Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


mercoledì 31 luglio 2013

Le auto ibride in California

Con un comunicato stampa la Toyota informa che 6 auto ibride su 10 vendute in California sono del marchio Toyota. Le auto ibride della Chevrolet del Gruppo General Motor non arrivano che ad un misero 6%. Bill Fay, vice presidente del gruppo e direttore generale di Toyota Motor Sales, USA, Inc. enfatizza ancora di più l'ottimo risultato aggiungendo  che sono 5,3 milioni le auto ibride vendute a livello globale e più di 2 milioni sono state negli Stati Uniti di cui più del 90% sono ancora sulla strada di oggi.
A livello globale, i veicoli ibridi Toyota hanno permesso di non immettere in atmosfera circa 34 milioni di tonnellate  di CO2 rispetto a quelli emessi dai veicoli a benzina, e hanno fatto risparmiare ai loro proprietari  più di 3 miliardi di litri di benzina.
La marca giapponese ha l'intenzione di mettere su strada 18 nuovi o ridisegnati modelli ibridi entro la fine del 2015.

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martedì 30 luglio 2013

Con il movimento delle onde si genera energia elettrica

Le onde sono una fonte enorme  di energia potenziale, 29.500 TWh (terawatt-ore) all'anno, secondo i calcoli delle Nazioni Unite. In confronto, l'Agenzia Internazionale per l'Energia riferisce che 21.500 TWh di energia elettrica sono stati generati in tutto il mondo nel 2010.
Partendo da questo assunto, il Ministero Federale Tedesco dell'Istruzione e della Ricerca sosterrà un progetto fino al gennaio 2015, noto come EPoSil (polimeri elettroattivi basati sul silicio per la produzione di energia), con una somma di quasi 2.000.000 di euro. I membri del consorzio  di ricerca per sfruttare l'energia delle onde sono: Wacker Chemie AG che fornisce un materiale a base di silicio, Bosch insieme con i suoi subappaltatori per i sistemi di trasduttori, l'Università Tecnica di Darmstadt che sta sviluppando un metodo per testare i polimeri elettroattivi. Un modello in scala deve essere provato in un canale generatore di onde della Technical University di Amburgo-Harburg. I sistemi per testare i gruppi elettrogeni sono stati sviluppati da Ingenieurbüro Brinkmeyer & Partner a Winnenden, vicino a Stoccarda, mentre Bosch Rexroth sta supportando il consorzio per la costruzione dei modelli.

Il convertitore di energia è fondamentalmente costituito da un foglio a tre strati. Gli strati superiore e inferiore sono conduttori di elettricità, cioè sono elettrodi, lo strato intermedio è realizzato in silicio estremamente elastico, che ha una funzione isolante. Il movimento delle onde esercita una forza meccanica sul convertitore (foglio). Inizialmente, il movimento verso l'alto dell'onda comprime il silicio. Come risultato di questa compressione dello strato intermedio, si viene a ridurre la distanza tra i due elettrodi e si viene a produrre una corrente elettrica. Come l'onda comincia a scendere, la forza che agisce sul convertitore diminuisce. Il silicio si rilassa e ritorna al suo spessore originale.  Questo effetto porta ad un aumento del potenziale elettrico nel convertitore. Il risultato è che l'energia meccanica dell'onda viene convertita in energia elettrica. E il ciclo ricomincia con l'onda successiva.

Il primo modello in scala-reale di un generatore di onde di potenza è previsto che sia realizzato nel canale d'onda della Technical University di Amburgo-Harburg nel 2014. Guardando al futuro, il piano è di avere generatori d'onda di potenza a compressione e distensione a livello commerciale  in grado di lavorare per decine di milioni di volte. L'obiettivo per convertire energia meccanica in energia elettrica è quello di raggiungere un'efficienza del 50 %.


Source: Bosh

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lunedì 29 luglio 2013

Obbediente, il pulmino ante litteram

Si ricorda che uno dei primi costruttori di auto elettriche fu uno scozzese di nome Robert Anderson che mise su strada forse la prima auto con motore elettrico della storia intorno agli anni 1832 - 1838. Sono passati quasi due secoli interi.

Tra i precursori dei carri senza cavalli vi è anche un certo  Amédée Bollee, francese, che nel 1873 realizzò un altro veicolo trainato non dai cavalli in carne ed ossa ma dai cavalli vapore.  Il motore, anzi, i due motori erano due veri e propri motori a vapore. Su Wiki francese prendiamo in prestito la foto del mezzo di trasporto persone, un pulmino, l'Obéissante (l'Obbediente), e le caratteristiche essenziali:

- telaio con sospensioni indipendenti sulle quattro ruote;
- ruote anteriori sterzanti con trasmissione a catena su un pignone ellittico collegato al differenziale ;
- trazione da due motori a vapore V-twin sulle ruote posteriori indipendenti;
- comandi centralizzati intorno al volante;
- caldaia posteriore.



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venerdì 26 luglio 2013

Un 'posto migliore' per la ricarica delle auto elettriche

Leggiamo su Phys Org online che un'associazione israeliana ha acquistato per 20 milioni di dollari ciò che resta di Better Place, fallita recentemente, e valutata solo due mesi fa per 2 miliardi di dollari.
I subentranti hanno anche rilevato, con l'impegno di mantenere in funzione, i 2.000 punti di ricarica presenti nel territorio d'Israele e i suoi servizi di cambio al volo della batteria.
Se ricordate avevamo anticipato nel 2008 in cosa consisteva l'idea dell'imprenditore americano Agasasi di creare una rete di punti non di ricarica ma di cambio automatizzato delle batterie per un modello di auto della Renault (vedere "Auto elettriche. Tre minuti per sostituire la batteria scarica"). Nel 2011 avevamo scritto un altro post sull'argomento "Batterie e auto elettriche, che mi dai in cambio?" nel quale si esprimeva la perplessità riguardo ad un sistema di gestione dell'autonomia delle batterie delle auto elettriche quale quello proposto da Better Place. Concludevamo dicendo che '...potrebbe essere una soluzione, ma non ne sono certo. L'auto elettrica ha una sua funzione precisa nel cambio di paradigma piuttosto che nel cambio delle batterie, ma, evidentemente, ha bisogno di percorrere strade diverse prima di riuscire a trovare la sua strada giusta.' Non era quella la strada giusta da percorrere, evidentemente, e ne eravamo persuasi sin da allora. Al contrario l'associazione, altrettanto evidentemente, con l'acquisizione vuole perseguire nell'errore proponendosi, come essi stessi dichiarano, per dare ad "Israele una seconda possibilità per fare la cosa giusta." Auguri!



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giovedì 25 luglio 2013

Energia elettrica da emissioni di CO2

Potrebbe essere l'inizio di una nuova era nella quale i rifiuti, le schifezze, il ciarpame si trasforma in ricchezza.  Se questa schifezza è il nefasto precursore del disastroso effetto serra il discorso si fa estremamente interessante.
La ricchezza viene da un nuovo metodo per la produzione di energia elettrica dal ciarpame, l'anidride carbonica, descritta in un articolo in ACS lanciato di recente dalla rivista Environmental Science & Technology Letters. Il metodo utilizza il CO2 (biossido di carbonio, l'anidride carbonica) delle centrale elettriche termiche e sputato da altre 'orride' ciminiere come materia prima per la produzione di energia elettrica.

Bert Hamelers, Ph.D., e colleghi spiegano che la produzione di energia elettrica potrebbe sfruttare i circa 12 miliardi di tonnellate di CO2 emessi ogni anno dalla combustione di carbone, petrolio e gas naturale. Il  riscaldamento di casa e di esercizi commerciali  produce altri 11 miliardi di tonnellate di CO2. I gas di scarico di una ciminiera di una tipica centrale a carbone contengono circa il 10% di CO2, che incidono non solo sull'inquinamento atmosferico globale, ma rappresentano un fattore chiave determinante per il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici, l'accertato fattore antropico. La squadra di Hamelers ha cercato un modo per cambiare la situazione trasformando i rifiuti in un tesoro.

Essi descrivono tecnologia come un procedimento che permetterebbe di far reagire il CO2 con acqua o altri liquidi e, con una ulteriore lavorazione, generare un flusso di elettroni che costituiscono il fondamento della corrente elettrica. Si potrebbe produrre circa 1.570 miliardi di kWh di elettricità supplementare ogni anno utilizzando e convogliando il CO2 dalle centrali elettriche tradizionali basate su fonti fossili, industrie e residenze, cioè circa 400 volte la produzione elettrica annua della diga di Hoover. Da sottolineare, inoltre, che consisterebbe in una  massiccia quantità supplementare di energia elettrica prodotta senza apporto, aggiunta di CO2 in atmosfera.





When two fluids with different compositions are mixed, mixing energy is released. This holds true for both liquids and gases, though in the case of gases, no technology is yet available to harvest this energy source. Mixing the CO2 in combustion gases with air represents a source of energy with a total annual worldwide capacity of 1570 TWh. To harvest the mixing energy from CO2 -containing gas emissions, we use pairs of porous electrodes, one selective for anions and the other selective for cations. We demonstrate that when an aqueous electrolyte, flushed with either CO2 or air, alternately flows between these selective porous electrodes, electrical energy is gained. The efficiency of this process reached 24% with deionized water as the aqueous electrolyte and 32% with a 0.25 M monoethanolamine (MEA) solution as the electrolyte. The highest average power density obtained with a MEA solution as the electrolyte was 4.5 mW/m2, significantly higher than that with water as the electrolyte (0.28 mW/m2).




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mercoledì 24 luglio 2013

Si fa presto a dire trasporto su ferro

E' corretto quello che afferma la Coldiretti, il rincaro della benzina ha effetto valanga sull' 88% delle merci che si muovono in Italia su gomma e quindi ricade anche sulla spesa delle famiglie. Ciò che portiamo in tavola infatti è destinato a subire gli effetti del record nei prezzi dei carburanti ( e ricade anche sull'intero sistema agroalimentare) stimando che un pasto percorra in media quasi 2 mila chilometri prima di giungere sulle nostre tavole.
Ma il trasporto su gomma ha anche costi ambientali. In Italia, come rileva un articolo su la Repubblica,  tocca i 15,5 miliardi di euro l'anno. Il trasporto su gomma, sovvenzionato con fondi pubblici, produce solo in Italia danni per 15,5 miliardi di euro e quasi la metà di questa cifra viene dai camion che, nel nostro paese, movimentano un'alta percentuale di merci. I dati sono contenuti in un rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente. Secondo l'Aea nel complesso l'inquinamento atmosferico causa 3 milioni di giorni di assenza per malattia e 350.000 morti premature in Europa. Il solo costo sanitario dell'inquinamento prodotto dai mezzi pesanti è pari a 45 miliardi di euro.
Sì, in effetti la percentuale dei trasporti su gomma in Italia è alta, superando l'85% ma quale percentuale dovremmo aspettarci per sentirci europei o normali a livello globale? Un rapporto
TRASPORTO MERCI SU STRADA - Aci

Detto questo, vi pare possibile eliminare il traffico su gomma? Inoltre, vi pare possibile trasferire tutto il traffico merci su ferro? Significa investire a dismisura, significa creare infrastrutture, distruggere ulteriormente il territorio con vie ferrate, gestirle, mantenerle. Ma se l'Italia è un'anomalia con i suoi trasporti su gomma dell'85,5% quanto sono invidiabili gli europei e  gli altri? I loro trasporti merci sono tutti o in buona parte su ferrovia?
Lo vediamo prendendo a prestito alcuni grafici del recente rapporto ACI dell'inizio dell'anno in corso dal titolo TRASPORTO MERCI SU STRADA - Aci.

In questo grafico vediamo che il trasporto merci su gomma in Spagna supera il 90%, in Gran Bretagna l'83,5%, in Francia il 76,1%, in Germania il 62,1%. La 'migliore' è la Germania ma i suoi trasporti merci su ferrovia sono poco più del 21%. Quindi dobbiamo sfatare il mito che si possa trasferire su ferro il trasporto merci..


Grafico seguente. Se si esclude il mare, come generalmente accade nelle statistiche ufficiali, considerando solo la movimentazione all'interno dei territori, il ruolo della strada emerge con grande evidenza in Europa e in Giappone, Paesi dove la ferrovia ha invece un ruolo marginale. Dal 2009, il trasporto su strada è diventato modalità principale anche in Cina.


Di seguito alcuni grafici per centrare meglio alcuni dati che potrebbero interessare, con evoluzione annuale.




Secondo questi dati non si può fare a meno di rilevare che il ferro rappresenta un problema (non la soluzione) che non può essere affrontato con il desueto paradigma della razionalizzazione dei trasporti toutcourt nemmeno in una situazione gravissima come quella dei costi crescenti dei carburanti che dovrebbe rendere il trasporto su gomma non sostenibile. Ma se i programmatori politici non sono in grado far fronte a questo problema/soluzione è da ritenere che il problema/soluzione non possa essere risolto così come vorrebbero alcuni. E' impossibile trasferire le merci sviluppando una rete efficiente ed economicamente sostenibile spostando il problema per crearne un altro.
Quale è la soluzione?
Trasformare, convertire il trasporto su gomma. Sostituire i mezzi a gasolio in mezzi elettrici e ibridi per la transizione, sfruttando le infrastrutture attuali più che adeguate a gestire il sistema. Una terza via non è data... se non fermando tutto. Potrebbe accadere.



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lunedì 22 luglio 2013

Nucleare all'arrembaggio, in una roadmap delle rinnovabili

Gli istituti di ricerca nucleare della Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Polonia (V4) hanno deciso di istituire un Centro  di Eccellenza V4G4 per la realizzazione di ricerche comuni, lo sviluppo e l'innovazione nel campo della  reattori nucleari  di Quarta Generazione (G4). Il nuovo  Centro di Eccellenza V4G4  è stato presentato al pubblico presso l'Accademia Ungherese delle Scienze lo scorso 18 luglio 2013.
Tutto in funzione dell'obiettivo posto dalla Commissione europea, la "Energy Roadmap 2050", in materia di decarbonizzazione dell'economia europea. Tutti gli scenari studiati nella cornice di questa roadmap includono un forte miglioramento dell'efficienza energetica, con un incremento di fonti di energia rinnovabili, una diminuzione dei combustibili fossili, e di un contributo del nucleare (fino al 21%) in base a diversi ipotesi.
Per diminuire questa dipendenza dai combustibili fossili, diversi paesi, tra i quali i paesi del V4, hanno deciso di costruire il loro mix energetico sul nucleare e le rinnovabili, con una riduzione di combustibili fossili nel più breve tempo possibile.

Per preparare il futuro, l'obiettivo principale del V4 è lo sviluppo di reattori nucleari di quarta generazione basati su neutroni veloci, per  un'energia nucleare sostenibile (?!), in base ai più elevati standard di sicurezza. Infatti, tali reattori consentirà:
 - minimizzazione il volume dei rifiuti radioattivi e, attraverso la trasmutazione degli attinidi minori, riduzione della loro radiotossicità del minerale di uranio in circa 3 secoli, rispetto a 100.000 anni con i reattori nucleari attuali;
 - risparmio della risorsa uranio, attraverso  breeding, che moltiplica di un fattore 50, circa, la produzione di energia da una data quantità di combustibile uranio, offrendo risorse per diverse migliaia di anni;
 - non proliferazione nucleare grazie ad adeguati processi di riciclaggio avanzate.

Per indagare sugli aspetti cruciali, in particolare per quanto riguarda la sicurezza, e la generazione di risultati sperimentali per lo sviluppo dei reattori nucleari di  quarta generazione con l'innovativo concetto  GFR (Gas Cooled Fast Reactors), sarà realizzato un prototipo,ALLEGRO, nel 2020.

Per raggiungere questi obiettivi, il V4G4 può contare sul supporto scientifico del CEA francese, che ha una grande esperienza in reattori veloci e ha sviluppato il primo concetto di GFR.

Nei prossimi decenni il progetto ALLEGRO e il  Centro di Eccellenza  V4G4 sarà una forza di coesione per condurre la ricerca e la tecnologia di bordo in questa regione e fornirà un'eccellente opportunità per le industrie ad alto valore aggiunto.



Ho i miei dubbi, ma ci vediamo nel 2020 per leggere le nuove News Release dell'Alpha Galileo Foundation, da cui abbiamo estratto la notizia, e per  trarre le conclusioni in merito. Non so se vi ricordate i reattori di terza generazione che fine hanno fatto. Vedere Flamanville e Olkiluoto.




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domenica 21 luglio 2013

Batterie al litio nei sommergibili

Si sta parlando di un sottomarino, quindi le informazioni non possono essere così dettagliate come piacerebbe che fossero a noi che siamo interessati alla tecnologia di accumulo di energia. Se guardiamo il sito web della Submergence Group di Chester nel Connecticuttroviamo dei dettagli tecnici di base dei loro sottomarini e quali sono gli scopi d'uso degli stessi.
L'informazione che vogliamo dare con questo post è la commessa aperta con una importante azienda produttrice di batterie al litio, batterio al litio ferro fosfato manganese  (LiFeMgPO4), per  530 kWh. Saranno utilizzati 400 moduli, con integrato il sistema di controllo BMS. Attualmente sono disponibili moduli Valence da 12V fino a  36 V per cui, assemblati insieme, possono raggiungere la tensione richiesta, fino a 700 V.

La foto in alto e le caratteristiche in basso del sommergibile sono quelle di uno dei modelli realizzati dal costruttore, non sappiamo se è quello su cui verrà montato lo storage al litio.





201 Specifiche :
Lunghezza: 30 Piedi
Rggio: 6 Feet
Peso: 10 tonnellate
Profondità di funzionamento: 1.000 piedi
Potenza: Batterie agli ioni di litio
Durata immersione: Quarantotto (48) ore @ 5 nodi
Velocità di crociera in immersione: Cinque (5) nodi
Life Support: Duecento quaranta (240) ore uomo


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venerdì 19 luglio 2013

Cala il consumo di petrolio e carburanti negli USA

Accade in Italia così avviene negli USA anche se in misura minore, secondo i dati trasmesso ieri dal sito API (American Pertrolium Institute) . Le consegne totali di petrolio degli Stati Uniti è leggermente diminuito, 1,0 %, rispetto al giugno 2012 poco sopra gli 18,7 milioni di barili al giorno di media.

Questo è il livello più basso di giugno da 16 anni. Per il secondo trimestre, le consegne di petrolio sono diminuite dello 0,3 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed i dati non fanno che riflettere l'incertezza visibile dell'economia. Però, se la produzione di greggio statunitense ha raggiunto il livello più alto in 22 anni per quanto riguarda giugno,  la domanda interna rimane 'moscia'.
La domanda di benzina scende  verso il basso 1,9 % (dal giugno 2012) con una media di 8,9 milioni di barili al giorno, il più basso livello di giugno a 12 anni. Nel secondo trimestre, le consegne di benzina sono scese 2,0 %. Le richieste sono scese a giugno per quanto riguarda i carburanti (4,8 %), gli "altri oli" (0,9 %), e l'olio combustibile residuo (14,7 %) con 317 mila barili al giorno, il più basso livello da record di giugno. Solo la domanda di distillato è aumentata del 5,5 %.

Gli ingressi lordi in raffineria sono aumentati dello 0,6 % al di sopra del livello dell'anno precedente con 16,1 milioni di barili al giorno. I prodotti raffinati sono stati esportati ad un tasso medio di circa 3,1 milioni di barili al giorno, in declino dell' 1,2 % rispetto a maggio.
La produzione di benzina è aumentata del 1,4 % da maggio e 0,7 % rispetto a giugno 2012 con circa 9,3 milioni di barili al giorno.
La produzione di combustibile distillato ha raggiunto il suo livello più alto giugno alle 4,8 milioni di barili al giorno, in crescita del 3,8 % rispetto allo scorso anno.

La  produzione di greggio nazionale è aumentata 15,3 % nel mese di giugno e 15,6 % nel secondo trimestre, rispetto al 2012. Con 7,2 milioni di barili al giorno, la produzione di greggio ha visto il suo più alto livello di giugno da 22 anni a questa parte.

Secondo gli ultimi rapporti da Baker-Hughes, Inc., il numero di piattaforme petrolifere e di gas negli Stati Uniti è sceso da 1.767 a maggio a 1.761 nel mese di giugno.




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giovedì 18 luglio 2013

I veicoli commerciali entrano nella seconda metà dell'anno con un calo del 20,7%

I veicoli commerciali entrano nella seconda metà dell'anno con un calo del 20,7%

Persi nel 1° quadrimestre 230 milioni di euro di giro d'affari e 40 milioni di IVA

Diffuse oggi le stime del Centro Studi UNRAE sul mercato dei veicoli commerciali (autocarri con peso totale a terra fino a 3,5 t) a chiusura del primo semestre dell'anno. Il settore archivia nel complesso una flessione del 20,7% e appena 51.035 unità, rispetto alle 64.324 del gennaio-giugno 2012.

Tali valori rappresentano il livello più basso mai raggiunto da un 1° semestre dal 1990, anno a partire dal quale si hanno i dati ufficiali.

Nel solo mese di giugno, i dati non danno indicazioni confortanti, le 8.944 unità hanno evidenziato una flessione del 12,1%, che comunque si confronta con lo stesso periodo dello scorso anno, a sua volta caratterizzato da un risultato fortemente negativo e pari ad un calo del 30%.

Nel solo 1° quadrimestre di questo anno il settore ha perso oltre 230 milioni di euro di giro d'affari e le casse dello Stato 40 milioni di euro di mancato introito IVA.

“I 22 mesi di calo continuo del settore dei veicoli commerciali leggeri - ha commentato Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE - esplicitano il bisogno indifferibile di un rilancio dei consumi in generale, attraverso un miglioramento della disponibilità alla spesa da parte delle famiglie e del credito alle imprese, ancora attanagliate nel credit crunch. In questo quadro, auspico che nel corso dell'approvazione dei provvedimenti in discussione in sede parlamentare possa essere recepita la nostra richiesta di estensione ai beni strumentali di impresa, quindi anche agli autocarri, dei finanziamenti e dei contributi a tasso agevolato oggi già previsti per le attrezzature e gli impianti delle PMI e che queste misure possano consentire almeno un'inversione dell’attuale trend.”


Considerando i dati delle immatricolazioni dei veicoli commerciali un segnale dell'andamento economico nazionale al pari di quelli tenuti da noi sotto controllo mensile (vedere post in calce),  conseguentemente realizziamo i grafici per avere una immagine d'acchito sulla situazione specifica.. Ecco i grafici




I nostri ultimi post di Luglio relativi a Giugno:


- Con i consumi petroliferi italiani nel mese di giugno 2013 siamo tornati agli anni '60
- Consumi di energia elettrica in Italia: -6.2 a Giugno
- La crisi dell'auto continua, -5,5% a giugno, -10,2% nel 1° semestre
- Ancora in forte ribasso il consumo di gas in Italia, a Giugno quasi il 17%





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mercoledì 17 luglio 2013

Con i consumi petroliferi italiani nel mese di giugno 2013 siamo tornati agli anni '60

I consumi petroliferi italiani anche nel mese di giugno 2013 hanno mostrato una nuova e consistente flessione. Nel complesso sono infatti ammontati a circa 5 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 9,1% (‐502.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2012.
I prodotti autotrazione, con un giorno di consegna in meno, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un decremento pari al 12,3% rispetto a giugno 2012 (‐95.000 tonnellate), mentre il gasolio autotrazione dell’8,5% (‐173.000 tonnellate).
La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di giugno è così risultata pari a circa 2,6 milioni di tonnellate, di cui 0,7 milioni di tonnellate di benzina e 1,9 di gasolio autotrazione, con un calo del 9,5% (‐268.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2012.
A parità di giorni di consegna, il calo per la benzina sarebbe stato del 6,8%, mentre per il gasolio del 4,5%.
Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 5,5%, con quelle diesel che hanno rappresentato il 53,8% del totale (era il 53% a giugno 2012).

Nel primo semestre del 2013, i consumi sono stati invece pari a circa 29,5 milioni di tonnellate, con un calo dell’8% (‐2.550.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2012. Se il trend attuale dovesse proseguire fino al termine dell'anno, torneremmo sui livelli di consumo di metà anni ’60.
La benzina nel periodo considerato ha mostrato una flessione del 6,8% (‐284.000 tonnellate), il gasolio del 4,5% (‐522.000 tonnellate).
Nel periodo considerato la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un calo del 5,2% (‐806.000 tonnellate).

Nei primi sei mesi dell'anno, le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in diminuzione del 10,3%, con quelle diesel a coprire il 53,5% del totale (era il 53,9 nei primi sei mesi del 2012).
Nel primo semestre del 2013 il gettito fiscale stimato è risultato in calo di circa 570 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2012 (‐3,1%).

 Roma, 16 luglio 2013 –   Comunicato stampa dell'Unione Petrolifera



Pubblichiamo come di consueto i grafici da noi elaborati con i dati provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Vediamo che i consumi vanno sempre più giù a conferma definitiva del cattivo andamento della nostra economia e quindi della produzione nazionale.

Il petrolio

Ecco di seguito i nostri grafici a partire dal gennaio 2006 tendenzialmente verso il basso ... a picco!

I dati raggruppati per anno solare



I carburanti per autotrazione

Benzina. Al livello più basso degli ultimi anni, molto al di sotto.


Gasolio. Anche questo al livello più basso degli ultimi anni , molto al di sotto.


Benzina + gasolio

Raggruppati per anno solare dal 2007.


   In sequenza mensile a partire dal gennaio 2007


I nostri ultimi post di Luglio relativi a Giugno:

- Consumi di energia elettrica in Italia: -6.2 a Giugno
- La crisi dell'auto continua, -5,5% a giugno, -10,2% nel 1° semestre
- Ancora in forte ribasso il consumo di gas in Italia, a Giugno quasi il 17%


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martedì 16 luglio 2013

Le auto della General Motors saranno sempre più elettriche

General Motors ha ribadito il suo impegno per ridurre ulteriormente il consumo di energia e l'impatto ambientale nella produzione e gestione delle auto, dettagliando gli obiettivi verso il traguardo del 2020 con le priorità enunciate nel proprio Bilancio di Sostenibilità del 2012. La relazione riguarda l'energia, le emissioni, la riduzione dei rifiuti e altre linee guida  attraverso le nuove tecnologie per ridurre i costi operativi, risparmio sui costi e mitigare il rischi in funzione dei ricavi.

GM ha sviluppato i seguenti impegni per realizzare veicoli più efficienti e ridurre significativamente l'impatto ambientale dei suoi prodotti per combattere i cambiamenti climatici:
 - mettere  in circolazione negli Stati Uniti 500.000 veicoli con una qualche forma di elettrificazione entro il 2017. Veicoli elettrici GM oggi includono le auto elettriche ad ad autonomia estesa (EREV) come la Chevrolet Volt, Spark EV, la Buick LaCrosse, Regal, Chevrolet Malibu e Impala che adottano il sistema eAssist.
 - raddoppiare i modelli che consentano di raggiungere in autostrada 40-mpg o meno entro il 2017, come ad esempio la Chevrolet Volt, Sonic e Cruze Eco, e tutte le nuove Cadillac ELR e Chevrolet Spark EV e Cruze Clean Turbo Diesel .
 - ridurre le emissioni di di CO2 del 15% di media della flotta entro il 2016 e del 27% per le Opel/Vauxhall entro il 2020.

Inoltre l'azienda si avvale di più di 60 MW di impianti ad energia solare, gas di discarica e energia da biomassa presso le proprie strutture che rappresentano circa la metà della quantità prevista come obiettivo di 125 MW di energia rinnovabile. GM ha anche ridotto la quantità di energia necessaria per costruire un veicolo del 7 % evitando così 66 milioni dollari in costi energetici.
Altro argomento riguarda il riciclo e il riutilizzo di 90 % dei suoi rifiuti di produzione in tutto il mondo, che generano circa 1 miliardo di dollari di fatturato ogni anno. GM ha ridotto i rifiuti complessivamente 25 kg per ogni veicolo dal 2010.

Mi pare proprio di capire che non ci sia spazio per l'auto a metano o ad idrogeno nella strategia di GM.


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domenica 14 luglio 2013

Gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sulla produzione di energia elettrica

Un articolo nel sito we dell'Energy Gov riporta che il presidente Obama nel mese scorso ha puntato l'indice sui cambiamenti climatici, una realtà evidente, i cui effetti si faranno già sentire in tutto il paese. Il 2012 è stato l'anno più caldo mai registrato, la peggiore siccità da generazioni ha colpito più della metà degli US; gli incendi hanno colpito gli stati occidentali, e una superstorm come il ciclone Sandy ha devastato la costa orientale.

I ricercatori hanno identificato diversi punti critici connessi a questi cambiamenti climatici, tra cui le interruzioni nelle centrali elettriche a causa della siccità e l'interruzione delle forniture di carburante durante forti tempeste. Hanno anche individuato potenziali opportunità che renderebbero le  infrastrutture energetiche più resistenti a questi rischi.

Fondamentalmente sono tre le tendenze climatiche estreme che hanno causato gravi problemi al settore energetico in tutto il paese nel corso degli ultimi dieci anni:
- l'aumento delle temperature dell'aria e dell'acqua;
- la diminuzione della disponibilità di acqua tra le regioni e la stagionalità delle precipitazioni e
- l'aumento dell'intensità e la frequenza degli eventi, tempeste, inondazioni e innalzamento del livello del mare.

Per quanto riguarda i rischi relati alla produzione di energia:

- Il cambiamento climatico ha creato un aumento del rischio di arresti nelle centrali a carbone, gas naturale e negli impianti nucleari. Perché? Le variazioni del clima variano la disponibilità di acqua, abbassandola, che influisce  sul raffreddamento delle centrali termoelettriche, un requisito per il funzionamento.
- Ci sono anche rischi più elevati per le infrastrutture energetiche che si trova lungo le coste dovuti alla crescita del livello del mare, la crescente intensità delle tempeste, e onde più alte spinte dalle tempeste sulle coste e inondazioni.
 - Le linee elettriche, trasformatori e sistemi di distribuzione dell'energia elettrica devono affrontare un crescente rischio di danni fisici dagli uragani, tempeste e incendi che stanno crescendo e stanno diventando sempre più più frequenti e intensi.
 - I costi dell'aria condizionata aumenteranno a causa dell'aumento delle temperature e le ondate di calore, insieme con i rischi di blackout e cali nelle regioni in tutto il paese.

Il rapporto "US Energy Sector, vulnerabilità ai cambiamenti climatici e meteorologici estremi" è qui  U.S. Energy Sector Vulnerabilities to Climate Change and Extreme Weather 


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venerdì 12 luglio 2013

Sempre più vincenti le auto ibride in Giappone

E' il Giappone ad essere nel futuro o siamo noi inchiodati al passato? Il fatto è che le due vetture più immatricolate in quel Paese sono auto ibride. Aggiungiamo che sono anni che al primo posto della classifica vendite vi è un'auto ibrida. Chi ne trae vantaggio è il costruttore cioè la Toyota. Nel mese di Giugno l'ibrida storica della Toyota, la Prius,  è ai vertici con 21.809 unità vendute mentre l'Aqua consolida il secondo posto con 20.204 unità, secondo i dati forniti come di consueto mensilmente dalla  JADA (Japan Automobile Dealers Association)
Con i dati Jada abbiamo realizzato i grafici, presenti qui sotto, a partire dal 2009 per la Prius e dal 2012 per l'Aqua, data della sua scalata nelle classifiche delle vendite e immatricolazioni.


Ricordiamo che l'Aqua è stata in prima posizione per alcuni mesi, esattamente dall'ottobre dello scorso anno al marzo di quest'anno, per poi essere di nuovo superata dalla Prius. La Prius è costantemente in testa, con eccezioni temporali brevi (esempio i mesi successivi al terremoto dell'11 Marzo in Giappone).



Vedere per un confronto con altre realtà i post dei giorni precedenti:

- Le auto elettriche immatricolate negli Stati Uniti
- + 44,6 % la crescita del mercato dele auto elettriche in Italia, +77,5% le ibride


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giovedì 11 luglio 2013

Le batterie delle auto per lo storage di rete?

Un argomento che non mi ha mai convinto completamente è quello che riguarda la possibilità di cedere energia delle batterie dei veicoli elettrici alla rete nel momento in cui vi sia una richiesta superiore al normale. In questa ipotesi, i sostenitori ritengono utile la pratica della bidirezionalità dell'energia  rete/batterie/rete   per la ricarica ed accumulo nelle batterie delle auto. Come utente, legato da sempre all'auto per necessità professionali, mi trovo a disagio pensando che un giorno potrei avere l'amara sorpresa di trovare scariche le batterie della mia auto elettrica (ipotizzando che ne abbia una nel futuro)  e ciò comporti l'impossibilità di svolgere il mio lavoro quotidiano. Un caso estremo. Ve l'immaginate un'autoambulanza con le batterie parzialmente scariche perché la rete ha sottratto una parte della loro energia per una richiesta da parte di 'chissà chi' ? Oppure trovarsi con l'amara sorpresa di non poter arrivare con la propria auto elettrica ad una destinazione per una qualsiasi emergenza per uno svuotamento delle batterie improvviso, imprevedibile, avvenuto a nostra insaputa. Questi timori spingerebbero l'utente a controllare lo stato delle batterie e lo indurrebbero a staccare la spina dalla rete non appena queste fossero ben cariche.
Più utile sarebbe, a mio avviso, pensare ad un sistema integrato tra rete e sistemi di accumulo stazionario diffuso, con batterie meno sofisticate (quindi meno costose) di quelle utilizzate a bordo dei veicoli elettrici, dove non sia richiesta la leggerezza, la potenza elevata erogabile nell'unità di tempo, il volume contenuto. Pensiline fotovoltaiche. Penso a pensiline che producano energia, l'accumulino, la cedano alla rete al momento del bisogno o la utilizzino per la ricarica delle auto elettriche con un sistema di trasferimento dati e monitoraggio ed un controllo centralizzato per la cessione e immagazzinamento dell'energia. Una serie di piccole o grandi stazioni di servizio con grandi o piccoli 'cassoni' interrati simili ai serbatoi di carburante delle stazioni di servizio attuali.
E' questo che stanno per sperimentare negli Stati Uniti TimberRock e GM per monitorare, nelle proprie stazioni di ricarica FV,  quanta  energia viene immagazzinata, quanta è disponibile e di conseguenza quanta e quando può uscire (essere venduta) energia per essere immessa nella rete elettrica al fine di contribuire a soddisfare la domanda di picco. Nella sperimentazione è coinvolta la loro piccola flotta di auto aziendali composta da quattro Chevrolet Volt. Alla GM pensano che il futuro della ricarica dei veicoli elettrici sarà un matrimonio combinato tra una produzione di energia da fonti rinnovabili e lo stoccaggio nelle batterie delle pensiline proprio per confrontarsi e risolvere il problema dell'intermittenza di energia solare ed eolica.




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mercoledì 10 luglio 2013

Le auto elettriche immatricolate negli Stati Uniti

Il mercato statunitense delle auto elettriche è in costante progressione, mese dopo mese, ed ha raggiunto il 3,84% delle vendite complessive. Le statistiche che seguono il settore sono più precise e puntuali di quelle degli altri paesi; arrivano a suddividere i veicoli elettrici in tre gruppi con numeri separati e distinti. Le auto ibride (HEVs) Plug-In Hybrid inclusi i veicoli Extended Range (PHEVs) e i veicoli puri elettrici (BEVs) che hanno a bordo solo le batterie.

Nel mese di giugno sono state immatricolate auto:
HEVs, 44.924 unità
PHEVs, 4.169  unità
BEVs, 4.573  unità
per un totale di 53.666 auto elettriche che portano a 298.682 unità vendute e immatricolate in tutto il 2013.
I nostri grafici.





Inoltre:
- + 44,6 % la crescita del mercato dele auto elettriche in Italia, +77,5% le ibride



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