Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


mercoledì 31 gennaio 2018

Nel 2017 un calo delle vendite degli autocarri fino a 3,5 t

Dopo 3 anni consecutivi di crescita, il comparto degli autocarri fino a 3,5 t registra nel 2017 un calo delle vendite. Secondo i dati elaborati e diffusi dal Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE, infatti, con 193.812 immatricolazioni di nuovi veicoli, il mercato delle vetture da lavoro segna un -3,3% rispetto alle 200.435 unità del 2016. Incisiva sugli oltre 6.500 veicoli in meno venduti rispetto allo scorso anno, è stata anche la performance di dicembre che ha marcato una flessione del 19,3%, registrando 23.050 unità contro le 28.552 di dicembre 2016, conseguenza anche di un effetto confronto con l’anno precedente, quando dicembre, in attesa della proroga del Superammortamento, registrò un incremento del 94,2% sul dicembre 2015.

Il 2017 è stato caratterizzato da un andamento altalenante, in cui si sono avvicendati forti cali, prevalentemente nella seconda metà dell’anno, e incrementi a doppia cifra. Come già descritto, buona parte delle vendite è stata sostenuta dalle agevolazioni fiscali all’acquisto di beni strumentali del Superammortamento e della Legge Sabatini.

Dall’analisi per canale di vendita, si evince, dopo l’ottima performance del primo semestre, un rallentamento nella seconda parte dell’anno del noleggio che registra complessivamente un calo del 5,9%. Stesso risultato per i privati che si attestano su un -6,0%. A bilanciare il risultato delle vendite complessive, la forte spinta delle autoimmatricolazioni, in crescita di oltre il 70%, nel canale delle società (-1,6%).

 “In chiusura d’anno - ha dichiarato Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case Automobilistiche Estere - così come per le auto, la rilfessione da fare anche per il comparto dei veicoli commerciali è sul tema del parco circolante, caratterizzato da oltre 1/3 dei veicoli ante Euro 3, quindi con più di 17 anni di vita”. “E’ necessario – prosegue Crisci – che siano intraprese azioni per incidere efficacemente sullo smaltimento dei veicoli vecchi,  meno sicuri e più inquinanti per i quali è auspicabile che provvedimenti e agevolazioni fiscali come il Superammortamento e la Legge Sabatini, dimostratisi misure efficaci e necessarie, vengano resi strutturali”.

“Parallelamente – conclude il Presidente - occorre accelerare la messa in campo di infrastrutture per combustibili alternativi e di ricarica elettrica, nel  principio condiviso della neutralità tecnologica che include anche le attuali motorizzazioni Euro 6.” 

Dall’analisi condotta dal Centro Studi e Statistiche UNRAE sul parco circolante (fonte ACI) emerge che, come per le autovetture, la maggior parte dei veicoli più vecchi si trova al Centro-Sud, con la Calabria che ha più della metà dei veicoli commerciali del proprio parco (53,0%) ante Euro 3, seguita dalla Sicilia (49,4%) e dalla Campania (48,7%) che sfiorano il 50%.  

Dall’analisi combinata tra le province a più alto parco circolante e maggiore quota di vetture ante Euro 3 emergono con la provincia di Cosenza composta per ben oltre la metà da vetture ante Euro 3 (più di 17 anni di vita)  seguita da Catania e Napoli.

Tra le principali province italiane, infine, tutte sotto la media italiana (36,2%), le più virtuose sono Firenze con il 18,3%, Milano (26,1%) e Bologna (31,0%).

Dal comunicato stampa UNRAE


I nostri grafici

Proseguiamo con i grafici da noi realizzati grazie ai dati forniti dall'UNRAE in grado, più delle parole, di farci capire quale sia la situazione con il trascorrere dei mesi con un solo colpo d'occhio.

L'andamento delle immatricolazione degli autocarri mese dopo mese a partire dal Gennaio 2009.


  Le immatricolazione mensili con l'andamento seguendo l'anno solare.



Le percentuali di ogni mese rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.   



Segue il grafico mostra l'andamento delle immatricolazioni degli autocarri sommando i 12 mesi precedenti rispetto al mese di rilevamento.




L'ultimo grafico misura le immatricolazioni totali, gennaio/dicembre, degli anni che vanno dal 2009 al 2017.










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martedì 30 gennaio 2018

Innovazione tecnologica per le batterie a basso costo nello storage stazionario

Premettiamo a scanso di equivoci e illusioni infondate che le seguenti batterie non sarebbero adatte per essere utilizzate in alcune importanti applicazioni, come sulle automobili o i telefoni, ma non per questo la tecnologia è da considerare meno importante, anzi. 

Il loro punto di forza è proprio l'alternativa data dalle grandi installazioni fisse dove il peso e il volume è secondario ma dove è il costo  di primaria importanza, e la scalabilità. In tali applicazioni, una tecnologia economica potrebbe potenzialmente consentire una maggiore fruibilità delle fonti intermittenti di energia rinnovabile per accumulare energia quando richiesta rendendola sempre disponibile e, cosa di essenziale importanza, sostituendosi all'attuale dominate deleteria fonte fornita dai combustibili fossili.

In realtà la tecnologia non è nuova essendo stata inventata quasi cinquant'anni fa, ma grazie ad una nuova scoperta dai ricercatori del MIT potrebbe essere riportata di nuovo alla ribalta utilizzando  un nuovo tipo di membrana a rete metallica (è questa la novità) mantenendo la struttura conosciuta che si basa su elettrodi di sodio e cloruro di nichel. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Energy , dal team guidato dal professore del MIT Donald Sadoway, i dottori di ricerca Huayi Yin e Brice Chung e gli altri quattro ricercatori.
Anche se la batteria, con la chimica di base che utilizza un materiale di elettrodo sodio liquido,  è stata descritta nel 1968, non ha avuto un approccio pratico utile a causa di uno svantaggio significativo proprio a causa  della membrana costituita da una ceramica molto fragile, sottile come un foglio di carta troppo facilmente danneggiabile in condizioni operative reali della batteria. Solo  un paio di applicazioni industriali particolari sono risultate possibili. 

Quindi Sadoway e la sua squadra hanno lavorato su un approccio diverso, pensando una membrana rivestita da una rete metallica che rende l'insieme molto più resistente e anche più flessibile in grado di resistere agli stress di uso in sistemi di stoccaggio su scala industriale.
Sadoway considera questo un passo in avanti verso l'uso pratico  delle batterie  i cui vantaggi includono, l'utilizzo di abbondanti materie prime a basso costo, caratteristiche operative molto sicure, e la capacità di passare attraverso molti cicli di carica-scarica senza degradazione.
Alla fine, dopo aver sperimentato vari composti, la squadra ha trovato che la maglia di acciaio ordinario rivestito con una soluzione di nitruro di titanio potrebbe svolgere tutte le funzioni delle membrane ceramiche utilizzate in precedenza, ma senza i lati negativi rappresentati dalla fragilità riscontrata precedentemente. I risultati ottenuti potrebbero rendere possibile l'applicazione della membrana ad una intera famiglia di batterie conosciute che hanno come base materiali poco costosi e pratici, oltre che duraturi,  batterie ricaricabili su larga scala. Infatti l'utilizzo del nuovo tipo di membrana può essere applicato a una vasta gamma di batterie  chimiche a elettrodi fluidi  e apre nuove strade per la progettazione e aggiornamento tecnologico di batterie come le sodio-zolfo  o le sodio / nickel-cloruro.

Il lavoro potrebbe portare a batterie economiche sufficientemente grandi da permettere lo stoccaggio di energia su larga scala, su reti, stoccando energia variabile di intensità delle fonti di energia rinnovabili.

Vale ricordare però la premessa iniziale, le batterie non sono adatte per i veicoli elettrici e le piccole apparecchiature elettroniche come i telefonini o i droni e altri, ma con queste si apre un mondo davanti che per varie ragioni è forse molto più interessante.





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lunedì 29 gennaio 2018

I consumi di energia in Italia nel 2017


Riassumiamo graficamente in questo post quelli che sono stati i consumi di energia in Italia nell'anno appena trascorso confrontandoli non solo con l'anno precedente ma anche risalendo nel recente passato pre crisi.


I consumi di energia elettrica in Italia  sono saliti del 2% in tutto il 2017 rispetto a quelli del 2016.





Il consumo di gas sale di quasi il 6% (ma i dati degli ultimo due mesi non sono ancora ufficiali) raggiungendo i livelli del 2012 ma è molto al di sotto rispetto agli anni precedenti la crisi del 2008.




I consumi petroliferi scendono dell'1,6% nel 2017 rispetto all'anno precedente e sarebbero in ultima posizione se non esistesse il 2014.




Il consumo di carburanti per autotrazione scende  dell'1,8% in tutto 2017 come somma della benzina che del gasolio, e scendono anche singolarmente, 4,1% e 1,1% rispettivamente.











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domenica 28 gennaio 2018

Italia-Russia, +22% export ma pesa l’embargo

Le esportazioni Made in Italy in Russia hanno fatto segnare un balzo del 22% per un importo stimato in poco inferiore ai 7 miliardi nel 2017
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della conversazione tra il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il Presidente russo Vladimir Putin che hanno espresso soddisfazione per la ripresa delle relazioni commerciali. 

Si tratta di una significativa inversione di tendenza anche se – sottolinea la Coldiretti – la situazione resta difficile e le esportazioni italiane risultato inferiori di ben 4 miliardi rispetto al 2013, l’anno precedente all’introduzione delle sanzioni. La prima e piu’ incisiva causa è rappresentata infatti – continua la Coldiretti – dall’embargo totale che si mantiene in Russia per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e piu’ volte rinnovato. 
Una misura che – spiega la Coldiretti – ha salvato praticamente solo il vino e fatto scendere a poco piu’ di mezzo miliardo le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani. Un blocco che è costato caro anche perché al divieto di accesso a questi prodotti – precisa la Coldiretti – si sono aggiunte le tensioni commerciali che hanno ostacolato di fatto le esportazioni anche per i prodotti non colpiti direttamente. 
Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Il rischio – continua la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menù. Lo stop alle importazioni dall’Italia ha infatti provocato in Russia – conclude la Coldiretti – un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano, Parmesan o burrata tutti rigorosamente realizzati in Russia. 
“Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è importante che si riprenda la via del dialogo” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “ancora una volta il settore agroalimentare è stato merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale.”




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venerdì 26 gennaio 2018

Fatturato e ordinativi dell’industria a Novembre 2017

A novembre, per il fatturato dell'industria si rileva, per il secondo mese consecutivo, un incremento congiunturale (+1,3%). L'indice destagionalizzato raggiunge inoltre il livello più elevato (106,8) da settembre 2011. Il confronto tra la media degli ultimi tre mesi e i precedenti tre segna una crescita dell'1,2%.

Gli ordinativi, a novembre segnano un lieve incremento congiunturale (+0,3%); negli ultimi tre mesi rispetto ai tre precedenti si rileva invece una leggera flessione (-0,1%).

La crescita congiunturale del fatturato a novembre è dovuta soprattutto al mercato interno (+1,9%), mentre per quello estero si registra un aumento più contenuto (+0,2%). Gli ordinativi segnano moderati incrementi in entrambi i mercati (+0,2% per il mercato interno e +0,4% per quello estero).

Gli indici destagionalizzati del fatturato mostrano incrementi congiunturali diffusi a tutti i raggruppamenti principali di industrie ma più rilevanti per l'energia (+2,4%).

Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2016) il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 5,1%, con incrementi del 3,6% sul mercato interno e del 7,7% su quello estero.

L'indice grezzo del fatturato aumenta, in termini tendenziali, del 5,1%: il contributo più ampio a tale incremento viene dalla componente interna dei beni intermedi.

Per il fatturato l'incremento tendenziale più rilevante si rileva nella fabbricazione di prodotti petroliferi (+13,6%), mentre la fabbricazione di mezzi di trasporto mostra l'unico calo del comparto manifatturiero (-4,7%).

Nel confronto con il mese di novembre 2016, l'indice grezzo degli ordinativi segna un aumento dell'8,9%. Tutti i settori registrano incrementi, particolarmente significativo risulta quello della metallurgia (+14,0%).

Comunicato Istat




nostri grafici con i dati forniti dall'Istat.


  



   




Insomma, sia il fatturato che gli ordinativi del mercato interno sono ancora sotto rispetto la base di riferimento 100 del 2010.




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giovedì 25 gennaio 2018

Rinnovabili in crescita, la produzione nazionale di energia elettrica a -6,1% a Dicembre 2017

Qualche giorno fa abbiamo visto i dati e i grafici relativi al consumo di energia elettrica in Italia nel mese di Dicembre grazie al comunicato stampa di Terna con i quali si attesta, sia pure provvisoriamente, un aumento dei consumi di energia elettrica dell'1,7%.

Adesso prendiamo in esame lproduzione nazionale di energia con particolare riferimento alle energie rinnovabili.

Nel mese di dicembre 2017 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’87,6% con produzione nazionale e per la quota restante (12,4%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. 

In dettaglio, la produzione nazionale netta (23,9 miliardi di kWh) è diminuita del 6,1% rispetto a dicembre del 2016. 
Sono in aumento le fonti di produzione geotermica (+0,2%), fotovoltaica (+1%) ed eolica (+50,4%); in flessione le fonti di produzione idrica (-15,6%) e termica (-9,5%). 


I nostri grafici

Per aiutarci
nella comprensione con un semplice sguardo abbiamo realizzato come al solito, alcuni grafici, con i dati forniti da Terna.

La produzione nazionale dal 2009


Per anno solare vediamo che a Dicembre 2017 la produzione nazionale risulta avere è ad un  livello intermedio tra gli ultimi 9 anni presi in considerazione nei nostri grafici. -6,1 % rispetto allo stesso mese dell'anno precedente con una produzione di 23,9 miliardi di kWh 





... e in sequenza mensile.




Il grafico seguente rappresenta l'andamento della produzione nazionale come sommatoria dei 12 mesi precedenti alla rilevazione del mese di riferimento. Siamo in presenza di una inversione, una evidente caduta della produzione.


Adesso prendiamo in considerazione le singole componenti delle rinnovabili.

La produzione fotovoltaica negli ultimi anni suddivisa per anno solare. Siamo posizionati bene, al  livello massimo degli ultimi 9 anni, con un + 1% nei confronti dell'anno precedente, 
932  GWh.





La produzione eolica negli ultimi anni suddivisa per anno solare. Siamo al livello massimo degli ultimi 9 anni, con un incremento consistente,  +50,4%, con
 2.228 GWh.





Ciascuna delle rinnovabili in un solo grafico.




Qui sotto vediamo la quantità di energia prodotta da fonte idroelettrica separata dalle altre componenti rinnovabili sommate insieme.
  

Qui sotto è la quantità di energia termoelettrica rapportata a tutte le rinnovabili.



 

Il grafico seguente, di forte Terna, mostra il ruolo di tutte le componenti nella produzione di energia, le rinnovabili (idroelettrica + geotermica/eolica/fotovoltaica)  e la termica.




le rinnovabili costituiscono più di 1/4 del nostro fabbisogno nazionale sia a livello mensile che annuale.


Continuiamo con una novità inserita nei post da qualche mese a questa parte per i nostri grafici avendo avuto delle sollecitazioni da parte di lettori del nostro blog.

Il grafico delle rinnovabili come sommatoria dei 12 mesi precedenti al rilevamento ultimo, il primo con il solare, eolico, geotermico, a parte l'idroelettrico.

  


crescono tutti e in modo significativo ad eccezione della componente data dalla geotermia e ancor più l'idrica, anche se in leggera crescita ultimamente.

  


  Terminiamo con il grafico della produzione fotovoltaica ed eolic.










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mercoledì 24 gennaio 2018

Il traffico delle autostrade italiane a Ottobre 2017, uno sguardo dal cavalcavia

I dati di preconsuntivo sul traffico registrati nel mese in esame (Ottobre 2017) hanno mostrato un aumento del flusso veicolare stimato in quasi il due percento se confrontati con quelli ottenuti nel corrispondente periodo dell’anno precedente.
Tale risultato è stato determinato dalla combinazione dell’ottima performance fornita dal comparto pesante – attestatosi su un incremento del 7,2 percento – coadiuvata da un settore leggero che, nonostante non abbia raggiunto analoghi livelli ha comunque guadagnato un soddisfacente 1,7 percento rispetto all’ottobre del 2016.
Complessivamente, il numero di veicolo-km percorsi da sulla rete autostradale a pedaggio in questi primi dieci mesi ha superato i settantuno miliardi, con un bilancio positivo di quasi due punti e mezzo percentuale.
Anche questo mese si segnala poi come i numeri riferiti alla società Traforo Gran San Bernardo risultino nulli a seguito della chiusura del traforo stesso – per l’esecuzione di alcuni lavori di ripristino – avvenuta il 21 settembre e perdurata l’intero ottobre.
Passando ora alla disamina degli elementi attinenti la sicurezza stradale, il periodo si è caratterizzato per una diminuzione nel numero di incidenti occorsi (-7,6%) nonché nel numero di persone rimaste ferite in tali eventi (-4,2%).
L’inusuale aumento subito dal tasso di mortalità senza cause apparenti, risultante da una serie di incidenti con esiti mortali avvenuti in varie zone della rete, deve invece essere purtroppo considerato come fisiologico quando si analizzano sul lungo periodo fenomeno quali l’incidentalità autostradale. In ogni caso, si ricorda che gli elevati valori percentuali dei tassi in questione sono conseguenza soprattutto della relativa piccolezza dei valori assoluti in esame, la quale risulta ancora più accentuata qualora si tenga conto del considerevole incremento cui è andato incontro il traffico.

Dal comunicato Aiscat


I nostri grafici

Qui di seguito i nostri grafici a cominciare dal traffico con il numero in milioni veicoli-km dei veicoli leggeri. A Ottobre abbiamo un  incremento dell'1,7% e dell' 1,9% a livello annuale, su un'offerta di percorsi autostradali pari a 5.761,4 chilometri .





Si prosegue con dal traffico in milioni veicoli-km dei veicoli pesanti che sale in modo considerevole, del +7,2%,  e del 3,9% a livello annuale.




Per finire vedendo il totale, la somma dei leggeri e pesanti con il  +3,0%  e del 2,4% su base annuo.




Ancora più significativo tra i segnali economici è l'andamento definito dal grafico che prende in considerazione la somma dei 12 mesi precedenti al mese considerato, relativo al traffico dei mezzi pesanti destinati al trasporto delle merci e quindi segnale importante da tenere presente per l'andamento della salute economica nazionale.

veicoli leggeri

Vediamo un rallentamento nella crescita




mezzi pesanti

Continua la salita quasi in modo lineare, con una leggera impennata.





nell'insieme.





Facciamo adesso un paio di passi indietro. Il primo per controllare quanto carburante si è consumato nello stesso mese di Ottobre del 2017. 

prodotti autotrazione, con un giorno lavorativo in più, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso è diminuita dello 0,6% (-4.000 tonnellate) rispetto a ottobre 2016, mentre il gasolio autotrazione è aumentato del 2,3% (+45.000 tonnellate).
Nei primi dieci mesi del 2017  la benzina ha mostrato una flessione del 3,8% (-242.000 tonnellate) e il gasolio dello 0,4% (-77.000 tonnellate).

Nei primi dieci mesi del 2017 la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), pari a poco più di 25 milioni di tonnellate, ha evidenziato un calo dell’1,2% (-319.000 tonnellate).


Il consumo dei carburanti per autotrazione

Vediamo i grafici da noi realizzati suddivisi per anno solare a partire dal 2007.

Il consumo della benzina a Ottobre era al livello più basso degli ultimi 11 anni presi in considerazione.



... mentre il consumo di gasolio era nella penultima posizione più in alto solo rispetto all'anno passato.


Qui sotto vediamo l'andamento del gasolio più la benzina. Al livello più basso dopo il 2016.







Strano, no? In altri termini diminuisce il consumo di carburante ma aumenta il traffico autostradale. Cosa significa? Si prende l'auto solo per girare in autostrada e la si lascia sotto casa per altri tipi di percorsi? Altre spiegazioni oltre quella del miglioramento nell'efficienza dei motori? Manca qualcosa.








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