Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


martedì 25 gennaio 2011

Promuovere lo sviluppo della mobilità elettrica, non aggravando i costi di ricarica

Promuovere con decisione lo sviluppo della mobilità elettrica ma senza introdurre oneri aggiuntivi generalizzati sulle bollette. E' quanto sottolinea l'Autorità per l'energia, alle Commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera, in una Memoria sulle prospettive del settore, ricordando pure le facilitazioni già da essa introdotte: eliminazione di alcuni vincoli normativi per consentire le ricariche in luoghi privati; introduzione di tariffe ad hoc; promozione di progetti sperimentali per la ricarica in luoghi pubblici.A giudizio dell'Autorità, la mobilità elettrica, considerate le sue ricadute positive in termini di risparmio energetico, di riduzione dei gas serra e di minor dipendenza dai combustibili fossili, è un tema di estrema importanza per il sistema elettrico italiano e, più in generale, per la politica energetica, industriale, ambientale del Paese (anche come efficace strumento per diminuire l'inquinamento nei centri urbani). Proprio per questo, occorre che lo sviluppo del settore avvenga nel pieno rispetto delle regole di mercato e della concorrenza, senza distorsioni nei prezzi dell'elettricità, evitando che il finanziamento delle azioni di promozione dei veicoli elettrici gravi sulla spesa della globalità dei consumatori finali.

Ogni possibile eventuale forma di agevolazione tariffaria dovrà quindi essere concepita in modo da essere limitata alla componente regolata dei servizi a rete (trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica) o essere riferita, qualora ritenuto necessario dal Legislatore, alla componente di copertura dei costi per le infrastrutture di ricarica ritenute di pubblico interesse. Infatti, la bolletta è già gravata di componenti specifiche (ad esempio per il finanziamento degli incentivi allo sviluppo delle fonti rinnovabili), della cui dimensione eccessiva e crescente l'Autorità ha avanzato segnalazioni a Parlamento e Governo.

A sostegno dello sviluppo dell'auto elettrica, l'Autorità, si legge nella nota, ha recentemente assunto alcune iniziative che rappresentano l'inizio di una significativa fase di innovazione nei servizi. In particolare, l'Autorità ha introdotto la tariffa per la ricarica 'privata' dei veicoli elettrici direttamente presso la propria abitazione, il garage o nel parcheggio condominiale e ha eliminato i vincoli normativi che ostacolavano la predisposizione di eventuali punti di ricarica nei luoghi privati.

In base alla precedente normativa, infatti, ai consumatori domestici era vietato disporre di un duplice punto di fornitura elettrica nella stessa unità immobiliare: ora, invece, è possibile richiedere ad un fornitore di energia elettrica più punti di fornitura, ognuno con un contatore, destinati espressamente all'alimentazione di veicoli elettrici. Il provvedimento si estende anche alle aree aziendali destinate a parcheggio di flotte di veicoli.

L'Autorità ha anche previsto di applicare ai punti di ricarica la tariffa di trasporto già prevista per altri usi, indipendentemente dal fatto che il richiedente sia un cliente domestico o meno mentre il prezzo dell'energia elettrica sarà 'libero', ovvero potrà variare a seconda dell'offerta che verrà selezionata fra quelle dei diversi venditori, offerta che potrebbe essere diversa da quella scelta per la fornitura domestica. In ogni caso, anche per i veicoli elettrici, il livello e la modalità di formazione del prezzo di vendita dovranno essere il frutto della concorrenza sul mercato liberalizzato.

Sempre in tema di mobilità elettrica, l'Autorità è successivamente intervenuta. Fra le novità introdotte alcune disposizioni transitorie per la ricarica dei veicoli elettrici in luoghi pubblici e per consentire lo svolgimento di progetti sperimentali di mobilità elettrica, attualmente in fase di avvio sul territorio nazionale, una tariffa di rete riservata alla ricarica di veicoli elettrici nei centri urbani ed in altri luoghi aperti al pubblico semplificazioni ed agevolazioni per la realizzazione di alcuni progetti mirati di sperimentazione.

L'Autorità, infatti, deciso di estendere anche a questo settore l'approccio per 'progetti pilota', già adottato sul versante delle smart grid, trattandosi di due tematiche strettamente correlate rispetto all'obiettivo di modernizzare e rendere più flessibili e intelligenti le reti di distribuzione elettrica.

Fonte: sole24ore
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4 commenti:

Silvano Robur ha detto...

Purtroppo non è così.

Nella idealità del massimo accesso da parte di tutti alle reti intelligenti, la rete dovrebbe essere pubblica.

Gli utenti dovrebbero pagare un canone di accesso, uguale per tutti.

Per poter comunicare o trasmettere energia da vendere od acquistare.

Nella rete elettrica dovrebbero essere trasmessi energia e comunicazioni.

Esiste una azienda di Cattolica che promuove questo tipo di approccio al problema.

(Il nome non lo posso dire senza il preventivo consenso del curatore del blog)

Ma di esempi, se ne vedono pochini.

Anonimo ha detto...

Eccoci al punto. Riusciranno i nostri eroi dell'Autorità a convincere il ns Governo e Parlamento assetato di tasse a non trasferire le accise che gravano sui carburanti per autotrazione sui kWh elettrici consumati per la ricarica dei BEV o ibridi Plug-in?
Ora che ci penso, ora o mai più! Le uniche Escort di cui sono adesso pienamente impegnati a valutare gli effetti di inquinamento (delle prove...) non vanno certo a benzina verde. Il Pres. della AEEG avrà pensato che sarebbe stato meglio coglierli di sorpresa...

Silvano Robur ha detto...

Aggiungo una cosa sull'intervento di Defcon 1970, a riguardo la fiscalità.

Defcon 1970 ha pienamente ragione.

Esiste un problema sulle accise fiscali sulla produzione di derivati dalla raffinazione del petrolio.

Ora, se tutte le auto fossero elettriche, come tutti ci auguriano, dove faremmo a compensare il mancato introito fiscale sulle accise petrolifere ?

E' vero che le direttive europee, sullo sviluppo di reti intelligenti, dettano norme chiare ed univoche sull'accessibilità.

Il pensionato di 90 anni che produce energia elettrica da un impianto fotovoltaico deve avere lo stesso accesso alla rete di un mega impianto a carbone dell'ENEL.

E questa, è una forma di democrazia.

E sul cavo, badate bene, non dovrà solo transitare solo energia.
Ma anche informazioni, sotto forma di segnali TV, ADSL.

Un'idea potrebbe essere di pagare un canone, sul tipo della TV, omnicomprensivo di utilizzo della rete, nel senso più ampio.

Ma le direttive CEE sono recepite sempre in ritardo, nei nostri decreti legislativi.

Basta pensare al Drecreto Letta, conosciuto come "decreto ultimo miglio", che lasciava la possibilità ai comuni di gestire le reti di distribuzione nell'ultimo miglio di distanza dell'utente.

Ma Berlusconi con un suo provvedimento, ha deciso che le aziende pubbliche per comuni sotto i 30000 abitanti, non s'hanno da fare.

Con buona pace dei comuni montani sempre più poveri e sempre più isolati.

Silvano Robur ha detto...

Dimenticavo :

sperando che rientri nell'argomento e che qualcuno non lo giudichi off - topics, un sito molto interessante dove vengono indicate le località italiane dotate di colonnine di ricarica per auto elettriche.

http://www.colonnineelettriche.it/index.php