Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


venerdì 30 marzo 2018

Gli Stati Uniti sono autosufficienti riguardo il consumo di gas naturale?

L'altro giorno abbiamo visto con chiarezza che gli Stati Uniti non sono affatto autosufficienti sul consumo di petrolio non per nostra affermazione pregiudiziale ma per i dati che lo testimoniano provenienti dai comunicati stampa  dell'API (l' associazione nazionale americana che rappresenta tutti i segmenti del settore del petrolio e del gas naturale).

Sostanzialmente la realtà è che la quantità di petrolio consumata negli Stati Uniti ammonta a 20.251.000 b/d (barili al giorno) e che la quantità di petrolio importato equivale a 10.162.000 barili/g ovvero  le importazioni costituiscono il 50,2 % del petrolio consumato all'interno del territorio statunitense di cui  il 46,3 % viene prodotto dai paesi del Golfo Persico. 

Vediamo adesso come sono messi riguardo il gas naturale, il metano. 


Dal grafico realizzato da noi prendendo i dati diffusi dall'Eia (U.S. Energy Information Administration) vediamo che non sono messi male, anzi, sembrano essere abbastanza autosufficienti per quanto riguardala produzione e il consumo di gas.


Se esaminiamo le cifre esatte troviamo che nel 2017 sono stati consumati 27.089.045 di piedi cubi di gas, 26.863.431 ne sono stati prodotti e importati 3.039.348. Per capire un po' le dimensioni dell'insieme trasformiamo i piedi cubi in metri cubi. 1.000 piedi cubi corrispondono a 28,317 metri cubi, per cui 27.089.045 di piedi cubi consumati l'anno passato corrispondono a circa 767.076 metri cubi.
Riassumendo possiamo affermare che contrariamente a quanto accade col petrolio con il gas gli Stati Uniti sono autosufficienti. Ma a che costi in termini di distruzione del territorio? Ma questo è un altro discorso.




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giovedì 29 marzo 2018

In futuro vi saranno solo Bus elettrici a Milano, si comincia oggi

Martedì scorso, 27 marzo 2018, è entrato in servizio il primo bus elettrico a Milano, acquisito dall'azienda che gestisce il trasporto cittadino Atm, che fa parte di quella flotta di 25 bus di cui avevamo annunciato precedentemente l'acquisto. L'investimento complessivo è stato di 14 milioni di euro per tutti gli autobus. 10 elettro-bus entreranno in funzione entro metà aprile, gli altri 15 tra ottobre e fine anno. 

Come si legge nel sito dell'ATM, nei prossimi 10 anni - anche alla luce dei finanziamenti approvati dal Governo e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dedicati proprio al Tpl a favore della sostenibilità ambientale - Milano vedrà 1 miliardo di euro in investimenti solo sull’elettrico, di cui Atm ne sostiene la metà con risorse proprie. 

Come annunciato lo scorso dicembre il piano dell’Azienda è molto ambizioso e punta ad acquistare dal 2020 solo ed esclusivamente mezzi elettrici, anticipando di cinque anni gli impegni presi a Parigi dal Sindaco di Milano Giuseppe Sala al vertice Together 4 Climate del network C40 Cities.

L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare, entro la fine del 2030, a una flotta composta da 1.200 bus elettrici. Atm renderà concreto l’impegno al C40 di avere una Zero Emission Zone, anzi, andrà oltre, perché tutta la sua flotta sarà elettrica, anche quella che servirà le periferie. Inoltre, tutti i depositi saranno riconvertiti, e verranno costruite ex-novo tre strutture innovative.

CARATTERISTICHE DEI NUOVI BUS ELETTRICI - I 25 nuovi bus elettrici da 12 metri sono stati acquistati a seguito di procedura di gara ad evidenza pubblica che ha visto l’aggiudicazione a Solaris Bus & Coach SA. Sono mezzi dotati di impianto di climatizzazione, videosorveglianza e postazione per il trasporto dei disabili senza elevatore grazie al pianale integralmente ribassato. Le nuove vetture sono in linea con i programmi di contenimento delle emissioni relative alla flotta da impiegare nel Tpl dell’area urbana di Milano, e sono alimentate da batterie con tecnologia al litio-ferro-fosforo (con capacità complessiva di 240 kWh) che garantiscono un’autonomia di circa 180 km e senza la produzione di alcun tipo di emissione inquinante (zero particolato, zero ossidi di azoto, zero monossido di carbonio, zero idrocarburi incombusti). La ricarica delle batterie avviene in circa 5 ore al rientro in deposito, grazie a una colonnina di ricarica con potenza di 80 kW. 



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mercoledì 28 marzo 2018

Il primo stabilimento per riutilizzare e riciclare le batterie dei veicoli elettrici sarà in Giappone

Il comunicato stampa che troviamo sul sito della Nissan afferma che lo stabilimento 4R di Namie, in Giappone, si specializzerà nella riutilizzazione e riciclaggio di batterie da veicoli elettrici.

AMIE, Giappone (26 marzo 2018) - Il primo impianto giapponese specializzato nel riutilizzo e nel riciclaggio di batterie agli ioni di litio dei veicoli elettrici è pronto per la crescente domanda di auto elettriche. La nuova fabbrica, nella città di Namie, nel Giappone orientale , sarà gestito da 4R Energy Corporation, una joint venture tra Nissan e Sumitomo Corporation. Il numero di auto elettriche sulla strada sta aumentando rapidamente per ragioni ambientali, incluso il cambiamento climatico, che pesano sulle preoccupazioni degli automobilisti di tutto il mondo. Si prevede che la disponibilità di batterie agli ioni di litio usate aumenterà significativamente nel prossimo futuro, poiché gli acquirenti della prima generazione di auto elettriche quando vorranno sostituire i loro veicoli.

Si prevede che il riciclo e la riconversione di tali batterie abbiano un impatto sostanziale sull'industria delle batterie, influenzando la domanda di nuovi materiali per le batterie e sull'ambiente e sulla società nel suo complesso. Nel 2010 Nissan e Sumitomo Corporation hanno deciso di concentrarsi sul riutilizzo efficace di batterie per auto elettriche, a tal fine 4R ha acquisito preziose competenze. L'azienda ha sviluppato un sistema che misura rapidamente le prestazioni delle batterie usate e prevede di applicare questa tecnologia innovativa alle batterie raccolte da tutto il Giappone nello stabilimento Namie. L'impianto fungerà da centro globale per lo sviluppo e la produzione. Le batterie riciclate e riconvertite in fabbrica saranno utilizzate per offrire la prima batteria riconfigurabile scambiabile nel mondo per veicoli elettrici e saranno utilizzate anche in sistemi di stoccaggio su larga scala e carrelli elevatori elettrici. L'impianto è la prima nuova fabbrica di Namie da quando la città è stata devastata dal terremoto e dallo tsunami del Giappone del marzo 2011 e dovrebbe contribuire a rivitalizzare l'economia locale.

In qualità di leader nelle tecnologie a emissioni zero, Nissan cerca di realizzare una società basata sulla mobilità sostenibile sviluppando e commercializzando veicoli elettrici e promuovendone l'uso a livello globale. Sumitomo Corporation crede fermamente nell'impatto positivo dei veicoli elettrici sull'ambiente globale e sta contribuendo all'espansione del loro utilizzo in collaborazione con 4R. Gli sforzi continui dell'azienda includono la promozione del riutilizzo e del riciclaggio delle batterie usate per auto elettriche per scopi che includono lo sviluppo di sistemi di accumulo di energia stazionari.



Come vediamo i giapponesi hanno battuto sul tempo un po' tutti nel mondo, dagli statunitensi agli europei e asiatici. Per restare ancora una volta indietro, noi italiani, sul settore delle batterie, siamo in ottima compagnia, non siamo soli. Non è per questo una gran consolazione....





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martedì 27 marzo 2018

Le rinnovabili al x,x % e la produzione nazionale di energia (elettrica diminuita del x %) a Febbraio 2018

Qualche giorno fa abbiamo conosciuti i dati relativi al consumo di energia elettrica in Italia nel mese di Febbraio 2018 grazie al comunicato stampa di Terna con i quali si attesta, sia pure provvisoriamente, una crescita del 4,2% dei consumi di energia elettrica pari al 2,8%, e visto i grafici da noi realizzati.

Adesso prendiamo in esame la produzione nazionale di energia con particolare riferimento alle energie rinnovabili.
Nel secondo mese dell'anno, 
secondo quanto rilevato da Terna, 
la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’83,3% con produzione nazionale e per la quota restante (16,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,1 miliardi di kWh) è diminuita dello 0,8% rispetto a febbraio 2017. Sono in aumento le fonti di produzione idrica (+15,9%) ed eolica (+11,2%); in flessione le fonti geotermica (-1,8%), termica (-3,3%) e fotovoltaica (-11,8%).
In aumento la fonte di produzione eolica (+9,7%), in calo, invece, tutte le altre : geotermica -1,8%, idrica -2%, fotovoltaica -5,1% e termica -19,8%.

I nostri grafici

Per aiutarci nella comprensione con un semplice sguardo abbiamo realizzato come al solito, alcuni grafici, con i dati forniti da Terna.

La produzione nazionale dal 2009


Si registra ancora una volta, è una regola inesorabile, una riduzione della produzione nazionale dello 0,8%. La quota di produzione delle centrali termiche scesa del 3,3% mentre, trale rinnovabile è a due cifre la riduzione da fotovoltaico con -11,8% contrapposto ad una crescita equivalente dell'energia eolica, +11,2%.


Per anno solare vediamo che a Febbraio 2018 la produzione nazionale risulta essere collocato ad un  livello medio degli ultimi 10 anni presi in considerazione nei nostri grafici con 22.099 miliardi di kWh ovvero meno 0,8%  rispetto allo stesso mese dell'anno precedente .



... e in sequenza mensile.




Il grafico seguente rappresenta l'andamento della produzione nazionale come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese di riferimento. Siamo in presenza di una evidente continuo cale, per non dire crollo, negli ultimi 7 mesi.



Adesso prendiamo in considerazione le singole componenti delle rinnovabili.

La produzione fotovoltaica negli ultimi anni suddivisa per anno solare. Siamo tutto sommato in linea con gli anni passati ma in calo notevole a due cifre rispetto allo stesso mese dell'anno passato, -11,8, 1.052 GWh.



La produzione eolica negli ultimi anni suddivisa per anno solare. Siamo al secondo posto, inferiore solo al 2016, con +11,2% rispetto all'anno scorso, con 1.708 GWh.



Ciascuna delle rinnovabili in un solo grafico.




Qui sotto vediamo la quantità di energia prodotta da fonte idroelettrica separata dalle altre componenti rinnovabili sommate insieme.


  
Qui sotto è la quantità di energia termoelettrica rapportata a tutte le rinnovabili.




Il grafico seguente mostra il ruolo di tutte le componenti nella produzione nazionale di energia, le rinnovabili (idroelettrica + geotermica/eolica/fotovoltaica)  e la termica.





Continuiamo con una novità inserita nei post da qualche mese a questa parte per i nostri grafici avendo avuto delle sollecitazioni da parte di lettori del nostro blog.


Il grafico delle rinnovabili come sommatoria dei 12 mesi precedenti al rilevamento ultimo, il primo con il solare, eolico, geotermico, a parte l'idroelettrico.



Nell'ultimo mese decrescono tutti ad eccezione della componente data dall'eolico. Scende progressivamente  l'idrica, anche se sembra risalire negli ultimi 4 mesi.



  





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lunedì 26 marzo 2018

Uno scooter elettrico, tre batterie, una piattaforma di ricarica

La Kymco ha presentato uno scooter elettrico dalla gestione particolare del sistema di immagazzinamento e dell'energia, mai visto in altri modelli di scooter elettrici prodotti precedentemente nel mondo. Lo scooter ha 3 batterie agli ioni di litio di cui 2 sono removibile mentre  una rimane inserita saldamente nel telaio.
Come dice la presentazione nel sito dedicato al proprio  scooter elettrico Ionex, quando si rimuove il pacco batterie per la ricarica si può continuare ad usare lo scooter prelevando l'energia dalla batteria principale rimasta al proprio posto, per poi riprendere le batterie una volta ricaricate. La batteria principale viene ricaricata dalle batterie ricaricate e reinserite nei loro alloggiamenti. Lo scooter Ionex seleziona automaticamente la batteria giusta per fornire energia. 


La ricarica delle batterie non fisse può avvenire con due modalità, una mediante una stazione di ricarica autonoma progettata con più alloggiamenti installate in luoghi pubblici come stazioni della metropolitana, parcheggi e luoghi turistici, basi di supporto per  servizi di scambio batterie e ciò rappresenta  la prima piattaforma multifunzione open source al mondo. È la soluzione più semplice, economica e immediatamente scalabile per consentire a tutti gli interessati di usare scooter a energia elettrica.


L'altra modalità è quella rappresentata da un semplice sistema di ricarica casalingo plug-in collegato alla rete elettrica.
L'insieme dei moduli, che costituiscono il battery pack, permette una percorrenza di 200 km, dicono, 40 km per il pacco fisso.
E' chiaro che se la piattaforma funziona in modo adeguato ovvero se le charging station sono diffuse adeguatamente su un territorio locale e nazionale si può pensare che la percorrenza dello scooter sia illimitata nel senso che quando le due batterie sono scariche possano essere sostituite immediatamente e riattivare di nuovo la percorrenza di 200 km in pochi secondi.



Per il resto poco o nulla si sa, ancora non siamo riusciti a scovare ulteriori informazioni sui dati tecnici dello scooter. Attendiamo news dalla Kymco che speriamo siano diffuse quanto prima. Accontentiamoci.




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domenica 25 marzo 2018

Giornata mondiale dell’acqua: le statistiche dell’Istat. -40% la portata dei fiumi

In occasione della Giornata mondiale dell'acqua, istituita dall'ONU e celebrata ogni anno il 22 marzo, l'Istat fornisce un quadro di sintesi delle principali statistiche sulle risorse idriche.

Nel 2017, a causa della "crisi idrica", nei quattro principali bacini idrografici italiani (Po, Adige, Arno e Tevere) le portate medie annue hanno registrato una riduzione media complessiva del 39,6% rispetto alla media del trentennio 1981-2010.

L'andamento dello Standardized Precipitation Index (SPI) per i quattro principali bacini idrografici, segnala che i mesi di maggiore deficit pluviometrico nel 2017 si sono concentrati nella seconda metà dell'anno, con uno stato sempre "estremamente secco". L'unica eccezione è rilevata nel mese di dicembre nel bacino del Tevere, che risulta "molto secco".

Nel 2017, una famiglia su 10 (il 10,1%) lamenta irregolarità nel servizio di erogazione dell'acqua nella propria abitazione e circa una su 3 (il 29,1%) dichiara di non fidarsi a bere l'acqua di rubinetto.

Nel 2016, la spesa media mensile delle famiglie per l'acquisto di acqua minerale è pari a 10,75 euro e registra un incremento per il secondo anno consecutivo (+4,7% rispetto al 2015). Parallelamente la spesa media mensile per la fornitura di acqua connessa all'abitazione è di poco superiore, pari a 13,59 euro, l'1,5% in più rispetto al 2015.

Nel 2015, il volume di acqua complessivamente prelevato per uso potabile sul territorio italiano ammonta a 9,49 miliardi di metri cubi. Il 76,3% di questo volume, pari a poco più di sette miliardi di metri cubi, è stato misurato attraverso idonei strumenti, mentre il restante 23,7% è stato stimato dai gestori delle fonti

Comunicato Istat


Le statistiche dell’Istat sono reperibili in formato PDF a questo indirizzo

Da questo documento estraiamo il grafico del Po...


...e del Tevere.






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sabato 24 marzo 2018

Il Ceta frena l’export agroalimentare in Canada

Frena del 4% il tasso di crescita delle esportazioni agroalimentari Made in Italy in Canada dopo l’entrata in vigore provvisoria del trattato di libero scambio (Ceta) il 21 settembre 2017. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat dalla quale si evidenzia che nell’ultimo trimestre del 2017 le esportazioni in valore sono risultate in crescita dell’8,5%, ben al di sotto del 12,5% fatto registrare nello stesso periodo nell’anno precedente l’entrata in vigore del trattato.

Al contrario – sottolinea la Coldiretti – dopo aver accusato nell’anno precedente l’entrata in vigore del trattato un calo del 13,2% le importazioni in Italia dell’insieme dei prodotti agroalimentari canadesi fanno registrare un balzo in valore del 23,3%, con l’esclusione del grano duro. Un discorso a parte – continua la Coldiretti – merita infatti il grano duro con gli arrivi in Italia che sono crollati del 39,5% in valore anche per la crescente diffidenza del mercati verso il cereale canadese che viene notoriamente trattato in preraccolta con il glifosate, secondo modalità vietate in Italia. Ma soprattutto per la necessità di diversificare gli approvvigionamenti a favore della produzione di grano nazionale per l’entrata in vigore in Italia del decreto con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del grano impiegato, come conferma il crollo complessivo delle importazioni di grano duro in Italia nel 2017. Un effetto riconosciuto dagli stessi canadesi che si sono opposti con decisione all’etichettatura della pasta Made in Italy.

Se le prime indicazioni meritano di essere analizzate su una piu’ lunga scala di arco temporale, sono confermate le perplessità sollevate nei confronti degli effetti del trattato sul piano commerciale da numerosi operatori. I produttori italiani di pomodoro pachino hanno recentemente denunciato il blocco canadese delle importazioni dalla Sicilia con il pretesto di un insetto, la tuta absoluta, non presente nelle spedizioni. Nello stesso tempo non funziona – spiega la Coldiretti – il meccanismo delle quote di esportazione in Canada dei formaggi europei e italiani, visto che il sistema, ideato dagli stessi canadesi e accettato dall’Europa, sta portando i costi di “affitto” delle quote a valori stranamente simili a quelli dei dazi formalmente cancellati.

Per non parlare – continua la Coldiretti – della proliferazione del falso Made in Italy. Per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima con il Ceta in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy piu’ prestigiosi, accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele, ma è anche liberamente prodotto e commercializzato dal Canada il Parmigiano Reggiano con la traduzione di Parmesan come è facilmente possibile verificare sul mercato canadese dopo l’entrata in vigore del trattato. La svendita dei marchi storici del Made in Italy agroalimentare non è solo un danno nel Paese nordamericano ma – conclude la Coldiretti – si è dimostrata un pericoloso cavallo di Troia soprattutto nei negoziati con altri Paesi, dal Giappone ai Mercorsur che sono stati autorizzati cosi a chiedere le stesse concessioni.

Fonte Coldiretti

... ma non finisce qui come se non bastasse

Al via inchiesta Ue contro invasione di riso a dazio zero

Parte la procedura comunitaria per fermare le importazioni di riso a dazio zero dai Paesi asiatici EBA (“Tutto tranne le armi”) che nell’ultimo anno hanno dimezzato le quotazioni riconosciute agli agricoltori italiani su livelli insostenibili. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che è stata pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea C 100/30 del 16 marzo l’avviso di apertura di una inchiesta di salvaguardia relativa alle importazioni di riso originario dalla Cambogia e dalla Birmania da dove nell’ultimo anno ne sono arrivati 22,5 milioni di chili in Italia.

La procedura sollecitata dalla Coldiretti segue l’invio a Bruxelles del dossier integrato per la richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia a tutela del settore risicolo dalle importazioni a dazio zero dai Paesi asiatici EBA da parte dei Ministeri delle politiche agricole alimentari e forestali e dello Sviluppo Economico il 24 novembre 2017 con l’obiettivo – sottolinea la Coldiretti – di fermare la possibilità di esportare verso l’Unione Europea quantitativi illimitati di riso a dazio zero da questi Paesi perché la crisi dei prezzi mette a rischio la sopravvivenza e il futuro dell’intera filiera risicola europea...

... Non c’è dunque tempo da perdere per salvare la risicoltura italiana da una situazione in cui nell’ultimo anno – continua la Coldiretti –i prezzi riconosciuti agli agricoltori italiani hanno fatto registrare contrazioni consistenti per le principali varietà di riso che vanno dal -58 % per l’Arborio al -57 % per il Carnaroli, dal -41 % per il Roma al -37% per il Vialone Nano.

La crisi è dunque drammatica e mette a rischio il primato nazionale in Europa dove l’Italia – rileva la Coldiretti – è il primo produttore di riso con 1,50 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4mila aziende di 234.300 ettari, che copre circa il 50 % dell’intera produzione UE con una gamma varietale del tutto unica.

Fonte Coldiretti


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venerdì 23 marzo 2018

Scelta l'Ungheria come sede dell'impianto europeo per la produzione di batterie coreane di terza generazione

Non riesco a spiegarmi come mai l'Italia venga costantemente saltata a piè pari ... o forse sì.

Recente notizia è quella secondo cui l'azienda coreana SK Innovation sta per iniziare la costruzione di un impianto di batterie per auto elettriche in Ungheria, la prima fabbrica europea della compagnia coreana, che creerà nuovi posti di lavoro e contribuirà a far crescere l'economia ungherese espandendo le vendite a tutto il mercato europeo.

Era presente Peter Szijjártó, ministro degli affari esteri e del commercio ungherese,  alla conferenza stampa quando il vicepresidente del gruppo SK Chey Jae-won, in occasione del lancio di due settimane fa, ha dichiarato di avere compiuto molti sforzi a partire da 10 anni fa quando progettarono per la prima volta di entrare nel settore riservato alle batterie per veicoli elettrici. Adesso stanno cogliendo i frutti di quei semi, includendo in questo progetto la realizzazione del  loro primo impianto in Europa con la prospettiva futura di fornire le batterie SK ai veicoli elettrici di tutto il mondo.
La società ha acquistato 430.000 metri quadrati di terreno per espandere i propri impianti e investirà 784 milioni di dollari nello stabilimento da qui al 2022.
SK Innovation prevede di produrre celle di batterie per le auto elettriche di terza generazione nello stabilimento che saranno in grado di permettere 500 chilometri di autonomia alle auto a singola ricarica.

Altre fonti affermano che dal 2022, quando tutte le linee di produzione saranno completate, verranno prodotte annualmente batterie per auto elettriche per un totale di  7,5 GWh/anno.




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giovedì 22 marzo 2018

Produzione industriale a gennaio 2018

A partire dai dati riferiti a gennaio 2018, gli indici della produzione industriale sono diffusi nella nuova base di riferimento 2015=100. I principali effetti prodotti dal ribasamento sull'evoluzione degli indici per gli anni 2016-2017 sono sinteticamente illustrati a pagina 7, mentre per ulteriori approfondimenti tecnici e metodologici si rimanda alla nota informativa.

A gennaio 2018 l'indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce, rispetto a dicembre 2017, dell'1,9%. Nella media del trimestre novembre-gennaio l'indice aumenta dell'1,0% rispetto al trimestre immediatamente precedente.

Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio l'indice aumenta in termini tendenziali del 4,0% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di gennaio 2017).

In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a gennaio 2018, aumenti significativi nei raggruppamenti dei beni di consumo (+8,6%), dei beni strumentali (+7,6%) e dei beni intermedi (+6,2%); una diminuzione marcata segna invece il comparto dell'energia (-15,1%).

Per quanto riguarda i settori di attività economica, a gennaio 2018 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della metallurgia e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+14,1%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+11,1%) e delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+8,4%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei comparti della fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (-17,1%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e dell'attività estrattiva (entrambi -3,5%).

Comunicato Istat



I nostri grafici.
Indice generale della produzione industriale: destagionalizzato, corretto per gli effetti di calendario (base 2015=100) a partire dal Gennaio 2016.



Quello che che segue è il grafico che riguarda il solo andamento della produzione industriale dell'energia, indicatore dello stato di salute dell'economia nazionale.




Per una visione storica dell'andamento della produzione vediamo il nostro vecchio grafico su base trimestrale dal 2004 al 2013 con l'indice base 2005=100.


...e l'altro che utilizza la base 2010=100 nel periodo Gennaio 2011 / Dicembre 2017.

Intanto la Confindustria è un mese avanti ed ha già i suoi dati relativi al mese di Febbraio del nuovo anno riassunti nel seguente comunicato.

Recupera l’attività in febbraio (+0,5%), dopo il calo di gennaio (-0,9%)
Il CSC rileva un incremento della produzione industriale dello 0,5% in febbraio su gennaio, quando è stata stimata una diminuzione dello 0,9% su dicembre*.
Nel primo trimestre del 2018 la variazione congiunturale acquisita dell’attività industriale è di +0,6%, in frenata dal +0,8% nel quarto 2017.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, è aumentata in febbraio del 3,3% rispetto a febbraio 2017 e in gennaio del 3,2% sul-lo stesso mese dell’anno scorso.

Gli ordini in volume hanno registrato in febbraio un incremento dello 0,9% sul mese precedente (0,7% su febbraio 2017). In gennaio erano aumentati dello 0,5% su dicembre (+3,6% sui dodici mesi).
Nonostante significative oscillazioni, frequenti tra dicembre e gennaio, la produzione industriale procede lungo un percorso di recupero, iniziato nell’autunno del 2014, che ha portato a una crescita cumulata del 10,0% fino a dicembre 2017.

Gli indicatori qualitativi relativi al manifatturiero (indagine ISTAT sulla fiducia) mostrano un’intonazione positiva a inizio 2018: in febbraio l'indice di fiducia è aumentato di 0,7 punti dopo una marginale correzione in gennaio, raggiungendo uno dei livelli più elevati dalla primavera del 2007; il miglioramento è da attribuirsi prevalentemente alle valutazioni più ottimistiche sull’andamento della produzione corrente (saldo a 4,9 da 2,3) e ai più favorevoli giudizi sugli ordini, in particolare quelli interni. Sono meno positive, invece, le aspettative.





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mercoledì 21 marzo 2018

Il traffico delle autostrade italiane a Dicembre 2017, uno sguardo dal cavalcavia

Quest’ultimo mese dell’esercizio 2017 si è concluso con risultanze di traffico che dal punto di vista complessivo confermano il trend favorevole instauratosi nei tre anni precedenti. I dati cumulati annuali di preconsuntivo mostrano infatti una chiusura caratterizzata da rialzi assolutamente soddisfacenti sia per ciò che concerne la componente veicolare leggera, attestatasi su un +1,8%, sia per ciò che concerne quella pesante (+3,5%); globalmente, i veicolichilometro percorsi sulla rete nei dodici mesi sono stati quasi ottantaquattro miliardi, dato assolutamente positivo se confrontato con il suo analogo dell’esercizio precedente che aveva raggiunto gli ottantadue miliardi (un aumento pari al 2,2%).

Quanto alle risultanze del singolo periodo, esse indicano valori sostanzialmente in linea con quelli ottenuti nel dicembre 2016, al netto di minime fluttuazioni e tenuto conto – per il comparto pesante – del maggior numero di giornate festive caratterizzate da blocco della circolazione intervenute quest’anno.

Passando agli indicatori sulla sicurezza stradale, il periodo mensile può dirsi caratterizzato da scostamenti minimi – in termini di valori assoluti – nei principali ambiti di riferimento, soprattutto avuto riguardo all’esiguità dei numeri di cui trattasi: basti vedere a tal proposito l’indicatore riferito alla mortalità, dove vi è una differenza corrispondente a due sole unità.
L’insieme dei dati cumulati ci rimanda invece un quadro che potremo definire complessivamente soddisfacente per numero di incidenti occorsi e persone rimaste ferite in essi; il rialzo del tasso relativo ai decessi è invece dovuto in gran parte all’eccezionalità di alcuni eventi verificatisi durante il corso dell’anno, tra cui si ricorda in particolare l’incendio di un pullman avvenuto a gennaio sull’autostrada A4, che da solo ha causato ben sedici vittime.



Dal comunicato Aiscat


I nostri grafici

Qui di seguito i nostri grafici a cominciare dal traffico con il numero in milioni veicoli-km dei veicoli leggeri. A Dicembre abbiamo un  incremento dello 0,7% mensile e dell' 1,8% a livello annuale, su un'offerta di percorsi autostradali pari a 5.761,4 chilometri .



Si prosegue con dal traffico in milioni veicoli-km dei veicoli pesanti che diminuisce dell' 1,0% ma cresce del 3,5% a livello annuale.



Per finire vedendo il totale, la somma dei leggeri e pesanti cresce dello 0,3% e il  +2,2%  su base annua.



Ancora più significativo tra i segnali che 'misurano' lo stato della nostra economia nazionale è l'andamento definito dal grafico che prende in considerazione la somma dei 12 mesi precedenti all'ultimo mese considerato, relativo al traffico dei mezzi pesanti destinati al trasporto delle merci e quindi segnale importante da tenere presente.

veicoli leggeri

Vediamo un rallentamento nella crescita sia pur attuale.




mezzi pesanti

Continua la salita quasi in modo lineare. Si vede uno stallo degli ultimi mesi e una possibile inversione di tendenza.



L'insieme chiarisce che la tendenza è verso una leggera crescita.


Il riassunto che va dal 2012 al 2017 nei 12 mesi dell'anno solare.






Facciamo adesso un passo indietro per controllare quanto carburante si è consumato nello stesso mese di Dicembre del 2017 e negli anni precedenti. 

Il consumo dei carburanti per autotrazione

Il consumo della benzina a Dicembre era al livello più basso degli ultimi 11 anni presi in considerazione.




... mentre il consumo di gasolio era posizionato molto in basso cioè al penultimo posto, solo un po' più del 2013, ma  molto meno comunque rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.




Qui sotto vediamo l'andamento del gasolio più la benzina. Al livello di gran lunga più basso del 2016.




Tutto sommato si conferma l'andamento degli ultimo mesi quando si è visto che cresce il traffico autostradale ma decresce significativamente il consumo dei carburanti. 







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