Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


mercoledì 28 febbraio 2018

Il grafene può funzionare come perfetto filtro dell'acqua

Il grafene è una forma bidimensionale di carbonio con uno spessore pari ad una molecola scoperta nel 2004 dall'Università di Manchester. Il grafene È incredibilmente sottile, leggero e resistente che ha numerose applicazioni potenziali. Una di queste è la possibile realizzazione di fonti affidabili di acqua pulita in grado di alleviare la sete a numerose popolazioni poste sul globo quindi diventerebbe uno dei più importanti impieghi.

Usato già da tempo come elettrodo super efficiente nelle batterie per accumulare energia, nel 2025 potrebbe diventare l'elemento essenziale per permettere la dissalazione dell'acqua marina a due terzi della popolazione mondiale che soffrirà di una grave carenza di fonti di acqua potabile. La realizzazione di una membrana multistrato di ossido di grafene permetterà il filtraggio dell'acqua con i suoi micro pori impedendo il passaggio del cloruro di sodio (sale) dell'acqua del mare molto più veloce e in maniera più efficiente di quanto possano fare gli attuali metodi con una durata protratta nel tempo.
Attualmente i ricercatori sono riusciti a produrre membrane della grandezza di un foglio di carta di formato A4 ma entro 5 anni saranno in grado di produrre fogli grandi quanto un campo di calcio. Nel frattempo i ricercatori si stanno impegnando a realizzare sistemi di piccole dimensioni tali da permettere il filtraggio di impianti portatili per bottiglie o di piccola scala, unità domestiche, entro 2 anni. I filtri esistenti attualmente in commercio possono rimuovere (filtrare) microbi, batteri, virus mentre con la tecnologia del grafene si potrà estrarre anche ulteriori sostanze chimiche diverse come metalli pesanti,  pesticidi ed anche coloranti rendendo sicura qualsiasi riserva di acqua e rapidamente filtrabile. O oltre a salvare miliardi di vite umane potrebbe diventare interessante anche per l'industria in generale quando si riuscirà a migliorare la tecnologia per applicazioni su scala maggiore.








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martedì 27 febbraio 2018

Chi sta male in Italia, chi si occupa dell'Italia povera?

Ieri abbiamo visto alcuni indicatori dei consumi  relativi al comparto dell'energia che risultano essere in calo. Adesso prendiamo in considerazione la povertà in Italia che potrebbe o no essere una delle cause del consumo di energia. Con lo scorrere del tempo, guardiamo i grafici sotto riportati,  si evidenzia una crescita paurosa negli ultimi anni, un'impennata della povertà. Tanto per definire la crescita, indicatore  niente affatto positivo, vediamo che il balzo equivale al periodo in cui al governo c'erano Mario Monti come presidente del Consiglio  e Elsa Fornero dal 16 novembre 2011 fino al 28 aprile 2013 poi seguì il breve interludio di  Enrico Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 poi scalzato serenamente da Matteo Renzi  dal 22 febbraio 2014 fino all'auto defenestramento del 12 dicembre 2016 a cui seguì infine Paolo Gentiloni come emanazione partogenetica renziana dal 12 dicembre 2016 ad oggi. L'operato di quest'ultimo è non classificabile per i dati Istat che si fermano appunto al dicembre del 2016.

Appunto l’Istat ha pubblicato i risultati di una indagine dalla quale risulta che una buona parte degli italiani sono a rischio di povertà e definiamo cosa si intende per povertà.
La soglia di povertà per il 2016 è stata fissata in Italia dall’Istat a 9.748 euro/anno, che significano 812 euro al mese. Se in una famiglia non entra nemmeno questa cifra, vuol dire che è a rischio. La percentuale di coloro che si trovano in questa situazione è molto più alta al Sud, ma la situazione nell’ultimo anno (2016) è peggiorata soprattutto nel Nord-Ovest. Ci sono almeno altri due indici usati spesso dall’Istituto di statistica per definire chi è in grave difficoltà economica: l’indice di povertà assoluta e quello di povertà relativa.

La soglia di povertà relativa è calcolata in modo simile al rischio di povertà, ma guardando solo alle spese per i consumi. Per il 2016 è stata fissata a 636 euro al mese per chi vive da solo, a 1.061 euro per una coppia, a 1.411 euro per una famiglia di tre persone che salgono a 1.730 se si è in quattro e a 2.016 euro quando a dover pagare l’affitto, le bollette, mangiare e vestirsi con questi soldi sono cinque persone. Le famiglie in povertà relativa sono circa una su dieci, che salgono a quasi a una su tre quando si è in cinque. Sostanzialmente sotto questa soglia di povertà relativa si trovavano 8.464.609 persone.
 

La soglia di povertà assoluta è molto diversa. In questo caso quello che si cerca di capire è se le famiglie siano in grado di comprare il minimo indispensabile per vivere. È un calcolo molto più difficile. Viene costruito un elenco (paniere) di beni considerati necessari, si controllano i loro prezzi nelle diverse zone dell’Italia, poi si vede se le spese per i consumi delle famiglie sarebbero sufficienti per comprare almeno queste cose tenendo conto, anche in questo caso, del numero delle persone che vivono nella famiglia. Così per esempio una persona sola tra i 18 e i 60 anni è considerata in situazione di povertà assoluta se non può permettersi di spendere 554 euro in un piccolo Comune del Sud, che diventano 817 euro in una grande città del Nord, mentre una famiglia di quattro persone in una città di medie dimensioni del Centro Italia deve poter fare acquisti almeno per 1.527 euro al mese. Nell’anno 2016 in situazione di povertà assoluta, cioè sotto questa soglie di spesa, si trovavano in Italia 1.469.617 persone riunite in 1 milione e 619 mila famiglie: una famiglia su tredici è nella povertà assoluta, una su dieci se si guarda solo al Sud.



Ad integrazione aggiungiamo dei grafici che abbiamo già visto nelle settimane passate che in qualche modo potrebbero essere collegati a questa rappresentazione della nostra situazione economica e di vita basilare. 
L'occupazione, disoccupazione, chi cerca lavoro.

In valori assoluti.

Forze lavoro 



Occupati


In cerca di lavoro



Aggiungiamo anche la situazione che riguarda il fatturato dell'industria e gli ordinativi.

nostri grafici con i dati forniti dall'Istat.

  






Lla produzione industriale: dati destagionalizzati, corretti per gli effetti di calendario (base 2010=100).


  
Negli ultimi anni sembra che il lavoro sia in condizioni migliori dopo la crisi globale del 2008, il miglioramento è globale non frutto di scelte particolari del nostro governo, oseremmo dire, il clima è migliore. Ma, se da una parte l'Istat ci racconta che gli indici sono migliori dall'altra parte ci dice anche che i poveri in Italia crescono ad un ritmo esasperante. Se è il clima globale a incentivare una leggera ripresa è forse il disinteresse dei nostri governi la causa prima della crescita della povertà?
Ma è effettivamente così? Questa è la prima domanda da porsi. La seconda domanda viene dall'altro fatto di cui si sente parlare sempre più spesso ovvero che la ricchezza del paese si sta concentrando sempre di più verso pochi col risultato che cresce il divario tra questi ultimi e la massa che si impoverisce sempre di più conquistando anche ceti sociali che prima erano sopra la soglia di povertà. "In Italia il 20% della popolazione più ricca detiene quasi il 70% della ricchezza del paese. Il 60% della popolazione meno fortunata possiede poco più del 13% della ricchezza. Detto anche in altri termini, la ricchezza dell’1% più ricco degli italiani supera di 30 volte la ricchezza del terzo più povero degli italiani."

Terminando, senza dare risposte,in  valori assoluti l'esercito dei poveri nel 2016 era costituito da  9.934.226 su una popolazione di 60.325.748







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lunedì 26 febbraio 2018

Il consumo di energia a Gennaio 2018 in Italia

Vediamo di riassumere attraverso i nostri grafici quello che abbiamo consumato nel mese di Gennaio del 2018 nei confronti dello stesso mese dell'anno passato e in rapporto agli anni recenti per quanto riguarda l'energia dopo la seguente sintesi.

Consumi di:
- Petrolio          -0,8%
- Gas                - 21%
- Energia elettrica - 2,8%
- Benzina           -2,9%
- Gasolio           - 1,1%
- Gpl                 - 6,6%



L'andamento per anno solare

- Petrolio          -0,8%



- Gas                - 21%



- Energia elettrica - 2,8%



- Benzina           -2,9%



- Gasolio           - 1,1%



- Gpl




Adesso prendiamo visione del grafico, significativo e chiaro, che rappresenta l'andamento dei consumi come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese trascorso. 


- Petrolio          -0,8%


- Gas                - 21%



- Energia elettrica - 2,8%


- Benzina           -2,9%





- Gasolio           - 1,1%





- Gpl                 - 6,6%







Quest'ultimo gruppo di grafici che prendono i dodici mesi sommati progressivamente ci fanno capire che i consumi stanno tutti diminuendo almeno quelli che riguardano gli indicatori che riteniamo importanti per avere una visione da un punto di vista diverso da quello consieto dato da altri indicatori tradizionali, Pil ecc. 







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sabato 24 febbraio 2018

Fatturato e ordinativi dell’industria Dicembre 2017

A dicembre, per il fatturato dell'industria si rileva, per il terzo mese consecutivo, un incremento congiunturale (+2,5%). L'indice destagionalizzato raggiunge il livello più elevato (110,0) da ottobre 2008. Nel quarto trimestre la crescita, rispetto al trimestre precedente, è pari al 2,9%.

Gli ordinativi, a dicembre, mostrano un deciso incremento congiunturale (+6,5%); nel quarto trimestre l'aumento, rispetto al trimestre precedente, è del 3,6%.

Nella media del 2017 il fatturato, corretto per gli effetti di calendario, registra un incremento in valore del 5,1%. Per il solo comparto manifatturiero, la crescita del fatturato in volume è pari al 3,3%.

La crescita congiunturale del fatturato a dicembre è dovuta sia al mercato interno (+2,9%), sia a quello estero (+1,9%). Anche gli ordinativi segnano incrementi per entrambi i mercati (+7,6% per il mercato interno e +5,1% per quello estero).

Gli indici destagionalizzati del fatturato mostrano incrementi congiunturali diffusi a tutti i raggruppamenti principali di industrie, ma più rilevanti per l’energia (+5,7%).

Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 18 contro i 20 di dicembre 2016) il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 7,2%, con incrementi del 7,3% sul mercato interno e del 7,1% su quello estero.

L'indice grezzo del fatturato aumenta, in termini tendenziali, dello 0,7%: il contributo più ampio a tale incremento viene dalla componente interna dell'energia.

Per il fatturato tutti i settori registrano incrementi tendenziali, quello maggiore del comparto manifatturiero si rileva nella fabbricazione di prodotti di elettronica ed ottica (+17,6%).

Nel confronto con il mese di dicembre 2016, l'indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del 6,9%. Tutti i settori, ad eccezione della metallurgia (-0,8%), registrano incrementi; particolarmente significativi risultano quelli dell'elettronica (+22,6%) e delle apparecchiature elettriche (+21,4).

Comunicato Istat




nostri grafici con i dati forniti dall'Istat.


  






   






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venerdì 23 febbraio 2018

Analisi sulle emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla produzione di batterie agli ioni di litio per i veicoli elettrici

Gli analisti dell'International Council on Clean Transportation (ICCT) hanno pubblicato recentemente, il 9 Febbaio c.a.,  un' analisi sulle emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla produzione di batterie agli ioni di litio per i veicoli elettrici. L'analisi ICCT è nel contesto generale delle emissioni del ciclo di vita delle auto elettriche rispetto ai veicoli a combustione interna convenzionali in Europa. Infine, mostrano i driver principali di emissioni che riguardano la produzione di batterie e come tali emissioni potrebbero essere ulteriormente mitigate in futuro.

Le auto elettriche sono molto più pulite rispetto alle auto con motore a combustione interna nel corso della loro vita. Hanno trovato che un'auto elettrica tipica oggi produce solo la metà delle emissioni di gas serra di una vettura media europea trasporto persone. Inoltre, una macchina elettrica utilizzando per la ricarica il sistema elettrico europeo medio di produzione di energia risulta essere quasi il 30% più pulito durante il suo ciclo di vita rispetto anche al più efficiente veicolo motore a combustione interna oggi sul mercato. I veicoli ibridi Plug-in, quando utilizzano la trazione elettrica per la maggior parte dei percorsi, hanno emissioni nel ciclo di vita simili a veicoli elettrici a batteria. Nei mercati con molto energia elettrica a basso tenore di carbonio, come la Norvegia o la Francia, i veicoli elettrici producono meno di un terzo delle emissioni nel ciclo di vita di un veicolo medio a motore a combustione interna. Questa scoperta può rafforzare gli obiettivi dei governi per promuovere le auto elettriche come parte delle loro strategie di decarbonizzazione.


Anche il debito delle emissioni per la produzione delle batterie è rapidamente ripagato nel ciclo di vita. Le emissioni più elevate  di un veicolo elettrico durante la fase di fabbricazione sono ripagate dopo solo 2 anni rispetto a un veicolo medio convenzionale, un lasso di tempo che scende a circa un anno e mezzo se la macchina viene caricata utilizzando energia rinnovabile. Circa la metà delle emissioni di una batteria proviene da energia elettrica utilizzata nel processo di fabbricazione. Le emissioni di produzione della batteria sembrano essere di un ordine di grandezza simile alla produzione di un veicolo di medie motore a combustione interna, pari a circa un quarto delle emissioni vita di un'auto  elettrica. Tuttavia, recenti stime delle emissioni di produzione di batterie variano di un fattore 10, che indica la necessità di ulteriori ricerche in questo campo.

La rete di produzione di energia  con fine di decarbonizzazione offre una significativa opportunità per ridurre l'impatto della produzione di batterie. Le emissioni da produzione di batterie sono destinate a ridursi in modo significativo nei prossimi decenni, in particolare con l'uso di energia elettrica pulita per tutto il ciclo di produzione. Una riduzione del 30% della produzione di carbonio della griglia ridurrebbe le emissioni dalla filiera delle batterie di circa il 17%, in aggiunta al risparmio ancora maggiore nella fase di utilizzo. L'utilizzo di materiali riciclati e chimiche delle batterie alternative potrebbe anche ridurre le emissioni in fase di fabbricazione. Anche l'utilizzo di batterie più grandi per permettere più percorrenza in elettrico, questi ed altri miglioramenti aumenteranno l'ulteriore vantaggio del ciclo di vita delle auto elettriche sui veicoli a combustione interna.

Incorporando le emissioni di produzione del ciclo di vita dei veicoli elettrici in regolamentazioni sui veicoli sarebbe comunque fuorviante. Esaminare gli impatti della batteria del veicolo elettrico è stato fatto; tuttavia, i vantaggi dei veicoli elettrici rispetto ai veicoli a combustione interna sono chiari e crescenti, nonostante l'imperfetta disponibilità dei dati sui processi di produzione dei veicoli. A seguito dell'indagine vari fattori sottostanti, gli analisti vedono problemi profondi con l'introduzione di dati sulle emissioni di fabbricazione aggregati di CO2 su un veicolo altrimenti ben progettato e efficiente. Il calcolo delle emissioni del ciclo di vita per tutti i modelli di veicoli sarebbe oneroso e non del tutto rigoroso. Qualsiasi analisi dovrebbe includere le emissioni di fabbricazione per tutti i componenti del veicolo convenzionali, oltre a batterie, per non penalizzare ingiustamente i veicoli elettrici. Naturalmente, i governi possono continuare a ridurre simultaneamente le emissioni a monte e sull'uso dei veicoli con criteri separati per il riciclaggio, il secondo uso della batteria, la decarburazione della griglia di rete e l'uso del veicolo, promuovendo maggiore diffusione dei veicoli elettrici. Rallentando l'applicazione dei veicoli elettrici aspettando una griglia a quasi zero emissioni sarebbe incompatibile con gli obiettivi globali per decarbonizzare nel settore dei trasporti entro il 2050.







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giovedì 22 febbraio 2018

Le rinnovabili al 27% e la produzione nazionale di energia (elettrica diminuita del 15,1%) a Gennaio 2018

Qualche giorno fa abbiamo visto i dati e i grafici relativi al consumo di energia elettrica in Italia nel mese di Gennaio 2018 grazie al comunicato stampa di Terna con i quali si attesta, sia pure provvisoriamente, un diminuzione dei consumi di energia elettrica pari al 2,8%.

Adesso prendiamo in esame lproduzione nazionale di energia con particolare riferimento alle energie rinnovabili.


Nel primo mese dell'anno la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’83,4% con produzione nazionale e per la quota restante (16,6%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (23,1 miliardi di kWh) è diminuita del 15,1% rispetto a gennaio 2017.

In aumento la fonte di produzione eolica (+9,7%), in calo, invece, tutte le altre (geotermica -1,8%, idrica -2%, fotovoltaica -5,1% e termica -19,8%)

I nostri grafici

Per aiutarci nella comprensione con un semplice sguardo abbiamo realizzato come al solito, alcuni grafici, con i dati forniti da Terna.

La produzione nazionale dal 2009


Con una riduzione così importante della produzione nazionale con un meno 15,1% la quota più alta di contrazione la si ha nella produzione di energia termica con una contrazione di quasi il 20%. Solo la produzione dal vento mostra il segno più con quasi il 10%.


Per anno solare vediamo che a Gennaio 2018 la produzione nazionale risulta essere ad un  livello bassissimo degli ultimi 10 anni presi in considerazione nei nostri grafici, piazzandosi al terzultimo posto, con meno 15,1%  rispetto allo stesso mese dell'anno precedente e una produzione di 23,1 miliardi di kWh 




... e in sequenza mensile.



Il grafico seguente rappresenta l'andamento della produzione nazionale come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese di riferimento. Siamo in presenza di una evidente inversione della produzione negli ultimi 6 mesi.





Adesso prendiamo in considerazione le singole componenti delle rinnovabili.

La produzione fotovoltaica negli ultimi anni suddivisa per anno solare. Siamo posizionati bene, tra i livelli massimi degli ultimi 10 anni anche se si è prodotto meno dell'anno passato e del 2015, 1.026 GWh.




La produzione eolica negli ultimi anni suddivisa per anno solare. Siamo al livello massimo degli ultimi 10 anni, con un incremento consistente,  +9,8% rispetto all'anno scorso, con 1.972 GWh.





Ciascuna delle rinnovabili in un solo grafico.





Qui sotto vediamo la quantità di energia prodotta da fonte idroelettrica separata dalle altre componenti rinnovabili sommate insieme.



  
Qui sotto è la quantità di energia termoelettrica rapportata a tutte le rinnovabili.





Il grafico seguente mostra il ruolo di tutte le componenti nella produzione nazionale di energia, le rinnovabili (idroelettrica + geotermica/eolica/fotovoltaica)  e la termica.


Continuiamo con una novità inserita nei post da qualche mese a questa parte per i nostri grafici avendo avuto delle sollecitazioni da parte di lettori del nostro blog.


Il grafico delle rinnovabili come sommatoria dei 12 mesi precedenti al rilevamento ultimo, il primo con il solare, eolico, geotermico, a parte l'idroelettrico.




  
Nell'ultimo mese decrescono tutti ad eccezione della componente data dall'eolico. Scende progressivamente  l'idrica, anche se sembra stabile negli ultimi 2 mesi.


  







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