Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


martedì 30 settembre 2008

Smog, da Regione Lombardia 15 milioni di euro

Dopo avere letto un articolo, 'stralciato' appresso, un'affermazione in particolare ha messo in tilt i due neuroni che ancora avevo in zucca: "...Per quanto riguarda invece le emissioni pro capite e le emissioni in rapporto al Pil, la Lombardia risulta la regione piu' virtuosa in Europa".

Il governatore Formigoni: "Proponiamo una strategia di grande realismo basata su un duplice livello: mettere a disposizione dei cittadini incentivi che favoriscano l'utilizzo di mezzi e tecnologie eco compatibili per evitare la circolazione dei mezzi più inquinanti". "L'azione di Regione Lombardia - ha proseguito Formigoni - aiutata nell'ultimo anno anche da condizioni meteorologiche meno sfavorevoli del solito, sta portando ad un progressivo miglioramento della qualita' dell'aria. Naturalmente il nostro impegno si manterra' costante e massiccio per ottenere risultati ancora piu' brillanti in una battaglia lunga e difficile. Va sempre ricordato infatti che la Pianura Padana e' la zona piu' sfortunata d'Europa dal punto di vista della dispersione delle sostanze inquinanti. Per quanto riguarda invece le emissioni pro capite e le emissioni in rapporto al Pil, la Lombardia risulta la regione piu' virtuosa in Europa". ....un bando da 10 milioni di euro per promuovere l'installazione dei filtri antiparticolato sui mezzi diesel destinati al trasporto merci con contributi che vanno da 2.000 a 3.000 euro; un bando da 1,4 milioni per rinnovare il parco taxi. ....... La strategia di incentivazione di Regione Lombardia ha visto solo lo scorso anno lo stanziamento di 50 milioni di euro destinati a rinnovare il parco mezzi pubblico e privato e a diffondere sistemi di riscaldamento piu' ecologici: 25 milioni destinati alle fasce piu' deboli con contributi fino a 3.000 euro per la sostituzione delle auto inquinanti e la trasformazione dei vecchi motori (il bando ha ancora fondi a disposizione); 3 milioni per l'acquisto o il noleggio di mezzi ecologici da parte degli enti pubblici (bando che la Regione intende rifinanziare visto il successo riscontrato); 850.000 euro per la diffusione di taxi ecologici; 19,6 milioni per due bandi per l'ampliamento e la diffusione dei sistemi di teleriscaldamento; 500.000 euro per l'acquisto di caldaie piu' moderne ed efficienti nel comune di Milano.....


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lunedì 29 settembre 2008

Jeep EV

Il veicolo elettrico Range-extended Jeep EV utilizza un motore elettrico, un avanzato sistema di batterie a ioni-litio ed un piccolo motore a benzina con un generatore elettrico integrato per produrre energia supplementare per alimentare, quando necessario, il sistema di trazione elettrica. Il motore elettrico da 200 kW (268 CV) sviluppa una coppia di 400 Nm. Con un pieno di circa 30 litri di benzina, Jeep EV ha un’autonomia di 640 km che comprende 65 km ad alimentazione esclusivamente elettrica a zero consumi e zero emissioni.
Chrysler selezionerà un modello a propulsione elettrica da produrre nel 2010 per il Nord America, e dopo il 2010 per il mercato europeo. Inoltre, nel 2009 circa un centinaio di veicoli elettrici circoleranno sulle strade nelle flotte in uso ad organi governativi, aziendali, commerciali ed enti di sviluppo.

Fonte: mondofuoristrada.it

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domenica 28 settembre 2008

Il ritorno al nucleare è un avvelenamento premeditato

Da alcuni anni è in corso una campagna di rilancio dei programmi nucleari per la produzione di energia. Angelo Baracca, docente di Fisica all’Università di Firenze e collaboratore dell’Università de L’Avana (Cuba), nel suo ultimo libro: “L’Italia torna al nucleare? I costi, i rischi, le bugie”, edito da Jaca Book, ci avverte dei pericoli di un simile ritorno al passato.

Professor Baracca, a quali conclusioni è giunto, attualmente, il dibattito per un eventale ritorno del nostro Paese all’energia nuclerare?
“Nel nostro Paese, il dibattito sul nucleare è stato chiuso ufficialmente dal referendum del 1987, ma alcune ‘lobbyes’ sono tornate a fare pressioni. Il recente annuncio del Governo di una prossima ripresa dei programmi nucleari non giunge del tutto inaspettatto, ma ha comunqe messo in subbuglio tutti gli ambienti interessati e un’opinione pubblica informata in modo assai parziale”.

Che tipo di energia è quella prodotta attraverso il nucleare?
“Quella nucleare ‘civile’ è un’energia che si ricava dalla trasformazione di alcuni ‘nuclei’ di uranio in ‘nuclei’ di plutonio. Si ottiene, così, una reazione altamente energetica che produce due elementi: l’energia effettivamente utilizzabile e le scorie radioattive, le quali costituiscono il problema principale, poiché non possiedono un proprio sito in grado di garantire uno smaltimento sicuro. Ricordiamo ad esempio quanto accaduto nel 2003, quando un’intera regione, la Basilicata, per protesta, si fermò al fine di impedire la realizzazione di un deposito geologico di scorie. Queste, infatti, sono estremamente pericolose per la salute dei cittadini, poiché possiedono tempi di ‘decadimento’ che vanno dai 200 fino ai 24 mila anni. Si tratta, insomma, di un problema che non è mai stato risolto, né in Italia, né tantomeno all’estero”.

Ma qualcuno ha affermato, di recente, che la questione sarebbe superabile tramite i futuri reattori di IV generazione…
“I reattori di IV generazione, che i sostenitori del nucleare ci ‘vendono’ come già pronti, in realtà non saranno utilizzabili sino al decennio 2030 – 2040. Inoltre, hanno costi esorbitanti, che l’Italia non è in grado di sostenere, anche perché comprendono una serie di spese militari a garanzia della sicurezza degli impianti stessi dagli attentati terroristici sommate a quelle destinate allo smantellamento della centrale nucleare quando essa giunge al termine della propria attività. Si tratta di un’impresa difficilmente sostenibile per qualunque industria privata. Di conseguenza, lo Stato si vedrebbe costretto ad intervenire a copertura dei costi, aumentando le tasse dei contribuenti. In breve, il basso costo dell’energia in ‘bolletta’ si vedrebbe ‘compensato’ da forti aggravi fiscali in termini di imposte. E’ pur vero che i reattori di IV generazione sarebbero persino capaci di produrre idrogeno e di dissalare le acque delle zone desertiche. Tuttavia, essi sono soprattutto destinati a sostituire quelli di II e III generazione, ritenuti inefficaci e pericolosi. Nel frattempo, nulla garantisce che avremo le risorse adatte sino a quella data. Consideriamo, ad esempio, l’uranio: l’85% dei giacimenti è in mano a sette compagnie e potrebbe presto esaurirsi. Dunque, non abbiamo tempi certi e, se si assume la decisione di ‘imbarcarci’ in un programma nucleare, per poter ammortizzare i costi non basterà certo la semplice messa in funzione di una o due centrali”.

Le aziende che producono componenti per l’energia nucleare per uso civile molto spesso sono le stesse che producono anche armamenti atomici per fini militari: ciò può comportare un rischio di ‘contaminazione’ tra i due settori?
“Certamente: i metodi di lavorazione si basano su un ciclo ‘tradizionale’ analogo sia per la pruduzione civile che per quella militare. Pertanto, allorquando un Paese decide di sviluppare un programma nucleare, potenzialmente può disporre anche la realizzazione di progetti militari non sempre controllabili dai trattati internazionali di non proliferazione. Dirò di più: più che un rischio di ‘contaminazione’, potremmo trovarci di fronte ad un vero e proprio ‘avvelenamento premeditato’. Attualmente, i due Paesi che hanno accumultato ingenti quantitativi di plutonio sono il Giappone e la Germania”.

A proposito del Trattato di non proliferazione nucleare, firmato nel 1968 ed entrato in vigore nel 1970: secondo lei è ancora un punto di riferimento, in termini di politica internazionale, oppure ha perso la propria valenza?
“Quel Trattato è in vigore ed è cogente, ovviamente. Ma in realtà è stato concepito come un ‘grande compromesso’: gli Stati che non avevano armi atomiche si impegnavano a non produrne in cambio dell’impegno, da parte delle potenze che si erano già dotate da tempo di armamenti nucleari, ad effettuare il proprio disarmo. Si tratta palesemente di un impegno non mantenuto: è come dire che una legge c’è, ma che non viene rispettata”.

Silvio Berlusconi ha definito il referendum elettorale del 1987 contro il nucleare “una sciagura”, perché avrebbe lasciato l’Italia “indietro” rispetto ai programmi energetici degli altri Paesi: lei pensa che ci sarà un altro referendum, in futuro, in merito a questa materia?
“No, credo di no. Anche perché non penso sia importante proporre un referendum, quanto un’informazione e soprattutto una coscienza civile responsabile delle proprie azioni per il benessere di tutti. Io voglio evitare ogni polemica, ma non credo che in questi anni si sia perso del tempo. Anzi, è vero l’esatto contrario: la sperimentazione sui reattori si è dimostrata largamente fallimentare e molto denaro è andato sprecato…”.

Io provengo da una località in provincia di Foggia, Alberona, che ha scelto l’eolico come fonte di energia alternativa, anche se si è trattato di una decisione che ha generato numerosi contrasti tra la locale amministrazione comunale e le diverse associazioni ambientaliste: lei ritiene che una soluzione potrebbe essere quella di una ‘convivenza’ tra distinte fonti di energia?
“Lo escludo categoricamente: innanzitutto, il dibattito sul nucleare rappresenta un discorso a sé, assai lontano dalle altre opzioni. In secondo luogo, ogni ipotesi per uno sviluppo energetico ‘misto’ non prevede che svantaggi. Meglio, a questo punto, investire in altre forme di energia rinnovabile, come l’eolico, il solare ed il fotovoltaico, pur risultando fondata l’obiezione circa i loro costi, che allo stato sono ancora considerevoli. La verità è che, in Italia, è mancata un’autentica programmazione energetica a causa dell’illusione che tutto potesse essere regolato e risolto dal libero mercato”.

Un’ultima domanda: secondo lei, la scienza è responsabile dei grandi problemi dell’umanità?
“Assolutamente sì: è fuori discussione che la tecnologia non possa e non debba fermarsi, ma non bisogna nemmeno adottare la logica del profitto come principale criterio dirimente. Dobbiamo invece imparare a vivere in armonia con la natura, la quale non può essere espropriata del proprio ruolo. Solamente così potremo riuscire ad ottenere, un giorno, il migliore dei mondi possibili”.

Fonte : laici.it

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sabato 27 settembre 2008

A picco le immatricolazioni dei veicoli commerciali: -22,2% ad agosto in Europa

Le immatricolazioni di veicoli commerciali fino a 3,5 tonnellate in Europa (EU27+Efta) hanno registrato ad agosto una flessione del 22,2% a/a a 116.945 unità. Lo si apprende da una nota dell'Acea dove si aggiunge che nei Paesi Euro-15 le immatricolazioni sono diminuite del 24,8% a/a a 95.943, quelle nei Paesi Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera) del 19,5% a 5.001, mentre quelle nei nuovi membri della Ue (Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia) sono scese del 3% a/a a 16.001 unità. A luglio le immatricolazioni in Europa sono state 167.014 (-9,3% a/a) con un -11,7% a/a nella zona euro (143.531 unità). Nei primi 8 mesi dell'anno, le immatricolazioni dei veicoli fino a 3,5 tonnellate hanno mostrato, sempre in Europa, un calo dello 4,6% a/a a 1.430.111 unità.

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venerdì 26 settembre 2008

Scooter elettrici italiani per poste svizzere

Per rinnovare il parco di ciclomotori la Posta Svizzera sceglie scooter dell'italiana Oxygen . Saranno 250 nuovi scooter a emissioni zero, la flotta elettrica più grande d’Europa per un taglio all’inquinamento e ai costi del carburante, a recapitare la corrispondenza in tutti i cantoni svizzeri, da Berna a Zurigo, da Losanna a Basilea con efficienza e nel pieno rispetto dell’ambiente. La Posta Svizzera si affida alla tecnologia innovativa di Oxygen, l’azienda italiana leader in Europa nello sviluppo, produzione, vendita e distribuzione di veicoli elettrici a due ruote. Una vera e propria svolta quella dell’azienda postale elvetica, da sempre sinonimo di affidabilità e puntualità, che la pone all’avanguardia in fatto di rispetto per l’ambiente e risparmio energetico con la più grande flotta di scooter elettrici in Europa. L’obiettivo? Massima efficienza e zero emissioni. L’accordo tra La Posta Svizzera e Oxygen, che è stato presentato ieri nel corso di una conferenza stampa a Berna, presso la sede centrale della Posta Svizzera, mira infatti ad ammodernare il parco scooter, che oggi conta una flotta di circa 7.000 unità, dando un taglio all’inquinamento e ai costi del carburante in continua ascesa, senza rinunciare a prestazioni e affidabilità: gli scooter elettrici garantiscono infatti un risparmio importante rispetto agli stessi modelli alimentati a benzina garantendo una ottima percorrenza grazie alle batterie al litio.

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giovedì 25 settembre 2008

Anche la Cina installa colonnine di ricarica per veicoli elettrici

Secondo un articolo del Cina Business Journal del 17 Settembre, la State Grid Corporation, la più grande azienda di distribuzione di energia elettrica della ha deciso di accelerare la costruzione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici a Pechino, Shanghai e Tianjin entro il 2010 . Il primo lotto pilota di stazioni di ricarica non serviranno solo a ricaricare autobus elettrici, ma saranno disponibile anche per auto elettriche che comporranno la grande parte del futuro mercato. Il costo di costruzione di una stazione di ricarica è stimato tra 250.000 yuan ( 36.550 dollari USA) e 300.000 yuan (43.860 $).

Fonte : Cina Business Journal

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mercoledì 24 settembre 2008

Metano: bomba a tempo per il clima

I ghiacci dell'Artico si sciolgono: allarme metano
L'allarme è stato lanciato da alcuni scienziati che stanno monitorando le masse glaciali polari: lo scioglimento dei ghiacci nell'Artico sta liberando nell'atmosfera milioni di tonnellate di metano che si trovano sotto il fondo marino. E avvertono: il metano è assai più potente dell'anidride carbonica (circa 20 volte) nel provocare il riscaldamento globale. Il metano, normalmente imprigionato dal fondo marino ghiacciato, fuoriesce attraverso "camini" o piccole aperture determinate dallo scioglimento del ghiaccio in superficie. Orjan Gustafsson, dell'università di Stoccolma, che si trova sulla nave scientifica russa Jacob Smirnitskyi, ha detto all'Indipendent: «Ieri per la prima volta abbiamo visto un campo dove il rilascio era così intenso che il metano non aveva tempo di sciogliersi in acqua ma arrivava in superficie sotto forma di bolle». Secondo il giornale, l'equipe di scienziati che ha navigato lungo l'intera costa settentrionale della Russia ha rilevato concentrazioni estremamente alte (a volte 100 volte superiori ai livelli normali) di metano in diverse aree di parecchie migliaia di chilometri quadrati della Siberia. Quanto registrato dagli studiosi sarebbe l'inizio di un ciclo devastante: la fuoriuscita di metano accelererebbe esponenzialmente il surriscaldamento globale provocando a sua volta lo scioglimento di altro permafrost e di conseguenza liberando nell'atmosfera altro metano ancora: con il risultato di innescare un meccanismo inarrestabile. I risultati preliminari raccolti dagli studiosi a bordo della Jacob Smirnitskyi verranno pubblicati dalla American Geophysical Union dopo essere stati elaborati e studiati da Igor Semiletov dell'Accademia delle scienze russa. È dal 1994 che Semiletov controlla i livelli di metano che fuoriescono dal permafrost: ma mentre negli anni Novanta non aveva mai rilevato livelli elevati del gas, a partire dal 2003 ha trovato diverse «sorgenti». Negli ultimi decenni la temperatura delle zone artiche è salita di circa 4 gradi centigradi, facendo diminuire in maniera notevole l'estensione delle aree coperte da ghiacci anche durante l'estate.

Qui

Fonte : Indipendent
Exclusive: The methane time bomb

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martedì 23 settembre 2008

Siamo tutti Calandrini e conosciamo i Bruno e i Buffalmacco di oggi

Chi sono i Bruno e Buffalmacco di oggi?


Traete spunto da quanto abbiamo letto nell'articolo del Sole 24 Ore riportato nel post di ieri e rileggiamo insieme una novella del Decameron di Boccaccio. Meditiamo.

Giornata ottava

Novella terza

Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone vanno cercando di trovar l’elitropia, e Calandrino se la crede aver trovata; tornasi a casa carico di pietre; la moglie il proverbia, ed egli turbato la batte, e a’ suoi compagni racconta ciò che essi sanno meglio di lui.

Finita la novella di Panfilo, della quale le donne avevano tanto riso che ancor ridono, la reina ad Elissa commise che seguitasse, la quale ancora ridendo incominciò:

— Io non so, piacevoli donne, se egli mi si verrà fatto di farvi con una mia novelletta, non men vera che piacevole, tanto ridere quanto ha fatto Panfilo con la sua, ma io me ne ’ngegnerò.

Nella nostra città, la qual sempre di varie maniere e di nuove genti è stata abondevole, fu, ancora non è gran tempo, un dipintore chiamato Calandrino, uom semplice e di nuovi costumi, il quale il più del tempo con due altri dipintori usava, chiamati l’un Bruno e l’altro Buffalmacco, uomini sollazzevoli molto, ma per altro avveduti e sagaci, li quali con Calandrino usavan per ciò che de’modi suoi e della sua simplicità sovente gran festa prendevano. Era similmente allora in Firenze un giovane di maravigliosa piacevolezza, in ciascuna cosa che far voleva astuto e avvenevole, chiamato Maso del Saggio; il quale, udendo alcune cose della simplicità di Calandrino, propose di voler prender diletto de’ fatti suoi col fargli alcuna beffa, o fargli credere alcuna nuova cosa.

E per avventura trovandolo un dì nella chiesa di San Giovanni, e vedendolo stare attento a riguardar le dipinture e gl’intagli del tabernacolo il quale è sopra l’altare della detta chiesa, non molto tempo davanti postovi, pensò essergli dato luogo e tempo alla sua intenzione; e informato un suo compagno di ciò che fare intendeva, insieme s’accostarono là dove Calandrino solo si sedeva, e faccendo vista di non vederlo, insieme cominciarono a ragionare delle virtù di diverse pietre, delle quali Maso così efficacemente parlava come se stato fosse un solenne e gran lapidario. A’ quali ragionamenti Calandrino posto orecchie, e dopo alquanto levatosi in piè, sentendo che non era credenza, si congiunse con loro; il che forte piacque a Maso; il quale, seguendo le sue parole, fu da Calandrin domandato dove queste pietre così virtuose si trovassero. Maso rispose che le più si trovavano in Berlinzone, terra de’ Baschi, in una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce, e avevasi un’oca a denaio e un papero giunta, ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli, e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n’aveva; e ivi presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciola d’acqua.

«Oh,» disse Calandrino «cotesto è buon paese; ma dimmi, che si fa de’ capponi che cuocon coloro?»

Rispose Maso: «Mangiansegli i Baschi tutti.»

Disse allora Calandrino: «Fostivi tu mai?»

A cui Maso rispose: «Di’ tu se io vi fu’ mai? Sì vi sono stato così una volta come mille.»

Disse allora Calandrino: «E quante miglia ci ha?»

Maso rispose: «Haccene più di millanta, che tutta notte canta.»

Disse Calandrino: «Dunque dee egli essere più là che Abruzzi.»

«Sì bene,» rispose Maso «si è cavelle.»

Calandrino semplice, veggendo Maso dir queste parole con un viso fermo e senza ridere, quella fede vi dava che dar si può a qualunque verità più manifesta, e così l’aveva per vere, e disse: «Troppo ci è di lungi a’ fatti miei, ma se più presso ci fosse, ben ti dico che io vi verrei una volta con essoteco, pur per veder fare il tomo a quei maccheroni, e tormene una satolla. Ma dimmi, che lieto sie tu, in queste contrade non se ne truova niuna di queste pietre così virtuose?»

A cui Maso rispose: «Sì, due maniere di pietre ci si truovano di grandissima virtù: l’una sono i macigni da Settignano e da Montici, per virtù de’ quali, quando son macine fatti, se ne fa la farina; e per ciò si dice egli in que’ paesi di là, che da Dio vengono le grazie e da Montici le macine; ma ecci di questi macigni sì gran quantità, che appo noi è poco prezzata, come appo loro gli smeraldi, de’ quali v’ha maggior montagne che monte Morello che rilucon di mezza notte vatti con Dio. E sappi che chi facesse le macine belle e fatte legare in anella, prima che elle si forassero, e portassele al soldano, n’avrebbe ciò che volesse. L’altra si è una pietra, la quale noi altri lapidari appelliamo elitropia, pietra di troppo gran virtù, per ciò che qualunque persona la porta sopra di sé, mentre la tiene, non è da alcuna altra persona veduto dove non è.»

Allora Calandrin disse: «Gran virtù son queste; ma questa seconda dove si truova?»

A cui Maso rispose, che nel Mugnone se ne solevan trovare.

Disse Calandrino: «Di che grossezza è questa pietra? O che colore è il suo?»

Rispose Maso: «Ella è di varie grossezze, ché alcuna n’è più e alcuna meno, ma tutte son di colore quasi come nero.»

Calandrino, avendo tutte queste cose seco notate, fatto sembiante d’avere altro a fare, si partì da Maso, e seco propose di voler cercare di questa pietra; ma diliberò di non volerlo fare senza saputa di Bruno e di Buffalmacco, li quali spezialissimamente amava. Diessi adunque a cercar di costoro, acciò che senza indugio e prima che alcuno altro n’andassero a cercare, e tutto il rimanente di quella mattina consumò in cercargli.

Ultimamente, essendo già l’ora della nona passata, ricordandosi egli che essi lavoravano nel monistero delle donne di Faenza, quantunque il caldo fosse grandissimo, lasciata ogni altra sua faccenda, quasi correndo n’andò a costoro, e chiamatigli, così disse loro: «Compagni, quando voi vogliate credermi, noi possiamo divenire i più ricchi uomini di Firenze, per ciò che io ho inteso da uomo degno di fede che in Mugnone si truova una pietra, la qual chi la porta sopra non è veduto da niun’altra persona; per che a me parrebbe che noi senza alcuno indugio, prima che altra persona v’andasse, v’andassimo a cercare. Noi la troveremo per certo, per ciò che io la conosco; e trovata che noi l’avremo, che avrem noi a fare altro se non mettercela nella scarsella e andare alle tavole de’ cambiatori, le quali sapete che stanno sempre cariche di grossi e di fiorini, e torcene quanti noi ne vorremo? Niuno ci vedrà; e così potremo arricchire subitamente, senza avere tutto dì a schiccherare le mura a modo che fa la lumaca.»

Bruno e Buffalmacco, udendo costui, fra sé medesimi cominciarono a ridere, e guatando l’un verso l’altro fecer sembianti di maravigliarsi forte, e lodarono il consiglio di Calandrino; ma domandò Buffalmacco, come questa pietra avesse nome. A Calandrino, che era di grossa pasta, era già il nome uscito di mente, per che egli rispose: «Che abbiam noi a far del nome, poi che noi sappiam la virtù? A me parrebbe che noi andassimo a cercare senza star più.»

«Or ben,» disse Bruno «come è ella fatta?»

Calandrin disse: «Egli ne son d’ogni fatta, ma tutte son quasi nere; per che a me pare che noi abbiamo a ricogliere tutte quelle che noi vederem nere, tanto che noi ci abbattiamo ad essa; e per ciò non perdiamo tempo, andiamo.»

A cui Brun disse: «Or t’aspetta;» e volto a Buffalmacco disse: «A me pare che Calandrino dica bene; ma non mi pare che questa sia ora da ciò, per ciò che il sole è alto e dà per lo Mugnone entro e ha tutte le pietre rasciutte, per che tali paion testé bianche delle pietre che vi sono, che la mattina, anzi che il sole l’abbia rasciutte, paion nere; e oltre a ciò molta gente per diverse cagioni è oggi, che è dì di lavorare, per lo Mugnone, li quali vedendoci si potrebbono indovinare quello che noi andassimo faccendo, e forse farlo essi altressì, e potrebbe venire alle mani a loro, e noi avremmo perduto il trotto per l’ambiadura. A me pare, se pare a voi, che questa sia opera da dover fare da mattina, che si conoscon meglio le nere dalle bianche, e in dì di festa, che non vi sarà persona che ci vegga.»

Buffalmacco lodò il consiglio di Bruno, e Calandrino vi s’accordò, e ordinarono che la domenica mattina vegnente tutti e tre fossero insieme a cercar di questa pietra; ma sopra ogn’altra cosa gli pregò Calandrino che essi non dovesser questa cosa con persona del mondo ragionare, per ciò che a lui era stata posta in credenza. E ragionato questo, disse loro ciò che udito avea della contrada di Bengodi, con saramenti affermando che così era. Partito Calandrino da loro, essi quello che intorno a questo avessero a fare ordinarono fra sé medesimi.

Calandrino con disidero aspettò la domenica mattina; la qual venuta, in sul far del dì si levò, e chiamati i compagni, per la porta a San Gallo usciti e nel Mugnon discesi, cominciarono ad andare in giù, della pietra cercando. Calandrino andava, come più volenteroso, avanti, e prestamente or qua e or là saltando, dovunque alcuna pietra nera vedeva, si gittava, e quella ricogliendo si metteva in seno. I compagni andavano appresso, e quando una e quando un’altra ne ricoglievano; ma Calandrino non fu guari di via andato, che egli il seno se n’ebbe pieno; per che, alzandosi i gheroni della gonnella, che all’analda non era, e faccendo di quegli ampio grembo, bene avendogli alla coreggia attaccati d’ogni parte, non dopo molto gli empié, e similmente, dopo alquanto spazio, fatto del mantello grembo, quello di pietre empiè.

Per che, veggendo Buffalmacco e Bruno che Calandrino era carico e l’ora del mangiare s’avvicinava, secondo l’ordine da sé posto, disse Bruno a Buffalmacco: «Calandrino dove è?»

Buffalmacco, che ivi presso sel vedeva, volgendosi intorno e or qua e or là riguardando, rispose: «Io non so, ma egli era pur poco fa qui dinanzi da noi.»

Disse Bruno: «Ben che fa poco! a me par egli esser certo che egli è ora a casa a desinare, e noi ha lasciati nel farnetico d’andar cercando le pietre nere giù per lo Mugnone.»

«Deh come egli ha ben fatto,» disse allora Buffalmacco «d’averci beffati e lasciati qui, poscia che noi fummo sì sciocchi che noi gli credemmo. Sappi! chi sarebbe stato sì stolto che avesse creduto che in Mugnone si dovesse trovare una così virtuosa pietra, altri che noi?»

Calandrino, queste parole udendo, imaginò che quella pietra alle mani gli fosse venuta e che per la virtù d’essa coloro, ancor che lor fosse presente, nol vedessero. Lieto adunque oltre modo di tal ventura, senza dir loro alcuna cosa, pensò di tornarsi a casa; e volti i passi indietro, se ne cominciò a venire.

Vedendo ciò, Buffalmacco disse a Bruno: «Noi che faremo? Ché non ce ne andiam noi?»

A cui Bruno rispose: «Andianne; ma io giuro a Dio che mai Calandrino non me ne farà più niuna; e se io gli fossi presso, come stato sono tutta mattina, io gli darei tale di questo ciotto nelle calcagna, che egli si ricorderebbe forse un mese di questa beffa»; e il dir le parole e l’aprirsi e ’l dar del ciotto nel calcagna a Calandrino fu tutto uno. Calandrino, sentendo il duolo, levò alto il piè e cominciò a soffiare, ma pur si tacque e andò oltre.

Buffalmacco, recatosi in mano uno de’ codoli che raccolti avea, disse a Bruno: «Deh! vedi bel codolo, così giugnesse egli testé nelle reni a Calandrino!» e lasciato andare, gli diè con esso nelle reni una gran percossa. E in brieve in cotal guisa or con una parola, e or con una altra su per lo Mugnone infino alla porta a San Gallo il vennero lapidando. Quindi, in terra gittate le pietre che ricolte aveano, alquanto con le guardie de’ gabellieri si ristettero; le quali, prima da loro informate, faccendo vista di non vedere, lasciarono andar Calandrino con le maggior risa del mondo.

Il quale senza arrestarsi se ne venne a casa sua, la quale era vicina al Canto alla Macina; e in tanto fu la fortuna piacevole alla beffa, che, mentre Calandrino per lo fiume ne venne e poi per la città, niuna persona gli fece motto, come che pochi ne scontrasse, per ciò che quasi a desinare era ciascuno.

Entrossene adunque Calandrino così carico in casa sua. Era per avventura la moglie di lui, la quale ebbe nome monna Tessa, bella e valente donna, in capo della scala; e alquanto turbata della sua lunga dimora, veggendol venire, cominciò proverbiando a dire: «Mai, frate, il diavol ti ci reca! ogni gente ha già desinato quando tu torni a desinare.»

Il che udendo Calandrino, e veggendo che veduto era, pieno di cruccio e di dolore cominciò a gridare: «Ohimè, malvagia femina, o eri tu costì? Tu m’hai diserto; ma in fè di Dio io te ne pagherò»; e salito in una sua saletta e quivi scaricate le molte pietre che recate avea, niquitoso corse verso la moglie, e presala per le treccie la si gittò a’ piedi, e quivi, quanto egli poté menar le braccia e’ piedi, tanto le diè per tutta la persona pugna e calci, senza lasciarle in capo capello o osso addosso che macero non fosse, niuna cosa valendole il chieder mercé con le mani in croce.

Buffalmacco e Bruno, poi che co’ guardiani della porta ebbero alquanto riso, con lento passo cominciarono alquanto lontani a seguitar Calandrino, e giunti a piè dell’uscio di lui, sentirono la fiera battitura la quale alla moglie dava, e faccendo vista di giugnere pure allora, il chiamarono. Calandrino tutto sudato, rosso e affannato si fece alla finestra, e pregogli che suso a lui dovessero andare. Essi, mostrandosi alquanto turbati, andaron suso e videro la sala piena di pietre, e nell’un de’ canti la donna scapigliata, stracciata, tutta livida e rotta nel viso dolorosamente piagnere, e d’altra parte Calandrino scinto e ansando a guisa d’uom lasso sedersi.

Dove come alquanto ebbero riguardato, dissero: «Che è questo, Calandrino? Vuoi tu murare, che noi veggiamo qui tante pietre?» E oltre a questo soggiunsero: «E monna Tessa che ha? E’ par che tu l’abbi battuta; che novelle son queste?» Calandrino, faticato dal peso delle pietre e dalla rabbia con la quale la donna aveva battuta, e dal dolore della ventura la quale perduta gli pareva avere, non poteva raccogliere lo spirito a formare intera la parola alla risposta. Per che soprastando, Buffalmacco ricominciò: «Calandrino, se tu aveva altra ira, tu non ci dovevi perciò straziare come fatto hai; ché, poi sodotti ci avesti a cercar teco della pietra preziosa, senza dirci a Dio né a diavolo, a guisa di due becconi nel Mugnon ci lasciasti, e venistitene, il che noi abbiamo forte per male; ma per certo questa fia la sezzaia che tu ci farai mai.»

A queste parole Calandrino sforzandosi rispose: «Compagni, non vi turbate, l’opera sta altramenti che voi non pensate. Io, sventurato! avea quella pietra trovata; e volete udire se io dico il vero? Quando voi primieramente di me domandaste l’un l’altro, io v’era presso a men di diece braccia; e veggendo che voi ve ne venavate e non mi vedavate, v’entrai innanzi, e continuamente poco innanzi a voi me ne son venuto. E, cominciandosi dall’un de’capi, infino la fine raccontò loro ciò che essi fatto e detto aveano, e mostrò loro il dosso e le calcagna come i ciotti conci gliel’avessero, e poi seguitò: «E dicovi che, entrando alla porta con tutte queste pietre in seno che voi vedete qui, niuna cosa mi fu detta, ché sapete quanto esser sogliano spiacevoli e noiosi que’ guardiani a volere ogni cosa vedere; e oltre a questo ho trovati per la via più miei compari e amici, li quali sempre mi soglion far motto e invitarmi a bere, né alcun fu che parola mi dicesse né mezza, sì come quegli che non mi vedeano. Alla fine, giunto qui a casa, questo diavolo di questa femina maladetta mi si parò dinanzi ed ebbemi veduto, per ciò che, come voi sapete, le femine fanno perder la virtù ad ogni cosa: di che io, che mi poteva dire il più avventurato uom di Firenze, sono rimaso il più sventurato; e per questo l’ho tanto battuta quant’io ho potuto menar le mani, e non so a quello che io mi tengo che io non le sego le veni; che maladetta sia l’ora che io prima la vidi e quand’ella mi venne in questa casa!» E raccesosi nell’ira, si voleva levar per tornare a batterla da capo.

Buffalmacco e Bruno, queste cose udendo, facevan vista di maravigliarsi forte e spesso affermavano quello che Calandrino diceva, e avevano sì gran voglia di ridere che quasi scoppiavano; ma, vedendolo furioso levare per battere un’altra volta la moglie, levatiglisi allo ’ncontro il ritennero, dicendo di queste cose niuna colpa aver la donna, ma egli che sapeva che le femine facevano perdere la virtù alle cose e non le aveva detto che ella si guardasse d’apparirgli innanzi quel giorno: il quale avvedimento Iddio gli aveva tolto o per ciò che la ventura non doveva esser sua, o perch’egli aveva in animo d’ingannare i suoi compagni, a’ quali, come s’avvedeva d’averla trovata, il doveva palesare. E dopo molte parole, non senza gran fatica, la dolente donna riconciliata con essolui, e lasciandol malinconoso colla casa piena di pietre, si partirono.

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lunedì 22 settembre 2008

Totò e Calandrino

Si legge sul Sole24Ore online di sabato 20 Settembre un articolo dal titolo "Piano energetico nazionale a primavera. Il premier: nucleare per risparmiare" nel quale si annuncia enfaticamente :"Il Governo accende i motori sull'annunciato rilancio del nucleare. A primavera sarà presentato un Piano Energetico Nazionale - ridando al paese quello strumento di programmazione energetica, il "Pen", abbandonato nei primi anni '90 - nel quale sarà previsto «l'avvio» della produzione con l'atomo. «Bisogna recuperare il tempo perduto» spiega lo stesso presidente del consiglio Silvio Berlusconi, a margine della presentazione del nuovo rigassificatore di Rovigo, anche per eliminare quelle «negatività» tutte italiane che vedono le famiglie e le imprese «pagare bollette del 35% superiori al resto d'Europa». «Noi, paese di Enrico Fermi - scopritore dell'atomo - siamo a zero sul concorso del nucleare alla produzione elettrica mentre in Francia, ad esempio, rappresenta l'85%». ( nota ME - Nessuno gli ha riferiro che la Francia consuma più petrolio di quanto ne consumiano noi poveri disgraziati abitante dello Stivale? Francia 92,086 milioni di tonnellato contro le 83,169 in Italia) E mentre il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scajola, gli fa eco parlando di nucleare come unica «strada per costi più competitivi» (nota ME - sappiamo 'benissimo' che l'uranio ne abbiamo in abbondanza nella valle del Mugnone, la dove Calandrino andava a cercare la pietra detta 'elitropia', una presa in giro ) , il premier spiega di aver avuto contatti con i premier inglese e francese, Gordon Brown e Nicolas Sarkozy, e aver «stretto collaborazioni per disporre del loro konw how per costruire in Italia e all'estero» impianti di terza generazione (nota ME - i cui materiali radioattivi esauriti non sappiamo dove metterli per stoccarli in modo sicuro per i prossimi diecimillenni e la cui sicurezza degli impianti di terza generazione è indimostrata dagli esempi degli ultimi mesi).
Dal fronte delle imprese, intanto, l'ad della Edison Umberto Quadrino si dice pronto «alla nuova sfida», a «dare il proprio contributo». (nota ME - più centrali costruiamo e più velocemente si esauriscono le miniere di uranio. Se adesso abbiamo uranio per 65 anni considerando i consumi attuali, solo raddoppiando la produzione mondiale di energia nucleare passando dal 10 al 20 % gli anni di produzione si dimezzerebbe a 33)

Punti centrali del nuovo piano energetico saranno così la diversificazione delle fonti di approvvigionamento » (nota ME - la valle del Mugnone, il Colosseo, le miniere di travertino) - la cui mancanza ci ha portato a «rischi blackout», ha ricordato il premier - per dare al paese maggior sicurezza, l'avvio del nucleare e lo sviluppo di fonti rinnovabili (nota ME - magari le assimilate CIP6). Una strategia che punterà - ha ribadito ancora - a riportare «l'Italia, per quanto riguarda i costi energetici, sullo stesso livello delle altre famiglie e imprese europee». «Siamo certi che il nucleare sia l'unica strada per garantire costi competitivi nel pieno rispetto dell'ambiente», ha invece sottolineato Scajola, che per quanto riguarda il Piano energetico ha spiegato come sia necessario tornare alla programmazione, «maggiore sicurezza sul fronte degli approvvigionamenti e per dare certezze alle nuove generazioni» (nota ME - i debiti, lo smaltimento delle scorie, il decommissioning...) , oltre a ridurre i costi dell'energia. La bolletta energetica italiana - ha ricordato - è «pari a 60 miliardi di euro l'anno: va ridimensionata perchè si attesta a livelli pari all'export del nostro Paese nei primi sette mesi dell'anno, vanificando il lavoro degli imprenditori» del Mady in Italy. Il piano - ha concluso - oltre al rilancio del nucleare, punterà anche sul carbone pulito, sulle rinnovabili, sulla efficienza energetica ed sulla valorizzazione delle risorse di idrocarburi nel paese non ancora sfruttati: «sotto terra abbiamo un valore stimato intorno ai 100 miliardi di euro» ha aggiunto. (nota ME- ciliegina sulla torta con fuochi d'artificio finali. Conticino? ... della serva. 100.000.000.000 Euro = 144.590.000.000 Dollari Statunitensi, al prezzo attuale arrotondato del barile di 100 US$ abbiamo 1.445.900.000. Consumando in Italia circa 1 milione e 875 mila barili di petrolio avremmo autonomia estrattiva/consumo per 771 giorni equivalenti a poco più di due anni, pagando un alto scotto rappresentato dal costo di estrazione non accettabile).

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domenica 21 settembre 2008

Meglio svestita che con la pelliccia

Aya Sugimoto, celebrità giapponese, cantante, attrice, modella, ballerina, 40 anni, prende parte alla campagna anti-pellicce promossa da PETA ( People for the Ethical Treatment of Animals) Asia Pacific di Tokyo, il Mercoledì pomeriggio 17 Settembre. La sua fotografia è stato programmato per essere usato in PETA per la prossima campagna pubblicitaria in Giappone, secondo Jason Baker, direttore di PETA. Sugimoto ha detto: "Quando penso a quei poveri animali, non è un grosso problema per me essere nuda in un annuncio. Una donna può essere meravigliosa senza una pelliccia vera. "Quando le è stato chiesto se usava prodotti in pelle, ha risposto che ancora continua a comprarli perché" la produzione di cuoio è diversa dalla produzione di pellicce." Tuttavia, Sugimoto ha aggiunto di non ha mai visitato di persona gli impianti di produzione di pellicce, ma gli è sufficiente aver visto le foto e film su Internet.

Fonte: japantoday.com

Vedere anche : Mangiare carne è come guidare un Hummer
- PETA > qui<

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sabato 20 settembre 2008

Assolti da un tribunale inglese sei militanti di Greenpeace

Danneggiata la ciminiera di una centrale a carbone nel Kent, che produce 20mila tonnellate di Co2 ogni giorno. Sei attivisti di Greenpeace sono stati assolti dal tribunale di Maidstone in Gran Bretagna, in base al principio che «la difesa del clima non è reato» e può essere invocata come «scusa legittima». Erano finiti sotto processo per aver danneggiato una centrale a carbone durante una manifestazione di protesta. Una sentenza destinata probabilmente a far storia nella giurisprudenza del Regno Unito e che rischia di complicare i progetti energetici del governo Brown, deciso a varare una nuova controversa generazione di centrali a carbone e nucleari. I sei militanti erano accusati di aver causato danni per circa quarantamila euro quando, un anno fa, tentarono di bloccare la centrale di Kingsnorth nel Kent, scalando la ciminiera e dipingendo lungo la parete il nome del primo ministro britannico. Gli avvocati di Greenpeace hanno chiesto e ottenuto un verdetto di «non colpevolezza» insistendo sul fatto che il comportamento degli imputati era giustificato da una motivazione legittima: gli attivisti hanno cercato di bloccare la centrale per «difendere l'ambiente, un bene comune, dall'impatto dei cambiamenti climatici». Alla fine di un processo di otto giorni e sulla scia di testimonianze rese da un nutrito numero di esperti in materia, la giuria popolare ha dato ragione agli ecologisti sostenendo che i danni alla ciminiera non possono essere considerati «criminali» e di rilevanza penale perché la finalità era quella di impedire danni molto più drammatici e devastanti all'ambiente.

Qui

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venerdì 19 settembre 2008

La Francia crede nell'auto elettrica

Riceviamo e trasmettiamo volentieri il seguente comunicato stampa.


COMUNICATO STAMPA

LA FRANCIA CREDE NELL’AUTO ELETTRICA

Gli incentivi fiscali alla R&S e l’impegno dell’industria automobilistica favoriscono i progetti dei nuovi veicoli ibridi o 100% elettrici

Settembre 2008 – La politica della Francia in materia di trasporti è attualmente oggetto di una profonda riforma dopo gli Incontri di Grenelle sull’Ambiente, svoltisi prima dell’estate, che hanno tra l’altro confermato questa tematica come una priorità dal governo.
La ricerca di alternative in materia di energia da combustibile e la riduzione dei gas produttori di biossido di carbonio mettono in evidenza l’interesse per i motori elettrici azionati da batterie di nuova generazione ad elevata densità o da elettricità prodotta da batterie a combustibile. Al momento, queste batterie, associate ad un’elettronica innovativa, consentono un’autonomia media di circa 150 km.

L’industria automobilistica francese lavora a questo processo sin dagli anni ’80. Prototipi di veicoli elettrici di seconda generazione (con batterie al litio) sono già pronti come il modello Cleanova, già usato dalla Posta francese (La Poste), Veolia, Accord, e EDF. Cleanova è nato da una partnership tra diverse società SEV (Electronique Serge Dassault) ed Heuliez, progettista e costruttore di automobili di nicchia.
Il gruppo Bolloré sta lavorando in partnership con la società Pininfarina al progetto BlueCar, un veicolo che dovrebbe essere pronto entro la fine del 2008.
Entro il 2011, Renault-Nissan produrrà auto 100% elettriche per Renault Israel nell’ambito di un progetto stimato intorno a 150 milioni di Euro.
Entro la stessa data, Renault-Nissan fornirà inoltre ai consumatori danesi veicoli totalmente elettrici progettati insieme alla società Project Better Place e al fornitore locale di elettricità DONG. In Francia, Matra distribuisce già auto elettriche prodotte dalla società statunitense GEM.

Lo sviluppo dei veicoli elettrici in Francia è favorito dal numero elevato di stazioni pubbliche di ricarica che coprono ampie aree urbane. Le autorità municipali sono in effetti sempre più sensibili all’esigenza di favorire l’utilizzo di veicoli ibridi o interamente elettrici nelle aree urbane.

Questa situazione favorevole ai veicoli elettrici spiega l’alto interesse dimostrato per la Francia da parte di aziende estere negli ultimi anni: è il caso di Johnson Controls che ha siglato una partnership con il produttore di batterie SAFT, o ancora di molte società del settore automobilistico quali Robert Bosch, General Motors, Delphi, Honda, Volkswagen ed altre imprese che operano nel settore della propulsione elettrica o ibrida.

Di recente, Toyota e EDF hanno annunciato un accordo per promuovere l’auto ibrida di nuova generazione Prius “Plug-in”. Le batterie usate da quest’auto possono essere ricaricate attraverso una semplice presa elettrica, facilitando così i rifornimenti per spostamenti brevi.

“Il governo francese sostiene attivamente la ricerca e lo sviluppo dal 1° gennaio 2008, con il sistema di credito d’imposta più favorevole in Europa, che prevede il rimborso del 50% dei costi sostenuti il primo anno per attività di R&S. Questo credito, insieme agli otto cluster innovativi impegnati nel settore automobilistico, sono di grande impulso al settore, in quanto svolgono un ruolo importante nell’innovazione e nella ricerca per conto terzi delle aziende impegnate nello sviluppo e nella produzione di nuove soluzioni per il trasporto”,spiega Philippe Favre, Presidente dell’Agence Française pour les Investissements Internationaux.

L’Agence Française pour les Investissements Internationaux (AFII) promuove e favorisce gli investimenti internazionali in Francia. La rete di AFII opera a livello internazionale. AFII agisce in partnership con agenzie di sviluppo regionali e offre agli investitori internazionali opportunità commerciali e servizi personalizzati in tutta la Francia. Per ulteriori informazioni, consultare il sito www.investinfrance.org

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giovedì 18 settembre 2008

Mitsubishi Motors promuove veicoli elettrici in Nuova Zelanda

Mitsubishi Motors Corp, in collaborazione con la controllata neozelandese Mitsubishi Motors Nuova Zelanda (MMNZ), mostrerà il valore del veicolo elettrico ad zero emissioni i-MiEV in Nuova Zelanda come passo preparatorio verso una possibile futura introduzione nel mercato locale e per creare una maggiore consapevolezza del pubblico verso i veicoli elettrici. Il passaggio sarà effettuato in collaborazione con la società elettrica Meridian Energy di proprietà statale, il più grande fornitore di energia della Nuova Zelanda, che genera il 100% della sua energia elettrica attraverso fonti rinnovabili come l'idroelettrico e la generazione del vento. Mitsubishi Motors e Meridiana lancerà un tour promozionale nel paese dopo il febbraio 2009. Ai rappresentanti delle autorità nazionali e locali sarà data la possibilità di guidare la macchina, al fine di stimolare le discussioni sulle possibili sovvenzioni, nonché gli sviluppi nel settore delle infrastrutture e considerazioni di marketing. MMC è attualmente al lavoro per intreodurre i veicoli elettrici i-MiEV nel mercato giapponese nel corso del 2009. La MMC ha ritenuto di prendere in considerazione la Nuova Zelanda come candidato per l'inizio della sua introduzione dei veicoli elettrici ad zero emissioni dato che i veicoli in Nuova Zelanda hanno la posizione del volante sul lato destro della vettura, come il Giappone.

Fonte: japantoday.com

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mercoledì 17 settembre 2008

La selezione della specie colpisce l'auto ma non solo

Siamo arrivati al 20,6 per cento in meno di immatricolazioni nel mese di Agosto in Europa ed anche la Fiat è stata colpita pesantemente con meno 15 %. Il valore delle azioni delle major automobilistiche scende da un anno a questa a ritmi impressionanti, nessuno si salva. Tanto per tirare a caso sul mucchio la Fiat naviga con circa un meno 42% del suo valore di tredici mesi fa anche la General Motors passa da 25 dollari ad azione a meno dieci dollari. Aprendo il giornale di un paio di giorni fa, non mi capita spesso di leggere il giornale in contemporanea all'uscita, leggo che a Firenze hanno chiuso due concessionarie storiche una dell'Alfa e l'altra della Mercedes. Mi sono detto : ci siamo. Anche città ricche come Firenze cominciano a rinunciare alla macchina da 'passeggio' e 'da struscio' esibizionista paesano. Mettiamo in fila le cose: diminuzione dei turisti generalizzato, compagnie low cost che falliscono, compagnie aeree che si accorpano per sopravvivere, fallimenti di banche (americane), banche (americane) e compagnie di assicurazioni che vengono salvate dalla bancarotta dai soldi confederali del contribuente americano ... vi viene in mente altro ... in Italia per esempio?
Siamo solo all'inizio.

PabloPicasso-il Vecchio e il Ragazzo (periodo blu)

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Renault prepara la «scossa»

Preoccupa il calo della fiducia dei consumatori che si riflette su una minore propensione all’acquisto di auto. Meglio prepararsi al peggio e agire. Il gruppo Renault per preservare la sua competitività e redditività ha fatto le sue scelte: con determinazione ha aumentato i prezzi di vendita per assorbire l’aumento del costo delle materie prime, congelato o rinviato i progetti non prioritari, bloccato le assunzioni in Europa, tagliato circa 5mila posti di lavoro incentivando le uscite volontarie. I costi di struttura sono stati ridotti del 10 per cento. È stato inoltre deciso di riorganizzare alcuni impianti produttivi e si è deciso di ridurre le spese in ricerca e sviluppo dall’11,4 % del 2007 al 10% entro il 2010. I francesi non vogliono farsi trovare impreparati. Grande fiducia di Renault verso le auto elettriche: entro il 2015 la casa punta a immatricolarne oltre 100mila unità l'anno. Il piano prevede di convertire in elettriche i modelli Clio, Mégane e Kangoo dal 2011 per la distribuzione in Israele e Danimarca, prima di avviare la commercializzazione di massa.

Fonte: ilgiornale.it
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martedì 16 settembre 2008

Regione Lazio. Incentivi per promuovere i veicoli elettrici

L’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio, con il supporto di Sviluppo Lazio, lancia una campagna d’incentivazione per promuovere l’acquisto dei veicoli elettrici. La Conferenza stampa di presentazione si terrà oggi martedì 16 settembre alle ore 12 presso la sala Tevere della Regione Lazio, viale Cristoforo Colombo 212.
Nel corso della conferenza stampa verranno mostrati alcuni modelli di veicoli elettrici.

Fonte: italianinnovation.it

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lunedì 15 settembre 2008

Uotz ammeriga , occhei!

La 'California Cars Initiative organization' ha messo a confronto ciò che hanno dichiarato i due candidati a diventare presidenti degli Stati Uniti riguardo le auto elettriche. Ecco di seguito in modo schematico ciò che hanno detto . Faccio notare che Obama parla anche di 'conversion cars' . Spero che i nostri politici quelli che si dichiarano pro-Obama lo vogliano imitare dando una mano anche a noi poveri italiani che spingiamo il retrofit .

Obama:

- $7,000 consumer tax credit for purchase of new plug-in cars
- Some level of tax credits for conversions of cars
- $4 billion in loans and tax credits to carmakers for factory retooling
- White House fleet all-plug-in within a year (as security permits)
- 50 percent of cars purchased for the federal fleet will be plug-in by 2012
- 1 million plug-in cars on our roads by 2015
- Raise fleet fuel economy 4 percent per year

McCain:

- $5,000 consumer tax credit for purchase of new “zero-carbon vehicles”; near-zero PHEVs would get a percentage of that level
- $300 million prize for advanced battery technology that delivers a 70 percent improvement in batteries to get to 30 per cent of their current cost
- Specific support for the Chevy Volt: “the future of America and the world.”


Mc Cain vede il futuro dell'America nella vettura elettrica della Chevrolet. Al contrario il nostro mensile L'Espresso online pontifica sulla mostra che si svolgerà a Torino a breve. "A Torino da tutto il mondo le auto ecologiche del futuro. Torino diventa capitale della mobilità sostenibile. Sarà la sede della seconda fiera mondiale dei veicoli a metano e idrogeno che si terrà al Centro Lingotto Fiere dal 25 al 27 settembre... Metano e idrogeno: i due elementi intorno ai quali girerà l´intera manifestazione. .."

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domenica 14 settembre 2008

La casa passiva

In Provincia di Padova nel Comune di Borgoricco il geometra Gian Piero Marchiori ha realizzato una casa passiva, o perlomeno una casa che si avvicina agli standard qualitativi della Passivhaus tedesca - passivhaus secondo il termine originale di lingua tedesca, è un'abitazione che assicura il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento "convenzionale".
Con la progettazione e la realizzzazione di questa casa, Marchiori ha raggiunto inaspettati traguardi:
ha abbattuto i costi complessivi di edificazione pareggiandoli con una di tipo tradizionale (costi elevati dei materiali compensati con la poca manodopera impiegata, circa 15 giorni lavorativi);
ha passato l’estate senza condizionatore, visto che la casa è ben ventilata e nessuna finestra è esposta al sole;
la casa è molto luminosa perché dispone di molte vetrate, tutte rigorosamente dotate di vetri termici;
il riscaldamento è assicurato da una piccola stufa a pellet / legno / cippato, a costo iniziale pari a zero, perchè brucerà il legno avanzato dalla costruzione della casa;
per il riscaldamento dell’acqua ha installato un boiler (in dotazione con la stufa) che, in inverno viene scaldata dalla stufa ed in estate da un pannello solare;
la lavastoviglie e la lavatrice sono allacciate alla condotta dell’acqua calda quindi consumano meno elettricità per il riscaldamento dell’acqua;
ha predisposto l’illuminazione del giardino alimentata da batterie che si ricaricano durante il giorno tramite pannelli fotovoltaici (ne bastano 2 per assicurare all’incirca 100W);
le acque piovane vengono raccolte in cisterne interrate per poi usarle per annaffiare il giardino.

Fonte: casapassiva.com

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sabato 13 settembre 2008

Nucleare: bocciato dal parlamento UE

In un comunicato ANSA di ieri si legge che il Parlamento europeo è contrario al nucleare. La commissione industria , ricerca ed energia (Itre) boccia la possibilità di introdurlo - nell'ambito della promozione delle energie rinnovabili - come fonte utile alla lotta al cambiamento climatico. Al Parlamento europeo è giunta anche la richiesta di frenare sui biocarburanti di prima generazione prodotti a partire dai cereali, per timore di rafforzare l'impennata dei prezzi di generi di prima necessità. Si vuole invece rafforzare la cooperazione europea ed internazionale nella produzione e negli scambi di energia 'verde' sfruttando il sole, il vento, le biomasse. Il relatore al Parlamento sul futuro delle rinnovabili nell'Ue, il 'verde' Claude Turmes, ha sfidato il nucleare annunciando: "Grazie all'eolico, nel Mare del Nord, si sta creando l'equivalente di 50 centrali nucleari".

- NUCLEARE BOCCIATO
: L'emendamento, sostenuto dal Partito popolare europeo è stato bocciato con 27 voti contro e 22 a favore.

- FRENATA SU AGRO-CARBURANTI: Biocarburanti sì ma meno da fonti agricole e più efficienti. L'Ue si è prefissata di raggiungere entro il 2020 l'obiettivo di portare al 10% dei consumi totali di carburanti la quota di consumi di biofuel.

- REGIME SCAMBI FLESSIBILE: Commercio di 'certificati verdi' non più tra imprese ma tra stati, per rafforzare la cooperazione nella produzione e nel ricorso all'energia verde.

- CLIMA, ITALIANI I MENO PREOCCUPATI
: In base al sondaggio Eurobarometro, 3/4 dei cittadini europei prendono molto sul serio il problema dei cambiamenti climatici. Il 62% lo considera uno dei problemi più gravi che il mondo deve attualmente affrontare, mentre l'Italia, insieme al Portogallo, si piazza penultima con il 47% nella classifica europea.

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venerdì 12 settembre 2008

Parlamento europeo, una priorità il trasporto merci ferroviario

La Commissione europea dovrebbe destinare almeno il 40% alle infrastrutture di trasporto ferroviario merci come priorità, per ridurre la necessità di trasporto su strada, dice uno di iniziativa adottata dal Parlamento europeo con 541 voti a favore, 6 contrari e 15 astensioni . I deputati chiedono con forza alla Commissione di concentrare cofinanziamento dell'UE a migliorare l'efficienza, l'interoperabilità e la ristrutturazione di infrastrutture ferroviarie, intermodali hub e altri modi di trasporto merci.
La Commissione dovrebbe anche definire "corridoi verdi", come esemplare intermodali progetti e di incoraggiare il passaggio a intelligente e rispettoso modi di trasporto, al fine di ridurre gli incidenti, congestione del traffico, rumore, inquinamento locale, le emissioni di CO2, paesaggio e il consumo di energia.

Europa sistema di trasporto merci devono soddisfare integrazione e le sfide della sostenibilità

Membri hanno inoltre sottolineare che il trasporto di merci deve soddisfare pressanti sfide efficaci per aumentare l'integrazione e la sostenibilità, fare di più per migliorare la mobilità e l'efficienza energetica e ridurre il consumo di petrolio, emissioni inquinanti e dei costi esterni. In un'Unione europea allargata, l'uso più efficiente di sistemi di logistica è parte di una graduale integrazione delle priorità transfrontaliere corridoi di trasporto merci, hub e reti convenzionali, dicono.

Snellire l'amministrazione

Per migliorare il sistema di trasporto, l'Assemblea raccomanda la standardizzazione e la semplificazione della gestione del mercato del trasporto merci le autorità doganali e semplificare le norme alle frontiere.

Soluzioni agli attuali blocchi

I deputati hanno inoltre esortare la Commissione a proporre, al più tardi entro la fine del 2008, un programma per rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri responsabili per i progetti di trasporto. La Commissione è inoltre invitata a sostegno di progetti che cercano il differenziale uso delle attuali linee ad alta velocità, ad esempio, per il trasporto merci.

Migliorare la logistica di istruzione

Infine, i deputati invitano gli Stati membri ad attribuire priorità assoluta al superiore e il perfezionamento professionale in logistica e trasporto merci.


Make freight a higher rail network priority, says European Parliament

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giovedì 11 settembre 2008

Entro 2010 il Governo olandese farà ricorso solo a forniture ecologiche

Entro il 2010 il governo olandese acquisterà solo forniture ecologiche, cioè prodotti non dannosi per l'ambiente. Lo ha annunciato un portavoce del governo spiegando che il limite del 2010 e' necessario per trovare i fornitori adeguati. ''Questo provvedimento - ha spiegato - si applicherà a tutti i prodotti di cui il governo ha bisogno, dalle auto ai cibi senza escludere gli edifici''. Questi criteri si applicheranno sia ai fornitori interni che esteri, ha precisato il portavoce aggiungendo poi che criteri precisi sono in corso di definizione e saranno pronti entro la fine dell'anno.

Qui

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L'immagine: Jean Auguste Dominique Ingre - La Fonte 1856

mercoledì 10 settembre 2008

Nucleare: Tremonti, già in manovra le norme per i finanziamenti

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha dichiarato ieri a Ballaro’ che sono già nella manovra finanziamenti per rilanciare il nucleare. Quella del nucleare e’ una scelta dettata dalla situazione di un Paese che ha il terzo debito del mondo ma non la terza economia del mondo.

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Nucleare: ancora un incidente alla centrale francese di Tricastin

L' 8 settembre è avvenuto un nuovo incidente, il quarto nel giro di due mesi, nella centrale nucleare francese di Tricastin. Lo ha confermato all'AFP un portavoce della Autorità per la sicurezza nucleare (ASN), mentre la EDF, società che gestisce l'impianto, ha spiegato in una nota che è stato evacuato uno dei reattori in seguito ad un guasto tecnico che ''non ha avuto alcun impatto sull'ambiente e sulla sicurezza degli impianti''. Il problema si e' verificato durante le operazioni di scarico del combustibile ''nel quadro dell'arresto dell'unità di produzione n.2''. Gli incidenti avvenuti in questi mesi a Tricastin e in un'altra centrale nucleare a Romans hanno provocato diverse polemiche in Francia, dove il nucleare copre l'80% dell'elettricità consumata nel paese.

Fonte: planetark.com

Note:
- L'impianto è stato costruito nel 1974,
- 1980 inizio operatività commerciale
- 4° incidente negli ultimi due mesi
- quando calerà la scure della libera informazione?
- a proposito di 'sicurezza' vedere il post qui
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Air Franche volerà basso. Ma con un treno!

Secondo quanto riferisce il quotidiano Le Parisien (Air France lance ses TGV ) Air France-KLM si prepara a sbarcare nelle ferrovie ad alta velocità in Europa ed a creare un'apposita società insieme a Veolia a partire dal 1 gennaio 2010 in coincidenza con l'apertura alla concorrenza del trasporto ferroviario. Con questa nuova strategia Air France ''prende atto della diminuzione del traffico aereo sui tragitti di meno di tre ore'', scrive Le Parisien. A questo si aggiunge - continua il giornale - l'aumento del prezzo del gasolio. Sempre secondo Le Parisien Air France avrebbe stretto contatti con Alstom per l'acquisto di convogli Agv (Elettrotreni ad alta velocità) capaci di circolare a 350 chilometri orari.

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martedì 9 settembre 2008

Retrofit: il ricorso alla UE

Venerdì della scorsa settimana è partita la prima lettera all'indirizzo del commissario della comunità europea contro la posizione dominante delle case automobilistiche che negano la trasformazione di auto tradizionali in auto elettriche configurandosi in tal modo una posizione dominante da parte di gruppi industriali automotive. Contemporaneamente il ricorso si rivolge anche allo stato italiano che, unico al mondo, nega la possibilità del retrofit/conversione elettrica. La lettera è stata preparata e inviata dall'ingegner Silvano Robur che tutti voi già conoscete per i suoi interventi nel nostro Blog MondoElettrico.
Qui il testo della lettera e lo stralcio normativo. Chi vuole può inviare il ricorso (e lo stralcio, mi raccomando!) al commissario europeo.

I due documenti si possono trovare qui:

1- RICORSO

2- STRALCIO

Importante: chiediamo a tutti coloro che aderiranno all'iniziativa di comunicarci in forma anonima o nominativa ( qui mail ) dell'avvenuta spedizione in maniera tale da tener conto del numero e fare le opportune valutazioni in futuro.

In bocca al lupo.

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At European Commission,
European Commisioner For Competition
Neelie Kroes
B – 1049 Brusseles
BELGIUM

Lettera Raccomandata A.R.

Oggetto : Ricorso contro lo Stato Italiano per ostacolo normativo alla libera concorrenza.

Preg.mo Sig. Commissario,

nel voler convertire un autoveicolo a combustione interna in autoveicolo elettrico non inquinante la normativa italiana disciplina tale trasformazione al rilascio di un nullaosta da parte della casa costruttrice del veicolo stesso.

Tale previsione, contenuta nell'articolo 236, comma secondo, D.P.R. 495/1992, reca testualmente l'obbligo di chiedere il nullaosta alla casa costruttrice per chiunque voglia modificare un veicolo da combustione interna, di concezione antiquata ed inquinante, a veicolo con motore elettrico, di concezione moderna, ad emissione zero.

L'assunto normativo reca in sé una grave discriminazione per posizione dominante prodotta dalle case automobilistiche a danno della libera iniziativa economica di chi volesse procedere liberamente alla conversione di auto mediante l'utilizzo di componentistica omologata per la realizzazione di un veicolo non inquinante.

Infatti tale assunto non si applica, stranamente, a chi volesse trasformare l'alimentazione della vettura a combustione interna, ad esempio, installando un impianto di alimentazione a metano o GPL.

Basta un diniego della casa costruttrice affinché la conversione non possa avvenire.

Di fatto questo impedimento normativo esiste solo in Italia : in nessun paese europea esiste una normativa che difende la posizione dominante delle case automobilistiche conferendo loro un potere di veto sulla richiesta di trasformazione dell’auto limitando le potenzialità di sviluppo del mercato.

Ma vi è di più.

La lodevole iniziativa, qualora venisse accolta, permetterebbe di convertire a prezzi ragionevoli vecchie automobili dalla carrozzeria ancora integra in veicoli elettrici ad emissione nulla con batteria al litio dalle notevoli caratteristiche tecniche capaci di infondere valori in velocità ed autonomie paragonabili ai modelli tradizionali.

Ciò riportato in costituita premessa,

si chiede

all'Ill.mo Sig. Commissario, nel voler raccogliere il presente reclamo :

- di condannare lo Stato Italiano per l’assunzione di tale pratica.


- nell’abrogare l'art.236 del D.P.R. 495/1992, od in alternativa, di voler far prescrivere la libera trasformazione di veicoli endotermici in veicoli elettrici senza alcuna formalità ostativa, esattamente con le stesse procedure esistenti nella normativa italiana per l'installazione di un impianto a metano o GPL.

Allegati : stralcio normativo.

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Modifica delle caratteristiche costruttive dei veicoli in circolazione e aggiornamento della carta di circolazione.
(art.236, D.P.R. 495/1992)
1. Ogni modifica alle caratteristiche costruttive o funzionali, tra quelle indicate nell’appendice V al presente titolo ed individuate con decreto del Ministero dei trasporti e della navigazione - Direzione generale della M.C.T.C., o che determini la trasformazione o la sostituzione del telaio, comporta la visita e prova del veicolo interessato presso l’ufficio della Direzione generale della M.C.T.C. competente in relazione alla sede della ditta che ha proceduto alla modifica. Quando quest’ultima è effettuata da più ditte, senza che per ogni stadio dei lavori eseguiti venga richiesto il rilascio di un certificato di approvazione, l’ufficio della Direzione generale della M.C.T.C. competente per la visita e prova è quello nel cui territorio di competenza ha sede la ditta che ha operato l’ultimo intervento in materia. In tale caso la certificazione dei lavori deve essere costituita dal complesso di tutte le certificazioni, ciascuna redatta dalla ditta di volta in volta interessata dai diversi stadi, con firma del legale rappresentante autenticata nei modi di legge.

2. Ogni modifica riguardante uno dei seguenti elementi:
a) la massa complessiva massima;
b) la massa massima rimorchiabile;
c) le masse massime sugli assi;
d) il numero di assi;
e) gli interassi;
I) le carreggiate;
g) gli sbalzi;
h) il telaio anche se realizzato con una struttura portante o equivalente;
i) l’impianto frenante o i suoi elementi costitutivi;
l) la potenza massima del motore;
m) il collegamento del motore alla struttura del veicolo
è subordinata al rilascio, da parte della cosa costruttrice del veicolo, di apposito nulla osta, salvo diverse o ulteriori prescrizioni della casa stessa. Qualora tale rilascio non avvenga per motivi diversi da quelli di ordine tecnico concernenti la possibilità di esecuzione della modifica, il nulla osta può essere sostituito da una relazione tecnica, firmata da persona a ciò abilitata, che attesti la possibilità d’esecuzione della modifica in questione. In tale caso deve essere eseguita una visita e prova presso l’ufficio della Direzione generale della M.C.T.C. competente in base alla sede della ditta esecutrice dei lavori, al fine di accertare quanto attestato dalla relazione predetta, prima che venga eseguita la modifica richiesta.
3. L’aggiornamento dei dati interessati dalla modifica viene eseguito dall’ufficio provinciale della Direzione generale della M,C,T.C. cui sia esibito il certificato d’approvazione definitivo della modifica eseguita, oppure dall’ufficio provinciale della Direzione generale della M.C.T.C. che ha proceduto all’ultima visita e prova con esito favorevole, Tale aggiornamento ha luogo mediante l’emissione di un duplicato della carta di circolazione, i cui dati vanno variati o integrati conseguentemente alla modifica approvata.
4. La Direzione generale della M.C.T.C. definisce le competenze dei propri uffici periferici, tenuto anche conto della necessità di distribuzione dei carichi di lavoro e delle possibilità operative degli uffici stessi, nonché delle particolari collocazioni territoriali delle ditte costruttrici o trasformatrici.

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Nucleare: Zichichi, nessun rischio se gestito come Ferrari (2)

Ci siamo ricordati delle parole profetiche del prof. Antonino Zichichi (riportate in un nostro post del 23 Agosto u.s. Nucleare: Zichichi, nessun rischio se gestito come Ferrari) riguardo la sicurezza degli impinati nucleari moderni: ""Non si può affidare una Ferrari ad un neo patentato. Si rischierebbe di uscire fuori strada alla prima curva. Così è per la gestione delle centrali nucleari. Se le affidiamo a dei raccomandati rischiamo il disastro. Se le affidiamo a tecnici qualificati non corriamo rischi".

Infatti! ecco quel che rimane della Ferrari del campione del mondo Raikkonen elevata agli onori del carro attrezzi.

lunedì 8 settembre 2008

100 Smart, 500 colonnine di ricarica a Berlino

100 Smart, 100 km di autonomia con batterie al litio, una spesa di 2 euro a ricarica, 500 colonnine disseminate nel territorio comunale, dalle 2 alle 4 ore per la ricarica. Dove? A Berlino. Il Governo tedesco e la grande industria ci credono e ci puntano.





http://www.youtube.com/watch?v=BZInAKtQFA0

domenica 7 settembre 2008

In Italia l'80% degli incentivi alle rinnovabili va ai petrolieri

Gli incentivi del 2007 alle fonti rinnovabili sono andati solo per il 18% alle vere energie pulite. Lo comunica Greenpeace che fa sapere che su 5,3 miliardi di euro, solamente 932 milioni vanno alle vere rinnovabili.

La questione riguarda il meccanismo del CIP6, grazie al quale, fa sapere l'associazione ambientalista nel 2007 in Italia sono stati elargiti alle fonti fossili assimilate circa 3,7 miliardi di euro, mentre alle rinnovabili sono andati solo 847 milioni di euro. Al solare fotovoltaico finanziato con il conto energia, sono stati erogati appena 26 milioni di euro, meno dell'1% sul totale.

Il problema che fa notare Greenpeace è che su 5,3 miliardi di euro di incentivi per l'energia pulita circa 4,4 miliardi sono stati erogati alle società che producono le assimilate (combustibili fossili di processo, residui di raffinazione, rifiuti). I restanti 932 milioni di euro sono andati ad incentivare le vere fonti rinnovabili. In sostanza gli incentivi per le rinnovabili vanno per la maggior parte verso le stesse aziende che producono energia da fonti non rinnovabili, in particolare verso le raffinerie.

Fonte: ambientenergia.info

INCENTIVI FONTI RINNOVABILI NEL 2007
(dati in milioni di euro)

FONTI RINNOVABILI .......................................................932

Incentivi da fondi pubblici attraverso “CIP6”
Idroelettrico, eolico, geotermico, biomasse ............................ 846,9

Incentivi da Certificati Verdi
Idroelettrico, eolico, geotermico, biomasse, rifiuti .................. 59,1

Incentivi da fondi pubblici attraverso “Conto Energia”
Solare fotovoltaico....................................................... 26

FONTI FOSSILI “ASSIMILATE” E RIFIUTI .............................. 4.376,3

Incentivi pubblici attraverso meccanismo CIP6
Combustibili fossili di processo, residui raffinazione ................. 3.746,5

Incentivi pubblici attraverso meccanismo CIP6 Rifiuti ................ 629,8

TOTALE FONTI RINNOVABILI E ASSIMILATE ............................. 5.308,3

Elaborazione Greenpeace su dati “Rapporto GSE 2007”, “Relazione AEEG del 2008”, “Relazione Annuale GME 2007”

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sabato 6 settembre 2008

Nucleare: Francia; riavviato reattore centrale Flamanville

E stato riavviato oggi il reattore 1 della centrale nucleare di Flamanville, nel nord della Francia, dopo un fermo di più di sei mesi, provocato in particolare da una serie di incidenti tecnici. Fermato nel febbraio scorso per una operazione di manutenzione decennale programmata, il reattore avrebbe dovuto essere riavviato a maggio. Ma "un susseguirsi di piccoli imprevisti", secondo l'ente elettrico Edf, ha impedito la ripresa del reattore per più di tre mesi. Il reattore 2 della centrale è stato posto in manutenzione dal 26 luglio scorso. Sullo stesso sito di Flamanville è in costruzione un terzo reattore, di tipo Epr, che dovrebbe entrare in funzione nel 2012.

Fonte: swissinfo.ch

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venerdì 5 settembre 2008

L'auto si pianta: tonfo delle immatricolazioni ad agosto

Tonfo era previsto, e tonfo è stato per il mercato auto in agosto. Il mese, tradizionalmente contrassegnato da numeri modesti, ha visto immatricolate in Italia 77.156 auto, il 26,42% in meno dell'anno scorso (quando erano state 104.857). Il clima peggiora sensibilmente rispetto a luglio, quando la flessione era stata limitata al 10,88 percento. Se si guarda ai primi otto mesi dell'anno, invece, il risultato complessivo si attesta a poco meno di 1.532.000 unità, con una flessione del 12% rispetto ai primi otto mesi del 2007 (quasi 1.742.000 nuove immatricolazioni).

Qui

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giovedì 4 settembre 2008

2 contrari ?

Prima di fargli un monumento mi piacerebbe sapere le motivazioni per cui hanno deciso di votare contro.

TRASPORTI. Parlamento Ue adotta regolamento per promuovere veicoli a idrogeno
03/09/2008

L'Europa guarda alla diffusione degli autoveicoli a idrogeno e interviene per garantire funzionamento del mercato, alti livelli di sicurezza pubblica e tutela dell'ambiente. Il Parlamento europeo ha infatti adottato un regolamento che stabilisce le norme europee per l'omologazione dei veicoli a idrogeno, nei quali si registrano ingenti investimenti e la previsione di un aumento futuro nel parco totale dei veicoli circolanti. Obiettivi principali del regolamento: garantire il buon funzionamento del mercato delle auto nell'Unione, fornire un quadro normativo ai costruttori, promuovere la circolazione di auto all'idrogeno nelle città europee per tutelare l'ambiente.

In particolare, con 644 voti favorevoli, 2 contrari e 11 astensioni, il Parlamento ha approvato la relazione di Anja Weisgerber (PPE/DE, DE) e sottoscritto un maxi-emendamento di compromesso che permetterà l'adozione definitiva di un regolamento volto a stabilire, per la prima volta, norme tecniche armonizzate per l'omologazione degli autoveicoli alimentati a idrogeno. Dopo l'approvazione formale del Consiglio il provvedimento potrà essere applicato due anni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

C'è bisogno dunque di garantire la sicurezza dei veicoli. Inoltre la definizione di una legislazione-quadro per l'omologazione dei veicoli a idrogeno "contribuirà a creare un clima di fiducia nella nuova tecnologia presso i potenziali utenti e il pubblico in generale". Il regolamento vuole garantire sicurezza pubblica e tutela dell'ambiente e accelerare la commercializzazione di veicoli con combustibili a impatto ambientale ridotto. Si chiede inoltre alla Commissione di prevedere misure di sostegno per la costruzione di una rete di distributori europei per i veicoli a idrogeno e di stabilire le sanzioni per i costruttori che violino prescrizioni e disposizioni.


Fonte Helpconsumatori

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mercoledì 3 settembre 2008

Slovacchia, Enel ed impianto nucleare

In bocca al lupo al popolo slovacco.


L´azienda Slovenske Elektrarne ha lanciato un bando per trovare un costruttore allo scopo di terminare due nuovi blocchi presso l´impianto nucleare di Mochovce, riporta il Budapest Business Journal. L´azienda, gestita dall´Enel, che ne è proprietaria per il 66 percento, ha dichiarato che i concorrenti devono presentare le lettere d´interesse entro il 18 settembre, mentre le richieste finali devono arrivare entro l´8 dicembre. I lavori di costruzione del terzo e quarto blocco dell´impianto inizieranno il 1 aprile 2009 e termineranno entro la fine di giugno 2013, al costo di 1,6 miliardi di euro. I lavori sui blocchi iniziarono nel 1987, ma sono stati fermati nel 1992. Il bando non include gli aspetti tecnici dei blocchi, ma riguarda solo la finitura degli edifici, lo scavo dei canali per l´acqua e gli impianti di raffreddamento e di condizionamento dell´aria. L´impianto è il più recente dei due impianti nucleari presenti in Slovacchia. Secondo il premier, Fico, un ritardo nella costruzione dello stesso danneggerebbe l´economia del Paese.

Fonte: portalino.it


I retroscena dei reattori di Mochovce
Greenpeace presenta un rapporto sulla sicurezza degli impianti Enel di Mochovce
15 Maggio 2007
Roma, Italia — Enel e il nucleare sovietico. Il caso Mochovce. In attesa dello studio di fattibilità dell'Enel - che era previsto per fine aprile - Greenpeace presenta un rapporto sulla sicurezza dei reattori di Mochovce. Gli impianti - realizzati con tecnologie sovietiche obsolete - sono in fase di costruzione molto avanzata. Le possibilità di intervento sono poche. E i rischi sono tanti. l rapporto - redatto in ceco e tradotto in inglese - si basa su un documento del 2002 di Slovenske Elektrarne. Enel controlla Slovenske Elektrarne - la società elettrica slovacca da poco privatizzata - con il 66 per cento delle azioni. Greenpeace denuncia, da tempo, l'assurdità del piano di investimenti Enel sul nucleare slovacco: è in gioco un investimento colossale di 1,8 miliardi di euro su una tecnologia obsoleta - si tratta di reattori sovietici di seconda generazione - che non rispetta gli standard di sicurezza occidentali.

Fonte: GreenPeace

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