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giovedì 7 maggio 2020

Trasporto aereo cancellati due voli su tre e i passeggeri sono diminuiti dell’85%


Nel 2017 risultano attive in Italia 193 imprese, che fatturano 9,4 miliardi di euro e occupano poco meno di 20 mila unità di lavoro, il 99,7% delle quali con dipendenti. Tra il 2010 e il 2018 il numero di passeggeri trasportati in Italia è aumentato del 33,3%. In particolare, i passeggeri dei voli internazionali sono cresciuti del 53,0% e quelli dei voli nazionali del 7,2%.

In base ai valori che descrivono l’andamento del settore, il traffico aereo nel mese di maggio 2020 sarebbe stato di circa 17,9 milioni di passeggeri trasportati e si stima che avrebbe raggiunto il picco di circa 21 milioni nel mese di agosto 2020.

Da poco meno di 460 mila passeggeri in arrivo e partenza negli aeroporti italiani di domenica 23 febbraio 2020, si è passati ai 6,8 mila di domenica 29 marzo. Rispetto allo scorso anno, nel mese di marzo sono stati cancellati due voli su tre (66,3%) e i passeggeri sono diminuiti dell’85% (da circa 14 milioni a poco più di 2 milioni).

Il flusso dei passeggeri arrivati in Italia con voli internazionali nel corso del decennio 2009-2018 presenta lo stesso andamento di quello dei clienti stranieri negli esercizi ricettivi italiani.

da Istat

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martedì 12 giugno 2018

Produzione industriale ad aprile 2018 scende, sale in Maggio

Ad aprile 2018 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dell’1,2% rispetto a marzo. Nella media del trimestre febbraio-aprile la produzione è diminuita dello 0,7% sul trimestre precedente.

L’indice destagionalizzato mensile mostra una crescita congiunturale solo nel comparto dei beni strumentali (+0,7%); diminuiscono invece tutti gli altri raggruppamenti: energia (-4,8%), beni di consumo (-1,3%) e beni intermedi (-1,1%).

Corretto per gli effetti di calendario, ad aprile 2018 l’indice è aumentato in termini tendenziali dell’1,9% (i giorni lavorativi sono stati 19 contro i 18 di aprile 2017). Nella media dei primi quattro mesi la produzione è aumentata del 3,1% su base annua.

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano ad aprile 2018 un’ampia variazione tendenziale positiva nel comparto dei beni strumentali (+5,6%); in misura più lieve crescono anche i beni di consumo (+1,7%) mentre variazioni negative segnano i beni intermedi (-0,7%) e l’energia (-0,6%).

I settori di attività economica che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+11,1%), della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+8,3%) e della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a (+6,8%). Le diminuzioni maggiori si registrano invece nei settori dell’industria del legno, della carta e stampa (-4,1%), della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-4,0%) e della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-1,9%).

Comunicato stampa Istat


I nostri grafici.
Indice generale della produzione industriale: destagionalizzato, corretto per gli effetti di calendario (base 2015=100) a partire dal Gennaio 2016.





Quello che che segue è il grafico che riguarda il solo andamento della produzione industriale dell'energia, indicatore dello stato di salute dell'economia nazionale.



Per una visione storica dell'andamento della produzione vediamo il nostro vecchio grafico su base trimestrale dal 2004 al 2013 con l'indice base 2005=100.


...e l'altro che utilizza la base 2010=100 nel periodo Gennaio 2011 / Dicembre 2017.

Intanto la Confindustria è un mese avanti ed ha già i suoi dati relativi al mese di Maggio oltre che Aprile 2018 riassunti nel seguente comunicato.

L’attività oscilla in aprile (-0,5%) e maggio (+0,9%) lungo un trend di crescita. Sale l’incertezza 

La produzione industriale italiana, nonostante le oscillazioni registrate nei mesi primaverili, è in rotta per una crescita nel secondo trimestre: la variazione congiunturale acquisita è, infatti, di +0,8%, dopo la stagnazione nel primo.

L’attività ha mostrato dinamiche contrapposte nei due mesi coperti dall’indagine: il calo di aprile (-0,5%, dopo il rimbalzo di marzo) è stato più che compensato dal robusto incremento di maggio (+0,9%). Il ripiegamento degli indicatori di fiducia nei mesi primaverili non lascia intravedere un cambio di passo nel breve periodo.

In maggio il CSC rileva un aumento della produzione industriale dello 0,9% su aprile, quando è stato stimato un calo dello 0,5% su marzo. Nel secondo trimestre del 2018 si registra una variazione congiunturale acquisita di +0,8%; nel primo, i livelli di attività erano rimasti invariati rispetto al quarto trimestre del 2017.

La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, avanza in maggio del 3,7% rispetto allo stesso mese del 2017; in aprile è cresciuta del 3,2% sui dodici mesi. Il robusto incremento della produzione media giornaliera riflette una tendenza ancora favorevole dell’attività.

Gli ordini in volume aumentano in maggio dello 0,6% sul mese precedente (+3,4% su maggio 2017) e in aprile dello 0,2% su marzo (+1,2% annuo).

Gli indicatori qualitativi relativi al manifatturiero hanno mostrato un modesto e graduale arretramento nei mesi primaverili. L’atteggiamento degli imprenditori è divenuto più attendista, nell’attesa che si superi lo stallo politico sul fronte interno e che prenda una direzione chiara l’evoluzione della situazione internazionale, legata principalmente alla politica estera americana

Nonostante il recente ripiegamento, tali indicatori restano ancora su valori relativamente elevati, coerenti con incrementi modesti dell’attività industriale; non lasciano intravedere, però, un cambio di passo nel breve periodo. In maggio l'indice di fiducia degli imprenditori (ISTAT) si è stabilizzato sui livelli di aprile (a 107,7, poco sotto la media del 1° trimestre e del 2017), interrompendo il calo iniziato a febbraio. 

Sono meno positive le attese di produzione e ordini a causa del peggioramento della domanda estera, in linea con la tendenza in atto da inizio 2018. La fiducia tra i comparti produttivi è migliorata solo in quello dei beni strumentali dove anche i giudizi sugli ordini interni, un indicatore ben correlato con la dinamica degli investimenti, sono più positivi. 

Guardando oltre al breve periodo, il rischio principale viene dall’acutizzarsi della crisi politica in Italia. Se persistente, contribuirà ad accrescere l’incertezza tra famiglie e imprese generando un impatto negativo sulla domanda e, conseguentemente, sulla dinamica della produzione industriale.








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venerdì 8 giugno 2018

Meno brioches ? Scendono i consumi

Commercio al dettaglio . Ad aprile 2018 si stima che le vendite al dettaglio diminuiscano, rispetto al mese precedente, dello 0,7% in valore e dello 0,9% in volume. La flessione congiunturale è imputabile alle vendite di beni alimentari, che registrano un calo dell’1,9% in valore e del 2,4% in volume, mentre quelle di beni non alimentari sono in lieve aumento (+0,2% in valore e +0,1% in volume).

Nel trimestre febbraio-aprile 2018 l’indice del totale delle vendite registra un calo congiunturale dello 0,5% in valore e dello 0,2% in volume. In questo caso sono le vendite di beni alimentari a limitare la flessione (+0,2% in valore e +0,3% in volume), mentre quelle di beni non alimentari diminuiscono dello 0,8% in valore e dello 0,7% in volume.

Su base annua, le vendite al dettaglio mostrano una flessione del 4,6% in valore e del 5,4% in volume. Dopo la marcata crescita tendenziale di marzo, le vendite di beni alimentari diminuiscono del 7,3% in valore e dell’8,7% in volume; anche le vendite di beni non alimentari registrano un calo (-2,3% in valore e -2,4% in volume) confermando la continua flessione registrata da inizio anno.

Per quanto riguarda le vendite di beni non alimentari, si registra una diminuzione in tutti i gruppi ad eccezione di Elettrodomestici, radio, tv e registratori, per il quale si ha una variazione nulla. Le flessioni maggiori su base annua riguardano i gruppi Cartoleria, libri, giornali e riviste (-6,2%), Giochi, giocattoli, articoli sportivi e campeggio (-4,7%) e Generi casalinghi durevoli e non durevoli (-4,4%).

Sempre a livello tendenziale, il valore delle vendite al dettaglio registra una variazione negativa sia per la grande distribuzione (-6,1%) sia per le imprese operanti su piccole superfici (-3,9%). Il commercio elettronico aumenta del 16,2%.

Comunicato Istat







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