Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


venerdì 31 maggio 2019

Le rinnovabili e la produzione nazionale di energia elettrica nel mese di Aprile 2019 a +4,5%



Qualche giorno fa abbiamo visto i dati relativi al consumo di energia elettrica in Italia nel mese di Aprile 2019 seguendo il comunicato stampa emesso da Terna in cui si certifica, sia pure provvisoriamente, che vi è stata una diminuzione del 4.5% rispetto allo stesso mese dell'anno passato, con 21.655 GWh contro i 20.741 GWh del 2018.

Adesso prendiamo in esame la produzione nazionale di energia con particolare attenzione verso le energie rinnovabili.

Nel mese di aprile 2019 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’89,5% con produzione nazionale e per la quota restante (10,5%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (21,7 miliardi di kWh) è risultata in crescita rispetto ad aprile 2018 (+4,5%)

Prosegue la crescita della fonte di produzione eolica (+20,8%) ed è in aumento anche la fonte termica (+19,7%); in diminuzione tutte le altre (idroelettrica -30,8%; fotovoltaica -9,6%; geotermica -0,8%).


I nostri grafici


Per comprendere facilmente con un semplice sguardo abbiamo realizzato come al solito alcuni grafici con i dati forniti da Terna.


La produzione nazionale dal 2009


Nel mese di Aprile si registra una crescita della produzione nazionale del 4,5% rispetto ad Aprile 2018. La quota di produzione delle centrali termiche è cresciuta del 19% mentre, tra le rinnovabili, si ha un  forte  aumento dell'eolico del 20,8%, una forte diminuzione della fonte idroelettrica - 30,8%, scende leggermente il  per  il geotermico con un -0,8%, mentre cala il fotovoltaico del -9,6%.


Il grafico per anno solare ci rivela che ad Aprile 2019 la produzione nazionale risulta essere collocata ad un livello medio, negli ultimi 11 anni presi in considerazione nei nostri grafici con 21,665 miliardi di kWh , ovvero +4,5% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente .


... vediamo la sequenza mensile.


Il grafico seguente rappresenta l'andamento della produzione nazionale come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese di riferimento. 



Adesso prendiamo in considerazione le singole componenti delle rinnovabili.

La produzione fotovoltaica negli ultimi anni suddivisa per anno solare. Vediamo una diminuzione del fotovoltaico con un -9,6% rispetto all'anno passato con 2.194 GWh.


La produzione eolica negli ultimi anni suddivisa per anno solare, seconda solo al 2016 tocca  1.475 GWh , con una alta percentuale di crescita +20,8% .


Ciascuna delle rinnovabili in un solo grafico.


Qui sotto vediamo la quantità di energia prodotta da fonte idroelettrica separata dalle altre componenti rinnovabili sommate insieme.


Qui sotto è la quantità di energia termoelettrica rapportata a tutte le rinnovabili.



Il grafico seguente mostra il ruolo di tutte le componenti nella produzione nazionale di energia, le rinnovabili (idroelettrica + geotermica/eolica/fotovoltaica) 29,90% e la termica 69,10%.


Nota: nella nostra torta e in tutti i grafici del post abbiamo escluso le biomasse non facenti parte della quota rinnovabile a differenza di Terna che le considera fonti rinnovabili.



Continuiamo con una novità inserita nei post da qualche mese a questa parte per i nostri grafici avendo avuto delle sollecitazioni da parte di lettori del nostro blog.

Il grafico delle rinnovabili come sommatoria dei 12 mesi precedenti al rilevamento ultimo, il primo con il solare, eolico, geotermico, a parte l'idroelettrico.


Negli ultimissimi mesi si rileva una risalita della produzione idroelettrica.




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giovedì 30 maggio 2019

Quali sono i Paesi produttori di litio e riserve più importanti


( Per gentile concessione di Volkswagen | Fonte: USGS 2019. )

L'articolo da cui abbiamo tratto l'immagine viene dal sito online Mining.com nel quale si possono evidenziare due cose significative. La prima è che il Cile ha le più importanti riserve di Litio, circa 8 milioni di tonnellate, al secondo posto c'è l'Australia con 2,7 milioni di tonnellate, al terzo l'Argentina con 2 milioni  e solo al quarto posto la Cina con 1 milione di tonnellate. Altri paesi seguono a grande distanza. 

Secondo fatto degno di nota viene dalla constatazione che nell'anno passato sia stata l'Australia ad estrarre più litio al mondo, 51 mila tonnellate, seguita dal Cile con 16 mila tonnellate, poi l'Argentina con 8 mila e la Cina con 6,2 mila tonnellate. Gli Stati Uniti sono appena percepibili in uno dei due grafici.

Altra nota importante, che si ricava leggendo l'articolo, viene dalla dichiarazione che una delle più importanti società estrattive che possiede miniere di litio, la cilena SQM, Chemical and Mining Society, la seconda al mondo in ordine di grandezza per essere precisi, ha visto aumentare del 17% la produzione di litio nel primo Quadrimestre del 2019, almeno 315.000 tonnellate rispetto a circa 260.000 tonnellate dell'anno scorso, ma con una contrazione dei ricavi per la caduta dei prezzi del litio stesso. Tutto sommato una doppia buona notizia poiché la quantità estratta e il prezzo del litio vengono a ricadere sul prezzo totale delle batterie al lito, prezzi che infatti scendono costantemente come abbiamo visto  nel Post di ieri (Il costo delle batterie al litio è sceso dell'85% dal 2010), favorendo in ultimo la discesa dei prezzi delle auto elettriche.

La società SQM, che è in grado di produrre 60.000 tonnellate di litio quest'anno, prevede volumi di vendita reali tra le 45.000 e 50.000 tonnellate, per arrivare entro il 2020 a  volumi di vendita superiori de del 30% rispetto a quelli raggiungibili nel 2019, con circa 65.000 tonnellate.

Il Cile, che detiene circa il 52% delle riserve di litio conosciute al mondo, l'anno scorso ha perso però la sua  corona di più importante produttore di litio a favore dell'Australia .



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mercoledì 29 maggio 2019

Il costo delle batterie al litio è sceso dell'85% dal 2010


Interessante articolo di BloombergNEF sulle batterie al litio. Qui un riassunto.
La realtà è che non c'è niente di meglio delle batterie agli ioni di litio anche nel prossimo futuro. Il calo dei prezzi e dei costi significa che la tecnologia di storage ha un vantaggio duraturo, il che significa che la batteria del futuro, almeno per il prossimo decennio, sarà quasi certamente la batteria del passato a base di litio. L'umile di batteria agli ioni di litio ha costruito un vantaggio tale da dominare il mercato che le tecnologie concorrenti dovranno lottare parecchio per recuperare il terreno perso. 
Comunque le batterie agli ioni di litio stanno riversando produzione nei mercati  da nuovi stabilimenti in Cina, Stati Uniti, Thailandia e altrove che stanno portando ad un ulteriore calo dei prezzi, che sono già sprofondato il 85% dal 2010 ad oggi. E i miliardi già spesi per le fabbriche creerà un potente incentivo per l'industria per tenersi al passo aggiornando le batterie agli ioni di litio. La tecnologia sta pian piano migliorando e questo miglioramento è meglio che adottare qualcos'altro.

Molte start-up ora si concentrano sul miglioramento delle batterie agli ioni di litio. “Non pensiamo che la batteria agli ioni di litio stia per essere abbandonata”, ha detto Erik Terjesen, senior director della strategia per la società Ionic Materials Inc. con sede nel Massachusetts. L'azienda è una delle tante che sta cercando di sviluppare batterie allo stato solido perfette, spesso annunciate come probabile sostitute di quelle agli ioni di litio. Batterie allo stato solido che promettono, tra le altre cose, di eliminare il liquido infiammabile che può causare problemi particolarmente nei computer portatili. Ma Ionic non sta cercando di sostituire le batterie agli ioni di litio, anzi, l'azienda ha progettato il suo elettrolita polimerico e sta lavorando all'interno delle batterie esistenti. Ciò significa che tutte quelle nuove fabbriche possono continuare a produrre senza l'acquisto di costose attrezzature nuove. 
“E 'una tecnologia molto versatile, così ogni volta che si arriva a prodotti più economici si aprono automaticamente più segmenti di domanda per essa, '' ha detto Logan Goldie-Scot, responsabile della ricerca accumulo di energia a BloombergNEF. I prezzi del pacco batteria agli ioni di litio, che in media costava 1,160 dollari a kWh nel 2010, ha raggiunto i 176 dollari per kWh l'anno scorso e potrebbe scendere al di sotto di 100 dollari nel 2024, secondo il BloombergNEF. Il calo continuo dei prezzi combinata con il miglioramento delle prestazioni è probabile che sarà in grado di aprire nuovi mercati.
Le molte alternative proposte nel passato, dai volani a flow-batteries, non sono riuscite a prendere piede, mentre il mercato cresce sempre di più con le ioni di litio. Primus Power della California, per esempio, offre una batteria di flusso in grado di produrre 25 kW di energia elettrica per cinque ore, e l'Amministratore Delegato Tom Stepien ha detto che i miglioramenti al design attuale potrebbe incrementare l'erogazione di energia per sette o otto ore
Il litio è un velocista,” ha detto. “le batterie di flusso sono un maratoneta”. Ma Stepien riconosce la difficoltà di convincere i potenziali clienti di scommettere su una tecnologia meno familiare. Primus ha installato 30 dei suoi sistemi fino ad oggi, per lo più negli ultimi tre anni.

La polvere che è nelle mani di Gene Berdichevsky, co-fondatore e amministratore delegato di Sila Nanotechnologies, assomiglia a polvere di carbone che potrebbe aumentare l'accumulo di energia di una batteria agli ioni di litio del 20% o più. “Penso che le batterie agli ioni di litio possa assolutamente dominare tutto lo storage, ma si deve introdurre nuove chimiche per farlo”. Questa di Sila è una polvere basata sul silicio capace di modellare l'anodo. A livello atomico, il silicio può contenere più di litio della grafite di carbonio, il materiale anodico più comune, il che significa che le batterie, usando il prodotto di Sila può immagazzinare più energia. L'azienda ha raccolto circa 125 milioni di dollari ad oggi e formato una partnership con BMW Group per sviluppare la tecnologia.

Berdichevsky ha affermato che eventuali concorrenti che offrono un'architettura batteria radicalmente diversa avranno difficoltà a penetrare nel mercato, in quanto produttori di batterie dovranno costruire da zero le loro fabbriche quando i prezzi continuano a scendere. Spinta dalla crescente produzione di auto elettriche, la capacità di produzione in tutto il mondo per le batterie agli ioni di litio è quasi triplicata negli ultimi cinque anni, secondo i dati di BloombergNEF. La quantità produttiva è attualmente pari a 302,2 GWh, e nuovi impianti sono previsti per aggiungere ulteriori 603,8 GWh  entro i prossimi cinque anni.

Fonte BloombergNEF


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martedì 28 maggio 2019

Il consumo dei carburanti per autotrazione di Aprile 2019 sale del 4,1%


Dopo avere visto il consumo di petrolio nel suo complesso del mese di Aprile 2019, adesso verifichiamo i consumi di carburanti autotrazione ((benzina+gasolio), con un giorno lavorativo in più, sono risultati pari a poco più di 2,6 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di benzina e 2 milioni di gasolio, con un incremento del 4,1% rispetto allo stesso mese del 2018.

In particolare:

La benzina totale ha mostrato un aumento del 2,7%, mentre la benzina venduta sulla rete ha registrato un incremento del 2,2% rispetto ad aprile 2018. Il gasolio autotrazione evidenzia un incremento del 4,5%, mentre il gasolio venduto sulla rete del 5,5% rispetto ad aprile 2018.


Primo quadrimestre 2019

Nel primo quadrimestre i consumi di carburanti autotrazione sono cresciuti dello 0,8%. La benzina totale è risultata invariata, quella venduta sulla rete ha mostrato un calo dello 0,1%. Il gasolio autotrazione evidenzia, invece, una crescita dell'1%, quello venduto sulla rete dello 0,9%.

Dal Comunicato stampa Unione Petrolifera


Il consumo dei carburanti per autotrazione

Vediamo i grafici da noi realizzati suddivisi per anno solare a partire dal 2007.

Il consumo della benzina a Aprile, torna a salire piazzandosi al terzultimo posto tra gli ultimi 13 anni presi in considerazione. La variazione mensile è positiva per il mese, 2,7% ma risulta ancora stabile nel quadrimestre, +0,0%.



Il consumo di gasolio è sostanzialmente in buona risalita con 4,5% rispetto al consumo dello stesso mese del 2018 e in crescita nel quadrimestre, +1,0%.



Qui sotto vediamo l'andamento dei carburanti, il gasolio insieme alla benzina, 4,1 % mensile e +0,8% nel quadrimestre.



Adesso vediamo i grafici che prendono in considerazione i consumi sommando gli ultimi 12 mesi includendo il mese di riferimento. Tutto sommato relativamente stabili da circa 1 anno.

Per la benzina sembra invertire la discesa nei consumi e accenna a risalire, sia pur di poco e lentamente.


Il gasolio ha un rallentamento nella risalita dei consumi.


Il grafico che mette insieme la benzina e il gasolio disegna da un anno una linea di risalita e una stasi negli ultimi tempi.


GPL

Diamo un'occhiata anche al consumo del gpl da trazione, essendo anch'esso un derivato del petrolio.  Il Gpl sale ad Aprile, +2,1% ma scende nel quadrimestre -1,2%.


Il grafico seguente che prende in considerazione la sommatoria dei 12 mesi precedenti.






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lunedì 27 maggio 2019

Correlazione tra diffusione di auto elettriche e PIL nell'UE


Questa mappa (interattiva nel sito Acea)  visualizza la correlazione tra la diffusione sul mercato di veicoli elettrici con batterie ricaricabili (ECV) e il PIL pro capite per i 28 Stati membri dell'UE più Norvegia e Svizzera.


Osservazioni chiave


  • 2,0% delle vetture nuove immatricolate in Europa nel 2018 erano veicoli elettrici con batterie ricaricabili (ECVS).
  • Tuttavia, la metà di tutti gli Stati membri dell'UE hanno una quota di mercato ECV inferiore all'1% .
  • Tutti i paesi con una quota di mercato ECV inferiore all'1% hanno un PIL inferiore a € 29.000, compresi i nuovi Stati membri dell'UE in Europa centrale e orientale, ma anche in Spagna, Italia e Grecia.
  • Al contrario, una quota di mercato del ECV al di sopra del 3,5% si verifica solo nei paesi con un PIL pro capite di oltre € 42.000 .
  • Molte persone prendono il mercato norvegese come punto di riferimento. Ma proprio il suo PIL di € 73.200, che è più del doppio della media UE (€ 30.600), detiene il 49,1% di ECV mostrando che il mercato norvegese è un'eccezione in Europa.
  • I paesi che entrano secondo e terzo, Svezia (8%) e Paesi Bassi (6,7%), hanno alcuni dei più alti PIL dell'UE, ma le quote di mercato ECV sono molto più bassi.
  • D'altra estremità dello spettro, in Lettonia solo 93 auto elettriche sono state vendute nel 2018. E con una quota di mercato ECV del 0,2%, la Polonia ha l'assorbimento più basso di auto elettriche nell'UE .
  • Non solo si vede una chiara divisione tra centro-orientale e l'Europa occidentale, ma anche un divario Nord-Sud pronunciato (ad esempio, la Grecia e l'Italia 0,3% 0,5%).
Top dei 5 paesi con più bassa quota di auto elettriche nella UE
  1. Polonia - 0,2% con 1.324 ECV vendute nel 2018 (PIL pari a € 12.900)
  2. Slovacchia - 0,3% con 293 ECV vendute nel 2018 (PIL pari a € 16.600)
  3. Grecia - 0,3% con 315 ECV vendute nel 2018 (PIL pari a € 17.100)
  4. Repubblica Ceca - 0,4% con 981 ECV vendute nel 2018 (PIL pari a € 20.500)
  5. Lituania - 0,4% con 143 ECV vendute nel 2018 (PIL pari a € 15.900)

La quota dei 5 più grandi mercati automobilistici europei di mercato di ECV
  1. Germania - 67,658 ECV, o il 2,0% dei 3,4 milioni di auto vendute nel 2018 (PIL pari a € 41.000)
  2. Regno Unito - 59.947 ECV, pari al 2,5% dei 2,4 milioni di auto vendute nel 2018 (PIL pari a € 37.600)
  3. Francia - 45,623 ECV, o il 2,1% dei 2,2 milioni di auto vendute nel 2018 (PIL pari a € 36.200)
  4. Italia - 9.731 ECV, pari allo 0,5% dei 1,9 milioni di auto vendute nel 2018 (PIL pari a € 29.000)
  5. Spagna - 11.810 ECV, pari allo 0,9% dei 1,3 milioni di auto vendute nel 2018 (PIL pari a € 26.200)


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sabato 25 maggio 2019

Europee, dai cibi stranieri in Italia un allarme al giorno


I cibi stranieri importati in Italia hanno provocato quasi un allarme alimentare al giorno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf) in occasione delle elezioni europee che rappresentano una occasione per porre il tema della sicurezza alimentare e della trasparenza dell’informazione ai consumatori in cima all’agenda politica. Sul totale dei 398 allarmi che si sono verificati in Italia nel 2018 – sottolinea la Coldiretti – solo 70 (17%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, 194 provenivano da altri Paesi dell’Unione europea (49%) e 134 da Paesi extracomunitari (34%).

In altre parole – precisa la Coldiretti – oltre quattro prodotti su cinque pericolosi per la sicurezza alimentare provengono dall’estero (83%), dalle nocciole turche al pollo dal Brasile fino alle arachidi dall’Egitto. Dal rapporto sono evidenti le maggiori garanzie di sicurezza dei prodotti nazionali mentre – evidenzia Coldiretti – preoccupazioni vengono soprattutto dalle importazioni. Il motivo è spiegato dalla storica relazione della Corte dei Conti Europea del 15 gennaio scorso sui “pericoli chimici negli alimenti che consumiamo”, in cui si parla di tolleranze all’importazione e si chiede alla Commissione Europea di spiegare “quali misure intende adottare” per mantenere lo stesso livello di garanzia per gli alimenti importati rispetto a quelli prodotti nella Ue.

Infatti il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari è stato pari al 4,7% rispetto alla media Ue dell’1,2% e ad appena lo 0,4% dell’Italia secondo le elaborazioni Coldiretti sulle analisi relative alla presenza di pesticidi rilevati sugli alimenti venduti in Europa effettuata dall’Efsa. In altre parole – precisa la Coldiretti – i prodotti extracomunitari sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di quelli Made in Italy.

L’Unione europea – denuncia Coldiretti – con accordi preferenziali agevola l’ingresso in Europa di prodotti che spesso non rispettano la normativa comunitaria per i pericoli alla salute, l’utilizzo di sostanze chimiche dannose per l’ambiente o lo sfruttamento dei lavoratori. E questo accade spesso grazie alla regia e alle norme sancite dagli accordi bilaterali o multilaterali di libero scambio. Ne sono un esempio secondo la Coldiretti le condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, carciofi, olio di oliva, all’Egitto per fragole, uva da tavola e finocchi, oltre all’olio di oliva dalla Tunisia dove non valgono certamente gli stessi standard produttivi, sociali ed ambientali vigenti in Italia. L’Unione Europea arriva addirittura ad agevolare l’ingresso in Europa del riso dal Vietnam accusato di sfruttamento del lavoro minorile.

“L’esperienza ha dimostrato che nei confronti delle emergenze alimentari l’indicazione di origine in etichetta è importante per intervenire rapidamente, circoscrivere l’allarme e contrastare le psicosi con effetti drammatici sul sistema economico e occupazionale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel denunciare che “l’Unione Europea vuole bocciare le normative nazionali che consentono agli italiani di sapere da dove viene il grano impiegato nella pasta, il latte utilizzato nei formaggi e il pomodoro nella salsa per evitare che venga spacciato come Made in Italy prodotto straniero”. L’Italia – conclude Prandini – grazie al pressing della Coldiretti è all’avanguardia in Europa per la trasparenza delle informazioni sulle etichette degli alimenti ma questo primato rischia di essere cancellato dall’entrata in vigore nell’aprile 2020 delle norme europee fortemente ingannevoli per i consumatori.

Fonte Coldiretti



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venerdì 24 maggio 2019

Consumi di energia elettrica in Italia: ad Aprile -0,6%, l'eolica a +20,8%

Ancora in crescita la produzione di energia eolica (+20,8%). La domanda di elettricità in Italia è stata di 24 miliardi di kWh, in flessione dello 0,6% rispetto allo stesso mese del 2018. L’andamento della domanda ha risentito dell’effetto calendario e temperatura: quest’anno, infatti, aprile ha avuto un giorno lavorativo in più (20 vs 19) e una temperatura media mensile inferiore di circa 2,2°C rispetto ad aprile del 2018, a cui si sono aggiunte le festività pasquali e della giornata del 25 aprile che hanno comportato un prolungato periodo di arresto delle attività lavorative. Il dato destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura, porta a una variazione negativa della domanda elettrica di aprile pari allo 0,7%.

La domanda del primo quadrimestre del 2019 risulta in flessione dello 0,9% rispetto al corrispondente periodo del 2018. In termini rettificati la variazione diventa -0,8%.

 A livello territoriale la variazione tendenziale di aprile 2019 è risultata negativa al Nord (-1,3%) e positiva sia al Centro (+0,2%) che al Sud (+0,4%).

In termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura dell’energia elettrica richiesta ad aprile 2019 ha fatto registrare, dopo due mesi negativi, una variazione positiva (+0,6%) rispetto al mese precedente (marzo 2019). Il profilo del trend resta tuttavia su un andamento decrescente.

Nel mese di aprile 2019 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’89,5% con produzione nazionale e per la quota restante (10,5%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (21,7 miliardi di kWh) è risultata in crescita rispetto ad aprile 2018 (+4,5%). Prosegue la crescita della fonte di produzione eolica (+20,8%) ed è in aumento anche la fonte termica (+19,7%); in diminuzione tutte le altre (idroelettrica -30,8%; fotovoltaica -9,6%; geotermica -0,8%).

Dal Comunicato stampa Terna



I nostri grafici

Di seguito vediamo i grafici da noi realizzati prendendo i dati ufficiali pubblicati da Terna a partire dal Gennaio 2006 ad oggi.

Per anno solare. Il consumo del mese si pone comunque in basso tra i livelli di consumo degli ultimi 14 anni,  più in alto solo rispetto al 2016.




Per una migliore lettura degli ultimi 9 anni vediamo il grafico sottostante che permette di localizzare il consumo negli anni recenti.




Qui vediamo, dal Gennaio 2006 ad oggi, i mesi in sequenza che rivelano una linea che negli ultimi mesi segna comunque una tendenza ondeggiante con una ridiscesa da metà dello scorso anno.




Nel prossimo grafico si evidenzia una sequenza di barre negative relative alle percentuali degli ultimi 72 mesi, ciascuno dei quali si confronta con lo stesso mese dell'anno precedente. Essendo percentuali che si riferiscono allo stesso mese dell'anno precedente il grafico mostra bene la progressione positiva e negativa di anno in anno. Dopo la significativa crescita della maggior parte dei mesi estivi del 2015, si nota un forte calo nell'anno successivo, 2016,  per poi invertire nuovamente con un rialzo nel 2017 mentre nel 2018 vediamo alti e bassi e la predominanza negativa nel 2019 



Adesso prendiamo visione del grafico, significativo e chiaro, che rappresenta l'andamento dei consumi come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese trascorso. Esso disegna il crollo progressivo. Negli ultimi mesi la silouette disegna alti e bassi con i picchi sempre meno elevati e valli più profonde. Un paio di anomalie vengono dalle crescite dei consumi nei mesi estivi degli ultimi due anni a causa delle condizioni climatiche contingenti, dovuti al riscaldamento globale, a cui si è aggiunta la chiusura francese per le 12 centrali nucleari in revisione a cavallo del 2016/2017, energia da noi prodotta e non importata per i nostri bisogni. In generale si vedono curve con picchi sempre più bassi e minimi più profondi. Ultimamente siamo in una fase di curva che si rivolge verso la discesa.



Per un aggiornamento della produzione nazionale di energia elettrica derivata da fonti rinnovabili rimandiamo la lettura ad un prossimo post dedicato.





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giovedì 23 maggio 2019

B-Nano, la microvettura elettrica con batterie condivise


La settimana passata alla presentazione a Parigi della microvettura elettrica a due posti c'era Usain Bolt, come leggiamo in un articolo pubblicato online da TheDriven.


Essenzialmente sono due, tre i punti essenziali della vettura: il costo particolarmente contenuto, 10.000 dollari; la batteria sostituibile senza difficoltà; la percorrenza 'limitata' come scelta. La percorrenza è di appena 24 chilometri circa ma ha il vantaggio di poter ritornare operativa in pochi secondi togliendo la batteria scarica e riposizionando una batteria carica grazie a stazioni dove si raccolgono le batterie con un servizio messo a disposizione lungo le strade. 

L'azienda produttrice è la Bolt Mobility con sede in Florida di cui Usain Bolt (*) è un co-fondatore. Per il momento non si conoscono altri dettagli tecnici. Per i pre-ordini l'azienda chiede solo 999 dollari.

(*) Usain St. Leo Bolt  è un ex velocista giamaicano, campione olimpico dei 100 e 200 metri piani,  e della staffetta 4×100 metri, specialità di cui detiene anche i primati mondiali, stabiliti  nei 100 e 200 metri, vincitore di medaglie ai Giochi olimpici.



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mercoledì 22 maggio 2019

I consumi petroliferi ad Aprile 2019 salgono dell'1,3%, del +4,1% i carburanti



Se salgono i consumi di Aprile 2019, i dati diffusi dall'Unione Petrolifera dimostrano, tuttavia, nel primo quadrimeste dell'anno un calo generale dello 0,9%

Crescono i consumi petroliferi italiani che, nel mese di aprile, sono ammontati a 4,8 milioni di tonnellate, in crescita dell'1,3% rispetto allo stesso mese del 2018.

Secondo i dati diffusi dall'Unione petrolifera i consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio), con un giorno lavorativo in più, sono risultati pari a poco più di 2,6 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di benzina e 2 milioni di gasolio, con un incremento del 4,1%.

La benzina totale ha mostrato un aumento del 2,7%, mentre la benzina venduta sulla rete ha registrato un incremento del 2,2% rispetto ad aprile 2018. Il gasolio autotrazione evidenzia un incremento del 4,5%, mentre il gasolio venduto sulla rete del 5,5% rispetto ad aprile 2018.

Nel primo quadrimestre i consumi sono stati pari a 19,1 milioni di tonnellate segnando, a livello generale, un calo dello 0,9%. I consumi di carburanti autotrazione sono cresciuti dello 0,8%. La benzina totale è risultata invariata, quella venduta sulla rete ha mostrato un calo dello 0,1%. Il gasolio autotrazione evidenzia, invece, una crescita dell'1%, quello venduto sulla rete dello 0,9%.



I nostri grafici 


Qui di seguito sono i nostri grafici preparati grazie ai dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico riguardanti il consumo di petrolio. Dedicheremo a parte un post sul consumo dei carburanti nei prossimo giorni.

Il petrolio

Il grafico dei consumi di petrolio per anno solare. Il consumo del mese appena trascorso ha una crescita del 1,25% rispetto allo stesso mese del 2018 ma si colloca ancora in basso dei livelli di consumo degli ultimi 14 anni presi in considerazione . 



Il grafico dei consumi con i mesi in sequenza dal Gennaio 2006. La curva rivela una tendenza ad una stabilizzazione negli ultimi mesi.


Il grafico seguente è relativo ai consumi sommando i 12 mesi precedenti al mese di riferimento partendo dal dicembre 2006. Dopo una risalita partita all'inizio del 2015 si nota un andamento a onda con alti e bassi poco profondi terminanti con una tendenza alla decrescita negli ultimi mesi che tengono conto dei 12 mesi precedenti.


Il grafico delle percentuali mese su mese dell'anno precedente dal Gennaio 2006. Altalenante dalla metà del 2016 quasi sempre positiva in tutto il 2018, altalenante nel 2019.



Prossimamente con i grafici il consumo dei carburanti con un post dedicato.




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