Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


venerdì 29 aprile 2016

Anche la Daimler entra nello storage stazionario con le batterie a litio ioni

Anche la Daimler, come già hanno fatto altre case automobilistiche, ha intenzione di entrare nel mercato dello storage ad uso stazionario con particolare attenzione al settore casalingo ma senza  dimenticare quello industriale.
Le batterie agli ioni di litio vengono fabbricate dalla controllata Deutsche Accumotive e distribuiti attraverso partner commerciali selezionati e aziende collegate.
Le unità di stoccaggio  stazionario sono generalmente installate insieme ad un impianto fotovoltaico e quindi, essendoci un enorme interesse, già fioccano numerosi ordini.
Originariamente sviluppato rigorosamente per le esigenze automobilistiche, le unità di immagazzinamento di energia possono essere assemblate insieme fino a otto moduli con un contenuto energetico di 2,5 kWh ed ancora combinate insieme per produrre un accumulatore di energia con una capacità fino a 20 kWh. Le famiglie che hanno a casa i propri impianti fotovoltaici possono quindi tamponare l'energia solare in eccesso, per riutilizzarla successivamente, praticamente senza perdite. Grazie alla combinazione di fonti di energia rinnovabile con una unità di accumulo locale, le abitazioni private possono aumentare il loro auto-consumo di energia generata di un buon 65 per cento.
Il prezzo al dettaglio per la generazione di energia elettrica a casa è calcolato sulla base di un pacchetto su misura di componenti del sistema. Questi possono comprendere il sistema fotovoltaico, inverter, batteria, gestione dell'energia e l'accumulatore di energia Mercedes-Benz, più il costo di installazione.
Daimler AG è entrato in questo tipo di mercato indirizzato allo stoccaggio stazionario con le batterie al litio nel 2015 e da allora ha continuato ad ampliare le proprie attività in questo segmento.
Il concetto ideato da Daimler Business Innovation prevede una varietà di applicazioni con sistemi scalabili, quindi le unità agli ioni di litio possono essere impiegati sia nel settore industriale su larga scala sia nelle case private.
Tre grandi progetti incentrati su soluzioni di storage dell'energia industriale sono già in fase di sviluppo ed alla fine, i moduli della batteria con una capacità totale di oltre 29 MWh saranno collegati alla rete come parte di questa e commercializzati sul mercato di energia primaria in Germania. Il complesso sistema servirà a bilanciare le fluttuazioni di energia nella rete elettrica tedesca. Altri progetti sono già in programma.
Daimler sta aumentando in modo sistematico le sue capacità di produzione investendo circa 500 milioni di € per la costruzione di una seconda fabbrica di batterie a Kamenz. Il nuovo impianto dovrebbe essere messo in funzione in estate 2017.


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giovedì 28 aprile 2016

Il kers sui camion

Fino ad oggi conosciamo il kers soprattutto per l'uso che se ne fa nelle gare di Formula 1. Adesso la ricaduta tecnologica del sistema nel mondo reale può avvenire grazie ad una azienda francese che ha intenzione di sperimentare la proprietà rigenerativa della frenata nei camion per l'accumulo dell'energia con i supercaps e l'utilizzo della stessa energia nelle accelerazioni, quindi nella trazione grazie ad un motore  elettrico inserito nell'albero di trasmissione del veicolo. Si ritiene che il risparmio e la riduzione delle emissioni di carbonio si aggiri intorno al 25%. Questo è il sistema della  Adgero, denominato UltraBoost ST, che utilizza un motore YASA compatto e leggero per produrre e recuperare l'energia cinetica, altrimenti persa sotto forma di calore durante la frenata, accumulandola nei ultracondensatori che hanno come elemento base il grafene ad alta potenza del produttore tedesco, Skeleton Technologies, che ha contribuito  l'anno scorso a sviluppare la tecnologia KERS per il trasporto su strada con Adgero. Recentemente Adgero ha firmato un accordo di collaborazione di  3,5 milioni di euro per assicurare che il sistema UltraBoost ST per trasporto su strada possa utilizzare i moduli supercaps al grafene..
A tutti gli effetti questo sistema può trasformare un normale semirimorchio tradizionale in un veicolo ibrido.



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mercoledì 27 aprile 2016

Commercio estero extra Ue in netto calo in marzo -5,2%, import -6,7% sul mese, -11% su anno.

A marzo 2016 entrambi i flussi commerciali mostrano una flessione rispetto al mese precedente, più marcata per le importazioni (-2,0%) che per le esportazioni (-0,3%). Il surplus commerciale (+4.036 milioni) è superiore a quello dello stesso mese del 2015 (+3.422 milioni).

Il calo congiunturale delle vendite verso i paesi extra Ue è determinato dai beni di consumo (-6,1%) e dai prodotti intermedi (-2,7%), mentre l'energia (+17,6%) e i beni strumentali (+4,9%) registrano una crescita sostenuta.

Dal lato dell'import la flessione congiunturale è estesa a tutti i raggruppamenti principali di beni, esclusa l'energia (+6,7%). Gli acquisti di beni di consumo sono in forte calo (-4,8%).

Nell'ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell'export verso i paesi extra Ue si conferma negativa (-2,9%); tuttavia, al netto della componente energetica (-37,5%) la diminuzione è meno marcata (-1,3%).

La contrazione mensile delle esportazioni su base annua (-5,2%) riguarda tutti i raggruppamenti principali di beni ed è particolarmente marcata per l'energia (-42,6%). Anche le importazioni sono in forte calo (-11,0%), imputabile alla componente energetica (-30,8%) e, in misura meno intensa, ai prodotti intermedi (-8,3%). Soltanto i beni strumentali registrano un'espansione degli acquisti (+2,3%).

A marzo 2016 il surplus nell'interscambio di prodotti non energetici (+6,0 miliardi) è in lieve diminuzione rispetto a marzo 2015 (+6,2 miliardi).

A marzo 2016 si ridimensiona il calo delle vendite di beni verso la Russia (-0,9%), iniziato a maggio 2014. Gli Stati Uniti registrano un incremento delle esportazioni (+11,3%) ascrivibile alla vendita di mezzi di navigazione marittima. Aumentano anche le vendite di beni verso il Giappone (+9,5%). Paesi MERCOSUR (-28,2%), paesi OPEC (-21,6%), Turchia (-11,0%) e paesi ASEAN (-8,0%) segnano un forte decremento delle esportazioni.

Le importazioni da Russia (-18,1%) e Cina (-15,1%) sono in forte calo, mentre gli acquisti da Turchia (+6,5%), paesi ASEAN (+3,5%) e Stati Uniti (+2,9%) risultano in crescita.

Comunicato Istat






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martedì 26 aprile 2016

Le rinnovabili e la produzione nazionale di energia elettrica a Marzo

Qualche giorno fa  abbiamo visto i consumi di energia elettrica in Italia a Marzo, oggi portiamo a termine l'argomento trattando la produzione nazionale di energia elettrica e l'analisi delle rinnovabili nel contesto produttivo.

 Prima di tutto rileggiamo  il comunicato stampa di Terna per la produzione nazionale .

Nel mese di marzo 2016 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’83,2% con produzione nazionale e per la quota restante (16,8%) dal saldo dell'energia scambiata con l'estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (21,8 miliardi di kWh) è in flessione del 3,6% rispetto a marzo 2015.
È in crescita la fonte di produzione geotermica (+3,1%);
in calo le fonti idroelettrica (-2,1%), termoelettrica (-2,4%), eolica (-8,1%) e fotovoltaica (-12,4%).


I nostri grafici

Per aiutarci nella comprensione con un semplice sguardo abbiamo realizzato come al solito, alcuni grafici.

La produzione nazionale dal 2009

per anno solare si vede che siamo quasi al livello più basso, quantitativamente.

   
... e in sequenza mensile.

 
Il grafico seguente rappresenta l'andamento della produzione nazionale come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese di riferimento. Piuttosto stabile.




Adesso prendiamo in considerazione le singole componenti delle rinnovabili.

La produzione fotovoltaica negli ultimi anni suddivisa per anno solare.

 
La produzione eolica negli ultimi anni suddivisa per anno solare.

 
Il grafico delle varie rinnovabili.

 
Qui sotto vediamo la quantità di energia prodotta da fonte idroelettrica separate dalle altre componenti rinnovabili sommate insieme.

 
 Qui sotto è la quantità di energia termoelettrica rapportata a tutte le rinnovabili


 

 Il grafico seguente, di forte Terna, mostra il ruolo delle componenti nella produzione di energia nei primi 3 mesi dell'anno in corso. Le rinnovabili (idroelettrica + geotermica/eolica/fotovoltaica) valgono il 24,7% (Grafico Terna) ....

... invece nel solo mese di Marzo le rinnovabili hanno inciso per il 32,5% e, nel primo trimestre per il 24,6% nella produzione in rapporto al consumo complessivo.



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lunedì 25 aprile 2016

Mobilità elettrica. A Firenze siamo all’anarchia

Evidentemente la pagina che abbiamo creato su Facebook ha mosso le acque stagnanti nel disinteresse generale di una situazione che sembra(va?) irrisolvibile. Gli spazi accanto alle colonnine di ricarica a Firenze erano e sono (quasi) sempre occupate da mezzi tradizionali che di fatto impediscono la ricarica degli scooter elettrici e delle auto elettriche. I cartelli posti accanto alle colonnine, che minacciano la rimozione dei veicoli che vi sostano senza avere il permesso, non scoraggiano affatto gli automobilisti e gli scooteristi 'termici' e i vigili urbani poco o nulla possono fare (a loro detta) avendo a disposizione solo un carro attrezzi per la rimozione forzata. Le proteste degli utenti elettrici, esasperati per le impossibili ricariche, sono giunte finalmente alle orecchie degli amministratori comunali che hanno promesso di rendere disponibili gli spazi di ricarica con operazioni adeguate. Adesso la stampa è attenta e segue la questione. Qui un esempio. Riportiamo un articolo pubblicato dala Gazzetta di Firenze nel cui contesto vi sono anche alcune foto scattate e pubblicate su Liberiamo le colonnine..

L'amministrazione comunale fa mille proclami per incentivare l’uso di mezzi elettrici per gli spostamenti cittadini. Una volta fatto il proclama sindaco e giunta si buttano dietro le spalle come si svolge la vita per gli utenti dell'elettrico. E’ quasi impossibile trovare colonnine libere e se poi qualche volta riesci ad allacciare l'auto o lo scooter alla colonnina ben presto la trovi circondata da scooter, cassonetti che bloccano l'uscita dal parcheggio da una parte, una sfilza di motorini dall'altra. E così l'auto elettrica rimane al palo.

In molti casi sono auto del car sharing elettrico che costringe l'utente ad andare a cercarne un'altra, ma con il problema che quando uno ferma il noleggio trova lo spazio dedicato alla ricarica occupato da scooter e vetture.

Il sindaco e compagni si sentono la coscienza a posto ma nella realtà sono solo parole al vento per riempire le pagine dei giornali






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domenica 24 aprile 2016

La vita media dei reattori nucleari disattivati è 24,7 anni

E' una sorpresa per molti. Le analisi di un gruppo di studiosi indipendenti, Mycle Schneider, Antony Froggatt et al., pubblicate nel giugno dell'anno passato col titolo The World Nuclear Industry Status Report 2015 (scaricabile qui)  sono drastiche. La vita media dei reattori nucleari disattivati è 24,7 anni. A fronte di investimenti enormi e costi di decommissioning ancora non ben precisati che si aggiungono alla localizzazione dei siti di stoccaggio del materiale esausto, dopo averlo ciclato, da qualche parte (dove?) ci si trova di fronte ad una realtà sconcertante cioè che  sicuramente il nucleare non è economicamente sostenibile.


La stessa analisi pubblica un grafico che riguarda l'età dei reattori nucleari ancora in funzione.



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sabato 23 aprile 2016

OGM: storico flop semine in UE (-18%) e nel mondo

Qui di seguito un articolo della Coldiretti intitolato: Per la prima volta a livello globale 1,8 milioni di ettari coltivati in meno (-3% in Usa)
Crollano del 18 per cento i terreni seminati con organismi geneticamente modificati (ogm) in Europa nel 2015 che per la prima volta fa registrare anche una inversione di tendenza a livello mondiale con 1,8 milioni di ettari coltivati in meno, a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse miracolistiche. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che dall’analisi del rapporto annuale dell’“International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA) emerge che la superficie ogm in Europa nel 2015 si è ridotta ad appena 116.870 ettari di mais geneticamente modificato (-18%) coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione. Peraltro - spiega la Coldiretti - ben il 92 per cento di mais biotech europeo è coltivato in Spagna dove sono stati seminati 107.749 ettari (-21%) mentre le superfici coltivate sono residuali in Portogallo, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca.
Si tratta di una tendenza che conferma la giusta decisione dell’Italia che ha notificato alla Commissione europea nel 2015 la richiesta di vietare la coltivazione di ogm sul loro territorio assieme ad altri 18 Stati. (Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Slovenia e Ungheria, mentre la Gran Bretagna ha presentato domanda per Scozia, Galles e Irlanda del nord e il Belgio per la Vallonia). La richiesta di esclusione di tutto il territorio italiano dalla coltivazione di tutti gli Ogm autorizzati a livello europeo trova d’accordo - sottolinea la Coldiretti - quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) che si oppongono oggi al biotech nei campi.
“Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico del Made in Italy”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. L’agricoltura italiana - spiega la Coldiretti - è diventata la piu’ green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la piu’ vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati come avviene in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea.
A livello globale nel 2015 - sottolinea la Coldiretti - sono stati coltivati 179,7 milioni di ettari di colture biotech, con uno storico decremento di 1,8 milioni di ettari rispetto ai 181,5 milioni nel 2014, a causa dei prezzi bassi. Gli Stati Uniti - precisa la Coldiretti - continuano a guidare la produzione biotech con 70,9 milioni di ettari (39% del totale), con un decremento di 2.2 milioni di ettari rispetto al 2014. Il Brasile si conferma al secondo posto con 44,2 milioni di ettari (25% del totale) con un incremento di 2 milioni di ettari rispetto al 2014. Al terzo posto si trova l’Argentina con 24,5 milioni di ettari; poi l’India con 11,6 milioni di ettari ed il Canada con 11 milioni di ettari (circa -5% rispetto al 2014). Nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sui vantaggi economici, cresce lo scetticismo degli agricoltori e dei consumatori. Anche perchè gli Ogm in commercio - conclude la Coldiretti - riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili.





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venerdì 22 aprile 2016

A Firenze 70 nuove licenze solo per taxi elettrici

Dopo tanto parlare forse siamo al primo atto delle procedure che porterà al rilascio di 70 nuove licenze per i taxi con vetture elettriche. La giunta di Palazzo Vecchio ha approvato  le linee guida per portare alla pubblicazione di un bando per l'assegnazione. /0 licenze che si sommeranno alle 34 auto elettriche temporanee previste precedentemente ma ancora non attivate. Le licenze costeranno  175 mila euro ciascuna, contro i 250 mila euro che attualmente è il prezzo medio della cessione di una licenza tradizionale rispetto a quello medio di cessione che è di 250 mila euro.

Le nuove 70 licenze saranno rilasciate tutte insieme probabilmente fra un anno e se i   i candidati in possesso dei requisiti richiesti dal bando saranno più di 70, saranno selezionati con un test specifico inerente il bando. E' prevista la possibilità di versare l'importo stabilito anche dopo il rilascio della licenza, con idonea garanzia.  

Speriamo che il Comune abbia previsto anche di installare dei sistemi di ricarica nei 52 stalli presenti in città per i taxi tradizionali se davvero si vuole sviluppare un servizio con mezzi a emissioni locali zero, altrimenti le cose si complicano fino a rendere inefficace il progetto .

La foto in alto riguarda la presentazione della prima auto elettrica lo scorso Natale in Piazza della repubblica.


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giovedì 21 aprile 2016

Ridurre le emissioni da traffico e ancora truffe

Ho trovato interessante la lettura dell'articolo pubblicato da ARPAT che, tra i vari spunti, sostanzialmente dà ragione ad una nostra 'intuizione' scaturita dal ragionamento e dati di fatto (e truffe), riguardo al potere inquinante dei motori diesel, superiore a quanto dichiarato ufficialmente. Qui riporto il testo.

Le misure di mitigazione che possono contribuire a ridurre le emissioni di ossidi di azoto e PM da traffico.
Nel corso del convegno di presentazione dei risultati del Progetto europeo AIRUSE (Testing and development of air quality mitigation measures in Southern Europe), sono state illustrate alcune delle raccomandazioni emerse dal Progetto e finalizzate a ridurre l'inquinamento atmosferico nelle città del Sud Europa. In questo numero di Arpatnews ci concentreremo su una delle sorgenti più importanti di tale inquinamento, il traffico stradale, che comprende:
  • le emissioni dirette dal tubo di scappamento degli automezzi
  • le emissioni di tipo indiretto, cioè il particolato prodotto dell'usura dei freni, dei pneumatici e dell'asfalto (in alcune città sono più impattanti di quelle dirette),
  • le polveri risollevate dal passaggio dei veicoli.
Qui riassumiamo le misure di mitigazione che possono contribuire a ridurre le emissioni di ossidi di azoto e PM da traffico e che sono state individuate nel corso del Progetto AIRUSE.
Introdurre zone “a bassa emissione” nelle città
Le zone “a bassa emissione” presenti in Europa sono oltre 200, senza contare il numero molto elevato di tali zone in piccole città italiane (le cosiddette ZTL).
La revisione critica delle misure adottate nelle città del nord Europa ha dimostrato che l'introduzione di questa specifica misura è stata efficace soprattutto in Germania, grazie al rigore nella sua applicazione: questo suggerisce che l'applicazione delle zone “a bassa emissione” dovrebbe essere molto stringente.
Alcuni studi hanno dimostrato che tali zone possono comportare riduzioni consistenti nella concentrazione di particolato carbonioso, con un impatto significativo sulla salute pubblica.
Sono inoltre consigliate le reti di zone “a bassa emissione”, a livello nazionale ed eventualmente europeo, poiché ridurrebbero costi, tempi e sforzi della loro creazione, rendendo la comunicazione circa i criteri di ingresso più facile e aumentandone l'accettazione da parte di tutti.
Disincentivare le auto diesel
La percentuale di vetture diesel è cresciuta rapidamente nel corso degli ultimi due decenni e oggi oltre il 50% delle nuove autovetture vendute in Europa sono diesel.
Molti Stati membri hanno promosso questi veicoli attraverso incentivi fiscali vantaggiosi, a causa delle ufficiali basse emissioni di CO2 che - però - sottostimerebbero le emissioni reali delle auto diesel di circa il 25%.
Non sembra esserci comunque un nesso chiaro tra incentivi fiscali e numero delle auto diesel vendute e pochi studi hanno valutato in modo esplicito le ragioni dell'aumento delle vendite di tali vetture.
L'unica misura che sembra aver avuto un chiaro impatto negativo sulle vendite di auto diesel è il divieto di circolazione applicato in Grecia dal 1991 al 2011; questa misura, però, non sembra di facile applicazione nel resto d'Europa.
Nel Regno Unito, alcune istituzioni locali hanno recentemente iniziato a far pagare una tassa di parcheggio ai residenti più elevata per i veicoli diesel rispetto a quelli a benzina: è ancora presto però per giudicare l'efficacia di tale misura.
Promuovere veicoli meno inquinanti (elettrici, ibridi, gas)
In Europa sono pochissimi i veicoli elettrici, ibridi e a gas in uso e questa situazione non cambierà fino a che il loro costo non sarà almeno equivalente ai veicoli convenzionali e anche allora ci vorrà del tempo prima che siano accettati dai consumatori.
Solo i paesi con un programma di incentivi (Italia per il gas, Norvegia per gli elettrici e Giappone per gli ibridi), hanno una quota di mercato significativa di veicoli non convenzionali (>di circa il 5%).
Alcuni benefici non fiscali - applicati a livello regionale o locale - possono essere efficaci per aumentare la popolarità di questi veicoli alternativi:
  • consentire di occupare corsie preferenziali in presenza di traffico congestionato,
  • esonerare dal pagamento del parcheggio e del pedaggio,
  • dare meno limitazioni di parcheggio.
Nella maggior parte dei paesi queste misure non sono però sufficienti a determinare un significativo aumento di tali mezzi fino a che il loro costo iniziale non si riduce tramite incentivi fiscali o sovvenzioni dirette.
Tra le criticità che rendono difficile lo sviluppo di tali mezzi, troviamo inoltre:
  • l'assenza in molti paesi europei di un'adeguata e sufficiente infrastruttura di carica/alimentazione dei veicoli elettrici e a gas,
  • la mancanza di sistemi di ricarica “roaming” nei luoghi pubblici,
  • la mancanza di modalità di pagamento direttamente nel punto di ricarica.
Introdurre etichette di qualità ecologica
 Un adeguato marchio di qualità ecologica per auto e veicoli commerciali leggeri potrebbe essere un utile strumento per influenzare la scelta dei consumatori. Questi ultimi - all'atto di acquisto del veicolo - sembrano considerare poco l'impatto ambientale, rispetto a sicurezza, affidabilità, costo del carburante; il motivo, secondo alcuni studi, sembra essere il fatto che gli automobilisti ritengono le emissioni dei veicoli ben regolamentate.

Una ricerca condotta negli Stati Uniti ha dimostrato, tuttavia, che se l'etichetta è accompagnata da una campagna di educazione pubblica, le emissioni possono influenzare la decisione di acquisto dei consumatori.

Ricorrere al lavaggio stradale e agli inibitori di polvere
Il lavaggio della strada (da solo o in combinazione con la spazzatura) è in grado di ridurre le concentrazioni di PM10 in ambiente, ma solo dove la quantità di polvere stradale è particolarmente elevata a causa dell'usura dei pneumatici, della bassa umidità stradale, della vicinanza a fonti industriali e grandi cantieri.
Mentre spazzare solamente sembra avere poco effetto, l'uso dell'acqua che riduce il rilascio di PM10 nell'aria e che rimuove la polvere dalla superficie stradale sembra avere effetti più importanti.
Un certo numero di città del nord e centro Europa hanno testato l'efficacia dell'applicazione di inibitori di polvere di strade per ridurre le concentrazioni di PM10. Gli effetti degli inibitori sembrano durare per diversi giorni dopo l'applicazione, ma dipendono
  • dai flussi di traffico,
  • dalle condizioni atmosferiche,
  • dalle caratteristiche del fondo stradale.
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A corollario della notizia tratta da Rainews ecco una conferma dall'estremo oriente, per la precisione dagli efficientissimi giapponesi. Coinvolta la  Mitsubishi .
MOTORI OLTRE 600MILA AUTO COINVOLTE UN ALTRO DIESELGATE. MITSUBISHI AMMETTE: MANIPOLATI I DATI DEI TEST SULLE EMISSIONI ANTI-SMOG Il titolo perde in Borsa il 15%. "Abbiamo deciso di arrestare la produzione e la vendita dei modelli coinvolti" ha annunciato il numero uno dell'azienda nipponica nel corso di una conferenza stampa.
Test che facevano apparire le performance migliori di quelle effettive, sulla base di metodologie peraltro non allineate con le normative vigenti in Gippone. Manipolate 625mila auto di piccola cilindrata Complessivamente i veicoli coinvolti sono 625 mila, tra cui 157 mila eK Wagon e eK Space e 468 mila Dayz, modelli prodotti a partire dal giugno del 2013. Inevitabilmente la vicenda ha richiamato lo scandalo sulle alterazioni alle emissioni dei gas di scarico esploso lo scorso settembre alla tedesca Volkswagen. Mitsubishi ha precisato di aver deciso di interrompere produzione e vendite dei modelli in questione e di aver avviato indagini anche sui mercati esteri - posto che le minicar sono un modello tipicamente destinato al mercato nippon - i cui risultati verranno pubblicati appena possibile. Intanto, l'annuncio della vicenda ha avuto immediate ripercussioni in Borsa, dove il titolo Mitsubishi ha chiuso in caduta libera con il meno 15 per cento a 733 yen.

 


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mercoledì 20 aprile 2016

Il mercato dei veicoli commerciali incrementa di 1/3 i suoi volumi: marzo a +33,7%, I trimestre a +30,7%

Sono in crescita sia il mercato delle auto (+17,4%)  che le immatricolazioni degli autocarri finoi a 35 quintali. Sono da considerare un segnale della crescita della nostra economia o un marchio della pressione de BAU più cieco e sprovveduto? Prima di rispondere prendiamo atto di ciò e pubblichiamo il comunicato stampa dell'UNRAE aggiungendo i nostri soliti grafici esplicativi.

Il mercato dei veicoli commerciali incrementa di 1/3 i suoi volumi: marzo a +33,7%, I trimestre a +30,7%. Però il 37% del parco circolante è ancora ante Euro 3.
Continua inarrestabile la crescita dei veicoli commerciali che in marzo incrementano i propri volumi di oltre 1/3, a 15.411 immatricolazioni complessive. Secondo le stime elaborate e diffuse oggi dal Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, infatti, l’aumento del mese di marzo è stato del 33,7%, rispetto alle 11.529 immatricolazioni dello stesso periodo 2015.
Il mercato dei veicoli da lavoro (autocarri con peso totale a terra fino a 3,5t) segna incrementi consecutivi ormai da 27 mesi e a chiusura del 1° trimestre i veicoli venduti ammontano a 39.965 unità, in crescita del 30,7% sulle 30.583 del gennaio-marzo 2015. Per trovare volumi maggiori per lo stesso trimestre dobbiamo tornare indietro di 5 anni al 2011.
“Grazie alle richieste manovre di alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese - afferma Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE - introdotte con la Legge di Stabilità il 15 ottobre scorso, attraverso le quali è possibile portare in ammortamento il 140% del costo di acquisto dei beni strumentali, il parco circolante sta accelerando il suo rinnovo”.
“Si sta, infatti, riducendo la quota di veicoli più anziani, ma resiste il tema della vetustà di un parco - continua Nordio - che a fine 2015, secondo le nostre stime, ammontava a 3.550.000 veicoli, dei quali gli ante Euro 3 sono ancora il 37,2%”.
In particolare, gli Euro 0 ed Euro 1 rappresentano il 20,3% del parco, gli Euro 2 il 16,9%, gli Euro 3 il 23,1%, gli Euro 4 il 25,1% ed infine gli Euro 5 e 6 il 14,6% del totale.
“Questo trend positivo - ha concluso Nordio - ci convince che provvedimenti più strutturali avrebbero beneficio immediato sul ricambio del parco come, ad esempio, consentire l’accesso ai centri urbani ai veicoli di più recente omologazione”.


I nostri grafici

Proseguiamo con i grafici da noi realizzati grazie ai dati forniti dall'UNRAE in grado, più delle parole, di farci capire quale sia la situazione con il trascorrere dei mesi con un solo colpo d'occhio.

L'andamento delle immatricolazione degli autocarri mese dopo mese a partire dal gennaio 2009.



  Le immatricolazione mensili con l'andamento seguendo l'anno solare.


Le percentuali di ogni mese rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.   



 Segue il grafico mostra l'andamento delle immatricolazioni degli autocarri sommando i 12 mesi precedenti rispetto al mese di rilevamento.



L'ultimo grafico misura le immatricolazioni totali, gennaio/dicembre, degli anni che vanno dal 2009 al 2015 e il primo trimestre del 2018.


 Abbiamo visto che cresce poco o nulla il consumo di benzina, cresce il consumo di gasolio, poco, cresce la disoccupazione, latita la produzione industriale, è più o meno stabile il consumo di gas, diminuiscono i consumi di energia elettrica, solo il mercato del motore termico sale in controtendenza. E' BAU.


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martedì 19 aprile 2016

I consumi dei carburanti derivati dal petrolio a Marzo, benzina, gasolio e gpl

I consumi di petrolio a Marzo sono cresciuti del 3,4 % , come abbiamo visto nel post di qualche giorno fa, riportando il comunicato stampa dell'Unione Petrolifera.
Sono aumentati anche i consumi dei carburanti, benzina e gasolio insieme, dell' 1%, e dello 0,5% e dell1,2% rispettivamente.
Nei primi tre mesi dell'anno la benzina registra un decremento dello 0,5% e un incremento del gasolio dell' 1,1%.
Il Gpl cresce a livello mensile del 3,6%, perde lo 0,3% nel primo trimestre rispetto agli stessi periodi del 2015.

Qui di seguito vediamo i nostri grafici preparati grazie ai dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico offrono una visione d'insieme della situazione riguardante il consumo di benzina e gasolio da trazione.


Il consumo dei carburanti per autotrazione

Vediamo i grafici da noi realizzati per anno solare a partire dal 2007.

 I consumi di benzina, continuano ad essere agli estremi inferiori degli ultimi 10 anni....
 
... stessa cosa dicasi per il consumo di gasolio .

 

 Qui sotto vediamo l'andamento dei mesi negli anni solari per il gasolio più la benzina, siamo ai bassi livelli.

 

Adesso vediamo i grafici che prendono in considerazione i consumi sommando i 12 mesi precedenti al mese di riferimento. Non fanno altro che confermare quanto detto sopra

Per la benzina, frena la caduta dei consumi ma continua a cedere leggermente...

 
... il gasolio accenna a crescere, lentissimamente.

 
Il grafico della benzina + gasolio delinea non più una curva ma una retta incerta con una lievissima risalita.


 
Diamo un'occhiata anche al consumo del Gpl da trazione essendo anch'esso un derivato del petrolio.


Come abbiamo scritto sopra il Gpl cresce a livello mensile del 3,6%, perde lo 0,3% nel primo trimestre rispetto agli stessi periodi del 2015, poca cosa con le sue 143 mila tonnellate, se raffrontate alle 634 mila tonnellate della benzina e alle  1.962 mila tonnellate  del gasolio.



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lunedì 18 aprile 2016

Programma beffa di Renzi, annuncia l'installazione di 20 mila colonnine di ricarica

Ieri sera, Renzi, durante la conferenza stampa a seguito dell'esito del Referendum abrogativo sulla durata delle trivellazioni in mare, ha promesso di installare  20 mila colonnine di ricarica per le auto elettriche. 20 mila colonnine?
E' come dire agli affamati: "Vi regalo  un chilo di pane invece di 6." Le colonnine programmate per l'Italia secondo il progetto della comunità europea denominato Clean Fuel Strategy, comunicato stampa del 29 Settembre 2014, dovrebbero essere installate 125 mila colonnine entro il 2020, ma l'Italia si impegnò a realizzarne 130 mila dal 2015. 

Quello di Renzi, quindi, è' un programma al ribasso, sensibile ribasso, che tende a rallentare lo sviluppo del settore elettrico. Il solito premier amico dei petrolieri e costruttori automotive di auto a carburanti tradizionali?



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sabato 16 aprile 2016

Occupati e disoccupati, dati provvisori di Gennaio

Dopo la crescita di gennaio 2016 (+0,3%, pari a +73 mila), a febbraio la stima degli occupati diminuisce dello 0,4% (-97 mila persone occupate). La diminuzione di occupati coinvolge uomini e donne e si concentra tra i 25-49enni. Il tasso di occupazione, pari al 56,4%, cala di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente.

Il calo occupazionale è determinato dai dipendenti (-92 mila i permanenti e -22 mila quelli a termine), mentre registrano un lieve recupero gli indipendenti (+17 mila). Per i dipendenti a tempo indeterminato si tratta del primo calo dall'inizio del 2015. Dopo la forte crescita registrata a gennaio 2016 (+0,7%, pari a +98 mila), presumibilmente associata al meccanismo di incentivi introdotto dalla legge di stabilità 2015, il calo registrato nell'ultimo mese riporta la stima dei dipendenti permanenti ai livelli di dicembre 2015. Per i dipendenti a termine prosegue la tendenza negativa già osservata dal mese di agosto 2015.

La stima dei disoccupati a febbraio è in lieve aumento (+0,3% pari a +7 mila), sintesi di una crescita tra gli uomini e un calo tra le donne. Il tasso di disoccupazione è pari all'11,7%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a gennaio.

A febbraio la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta dello 0,4% (+58 mila). La crescita è determinata prevalentemente dalle donne e riguarda gli over 25. Il tasso di inattività sale al 36,0% (+0,2 punti percentuali).

Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo dicembre 2015-febbraio 2016 si registra il calo del numero delle persone occupate (-0,2%, pari a -48 mila) e di quelle inattive (-0,1%, pari a -16 mila), a fronte di un incremento dei disoccupati (+0,9 %, pari a +27 mila).

Su base annua il numero di occupati è in crescita dello 0,4% (+96 mila, +238 mila i dipendenti a tempo indeterminato), mentre calano sia i disoccupati (-4,4%, pari a -136 mila) sia gli inattivi (-0,7%, -99 mila).

Comunicato Istat


I nostri grafici.

In percentuale.


 Tasso di occupazione.


Tasso di disoccupazione totale e fra i giovani tra i 15 e i 24 anni

   

  In un unico grafico il tasso di occupazione, tasso di disoccupazione totale e fra i giovani tra i 15 e i 24 anni (indice a destra)

 


In valori assoluti

Forze lavoro 


 

Occupati

 
In cerca di lavoro


....vedendo i grafici non c'è poco da commentare.



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