Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


venerdì 31 maggio 2013

Il crollo del fotovoltaico cinese animerà il prossimo boom

Leggiamo un articolo su Quarz online riguardo le prospettive che hanno di fronte a loro i costruttori di pannelli fotovoltaici cinesi, come fronteggiare la loro crisi dovuta alla superproduzione rispetto ad un minore assorbimento da parte dei paesi tradizionalmente vocati  e il loro volgersi alla ricerca verso nuovi spazi di mercato.

L'industria del solare globale potrebbe essere stata colpita da una stasi, in realtà è suscettibile di raddoppiare il business fino a 155 miliardi di dollari entro il 2018, secondo Lux Research. Il motivo? Poiché i produttori cinesi che forniscono la maggior parte dei pannelli PV del mondo lotta per evitare il fallimento dopo l'espansione troppo veloce e la chiusura di mercati con barriere doganali più o meno legittime, gli sviluppatori potranno utilizzare il grande vantaggio raggiunto grazie ai bassi prezzi per espandersi nei nuovi mercati.

Basando le sue proiezioni, su un'analisi dei prezzi dell'energia in 156 mercati, Lux prevede che gli impianti PV annuali copriranno 62.000 MW di potenza nel 2018, il doppio rispetto allo scorso anno. Negli Stati Uniti, Lux si aspetta un boom edilizio e PV nei prossimi anni e la conseguente corsa per ottenere per i progetti un credito d'imposta per impianti fotovoltaici prima che scenda dal 30% al 10% alla fine del 2016. Gli Stati Uniti dovrebbero installare 10.800 MW di energia solare PV nel 2018, diventando il secondo più grande mercato del mondo. Ma la vera azione sarà la promozione in Asia, dove i progetti, secondo Lux,  prevedono 30.300 MW installati da Cina, India e Giappone.
La crescita in Europa, che ha portato alla rapida espansione dell'energia PV negli ultimi anni, sarà più lenta a causa di carenza di liquidità dei governi che continuano a tagliare i sussidi per l'energia verde. Ma la domanda da parte del Medio Oriente aiuterà a recuperare il perso. L'Arabia Saudita, per esempio, l'anno scorso ha annunciato che è alla ricerca di 100 miliardi dollari per installare impianti di generazione PV sufficiente a soddisfare un terzo della domanda interna di energia elettrica.

Senza dimenticare l'Africa. Il mercato è attualmente molto piccolo, ma c'è un sacco di spazio per crescere. La Mauritania ha messo in funzione un impianto da 15 MW di potenza nel mese di aprile, una delle più grandi centrali PV del continente. Lux prevede che le installazioni cresceranno del 28% all'anno, fino a 920 MW installati nel 2018 e più di un terzo sarà in Sud Africa.
Il Sud America crescerà ancora più velocemente, del 40% l'anno, con conseguente 20.000 MW di potenza installata nel 2018. La maggior parte di questa crescita avverrà in paesi come Cile e Brasile.

Le proiezioni rosee dipendono non solo dai sempre più  economici costi dei pannelli PV ma anche dalla questione finanziaria. Regimi di aiuto già esistenti per i proprietari di casa per affittare i pannelli che sarebbero costosi qualora fossero acquistati a titolo definitivo. Ma la creazione di capitale per regimi di leasing richiede il  confezionamento di contratti di locazione in titoli garantiti da incentivi governativi che sono in scadenza negli Stati Uniti.

Le proiezioni prevedono, infine, che la Cina lascerà fallire i produttori nazionali di pannelli di qualità inferiore, piuttosto che cercare di tenerli a galla, e che altri governi non metteranno dei posti di blocco burocratici per i progetti di energia FV. Mi domando se fra questi paesi ci sarà anche l'Italia o le lobby tradizionali che operano da sempre, pesantemente, costantemente, in modo deleterio.



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giovedì 30 maggio 2013

Incentivi per i sistemi di accumulo dell'energia rinnovabile negli USA

Secondo un articolo online di Bloomberg, quattro senatori degli Stati Uniti hanno formulato una proposta di legge per offrire incentivi fiscali ai proprietari di case e aziende che installino sistemi di immagazzinamento dell'energia nel tentativo di aumentare sia interesse che investimenti in energia rinnovabile.

Il disegno di legge dovrebbe basarsi su un credito d'imposta del 30 %,  con un limite di  1 milione di dollari per progetto, ai proprietari di case e  imprese che utilizzino sistemi di accumulo di energia.

 Secondo lo stesso disegno di legge si prevede altresì una percentuale più bassa di credito d'imposta, il 20 %, su progetti fino a 40 milioni di dollari ciascuno, per i sistemi di utility-scale, con un budget totale di 1,5 miliardi di dollari in incentivi per questi grandi progetti.

Le turbine eoliche e pannelli fotovoltaici non producono costantemente, quindi l'energia viene conservata per quando sarà necessaria. I sistemi di storage, che conservano l'energia fino a quando la domanda non la richiede, secondo i senatori proponenti,  faciliterà un più ampio uso delle energie rinnovabili stasse.

La soglia più bassa per questi sistemi di storage per usufruire degli incentivi è stato abbassato a 5 kWh dai 20 kWh in una versione precedente del disegno di legge che non era stata approvata dal Congresso.

Come si vede, non soltanto si incentiva la produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili naturali, eolico e fotovoltaico, anzi, in aggiunta, si incentiva l'accumulo, con due strategie che convergono. Mentre in Italia si affossa con improntitudine la produzione, si demolisce l'impianto legislativo incentivante e nemmeno si considerano i sistemi di accumulo. La responsabilità è tutta politica.


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mercoledì 29 maggio 2013

Un mega progetto idroelettrico per il fiume Congo

Il fiume Congo irregimentato da una serie di gigantesche dighe idroelettriche che saranno in grado di produrre il doppio dell'impianto idroelettrico che è attualmente il più potente al mondo, le Tre Gole in Cina.
La Repubblica democratica del Congo (RDC) e il Sud Africa hanno annunciato lo scorso fine settimana, di avere firmato un accordo per sviluppare un progetto idroelettrico gigantesco che riguarda le Inga Falls, appena a valle del capitale della Repubblica Democratica del Congo Kinshasa.
Le Inga Falls sono una serie di rapide, dove il fiume Congo scende di 96 m  nel corso di 15 km. Le cascate sono giacciono in una curva a gomito del fiume Congo, dove la distanza delle sponde del fiume oscillano da più di 4 km a 260 m, sono  probabilmente le più grandi cascate in il mondo. Il loro volume massimo registrato è di 70.793 m³ di portata.
I lavori inizieranno nel 2015 e saranno spesi 9 miliardi di dollari nella prima fase, per installare una potenza idroelettrica di 4.800 MW, più della diga di Assuan in Egitto, attualmente la più grande diga dell'Africa. Ma l'obiettivo finale, dicono i due governi, è quello di generare più di 40.000 MW per sfruttare tutta la potenza del secondo fiume più grande del mondo, dopo l'Amazzonia. A Inga Falls, mediamente precipitano giù in una serie di rapide gigantesche circa 42.000 metri cubi di acqua  ogni secondo.
La buona notizia è che il progetto non richiede un grande bacino per immagazzinare l'acqua necessaria per muovere le turbine, perché il fiume scorre incessantemente ad alto volume, ciò significa che non dovrà essere parte del territorio circostante. La cattiva notizia, dicono gli avversari, quali le ONG International Rivers California, è che in effetti pochi congolesi potranno godere quell'energia elettrica prodotta dal loro fiume, dal momento che sono in genere lontani dalle reti elettriche. La maggioranza dei poveri dell'Africa rimarrà senza energia, in un momento in cui le soluzioni migliori sono già disponibili, dice Rudo Sanyanga di International Rivers (come riportato da NewScientist online),  che sostiene invece l'investimento in energia solare locale e impianti idroelettrici di piccole dimensioni.

In aggiunta, giunge proprio oggi la notizia di un rapporto prodotto congiuntamente dalla Banca Mondiale e dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (AIE), nel quale si afferma che sono circa 1,2 miliardi le persone che vivono ancora senza elettricità nel mondo, mentre i consumi di energie rinnovabili sono appena aumentati negli ultimi 20 anni, a fronte di ancora modesti miglioramenti sul miglioramento dell'efficienza energetica. La Banca  Mondiale afferma che il ritmo di crescita deve raddoppiare per centrare l'obiettivo del 100%" della popolazione mondiale fornita di elettricità nel 2030.


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martedì 28 maggio 2013

Le auto elettriche nel mercato 2013 dell'Europa occidentale

Su AID - Automotive Industry Data online leggiamo le cifre relative alle vendita di auto elettriche in Europa ad Aprile. Sono poco meno di 2.600 auto elettriche, che rappresentano quindi uno  0,26 % del mercato di tutte le autovetture nuove,  che portano a 9.403 unità le immatricolazioni di auto elettriche in Europa occidentale nel primo quadrimestre di quest'anno. Le immatricolazioni di auto elettriche, che sono presenti in otto mercati, sono sotto i livelli dello scorso anno in sette mercati, seguendo l'andamento del mercato delle auto tradizionali che però hanno seguito cali ben maggiori, non solo numericamente, il che è ovvio, ma soprattutto con percentuali da paura.
I francesi trascinano il settore con 3.188 immatricolazioni nei primi 4 mesi del 2013, poco più di un terzo di tutto il mercato dell'Europa occidentale.

La Norvegia richiede un discorso a parte. Abbastanza rimarchevole è il fatto che la seconda auto più venduta in Norvegia ad Aprile è proprio un'auto elettrica, con 445 unità,  coprendo un sostanzioso 3,3% del mercato totale, superata solo dalla VW Golf termica, con 903 unità, con il 6,5%. La Norvegia ha incoraggiato l'uso di veicoli elettrici per molti anni con vantaggi fiscali e di utilizzo; riducendo a zero l'IVA;  permettendo l'utilizzo di corsie preferenziali per incoraggiare i norvegesi a passare alle auto a emissioni zero. Per seguire la crescita dei veicoli elettrici, il Consiglio comunale di Oslo ha recentemente aumentato il numero delle installazioni di ricarica portando il numero di nuove colonnine da 100 all'anno a 200  all'anno per i prossimi quattro anni. Un buon risultato considerando che la popolazione norvegese è di circa 5 milioni di abitanti. Considerando che la produzione nazionale di energia elettrica è coperta in modo significativo dalle fonti rinnovabili, in particolare dall'idroelettrica, circa il 98%, a buon ragione possiamo affermare che i veicoli elettrici sono assolutamente ad emissioni zero, sia localmente sia a monte per l'energia (elettrica) che li muove. Che lo si sappia!



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lunedì 27 maggio 2013

Va avanti il progetto tedesco di 1.000.000 di auto elettriche su strada entro il 2020

Oggi, lunedì 27 Maggio, secondo il quotidiano tedesco Süddeutsche, dovrebbe svolgersi una riunione del governo federale per la mobilità elettrica a Berlino. I politici e i rappresentanti del settore - tra cui  Wissmann, Presidente  VDA,   - discuteranno principalmente sui piani del governo della "Piattaforma di Mobilità Elettrica", per portare entro il 2020 un milione di veicoli elettrici sulle strade tedesche.

Secondo  Matthias Wissmann, presidente della  VDA-Verband der Automobilindustrie, l'Associazione tedesca dell'industria automobilistica, è assolutamente importante strategicamente che l'industria tedesca non perda la lotta competitiva con i paesi esteri per la leadership nella produzione di auto elettriche. La leadership non si conquista da una notte all'altra ma deve seguire delle logiche fra le quali c'è la riconversione produttiva del settore automotive. Se i francesi sono già pronti, come pure i cinesi e in qualche modo anche gli americani, non si può dire lo stesso accada per l'industria tedesca. Il 2020 è veramente vicino, quindi ci si deve dare una mossa per raggiungere l'importante obiettivo, poiché nel 2012 sono state immatricolate 4.157 auto elettriche portando il totale circolante a 8.500  auto elettriche sulle strade della Germania e sono installate 3.000 colonnine di ricarica..

Certo si devono fare gli investimenti, ma soprattutto 'stimolare e non strangolare' il settore, dicono. In che modo lo capiremo quando sapremo cosa è stato deciso nella riunione di oggi.

Comunque, in modo silente,  le case automobilistiche tedesche stanno preparando una grande offensiva con la presentazione di 16 modelli  di auto elettriche  entro il 2014.


Nel frattempo l'Ansa ci informa che, secondo uno studio condotto dalla IMS Research (IHS), i punti di ricarica nel mondo saranno 10,7 milioni entro il 2020, concentrati sopratutto in  Usa, Cina, Giappone e Germania. Non credo che abbiano contato i punti di ricarica casalinghi visto che un'auto elettrica si può ricaricare l'auto elettrica nel garage di casa propria o dove esista una presa elettrica. Inoltre, lo studio prevede una crescita sostenuta nelle vendite di veicoli ibridi ed elettrici nei prossimi 10 anni, favorite da diversi i fattori quali l'adozione di stringenti normative sulle emissioni da parte dei motori endotermici; le preoccupazioni sulle importazioni di petrolio e gas per la produzione energetica, la stabilità dei prezzi dell'energia; i cambiamenti climatici; lo spostamento della popolazione verso le aree urbane.



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domenica 26 maggio 2013

E' la crisi, baby! Ma non per le bici

Un'altra buona notizia per le bici dopo quella che abbiamo segnalato recentemente con il post intitolato: L'export delle bici è cresciuto del 15% nel 2012, bene le bici elettriche +9.5%.

Il sottosegretario alle infrastrutture e trasporti Erasmo D'Angelis ha annunciato venerdì scorso, che è in atto un vero e proprio boom dell'uso della bicicletta come mezzo di trasporto cittadino quotidiano e per la prima volta in 48 anni la bici ha superato l'automobile nelle vendite.

Ciò è dovuto anche alla crisi, ovviamente, quindi non illudiamoci che vi sia un vero cambio di paradigma in atto che riguarda la mobilità a corto raggio. Appena la crisi passa si ritorna al SUV? Probabilmente si, se non proprio al SUV alla macchina per andare a prendere il giornale, ma, c'è un ma. La crisi economica passerà in Italia? (!?)

Il sottosegretario ha colto l'occasione per annunciare che 'sono allo studio del Ministero misure anche innovative per incentivare l'uso della bicicletta'.

Restiamo in attesa dei dettagli.




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sabato 25 maggio 2013

La UE sul gas non-convenzionale

La UE sul gas non-convenzionale
(Comunicato ASPO-Italia, 23 maggio 2013.)

La sollecitazione allo sfruttamento sostenibile delle risorse di gas non convenzionale locale in Europa è un appello ecologicamente irresponsabile, di valore economico dubbio e con un peso energetico discutibile. Meglio perseguire la via delle rinnovabili, dell'efficienza e della riduzione delle emissioni. Anche quest'ultima strategia garantisce investimenti e occupazione ed ha il valore ulteriore di essere ecologicamente, economicamente e socialmente sostenibile.

In occasione del vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo è emersa l'intenzione di perseguire lo “sfruttamento sicuro, sostenibile e redditizio” del gas da scisto (shale gas) in Europa.
Il proposito segue l'appello che le maggiori compagnie petrolifere europee avevano lanciato il giorno prima da Bruxelles in merito al differenziale di prezzo dell'energia determinato dal crescente sfruttamento dello shale gas negli USA.

Come ASPO aveva preconizzato, in seguito al picco del petrolio convenzionale e alla pressione che questo ha determinato sulle altre risorse fossili, l'economia globale è entrata in un territorio incognito nel quale, purtroppo, si verificano fenomeni di panico energetico. La chiamata alle armi per lo sfruttamento dello shale gas europeo può essere classificato fra questi; peraltro, da tempo lo sfruttamento del gas non-convenzionale negli USA e altrove (ad esempio in Polonia) è stato definito un vera e propria bolla finanziaria.

L'estrazione di shale gas presenta un pesante e permanente impatto ambientale, con frequente inquinamento delle falde acquifere, aumento del rischio sismico e immissione di significative quantità di metano in atmosfera. Lo sfruttamento “sicuro e sostenibile” di queste risorse di gas non-convenzionale non è possibile né in Italia né in Europa e, nonostante le interessate campagne pubblicitarie, nemmeno negli Stati Uniti dove ampie aree risultano ormai stabilmente degradate.

Le considerazioni di carattere ecologico, ampiamente analizzate sia in documenti pubblici di carattere scientifico, sia in scritti a scopo divulgativo facilmente accessibili (cfr Ugo Bardi 2013), sono efficacemente riassunte a pagina 98 e 99 del recente studio che la Cassa Depositi e Prestiti ha dedicato al gas.

L'esperienza americana mostra che l'estrazione degli idrocarburi da scisti presenta un declino molto rapido che impone ritmi di trivellazione elevatissimi, con migliaia di pozzi aperti in rapida sequenza sino ad occupare, a poca distanza uno dall'altro, vaste aree di territorio. Uno scenario che, se è devastante negli ampi spazi del continente americano, è impensabile in quello europeo, densamente urbanizzato e popolato. Nello specifico caso italiano, in cui gran parte del territorio è purtroppo interessato dal rischio sismico, si avrebbe l'aggravio di aggiungere un potenziale non trascurabile rischio da iniezione di fluidi. Dati pubblicati (Geology 2013, doi:10.1130/G34045.1) mostrano che queste attività hanno prodotto sismi fino a magnitudo (MW) 5.7 in Oklahoma, regione non sismica, mentre è altamente probabile che lo stesso sia avvenuto in Colorado (MW 5.3) e Texas (MW 4.8).

Considerazioni ulteriori riguardano il reale valore energetico delle risorse non convenzionali in termini di Energia Netta, cioè dell'energia residua disponibile per la società dopo che dalla risorsa estratta si sottrae la quantità di energia indispensabile per estrarla. Quest'ultima è molto superiore per le risorse non-convenzionali che richiedono tecniche di trivellazione complesse come la fratturazione idraulica.

Il capo del governo Enrico Letta il 21 maggio affermava: “La priorità assoluta in campo energetico per noi resta lo sviluppo delle fonti rinnovabili”. Purtroppo nella stessa dichiarazione il capo del governo apriva allo sfruttamento sostenibile delle risorse non-convenzionali. Al contrario noi pensiamo che la politica deve prendere atto dell'impossibilità di protrarre ulteriormente il paradigma energetico basato sulle fonti fossili facili e a buon mercato, e assecondare un adattamento della società verso standard di consumi energetici e materiali compatibili con il resto della biosfera: questa sarebbe, a nostro avviso, quella che lo stesso Letta definisce “una politica realistica del cambiamento climatico dopo il 2020”.

Il comunicato originale si trova qui:
www.aspoitalia.it




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venerdì 24 maggio 2013

Efficienza, baby, efficienza!

Il sito web del Dipartimento dell'Energia statunitense (U.S, DOE) riassume quello che è stato il primo discorso in occasione del  2013 Energy Efficiency Global Forum del nuovo segretario dell'energia  Dott. Ernest Moniz che recentemente ha sostituito Steven Chu nell'incarico col cambio dalla prima alla seconda amministrazione Obama. L'argomento si è inscritto nell'obiettivo primario che è quello dell'efficienza energetica. Ogni anno, gran parte dell'energia degli USA è sprecata. È  questo il punto di riferimento del suo mandato come Segretario dell'Energia.

 Per raggiungere gli obiettivi voluti dal Presidente nel raddoppiare la produttività energetica dell'America entro il 2030, il Dipartimento dell'Energia continuerà a spingere per migliorare l'efficienza in più settori dell'economia.
-I nuovi standard degli elettrodomestici che il Dipartimento per l'Energia ha emanato nel corso degli ultimi quattro anni faranno risparmiare alle famiglie americane migliaia di miliardi di dollari nel corso di pochi decenni. Il Dipartimento si adopererà per facilitare lo sviluppo di nuovi standard per gli apparecchi domestici.
 - Il risparmio di carburante rimane molto importante al fine di ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dal petrolio. Il Dipartimento si concentrerà sull'efficienza dei veicoli, in carburanti alternativi ed elettrificazione dei veicoli.
- Il manufacturing è un altro obiettivo del Dipartimento che si concentrerà sul miglioramento dei semiconduttori bandgap, che potrebbe avere enormi ripercussioni su tutto, dagli elettrodomestici ai computer industriali.
- L'efficienza degli edifici è una grande opportunità. Il Dipartimento accelerà il passo per rispettare l'impegno del Presidente di mettere sul tavolo 200 miliardi di dollari di contratti per migliorare le prestazioni del risparmio energetico.

Segretario Moniz ha chiuso il suo discorso allo stesso modo in cui ha iniziato, con una particolare attenzione per l'ambiente.



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giovedì 23 maggio 2013

La più grande stazione di ricarica di auto elettriche del mondo

Sono in atto a Pechino una serie di iniziative finalizzate alla diffusione le auto elettriche nella metropoli cinese nella speranza di alleviare (scrive l'International Business Times)  l'infame congestione della città e problemi di inquinamento.
L'obiettivo è quello di avere 50.000 veicoli elettrici o ibridi a Pechino nel 2015, che comprenderà 30.000 veicoli privati, 8.000 autobus pubblici - un terzo del numero totale di autobus a Pechino - 10.000 taxi e 'auto blu' e 2.000 per gli usi nel settore della logistica, settori ambientali, postali e noleggio.

Tanto per cominciare domenica scorsa è iniziato un servizio di noleggio di auto elettriche nella zona Wudaokou  a Pechino organizzato nell'ambito dell'  Electric Beijing Partnership Plan, con l'installazione conseguente di decine di colonnine di ricarica per una quindicina di auto della Baic.

In aggiunta, per promuovere i veicoli elettrici presso i privati, il governo centrale sovvenziona l'acquisto di  un'auto elettrica  con il contributo di 60.000 yuan (7.600 euro). Il primo problema da risolvere era quello del costo iniziale di un'auto elettrica pari a circa 200.000 yuan  (25.400 euro) superato dai vari contributi regionale e statale che combinati insieme raggiungono i 120.000 yuan (15.200 euro) che rendono sovrapponibile il costo dell'auto elettrica con quello di un'auto tradizionale.

Altro problema risolto transitoriamente è quello delle stazioni di ricarica, un incentivo in più, per il fatto che  Pechino ha appena costruito la più grande stazione di ricarica di auto elettriche del mondo capace di servire e quindi ricaricare fino a 400 veicoli elettrici al giorno. Pechino si vanta di avere altre quattro stazioni di ricarica e 15 gruppi di punti  ricarica vicino Pechino.


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mercoledì 22 maggio 2013

I supercondensatori di Portland

Le batterie hanno caratteristiche diverse rispetto ai supercaps e, molte volte, si richiede una simbiosi tra le due tecnologie per sfruttare a fondo gli aspetti positivi delle une e degli altri. La leggerezza delle batterie e la loro attitudine di accumulare molta energia si sposa con la facoltà che hanno i supercaps di erogare e incamerare istantaneamente molta energia.   Però ci sono tipologie diverse di batterie al litio con più o meno densità e energia per cui si prevede che il 70% del mercato mondiale delle batterie ricaricabili se lo accaparreranno le batterie agli ioni di litio nel 2023.

Detto questo e consci del fatto che il 2023 è lontano, le strategie tecnologiche vanno avanti su più fronti. Per esempio a Portland nello stato dell'Oregon (USA) si sta installando sui veicoli della metropolitana leggera TriMet un sistema di frenatura con recupero di energia basato sui supercaps.
TriMet ha acquisito un finanziamento di 4,2 milioni di dollari (3,25 milioni di Euro),   messo a disposizione dal U.S. Department of Transportation’s Federal Transit Administration (FTA)  basato sul programma per la riduzione dei gas serra e la riduzione del consumo di energia (TIGGER) , al fine di migliorare l'efficienza della propria flotta costituita di 101 veicoli ferroviari leggeri dotandoli di frenata rigenerativa. Nei sistemi di frenatura rigenerativa, il motore elettrico che muove un veicolo elettrico ha anche una funzione di freno ed anzi, la maggior parte dell'azione frenante è normalmente a suo carico ed al contempo diventa un generatore elettrico, con una conversione dell'energia meccanica in energia elettrica. Questa energia elettrica può essere diretta ad un sistema di ricarica delle batterie  o verso i supercaps. Inoltre, poiché i veicoli che utilizzano questi tipi di freni  dinamici hanno di serie anche un normale sistema di frenatura ad attrito, l'elettronica del veicolo deve decidere quale sistema di frenatura è più appropriato o necessario in quel momento.
La capacità di stoccaggio di energia massima per ogni unità dotata di supercaps, montata sul tetto del veicolo, è di circa 1 kWh, quantità che dovrebbe essere sufficiente per l'accelerazione di un veicolo a 25 mph (circa 40 km/h) senza utilizzarla per un percorso di circa 2.500 metri su pista piana. Oltre a catturare l'energia e ridurre la domanda di picco di carico in rete, questi gruppi di supercaps sono  in grado di ridurre i carichi delle sottostazioni elettriche e consentono al sistema di metropolitana leggera di crescere in unità veicolari senza l'installazione di sottostazioni aggiuntive (secondo EDN network).



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martedì 21 maggio 2013

Continua la pesante flessione dei veicoli commerciali, -21,6% ad Aprile

Il comunicato stampa dell’UNRAE (l'Associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato italiano delle autovetture, dei veicoli commerciali e industriali, dei bus e dei caravan e autocaravan) rimarca il fatto che sono 20 mesi consecutivi in cui regna il segno meno nelle percentuali di nuove immatricolazioni per i veicoli commerciali, sempre più spesso a due cifre.

Nonostante le positive attese sulle iniziative del nuovo Governo, il mercato dei veicoli commerciali, che tradizionalmente risulta essere uno dei primi sensori dell'andamento dell'economia e dell'inversione di ciclo, sulla base dei dati attuali, conferma uno scenario negativo.

Secondo le stime elaborate e diffuse oggi dal Centro Studi dell’UNRAE – l’Associazione delle Case automobilistiche estere – infatti, gli autocarri con peso totale a terra fino a 3,5 t hanno registrato in aprile la loro 20a flessione consecutiva. Le 8.149 immatricolazioni hanno segnato un calo rispetto all'aprile 2012 del 21,6%, con un volume che non si è mai registrato da quando sono disponibili dati ufficiali, cioè il lontano 1990. Nel complesso il 1° quadrimestre si priva di ¼ delle vendite con 32.685 veicoli immatricolati (-25%) e una perdita di circa 11.000 unità rispetto ai livelli già compressi dello scorso anno.

2013 stimato in flessione del 10% a circa 105.000 unità

“Il comparto dei veicoli commerciali – afferma Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE –risente della pressione fiscale sulle imprese e del calo dei consumi, che influenzano direttamente le esigenze distributive delle merci. La domanda ha ormai già cumulato nei quattro mesi una flessione non recuperabile che ci porta a stimare per la fine dell'anno un calo del 10% a circa 105.000 unità...”.

Questi sono i grafici da noi realizzati usufruendo dei dati forniti mensilmente dall'UNRAE.




Cogliamo l'occasione per raccogliere insieme i post che abbiamo scritto nel mese di Maggio che riassumono la crisi grazie ad alcuni indicatori che noi seguiamo più spesso:

- Il consumo di petrolio e carburanti in Italia ad Aprile
- Mobilità, l'Italia si è fermata
- Produzione industriale - 5,2%
- Scende ancora il consumo di gas in Italia ad aprile
- Consumo di energia elettrica - 1,8%
- Crollo sincrono del mercato dell'auto in Italia -10,8% e Francia -5,2%




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lunedì 20 maggio 2013

I 43 bus elettrici di Roma Capitale

In un post del 13 febbraio scorso avevo annunciato la presenza di un Bando dedicato all'affidamento di alcune linee "Gran Turismo" per il servizio di trasporto pubblico nel territorio dell'Urbe per il programma di 'Roma capitale'. Per i particolari, le caratteristiche dei mezzi e per l'assegnazione del punteggio vi invito a vedere il post a questo indirizzo.

A questo riguardo pochi giorni fa è stato pubblicato un articolo sul corriere.it online che fa il punto della situazione. La graduatoria dei vincitori del bando del Campidoglio è stata pubblicata  nel sito del Comune di Roma.

I cosiddetti Bus Open, quei bus che non hanno il tetto di copertura permettendo una migliore visione dei monumenti cittadini ai turisti, saranno elettrici, in minor numero e più piccoli, misureranno al massimo otto metri e mezzo di lunghezza. 43 in totale quelli che potranno girare nel centro storico (circuito «A»), mentre ad altri 18 è riservato unicamente un circuito definito di tipo «B», più esterno, che va da San Giovanni all' Eur.

Questi bus elettrici saranno introdotti in modo progressivo entro il termine di un anno.

Scrive il Corriere: "Non solo verranno razionalizzati i percorsi, ma sulle strade vedremo mezzi non inquinanti, di dimensioni ridotte e dotati di tecnologie che permettano un più puntuale controllo. Un servizio più efficiente per i turisti e, allo stesso tempo, un impatto sulla viabilità ridotto drasticamente".

Nella foto in alto il bus elettrico Open a 44 posti seduti, serie Nimble Tre.



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domenica 19 maggio 2013

Un altro gruppo di ricerca in USA per le batterie dei veicoli elettrici

Sotto l'egida del Dipartimento dell'Energia statunitense (U.S. Department of Energy) che contribuirà con un sostanzioso contributo di 12,5 milioni di dollari all'anno per cinque anni per un programma più vasto voluto da Obama,   US Council for Automotive Research, il gruppo di ricerca Detroit 3 si pone l'obiettivo di realizzare le batterie di nuova generazione per i veicoli elettrici e ibridi del futuro.

Automotive_News riporta che il contesto rientra negli investimenti in tecnologie per le batterie d'avanguardia che contribuiranno a ridurre le importazioni di petrolio dell'America e fornire alle famiglie e alle imprese americane opzioni diverse per il trasporto. L'iniziativa mira al contempo a favorire la cooperazione negli Stati Uniti tra i produttori di batterie, componenti, università e laboratori nazionali di ricerca.

Inoltre questo programma è sinergico ad un altro, EV Everywhere Grand Challenge,  presentato dal presidente Barack Obama marzo 2012, per sviluppare veicoli elettrici a prezzi competitivi entro il 2022.

In passato questo stesso atteggiamento allo stimolato di iniziative ha reso possibile lo Workplace Charging Challenge che ha come mira quello di aumentare il numero di stazioni di ricarica per i veicoli elettrici di dieci volte entro i prossimi cinque anni.


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venerdì 17 maggio 2013

Il consumo di petrolio e carburanti in Italia ad Aprile

I l  Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato ieri i dati relativi al consumo del consumo del petrolio e dei carburanti. Su questi dati l'Unione petrolifera ha diffuso il suo comunicato stampa.

I consumi petroliferi italiani nel mese di aprile 2013 sono ammontati a circa 5,1 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 2,2% (‐113.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2012.
I prodotti autotrazione, con un giorno di consegna in più, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso non ha mostrato alcuna variazione rispetto ad aprile 2012, mentre il gasolio autotrazione un aumento dello 0,9% (+16.000 tonnellate).
La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di aprile è così risultata pari a circa 2,5 milioni di tonnellate, di cui 0,7 milioni di tonnellate di benzina e 1,8 di gasolio autotrazione, con un incremento dello 0,6% (+16.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2012, il primo timido segnale positivo dall’agosto 2011.
A parità di giorni di consegna, il calo per la benzina sarebbe stato del 4,8% mentre per il gasolio del 3,2%.

Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 10,8% con quelle diesel che hanno rappresentato il 52,3% del totale (era il 52% ad aprile 2012).

Nei primi quattro mesi del 2013, i consumi sono stati pari a circa 19,6 milioni di tonnellate, con un calo del 7,2% (‐1.510.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2012.
La benzina nel periodo considerato ha mostrato una flessione del 4,8% (‐128.000 tonnellate), il gasolio del 3,2% (‐238.000 tonnellate).
Nel periodo considerato la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un calo del 3,6% (‐366.000 tonnellate).
Nel primo quadrimestre dell'anno, le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in diminuzione del 12,3%, con quelle diesel a coprire il 53,5% del totale (era il 54,8 nei primi quattro mesi del 2012).
Nel primo quadrimestre 2013, il gettito fiscale stimato è risultato in calo di circa 150 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2012 (‐1,3%).

Roma, 16 maggio 2013 –  Comunicato stampa Unione Petrolifera


Come di consueto abbiamo preparato i grafici da noi elaborati con i dati provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Il petrolio

Ecco di seguito i nostri grafici a partire dal gennaio 2006. Notare il puntino rosso di gennaio che è sempre nella posizione più in basso degli ultimi 8 anni.



La sequenza dei mesi messi in fila e la tendenza dicono tutto.
Qui di seguito i grafici del consumo dei carburanti stradali, benzina e gasolio per la trazione. In costante , progressiva discesa.
La benzina per anno solare .
Il gasolio per anno solare.
Benzina e gasolio sommati per anno solare.

L'ultimo grafico, benzina e gasolio in sequenza, un pendio declinante o la direzione verso una valle ?




Riassumiamo gli altri segnali della crisi con alcuni indicatori che noi seguiamo su ME qui:

- Mobilità, l'Italia si è fermata
- Produzione industriale - 5,2%
- Scende ancora il consumo di gas in Italia ad aprile
- Consumo di energia elettrica - 1,8%
- Crollo sincrono del mercato dell'auto in Italia -10,8% e Francia -5,2%




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giovedì 16 maggio 2013

Mobilità, l'Italia si è fermata

L'Italia si è fermata, lo dice il Rapporto sulla mobilità in Italia realizzato da Isfort, il centro che svolge attività di formazione e di ricerca nell'ambito della pianificazione del traffico, la mobilità e il management dei trasporti, presentato qualche giorno fa a Bologna al Convegno nazionale di Asstra (Associazione delle società ed enti del trasporto pubblico locale di proprietà degli enti locali, delle regioni e di imprese private).
Dal 2008 al 2012 il numero degli spostamenti è sceso costantemente, passando nel giorno medio feriale, dai 128 milioni del 2008 ai 97,5 del 2012; una riduzione del -23,9%.
La crisi economica e l'abbassamento dei livelli di consumo e di reddito delle famiglie, la riduzione dei servizi di trasporto pubblico causati dal taglio ai finanziamenti pubblici destinati al settore, si stanno pesantemente ribaltando sulla domanda di trasporto e di mobilità dei cittadini, come leggiamo sul sito trasporti-italia.com. Una crisi della mobilità che si traduce in perdita di spostamenti di tutti i modi di trasporto (pubblico e privato) nell'anno più duro della crisi, il 2012, come mostra la variazione della dinamica degli spostamenti per mezzi di trasporto motorizzati in ambito urbano: rispetto al 2011, l'automobile perde il 16,2%, degli spostamenti, e ancora peggio motocicli e ciclomotori che perdono il 38,9 % degli spostamenti, anche l'uso dei mezzi pubblici scende ma solo del 6,6%.
Il trasporto pubblico è riuscito a guadagnare posizioni, in particolare nelle aree urbane: nelle città i passeggeri saliti sugli autobus, i tram, le metropolitane, i treni suburbani sono aumentati negli ultimi 5 anni del + 8,2%, mentre i viaggi in automobile sono diminuiti del 19,3%, ma l'autobus italiano medio ha 12 anni di vita, cinque in più dei colleghi europei, e in tre casi su quattro appartiene alle categorie archeologiche comprese fra euro zero ed euro tre.

I segnali della crisi con gli indicatori che noi seguiamo su ME relativi al mese di Aprile li abbiamo già visti qui:
- Produzione industriale - 5,2%
- Scende ancora il consumo di gas in Italia ad aprile
- Consumo di energia elettrica - 1,8%
- Crollo sincrono del mercato dell'auto in Italia -10,8% e Francia -5,2%


Potremmo fermare il crollo definitivo, rallentarlo, bloccarlo? A mio avviso è possibile almeno invertire la tendenza riorganizzando un settore importante dei trasporti, creando posti di lavoro, e diminuire la povertà se non addirittura far crescere in misura da valutare il PIL. Come? L'ho predicato per anni, è rintracciabile nei miei post precedenti. Il retrofit  dei bus, i trasporti pubblici locali basati su mezzi a basse o nulle emissioni di carbonio e altro. Lasciatemi mettere a posto le tessere dl puzzle, poi sarò più preciso nell'esposizione.


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mercoledì 15 maggio 2013

La produzione nazionale di energia rinnovabile ad Aprile

Se da un lato vediamo una progressiva diminuzione del consumo di energia elettrica dovuta certo a molti fattori ma soprattutto per la grave crisi produttivo/industriale manifatturiera, rileviamo invece un fatto positivo con  il costante incremento della percentuale a carico della produzione nazionale di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Nel mese di aprile 2013 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per un 87,6% con produzione nazionale  21,573 miliardi di kWh, è in aumento dell’1,4% rispetto ad aprile 2012.
Tra le fonti rinnovabili sono in forte crescita di produzione:
l'idrica (+61,0%) e
la fotovoltaica (+35,2%).
In flessione la fonte eolica (-1,9%) mentre rimane sui livelli dello scorso anno la produzione geotermica (+0,2%).
Sommando insieme tutte le fonti rinnovabili  (idrica,  fotovoltaica, eolica, geotermica) si arriva a 8,664  miliardi di kWh  che confrontati con quanto prodotto in totale 21,573 GWh rappresenta una percentuale straordinaria, mai vista precedentemente.

Andiamo a dare uno sguardo d'insieme grazie ai grafici da noi preparati con i dati forniti da Terna a partire dal Gennaio 2009.








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martedì 14 maggio 2013

Giù i veicoli commerciali in Europa nel primo trimestre

Come dichiara l'ACEA nel proprio sito web, le immatricolazioni dei veicoli commerciali in Europa segna un drastico segno negativo sia su base mensile - 11,0% sia nel primo trimestre, -9,8%, ed è così da quindici mesi a questa parte, non un fatto occasionale e nemmeno sporadico o territoriale.

La maggior parte dei mercati segna più (o meno) grave sofferenza, compresa la Francia (-10,2%), la Germania (-18,5%), la Spagna (-20,2%) e in Italia (-20,3%).

Solo il Regno Unito registra una crescita (+7,7%).

Nel primo trimestre dell'anno la situazione è paragonabile a quella mensile, con un meno 11,0% nella UE, tranne il Regno Unito (+6,6%), tutti i principali mercati hanno dovuto affrontato la pesantissima crisi, che vanno dal -10,7% in Francia, al -16,4% in Germania, -18,7% in Spagna e -25,0% in Italia. In totale, 401.838 nuovi veicoli sono stati registrati nei primi tre mesi del 2013.



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lunedì 13 maggio 2013

L'export delle bici è cresciuto del 15% nel 2012, bene le bici elettriche +9.5%

Da  notare nel comunicato stampa dell' ANCMA relativo ai risultati di vendita e produzione delle bici del 2012 rispetto al 2011 un decremento nelle vendite ma un aumento nell'esportazione e la buona introduzione, in crescita delle cosiddette biciclette elettriche, più correttamente da definire biciclette con aiuto di pedalata. Nel totale delle vendite le biciclette a pedalata assistita hanno segnato un incremento del 9.5% occupando il 3% del mercato.



Sono 1.606.014 le biciclette vendute in Italia lo scorso anno, cifra che in termini percentuali significa un -8,2% rispetto al 2011 (1.750.000 unità). Il decremento è dovuto alla crisi economica globale, ma è di poco rilievo se inserito nel contesto più generale. Il settore delle due ruote a pedale resiste meglio di altri che contano perdite a due cifre. Anche la produzione scende, in maniera contenuta con un -9,8% pari a 2.190.075 unità. In positivo il trend delle parti di biciclette: l’export ha realizzato un fatturato di 463 milioni di euro con un +15%; l’import ha totalizzato 302 milioni di euro con +9% rispetto al 2011. Nel complesso la bilancia commerciale di bici e parti in attivo per il 2012 è stata di 161 milioni di euro ed ha riportato un +4,5%.
“I fattori che contribuiscono a questa situazione sono ravvisabili nella considerazione che la bici oggi rappresenta una delle più importanti soluzioni per la mobilità sostenibile” dichiara Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e accessori - Si risparmia in consumo di carburante ed emissioni, si guadagna in salute e velocità di trasferimento nelle città congestionate dal traffico. Inoltre, chi decide di pedalare contiene i costi di gestione. Tra i nostri obiettivi sia la promozione e la tutela dell'intero comparto, sia il fare cultura delle due ruote. Attraverso attività che rendano ciclabili le nostre città e infrastrutture nelle zone extraurbane. Ma anche con il cicloturismo. In Germania esistono 7 milioni di cicloturisti che spendono mediamente 1.200 euro l'anno generando un fatturato di 9 miliardi di euro. Per raggiungere questo traguardo, anche in Italia, basterebbe realizzare, con risorse modeste, piste ciclabili che percorrano da nord a sud e da est a ovest il nostro bel paese garantendo anche l’incoming di turisti stranieri. Al nuovo Governo chiediamo provvedimenti che vadano in questa direzione e che puntino a rendere l'Italia un Paese in linea con gli standard delle best practices europee. Studi internazionali dimostrano che un euro investito in ciclabilità ne restituisce 4/5 alla collettività intera”.
Per la prima volta in Italia, è possibile disegnare un prospetto completo del settore bici, grazie allo studio di Confindustria ANCMA, commissionato a GFK Eurisko.
Nel totale vendite a conquistare il primo posto sono le mountainbike (30%), seguite dalle trekking o city bike (32%), le bici da bambino (18%), i prodotti da corsa (7%), le classiche (10%), le elettriche (3%). Le biciclette a pedalata assistita hanno segnato il +9,5%, rispetto al 2011, confermando di essere un fenomeno in espansione soprattutto nelle grandi città. Si tratta di veicolo a due ruote a motore che non necessita di omologazione, a patto che abbia una potenza massima di 250 Watt. Il propulsore assiste il ciclista all'atto della pedalata e si interrompe quando la velocità supera i 25 Km/h oppure quando smette di pedalare. Qualunque bicicletta a pedalata assistita con potenza o velocità maggiori deve essere omologata e considerata ciclomotore a tutti gli effetti. Non sono valide, ai fini omologativi, le indicazioni che ne invitano o ne obbligano l'uso su strade private. Prendono piede anche le bici pieghevoli, seppure siano ancora numeri di nicchia (circa 20.000 pezzi anno). La possibilità di essere trasportate agevolmente come fossero bagagli sui treni ne favorisce la diffusione. Diverse aziende, in proposito, stanno rinforzando la propria gamma anche con modelli a pedalata assistita pieghevoli...
 L'analisi geografica pone il Nord Est al primo posto per le vendite, nonostante una popolazione inferiore in termini numerici rispetto ad altre zone. Da studi di settore emerge che tali regioni d'Italia sono anche quelle nelle quali l'utilizzo delle due ruote a pedale è molto diffuso. In particolare, svettano Veneto ed Emilia Romagna, che ospitano strutture e infrastrutture dedicate alla bicicletta in grado di sostenere l'acquisto e l'uso. Quando esiste il modo di integrare mezzi pubblici veloci con corsie preferenziali per le bici, piste ciclabili, zone 30, ZTL, parcheggi, trasporto sui mezzi pubblici ecco che la bicicletta risulta il veicolo più pratico, rapido e conveniente che esista. Il 50% degli spostamenti all'interno dei centri urbani è inferiore ai 5 Km e la bici risulta essere il mezzo più veloce per spostamenti contenuti in questa distanza.
Il 53% dei negozi specializzati ha dichiarato di aver avuto una diminuzione del fatturato al centro nord e solo il 15% un aumento. Al centro sud, il 50% dei negozi ha dichiarato una diminuzione mentre il 25% ha avuto un aumento. Questo dato si spiega con le vendite di biciclette “elettriche”. In aumento in tutta Italia, ma con un trend di vendita, su valori relativi, maggiore al centro sud Italia.
 Due progetti come la rete BiciItalia, per collegare dal nord a sud il paese, e la Pianura Padana VEN.TO Venezia-Torino (da est a ovest), sono presentati periodicamente ai referenti politici ma mai realizzati, nonostante la modesta richiesta di risorse pubbliche...

La situazione in Europa.
Dati allineati di contrazione delle vendite si riscontrano in tutta Europa. Mediamente la contrazione è generalizzata sugli stessi valori anche nei paesi più ciclabili come Olanda, Germania, Francia e Inghilterra.
Nonostante il calo delle vendite in Italia, il nostro Paese si conferma il maggiore player europeo in termini di assemblaggio di biciclette, insieme alla Germania. La crisi europea si riscontra nel volume delle nostre esportazioni che nel 2012 tocca - 8,5% con 1.261.705 articoli.
Il quadro europeo delle biciclette assemblate illustra che quasi il 60% del venduto in Europa è montato proprio nel vecchio continente. Un dato unico al mondo. In tutti gli altri continenti la vendita di biciclette è al 95% di origine asiatica. Dal 1994 l'Europa della Bicicletta utilizza a suo vantaggio i TDI, Trade Defence Instruments. Nel pieno rispetto di una normativa comunitaria, permettono agli stati membri di difendersi dalle importazioni illegali, sovvenzionate, contrabbandate da paesi complici, offerte a prezzi di dumping.
Dumping è un termine che riporta ad una strategia commerciale molto precisa. E’ l'azione di vendita di una particolare categoria di prodotti ad un prezzo molto basso per un periodo limitato di tempo al fine di annientare la concorrenza locale di quella regione impadronendosi del mercato. Raggiunto tale obiettivo, l'industria che ha operato in regime di dumping ottiene il monopolio e può riposizionare i prezzi che le consentiranno di riprendere nel tempo gli investimenti fatti per raggiungere tale scopo. I TDI sono dunque a favore dell'industria comunitaria per impedire tutto questo. Confindustria ANCMA ha, da anni, un ruolo da protagonista, a livello europeo, per contrastare comportamenti illegali.




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