Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


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martedì 18 febbraio 2020

Impianto fotovoltaico di 34 MW e accumulo con batterie al litio in miniera di 12 MWh


Rio Tinto,  multinazionale anglo-australiano che si occupa di ricerca, estrazione e lavorazione di risorse minerarie,  ha approvato un investimento di 98 milioni di dollari in un nuovo impianto solare al nuova miniera Koodaideri nel Pilbara, in Australia, e  un sistema di accumulo dell'energia utilizzando batterie agli ioni di litio.

La capacità di produzione di minerali di ferro di Rio Tinto nel Pilbara, che incorpora un impianto di trasformazione e infrastrutture tra cui una linea ferroviaria che collega la miniera, sarà di 43 milioni di tonnellate all'anno, con la prima produzione che si prevede inizi entro la fine del 2021.

Koodaideri sarà caratterizzato tecnologia già in uso in Rio Tinto, quali i camion a guida autonoma, treni.

L'impianto fotovoltaico solare 34 MW (megawatt) dovrebbe fornire elettricità a  Koodaideri di circa il 65% del fabbisogno medio di energia elettrica della miniera.

L'impianto sarà composto da circa 100.000 pannelli, che coprono una superficie di 105 ettari. La costruzione dovrebbe iniziare entro la fine dell'anno ed essere completato nel 2021.

A complemento sarà realizzato un nuovo sistema di accumulo dell'energia con batteria al litio della capacità di 12 MWh a Tom Price che fornirà energia di riserva per supportare la rete secondo necessità.

L'impianto solare e le batterie si stima possano ridurre le emissioni annue di anidride carbonica di circa 90.000 tonnellate rispetto alla generazione di gas-powered convenzionale o l'equivalente di circa 28.000 automobili convenzionali alimentate a carburante.

Koodaideri, al 100% di proprietà di Rio Tinto, si trova a circa 35 chilometri a nord-ovest di miniera Yandicoogina di Rio Tinto, e circa 110 chilometri dalla città di Newman.

Fonte Rio Tinto


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giovedì 30 maggio 2019

Quali sono i Paesi produttori di litio e riserve più importanti


( Per gentile concessione di Volkswagen | Fonte: USGS 2019. )

L'articolo da cui abbiamo tratto l'immagine viene dal sito online Mining.com nel quale si possono evidenziare due cose significative. La prima è che il Cile ha le più importanti riserve di Litio, circa 8 milioni di tonnellate, al secondo posto c'è l'Australia con 2,7 milioni di tonnellate, al terzo l'Argentina con 2 milioni  e solo al quarto posto la Cina con 1 milione di tonnellate. Altri paesi seguono a grande distanza. 

Secondo fatto degno di nota viene dalla constatazione che nell'anno passato sia stata l'Australia ad estrarre più litio al mondo, 51 mila tonnellate, seguita dal Cile con 16 mila tonnellate, poi l'Argentina con 8 mila e la Cina con 6,2 mila tonnellate. Gli Stati Uniti sono appena percepibili in uno dei due grafici.

Altra nota importante, che si ricava leggendo l'articolo, viene dalla dichiarazione che una delle più importanti società estrattive che possiede miniere di litio, la cilena SQM, Chemical and Mining Society, la seconda al mondo in ordine di grandezza per essere precisi, ha visto aumentare del 17% la produzione di litio nel primo Quadrimestre del 2019, almeno 315.000 tonnellate rispetto a circa 260.000 tonnellate dell'anno scorso, ma con una contrazione dei ricavi per la caduta dei prezzi del litio stesso. Tutto sommato una doppia buona notizia poiché la quantità estratta e il prezzo del litio vengono a ricadere sul prezzo totale delle batterie al lito, prezzi che infatti scendono costantemente come abbiamo visto  nel Post di ieri (Il costo delle batterie al litio è sceso dell'85% dal 2010), favorendo in ultimo la discesa dei prezzi delle auto elettriche.

La società SQM, che è in grado di produrre 60.000 tonnellate di litio quest'anno, prevede volumi di vendita reali tra le 45.000 e 50.000 tonnellate, per arrivare entro il 2020 a  volumi di vendita superiori de del 30% rispetto a quelli raggiungibili nel 2019, con circa 65.000 tonnellate.

Il Cile, che detiene circa il 52% delle riserve di litio conosciute al mondo, l'anno scorso ha perso però la sua  corona di più importante produttore di litio a favore dell'Australia .



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giovedì 9 maggio 2019

20 camion a guida autonoma da 630 tonnellate per le miniere australiane



Caterpillar  fornirà una flotta di venti 793F macchine pesanti a guida autonoma per l'estrazioni e il trasporto di materiali minerari a Rio Tinto Group,  una multinazionale anglo-australiano che si occupa di ricerca, estrazione e lavorazione di risorse minerarie, la terza più grande società mineraria del mondo.

Queste macchine pesanti verranno impiegate per l'estrazione di minerali di ferro a Koodaideri nel Pilbara, nell'Australia occidentale.

Le due società hanno anche concordato di studiare come incrementare i livelli di automazione delle attrezzature minerarie pesanti nelle miniere del futuro.

L'amministratore delegato di Rio Tinto Iron Ore Chris Salisbury ha sottolineato che  la tecnologia sta cambiando rapidamente le operazioni minerarie permettendo di sfruttare meglio l'innovazione per rendere le operazioni anche più sicure, più intelligenti e più produttivo, un passo eccitante per il loro business.

Fonte Rio Tinto Group

Le caratteristiche del mezzo tradizionale sono qui

Un video








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venerdì 15 febbraio 2019

L'acqua, l'idrogeno, il BH4, le auto elettriche da 1.000 chilometri di autonomia con una nuova tecnologia



Cliccare sull'immagine per ingrandire
Riporto qui un estratto dell'articolo online di timesofisrael.com che annuncia la realizzazione di un sistema per utilizzare l'acqua e l'idrogeno in essa contenuto, più un catalizzatore come sorgente per alimentare motori per la trazione di qualsiasi tipo di veicolo elettrico. 

L'azienda, una a startup australiano-israeliana, Electriq  Global afferma di aver trovato un modo per utilizzare l'acqua per alimentare i veicoli elettrici, nasce da una precedente esperienza nota come Terragenic che aveva presentato la sua tecnologia nell'ambito del "Smart Mobility Summit" EcoMotion nel 2018.

La società dichiara che il suo combustibile riciclabile a base di acqua è altamente efficiente, sicuro e pulito e che può essere utilizzato per alimentare veicoli elettrici a emissioni zero. La tecnologia, che l'azienda definisce "rivoluzionaria", estrae l'idrogeno dal carburante, che viene quindi utilizzato per creare elettricità per alimentare il veicolo. Il sistema di Electriq  Global contiene tre elementi chiave: l'acqua, una sostanza chimica chiamata BH4 o Tetraidrobiopterina e uno strato di metallo - un "catalizzatore" sviluppato dall'azienda - che innesca la produzione di idrogeno dalla miscela che è un nuovo tipo di carburante basato sull'acqua,  sicuro, non infiammabile, facile da usare e da trasportare.

I competitori di energia verde oggi usano batterie agli ioni di litio per alimentare veicoli - Tesla fa questo - o tecnologie a idrogeno compresso per veicoli più grandi come autobus, camion, treni e barche.

L'idrogeno compresso è costoso da immagazzinare e trasportare mentre il combustibile di Electriq  Global è composto per il 60 percento di acqua, è sicuro da immagazzinare e trasportare, ed è in grado di produrre idrogeno a richiesta che viene trasformato in elettricità il che rende l'idrogeno accessibile in modo sicuro e rappresenta una notevole riduzione dei costi.

Con la tecnologia Electriq Global si riesce a raggiungere il doppio della percorrenza delle auto elettriche a metà prezzo, secondo quanto dichiara l'azienda.

La batteria di un Tesla Model-S 2018 ha un'autonomia di 500 chilometri (311 miglia), così come un'auto a base di idrogeno compresso come la Toyota Mirai 2018 e un'auto a benzina senza piombo media. Electriq afferma che i suoi veicoli avranno un'autonomia di 1.000 chilometri, secondo i dati forniti sul suo sito Web, e possono essere riforniti in cinque minuti.

Il suo costo di un pieno del suo serbatoio sarà di 25 dollari  rispetto agli 80 dollari per il serbatoio di idrogeno della Mirai e 50 dollari  per un'automobile media con carburante senza piombo di oggi, si legge nel sito. La densità di energia del carburante è fino a 15 volte quella delle batterie elettriche attualmente in uso in veicoli come Tesla, afferma la società in una nota.

Una volta che l'idrogeno è stato creato e utilizzato, il liquido rimanente può essere riciclato in un impianto in cui viene reintegrato con acqua e la sostanza chimica, per essere riutilizzato.








La società è stata fondata nel 2014 da Alex Silberman, chief technology officer della compagnia, che è un elettro-chimico con 30 anni di esperienza nello stoccaggio di energia, batterie e celle a combustibile.

L'azienda ha dimostrato che il suo carburante può funzionare in un ciclo continuo. Ora sta collaborando con un produttore globale di autobus e camion a idrogeno per sviluppare veicoli che funzioneranno con il suo combustibile.
L'azienda sta preparando anche un impianto di riciclaggio per il combustibile in Israele con il supporto del Ministero dei trasporti, ha affermato. Essi hanno  ricevuto finanziamenti dal fondo USA-Israele Binational Industrial Research and Development (BIRD) per il suo sviluppo, come progetto di energia pulita . La società è registrata in Australia e ha una filiale israeliana.



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lunedì 23 luglio 2018

Batterie quantistiche per la ricarica istantanea

All'Università di Adelaide, Australia, il dottor James Quach studia la possibilità di sfruttare le proprietà uniche della meccanica quantistica con l'obiettivo di realizzare la prima batteria quantistica al mondo in grado di ricaricarsi istantaneamente

La batteria quantistica potrebbe sostituire le batterie convenzionali utilizzati in piccoli dispositivi elettronici con in successivo step di scalabilità per il settore delle energie rinnovabili e, speriamo, nei veicoli elettrici. 

La caratteristica essenziale di questo tipo di batterie è che,  a differenza delle batterie normali che impiegano la stessa quantità di tempo per la ricarica, non importa quante esse siano, le batterie quantistiche si caricherebbero più velocemente quante più sono.  Ovvero. Se una batteria quantistica impiega un'ora per caricarsi, due batterie impiegherebbero metà tempo, cioè 30 minuti, tre 20 minuti, e così via. Avendo a disposizione 10 mila batterie, impiegherebbero meno di un secondo per ricaricarsi. Come? Grazie ad un fenomeno definito entanglement.

L'entanglement quantistico o correlazione quantistica, è un fenomeno quantistico, privo di analogo classico, per cui in determinate condizioni lo stato quantico di un sistema fisico non può essere descritto singolarmente, ma solo come sovrapposizione di più sistemi. Da ciò consegue che la misura di un'osservabile di uno determina istantaneamente il valore anche per gli altri. (Wikipedia)

E' grazie all'entanglement che diventa possibile accelerare il processo di carica delle batterie.

Però? Però l'entanglement è una situazione incredibilmente delicata, richiede condizioni molto particolari come le basse temperature e un sistema isolato in quando se tali condizioni cambiano l'entanglement scompare. 

Lo studio dell'Università di Adelaide si propone la costruzione in laboratorio delle condizioni ideali e necessarie per entanglement per poi costruire la prima batteria quantistica.

Questa batteria rivoluzionaria potrebbe essere utilizzata prima in piccoli dispositivi elettronici come orologi, telefoni, iPad o computer o qualsiasi altro prodotto che si basa su energia immagazzinata. 

L'obiettivo a lungo termine è quello di raggiungere la scalabilità fino a realizzare batterie più grandi che aiuteranno le tecnologie per l'accumulo di energia rendendo possibile la fornitura continua di energia rinnovabile indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. 

Fonte Università di Adelaide.
Foto: extremetech.com


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venerdì 16 marzo 2018

Volkswagen elettriche e diesel, una notizia buona e una cattiva

Nel proprio sito aziendale il Gruppo Volkswagen dichiara che intende espandere la produzione di veicoli elettrici su scala mondiale. Il comunicato ha la data del 13 Marzo di quest'anno. Cosa dice è qui sotto riportato.
"Il Gruppo Volkswagen sta portando avanti la transizione verso l’era della mobilità elettrica. Entro la fine del 2022, 16 fabbriche in tutto il mondo saranno dedicate alla produzione di veicoli elettrici. L’ha annunciato a Berlino Matthias Müller, CEO del Gruppo Volkswagen, in occasione della Conferenza Stampa Annuale sul bilancio. Attualmente il Gruppo produce veicoli elettrici in tre stabilimenti, e in due anni altre 9 strutture saranno allestite per questo scopo. Per assicurare un’adeguata capacità delle batterie, in vista della forte espansione dell’e-mobility, sono già state strette delle partnership con produttori di batterie per Europa e Cina. I contratti già assegnati ammontano a un volume totale di circa 20 miliardi di Euro. La decisione sul fornitore per il Nord America sarà presa a breve. 
“Negli ultimi mesi, abbiamo fatto tutto il possibile per implementare la ‘Roadmap E’ con la rapidità e la determinazione necessarie” ha spiegato Müller a Berlino. Quando è stata presentata la ‘Roadmap E’, lo scorso autunno, il Gruppo aveva annunciato piani per produrre fino a tre milioni di veicoli elettrici all’anno entro il 2025 e commercializzare 80 nuovi modelli a batteria. Agli otto modelli elettrici e ibridi plug-in già disponibili, nel corso dell’anno se ne aggiungeranno altri nove, tre dei quali puramente elettrici......."

Se questa è la buona notizia come contraltare ne abbiamo un'altra che del tutto opposta, quindi  cattiva, sempre per il Gruppo Volkswagen, che viene dall'Australia ed ha ancora una volta al centro la questione della truffa legata alla questione del diesel-gate. Col titolo "Una nuova ricerca mostra che le VW utilizzano più carburante dopo la correzione del ritiro" è uscito l'11 scorso questo comunicato nel sito istituzionale AAA.

L'analisi delle emissioni commissionata dall'Australian Automobile Association (AAA) ha rilevato che un veicolo diesel VW preso in considerazione utilizza fino al 14% in più di gasolio dopo il richiamo ed emette ancora sostanze nocive superiori del 400% rispetto ai livelli osservati nei test di laboratorio.

Condotto in collaborazione con la Fédération Internationale de l'Automobile (FIA), il test del mondo reale è stato commissionato per quantificare i cambiamenti delle prestazioni associati agli aggiornamenti del software in corso di attuazione sui veicoli interessati.

La correzione attuata con il ritiro dei veicoli è stata implementata da VW dopo il 2015, quando è stato rivelato che oltre 11 milioni di veicoli diesel VW erano stati venduti con un "dispositivo di disfunzione" installato, che rilevava quando il motore di un veicolo veniva testato e successivamente cambiava le prestazioni per migliorare i risultati delle emissioni.

Alla fine del 2016, l'AAA ha incaricato la società di ricerca ABMARC di eseguire due test su un veicolo VW interessato, uno prima del ritiro e l'altro immediatamente dopo.

Il risultato del test indica che un VW Golf modello Euro 5 del 2010 ha utilizzato una media del 7% in più di carburante - o 0,5 litri / 100 km - dopo aver completato il richiamo.

Ciò andava dall'utilizzare il 2% in più di carburante durante la guida nelle aree urbane, il 7% in più di carburante nelle strade rurali e il 14% durante la guida sulle autostrade.

I test hanno mostrato una riduzione delle emissioni di ossidi di azoto, monossido di carbonio e particolato avvenute dopo il fix di richiamo. Tuttavia, le emissioni di NOx erano ancora 4,11 volte il limite di laboratorio dopo il richiamo quando testate in condizioni di guida reali.

Lo scopo dello studio era di determinare l'impatto della correzione del ritiro confrontando le emissioni di inquinanti del mondo reale del veicolo di prova con i rispettivi limiti di laboratorio e il consumo di carburante con cifre "ufficiali" prima e dopo la correzione del ritiro.

I risultati mostrano che VW potrebbe aver trovato una soluzione per ridurre il livello delle emissioni nocive ma, di conseguenza, la quantità di carburante utilizzata è aumentata.

Il test ha anche indicato che sia la potenza che la coppia erano leggermente aumentate dopo la correzione del richiamo. Il test supporta ulteriormente l'appello dell'AAA per un programma di test delle emissioni del mondo reale in Australia.

L'AAA ha fortemente caldeggiato l'introduzione di un programma di test sulle emissioni del mondo reale seguendo il proprio programma di ricerca, che ha testato 30 auto australiane, su strade australiane, utilizzando combustibili australiani. 


Beh, che dire? Speriamo che si velocizzi la transizione dal diesel all'elettrico.





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martedì 24 ottobre 2017

Originale soluzione per risolvere la questione delle rinnovabili e dello stoccaggio di energia

Quale è il problema psicologico (e non solo) più importante che rallenta lo sviluppo delle fonti rinnovabile su larga scala? La loro variabilità. Il sole e il vento non sono fonti energetiche in grado di far funzionare in modo continuativo le pale eoliche e le celle fotovoltaiche durante tutto l'arco della giornata. La soluzione a questo inconveniente, secondo l'ARENA (Australian Renewable Energy Agency), risiederebbe semplicemente nello stoccaggio su larga scala dell'energia prodotta anche in modo discontinuo per renderla disponibile quando serve. La soluzione tecnica  scelta dall'Australia è l'individuazione di 22 mila PHES  (pumped hydro energy storage) siti potenzialmente adatti nei quali realizzare impianti idroelettrici a doppio bacino, piccoli bacini ma diffusi nel territorio in modo conveniente per accumulare energia ripompandola dal bacino situato più in basso a quello più in alto grazie all'energia prodotta dagli impianti eolici e fotovoltaici. Energia potenziale che si trasforma in energia elettrica da utilizzare grazie ad una rete elettrica interconnessa in modo intelligente.
Il sistema PHES risulta essere il sistema di accumulo di energia su larga scala più conveniente di qualsiasi altro con l'ulteriore vantaggio di avere una lunga vita operativa,  50 anni o più. La maggior parte dei sistemi di PHE esistenti attualmente richiedono dighe situate nelle valli fluviali, al contrario del sistema  PHES  che è off-river e che ha quindi  grandi potenzialità. 

In genere i PHES tradizionali richiedono dighe poste sul corso del fiume ma è possibile trovare l'alternativa in siti lontani dai corsi dei fiumi con serbatoi di modeste dimensioni, da 10 o 100 ettari, capaci di erogare energia da 5 a 26 ore continuative a seconda delle dimensioni dei serbatoi. La maggior parte dei siti potenziali PHES identificati in Australia sono off-river, lontano dai fiumi e tutti i 22 mila siti sono in parchi nazionali e al sono al di fuori delle aree urbane.  Ogni sito ha una capacità che varia tra 1 GWh (gigawatt-ora) e  300 GWh. Sostanzialmente l'Australia ha bisogno di 450 GWh di capacità di accumulo di energia (e 20 GW di energia di generazione) distribuite su poche decine di siti per sostenere il sistema elettrico al 100%  da fonti rinnovabili, ovvero è necessario solo 1/20 di energia prodotta a fronte di un sistema di stoccaggio PHES completo.

Attualmente sono in fase di installazione circa 3 GW all'anno di energia prodotta dal vento e fotovoltaico in Australia. Se questo trend dovesse continuare fino al 2030, l'energia rinnovabile prodotta sarebbe sufficiente a fornire la metà del consumo di energia elettrica in Australia. Se questo tasso di incremento venisse raddoppiato l'Australia raggiungerebbe il 100% di elettricità rinnovabile intorno al 2033.

Fonti: Arena e The Conversation






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martedì 10 ottobre 2017

Nuove, promettenti batterie per veicoli elettrici

Sempre in fermento il mondo delle batterie. Per chi legge il nostro Blog si sarà accorto che il settore della ricerca, dello sviluppo, della pre-industrializzazione di vari tipi di batterie è 'elettrizzato', in evidente crescita e lo sarà per molti decenni ancora. Oggi ci ritroviamo a trattare l'acquisizione da parte di un'azienda australiana della tecnologia proveniente da una società israeliana che promette la commercializzazione del nuovo prodotto in 18/24 mesi grazie a contributi offerti da parte dell'aviazione, della difesa e costruttori non ben identificati di moto o bici elettriche.  L'azienda australiana UltraCharge Limited, che già lavora per sviluppare  gel di nanotubi di biossido di titanio per anodi delle batterie agli ioni di litio, ha acquisito la proprietà intellettuale (IP) per la realizzazione di un nuovo catodo ideato dalla compagnia israeliana ETV Energy Limited. ETV Energy ha sviluppato una batteria agli ioni di litio ad alta tensione (4.65V) LiMnNO a metà del costo dei catodi commerciali conosciuti oggi,  che oltretutto permetterà una ricarica più veloce, fornirà una potenza maggiore e cicli di vita superiori, forse, e, in aggiunta, una sicurezza superiore.

La tecnologia della batteria di ETV Energy si basa sul materiale catodico ad alta tensione nichel-ossido di manganese. Questo materiale vanta una rapida cinetica e stabilità strutturale, garantendo una combinazione di alta potenza, alta energia e sicurezza, pur mantenendo un costo relativamente basso. L'elevata tensione della cella base di 4,65V contro i. 3,2-3,7V delle altre celle al litio presenti sul mercato e il profilo chimico stabile forniscono valore aggiunto al peso ridotto, volume e costo del battery pack finale. 
L'alta tensione non solo aumenta la densità di energia e di potenza [E (Wh / kg) = Ah / kg x V; P (W / kg) = A / kg x V], ma riduce anche il numero di celle per costituire il battery pack per il fatto che le batterie dei veicoli elettrici hanno tensioni elevate (tipicamente 300-600V) e quindi sono composte da molte celle collegate in serie, cioè ne servono meno. Assemblare celle di 4,7 volt  in luogo delle cellule 3,2 volt o 3,7 volt convenzionali permette di ridurre il numero totale di cellule del 30-45%.


Inoltre, dal momento che tutte le confezioni dei pacchi batteria richiedono gestione della batteria  col battery managment system (BMS) e sistemi di gestione del calore (HMS), riducendo il numero di celle per battery pack di conseguenza si riduce significativamente il peso, il volume ed il costo del pacco batteria, accompagnandola ad una gestione migliore del calore.




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lunedì 26 ottobre 2015

I primi produttori di litio al mondo

Sappiamo tutti che il litio è la materia mineraria più importante per i veicoli elettrici, in pratica l'energia accumulata per par funzionare i motori elettrici è quasi del tutto monopolizzata dalle batterie agli ioni di litio. E' per questa ragione che oggi diamo uno sguardo alle migliori aziende che producono litio in tutto il mondo, grazie ad un articolo di un sito web dedicato agli investimenti nel settore delle materie prime, pubblicato recentemente, il 22 settembre 2015. La situazione geo politica della localizzazione delle miniere e chi dà spazio agli investimenti fanno capire quali saranno le strategie di un settore  strategico per il futuro della mobilità.
Per molto tempo, la maggior parte del litio del mondo è stato prodotto da un oligopolio di produttori spesso definito come i "Big 3" Prima di essere acquisita da Albemarle (NYSE: ALB), Rockwood litio, facente parte di Rockwood Holdings (NYSE: ROC ), era in quella lista. Gli altri membri del club erano del Sociedad Quimica y Minera de Chile (NYSE: Cile SQM) e FMC (NYSE: FMC), che opera in Argentina.
Queste aziende continuano a produrre la maggior parte del litio del mondo, ma la Cina continua sempre più a prendere un pezzo enorme di questo spazio. L'anno passato, 2014, la Cina è stato il terzo più grande paese produttore di litio in termini di estrazione, secondo la US Geological Survey, dopo Australia e Cile. Ancora più importante, però, l'Australia attualmente non produce sostanze chimiche di litio, e la Cina sta producendo sempre più di loro.
Anche se l'Australia ha battuto di poco il Cile lo scorso anno in termini di produzione, la sua più grande miniera, Greenbushes lithium project, è controllata dalla maggioranza Tianqi Gruppo cinese. Tianqi possiede una partecipazione del 51 per cento in Talison Lithium, che gestisce la miniera, mentre Albemarle ora possiede una quota del 49 per cento nella società tramite l'acquisizione di Rockwood.
La quota di mercato per il "Big 3" è scesa da circa il 85 per cento del 2004 al 53 per cento nel 2014, mentre la Cina ha ora circa il 40 per cento della quota di mercato nel mondo. Lowry, esperto del settore, ha anche creato una ripartizione più dettagliata della quota di mercato globale di litio, con Tianqi, Ganfeng e altre fonti di produzione cinesi:


In altre parole, investitori litio occorre tenere d'occhio Cina, nonché le aziende chimiche New York quotate che producono litio. Ecco uno sguardo ad alcuni dei produttori di litio più grandi del mondo.


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venerdì 10 luglio 2015

L'auto solare intelligente con 1.000 km di autonomia che genera più energia di quanta ne utilizzi

Verrà giorno in cui le auto saranno in grado di funzionare ricaricandosi di energia solo con l'energia che arriva dal sole? Direi di sì, resta da sapere quando questo accadrà.
Che sia possibile per un aereo come il Solar Impulse (l'aereo solare che fa il giro del  mondo) lo stiamo vedendo in questi giorni mentre l'auto solare che potrebbe rendere possibile tale eventualità è stata presentata una settimana fa da un team di studenti, Solar team Eindhoven (STE) gruppo di studenti dell' University of Technology Eindhoven, Olanda.
Il Team ha presentato il suo progetto. Stella Lux, questo è il nomeè un'auto ad energia solare intelligente che genera più energia di quanto non ne utilizzi. La macchina ha una percorrenza di almeno 1.000 km, con spazio sufficiente per quattro persone ed è dotata di un sistema di navigazione appositamente progettato. Il team prenderà parte con l'auto nella classe Cruiser della Bridgestone World Solar Challenge che si svolgerà in Australia il 18 ottobre 2015, la corsa per le auto a energia solare che dovrà coprire una distanza di 3.000 km da Darwin a Adelaide. La squadra ha vinto il titolo Cruiser Classe già nel 2013 con la sua prima macchina solare, Stella. La gara di quest'anno pone maggiormente l'accento sulla velocità che nel 2013, ed è per questo motivo per cui hanno deciso di costruire una macchina nuova e più leggero con un minor numero di posti a sedere.

Perché sia definita solare è del tutto chiaro ma perché sia anche 'intelligente' lo leggiamo nel sito ufficiale del Team, qui.





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martedì 16 aprile 2013

I 'canguri' scoprono la bici elettrica

Un articolo sul quotidiano online australiano The Australian propone l'uso un mezzo di trasporto, alternativo all'auto, nuovo e positivo per i propri connazionali, la bici elettrica. L'esempio è dato dalla quarantatreenne Sig.ra Osteopath Anna Greenwood di Brighton che ha comprato una elettrobici in sostituzione della sua tradizionale bici normale. La bici con motore elettrico, dice l'articolista, è piuttosto comune in Europa dove rappresenta il 12/15 % delle bici utilizzate, ma particolarmente gradita è in Olanda. Adesso sembra che abbia un favorevole riscontro anche a Melbourne dove sempre più spesso viene vista percorrere le strade cittadine. Ha un'autonomia, la bici della  Sig.ra Osteopath Anna Greenwood di Brighton, di 40/60 km più che sufficienti per rimpiazzare l'auto di famiglia anche nei giorni ventosi o di pioggerellina per raggiungere il posto di lavoro a East Hampton.  La bici elettrica permette a  Ms Greenwood  di arrivare bella fresca senza avere la necessità di cambiare i propri vestiti, le scarpe  e rifarsi il trucco, anche perchè in Australia non vige l'assurda limitazione nell'uso di un pulsante per attivare il motore senza pedalare. Consuma pochi centesimi di energia elettrica e la scelta delle e-bici è varia costando tra i 1.800 e i 3.000 dollari australiani (1.400/2.370 euro).


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giovedì 11 ottobre 2012

Una turbina dalle dimensioni colossali

Servirà per estrarre, trasportare a terra, purificare, raffreddare e liquefare il gas metano della piattaforma australiana di  Gorgon al largo dell'isola di Barrow.
La commessa che Chevron ha affidato a GE Oil&Gas, la divisione di GE che si occupa di petrolio e gas di cui è capofila il Nuovo Pignone di Firenze, composta da altri quattro identiche turbine già in costruzione, vale un miliardo di dollari (circa 780 milioni di euro) più 600 milioni (470 milioni di euro) di manutenzione e servizi.
Tutte sono le macchine Oil&Gas hanno la prerogativa, innovativa, di reimmettere nei pozzi il CO2 in modo da evitare l'immissione in atmosfera del gas climalterante, causa dell'effetto serra. I cinque giganti forniranno anche tutta l'energia elettrica necessaria all'impresa. La partenza è programmata fra oggi e domani dopo avere percorso il tratto che separa il porto di  al porto di Carrara da dove partirà la nave giapponese Yamato per portare a destinazione questo primo elemento, dei cinque in programma, via mare nell'isola totalmente disabitata di Barrow dopo 40 giorni di navigazione e 20.000 chilometri.
Una turbina come questa pesa 2.300 tonnellate, quanto 4 airbus A380.  Per un chilometro e mezzo un veicolo speciale ha trascinato un carrello che ha 576 ruote distribuite su 140 assi .

Le principali caratteristiche del progetto:
• 5 moduli GTG MS9001E
• 130 MW di potenza ciascuno
• Dimensioni ~ 48x22x28 metri
 • Peso ~ 2300 ton
• N ° 5 Piastre con84  pali di fondazione di fondazione di 800mm x 5 metri
• 20 + km di cavi elettrici, 10 km di saldatura della strutturale principale
• Destinazione finale Barrow Island (Australia) .


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giovedì 21 luglio 2011

L'auto elettrica che viene dal paese dei canguri

Electron MK VI è il nome dell'auto elettrica prodotta in Australia dalla BEV (Blade Rlectric Vehicles). Il motore elettrico da 70 KW di potenza permette di raggiungere i 60 km/h in 5 secondi e la velocità massima di 160 km/h. La coppia è di 160 Nm.
L'energia immagazzinata nelle batterie agli ioni di litio, ferro fosfato   (LiFePO4), sostenta la macchina per 160 km in ambito cittadino e 100 km in autostrada.

Il cambio è semi automatico  a tre velocità. La garanzia è di tre anni a prescindere dal chilometraggio percorso, 2 ore di ricarica utilizzando i connettori standard J1772 sia nella propria  abitazione (con un impianto di potenza adeguata) che presso le colonnine di ricarica stradali.

Prezzo? 47 mila dollari .

Per chi ha occhio e conosce tutte le auto presenti sulle strade avrà riconosciuto le linee di un modello Hyundai, infatti la Electron deriva dalla Gets, tolto il motore endotermico e tutto l'ambaradan relativo, viene trasformata  in elettrica dalla BEV.

Leggere anche:
- Connettore standardizzato per auto elettriche

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venerdì 12 marzo 2010

Auto elettriche, l'Australia risponde

"E 'molto difficile prevedere cosa succederà in 10 e 20 anni, ma è abbastanza probabile che avremo una percentuale significativa di auto elettriche nei prossimi 20 anni."

Questa è la dichiarazione di Thomas Braunl professore presso la University of Western Australia in occasione della presentazione a Perth di un programma congiunto di due anni tra l'Università ed il Governo locale avviato per l'utilizzo delle auto elettriche da parte degli uffici governativi e delle imprese australiane.

Il professor Braunl è convinto che nel corso del tempo gli australiani si convertiranno sempre più alle auto elettriche.

Fonte: abc.net.au


Specifiche

  • Performance 0-60 km / h. in 7 secondi e una velocità massima di 110 kmh
  • Cambio fisso su un ingranaggio primario con marce basse per terreni difficili
  • Percorrenza 100 km - varia a seconda del terreno, lo stile di guida, riscaldamento. Aumenta a 200 km con un'ora di ricarica
  • Controller raffreddato ad aria con frenata rigenerativa
  • Motore 35 kW induzione brushless raffreddato ad aria
  • Batterie a ferro fosfato di litio (Li Fe PO4), raffreddati ad aria, funzionamneto da -45C° a 85C°
  • Capacità: 16 kWh impostato al 70% di profondità di scarica
  • Durata della batteria: 10 anni
  • Tempo di ricarica standard 8 ore, Rapido in 1 ora con caricabatteria opzionale e trifase
  • Capacità di traino 250 kg
  • Servosterzo standard
  • 4 passeggeri
  • 3 anni di garanzia sulla modifica. Hyundai (Getz) 5 anni di garanzia sulle parti non modificate.

sabato 21 novembre 2009

Record di percorrenza

1- Tesla Roadster percorre 500 km con una singola ricarica.
2- 555,6 Km con una versione speciale della Daihatsu Mira

Si susseguono i record di percorrenza delle vetture elettriche alimentate a batterie, record che riteniamo poco interessanti quanto possono essere degli attestato o coppe di gare da mettere sullo scaffale come esibizione. Il veicolo elettrico perfetto dovrebbe essere uno strumento di lavoro ad uso quotidiano con un range massimo di 200 km. Comunque scendiamo nella cronaca dei dati effimeri e dei fatti .

Il primo record risale a qualche settimana fa.

Tesla Roadster: 313 miglia corrispondenti a circa 503,7 km.




E' accaduto in Australia in occasione della competizione internazionale Australia’s Global Green Challenge che si svolge dal 24 al 31 Ottobre.

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Quello più recente.

555,6 Km con una versione speciale della Daihatsu Mira

Il 17 Novembre scorso, un'organizzazione giapponese (Japan EV Club) costituita da cittadini che promuovono la diffusione delle auto elettriche ha realizzato un'auto elettrica che è una versione speciale della Daihatsu Mira, citycar a due posti. Il percorso scelto è quello da un quartiere di Tokyo (Nihonbashi) ad Osaka e si è fermata dopo 555,6 Km viaggiando per 11 ore con due soste durante il percorso ma senza mai ricaricare la batteria.

Il pacco batteria è composta da piccole 8.300 celle al lito dal peso totale di 360 Kg. Prima della partenza si è provveduto alla ricarica completa impiegando circa 9 ore e venti minuti .

Mira VE (Giappone EV produzione Club)
base di veicolo: Miraban Daihatsu Motor:
DC sincroni brushless
Potenza nominale: 14kW di potenza massima: 35 kW
Batteria: Ioni di litio Tensione Sanyo
Totale: 240,5 V
energia totale: 74 kWh
Pneumatici: TOYO TIRES ECO WALKER (Walker Eco)


Leggere anche: - qui - , - qui - , - qui - , - qui -
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mercoledì 25 aprile 2007

Sei anni di siccità in Australia

John Howard, il primo ministro australiano che sbeffeggiava i teorici del riscaldamento globale e rifiutava di incontrare Al Gore per una discussione sulle conseguenze dell’effetto serra, ha invitato i suoi concittadini a pregare. Se entro sei settimane non pioverà, l’Australia dovrà bloccare fino al maggio 2008 l’irrigazione dei campi, l’unica misura che potrà consentire alla gente di avere ancora un po’ d’acqua per bere, lavarsi e cucinare. . Milioni di alberi da frutta e di ulivi moriranno, con le piante di riso e di cotone, gli agrumi, le mandorle, i vigneti. Moriranno le pecore e le mucche, e circa 50 mila farmers dovranno lasciare le fattorie che abitano da generazioni in quella che, agli emigrati che la colonizzarono all’inizio dell’800, sembrava una terra protetta dal cielo. Per la prima volta, gli effetti del riscaldamento globale si abbattono in modo devastante su di una nazione sviluppata, una delle più potenti e progredite del mondo. John Howard, come molti altri, pensava che siccità e carestie fossero una prerogativa del Corno d’Africa, che mai ci avrebbero colpito nelle nostre confortevoli case... Insieme a George Bush, è stato l’unico leader di un paese industrializzato a non firmare il protocollo di Kyoto, permettendo all’Australia di restare in testa alla classifica mondiale del consumo di energia e di emissioni di CO2 per abitante e di progettare come se niente fosse nuove centrali a carbone...Ma tutti gli esperti sono concordi che dovrà piovere molto a lungo per rimediare all’attuale situazione e le previsioni non sono favorevoli. Rimasta immobile per sei anni ad aspettare che finalmente le stagioni tornassero come prima, l’Australia rischia di diventare un drammatico simbolo per tutte le altre nazioni industrializzate del mondo e per le loro politiche ambientali. Come ha scritto con un gioco di parole l’Independent di Londra, quello che sta accadendo in Australia non è "global warming" (riscaldamento globale) ma "global warning": un avvertimento per tutti.
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