Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


martedì 8 marzo 2011

Fotovoltaico a costo zero, la grande speculazione ed il bunga-bunga

 Copio e incollo il post dell'amico Pietro Cambi comparso domenica scorsa su Crisis?What Crisis?

 Fotovoltaico a costo zero, la grande speculazione ed il bunga-bunga
Come volevasi dimostrare.
Cassandra, quando si tratta di vaticinare catastrofi, sconquassi e disastri vari, va sempre forte.
Il fotovoltaico è ufficialmente sul letto di morte.
Non è ancora ufficialmente morto ma siamo nella fase di osservazione finale, quella dopo la quale si può certificare la morte clinica e si può procedere con l'asportazione degli organi.
Il Decreto che toglie qualunque incentivo per gli impianti che non siano terminati alla data del 31 Maggio 2011 è stato approvato in consiglio dei ministri e probabilmente sarà ufficialmente approvato anche dai due rami del parlamento entro il mese. Ovviamente con il solito contorno di sospetta incostituzionalità.
Il tutto, come saprete, dopo mesi di bunga-bunga mediatico, con il consueto contorno di bufalozze marce.
Una per tutti: l'occupazione di suolo da parte del fotovoltaico.
Evidentemente se il suolo lo occupano, a centinaia di km quadrati, le rotonde alla francese, le aziende decotte in salsa di truffa comunitaria, i distretti industrali nati morti già sulla carta, le espansioni edilizie destinate a rimanere deserte, gli outlet delle grandi firme del sovrasfruttamento al nero multinazionale, scorticandolo, violentandolo, cementandolo per sempre, è una cosa che ci da un poco di fastidio ma la sopportiamo, con fiero cipiglio, in nome dello "sviluppo".
Se invece (FORSE) qualche decina di km quadrati viene PROVVISORIAMENTE occupato dal fotovoltaico è tutto uno stracciamento di vesti ed un digrignar di denti.
Ahh assassinio!!
Ahhh abominio!!
Vuoi mettere l'infamia di preziosi ettari di nobile paesaggio toscano deturpati dagli orridi cosi!!
Qualche decina di km quadrati??? In tutto? in tutta Italia?
Si, qualcosa di simile alle superfici coperte dalle rotonde alla francese realizzate nello stesso periodo, come ho già scritto.
SE tutto il fotovoltaico italiano, anche quello futuro fino a 8 GWp, fosse a terra occuperebbe 80 km quadrati di terreni MARGINALI (è ovvio che, salvo rare occasioni, nessuno tirerebbe giu' i vigneti di Brunello per metterci pannelli).
Terreni, che in ogni caso non possono che trarre GIOVAMENTO ad essere lasciati in pace per qualche decennio, anzichè essere arati, erpicati, rimestati, mescolati, sconquassati, impestati con diserbanti, concimi e schifezze artificiali varie. Le falde, pesantemente depauperate, specialmente nel sud non possono che trarre giovamento da uno sfruttamento inferiore o nullo.
Una volta chiarito questo punto ai nostri amici del giaguaro rivestiti della porpora ministeriale restava solo l'argomento dei costi del fotovoltaico: 35 miliardi in venti anni.
In effetti, se avremo raggiunto 8 GWp di installato al 31 Maggio 2011, potremmo anche stare sopra questa cifra.
Ma prendiamola per buona.
Innanzitutto: quali sono i costi VERI per il sistema paese?
Ovvero: quanta parte dei miliardi del conto energia resta in Italia e quanta va a rimpinguare le capaci tasche dei perfidi cinesi, dei freddi tedeschi, degli innovativi amerikkani?
Senza grandi pretese di precisione, siamo Cassandre, mica ragionieri, diciamo che circa la metà del costo di un impianto, attualmente, è riferibile ai pannelli che, in buona parte, vengono realizzati fuori dall'Italia.
Tenendo conto dei vari passaggi, grossisti, etc etc, manteniamo buona questa percentuale, probabilmente pessimistica.
Considerato il costo degli impianti, parliamo di circa 15-20 miliardi totali.
QUINDI, spalmandolo sulla durata di vita degli impianti, ogni anno per venti anni, circa 750 milioni, forse un miliardo, uscirà dal nostro paese.
In effetti il conto del "ministro" sembra tornare solo se non si considera che i soldi che entrano nell'economia italiana, creando competenze, aziende e posti di lavoro ( da 100.000 a 150.000 secondo le stime) NON sono un costo per il sistema paese.
MA ma ma: quanto risparmiamo, come sistema paese, per il fatto che NON importeremo gas e petrolio?
Il mix energetico di produzione elettrica italico si basa in buona parte sul gas, in seconda e terza battuta sul carbone e sul petrolio ed a seguire idroelettrico e rinnovabili.
Considerando 8 GWp di fotovoltaico installato, ci possiamo attendere una produzione di circa 10 TWh/anno, prendere o lasciare qualche %.
Questi 10 TWh elettrici, se prodotti da fonti non rinnovabili, devono tradursi in circa 25 TWh termici, ( è un valore ottimistico: il mix italico di produzione termoelettrica ha, pare, una efficienza di circa il 36%, in aumento).
Ignorando petrolio e carbone, immaginiamo di produrli tutti con il gas, che è piu' a buon percato.
Il costo del MC per i nostri grandi operatori è un segreto piuttosto ben tenuto ma sappiamo, sperimentalmente, che al livello di 16-20 centesimi al Mc si stracciano le vesti, gridando al complotto, al sottocosto ed al collasso economico prossimo venturo.
Prendiamo buono questo costo, che sembrerebbe essere quello di mercato europeo, anche considerando che comunque aumenterà nei prossimi anni. Prendiamo un valore per eccesso del contenuto energetico del normal metro cubo di metano, 10kWh.
25 TWh sono 25 miliardi di kWh. Ovvero ALMENO 2.5 miliardi di metri cubi di metano, con una approssimazione per difetto del 10% dovuta al differente contenuto energetico del potere calorifico inferiore/superiore etc etc.
Diciamo che, tutto considerato, visto anche che le centrali a gas sono piu' efficienti della media etc etc questo valore è quasi sicuramente inferiore a quello reale.
In ogni caso a venti centesimi/mc 2.5 miliardi di metri cubi corrispondono ad ALMENO 500 milioni di euro risparmiati per la bolletta energetica italica.
Ovviamente ai prezzi attuali, che sappiamo in crescita.
Se vogliamo essere ragionevoli un raddoppio in termini reali dei prezzi del metro cubo è uno scenario ALMENO probabile, al 2030 e dintorni.
Quindi, sulla scala dei venti anni, dobbiamo considerare 750 milioni di euro.
Ma, se consideriamo l'inflazione, sempre con una certa ragionevolezza e salvo collassi monetari e default, possiamo considerare un valore di circa 1 miliardo di euro medio sui venti anni. venti miliardi di euro, quindi.
QUINDI: il fotovoltaico costa al sistema paese, all'incirca la stessa cifra che fa risparmiare, sotto forma di bolletta energetica.
IL FOTOVOLTAICO E' A COSTO ZERO !!!!
Beh, certo: e l'altra metà della cifra? E il fatto che in realtà gli incentivi sono molto più costosi, sulla scala di venti anni?
Ma questi sono soldi che vanno tutti allinterno del sistema paese italico. Intanto la metà rientrano, sotto forma di tasse, IVA, etc.
Una discreta quota va a creare una buona base monetaria per il sistema bancario, che finalmente, è in grado di avere un buon investimento a lungo termine e sicuro.
Se considerate quanto sovvenzionamo il resto del sistema, non solo produttivo /energetico ma anche industriale, converrete che non si può ritenere che questi siano REALMENTE un costo per il sistema paese.
Ma poi bisogna dirla tutta, se si parla di speculazione:
Quanto ci sono costati, sempre in venti anni, le cosidette "assimilate" alle energie rinnovabili, quelle si in mano a grandi player nazionali ( ed internazionali) che possiamo, con una certa precisione, definire speculatori?
Il tutto meglio declinato sotto il nome di "scandalo del cip6" ?
Uh, guarda, circa la cifra indicata dal ministro.
35 miliardi di euro.
Senza contare le decine di km quadrati devastati dalle centrali, dai piazzali, dalle tubazioni.
Senza contare i morti per cancro, quelli per incidente.
Senza contare i morti nelle spedizioni di peacekeeping.
Senza contare gli idnicibili/inconfessabili compromessi che legano la politica estera nazionale in modo inverecondo a due carri contemporaneamente.
Chi ha ucciso il fotovoltaico?
Gli speculatori, ovviamente.
Il fotovoltaico non può sottostare alle leggi del magna magna nazionale.
E'una cosa troppo bella e troppo pura. OIBO'. Pure troppo seria.
Quindi uccidiamolo ora, prima che la quotidiana immersione nella melma economica lo sporchi.
Sopratutto prima che qualcuno si metta a fare, magari un poco meglio, conti come quello qui mostrato.
Non so se capite l'assurdo.
Perchè, allora, non liquidiamo il settore turistico alberghiero e la risotrazione, visto che in certe zone, ad esempio la mia toscana, siamo vicini al 50% di infiltrazione di capitali di provenienza sospetta ( ovvero mafiosa)?
perchè non liquidiamo il settore edilizio, che tanti scempi e sprechi ed obbrobri e disastri ha fatto e continua a fare?
E cosa dire delle nostre vetero oligarchie imprenditoriali, sciacalli dell'exsettore pubblico?
Eh, no.
Quella speculazione li ci piace o almeno ci siamo abituati.
E' un bunga bunga sociale e morale a cui siamo assuefatti e quasi compiacenti.
Ma il fotovoltaico/eolico/rinnovabili no.
Manco fosse biancaneve, guai se si apparta a fare cosaccie con dei loschi ceffi.
O principe azzuro o morte.
Siccome di principi e di princìpi nel nostro paese ne restano pochi, morte sia (ma prima un po di bunga bunga, eh).
Mi auguro di aver sbagliato qualcosa, nei conti/ragionamenti su esposti, possibilmente in modo macroscopico.
Perchè se avessi ragione, anche solo un poco, beh è forse arrivato il momento di scendere in piaza con la brandina, come nei paesi seri, sulla sponda sud del Mediterraneo.

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9 commenti:

Silvano Robur ha detto...

Il buon Pietro ha ragione.
Ragione da vendere.

La disamnina parte da un assunto : questo governo, tra bunga - bunga, baciamani fuoriluogo, merita un bel 3 in politica energetica.

Potremmo aggiungere che qualche (dico : qualche !) critica può essere mossa al'eccessivo consumo di suolo agricolo per le installazioni di fotovoltaico ed eolico.

Questo è vero : il fotovoltaico ha una densità per kWh prodotto per mw di superfice 1000 volte di meno di una centrale a metano.

Altra critica che si può muovere al fotovoltaico che non riesce da solo a fornire da solo quell'energia di base necessario alla curva della domanda.

Mi spiego meglio : se andate sul sito di Terna, vedrete la curva della domanda di energia che forma una "M".

Una base, costante, è quella che si trova in basso.

La base è energia fornita da centrali che funzionano sempre.

Tipicamente, centrali idroelettriche ad acqua fluente, centrali a carbone e metano.

La parte variabile è quella che viene prodotta "a richiesta".

E' prodotta da centrali elettriche a turbogas a metano, centrali idroelettriche "a serbatoio".

Se vedete bene, avremmo difficoltà per collocare eolico e fotovoltaico.

L'eolico potrebbe essere allocato nella produzione costante di base.

Nella speranza che il vento sia sempre costante.

Il fotovoltaico la cosa è ancora più critica : bastano due nuvole e la produzione crolla del 40 %.

L'unica soluzione sarebbe quella di usare l'eolico di alta quota.

Perchè in alta quota sappiamo che il vento è costante.

Oppure fare il ricorso alle biomasse vegetali : scarti agro-alimentari, legno ceduo, legno da bonifica idraulica.

Ma non subito.

Perchè nell'immediato ci serve una tecnologia ponte che ci permetta di sostenere il passaggio ad una produzione di energia da sole rinnovabili.

Posso pensare alla gassificazione del carbone unitamente al sequestro della CO2.

Anche se questa tecnologia limita il rendimento di produzione di energia elettrica.

In quanto parte dell'energia prodotta mi serve per congelare ed iniettare la CO2 in depositi litici ricchi di idrossido di calcio Ca(OH)2 adatti alla formazione di carbonati.

CO2 + Ca(OH)2 = CaCO3

Ringrazio Pietro.

Silvano Robur ha detto...

Aggiungo :

Non possiamo pensare di convertire tutti i terreni agricoli nella produzione di energia elettrica da fotovoltaico.

Perchè se è vero che l'agricoltura è deficitaria è anche vero che i prezzi delle materie prime alimentari stanno crescendo.

Mi ricordo un insegnamento della nostra storia recente : quando la siderurgia di Stato (IRI) era fortemente deficitaria.

Se avessimo quella volta deciso di spegenre tutti i nostri altiforni, la siderurgia in Italia sarebbe sparita.

Invece decidemmo di sovvenzionare
la produzione seppur deficitaria siderurgica.

Perchè un altoforno non si costruisce in due settimane.

E questo, su consiglio di un direttore giapponese che ora non ricordo il nome.

La siderurgia italiana sopravvisse.

E quando la domanda aumentò grazie alle richiesta dei paesi emergenti (Cina, Brasile, India) i prezzi risalirono.

E la siderurgia italiana crebbe in fatturato.

Se al posta della siderurgia mettiamo la nostra agricoltura il discorso varrebbe lo stesso.

E' meglio avere una agricoltura deficitaria da finanziare con sovvenzioni pubbliche piuttosto che non averla affatto.

Non possiamo mangiarlo il fotovoltaico.

Ma il grano, con cui si fa il pane, si.

Questo piccola osservazione è una "rafforzativo" di quello che dice Pietro.

Non certo deve esser letto come "detrattivo".

Forza Pietro !

Silvano Robur ha detto...

Il Giapponese si chiamava Nakamura.

Disse chiaramente : se l'Italia uscrirà dalla siderurgia, non vi rientrarà più.

Anonimo ha detto...

) il decreto non dovrà essere approvato da nessun ramo del parlamento, è già stato firmato dal presidente, a breve sarà pubblicato in gazzetta.

2) niente è sul letto di morte. in realtà non ci sarà nessuno stop, solo un paio di mesi di rallentamento degli investitori in attesa che vengano pubblicate le nuove tariffe incentivanti; rimodulazione che si è resa necessaria a causa di un vero e proprio boom di installazioni e a causa di tariffe incentivanti estremamente alte (confrontatele con quelle della germania, che ha la "metà" del nostro sole e quindi la "metà" della resa finanziaria), che arricchiscono a dismisura tutti i settori della filiera e permettono al privato che decide di investirci di avere una rendita che in alcune zone arriva al 10% (neanche i fondi di investimento junk bond rendono così tanto).

3) per tutto quanto nel punto precedente la colpa principale non è certo del governo, che ha solo cercato di metterci una pezza come meglio poteva, ma è delle associazioni di settore; nessuno meglio di loro infatti poteva capire le reali dimensioni del mercato e rendersi conto che una situazione del genere era insostenibile finanziariamente e che prima o poi si sarebbe arrivati ad un punto di rottura con grave danno per tutti, in primis per il sistema paese; ed invece no, con la tipica miopia del meglio un uovo oggi che una gallina domani, arraffiamo tutto quanto possiamo adesso, poi si vedrà....e così quando sono andati a ridiscutere le tariffe del secondo conto energia entrate in vigore due mesi fa, hanno puntato ad ottenere quanti più soldi possibili, invece di chiedere una sostanziosa riduzione per poter accompagnare gradualmente la tecnologia verso la grid parity mantenendo il mercato vivo e stabile.

4) la limitazione agli impianti nei terreni agricoli è sacrosanta. nessun divieto o preclusione, solo due limiti: max 1 MW, max 10 % della superficie occupata per ogni proponente. Il fotovoltaico deve servire alle aziende agricole come integrazione del reddito, non come fonte principale di reddito, altrimenti quello diventa terreno industriale e non più agricolo. C'è talmente tanto spazio sui tetti e sulle coperture dei capannoni industriali, nonchè nei terreni marginali e non utilizzati che se fossero ricoperti anche solo in minima parte dai pannelli fv soddisfarrebbero appieno il fabbisogno elettrico nazionale; ed è proprio su questo tipo di superfici che va favorita l'installazione e scoraggiata nelle altre, direzione questa che è stata giustamente intrapresa. Per inciso, i terreni non godono quando vengono ricoperti di pannelli, anzi in breve tempo divengono aridi ed improduttivi.

giambo ha detto...

I terreni non godranno dei pannelli fotovoltaici, ma non godono nemmeno con i pesticidi ed i fertilizzanti chimici.
Non godono nemmeno delle monocoltivazioni che hanno distrutto la biodiversità.
Dove sta scritto che un terreno, se non coltivato, diventa arido?
I pannelli fotovoltaici sono sollevati dal suolo e sono inclinati, semmai sarà un problema evitare che vengano raggiunti dall'erba sottostante.

Massimo J. De Carlo ha detto...

si tolgono i contributi alle rinnovabili per darli al nucleare. sic simpliciter.

Anonimo ha detto...

@ giambo
i terreni al di sotto dei pannelli non possono più ricevere alcuna precipitazione, si inaridiscono ad una velocità di cui nessun pesticida sarebbe capace. Inutile tirare in ballo problemi diversi, non sono a favore dell'uso di pesticidi nè delle monoculture...non per questo devo essere a favore dei pannelli nei terreni agricoli quando c'è così tanto spazio sui tetti delle abitazioni, sui capannoni delle fabbriche, nelle aree industriali e nei terreni marginali

@ massimo
non sono d'accordo. non si sono tolti gli incentivi, si sta solo cercando di ridistribuirli in modo da non drogare troppo il mercato e in modo da garantire una sostenibilità finanziaria che porti verso la grid parity...anche alcune associazioni come il kyoto club in passato avevano messo in guardia dal fatto che gli incentivi al fotovoltaico fossero troppo alti e che si potesse replicare un caso spagna...abbiamo rischiato grosso, ma forse questo decreto ci metterà una pezza prima che si verificasse il vero disastro...se vedi bene, lo stesso è successo in germania, paese che è sempre stato modello e guida per il conto energia..
quella del nucleare è tutt'altra questione, per fortuna ancora non è stato speso un centesimo per il nuovo nucleare e speriamo che non nessun centesimo sarà mai speso.....quella è un'altra partita tutta da giocare, ma secondo me ci sono buone possibilità di spuntarla, in un modo o nell'altro...
come dicevo, inutile tirare in ballo questioni diverse e mostrarsi polemici a prescindere, se il governo con un decreto fa, magari anche incidentalmente se vuoi, una cosa saggia, decidendo di tagliare gli incentivi in modo da accompagnare il progresso tecnologico..

Massimo J. De Carlo ha detto...

"...Qualche sussurro, almeno, deve essere arrivato anche alle orecchie finora insensibili del Ministro Romani, che infatti per martedì prossimo ha convocato un tavolo aperto alle organizzazioni di categoria, alle banche e alle associazioni per discutere come attenuare le conseguenze disastrose del decreto, cosa che avrebbe dovuto fare prima della solenne figuraccia calata sull'intero Paese!
Come al solito, si constata che non funziona il concetto di "tecnologia buona o cattiva", ma tutto si gioca sui rapporti di forza: da una parte, l'industria petrolifera e del gas, e l'emergente lobby del nucleare, che vedono nelle incentivazioni soprattutto al fotovoltaico, ma anche all'eolico, una "concorrenza" con le incentivazioni "CIP6" agli scarti di raffineria e altre schifezze (per altro ripetutamente stigmatizzate dall'Unione Europea) e alle inevitabili incentivazioni pubbliche al nucleare (che con i soldi privati non si farà mai!), dall'altra una organizzazione finalmente unitaria e consapevole dell'imprenditoria delle fonti rinnovabili, forte di un'occupazione pari a tante volte la FIAT, di un fatturato di decine di miliardi di Euro, e della consapevolezza, che deve essere arrivata anche alle sensibilissime orecchie dei nuclearisti, che con il trend corrente entro metà del prossimo anno il solo fotovoltaico produrrà tanta energia - attenzione, non potenza, proprio energia - quanta ne potranno erogare le quattro fantomatiche centrali nucleari ma al minimo tra dieci lunghi anni!..."
http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=9321

Silvano Robur ha detto...

Scusatemi.
Ma io dissido con tutti.

Una manovra oscura, pilotata non so da chi, vuole portare alla concentrazione nelle mani di pochi (possibilmente uno solo !), la produzione di energia, rinnovabile inclusa.

1. Se il ministero ridurrà gli incentivi, favorirà (guarda caso) i grandi monopolisti dell'energia, che potranno con le loro liquidità finanziare impiantare grandi impianti, spuntando sconti dalle aziende installatrici.

2. I piccoli saranno fatti fuori dai grandi concentratori.

3. Le piccole aziende energetiche pubbliche, veri e propri gioiellini di mirata gestione dell'economia locale, nei comuni sotto i 30000 abitanti, dovranno essere poste in vendita, grazie ad un decretino di questa estate.

4. La produzione di energia elettrica diffusa, dal basso, lo sviluppo di una "rete intelligente", la democratizzazione dell'accesso ed alla produzione di energia, in un paese di monopolisti e di finte liberalizzazioni come l'Italia, non sa fa fare.

5. Concordo e dissento con l'ultimo intervento del curatore del blog.

E' vero, verissimo, che l'andamento dello sviluppo del fotovoltaico in Italia porta a chiederci : ma il nucleare a cosa ci serve ?

Giustissimo.

Adesso vi dico la mia perplessità.

La prima : il consumo di suolo agricolo.

La densità di energia elettrica prodotta per mq di suolo per un impianto fotovoltaico non può reggere il confronto con una centrale convenzionale.

Intendo dire il rapporto kWh/mq prodotto.

Il rapporto è suiperiore a 1 a 100.

La seconda : l'energia di "base".

Come avrete avuto modo di vedere dal grafico del consumo di energia elettrica, abbiamo una curva di produzione che assomiglia ad una "M".

Una parte, quella in basso, è la base.

Costante.
Sempre.

Anche di notte.

Domanda : come facciamo a fornire energia di base con le rinnovabili ?

Con il fotovoltaico ?

E di notte ?
E se si annuvola ?

Con il vento ?

E se c'è bonaccia ?

Con l'eolico d'alta quota sarebbe una cosa meravigliosa.
Ma al momento non c'è nulla.

Possiamo ricorrere solo all'idroelettrico ad acqua fluente.

Ma con i cambiamenti climatici, gli attuali impianti non riescono ad elaborare portate in eccesso, che vengo scaricate senza produzione di energia.

Non che siano diminuite le precipitazioni.

Ma queste, invece di essere distribuite nell'anno, mi si concentrano per intensità in brevissimi periodi di tempo.

Con il risultato che ciò che arriva in più, intermini di portata alla centrale, viene scaricato a valle.

L'unica soluzione sarebbe quella di adeguare i bacini degli impianti idroelettrici aumentandone la capacità di invaso.

In maniera tale che le portate in eccesso possano essere accumulate e sfruttate in maniera differita nel tempo.

Per gli imapinti ad acqua fluente, sarebbe sufficiente dotarli di casse di accumulo.

In cui l'acqua fuoriuscita possa essere accumulata ed utilizzata in periodi di magra.

D'estate, poi, gli impianti ad acqua fluente tranne quelli vicino i ghiacciai, son tutti fermi.

L'unica risposta valida che mi possa venire in mente è di "impiantare" enormi batterie capaci di immagazzinare energia e di restituirla quando serve.

Altre soluzioni non ne vedo.