Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


domenica 13 marzo 2011

Nucleare. Fukushima 1, fusione del nocciolo parziale o totale?

 Leggiamo in Qualenergia una intervista (Fukushima, probabile la fusione parziale del nocciolo) a "Giorgio Ferrari, esperto di nucleare, he lavorò in Enel dal 1964 al 1987 nelle centrali atomiche italiane con la responsabilità specifica di ispezionare il combustibile nucleare presente nei reattori di Latina, Garigliano Trino e Caorso. Dopo Chernobyl spedì una lettera all’Enel in cui chiedeva di non occuparsi più di queste mansioni. Una forma di obiezione di coscienza che era però maturata già anche prima di quel grave incidente."

Dalle scarne notizie, centellinate,filtrate dalle varie fonti giornalistiche e ufficiali si traggono delle ipotesi per avvicinarci il più possibile ad una verità che per il momento è abbastanza tenuta nascosta.
Schematizziamo.

 Le centrali che sono state colpite fanno parte della TEPCO, Tokyo Electric Power Company, che ha 17 impianti nucleari che sono concentrate in 4 o 5 siti. Di queste 17 unità al momento del terremoto ne erano in funzione solo 7; una decina erano ferme per ispezioni e manutenzione. 10 su 17 erano ferme.

Sembrerebbe che in uno dei due impianti di Fukushima 1 ci sia stata una fusione del nocciolo. Fusione sia parziale o totale. Un simile evento ricorda più Three Mile Island che Chernobyl. A Three Mile Island il 25% del nocciolo fu fuso con fuoriuscita di radioattività.
All'arrivo delle prime scosse i reattori che erano in funzione sono andati in scram automatico (scram è un arresto rapido del reattore che comporta il veloce inserimento delle barre di sicurezza e lo spegnimento della reazione a catena, in modo da portare il nocciolo in poco tempo a potenza zero.) mentre altri sono stati messi in scram manuale.  Se questa procedura, come è presumibile, non ha funzionato in un paio di reattori, bisognerà capire il perché.
Le scosse possono aver deformato i canali guida delle barre di controllo e queste, non rientrando a dovere, possono averle tenute scoperte, quindi lasciando “in potenza” (in funzione) alcune parti del nocciolo che ha così seguitato a produrre calore con ulteriori danni e conseguenze. Un‘altra ipotesi può essere la seguente. Anche se i reattori fossero stati arrestati, in alcuni di questi si può essere creato un LOCA (lost of coolant accident), cioè una perdita del refrigerante del nocciolo, dovuta ad una rottura di una tubazione oppure per un malfunzionamento delle pompe che alimentano l'acqua al reattore. Quindi il nocciolo ha cominciato a surriscaldarsi come avvenne a Three Mile Island nel 1978. Quello che si capisce è che c’è stato un cattivo funzionamento di questi sistemi di emergenza, sistemi che gettano acqua ad alta pressione nel nocciolo per raffreddarlo.
(Nota, un'altra ipotesi. I sistemi di refrigerazioni sono entrati in crisi per mancanza di energia. Non sono entrati in funzione i  generatori elettrici diesel per qualche ragione e le batterie hanno finito la loro carica).
Si sono innescati alcuni meccanismi. Innanzitutto quel poco di acqua che c'è evapora rapidamente e si surriscalda e questo vapore surriscaldato aumenta di pressione. Accanto a questo fenomeno principale, c'è un altro fenomeno altrettanto importante. Si tratta di una reazione metallo-acqua con il combustibile nucleare. Lo zircaloide con cui sono fatte le guaine che contengono le barre di combustibile dentro alle quali c'è l'uranio, a temperature di 800-900 °C porta ad una reazione tra questo metallo e acqua che sprigiona idrogeno e altri gas. Questi vanno ad aumentare la pressione del vessel di acciaio con il pericolo che tale pressione raggiunga limiti intollerabili. Per farla sfogare si lascia scaricare, facendola depotenziare, nel contenitore esterno (quei contenitori di calcestruzzo che sono visibili in tutte le centrali). Se questa operazione sia riuscita o meno lo sapremo solo nelle prossime ore o giorni. La domanda è: hanno fatto in tempo ad attivare questo processo prima di una fusione parziale o totale del nocciolo? A mio parere il nocciolo di un reattore si è surriscaldato con una sua parziale fusione.
Il terremoto può aver incrinato la struttura di cemento e quindi il vapore radioattivo ha contaminato l'ambiente esterno. Per i lavoratori della centrale tutto ciò è molto preoccupante. Se quello che è stato detto corrisponde al vero e cioè che la radioattività all'interno dell'impianto è risultata essere superiore 1000 volte rispetto al normale, credo che questa gente non avrà una vita lunga e per quella che gli resta potrebbe essere molto dolorosa.
Siamo di fronte a numeri poco verificabili. C'è troppa differenza tra 1000 volte maggiore all'interno e 8 volte all'esterno. Uno dei due dati non è vero. Non ci può essere questo distacco tra radioattività interna ed esterna.
 -----------------------------
Aggiornamento.
Una notizia proveniente dall'Australia conferma la fusione del nocciolo e il danneggiamento di un secondo reattore di Fukushima.

The Japanese government says meltdowns may have occured in nuclear reactors at the earthquake hit Fukushima power plant.A second reactor at Fukushima is now in danger of overheating following Japan's powerful earthquake.

.

4 commenti:

Silvano Robur ha detto...

Che io sappia, i reattori erano montati su fondazioni dotati di isolatori sismici.

Quindi con l'evento sismico, all'oscillare della fondazione, il reattore avrebbe avuto le sollecitazione smorzate.

Le giunzioni delle tubazioni sono dotati di smorzatori.

L'impressione che ne traggo, personale ed opinabile, è che nonostante tutte le precauzioni, le sollecitazioni reali, hanno superato quelle di progetto.

I Giapponesi sono persone serie.

Non mi sembra che si possano accusare i Giapponesi di errori progettuali o di esecuzione dei lavori (Leggi terremoto dell'Aquila).

Ma, semplicemente, che a tali eventi, nemmeno un bunker di reattore nucleare, può resistere.

meiyo77 ha detto...

finalmente un commento intelligente

Anonimo ha detto...

ma non potrebbe esser che gli impianti di raffreddamento si sono danneggiati per la marea di tsunami arrivata un'ora dopo? Come è possibile che di questo non se ne parli? Questa centrale è sul mare e non posso credere che non sia arrivata neanche un'onda che possa aver invaso alcuni locali dove ci sono i generatori o dove sono posizionati gli alimentatori delle pompe diesel. Si parla di terremoto ma dell'acqua di mare provocata da onde anomale? Come mai non se ne parla?

Anonimo ha detto...

Io piuttosto mi chiedo come sia possibile che un paese che ha dato per primo un nome alle onde anomale possa costruire una centrale nucleare in riva al mare..
in più si parla tanto di vecchia tecnologia senza specificare come il meccanismo di raffreddamento; pompe, motori ed altro sia pressapoco uguale ora come 40 anni fa..anche la resistenza dell'acciaio e del cemento armato non ha fatto passi avanti in questi ultimi anni essendo una tecnologia ormai consolidata e con pochi margini di miglioramento..
A mio parere anche una centrale di ultima generazione avrebbe avuto gli stessi problemi, dovendo rispondere alle stelle leggi fisiche..