Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


domenica 30 marzo 2014

Fratturazione idraulica top secret



L'estrazione del del gas di scisto tanto in voga negli States, mediante la tecnica d'estrazione si chiama fratturazione idraulica (fracking).

Per ogni pozzo, trenta o quaranta milioni di litri d'acqua, miscelata con sostanze chimiche, coperte da segreto industriale, vengono sparate con una pressione che frantuma la roccia, liberando il gas, che viene catturato e commercializzato.



MondoElettrico è anche su   

.


sabato 29 marzo 2014

In Giappone il governo manda i disoccupati in campagna

Interessante l'articolo della Coldiretti,  pubblicato nel proprio sito, sul ritorno all'agricoltura dei giovani nei paesi ad alto sviluppo industriale (per quanto?). Titolo. Crisi: nei paesi ricchi torna l'agricoltura, +2% giovani in USA. Sottotitolo. ​In Giappone il governo manda i disoccupati in campagna.
Nei paesi ricchi del mondo si torna all'agricoltura e se in Giappone si mandano i disoccupati a lavorare nelle campagne, negli Stati Uniti dall'inizio della crisi, per la prima volta nella storia recente, gli agricoltori giovani tra i 25 e i 35 anni sono aumentati del 2 per cento, passando da 106.735 a 109.146 nel giro di cinque anni secondo l'ultimo censimento.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata all'Assemblea generale della Organizzazione mondiale degli Agricoltori (OMA) a Buenos Aires alla quale partecipano 100 delegazioni da oltre 80 paesi di tutti i continenti.
Dagli Usa al Giappone fino all'Europa siamo di fronte ad una decisa svolta verso l'economia reale dopo che la crisi finanziaria - sottolinea la Coldiretti - ha messo in ginocchio i Paesi piu’ sviluppati con livelli inaccettabili di disoccupazione.
Lo scorso mese – continua la Coldiretti - il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato un programma di sostegno quinquennale al settore agricolo statunitense, il cosiddetto Farm Bill, per un valore di 956 miliardi di dollari secondo la delegazione statunitense presente all'Assemblea con il Ministro dell'agricoltura Usa Tom Vilsak che ha definito gli ultimi cinque anni dell'agricoltura americana i migliori della storia del Paese e si intende quindi dare continuità a questo trend positivo prevedendo finanziamenti per favorire l'inserimento di nuovi agricoltori e allevatori.
Il governo giapponese per affrontare la crisi nelle fabbriche in città dove sono state perse migliaia di posti di lavoro ha avviato con successo – riferisce la Coldiretti - un progetto per trasferire nelle campagna i giovani disoccupati con l'obiettivo di trovare un lavoro alternativo e incoraggiare l'agricoltura con il risultato che, nel Paese del Sol Levante, i giovani agricoltori dai 39 anni in giù sono oggi complessivamente 83.000.
Anche l’Europa ha appena varato una riforma di politica agricola con maggiore attenzione ai giovani. E in Portogallo il presidente in persona, Anibal Cavaco Silva, ha addirittura esortato i giovani a tentare la fortuna in agricoltura prima di scegliere di emigrare a causa della mancanza di opportunità di lavoro, poiché il settore agricolo "è uno di quelli che possono permettere al Portogallo di avere una ripresa economica più veloce dopo anni di crisi". Ma all'Italia spetta - sostiene la Coldiretti - il primato nell'aumento delle iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari che hanno fatto registrare la crescita più alta nel periodo considerato con un aumento del 45 per cento, sulla base dell'ultima ricerca Datagiovani. Nell'agricoltura italiana il 7,2 per cento dei titolari di impresa ha meno di 35 anni ed è alla guida di 58.663 aziende delle quali il 70 per cento – precisa la Coldiretti – opera in attività multifunzionali: dall'agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell'uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici. Esempi di imprese d'eccellenza che troveranno una grande vetrina nell’Expo 2015. “E’ proprio la grande capacità di innovazione che caratterizza le imprese agricole guidate da giovani a livello internazionale”, ha affermato il segretario dei giovani della Coldiretti Carmelo Troccoli nel suo intervento all'Assemblea generale dell'Organizzazione mondiale degli agricoltori a Buenos Aires nel sottolineare che "proprio in queste imprese si registrano i piu’ elevati livelli di occupazione e redditività". L'interesse dei giovani è giustificato da nuove opportunità che si stanno consolidando, come ha affermato all'Assemblea il presidente sudafricano dell’OMA Robert Carlson nel sottolineare che “la domanda alimentare sta crescendo per la carne, i cereali, ortaggi e frutta mentre si sta andando verso un mondo con 9 miliardi di persone nel 2050”, mentre il Segretario generale Marco Marzano ha evidenziato l'importanza della partecipazione degli agricoltori ai processi di innovazione. Ma un ringraziamento ai giovani è venuto anche da Richard Loe, giocatore di rugby degli “All Blacks”, che - conclude la Coldiretti - ha definito i giovani agricoltori “forti, entusiasti, motivati, che possono contare su esperienza, visione e sostegno delle generazioni che li hanno preceduti".

Buone notizie se non fosse per l'altra recente indagine che vede quanto velocemente sia 'mangiato' il territorio dalla cementificazione selvaggia, legale e non. Leggere "Il consumo del suolo, in 3 anni divorata un’area grande come 5 capoluoghi di regione"


MondoElettrico è anche su   

.


venerdì 28 marzo 2014

Inquinano, niente più batterie per le auto elettriche, smart phone, telefonini, satellitari ecc.?

Gongolano gli 'amici giurati' dell'auto elettrica, come si evince leggendo l'articolo di un quotidiano a larga diffusione uscito ieri anche 'online'.  Riassunto brevemente ? Basta leggere il titolo: "Auto elettrica: la Cina non produrrà più le batterie, inquinano troppo". L'inquinamento in Cina sappiamo quale sia, terribile, orribile e assassino.
Il Governo locale ha deciso di intervenire per diminuire l'inquinamento atmosferico dell'ambiente nel suo complesso rimodulando alcuni comportamenti nazionali ma senza incidere troppo sensibilmente, negativamente, sul suo sviluppo, anzi incrementando lo crescita di alcuni settori incardinati nella produzione industriale sostenibile.
Una delle varie strategie, annunciata da lungo tempo è quello di introdurre veicoli elettrici, con incentivi e favorendone l'uso il più velocemente possibile. Se è così (ed è così, basta leggere i numerosi post di questo blog), ciò che si racconta nell'articolo va contro questa tendenza.
Come stanno veramente le cose?
L'articolo riprende un altro articolo di due giorni prima (25 Marzo) pubblicato su un sito dedicato alle green cars che a sua volta riprendeva la notizia da Bloomberg (una multinazionale nel settore dei mass media con sede a New York e filiali in tutto il mondo) del 14 Marzo. Tutto il discorso si incentra sulla grafite, materiale importante per la realizzazione delle batterie, ma non solo, la ritroviamo nei crogioli utilizzati per contenere il metallo fuso, usata in siderurgia per lubrificare gli stampi utilizzati per l'estrusione a caldo di acciaio,  nelle guarnizioni dei freni e ganasce, nelle matite per disegnare, ecc..
L'estrazione della grafite inquina, non più dell'estrazione di altri elementi scavati dalla terra, ma soprattutto inquina la lavorazione e la 'raffinazione' della grafite dovendo ricorrere all'uso di acido cloridrico che, se disperso nell'ambiente, entra nelle falde acquifere con i danni che ci possiamo immaginare.
Quindi secondo l'articolo italiano si chiudono le miniere di grafite. La realtà è ben diversa. In verità il Governo ha deciso di controllare con più attenzione, da vicino, le aziende estrattive e le aziende della lavorazione della grafite, per verificare quali rispondono alle normative e quali no. Insomma, qualcosa di simile a ciò che fu fatto per l'industria estrattiva e lavorazione delle terre rare. Ecco qui il nostro post sull'argomento: "I pirati delle miniere delle terre rare". Le chiusure delle miniere di grafite a Pingdu, nella provincia di Shandong, sono continuate per il terzo mese consecutivo per il persistere del governo con le sue ispezioni ai produttori della zona. Vi risulta che abbiano chiuso tutte le miniere di terre rare? No, quindi non chiuderanno solo quelle miniere di grafite che sono al di fuori delle regole.
Si rincuorino gli amici che amano le auto elettriche e si rammarichino coloro che non le amano. In conclusione un po' di 'pulizia' fa bene a tutti, all'ambiente e alla produzione.



MondoElettrico è anche su   

.


giovedì 27 marzo 2014

Se Putin ci chiude i rubinetti dei gasdotti noi abbiamo i rigassificatori

Che io sappia, ad oggi, i rigassificatori sono 3: GNL Panigaglia (La Spezia) , GNL Cavarzere (Venezia), GNL Livorno.

Andando a spulciare i vari siti ei gestori leggiamo cose interessanti.
L'impianto di Panigaglia
L'attività svolta nel terminale di Panigaglia prevede una serie di lavorazioni complesse consistenti nella rigassificazione, a ciclo continuo, del gas naturale liquefatto. Il GNL, ricevuto da navi metaniere, è trasferito, a mezzo di una condotta, dalle cisterne delle navi ai serbatoi a terra, dove viene immagazzinato alla temperatura di circa –160 °C e a pressione atmosferica. I serbatoi a terra sono due, cilindrici e verticali, e hanno una capacità di 50.000 metri cubi ciascuno. Lo stabilimento di Panigaglia, che occupa complessivamente un'area di circa 45.000 metri quadrati è composto da sette sezioni: ricezione, stoccaggio, rigassificazione, recupero vapori, correzione del gas finale, sistemi ausiliari, sistema di controllo e sicurezza.
La sezione di ricezione del GNL
La sezione di ricezione dell'impianto di Panigaglia è rappresentata dall'area di attracco delle navi metaniere, dai tre bracci di discarica e dalla linea di trasferimento ai serbatoi.
La capacità di carico delle metaniere varia da 25.000 sino a 65.000/70.000 metri cubi.
Il GNL viene prelevato dalle metaniere e inviato ai serbatoi di stoccaggio tramite una condotta che attraversa il pontile dell'impianto, lungo 500 metri.
La sezione di rigassificazione
La sezione di rigassificazione è costituita dalle pompe per la movimentazione e la pressurizzazione del GNL e dai vaporizzatori a fiamma sommersa. Il gas naturale liquefatto viene prelevato dai serbatoi e inviato, a mezzo di tubazioni, alle unità di vaporizzazione. Le unità, utilizzando il calore sviluppato dalla combustione di parte del gas, riscaldano il GNL a una temperatura prossima a quella ambiente, riportandolo allo stato gassoso. Il gas naturale viene infine immesso nella rete di trasporto che lo porterà agli utenti.

GNL Cavarzere
Il Terminale
Il terminale Adriatic LNG è la prima struttura offshore al mondo in cemento armato per la ricezione, lo stoccaggio e la rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL). La struttura è situata al largo di Porto Levante, nell’alto Mare Adriatico, a circa 15 chilometri dalla costa veneta, dove è stata collocata sul fondale marino ed è collegata alla rete di distribuzione nazionale tramite un nuovo metanodotto. Il terminale offshore è costituito da una grande struttura di cemento armato, che ospita due serbatoi di stoccaggio del GNL e comprende un impianto di rigassificazione e le strutture per l'ormeggio delle navi e lo scarico del GNL.
La struttura è lunga complessivamente 375 metri, larga 115 metri e il ponte principale è 18 metri sopra il livello del mare, mentre la torcia raggiunge gli 87 metri.
Questa struttura unica al mondo è stata specificamente progettata per far giungere alla rete nazionale di distribuzione del gas un'importante fonte di energia, proveniente da un nuovo paese. Costruito con tecnologie d’avanguardia e dotato di un'infrastruttura innovativa, il terminale Adriatic LNG è pronto per fornire al Paese una fonte d'energia sicura e affidabile.
Il terminale Adriatic LNG ha una capacità di rigassificazione pari a 8 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno (775 milioni di piedi cubi al giorno), corrispondenti a circa il 10% del consumo nazionale di gas.

GNL Livorno
Il progetto OLT Offshore LNG Toscana ha previsto la conversione di una nave metaniera (denominata Golar Frost) in un Terminale galleggiante, ancorato in modo permanente a circa 22 km al largo dalla costa tra Livorno e Pisa, che trasforma il gas naturale liquido (GNL) riportandolo allo stato gassoso.
Il Terminale, attraverso sei ancore, è stato saldamente fissato al fondale marino con un unico punto di rotazione a prua per consentire alla nave di muoversi intorno all'ancoraggio, adattandosi alle condizioni meteo marine senza ripercussioni sull'attività.
A regime il Terminale avrà una capacità di rigassificazione di 3,75 miliardi di metri cubi annui (circa il 4% del fabbisogno nazionale), una capacità media di rigassificazione di 11 milioni di metri cubi al giorno e una capacità di stoccaggio di 137.500 metri cubi di GNL.

Tanto per avere un'idea della realtà delle cose in base ai numeri, riportiamo i numeri relativi alle immissioni in rete dai tre terminali GNL quello di Panigaglia, di Cavarzere e di  Livorno, nel mese di gennaio rispettivamente 1 milione di metri cubi,  349,8 e 0,4, A febbraio rispettivamente 1,5  milioni di metri cubi, 364,9  e zero. A fronte di un consumo nazionale di 8.430,0 milioni di metri cubi a gennaio e 6.927,7  a febbraio, stiamo parlando di quantità di gas immessi in rete dagli impianti di rigassificazione irrisorio. Questi sono dati ufficiali mensili della Snam.

Tra il 4,2% e il 5,3%.

Irrisorio!


MondoElettrico è anche su   

.


mercoledì 26 marzo 2014

Il consumo del suolo, in 3 anni divorata un’area grande come 5 capoluoghi di regione

Un Comunicato stampa ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)  all'apertura del convegno che si apre oggi a Roma è incentrato su "Il consumo di suolo in Italia"
Il tema del consumo del suolo dovuto all'espansione urbana e infrastrutturale, sta assumendo un'importanza crescente nel contesto della sostenibilità ambientale e della pianificazione urbana e regionale. Gli impatti negativi del consumo di suolo sono ormai ben conosciuti a livello scientifico ed è condivisa, anche a livello politico, la necessità urgente di porre un freno ai fenomeni dell'espansione urbana e della progressiva cementificazione del territorio, che causano la perdita, spesso irreversibile, di una preziosa e limitata risorsa ambientale. A livello nazionale, l’ISPRA ha definito e realizzato, in collaborazione con il Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente, un programma di monitoraggio e di valutazione del consumo di suolo che si avvale di dati puntuali, acquisiti da ISPRA, ARPA e APPA, e di cartografia ad alta risoluzione realizzata nell’ambito del programma Copernicus.

La crisi non frena il consumo di suolo: in 3 anni divorata un'area grande come 5 capoluoghi di regione
Non accenna a diminuire, anche nel 2012, la superficie di territorio consumato: ricoperti, negli ultimi 3 anni,
altri 720 km2, 0,3 punti percentuali in più rispetto al 2009, un'area pari alla somma dei comuni di Milano,
Firenze, Bologna, Napoli e Palermo. In termini assoluti, si è passati da poco più di 21.000 km2 del 2009 ai quasi 22.000 km2 del 2012, mentre in percentuale è ormai perso irreversibilmente il 7,3% del nostro territorio.
Nonostante la crisi, è ancora record. A dimostrarlo, anche la velocità con cui si perde terreno che, contrariamente alle aspettative, non rallenta e continua procedere al ritmo di 8 m2 al secondo. Ma non è solo colpa dell’edilizia. In Italia si consuma suolo anche per costruire infrastrutture, che insieme agli edifici ricoprono quasi l’80% del territorio artificiale (strade asfaltate e ferrovie 28% - strade sterrate e infrastrutture di trasporto secondarie 19%), seguite dalla presenza di edifici (30%) e di parcheggi, piazzali e aree di cantiere (14%).
Forti gli impatti sui cambiamenti climatici: la cementificazione galoppante ha comportato dal 2009 al 2012,
l'immissione in atmosfera di 21 milioni di tonnellate di CO2 - valore pari all'introduzione nella rete viaria di 4
milioni di utilitarie in più (l’11% dei veicoli circolanti nel 2012) con una percorrenza di 15.000 km/anno - per un costo complessivo stimato intorno ai 130 milioni di euro.
A segnalare l'avanzata del cemento a discapito delle aree naturali e agricole è l’ISPRA che, per la prima volta con un Report, ricostruisce l'andamento - dal 1956 al 2012 - del consumo di suolo in Italia. L'indagine, la più significativa collezione di dati a livello nazionale, analizza i valori relativi alla quota di superficie “consumata”, fornendo un quadro completo del fenomeno. Il Report rappresenta un valido strumento per l'individuazione di strategie utili a contrastare le minacce dovute alle attività antropiche. è solo attraverso la conoscenza dell'intero sistema e dei processi che lo governano che sarà possibile porre le basi per interventi concreti sulle cause del suo deterioramento ed alterazione.
Il Rapporto dell’ISPRA non si configura soltanto come raccolta di dati e informazioni validate, rese interoperabili e condivise, ma sarà un tassello fondamentale, con il contributo di tutti gli altri soggetti istituzionalmente preposti, per fornire una visione complessiva dei processi fisici, chimici e biologici che governano il suolo e l'ambiente nella sua totalità, a supporto di chi dovrà decidere e operare scelte in questi settori.
A livello regionale, Lombardia e Veneto, con oltre il 10%, mantengono il “primato nazionale” della copertura artificiale, mentre Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia si collocano tutte tra l’8 e il 10%. I comuni più cementificati d’Italia rimangono Napoli (62,1%), Milano (61,7%), Torino (54,8%), Pescara (53,4%), Monza (48,6%), Bergamo (46,4) e Brescia (44,5).
La trasformazione del suolo agricolo in cemento non produce impatti solo sui cambiamenti climatici, ma anche sull'acqua e sulla capacità di produzione agricola. In questi 3 anni, tenendo presente che un suolo pienamente funzionante immagazzina acqua fino a 3.750 tonnellate per ettaro - circa 400 mm di precipitazioni - per via della conseguente impermeabilizzazione abbiamo perso una capacità di ritenzione pari a 270 milioni di tonnellate d'acqua che, non potendo infiltrarsi nel terreno, deve essere gestita. In base ad uno studio del Central Europe Programme, secondo il quale 1 ettaro di suolo consumato comporta una spesa di 6.500 euro (solo per la parte relativa al mantenimento e la pulizia di canali e fognature), il costo della gestione dell’acqua non infiltrata in Italia dal 2009 al 2012, è stato stimato intorno ai 500 milioni di Euro. Ancora, il consumo di suolo produce forti impatti anche sull'agricoltura e quindi sull'alimentazione: solo per fare un esempio, se i 70 ettari di suolo perso ogni giorno fossero coltivati esclusivamente a cereali, nel periodo 2009-2012 avremmo impedito la produzione di 450.000 tonnellate di cereali, con un costo di 90 milioni di Euro ed un ulteriore aumento della dipendenza italiana dalle importazioni.

Disponibile anche una App per segnalare nuove perdite di terreno. I ricercatori hanno messo a punto
un’applicazione per individuare nuove zone consumate. Attraverso uno smarthphone, basta inserire coordinate e foto per vederle subito on line sulla mappa dell’ISPRA (www.consumosuolo.isprambiente.it).

“Difendere il suolo dalle aggressioni indiscriminate – spiega il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti -
significa tutelare non solo una risorsa economica strategica, ma anche proteggere il Paese dalla minaccia del
dissesto idrogeologico che, proprio a causa dell’uso dissennato del territorio, spesso ha conseguenze gravissime, soprattutto in termini di perdita di vite umane. Per questo il Rapporto dell’ISPRA – continua – assume particolare rilievo; è la dimostrazione che in Italia esiste un sistema pubblico in grado di assicurare elevati standard di qualità nel monitoraggio dell’ambiente e di rendere disponibile una base informativa utile alla valutazione del fenomeno”.

Comunicato stampa ISPRA - Roma, 26 marzo 2014



MondoElettrico è anche su   

.


martedì 25 marzo 2014

7 milioni di morti ogni anno legati all'inquinamento atmosferico

Con un comunicato stampa di oggi pubblicato oggi a Ginevra rivela che  rivela che uno studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO)  ha mostrato chiaramente che l'inquinamento dell'aria ha provocato la morte di sette milioni di persone nel mondo nel 2012, un dato pari a un decesso su otto a livello mondiale e pari a più del doppio delle precedenti stime.

I nuovi dati mostrano infatti un legame particolarmente forte tra l'inquinamento dell'aria, negli ambienti chiusi e all'esterno, e le malattie cardiovascolari, gli ictus e le cardiopatie ischemiche da un lato, e tra l'inquinamento dell'aria e il cancro dall'altro. Questi elementi si sommano al ruolo dell'inquinamento nello sviluppo delle patologie respiratorie.

Le nuove stime indicano che l'inquinamento dell'aria interna nelle abitazioni con cucine a carbone, legno o a biomasse ha causato nel 2012 4,3 milioni di morti. L'inquinamento dell'aria all'esterno, dovuto a fonti urbane e rurali, è invece all'origine di 3,7 milioni di decessi.
Poiché molte persone sono esposte sia all'inquinamento dell'aria interna che esterna, il totale non corrisponde alla somma ma è pari a circa 7 milioni.

A livello regionale, le regioni a basso e medio reddito del Sud-Est asiatico e del Pacifico occidentale sono le più colpite con un totale nel 2012 di 3,3 milioni di decessi prematuri legati all'inquinamento dell'aria negli ambienti interni e 2,6 milioni di decessi prematuri per l'inquinamento all'esterno.
"Ripulire l'aria che respiriamo previene le malattie non trasmissibili così come riduce i rischi di malattia tra le donne e i gruppi vulnerabili, compresi i bambini e gli anziani", spiega Flavia Bustreo, Assistant Director-General Family, Women and Children’s Health dell'WHO.

La pubblicazione di questi nuovi dati - ha sottolineato Maria Neira - è un primo passo sulla strada della prevenzione delle malattie connesse all'inquinamento dell'aria. Nel corso dell'anno, l'Oms prevede infatti di pubblicare linee direttrici sulla qualità dell'aria e un aggiornamento delle misure della qualità dell'aria per 1'600 città in tutte le regioni del mondo.

L'inquinamento dell'aria all'esterno è causa di morti e la composizione per malattia è:
40% - cardiopatia ischemica;
 40% - colpi apoplettici;
11% - broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO);
 6% - cancro ai polmoni, e
3% - infezioni delle basse vie respiratorie acute nei bambini.

L'inquinamento dell'aria all'interno di ambiente è causa di morti e la ripartizione per malattia è:

34% - colpi apoplettici ;
26% - cardiopatia ischemica;
22% - BPCO;
12% - infezioni delle basse vie respiratorie acute nei bambini e
6% - cancro polmonare.


MondoElettrico è anche su   

.


lunedì 24 marzo 2014

Fino al 21, il Marzo del gas in Italia: - 22% circa

Sono andato a vedere i dati relativi al consumo di gas in Italia fissati all'equinozio di primavera, per curiosità, ed ho notato che vi è un notevole abbassamento totale specialmente riscontrabile nel consumo per la produzione di energia elettrica nelle centrali. I numeri forniti dalla Snam per il mese di Marzo, fino a quella data, sono inequivocabili.

Il consumo totale (o immesso in rete) passa da  207,036 milioni di metri cubi del 2013 a 160,651, una riduzione del 22 %circa. Il che risulta in linea col minor consumo registrato a Febbraio scorso (-21,5 circa) e più pesante rispetto al Gennaio quando fu registrato un -11 % circa, seguendo una tendenza in caduta  progressiva.

Il nostro primo grafico ( da noi elaborato sui dati pubblicati giornalmente dalla Snam nel proprio sito web ).

 
Nel settore industriale la caduta si ferma ad un  -1,1 %, per poi diventare evidente nel settore termoelettrico con quasi un - 29,1 %. Le importazioni sono diminuite dell 11 % circa, la produzione nazionale è scesa del 9 % circa.

Gli altri nostri grafici.

settore industriale


settore termoelettrico



le  importazioni


la produzione nazionale






MondoElettrico è anche su   

.


domenica 23 marzo 2014

Pianta un albero per il giorno della Terra


... un vero amante della natura, un ambientalistica convinto, non c'è che dire.

MondoElettrico è anche su   

.


sabato 22 marzo 2014

Trasportare merci elettricamente

Come ricorderete, ieri ho vi ho informato circa la possibilità di entrare nella ZTL 24 ore su 24 a Firenze, con i furgoni elettrici passando 'indenni' ed esenti da multe sotto le telecamere dei telepass fiorentini ammesso che non siano posizionati nelle vie preferenziali per i bus di trasporto locale. La restrizione all'ingresso per i veicoli termici a due ruote e le bici tanto meno vale per le bici a pedalata assistita o altrimenti dette elettromuscolati quelle cioè che si avvalgono dell'aiuto di un motore elettrico da 250 watt. La caratteristica di queste bici assistite risiede nel fatto che il motore elettrico entra in funzione sotto la spinta dei muscoli umani sui pedali, si disattiva quando la velocità supera i 20 km/h.

E' considerata bici a pedalata assistita anche se il veicolo ha tre ruote  purché abbia le stesse caratteristiche di potenza, attivazione, disattivazione. Un esempio è quello raffigurato nella foto sopra riportato. Anche se può sembrare un ciclomotore ma non lo è affatto, ma può essere  impiegato utilmente anche come trasporto merci avendo un cassone posteriore di buona volumetria che in questo caso è completamente chiuso. Utile, agile, funzionale.

MondoElettrico è anche su   

.


venerdì 21 marzo 2014

I furgoni elettrici possono circolare 24 ore su 24 a Firenze nella ZTL

Ieri ho avuto la conferma a telefonando alla Servizi Alla Strada S.p.A, i furgoni elettrici non hanno restrizioni orari per l'accesso nella ZTL.

E' sufficiente registrarsi alla 'Lista Bianca del Comune di Firenze' col numero di targa, mostrando la carta di circolazione, che attesti che il mezzo sia elettrico. L'ufficio competente rilascerà un tagliando da applicare al parabrezza del veicolo e fornirà all'utente telepass per transitare indenne da multe dalle porte telematiche ( qui la cartina ) che circondano la ZTL.



MondoElettrico è anche su   

.


giovedì 20 marzo 2014

600 colonnine di ricarica per veicoli elettrici nell'aeroporto di Seattle

Port of Seattle, insiema ad Alaska Airlines, Western Washington Clean Cities e U.S. Representative Adam hanno presentato martedì scorso un nuovo progetto che fornisce di circa 600 colonnine di ricarica elettrica in tutto l'aeroporto per le attrezzature di supporto a terra (GSE) su ruote gommate, portabagagli ecc.. Ciò implica anche tutta una riconversione della flotta GSE da combustibili fossili a elettrica. Ogni anno grazie a questo progetto si prevede di risparmiare 2,8 milioni dollari nei costi del carburante e 10.000 tonnellate di emissioni di gas a effetto serra,  l'equivalente di 1.900 automobili dalla strada.

Saranno installate punti di  ricarica veloce intelligente delimitati da linee gialle nei recinti di ricarica, in grado di ricaricare completamente i veicoli  in meno di 4 ore. La tecnologia intelligente determina quale veicolo ha bisogno di più carica e determinarne la tempistica e la priorità. Questa prima fase prevede l'installazione di 296 postazioni di ricarica in tutta l'area dei settori D, C, e il satellite nord. La seconda fase coprirà il resto del terminale nei settori  A, B, e il satellite sud per un totale di 576 punti di ricarica entro settembre.    "Questo progetto fornisce l'infrastruttura per le compagnie aeree per convertire i loro veicoli da diesel in elettrici nello sforzo di Sea-Tac di diventare il primo aeroporto principale negli Stati Uniti per fornire stazioni a tutte le porte di carica", ha detto Courtney Gregoire, Co-Presidente, della Commissione del Port of Seattle. "Ben 650 veicoli potrebbero eventualmente essere serviti con la tecnologia elettrica e fare una grande differenza  per la carbon footprint dell'aeroporto."


MondoElettrico è anche su   

.


mercoledì 19 marzo 2014

Mobilità elettrica da subito, suggerimenti per il futuro sindaco di Firenze

Molto probabilmente anche oggi, come nei giorni precedenti, saranno segnalati 'sforamenti' nei limiti d'inquinamento atmosferico presso qualche centralina di rilevamento per quanto riguarda le PM10 (polveri sottili inferiori ai dieci micron) a Firenze. Se qualche anno fa o qualche settimana fa potevamo dare colpa dell'inquinamento alle fonti di riscaldamento, oggi per la stagione più tiepida e la non necessità di scaldare le proprie abitazioni e i luoghi di lavoro, possiamo affermare che l'inquinamento è causato in gran parte dal traffico cittadino, causato dai mezzi inquinanti come auto, furgoni, autobus e scooter che con i loro motori endotermici, anche se sempre più sofisticati e in teoria, ma solo in teoria, meno inquinanti, continuano a riversare giornalmente tonnellate di CO2 e polveri malefiche che riducono le aspettative di vita abbassando la qualità delle vita di milioni di persone. Il traffico e la congestione rendono inefficienti i motori termici e per questo inadatti ad essere utilizzati in ambito urbano. C'è chi dice che non vi è soluzione, non ci sono alternative in una città moderna che ha bisogno di trasporti pubblici locali e rifornimenti di derrate alimentari e vari beni di consumo ed una mobilità privata. Non è così. Le soluzioni ci sono e i gli stessi mezzi che adesso hanno un motore termico potrebbero essere tutti alimentati da motori elettrici ad emissioni zero. C'è chi obietterà che, a parte alcune auto elettriche pure, non esiste niente di equivalente o se esiste ha costi estremamente alti, inarrivabili. Bisogna intendersi. Non limitiamoci ad una analisi superficiale dei costi. Consideriamo tutti i benefici che esistono e sono sia economici diretti che indiretti (salute usura, deterioramento dei monumenti e degli altri manufatti). Un veicolo elettrico per i trasporti urbani costa più di un pari bus termico ma se andiamo a conteggiare quanto costa negli anni, quanto si risparmia in carburante e in manutenzione, ci rendiamo conto che esso si ripaga piuttosto rapidamente anche inserendo nel conteggio la sostituzione delle batterie al litio. Il costo più importante è rappresentato dalle batterie al litio, ma questi costi potrebbero essere abbattuti considerevolmente con piccoli accorgimenti strutturali, tecnologici e d'impiego razionale.



Con questa premessa vogliamo dare dei suggerimenti all'attuale Vicesindaco Nardella e tutti coloro che si candidano a diventare sindaco di Firenze per subentrare a Matteo Renzi nel frattempo diventato primo Ministro. Per far ritornare Firenze la capitale dei veicoli elettrici come lo è stata dal 1997 con l'ex Sindaco Prof. Primicerio fino a poco tempo fa, con le 104 colonnine di ricarica stradali, gratuite, e qualche migliaio di veicoli elettrici acquistati dai fiorentini tra le 2 e 4 ruote, ci vuole solo buona volontà e un cambio di paradigma facile facile.

Partiamo dal considerare quei bus a due piani che circolano in tutte le più importanti città. Anche a Firenze sono diventati pressoché inutili, così come sono stati forzatamente relegati a girare fuori del centro storico dall'Amministrazione fiorentina, sovente oggetto di proteste da parte dei vari comitati cittadini. Cittadini stanchi e stufi di vederseli passare sotto casa nelle strade strette, intasate, come villette di due piani a ruote oltretutto fumanti gas di scarico nocivi.
La soluzione c'è, con i bus turistici più piccoli, leggeri e agili e soprattutto elettrici, quindi a emissioni zero. Essi sono una soluzione accettabile, nonostante il costo più alto, anche per gli operatori del settore, prova ne sia il fatto che alla gara di Roma per l'assegnazione delle linee turistiche hanno partecipato e vinto sei sei operatori che si sono proposti con i loro bus turistici da 8,5 metri eliminando quelli da 12 metri a gasolio.


Questa è un'operazione che si può attuare da subito anche a Firenze ed è a costi zero per l'Amministrazione ed è conveniente per gli operatori turistici che risparmiano enormemente nel carburante ed è vantaggiosa per la salute dei fiorentini essendo questi mezzi a zero emissioni locali ed anche silenziosi.

Lo stesso discorso si può applicare da subito anche per il trasporto merci in città. I furgoni elettrici sono la soluzione ideale per gli operatori (a costi zero per l'amministrazione) anche non ricorrendo (o rincorrendo) soluzioni inapplicabili come il progetto transit point vagheggiato da un decennio e mai realizzato.  Esistono più soluzioni per il trasporto merci, con furgoni più capienti come i 35 quintali (e oltre) e più piccoli e leggeri per tutte le esigenze.

 

E' possibile utilizzare anche veicoli a tre ruote con la propulsione data da un piccolo motore come una bici a pedalata assistita.


Per coloro che hanno necessità di percorrere parecchie centinaia di chilometri esiste la possibilità di trasformare il loro furgone lasciando invariata la struttura termica originaria aggiungendo semplicemente un power train elettrico facendolo diventare  così un vero e proprio furgone bimodale, funzionando a scelta col motore tradizionale o elettrico. Questa modifica, costituita da una semplice aggiunta di un motore elettrico di potenza adeguata, permette di percorrere una cinquantina di chilometri in modalità elettrica con un piccolo battery pack al litio, a velocità 'urbana', rendendo il mezzo del tutto funzionale ad un servizio puntuale ed efficace ad emissione zero in ambito cittadino, silenzioso.


Un altro utile campo di impiego dei veicoli elettrici, da subito, è quello delle 'navette' elettriche o noleggio con conducente.


Un'altra realtà è costituita da minibus o bus elettrici, completamente elettrici, fino a 55 posti passeggeri.


Stesso discorso vale per gli scuolabus sia nella versione elettrica che bimodale.


Insomma, le soluzioni ci sono, le tecnologie ci sono, manca la volontà politica nel realizzare una mobilità capace di offrire una serie di vantaggi immediati sia dal punto di vista della salute sia dal punto di vista economico per le aziende pubbliche e private che facessero uso di tali veicoli elettrici.  

Il candidato sindaco e quindi il nuovo sindaco di Firenze farebbe cosa utile nel prendere in considerazioni questi nostri suggerimenti e mettere già da subito nero su bianco un programma con cambiamento di paradigma vantaggioso ed economicamente sostenibile e rispettoso della salute umana e sopratutto vincente.




MondoElettrico è anche su   

.


martedì 18 marzo 2014

Firenze tornerà ad essere elettrica? Bah!

Riportiamo qui il comunicato di 'perUnaltracittà', la Lista di Cittadinanza, dove sono espressi gli stessi nostri nostri dubbi,  le stesse nostre perplessità e preoccupazioni.


Mobilità elettrica, De Zordo e Grassi: "Se Nardella fa come Renzi non c'è un futuro elettrico per Firenze"

17 Marzo 2014 - Nardella (ndr - il vicesindaco) rimanda gli elettrici al 2017 (vedere nostro post precedente)  mentre Renzi li annunciava per tutta la città entro il 2016. Di annunci sulla mobilità elettrica è dal 2009 che ne ascoltiamo. Di fatti non ne abbiamo visti. Se i fiorentini sperano in una mobilità elettrica e non inquinante per la loro città, dovranno aspettare ancora molti anni, perché dall'aspirante sindaco Nardella hanno oggi annunci vaghi esattamente come già dall'ex sindaco Renzi.

Nardella parte subito male, annunciando che il cardine del suo piano "verde" sarà il piano del traffico, che "adesso non c'è", e il suo sarà "il primo" della storia di Firenze: è evidente che Nardella ignora che il primo piano del traffico fu approvato dal Consiglio Comunale nel 1999 e che l'ultimo aggiornamento risale al settembre 2008. Quindi se non c'è un nuovo piano del traffico è solo perché in questi cinque anni l'attuale amministrazione non ha fatto l'aggiornamento dovuto, ma ha pensato solo a pedonalizzazioni spot di piazza del Duomo e delle strade salotto del centro storico.

Nardella annuncia nuove colonnine e car sharing elettrico entro il 2014, ignorando che l'assessore Bonaccorsi, rispondendo a una nostra interrogazione, le aveva già date come finanziate e quindi imminenti già nel novembre scorso. Nardella poi annuncia che, se sarà eletto sindaco, entro il 2017 consentirà il transito in centro storico ai mezzi merci solo elettrici, ed entro il 2018 i taxi saranno elettrici, ibridi o a metano, dimenticandosi che nel gennaio 2012 l'ex sindaco Renzi annunciò "entro il 2016" di riservare "l'ingresso in città solo a chi avrà un'auto elettrica o un car sharing elettrico”. Peccato che ai soliti annunci non sia seguito nessun fatto.

Per i bussini elettrici Nardella afferma di "puntare non solo a conservare la flotta elettrica ma a potenziarla"; peccato che l'amministrazione di cui lui ha fatto e fa parte li ha visti diminuire, e infatti oggi sono solo 12 i bussini elettrici in circolazione perché gli altri sono stati sostituiti con bussini a gasolio acquistati persino usati e altamente inquinanti. Anche sui bussini elettrici che diceva l'ex sindaco Renzi ? Nel novembre 2009, all'inizio del suo mandato, Renzi annunciava "fatti concreti": "rinnovare completamente il parco Ataf, acquistare molti più bussini elettrici da far girare in centro" e "il Piano antismog è il programma di mandato". Sono rimasti solo annunci perché niente di tutto questo e' stato fatto.

E come andrà a finire per gli incentivi ai cittadini, che portarono nei primi anni 2000 Firenze a essere all'avanguardia in Europa per i mezzi elettrici in circolazione? Fino ad oggi sono diminuirti progressivamente fino a che, dopo un recente fondo di soli 50.000 euro trovati appositamente dall'assessore Bonaccorsi "scosso" da una nostra interrogazione del novembre 2013 ma esauriti nell'arco di due soli giorni. Ora Nardella non ne parla neppure.

Con tutti questi annunci e impegni mancati negli ultimi 5 anni e' difficile immaginarsi un futuro elettrico per Firenze


MondoElettrico è anche su   

.


lunedì 17 marzo 2014

I gasdotti dell'Ucraina secondo l'EIA

Una articolo dell'EIA (U.S. Energy Information Administration - Official Energy Statistics from the U.S. Government.) sui  gasdotti che passano dall'Ucraina per portare il gas in Europa chiarisce alcune circostanze venutesi a creare negli ultimi gioni, mesi, anni, che riguardano quella nazione che si trova tra due schieramenti economici contrapposti.


L'Europa, compresi tutti i membri dell'UE più la Turchia, la Norvegia, la Svizzera e gli Stati balcanici extracomunitari, consumato 530 milioni di metri cubi (18,700 miliardi di piedi cubi) di gas naturale nel 2013.
La Russia ha fornito il 30%   di questa quantità pari a  161,4 milioni di metri cubi (5,7 miliardi di piedi cubi), con un importo significativo che scorre attraverso l'Ucraina.
EIA stima che il 16% 85 milioni di m3 (3,0 miliardi di piedi cubi) di gas naturale totale consumata in Europa passa attraverso la rete dei gasdotti dell'Ucraina, sulla base dei dati riportati da Gazprom e Eastern Bloc Energy.
Due sistemi di pipeline principali portano il gas russo attraverso l'Ucraina per l'Europa occidentale, le   condotte Bratstvo (Fratellanza) e Soyuz (Unione).
Il gasdotto Bratstvo è il più grande gasdotto russo diretto in Europa. Attraversa l'Ucraina e la Slovacchia e si divide in due per la fornitura paesi del nord e del sud europeo.
Il gasdotto Soyuz collega le pipeline russe alle reti del gas naturale in Asia centrale e fornisce quantitativi supplementari verso l'Europa centrale e settentrionale.
Un terzo importante oleodotto attraverso l'Ucraina (Trans-Balkan) porta il gas naturale russo verso i paesi balcanici e la Turchia.
In passato, ben l'80% delle esportazioni di gas naturale russo transitano dall'Ucraina andando vero l'Europa.

Questa quantità è scesa al 50%-60% da quando il gasdotto Nord Stream, un collegamento diretto tra la Russia e la Germania che passa sotto il Mar Baltico, è entrato in servizio nel 2011.
Flussi di gas naturale attraverso l'Ucraina variano a seconda della stagione, andando dai quasi 3,4 milioni di m3 (12 miliardi di piedi cubi) di gas naturale al giorno in inverno a soli 1,7 milioni di m3 (6 miliardi di piedi cubi) al giorno in estate.
Un inverno insolitamente mite nel 2013 ha significato flussi di gas naturale ridotti attraverso l'Ucraina e ha contribuito ad aumentare i livelli di stoccaggio di gas naturale in Europa (livelli di stoccaggio di gas naturale sono stati del 46%  a partire dal 13 marzo, rispetto al 23% del fondo negli Stati Uniti).



MondoElettrico è anche su   

.


sabato 15 marzo 2014

Firenze tornerà ad essere elettrica?

Nei giorni passati c'è stato un po' di tram-bus-to rilevato dai quotidiani toscani quando è trapelata l'informazione che la neo privatizzata azienda di trasporti pubblici locali aveva in animo di dismettere tutti i bussini elettrici che circolavano per il centro storico del capoluogo di regione. Fino a pochi anni fa i minibus elettrici erano un buon numero, 26, ridotti poi a 12 ma effettivamente utilizzati fino a oggi solo 6 o 7. Naturalmente sono cominciate a fioccare le proteste da parte dei cittadini e da parte delle associazioni cittadine acuite dal fatto che sembrava fosse intenzione da parte dell'azienda di sostituire bussini a emissione zero, silenziosi, con rumorosi e inquinanti bussini a metano. I motivi di questa decisione? Motivi economici e manutenzione, costi nell'acquisto e costi di manutenzione. Strano. Strano almeno per quanto riguarda i costi di manutenzione, ma questo è trapelato nei giornali.

Gli ultimi articoli giornalistici ripercorrono la storia recente dei veicoli elettrici nell'era Renzi, ricordando che Matteo Renzi, dal 2016 dichiarava che per entrare in Ztl sarebbe stato obbligatorio guidare un'auto elettrica. Il  vicesindaco Dario Nardella (che ha preso il posto di Renzi nel frattempo diventato Primo Ministro),  è intervenuto poche ore fa, come riportato dal Corrriere Fiorentino, dichiarando sul caso: "Sono assolutamente contrario alla scelta di Ataf e chiederò all'azienda un confronto rapido. Penso che la mobilità elettrica sia importante per la nostra città". E poi rilancia: «Tra le misure che proporrò se sarò eletto sindaco, c'è quella di consentire il transito in centro storico solo ai mezzi elettrici per il trasporto merci. Su queste misure siamo pronti a dare battaglia».
A dare ulteriormente peso alle intenzioni di Nardella, candidato alle prossime elezioni per diventare nuovo sindaco di Firenze c'è un suo ulteriore intervento sulla sua pagina di faceBoook: "Ecco FirenzElettrica, ovvero la mia proposta per una nuova mobilità sostenibile in centro. Qui troverete solo le linee guida, a breve la spiegherò nel dettaglio all'interno del mio programma elettorale.
Si tratta, per prima cosa di far viaggiare le merci nel centro storico solo su mezzi elettrici. Oggi in centro si registrano 13 mila accessi commerciali giornalieri. Entro 3 anni questi accessi saranno possibili solo con mezzi elettrici. Questa misura consentirà un abbattimento di anidride carbonica pari a 52 tonnellate e mezzo e un risparmio di quattro tonnellate di pm10.
Per agevolare le consegne, individueremo anche piattaforme logistiche di interscambio veicoli per passare temporaneamente da un mezzo tradizionale a uno elettrico. Per fare questo sarà possibile utilizzare contributi europei per le città sostenibili.
Ma FirenzElettrica non riguarda solo le merci: entro 4 anni tutti i 700 tassisti operanti in città dovranno convertirsi ad auto elettriche, ibride o a metano. Sono allo studio possibili ecoincentivi per agevolare la categoria.
Entro un anno attiveremo poi un servizio di carsharing elettrico nel centro storico. In 12 mesi, infine, il Comune triplicherà le colonnine di ricarica: adesso sono 109, ne istalleremo altre 147 pubbliche e altre 50 riservate al trasporto merci.



MondoElettrico è anche su   

.


venerdì 14 marzo 2014

A picco i consumi petroliferi italiani nel mese di febbraio, - 2,7%, carburanti + 0,4%

I consumi petroliferi italiani nel mese di febbraio 2014 sono ammontati a circa 4,4 milioni di tonnellate, con una diminuzione pari al 2,7% (‐123.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2013.

I prodotti autotrazione, a parità di giorni di consegna, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un calo pari all’1,4% (‐8.000 tonnellate) rispetto a febbraio 2013, mentre il gasolio autotrazione un aumento dell’1% (+17.000 tonnellate).
La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di febbraio è così risultata pari a circa 2,3 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di tonnellate di benzina e 1,7 di gasolio autotrazione, con un incremento dello 0,4% (+9.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2013.

Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove sono aumentate dell’8,5% con quelle diesel che hanno rappresentato il 55,4% del totale (era il 54,4% nel febbraio 2013).

Nel primo bimestre 2014, i consumi sono stati pari a circa 9,1 milioni di tonnellate, con un calo del 3,8% (‐356.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2013.
La benzina, nel periodo considerato ha mostrato una flessione del 3,2% (‐38.000), il gasolio dello 0,3% (‐10.000).
Nei primi due mesi del 2014 la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un regresso dell’1% (‐48.000 tonnellate).
Nello stesso periodo le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in crescita del 6%, con quelle diesel a coprire il 55,5% del totale (era il 53,4 nei primi due mesi del 2013).

Nei primi due mesi del 2014 il gettito fiscale stimato (accise + IVA) dei carburanti (compreso gpl auto), tenuto conto del calo registrato dai consumi, è in diminuzione di circa 40 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2013 (‐0,7%): la contrazione è stata attenuata grazie alla variazione lievemente positiva di febbraio.

Roma, 13 marzo 2014 – – Unione Petrolifera


Con i dati forniti dal Ministero delle dello Sviluppo Economico abbiamo realizzato e pubblichiamo i nostri consueti grafici. Vediamo come i consumi di petrolio scendano progressivamente sempre più giù di mese in mese di anno in anno dal Gennaio 2006.

Il petrolio

  Il grafico dei consumi  con i mesi in sequenza dal Gennaio 2006.


 Il grafico con i consumi per anno solare



E' evidente che i grafici dei consumi di anno in anno a partire dal 2006 disegnano una picchiata significativa, progressiva, inesorabile tanto che, per questo mese, ho dovuto abbassare il fondo scala.


Passiamo ai carburanti per autotrazione
Qui di seguito vediamo i grafici per i carburanti per autotrazione. Stesso discorso. I consumi scendono progressivamente.




La benzina + gasolio sommati e considerati insieme per il grafico in anni solari dal 2007

 
Benzina + gasolio In sequenza mensile a partire dal gennaio 2007.



I consumi del petrolio e dei carburanti sono degli indicatori sensibili dello stato dello stato di salute della nostra economia.  Per comprendere meglio la situazione dei consumi nazionali facciamo seguire i link di altri due post del mese in corso pià un altro relativo alla produzione industriale (non inganni il segno positivo).




- Calano i consumi di energia elettrica in Italia: - 4% a febbraio.
- Consumo di gas a picco in Italia ! A febbraio: - 21,5% circa
- Produzione industriale a gennaio: +1.0 %


MondoElettrico è anche su   

.