Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


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martedì 6 agosto 2019

Dazi, perso 1 miliardo nel quinto anniversario dell’embargo russo


Le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno perso oltre un miliardo di euro negli ultimi cinque anni a causa del blocco alle spedizioni in Russia che ha colpito una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione dell’anniversario dell’embargo deciso 5 anni fa dal presidente Vladimir Putin con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e più volte rinnovato come ritorsione alla decisione dell’Unione Europea di applicare sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina.

L’agroalimentare italiano – spiega la Coldiretti – è infatti l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni dei prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura come le mele, soprattutto della varietà Granny Smith dal colore verde intenso e sapore leggermente acidulo particolarmente apprezzate dai cittadini russi.

“Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è importante che si riprenda la via del dialogo”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il settore agroalimentare è stato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”. Un pericolo che – aggiunge Prandini – riguarda anche le recenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti con il presidente Donald Trump che ha minacciato dazi su una lunga lista di esportazioni Made in Italy, soprattutto vino e cibo, nell’ambito dello scontro sugli aiuti al settore aereonautico che coinvolge l’americana Boing e l’europea Airbus. Si tratta – ricorda Prandini – della prima sfida che dovrà affrontare la nuova Commissione Europea guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen, che dovrà gestire i complessi rapporti con lo storico alleato Usa e superare i motivi di divisione con il nemico del passato come la Russia ma soprattutto valorizzare l’agroalimentare europea per la nuova strategicità che ha assunto nel contesto internazionale.

Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni in Russia si sommano – continua la Coldiretti – quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Nei supermercati russi si possono ora trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, dalla mortadella Milano al parmesan, dalla scamorza al mascarpone.

A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata però solo l’industria russa, ma – riferisce la Coldiretti – anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Bielorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le esportazioni dei cibi italiani taroccati nel Paese di Putin.  In Russia – precisa la Coldiretti – è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine brasiliana o argentina.

Il rischio – continua la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre, in altri, sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu.

Un blocco dunque dannoso per l’Italia anche se – precisa la Coldiretti – va segnalato che nel 2018 l’export agroalimentare italiano è cresciuto del 7% rispetto all’anno precedente raggiungendo i 561 milioni di euro grazie ai comparti non colpiti dall’embargo, come il vino, le paste alimentari, pomodori pelati e polpe, tabacchi e olio, a conferma della fame d’Italia dei cittadini russi. I valori – conclude la Coldiretti – rimangono comunque nettamente inferiori a quelli del 2013, l’ultimo anno prima dell’embargo, quando le esportazioni agroalimentari Made in Italy avevano raggiunto i 705 milioni di euro.

Fonte Coldiretti 


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mercoledì 30 maggio 2018

Russia, giù l’export Made in Italy nel 2018

Le esportazioni Made in Italy sono calate dell’1,2% nel 2018 in Russia dove è in vigore l’embargo totale per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, più volte rinnovato. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo quadrimestre dell’anno in riferimento alle dichiarazioni del presidente Vladimir Putin sui rapporti tra Italia e Russia.

Le esportazioni italiane sono scese ad un valore di poco inferiore agli 8 miliardi di euro nel 2017, circa 3 miliardi in meno del 2013, l’anno precedente all’introduzione delle sanzioni che decise dall’Occidente per la guerra in Ucraina nei confronti della Russia che ha fatto scattare l’embargo.

Un blocco dannoso per l’Italia anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti – si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente, dalla moda alle automobili fino all’arredamento.

Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia – continua la Coldiretti – si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. La ripresa del dialogo è importante – conclude la Coldiretti – per sostenere la crescita del Made in Italy all’estero in un momento difficile per il commercio internazionale.


Fonte Coldiretti 




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domenica 28 gennaio 2018

Italia-Russia, +22% export ma pesa l’embargo

Le esportazioni Made in Italy in Russia hanno fatto segnare un balzo del 22% per un importo stimato in poco inferiore ai 7 miliardi nel 2017
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della conversazione tra il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il Presidente russo Vladimir Putin che hanno espresso soddisfazione per la ripresa delle relazioni commerciali. 

Si tratta di una significativa inversione di tendenza anche se – sottolinea la Coldiretti – la situazione resta difficile e le esportazioni italiane risultato inferiori di ben 4 miliardi rispetto al 2013, l’anno precedente all’introduzione delle sanzioni. La prima e piu’ incisiva causa è rappresentata infatti – continua la Coldiretti – dall’embargo totale che si mantiene in Russia per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e piu’ volte rinnovato. 
Una misura che – spiega la Coldiretti – ha salvato praticamente solo il vino e fatto scendere a poco piu’ di mezzo miliardo le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani. Un blocco che è costato caro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti – si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente. 
Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Il rischio – continua la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menù. Lo stop alle importazioni dall’Italia ha infatti provocato in Russia – conclude la Coldiretti – un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati in Russia. 
“Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è importante che si riprenda la via del dialogo” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “ancora una volta il settore agroalimentare è stato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale.”




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giovedì 21 settembre 2017

Scende il prezzo dell'uranio, il gigante nucleare russo si butta sul litio e le batterie per VE

Dopo un crollo del prezzo dell'uranio, Rosatom Corp., gigante nucleare russo interessato a tutto quel che riguarda il nucleare,  prevede di iniziare l'estrazione e commercio del Litio , metallo usato per le batterie al fine di trarre profitto dalla rapida ascesa di veicoli elettrici. 
Questo è quello che ci racconta Bloomberg in un articolo online di ieri, 20 Settembre. Rosatom, leggiamo su Wikipedia, è un'impresa statale (no profit) della Russia, nata nel 2007, il corpo organizzativo del complesso nucleare russo avente sede a Mosca. Rosatom è l'unico venditore al mondo capace di offrire tutti i prodotti e servizi del settore industriale nucleare. Gestisce tutti gli asset della federazione russa, sia civili che militari. Insieme alle attività commerciali che favoriscono la crescita dell'energia nucleare e le strutture del ciclo del carburante nucleare, essa agisce come un agente governativo, per lo più nel campo della sicurezza nazionale (deterrenza nucleare),  sicurezza nucleare comprese le radiazioni eventualmente rilasciate, oltre che scienza di base e applicata. 
Orbene, questo colosso ha capito, come dichiarato da  Kirill Komarov, primo vice capo della società, in un'intervista che l'evoluzione del business dell'auto elettrica sta andando molto più veloce del previsto. Aggiunge che l'azienda ha in programma di seguire tutta la linea integrata di tutto quello che sta intorno ai veicoli elettrici a partire dall'estrazione del litio fino alle celle per chiudere il cerchio con i battery pack o anche cercare po' di cooperazione con i produttori di automobili.

Rosatom è l'ultima società ad intraprendere la corsa con progetti sul litio per la fornitura del metallo a fronte di una domanda crescente di batterie utilizzate nelle auto elettriche. I prezzi del carbonato di litio sono più che raddoppiati negli ultimi due anni fino a toccare i 14.000 dollari tonnellata, secondo un rapporto UBS AG pubblicato la scorsa settimana. In confronto, i prezzi dell'uranio sono scesi di circa il 40% dalla fine del 2014, un crollo dei prezzi dovuto al disastro di Fukushima del 2011 in Giappone. Gli attuali prezzi bassi di uranio sono insostenibili, dichiara l'azienda col suo portavoce. Il prezzo spot dell'uranio di riferimento di  20,70 dollari al chilogrammo della settimana scorsa è meno di un terzo del suo livello prima di Fukushima, secondo i dati di Ux Consulting Co.
Quindi? Rosatom sta virando verso un nuovo programma pensando di ricavare il 30% delle sue entrate dalle imprese al di fuori l'energia nucleare entro il 2030. 

Possiamo dire che il nucleare inteso come energia, produzione, è finito? A intuizione, nostra (solo?), pare proprio di sì avendo intrapreso la strada del lento declino.




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venerdì 26 maggio 2017

Il disgelo con la russia vale 10 miliardi di esportazionu per Made in Italy dopo l'embargo agroalimentare

L’avvio del dialogo con la Russia crea le premesse per chiudere una guerra commerciale che ha provocato una perdita complessiva stimata ormai in oltre 10 miliardi per il made in Italy in termini di esportazioni. E’ quanto stima la Coldiretti in occasione dell'incontro a Sochi tra il Premier Paolo Gentiloni e il leader russo Vladimir Putin, a quasi 3 anni dall’embargo totale deciso nei confronti di importanti prodotti agroalimentari in risposta alle sanzioni statunitensi ed europee.
L’agroalimentare – sottolinea la Coldiretti - è l’unico settore ad essere colpito direttamente da un embargo totale sancito, come ritorsione alle sanzioni europee, dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 che ha chiuso completamente le frontiere del paese di Putin ad una lista di prodotti, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con successiva proroghe.
Un blocco che è costato al settore in Italia fino ad ora oltre 850 milioni di euro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti - si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni in tutto l’agroalimentare e anche negli altri settori, dalla moda fino alle auto, in cui era tradizionalmente forte la presenza italiana. Nel 2016 le esportazioni italiane totali - sottolinea la Coldiretti - in Russia diminuite di un ulteriore 5,3% scendendo al minimo storico da almeno un decennio.

La guerra commerciale con la Russia ha colpito duro interrompendo bruscamente una crescita travolgente delle esportazioni agroalimentari italiane verso la Russia, che nei cinque anni precedenti il blocco erano più che raddoppiate in valore (+112%). Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha provocato peraltro in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati in Russia. In effetti – rileva la Coldiretti - alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Il rischio – conclude la Coldiretti - riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu.
Ancora una volta il settore agroalimentare è divenuto merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea che è importante riprendano la via del dialogo”.

Dal sito della Cordiretti



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sabato 19 novembre 2016

Commercio estero: Coldiretti, scontro Usa Russia costa 7,5 Mld a Made in Italy

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Lo scontro Usa-Putin e la guerra commerciale scatenata dalle sanzioni ha fatto scendere le esportazioni del Made in Italy in Russia al minimo da almeno un decennio con una perdita stimata di 7,5 miliardi in 2 anni, provocata anche dall’embargo totale deciso nei confronti di importati prodotti agroalimentari.

È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’annuncio della visita del neopresidente degli Stati uniti, Donald Trump in Russia. L’agroalimentare – sottolinea la Coldiretti - è l’unico settore ad essere colpito direttamente da un embargo totale sancito, come ritorsione alle sanzioni europee, dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 che ha chiuso completamente le frontiere del paese di Putin ad una lista di prodotti, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con successiva proroga. Al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti - si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni in tutto l’agroalimentare e anche negli altri settori, dalla moda fino alle auto, in cui era tradizionalmente forte la presenza italiana.
Solo nel settore del tessile, abbigliamento accessori e pelli la perdita dovuta al cale delle esportazioni è stata - precisa la Coldiretti - di circa 2 miliardi nel biennio mentre per i mezzi di trasporto il taglio è stato attorno ai 1,2 miliardi nello stesso arco di tempo mentre 600 milioni ha perso complessivamente l’agroalimentare, in 2 anni. La guerra commerciale con la Russia ha colpito duro interrompendo bruscamente una crescita travolgente delle esportazioni agroalimentari italiane verso la Russia, che nei cinque anni precedenti il blocco erano più che raddoppiate in valore (+112%).
Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha provocato peraltro in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano o il Parmesan tutti rigorosamente realizzati in Russia. In effetti – rileva la Coldiretti - alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Il rischio – conclude la Coldiretti - riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu.






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venerdì 29 luglio 2016

Batterie alluminio aria, un ottimo risultato della ricerca

Come sapete le batterie alluminio-aria potrebbero rappresentare un salto di qualità eccezionale per l'accumulo di energia elettrica, si parla di 8,1 kWh/kg teorico se non addirittura 13 kWh/kg. Sì, avete letto bene kWh non Wh, il che significa una parità teorica con i carburanti tradizionali, benzina e gasolio, che 'vantano' circa 10 kWh a chilogrammo. Anzi, potremmo dire che le batterie alluminio-aria hanno una densità di energia superiore a quella del gasolio tenuto conto che il motore termico, che funziona grazie a questo carburante, ha una efficienza massima del 40%, media del 20/25% e che si riduce ad un pessimo 10% in città. Ciò significa che l'energia teorica contenuta nel gasolio diventa 4 kWh/kg, o 2,5 kWh o 1 kWh. Il discorso sulla benzina è di qualche unità percentuale peggiore rispetto al gasolio. Se fossimo in grado di raggiungere una densità di energia di  4 kWh/kg con le batterie alluminio-aria otterremmo la parità assoluta con i carburanti derivati dal petrolio. E' possibile? Forse sì, ma sino ad ora i ricercatori hanno dovuto affrontare un ostacolo importante, la durata delle nuove batterie, la caduta di prestazioni a causa dell'ossidazione del metallo. Ricercatori Russi e israeliani affermano di avere vinto questa battaglia aggiungendo un 3% in volume di estratto di paglia di lino alla soluzione alcalina in grado di agire da inibitore della corrosione dell'alluminio.
I ricercatori presentano i risultati ottenuti dallo studio dell'inibizione efficiente di un estratto di paglia di lino aggiunto ad un elettrolita alcalino per sopprimere corrosione anodica su una rivista specializzata ChemSusChem. L'estratto è stato preparato da una cannuccia di lino, immagazzinato per un lungo periodo in un impianto adatto, e gradualmente, sotto l'influenza della luce, della temperatura e microrganismi attivi, è stato sottoposto ad un processo di umificazione. Umidificata, la paglie di lino è in grado contenere un'alta concentrazione di sostanze umiche (HS), che comprende una miscela di acidi umici e fulvici. Il team ha scoperto che l'estratto di lino paglia sopprime notevolmente la corrosione  (con il 50% di efficienza) ad una concentrazione relativamente bassa (3% vol) nella soluzione alcalina. Un aumento della concentrazione di estratto di paglia di lino nella soluzione alcalina da 1 a 3% vol riduce la velocità di corrosione,  tuttavia, la riduzione dell'efficienza di inibizione viene ridotta da un ulteriore aumento della concentrazione di paglia di lino.


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giovedì 28 agosto 2014

Parliamo di filobus senza fili a Mosca

La notizia arriva da Mosca, esattamente da  RIA Novosti l'agenzia di informazione russa, conosciuta con il nome in inglese RIA Novosti (Russian Information Agency Novosti; in russo: РИА Новости), di un filobus senza fili che diventerà una consueto vederlo transitare tra vai Pokrovka e via Maroseyka appunto a Mosca, secondo quanto ha dichiarato recentemente (il 13 Agosto) l' Assessore ai Trasporti Maxim Liksutov a Moscow 24 TV channel..
I nuovi filobus dovrebbero ritirare i loro bracci di connessione alla linea elettrica e transitare per le strade in questione con le sole batterie di alimentazione.

Secondo Mr. Liksutov, i funzionari della città hanno deciso di sbarazzarsi delle linee aeree essendo esse fuori posto in zona pedonale. Il conducente avrebbe il compito di premere un solo pulsante per ritrarre il trolley, e tirarlo di nuovo su per riattivare i contatti elettrici con la linea bifilare  quando il filobus abbandona la zona pedonale.

La riorganizzazione di Pokrovka e Maroseyka è programmato per essere completato entro il 25 agosto quando le strade saranno diventate  una zona pedonale con marciapiedi più ampi e solo una sola corsia per il traffico motorizzato. Se questa è la notizia del 13 l'inaugurazione dovrebbe essere già avvenuta.

Quanto lontano è un futuro nel quale in città viaggeranno solo mezzi di trasporto pubblico urbano solo elettrici? Siano essi filobus o elettrici alimentati solo dalle batterie? E quanto lontano un futuro nel quale i mezzi di trasporto merci saranno del tutto simili ai filocarri? Nel primo caso, già da adesso gli autobus con motore termico  potrebbero scomparire dalle città, tutte le città, piccole e grandi, per essere sostituiti con bus elettrici e filobus. Subito significa: ORA! A patto che gli amministratori pubblici locali si diano una mossa e decidano di svincolarsi da vecchi pregiudizi e dal marketing dei costruttori tradizionali. Per i filocarri è sufficiente fare una sperimentazione della durata di un paio di anni per scardinare un altro pregiudizio. Dai! Il futuro è OGGI!



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sabato 23 agosto 2014

Esplosione in una stazione di servizio sul Caspio

Ecco cosa succede quando si incendia una pompa ad una stazione di servizio Exson. Qui siamo a Machačkala  nel Daghestan, in Russia, sulle sponde occidentali del Mar Caspio.
Come vediamo da questo blocco immagini alla pompa col cerchio rosso del video dell'8 Agosto riportato più sotto


la perdita sembra essere di gas (metano o GPL?)  piuttosto che di carburante liquido. La dispersione, l'incendio, l'esplosione, il fumo e le fiamme che divampano.

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Per fortuna solo pochi feriti e nemmeno gravi.


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giovedì 31 luglio 2014

Energia, Ucraina, auto, il ministro degli Esteri Russo Lavrov e il ministro Lupi

Due notizie curiosamente contrastanti, uscite casualmente quasi contemporaneamente.
Una, quella del ministro Lupi che annuncia la probabile riattivazione degli incentivi per incentivare gli acquisti delle auto facendo ricorso alla defiscalizzazione e l'altra molto più importante per i suoi risvolti, drammatici, non solo sulla nostra economia ma potenzialmente  su quella della quasi totalità del mondo intero o perlomeno a discrezione di chi ha il coltello dalla parte de manico. Chi ha il coltello dalla parte del manico? Lo vediamo subito dopo avere estratto il succo della notizia, questo che segue:  le sanzioni che Stati Uniti, UE e Canada hanno inferto alla Russia per le ben note (mica tanto) vicende in Ucraina porteranno ad un aumento dei prezzi dell'energia. Lo annuncia il ministro degli Esteri Russo, Lavrov.

Ritornando al nostro ministro. Il nostro vuole risollevare il mercato automotive nazionale che langue (tenue eufemismo) come sappiamo da anni, rileggendo i nostri post precedenti e che qui riassumiamo visivamente con un nostro grafico.


Magari il ministro si sarà posto la domanda e si sarà pure dato la (una) risposta, forse sbagliata. Forse il pio desiderio di far vendere più auto si scontra con una realtà altrettanto crudele, quella che le auto funzionano mettendo dentro il serbatoio il carburante ed è evidente che il consumo di carburante è in drammatica discesa anch'esso. Il che significa una cosa ben precisa.. Ovvero, non si compra una macchina nuova per tenerla parcheggiata sotto casa perché il carburante costa troppo. Ricordiamo post e grafico


 Inoltre è da ritenere che gli incentivi, sotto qualsiasi forma essi siano, in un mercato asfittico e saturo come il nostro, sotto i cieli grigi di un'economia disastrosa, non fanno altro che drogare ancor di più il mercato, come abbiamo visto nei decenni precedenti, dando ossigeno, poco, e per pochi mesi portando ad aggravare la situazione negli anni futuri, magari affossandolo definitivamente.  La benzina, il gasolio costano troppo oggi con una crisi economica che non solo non è finita ma forse deve ancora cominciare. Potrebbe cominciare a crollare pesantemente (ma spontaneamente) secondo lo sviluppo naturale della nostra economia ma se aggiungiamo un aumento del prezzo del carburante indotto dall'esterno lo schianto potrebbe essere poderoso non solo per la vendita delle auto e il consumo dei carburanti ma anche e soprattutto per tutto ciò che funziona con il petrolio e il gas ( e non parlo solo della stufetta a gas per quest'inverno). Che dire? Che dirci?

Auguri!




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giovedì 17 luglio 2014

La fine del Mondo

Un curioso articolo è apparso ieri sul The Telegraph. Curioso ma mica tanto, a pensarci bene.

Trattasi della misteriosa comparsa di un gigantesco buco in Siberia, un enorme cratere in Russia. Si dice che la zona sia ricca di gas anzi è la zona di produzione principale per le forniture di gas russo verso l'Europa. Si comincia a capire qualcosa, il gas. Lo hanno chiamato Yamal che  tradotto suona così: '' fine del mondo''.

A parte le strane teorie della nascita del cratere che vanno dall'atterraggio di UFO ad una grande meteorite schiantatosi sulla Terra, la più plausibile ipotesi viene dal riscaldamento globale causato che ha prodotto un'esplosione sotterranea a causa della fusione del permafrost risultante in una miscela di gas, acqua e sale che sarebbe scaturito all'esterno esplodendo, come appare anche nel bordo esterno del foro con i segni di bruciature.



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lunedì 17 marzo 2014

I gasdotti dell'Ucraina secondo l'EIA

Una articolo dell'EIA (U.S. Energy Information Administration - Official Energy Statistics from the U.S. Government.) sui  gasdotti che passano dall'Ucraina per portare il gas in Europa chiarisce alcune circostanze venutesi a creare negli ultimi gioni, mesi, anni, che riguardano quella nazione che si trova tra due schieramenti economici contrapposti.


L'Europa, compresi tutti i membri dell'UE più la Turchia, la Norvegia, la Svizzera e gli Stati balcanici extracomunitari, consumato 530 milioni di metri cubi (18,700 miliardi di piedi cubi) di gas naturale nel 2013.
La Russia ha fornito il 30%   di questa quantità pari a  161,4 milioni di metri cubi (5,7 miliardi di piedi cubi), con un importo significativo che scorre attraverso l'Ucraina.
EIA stima che il 16% 85 milioni di m3 (3,0 miliardi di piedi cubi) di gas naturale totale consumata in Europa passa attraverso la rete dei gasdotti dell'Ucraina, sulla base dei dati riportati da Gazprom e Eastern Bloc Energy.
Due sistemi di pipeline principali portano il gas russo attraverso l'Ucraina per l'Europa occidentale, le   condotte Bratstvo (Fratellanza) e Soyuz (Unione).
Il gasdotto Bratstvo è il più grande gasdotto russo diretto in Europa. Attraversa l'Ucraina e la Slovacchia e si divide in due per la fornitura paesi del nord e del sud europeo.
Il gasdotto Soyuz collega le pipeline russe alle reti del gas naturale in Asia centrale e fornisce quantitativi supplementari verso l'Europa centrale e settentrionale.
Un terzo importante oleodotto attraverso l'Ucraina (Trans-Balkan) porta il gas naturale russo verso i paesi balcanici e la Turchia.
In passato, ben l'80% delle esportazioni di gas naturale russo transitano dall'Ucraina andando vero l'Europa.

Questa quantità è scesa al 50%-60% da quando il gasdotto Nord Stream, un collegamento diretto tra la Russia e la Germania che passa sotto il Mar Baltico, è entrato in servizio nel 2011.
Flussi di gas naturale attraverso l'Ucraina variano a seconda della stagione, andando dai quasi 3,4 milioni di m3 (12 miliardi di piedi cubi) di gas naturale al giorno in inverno a soli 1,7 milioni di m3 (6 miliardi di piedi cubi) al giorno in estate.
Un inverno insolitamente mite nel 2013 ha significato flussi di gas naturale ridotti attraverso l'Ucraina e ha contribuito ad aumentare i livelli di stoccaggio di gas naturale in Europa (livelli di stoccaggio di gas naturale sono stati del 46%  a partire dal 13 marzo, rispetto al 23% del fondo negli Stati Uniti).



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lunedì 27 agosto 2012

EL Lada, l'auto elettrica russa in strada a fine anno

 Il più grande produttore di auto della Russia, AutoVAZ, ha rivelato l'intenzione di produrre la sua prima vettura elettrica. L'impianto AutoVAZ si trova nella città di Togliatti nella regione di Samara nella Russia centrale dove impiega una forza lavoro costituita da circa 66.000 persone.
EL LADA, questo il nome della nuova vettura, basata sul telaio della berlina Lada Kalina, sarà presentata al Salone Car International  di Mosca, previsto per il 29 Agosto-9 settembre.
I primi modelli usciranno dalla catena di montaggio questo autunno e saranno consegnati  nella città di Stavropol per essere utilizzati come taxi, ma inizialmente non saranno venduti a privati ​.

Tranne il telaio della vettura, tutte le altre parti del nuovo modello sono prodotto all'estero, a partire dal suo cuore costituito dal pacco batterie che è realizzato in Cina mentre altre parti sono realizzate in Svizzera.

Secondo il costruttore, il motore elettrico sarebbe capace di raggiungere i 130 km l'ora per una distanza di 150 km prima di dover essere ricaricata. La ricarica si può effettuare utilizzando una comune presa elettrica per un tempo di otto ore con le batterie completamente scariche. Secondo il sito web del produttore, il prezzo di a EL ADA  dovrebbe aggirarsi  intorno al milione di rubli (25.000 euro).


Come avete notato leggendo questo Blog in pratica non esiste al mondo un paese industriale avanzato o meno che non senta la necessità di entrare nel mercato dell'auto elettrica in modo serio e concreto. Anzi, un paese c'è. Indovinate quale? Rimarrebbe un'ultima possibilità a questo Paese per rientrare in competizione in una nicchia estesa con enormi prospettive. Il retrofit, la conversione elettrica. Speriamo che i nostri parlamentari lo capiscano e portino a termine il compito che si sono assegnati recentemente.



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giovedì 23 febbraio 2012

Dalla tana di uno scoiattolo un fiore dell'era glaciale

Dormire per 30.000 anni nella tana di uno scoiattolo per poi svegliarsi e fiorire.

Dal buio delle profondità delle ere trascorse nel gelo può nascere un fiore.

Sembra una favola ... c'era una volta, 30.000 anni fa, durante l'ultima era glaciale uno scoiattolo previdente che raccoglieva le provviste nella sua accogliente tana. Laggiù nella tundra dello sterminato territorio siberiano viveva lo scoiattolo insieme ai mammut, ed è là che scienziati russi hanno dissotterrato ciò che restava delle sue provviste nella vecchia tana sulla riva destra del fiume Kolyma inferiore nella Siberia nordorientale tra i sedimenti risalenti da 30.000 a 32.000 anni fa. Semi, granaglie inglobate nel durissimo permafrost che nei secoli lentamente e forse più rapidamente ora a causa del riscaldamento globale, indotto dalle attività umane, potrebbe scongelarsi. 
I sedimenti erano saldamente cementati completamente avvolti da  spesso strato di ghiaccio, rendendo impossibile qualsiasi infiltrazione d'acqua naturale creando così una camera di congelamento completamente isolato dalla superficie. Lo scoiattolo ha scavato il terreno ghiacciato per costruire la sua tana, dalle dimensioni di un pallone da calcio, mettendo del fieno e poi pelliccia animale per realizzare una perfetta camera di stoccaggio, una criobanca naturale.
La tana si trovava a 125 piedi (38 metri) sotto la superficie presente in strati contenenti ossa di grandi mammiferi, come il mammut, rinoceronti lanosi, bisonti, cavalli e cervi.
I risultati della ricerca di questi scienziati russi sono stati pubblicati online il 21 febbraio negli Atti della National Academy of Sciences degli Stati Uniti. I semi sono stati curati pazientemente, risanati nel proprio DNA, coltivati in vitro, e da essi è nata una piantina e poi inaspettatamente dei fiori bianchi bellissimi nella loro semplice delicatezza. 

Questa foto, non datata, è stata fornita dall'Istituto di Biofisica Cell dell'Accademia Russa delle Scienze, mostra una stenophylla Sylene rigenerata da frutti fossili.

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lunedì 2 gennaio 2012

Batterie siberiane e bus elettrici

Federazione Russa, Distretto Federale Siberiano,   regione di Novosibirsk.  La città di Novosibirsk è un importante nodo per i trasporti ferroviari, autostradali  e dispone di due aeroporti. Da qui passa la famosa Ferrovia Transiberiana. Gli abitanti sono quasi 1 milione e mezzo e sta nel mezzo della Siberia. A metà degli anni 80 dell'altro secolo ha visto il picco della popolazione poi più o meno è rimasta stabile. La temperatura media annua è 0,2 gradi centigradi. 

In questo scenario si è concluso un accordo, importante, a nostro avviso, tra un'azienda russa e una cinese, per la realizzazione di una serie di impianti per la produzione di batterie agli ioni di litio che saranno utilizzate soprattutto nel settore dei trasporti pubblici, quindi bus.

Qui vedrà la luce il più grande impianto al mondo per la produzione di batterie al litio ad alta capacità da parte della  "Lioteh"  con un investimento complessivo nel progetto che ammonta a 13,5 miliardi di rubli (313,3 milioni di euro). L'area di fabbrica di 40 mila metri quadri è stato costruito a tempo di record, appena 9 mesi.
L'impianto produrrà batterie di diversa capacità nominale di  200, 300 fino a 700 Ah, con materiali nanostrutturati col catodo di litio ferro fosfato (LiFePO4). La capacità prevista del nuovo impianto sarà più di 1 GWh o circa un milione di pezzi di batterie l'anno, di cui saranno dotati circa 5000 elektrobus all'anno (potrebbero essere i bus raffigurati qui).

Le batterie lithium-ion ad alta densità di energia, non richiedono manutenzione aggiuntiva e possono funzionare in un vasto range di temperatura. Queste caratteristiche le rendono largamente utilizzabili nel settore del trasporto elettrico, così come nei dispositivi di accumulo e di gruppi di continuità. Significatico, dopo l'applicazione delle batterie per il trasporto elettrico, queste si possono usare per altri 10-15 anni. E' anche importante notare che lo smaltimento di questo tipo di batterie è completamente sicuro per l'ambiente.


Grazie alle caratteristiche uniche, le batterie al litio sono largamente utilizzate come:

 - batterie per la trazione elettrica. Costi operativi degli elektrobus da 5 a 7 volte inferiore al costo operativo di uno stesso bus con un motore a combustione interna;
 - stoccaggio di energia generata da fonti alternative (solare, eolica, ecc);
- accumulo di energia per 'tagliare' i picchi di carico di potenza e controllo della frequenza di tensione;
 - moduli di alimentazione di emergenza;
 - gruppi di continuità per le strutture critiche (metropolitane, aeroporti, ferrovie, ospedali, centri dati, ecc.).

I principali vantaggi della batteria Lioteh:

 - nessun effetto memoria nei cicli di carica e scarica;
 - chilometraggio degli autobus passeggeri con una sola carica fino a 300 km;
 - la durata della batteria di oltre 600 mila chilometri, fino a 7-8 anni di funzionamento;
 - la possibilità di una elevata corrente di carica per 20 minuti fino al 70% della capacità;
 - affidabilità e sicurezza, confermato da certificati internazionali;
 - vasta gamma di temperatura da -45 ° C a +65 ° C.
- costo relativamente basso delle batterie (più volte inferiore a quello più vicino analoghi).

(News Lioteh)

Per chi ci segue sa cosa pensiamo, che la trazione elettrica ha più senso per l'utilizzo del trasporto pubblico e per il lavoro piuttosto che per la tradizionale auto personale che ha un futuro piuttosto limitato nel tempo. Un futuro assente nell'industria italiana. Buon anno e buon secolo, Italia!

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sabato 18 dicembre 2010

La Russia all'attacco del mercato delle auto ibride

Il miliardario russo Mikhaïl Prokhorov il 13 Dicembre ha presentato alla stampa la prima auto ibrida russa, la " Ë-Mobile " che entrerà in produzione nel 2012 col marchio "Ë-auto", una joint venture tra Onexim Group di Mikhaïl Prokhorov e il costruttore Yarovit-Motors. 150 milioni di euro. Quasi tutti i componenti verranno dalla Russia (l'80%) e dell'ex Unione Sovietica. Una velocità massima di 130 km/h ed una percorrenza di circa 1000 km con i serbatoi riempiti di benzina o gas naturale.


Ma Ë-mobile ( Ë si pronuncia "IO" in Russo) non rappresenta la sola novità, infatti al modello ibrido benzina/elettrico si aggiungeranno altri 3 modelli:

-Ë-Cross-Coupé, a 2 porte coupé,
-Ë-Microvan, a 5 posti,
- Ë-Fourgon, un piccolo van.

Le auto dovrebbero essere a buon mercato, si dice, essendo vendute a 450.000 rubli (11.000 euro) al massimo. Il gruppo spera di produrne 10.000 modelli all'anno.
Questo progetto rientra in un piano di sviluppo del governo russo e di modernizzazione del Paese in particolare attraverso lo sviluppo delle nuove tecnologie a Innograd "city of the innovation " una specie di Silicon Valley Russa.

Fonti: Wall Street Journal e New York Times




 

venerdì 17 dicembre 2010

I filobus di Novosibirsk, Siberia

L'Istituto di Chimica dei Solidi di Novosibirsk ha realizzato accumulatori agli ioni di litio ad alta capacità con materiali a nano-struttura che verranno utilizzati per alimentare i filobus dei trasporti pubblici urbani. 

Quando vengono abbassati i trolley, i motori elettrici dei bus  continuano ad essere alimentati dalle batterie per solo un paio di chilometri senza dover seguire il percorso tracciato dai fili aerei, anche se la quantità di energia accumulata nelle batterie al litio permetterebbe di estendere tale distanza fino a 30 chilometri. Le batterie vengono ricaricate durante il percorso nel quale il filobus è collegato alla rete aerea. 

Il servizio per il trasporto dei passeggeri con i nuovi filobus partirà nella prossima primavera. 

"Questi veicoli sono altamente ecologici ed economici e consumano meno energia elettrica. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di introdurre i nuovi filobus" dice un funzionario comunale, Valeri Novoselov. " Il filobus può contribuire a ridurre le emissioni nocive", spiega Valeri Novoselov " e con l'uso di accumulatori al litio, il costo del trasporto è  ridotto di dieci volte". 

Fonte: The Voice of Russia
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