Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


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lunedì 16 marzo 2020

Solo le auto a emissioni zero (elettriche) possono essere etichettate come ''verdi''


Solo le auto a emissioni zero possono essere etichettate come ''verdi'', conclude  un gruppo di esperti UE.
L'UE ha pubblicato un rapporto chiave che aiuterà a decidere quali investimenti finanziari possono essere etichettati ambientalmente sostenibili  sotto la nuova legge verde di 'tassonomia' (nota: la tassonomia è la disciplina della classificazione in gerarchia su base scientifica).

Solo investimenti nella produzione di automobili a zero emissioni - come i veicoli elettrici - possono essere etichettati sostenibili dal settore finanziario, secondo le raccomandazioni di un gruppo di esperti tecnici.

La Federazione europea per i trasporti e l'ambiente, Transport & Environment (T & E), e cinque tra i più importanti gruppi ambientalisti hanno accolto con favore la mossa, ma avvertono che l'UE non dovrebbe includere camion e navi che pretendono di utilizzare la bioenergia.

Fonte Transport & Environment

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venerdì 13 marzo 2020

Per quelli che dicevano che l'inquinamento da traffico non...



I sensori "Tropomi" a bordo del satellite Sentinel 5, hanno rilevato il progressivo ridursi, in particolare nel NordItalia, della nube rossa di biossido di azoto, il gas nocivo emesso dai combustibili fossili.

Le foto in questione sono state scattate in successione dal 14 febbraio all'8 Marzo.

Dopo meno di un mese di restrizioni e zone rosse, in #Italia, così come in Cina, è calato il livello di inquinamento atmosferico.

Secondo alcuni esperti questo blocco, che sta diventando man a mano globale, potrebbe salvare più vite di quelle minacciate dal Covid19.

Post tratto da Penso dunque Sono

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lunedì 10 febbraio 2020

40 milioni di euro all'Emilia-Romagna per bus elettrici e ecologici


Dal ministero dell’Ambiente sono in arrivo per la regione Emilia-Romagna quasi 40 milioni di euro di risorse nazionali per migliorare la qualità dell’aria. 

Circa 36 serviranno per acquistare 292 nuovi autobus elettrici, ibridi, a metano o biometano. 

Ai fondi nazionali si aggiungono quelli, di pari importo, messi a disposizione dalle Aziende del trasporto pubblico locale che raddoppieranno l’investimento complessivo. Altri 3 milioni e mezzo assegnati alla Regione saranno invece destinati a migliorare i sistemi di vigilanza di tutte le aree soggette alla limitazione del traffico. 

Il fondo garantisce ad oggi la sostituzione di 1.100 autobus per continuare l’impegno verso la riduzione delle emissioni inquinanti e della concentrazione di polveri nell’aria. In tutto, fino al 2022, sono a disposizione 180 milioni di euro. Il Governatore regionale Bonaccini ha dichiarato che sta già negoziando con il Governo per ottenere ulteriori risorse, fondamentali per raggiungere il rinnovo al 100% della flotta di veicoli del trasporto pubblico locale ovvero 2.000 nuovi autobus ecologici.

Fonte: https://www.bolognatoday.it/


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martedì 28 gennaio 2020

L'attivazione dello pneumococco è legata all'esposizione a particelle di scarico diesel


cliccare per ingrandire
Nuovi, studi, sempre più approfonditi, confermano quanto i motori diesel siano dannosi per il pianeta e deleteri per la salute  umana e non solo umana. Basta diesel o vogliamo continuare a farci del male? 

Lo studio, pubblicato nel Journal of Allergy e Immunologia Clinica, mostra che l'esposizione a particelle di scarico diesel  può aumentare la suscettibilità di un individuo  a contrarre una malattia pneumococcica.

Il batterio Streptococcus pneumoniae è la più comune causa di polmonite e la meningite e la principale causa di decessi per malattie infettive per individui sotto i 5 anni e i gruppi di anziani in tutto il mondo. Nella maggior parte delle persone sane, questo batterio vive innocuo nella parte posteriore del naso e della gola senza causare alcun sintomo. Tuttavia, se si disinnesca lo pneumococco dai siti normalmente sterili del corpo, come i polmoni e sangue, si attiva il potenziale di causare malattie mortali.

Per saperne di più circa le condizioni che consentono a questo batterio normalmente innocuo per progredire in tali gravi malattie invasive i ricercatori dell'Università di Liverpool, Università Queen Mary di Londra e il Trinity College di Dublino, hanno condotto uno studio che esamina il ruolo del Deps nello sviluppo della malattia da pneumococco .

Inquinamento dell'aria

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che l'inquinamento atmosferico è responsabile di 7 milioni di morti l'anno, con il 7% di questi attribuibile a una polmonite. Si stima che circa il 37% della popolazione mondiale vive in zone in cui i livelli di inquinamento nell'aria superino i limiti OMS linee guida. [NDME-Se ne facciano una ragione gli abitanti della Pianura Padana in Italia]

Il componente principale di inquinamento dell'aria nel mondo è il  particolato di scarico di motori diesel, che comprende fuliggine diesel e aerosol come particelle di cenere, particelle metalliche dell'abrasione, solfati, silicati.

I risultati

I ricercatori hanno scoperto che, dopo l'esposizione delle vie aeree i macrofagi, che sono cellule immunitarie chiave per controllare le infezioni batteriche e rimuovere i residui dal corpo, diventano congestionate riducendo la loro capacità di uccidere pneumococco. Questo permette ai batteri di sopravvivere più facilmente nelle vie aeree, invadendo i polmoni e causando notevoli infiammazioni, che finiscono per traslocare i batteri nel sangue, causando una grave malattia.

Fattore chiave per lo sviluppo della malattia grave

Dr Rebecca Shears , che è il primo autore, ha aggiunto: “I nostri studio mostra che l'esposizione a un importante inquinante delle particelle nell'aria sia qui nel Regno Unito che all'estero, può essere uno dei fattori chiave coinvolti nel passaggio da una innocua colonizzazione da pneumococco dei tessuti nasali a grave malattia, come la polmonite “.

“I nostri dati forniscono ulteriore comprensione per sostenere le osservazioni precedenti di un aumento dei ricoveri ospedalieri per polmonite in paesi come la Cina, dove i livelli di inquinamento nell'aria sono più alti.”

“La capacità ridotta di risposta immunitaria dei macrofagi per chi è esposto con le vie aeree macrofagi per controllare l'insorgere dell' infezione è da ritenersi la base  fondamentale per l'aumento del numero di casi di malattia pneumococcica. Questo studio aggiunge un ulteriore impulso per ridurre i livelli di inquinamento a livello globale.”

Il documento completo, intitolato 'esposizione a particelle di scarico diesel aumenta la suscettibilità alla malattia pneumococcica invasiva', può essere trovato qui.

Detto questo noi siamo dell'idea che sarebbe opportuno sospendere la laurea in ingegneria, chimica o altra disciplina scientifica per coloro che sostengono la causa nefasta del diesel, l'obbligo di frequentare i corsi di Medicina e Chirurgia (6 anni) e l'affidamento ai sevizi sociali gratuiti nei reparti direttamente preposti alla cura dei malati da inquinamento diesel.

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martedì 14 gennaio 2020

Auto diesel nuove 1.000 volte più dannose per la salute umana




I test svolti da Transport & Envroment sui due veicoli Euro 6 più venduti in Europa mostrano che le nuove auto diesel continuano a violare i limiti di legge sulle emissioni di polveri sottili, con picchi di inquinamento fino a 1.000 volte i valori considerati standard.

Anna Krajinska, ingegnere delle emissioni di T&E, ha dichiarato: “Questi test dimostrano che i nuovi diesel non sono ancora puliti. Emettono ogni giorno livelli estremamente pericolosi di particolato nelle nostre città e strade. Si semplifica il compito delle case automobilistiche, ma sono i nostri polmoni a pagarne le conseguenze."


Dati ancora più allarmanti sono emersi quando sono state misurate le polveri ultrafini di dimensione più ridotta e non regolamentate. In questo modo, le emissioni nocive totali di particolato di Nissan Qashqai e Opel Astra sono aumentate di un ulteriore 11-184%.

Queste polveri non vengono misurate nei test ufficiali, ma sono le più dannose per la salute umana - poiché penetrano in profondità nell'organismo - e sono associate all’insorgenza dei tumori al cervello.

....

Tre su quattro abitanti delle città europee sono esposti a livelli pericolosi di particolato e l'inquinamento da polveri sottili viene considerato sempre più “il nemico numero uno”. Si tratta del tipo di inquinamento atmosferico più strettamente associato al cancro, che con l’esposizione cronica crea ripercussioni su cuore e polmoni.

Per leggere l'articolo completo cliccare qui


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lunedì 13 gennaio 2020

Apripista verso le auto e furgoni a emissioni zero è partita la normativa UE anti inquinamento


I nuovi standard di emissioni di CO2 per le nuove autovetture e furgoni si applicano a partire dal 1 gennaio  2020

Dal 1° gennaio 2020, nuovi standard di emissioni di CO2 per le autovetture e furgoni nuovi è in applicazione. I produttori dovranno ora soddisfare i nuovi obiettivi più rigorosi stabiliti per i livello di emissioni medie della flotta di nuove auto e furgoni registrati in un determinato anno civile. 

Entro il 2025, i produttori dovranno ridurre le emissioni a livello di flotta del 15% per entrambe le categorie, vetture e furgoni, rispetto ai livelli del 2021.

Entro il 2030, avranno bisogno di raggiungere una riduzione del 37,5% per le auto e riduzione del 31% per i furgoni

Il regolamento include anche un meccanismo per incentivare la diffusione dei veicoli a zero o basse emissioni, in modo tecnologicamente neutrale. Il nuovo regolamento ridurrà i costi del consumo di carburante per i consumatori e rafforzare la competitività dell'industria automobilistica europea, stimolando l'occupazione e contribuire al raggiungimento degli impegni assunti dalla UE nell'ambito dell'accordo di Parigi. 

Le nuove norme prevedono una transizione graduale verso la mobilità a emissioni zero, consentendo tempo sufficiente per la riqualificazione dei lavoratori del settore automobilistico, ed inviare un segnale chiaro ai potenziali investitori dei rifornimenti e infrastrutture di ricarica.

 Dal comunicato stampa della Commissione europea del 3/1/2020



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sabato 11 gennaio 2020

Allarme smog dopo il dicembre più caldo dal 1800


A pesare sui livelli di inquinamento è l’alta pressione che staziona sulle regioni del nord con l’ultimo mese di dicembre che è risultato il secondo più caldo dal 1800. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr, in relazione al nuovo allarme inquinamento nelle principali città italiane dove sono scattate le misure di limitazione del traffico. Il mese di dicembre – sottolinea la Coldiretti – ha fatto registrare in Italia una temperatura superiore addirittura di 1,9 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento 1981-2010 con effetti rilevanti sull’ambiente dove sono stati sconvolti i normali cicli stagionali con le viole sbocciate nei prati al nord mentre al sud gli alberi di pero a causa del clima pazzo sono fioriti con gli agricoltori che hanno raccolto broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente.

L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – sostiene Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. A favorire lo smog nelle città – sottolinea la Coldiretti – è proprio l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi.

Ma in Italia – precisa la Coldiretti – ogni abitante dispone in città di appena 31 metri quadrati di verde urbano, e la situazione peggiora per le metropoli con valori che vanno dai 6,3 di Genova ai 17,9 di Milano, dai 22 di Torino fino ai 29 metri quadrati a Bologna. Non si può quindi continuare a rincorrere le emergenze, ma bisogna intervenire in modo strutturale favorendo nelle città la diffusione del verde pubblico e privato considerato che – conclude la Coldiretti – una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno.

Fonte: Coldiretti 

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venerdì 29 novembre 2019

Misure efficaci sul traffico potrebbero ridurre concentrazioni di NO2 del 40% nelle città europee


Smentite clamorosamente le affermazioni secondo cui il traffico è uno dei minori responsabili delle emissioni inquinanti nelle città. La nostra  Milano l'inquinamento del biossido di azoto è prodotto dai mezzi a carburante per una percentuale del 70% di cui i mezzi diesel rappresentano una quota incredibilmente elevata. Tutt'altro si apprende dal documento redatto dalla Commissione Europea che qui sotto riportiamo nel lancio delle JRC News che delinea sia l'inquinamento sia le  raccomandazioni  per altre buoni prassi come l'utilizzo di veicoli elettrici e il favorire l'uso dei mezzi pubblici, delle biciclette e le gambe dei pedoni.


Le dannose concentrazioni di un inquinante come il NO2 in 30 grandi città europee potrebbero essere ridotte fino al 40% con misure appropriate di politiche che incidano sul traffico, secondo gli scienziati del JRC.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'inquinamento atmosferico rappresenta il più grande rischio per la salute ambientale in Europa.

Il biossido di azoto (NO2) da solo è stato responsabile di 68.000 morti premature nell'Unione europea nel 2016 e molte città europee ancora superano regolarmente i limiti correnti nella UE per il NO2. La neo eletta presidentessa della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato di voler raggiungere prossimamente un ambizioso zero inquinamento nella Comunità.

Il report Urban NO2 Atlas sviluppato dagli scienziati del JRC offre schede informative della città per fornire un aiuto valido nella progettazione di efficaci misure sulla qualità dell'aria e ridurre le concentrazioni di NO2 nelle città europee.

Atlas individua le principali fonti di inquinamento da NO2 per ogni città esaminata, nell'intento di voler aiutare i responsabili politici per progettare azioni che le colpiscano efficacemente.

Essendo il trasporto su strada una delle principali fonti di inquinamento da NO2, azioni mirate  potrebbero essere quelle della  limitazione all'accesso di alcuni tipi di veicoli alle aree urbane, o l'applicazione di disincentivi economici ambientali per i più grandi inquinatori.

Trasporto su strada: la principale fonte di inquinamento urbano NOx

Per le 30 città europee analizzate nella relazione, il contributo medio del trasporto di ossidi di azoto (NOx) complessivi di emissioni è stata del 47%.

All'interno tutta l'UE, il trasporto su strada è il più grande responsabile di NOx (NO e NO2) all'inquinamento, rispetto alla produzione di energia, ai settori istituzionali, commerciali e abitativi.

Come evidenziato dalla relazione, l'apporto del trasporto su strada sul totale delle emissioni di NOx locali variano notevolmente nelle città e nei vari Paesi d'Europa.

Ad Atene e Milano oltre il 70% delle emissioni proviene dai trasporti, mentre a Lisbona, dove le  emissioni sono alte, il trasporto su strada è responsabile solo per il 20% dell'inquinamento NOx.

Quote delle emissioni di NOx dei diversi settori per le 30 città europee analizzate. © Stati Uniti 2019
Uno sguardo più attento sulle esposizioni NOper settore del trasporto su strada  nelle città ha origine principalmente nelle emissioni dei veicoli diesel.

La mappa qui sotto mostra che, ad eccezione della Grecia, i veicoli diesel sono responsabili per la maggior parte del trasporto su strada delle emissioni di NOx in tutti i paesi dell'UE.


Quote per Paese delle emissioni di NOx per tipo di carburante (gasolio, benzina e altri), per chilometri percorsi pro capite. © Stati Uniti 2019

Misure politiche del traffico  potrebbero ridurre le emissioni in gran parte

Gli scienziati del JRC hanno stimano che le città potrebbero ridurre le emissioni di NO2 in media del 40% attraverso la riduzione del flusso di traffico in particolare dei mezzi che emettono NOx, .

Una riduzione del 15% circa potrebbe provenire dalle autovetture diesel, il 13% dai camion e il 6% dai furgoni.

L'efficacia delle misure di traffico locale dipende in gran parte la quota del trasporto stradale delle emissioni di NOx.

Le emissioni di  NOx nei flussi di traffico possono essere ridotte limitando l'accesso dei veicoli altamente inquinanti - in primo luogo le auto diesel più vecchie - alle aree interne della città.

Lo stesso risultato può essere ottenuto anche incoraggiando i veicoli elettrici e favorire l'utilizzo dei mezzi pubblici, biciclette e i pedoni.

Queste misure non solo migliorano la qualità dell'aria ma avrebbero anche un minor impatto sul rumore, meno incidenti e miglioramento della qualità della vita.

Fonte: Air quality: traffic measures could effectively reduce NO2 concentrations by 40% in Europe’s cities  pubblicato il 27 Novembre 2017 JRC EU SCIENCE HUB

Nota
Il Centro comune di ricerca (JRC), (in inglese: Joint Research Centre, JRC), è una direzione generale della Commissione europea: DG-JRC (Directorate-General Joint Research Centre), che dispone di sette istituti di ricerca dislocati in cinque paesi membri dell'Unione europea (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna). Il JRC fornisce un sostegno scientifico e tecnico alla progettazione, allo sviluppo, all'attuazione e al controllo delle politiche dell'Unione europea. A differenza delle università europee, è direttamente finanziato dall'Unione europea (è un servizio della Commissione europea), allo scopo di garantire l'indipendenza delle attività di ricerca da interessi privati o dalle singole politiche nazionali, come condizione essenziale per perseguire la sua missione internazionale. (Wikipedia)



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sabato 23 novembre 2019

Pasta, aumenta 11 volte import di grano canadese, colpa del CETA


Aumenta di oltre 11 volte la quantità di grano importato dal Canada in Italia nel 2019 dopo l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio fra la Ue e il Paese nord americano (Ceta). E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Istat nei primi otto mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2018.  Il risultato – sottolinea la Coldiretti – è che oggi quasi quattro chicchi su dieci che vengono dall’estero sono canadesi, dove non si rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale vigenti nel nostro Paese a partire dall’utilizzo dell’erbicida glifosato in preraccolta, secondo modalità vietate sul territorio nazionale dove la maturazione avviene grazie al sole.

Una situazione che – denuncia la Coldiretti – fa concorrenza sleale al made in Italy e mette in pericolo la vita di oltre trecentomila aziende agricole che coltivano grano spesso in aree interne senza alternative produttive e per questo a rischio desertificazione. Alla perdita economica e di posti di lavoro si aggiunge il rischio ambientale in un Paese dove nell’ultimo decennio – conclude la Coldiretti – è scomparso un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati ed effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente.

Fonte Coldiretti 




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venerdì 22 novembre 2019

Bloccati gli acquisti di auto con motore termico in California


Lo Stato della California ha annunciato che si terrà conto dell'alimentazione dei veicoli da inserire nella flotta dello Stato con lo scopo di ridurre le emissioni di gas serra. In questo modo la California continua a essere di esempio a tutti sulle politiche verdi e a tal fine il California Department of General Services (DGS) sta intraprendendo passi coraggiosi per ridurre al minimo l'impronta di carbonio del governo statale.

Con effetto immediato, DGS impedirà gli acquisti da da parte delle agenzie statali di qualsiasi berlina che sia alimentata esclusivamente da un motore a combustione interna, con esenzioni solo per taluni veicoli di pubblica sicurezza. Una seconda politica, che è attualmente in fase di sviluppo da DGS, richiederà alle agenzie statali, a partire dal 1 ° gennaio 2020, gli acquisti solo di veicoli riconosciuti come Original Equipment Manufacturers (OEM) dal California Air Resources Board (CARB)  e l'impegno a continuare gli obiettivi di riduzioni  rigorose delle emissioni per le loro flotte.

“DGS è impegnata a garantire il raggiungimento degli obiettivi climatici della California”, ha detto Daniel C. Kim Direttore del DGS “Il nostro stato continua a dare l'esempio  riducendo il numero di berline alimentate esclusivamente a carburante. Questo è uno dei molti passi che la California  ha preso, e continuerà a prendere, per l'introduzione di auto verdi “.

Questo è uno dei molti passi DGS adottati per ridurre o spostare il  consumo di prodotti petroliferi dalla flotta Stato. La flotta di stato ha incontrato e  superato del 20% l'obiettivo di riduzione di petrolio contenuto nella legge Assembly Bill 236 (2007), cioè tre anni prima di quanto previsto per il 2020.

Altre realizzazioni chiave includono:
- Una riduzione del 22,3% nel consumo di carburante se confrontato alla linea di base del 2003.
- Una riduzione del consumo di combustibili derivati dal petrolio annuale di 8,6 milioni di galloni.
- Un aumento di circa il 2.685 % nel consumo di carburante alternativo dal 2003.
- Una riduzione supplementare di più di 4 milioni di galloni di petrolio  rispetto al 2016 attraverso l' uso di carburante rinnovabile.
- Una nuova flotta di stato per la riduzione del 50% del petrolio come obiettivo stabilito entro il 2030 .

Le riduzioni sono state compiute attraverso una combinazione di sforzi  tra cui: riduzione della flotta di veicoli; l' obbligo del  consumo di carburante di nuovo tipo; iniziative di educazione dipartimentali e di informazione; l'adozione di veicoli efficienti e  nuove politiche di utilizzo di combustibile con l'acquisto di veicoli a zero emissioni e ibridi per la  flotta di Stato.

Queste nuove politiche si applicano a tutte le categorie di veicoli eccetto quelli di sicurezza non pubbliche, dove  i dipartimenti hanno una scelta tra i veicoli prodotti conformi al CARB e gli OEM non conformi.

L'implementazione dell' EO N-19-19 si configura come un notevole ulteriore sforzo verso i nuovi obiettivi per  la flotta dello Stato - in particolare, gli obiettivi che richiedono alla flotta di Stato di ridurre il suo  consumo di petrolio del 50% (dai livelli del 2015) entro il 2030 e la riduzione delle  emissioni di gas serra del 40%  (rispetto al 1990).

DGS continuerà ad andare avanti con lo sviluppo e l'attuazione di  politiche di acquisto sostenibili come priorità per la mitigazione dei cambiamenti climatici.


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martedì 19 novembre 2019

In sei mesi è ridotto il traffico e l'inquinamento nel centro di Londra


Da quando  è entrata in funzione la "Ultra Low Emission Zone" sono entrate 13.500 macchine in meno  nella capitale inglese ogni giorno riducendo traffico e inquinamento.
Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, che ha imposto la Ulez, o Ultra Low Emission Zone, nel centro di Londra e in sei mesi dall’8 aprile, infatti, solo i mezzi che rispettano alcuni standard ecologici possono entrare nel cuore di Londra gratis, mentre gli altri devono sborsare minimo 12,50 sterline (14,5 Euro) se vogliono avere l’accesso, che diventano anche 100 sterline (116 Euro) per i camion. Una tassa pesante che ha costretto tanti a cambiare abitudini.

Nell’arco di sei mesi sono passate per Londra 13.500 macchine in meno ogni giorno. Un taglio non indifferente. Cui va aggiunto il fatto che il 77 % dei veicoli che si muovono nella zona della Ulez ormai sono ecologici.

Quanto ai livelli di inquinamento, ci sono stati progressi significativi. Il tasso biossido di azoto è sceso del 36% nella zona interessata. Da quando è partito il nuovo regime, questo paramento è sempre stato sotto il livello di guardia, come quello degli ossidi di azoto, che è arrivato ad abbassarsi del 31% rispetto a prima, il che significa 200 tonnellate in meno di emissioni. Un risultato in sei mesi che è più positivo delle aspettative, dal momento che le proiezioni erano di una riduzione del 45% nell’arco del primo anno.

In generale il traffico nel centro di Londra si è ridotto in una percentuale che è oscillata tra il 3 e il 9% negli ultimi sei mesi, raffrontata con lo stesso periodo del 2018. Ciò significa che per non pagare la tassa la gente ha scelto sistemi di mobilità alternativa, affidandosi ai mezzi pubblici oppure preferendo camminare o andare in bicicletta. Anche il biossido di carbonio si è ridotto del 4% in sei mesi e la prospettiva è di arrivare a un 13% in meno nell’arco di un anno.

Secondo il sindaco Sadiq Khan, questi dati dimostrano che la Ulez limita l’inquinamento dovuto alle auto e consente di avere un’aria più pulita. Secondo lui politiche di questo tipo vanno sviluppate e estese anche ad altre aree, se davvero si vogliono proteggere i polmoni dei londinesi e soprattutto quelli delle nuove generazioni.

Una valutazione cui ha fatto eco anche Alex Williams, che ha seguito il progetto per conto di Transport for London. “L’introduzione della Ulez quest’anno è stato un momento significativo per la salute della gente di Londra – ha detto – e i dati semestrali lo dimostrano. Quattro su cinque veicoli che entrano nella zona centrale della città adesso sono ecologici e comportano un inquinamento minimo e le emissioni si sono ridotte di un terzo”.

Un passo importante anche nella guerra ormai in corso per combattere il cambiamento del clima che ha come primario beneficio quello di ridurre le emissioni pericolose che portano a migliaia di morti premature ogni anno a Londra e all’aumento del rischio di contrarre malattie come asma, Alzheimer o cancro.

Articolo di londraitalia.com
Foto @City of London

I cittadini possono controllare online se il loro mezzo può circolare o meno liberamente nell’area interessata. I veicoli ammessi sono:
– i motocicli che rispettano gli standard Euro 3;
– le auto e i furgoni a benzina che rispettano gli standard Euro 4 (veicoli con meno di 14 anni);
– le auto e i furgoni che rispettano gli standard Euro 6 (auto con meno di 5 anni e furgoni con meno di 4 anni);
– I camion, autobus e pullman che rispettano lo standard Euro 6.

L’esenzione dei Diesel Euro 6 è uno degli elementi che rende questa misura all’avanguardia rispetto ad altre.
Le restrizioni introdotte dalla ULEZ prevedono delle eccezioni, come nel caso dei residenti o dei disabili. Se non si rientra nelle categorie previste per l’esenzione e non si paga la tariffa sono previste delle multe piuttosto salate: 185 euro (160 sterline) per le auto e dai 1150 euro in su per camion e pullman.


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giovedì 17 ottobre 2019

Un sistema di gestione del traffico e per abbassare l'inquinamento


Un team di ricercatori della Universitat Politécnica de Valencia (UPV) e l'Université Paul Sabatier-Toulouse III (Francia) ha sviluppato un sistema che è in grado di gestire l'intero traffico di una città, che contribuirà a prevenire gli ingorghi, riducendo al tempo stesso i tempi di guida dei veicoli e i livelli di inquinamento. Il sistema è stato progettato per veicoli autonomi e include un servizio di provider di percorso che è in grado di prevedere la densità presente e futura del traffico in città che tiene conto del fatto che le informazioni presenti siano utili per scegliere successivamente nuovi percorsi. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Electronics journal .

A differenza dei sistemi attuali, che possono suggerire percorsi alternativi a seconda dei colli di bottiglia in un certo periodo di tempo, il sistema progettato in Networking Research Group-DISCA della UPV permette di rivelare la densità presente e futura del traffico in tutta l'area metropolitana e controllare il traffico nel suo insieme, con l'obiettivo di ridurre al minimo o eliminare completamente gli ingorghi. Inoltre, è capace di comprendere diversi criteri-ambientali, situazioni atipiche, incidenti, ecc. per offrire consigli dinamicamente sui percorsi.

“La nostra proposta rende più facile per le autorità di limitare o eliminare il traffico in una determinata zona durante il periodo di tempo che trovano adeguata. Ad esempio, la riduzione del traffico vicino alle scuole durante le ore di entrata / uscita, o in aree in cui circolano le ambulanze o un incidente avvenuto, ecc “, spiega Carlos Tavares Calafate, ricercatore presso il Networking Research Group-DISCA della UPV e coordinatore del il lavoro.

Il sistema progettato dai ricercatori UPV stabilisce un nuovo paradigma per la futura gestione del traffico cittadino, in cui l'accesso a un'area metropolitana richiede una negoziazione tra i veicoli e le autorità locali. 
Fonte: R&I WORLD
Immagine UPV




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sabato 12 ottobre 2019

Il 90% degli italiani è d’accordo sulla svolta green



Manovra: 90% per svolta green, 1 su 2 con Greta. Il 90% degli italiani è d’accordo sul fatto che ognuno di noi possa fare molto per proteggere l’ambiente ma il Paese si divide a metà (51%) sul sostegno della giovane attivista svedese Greta Thunberg e delle sue battaglie per l’ambiente. E’ quanto emerge dalla prima indagine Coldiretti/Ixè su “La svolta green degli italiani” nel 2019 presentata al Forum internazionale dell’agricoltura a Cernobbio dove è stato aperto il primo “Salone dell’Economia Circolare” con le dimostrazioni pratiche delle esperienze piu’ innovative delle imprese legate al Green New Deal della manovra economica del Governo con gli interventi salva clima.


Il 44% degli italiani si impegna nella lotta al cambiamento climatico anche riducendo gli acquisti di prodotti con imballaggi eccessivi contro i quali la finanziaria prevede un bonus per i negozianti che attrezzano spazi dedicati alla vendita di prodotti sfusi o alla spina, alimentari e per l’igiene personale Oltre la metà dello spazio della pattumiera nelle case – sottolinea la  Coldiretti – è occupato da scatole, bottiglie, pacchi con i quali sono confezionati i prodotti della spesa con l’agroalimentare che è il maggior responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio che oltre all’impatto ambientale ha una incidenza notevole sui prezzi.

Spesso gli imballaggi costano infatti più del prodotto sia in quanto componente ma anche per il fatto che – riferisce la Coldiretti – aumentano il peso da trasportare. La sensibilità ambientale è in crescita, ma esiste anche la consapevolezza che non tutti hanno lo stesso livello di preoccupazione per la salute del pianeta. Infatti – spiega la Coldiretti – più di 1 italiano su 3 (36%) ritiene che in genere le persone si comportino male o siano poco attente all’ambiente con un 8% ancora più pessimista che le giudica per niente attente.

Il 44% degli intervistati tende poi ad avere una visione né troppo pessimista e neppure totalmente ottimista, ma prevale il pragmatismo con la considerazione che l’italiano medio agisca a volte bene e a volte con maggiore trascuratezza nei confronti dell’ambiente. Se poi si guarda alle scelte che ognuno è disposto a fare per tutelare l’ambiente – evidenzia la Coldiretti – esiste una schiacciante maggioranza del 72% che sarebbe disposta a ridurre gli spostamenti in auto, scooter e motocicletta mentre più di 6 su 10 (64%) potrebbero rinunciare all’aria condizionata, mentre sul fronte della gestione dei territori per il 52% ritiene urgente potenziare la raccolta differenziata che sarebbe la scelta preferita da 8 italiani su 10 (80%) rispetto alla presenza di un termovalorizzatore. Per migliorare la situazione ambientale il 59% degli italiani ritiene che siano necessari interventi radicali e urgentissimi sullo stile di vita. Tra le produzioni energetiche sulle quali dovrebbe puntare il nostro Paese 7 italiani su 10 (71%) si schierano per quella solare, 1/3 (32%) punterebbe sull’idroelettrico e un altro 10% sulle biomasse.

Mentre il 61% si dice molto o abbastanza favorevole a sovvenzionare le rinnovabili: dal fotovoltaico al biogas. Gli incentivi del biometano – sottolinea la Coldiretti – dovrebbero prevedere bonus o meccanismi in grado di premiare l’origine agro-zootecnica della materia prima e tenere in debito conto le differenze, in termini di costi di gestione, rispetto all’impiego dei rifiuti. Anche l’applicazione delle tecnologie in grado di facilitare il trasporto del biocarburante dal luogo di produzione al luogo di distribuzione (liquefazione), da parte delle imprese agro-zootecniche che operano distanti dalla rete o dagli impianti di distribuzione, dovrebbe essere opportunamente oggetto di sostegno.

“Sfruttando gli scarti agricoli delle coltivazioni e degli allevamenti – spiega il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini – i mini impianti per il biometano possono arrivare a coprire fino al 12% del consumo di gas in Italia. È necessario passare da un sistema che produce rifiuti e inquinamento – conclude Prandini – verso un nuovo modello economico circolare in cui si produce valorizzando anche gli scarti con una evoluzione che rappresenta una parte significativa degli sforzi per modernizzare e trasformare l’economia italiana ed europea, orientandola verso una direzione più sostenibile in grado di combinare sviluppo economico, inclusione sociale e ambiente”.

Comunicato Coldiretti 




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venerdì 11 ottobre 2019

L'auto elettrica con fuel cell non fa male



Curiosa pubblicità della Hyundai per il suo modello NEXO, la vettura elettrica alimentata non da batterie ma da fuel cell, il dispositivo che combina l'idrogeno di bordo con l'ossigeno per produrre energia elettrica rilasciando all'esterno solo vapore acqueo.



Testimonial  è la nuotatrice spagnola Mireia Belmonte che mostra di allenarsi dentro una bolla di plastica  collegata al tubo di scarico dell'auto, respirando direttamente le emissioni del veicolo dimostrando così l'estrema efficienza di una tecnologia pulita ed ecologica che emette solo vapore acqueo al 99,9%. 


Il Video

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sabato 5 ottobre 2019

Dalla cimice asiatica danni per 600 milioni, è calamità


“Servono risorse finanziarie straordinarie per far fronte ad una vera e propria calamità ma anche una politica europea che vigili sull’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici ed applichi le stesse cautele e le quarantene che  devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati” è quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che sono stimati in 600 milioni di euro i danni causati dalla cimice asiatica al comparto agricolo in Italia secondo quanto riferito dall’Ispra in audizione in Commissione agricoltura alla Camera dei deputati.

La “cimice marmorata asiatica” arriva dalla Cina ed è particolarmente pericolosa – sottolinea la Coldiretti – per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all`anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. Si tratta di insetti polifagi che dove si sono diffusi hanno decimato i raccolti, distruggendo meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivai con danni alle produzioni ed un pesante impatto occupazionale.

A livello nazionale si attende urgentemente il via libera del Ministero dell’Ambiente che, sentiti il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero della salute, deve emanare le linee guida per il via libera alla vespa samurai nemica naturale della cimice ma ci vorranno anni prima che la lotta sia efficace ha concluso il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che è necessario colmare questo arco di tempo con sostegni adeguati per consentire alle aziende agricole di sopravvivere all’assedio del pericoloso insetto.

Fonte Coldiretti 


Immagine italianfruit.net


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mercoledì 11 settembre 2019

Una domanda. Di chi è la colpa di parte del riscaldamento globale? Dei petrolieri, dei costruttori o degli automobilisti?


Come si dice: la domanda sorge spontanea leggendo uno dei comunicati ufficiali in occasione delle varie comunicazioni che riguardano le immatricolazioni delle auto in Italia. Vediamo se ci sono le prove per attribuire colpe in quota parte.
Il punto cruciale è costituito dalle emissioni di uno dei gas climalteranti per eccellenza, il biossido di carbonio, l'anidride carbonica, il CO2, emesso dalle auto, uno dei parametri dichiarati dalle case costruttrici per ciascuno dei loro modelli. Ad eccezion fatta delle auto elettriche tutte le altre auto, tutte le altre che hanno il motore termico, emettono CO2, da qui non si scappa. Facciamo una verifica andando a rileggere l'ultimo comunicato stampa dell'Unrae, l'associazione di categoria del settore automotive costituita dalle case automobilistiche estere che in Italia distribuiscono, vendono e assistono autovetture, veicoli commerciali, da noi pubblicato qui.

Il periodo che ci interessa recita: "La consueta analisi sulle immatricolazioni per fascia di CO2, elaborata dal Centro Studi e Statistiche UNRAE, conferma ancora l’inefficacia del Bonus/Malus a 6 mesi dalla sua introduzione. Nel periodo marzo-agosto le autovetture che beneficiano del Bonus, che nel complesso rappresentano lo 0,8% del mercato (0,5% un anno fa), segnano un incremento del 117% delle immatricolazioni per quelle fino a 20 g/km e un calo del 5,3% per quelle da 21 a 70 g/km. Nessun impatto significativo, invece, per quelle soggette al Malus che nel complesso crescono del 55%, con un +92,8% per la fascia da 161 a 175 g/km, +11,6% per quella da 176 a 200 g/km, +56,6% da 201 a 250 g/km, mentre rimane sostanzialmente stabile la fascia oltre i 250 g/km (+1,7%). Tali vetture coprono una quota di mercato del 3,5%, in crescita rispetto al 2,2% del marzo-agosto 2018."

Da ciò si capisce che per il CO2 si è avuta una crescita nonostante i disincentivi economici posti dal precedente Governo con la ecotassa Bonus/Malus. Chi ha soldi da spendere inquina e non gli interessa altro che soddisfare il proprio desiderio di possedere auto 'prestigiose' in particolare SUV.

Se il cliente finale ha la libertà di decidere sulla qualità del prodotto e la eticità del prodotto stesso in rapporto alla salute del pianeta, possiamo affermare che a questa quota di acquirenti non interessa per nulla il riscaldamento globale e il futuro del pianeta, o No? 

All'altro estremo c'è una quota di automobilisti, che non possono rinunciare o non vogliono rinunciare all'auto, ma che in qualche modo sembrano essere più consapevoli i quali scelgono le auto un po' meno inquinanti, infatti, sempre secondo il comunicato Unrae "un fortissimo incremento delle city car (seg. A): +66,5% nel mese, in crescita di oltre 8 punti di quota al 19,4% (16,7% negli 8 mesi)" e il progressivo abbandono del diesel in favore della benzina " sul fronte delle alimentazioni, in agosto il diesel riduce di oltre 1/3 i volumi immatricolati, fermandosi al 38,1% di quota di mercato con una perdita di 18,1 punti. La flessione negli 8 mesi è del 25% con una rappresentatività al 41,8% (-11,9 p.p.). Tutto ciò a vantaggio del benzina, che cresce nel mese del 45,2% in volume e di 14,7 punti percentuali in quota, raggiungendo il 43,8% del totale." Parimenti crescono le elettriche, sia pur con numeri piccolissimi, e ancor più le ibride che superano addirittura le immatricolazioni delle auto a metano.


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