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domenica 19 maggio 2019

SOS api, raccolta di miele azzerata per il maltempo



Da Nord a Sud del Paese è praticamente azzerata quest’anno la produzione di miele a causa dell’andamento climatico siccitoso del mese di marzo seguito da un mese di aprile e maggio dal meteo particolarmente capriccioso caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici che non ha consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell’alveare. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sugli effetti del maltempo che rovina in Italia la giornata mondiale delle api che si festeggia il 20 maggio a livello planetario, dopo essere stata istituita dall’Onu nel 2018, per riconoscere il ruolo insostituibile svolto da questo insetto tanto che Albert Einstein sosteneva che: “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.

La pazza primavera – sottolinea la Coldiretti – ha creato gravi problemi agli alveari con il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre- spiega la Coldiretti – se lo mangiano per sopravvivere. La sofferenza delle api – precisa la Coldiretti – è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.

La pioggia no stop compromette il duro lavoro delle api e serve ora – continua la Coldiretti – un rapido cambiamento del tempo per salvare gli alveari. Non si tratta solo della produzione del miele poiché prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e, colza – spiega la Coldiretti – dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti. Ma le api sono utili anche per la produzione di carne con l’azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere da seme come l’erba medica e il trifoglio, fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento. Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme, come l’aglio, la carota, i cavoli e la cipolla, si può riprodurre grazie alle api.

Lo scorso anno la produzione nazionale finale – ricorda la Coldiretti – è stata di 22.000 tonnellate grazie soprattutto al Centro e al Nord Italia dove gli apicoltori hanno potuto tirare un sospiro di sollievo dopo molte annate negative mentre al Sud l’andamento climatico ha pregiudicato i raccolti per tutto l’anno a partire dal miele di agrumi le cui rese sono state molto scarse, soprattutto in Sicilia. In Italia – spiega la Coldiretti – esistono più di 50 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Nelle campagne italiane – continua la Coldiretti – ci sono 1,2 milioni gli alveari curati da 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali con un valore stimato in più di 2 miliardi di euro per l’attività di impollinazione alle coltivazioni.

Rilevanti sono le importazioni dall’estero che nel 2018 sono risultate pari a 27,8 milioni di chili in aumento del 18% rispetto all’anno precedente. Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria con oltre 11,3 milioni di chili e la Cina con 2,5 di chili ai vertici per l’insicurezza alimentare.

“Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica” consiglia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

Fonte Coldiretti





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martedì 12 marzo 2013

Stop allo sterminio delle balene

Finalmente una buona notizia viene dai report giornalistici di ieri, le balene dovrebbero essere salve. Dopo gli scontri con gli attivisti del gruppo ecologista radicale Sea Shepherd, il Giappone ha deciso di chiudere la caccia alle balene.
Onore al Capitano Watson e a tutti gli attivisti della nave Sea Shepard che hanno contrastato in ogni modo l'attività predatoria dei pescherecci giapponesi mascherata da ricerca scientifica, con coraggio e adottando le nuove tecnologie, i droni non  lasciando respirare gli sterminatori.

- Strage di balene

 - La ricerca scientifica che fa schifo!

- Intercettati con i droni i cacciatori di balene

 

 

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lunedì 13 giugno 2011

La ricerca scientifica che fa schifo!

Il titolo è una provocazione, ma la sensazione che provo è quella, c'è poco da fare, a seguito della lettura di un articolo di Japan Today: Japan's whaling fleet leaves for northwest Pacific

L'ipocrisia e la mistificazione (globale) rasenta il limite della sopportazione per far posto alla rabbia. 

Come si può accettare che una flotta salpi con lo scopo dichiarato di uccidere, sbudellare, squartare 260 balenottere minori e altri tipi di balene per 'studiare' il loro contenuto dello stomaco, il DNA e prendere altre informazioni? Questo è lo scopo dichiarato dall'Istituto di Ricerca sui Cetacei, con sede a Tokyo, che sta conducendo la caccia o meglio lo sterminio anno dopo anno. Quella di quest'anno sarà la sua 18a spedizione 'scientifica' (a suo dire) che si terrà nel nord-ovest del Pacifico fino alla fine di agosto. 

Ma in che di mondo viviamo?

Vi auguro insinceramente buon appetito! (Vi rimanga nel gargarozzo).

Qui di seguito un video nel quale si sentono le balene che cantano. 

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domenica 5 giugno 2011

Il cielo indifferente delle Canarie



"El Cielo de Canarias"

 Creato e prodotto da Daniel Lopez. Vimeo

Le riprese sono state fatte a Tenerife a più di 2.000 metri sul livello del mare impiegando più di un anno per catturare tutte le sfumature possibili, nuvole, stelle, i colori di un paesaggio unico e da uno dei migliori cieli del pianeta.

Ancora una volta rilevo che il mondo più bello è quello dove non compare l'uomo. Un pianeta meraviglioso a prescindere dal fatto che qualche essere intelligente possa essere in grado di vederlo o meno. Esiste a prescindere dagli sguardi, esiste con assoluta indifferenza. L'uomo potrà continuare a godere delle sue bellezze a patto che lo rispetti e non lo stravolga, altrimenti, con altrettanta indifferenza la natura si libererà di lui per sempre.

Vedere anche:
- Il Pianeta speciale
- Un anno in 90 secondi
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domenica 24 aprile 2011

Il Pianeta speciale


 Cliccare sopra l'immagine per far partire il video



La presentazione è  qui

(Ringrazio Daniele S. per la segnalazione)
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domenica 20 febbraio 2011

Un anno in 90 secondi

Le quattro stagioni in Norvegia. Un video di Eirik Solheim.
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Un post di relax.

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