovi dati ufficiali provenienti dall' environmental watchdog (EEA)  della UE (SEE) mostrano che le emissioni di CO2 delle autovetture nuove sono aumentate del 1,6% nel 2018 a 120,4 grammi di CO2 per km. Mentre la mancanza di progressi nelle emissioni del mondo reale e l'efficienza del carburante è conosciuto per anni, ora anche i test dei test di laboratorio ottimizzate e attendibili non possono più nascondere il problema. Per la prima volta, le emissioni di CO2 dei van sono aumentati, del 1,2%.

Il driver principale è dato dall'aumento delle vendite dei SUV  molto inquinanti e molto redditizie. Il SUV medio a benzina venduta l'anno scorso è di 133g CO2 / km, mentre la media delle altre vetture a benzina vendute era 120g di CO2 / km, secondo i dati provvisori diffusi dalla UE. Più pesante e meno aerodinamica di altre vetture, i SUV ora rappresentano circa un terzo delle automobili nuove vendute in Europa passando dal 7% del 2008.

Julia Poliscanova,  clean vehicles manager at T&E, ha dichiarato: “ Le case automobilistiche stanno giocando un gioco ad alto rischio che consiste nel procrastinare deliberatamente le vendite di automobili più pulite per massimizzare i profitti innescati dai SUV. Può soddisfare i loro azionisti, ma è una tragedia per il nostro pianeta. Queste cifre sono un duro monito per i governi che dovrebbero avere un'azione molto più forte per promuovere i veicoli a zero emissioni, in particolare riformando la tassazione dei veicoli e aumentare i punti di carica.”

Ci sono molti modi per ridurre le emissioni di automobili, in particolare con la vendita di auto ibride o elettriche, ma le case automobilistiche in Europa sono in ritardo rispetto alla Cina e agli Stati Uniti nella vendita di veicoli elettrici a batteria, con i BEV che rappresentano appena l'1% delle nuove auto vendute nel 2018, in base al SEE. I costruttori automobilistici hanno finora limitato la scelta dei modelli e la loro disponibilità dei modelli elettrici, solo 25 disponibili nel 2018, il che spiega le vendite basse riportati dal SEE. Però il numero di nuovi modelli salirà bruscamente a 42 nel 2019, 71 nel 2020 e 93 nel 2021, con l'intenzione delle case automobilistiche di rispettare gli obiettivi 2020/2021.

Julia Poliscanova ha concluso: “Quando si parla di ambiente, le case automobilistiche fanno solo ciò che la legge dice loro di fare. Quindi sono tutti in attesa del 2020, quando gli standard di CO2 sarà di roll-out  per conformarsi alla legge UE sul CO2. Aiutate dal costo delle batterie, più economiche e con migliori prestazioni, le case automobilistiche non avranno difficoltà a venderle ai consumatori europei “.

Fonte  T&E, Transport & Environment



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