Qui di seguito il Comunicato stampa nel testo integrale (il grassetto è mio).
Introdotte nuove regole e agevolazioni a sostegno dello sviluppo di infrastrutture di ricarica
Milano, 07 gennaio 2011
Entra in vigore da gennaio una nuova tariffa di rete riservata alla ricarica delle auto elettriche nei centri urbani ed in altri luoghi aperti al pubblico. Lo ha stabilito l'Autorità per l'energia che ha introdotto nuove regole a sostegno dello sviluppo di infrastrutture di ricarica a pagamento dei veicoli elettrici e previsto anche semplificazioni ed agevolazioni per la realizzazione di alcuni progetti mirati di sperimentazione che verranno selezionati entro il 30 aprile.
Le novità sono contenute in un provvedimento (delibera ARG/elt 242/10) che delinea, in particolare, una nuova tariffa, in vigore dal 1° gennaio, per i servizi di rete destinati alla ricarica pubblica delle auto elettriche e stabilisce regole semplificate per la sperimentazione degli stessi servizi e criteri concorrenziali per la selezione di sei progetti pilota per la ricarica pubblica. Queste sperimentazioni pilota, anche al fine dell'ottenimento delle agevolazioni, dovranno soddisfare requisiti di efficienza ed efficacia ben definiti e precisi impegni a pubblicizzare e condividere i risultati ottenuti.
Per quanto riguarda i prezzi dell'energia elettrica, anche per i veicoli elettrici, saranno frutto del confronto tra le diverse offerte in concorrenza sul mercato liberalizzato.
"Dopo il provvedimento che ha consentito di eliminare i vincoli normativi all'installazione di un secondo contatore per le ricariche private presso le utenze domestiche, la nuova delibera faciliterà anche soluzioni per le ricariche in luoghi aperti al pubblico. L'insieme dei due provvedimenti rappresenta un ulteriore, deciso contributo allo sviluppo della mobilità elettrica" 1- ha sottolineato il Presidente dell'Autorità Alessandro Ortis.
"Le decisioni assunte sono coerenti con le iniziative già varate a sostegno dello sviluppo delle smart grids, per modernizzare e rendere più flessibili e intelligenti le reti di distribuzione elettrica. Questo tipo di sviluppo favorisce anche l'utilizzo delle fonti rinnovabili e l'efficienza energetica, a beneficio dell'ambiente e dei consumatori finali" ha concluso Ortis.
L'Autorità italiana è fra i primi organismi di regolazione ad adottare provvedimenti nel solco delineato dalle recenti iniziative della Commissione europea2 per la promozione della mobilità elettrica.
I progetti-pilota nel dettaglio
I sei progetti pilota verranno selezionati dall'Autorità entro il prossimo 30 aprile, sulla base della bontà delle tecnologie proposte e della loro valenza in termini di efficienza di servizio, ottimale utilizzo delle infrastrutture di ricarica e facilitazione della concorrenza.
In concreto, per la selezione dei sei progetti pilota che potranno godere di specifiche agevolazioni (728 euro/anno per punto di ricarica fino al dicembre 2015), l'Autorità ha fissato alcuni criteri che riguardano: la rilevanza e la completezza del progetto in termini tecnologici; la minor onerosità per il sistema elettrico; la rilevanza delle informazioni che potranno essere rese disponibili al sistema elettrico; la minimizzazione degli oneri gestionali nei rapporti contrattuali dei vari soggetti attivi nell'ambito della sperimentazione; la capacità di garantire un servizio competitivo, concorrenziale e omogeneamente diffuso.
I soggetti responsabili dei progetti pilota dovranno inoltre presentare alla Direzione Tariffe dell'Autorità un dettagliato rapporto semestrale ed una relazione finale delle attività svolte. Le Direzioni Tariffe e Mercati dell'Autorità esamineranno le relazioni finali dei progetti pilota e formuleranno suggerimenti per la standardizzazione delle soluzioni sperimentate con successo e per la loro diffusione su più ampia scala. Le relazioni finali saranno rese pubbliche sul sito internet dell'Autorità, per permettere la diffusione delle esperienze e dei risultati.
Il provvedimento ARG/elt 242/10 (disponibile sul sito www.autorita.energia.it) è frutto di una procedura di consultazione alla quale hanno partecipato numerosi soggetti interessati fra cui associazioni ambientaliste, costruttori di apparati di gestione dei diversi tipi di sistemi di ricarica, imprese di vendita e distribuzione dell'energia di varia dimensione, società di consulenza e di ingegneria.
1 Con la deliberazione ARG/elt 56/10, l'Autorità ha eliminato alcuni limiti normativi che non consentivano di ricaricare le batterie dei veicoli elettrici in luoghi privati, ovvero direttamente presso abitazioni, box e parcheggi condominiali o garage aziendali. Secondo una precedente normativa, infatti, ai consumatori domestici era vietato disporre di un duplice punto di fornitura elettrica nella stessa unità immobiliare, se non per alimentare pompe di calore. Poiché le batterie dei veicoli elettrici devono poter essere ricaricate anche a casa, la disponibilità di punti di ricarica è un fattore condizionante dello sviluppo della mobilità elettrica.
2 Piano SET del 7 ottobre 2009, comunicazione "Una strategia europea per i veicoli puliti ed efficienti sul piano energetico" del 28 aprile 2010, mandato agli organismi europei di normalizzazione CEN-CENELEC ed ETSI per predisporre una norma appropriata che promuova un sistema di ricarica intelligente a compatibilità transfrontaliera.
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Leggere anche:
- L’Autorità per l'energia (AEEG) sui sistemi di ricarica di veicoli elettrici aperti al pubblico
- Delibera dell'AEEG in materia di ricarica dei veicoli elettrici in ambito domestico
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8 commenti:
E vabbè, ho capito: noi che non abitiamo in città e che abbiamo a disposizione un bel parcheggio privato per ricaricare comodamente la notte saremo costretti a ricaricare sulle colonnine pubbliche perché sarà più conveniente il prezzo del kWh.
Non ci siamo ancora.
Condivido le tue parole Defcon, possibile che chi ha investito dei soldi per avere un posto auto o un garage debba vedere vanificare i propri investimenti in favore di chi se n'è sempre fregato (vedasi come si parcheggia a Milano!)?
Forse non ricordate che è possibile mettere un secondo contatore in casa per ricaricare l'auto elettrica, a costi vantaggiosi. Leggete il secondo link di questo post:
Delibera dell'AEEG in materia di ricarica dei veicoli elettrici in ambito domestico
@Massimo
avevo già postato delle valutazioni quantitative al riguardo.
Di fatto il vantaggio viene mantenuto da chi fa una manciata di km/annui, in pratica chi la usa solo in città, che sarebbe poi chi ha a disposizione le colonnine di ricarica MA difficilmente ha a disposizione un parcheggio privato... In pratica serve a niente/poco.
Nell'attuale offerta commerciale rivolta ai privati residenziali e non, non ci sono variazioni sostanziali tra offerte "a tutela" e quelle del "mercato libero", perché è tutta la costruzione dei costi di rete e distribuzione che gravano sul kWh che punta a "punire" i consumi annui più elevati. Morale, sulla fascia di consumo più elevata (>4400kWh/annui, cioè 30.000km/annui scarsi) è facilissimo arrivare a pagare il kWh più di 0,24€.
Ora, siccome queste sono valutazioni alla portata di tutti, mi domando - nel migliore dei casi - a cosa pensano mentre sperimentano e deliberano in AEEG.
questa del caso particolare del parcheggio privato è una delle poche critiche che si possono fare e che uno si aspetta.
immagino che ci sia la maniera per rivedere qualcosa in futuro, soprattutto tenendo presente per le componenti tariffarie di rete la riflettività dei costi indotti.
L'ambito "domestico" non può diventare una stazione di rifornimento massivo, che poi con "n" veicoli non sta più in piedi la cabina e la signora Maria rimane al buio...
Sarebbe come raddoppiare la richiesta in certi punti di una rete che è stata progettata con un dato fattore di contemporaneità del prelievo.
è corretto dire che dipende dai prelievi, e quindi dal chilometraggio atteso, se conviene avere un unico contatore domestico o quello aggiuntivo per non andare su con gli scaglioni e pagare di più i kWh anche per gli usi domestici.
in ogni caso per fare percorrenze elevate (oltre i 30000 km) i 3 kW vanno "strettini" (sarebbero oltre 180 rifornimenti completi da 8 ore al 100% del prelievo ipotizzando 24 kWh la capacità della batteria e facendo sempre almeno 160 km con una ricarica...).
è pacifico che in ambito domestico non si potrà mai avere dalla rete potenze da fast charging (50 kW) nemmeno fra 10 anni (e quindi diciamo non oltre i 6 kW).
chi fa quei chilometri ricaricherà necessariamente anche presso impianti aperti al pubblico, anche perché starà spesso lontano da "casa".
Fare quei chilometraggi è un caso particolare con veicoli che hanno autonomie sotto i 200 km: vetture di flotta fanno in genere 50-80 chilometri al giorno (quelle noleggiate fanno 15000 km l'anno in media 40 al giorno) o i tassisti fanno al massimo 160 km se non stanno mai fermi (all'anno sarebbero con 330 gg lavorati 53000 km), tranne quelli che fanno la spola fra gli aeroporti (100000 all'anno, ma loro devono aspettare i veicoli elettrici di generazione successiva...).
Per chi prelevasse tanto da un punto domestico 30000 km costerebbero poco più di mille euro di energia (0,24 anziché 0,15 euro/kWh). Con i carburanti fossili quasi tre volte tanto: (30000/15*1,4 = 2800). Va ancora bene...
@anonimo
non sono d'accordo su molte tue affermazioni.
30000km/anno non sono un caso così tanto particolare; sono il caso di auto principale di un pendolare da 90km/gg più brevi spostamenti nel week end, ad esempio. Io non mi rassegno a vedere le meraviglie tecnologiche dei BEV relegate ad uso saltuario come seconda o terza auto familiare o peggio come status symbol alla stregua di un iPad... Sono d'altronde consapevole che il marketing dell'industria ha come modelli proprio quei due, al momento.
Una fornitura da 6kW monofase non è un problema da nessun punto di vista uno la voglia guardare; di converso ripetute ricariche rapide sono il modo migliore per diminuire la durata delle batterie al Litio, approccio non molto sensato visto quello che costano e quello che costeranno ancora nei prossimi anni e altrettanto meno sensato se si pensa all'accumulatore al Litio come risorsa da conservare. C'è una clausola specifica nel libretto di garanzia della batteria della Leaf a riguardo: ricariche rapide oltre una certa frequenza fanno decadere la garanzia, o meglio la stessa è limitata a un numero di cicli minore.
La ricarica domestica notturna è un modello da non trascurare in Italia, perché:
1) Sfrutta al meglio il Baseload dell'attuale parco di centrali di produzione. Ciò è particolarmente vero per le centrali termonucleari, assai meno modulabili in potenza del termoelettrico con combustibile fossile, ma vale sufficientemente anche per il parco italiano.
2) Le reti di distribuzione dell'energia elettrica già esistenti (quelle dalla media alla bassa tensione) non vengono sollecitate affatto, perchè sono dimensionate sugli attuali picchi diurni. La signora Maria può star tranquilla.
3) Ci scordiamo troppo frequentemente che l'Italia è il paese dei paesi; è vero, ci sono due metropoli come Milano e Roma e altre 11 "grandi" città, ma in Italia i grandi numeri (inclusa la ricchezza) sono nella provincia. Le grandi città hanno il problema della qualità dell'aria ma l'Italia intera ha il problema delle emissioni di gas climalteranti. I benefici verso la diminuzione di emissioni di CO2eq si avrebbero se anche e soprattutto la provincia adottasse i BEV in alternativa alle auto a combustibili fossili. E in provincia la gente ha la possibilità e la sana abitudine di parcheggiare l'auto nel garage o giardino di casa. E le municipalità/fornitori di energia elettrica non dovrebbero neppure investire più di tanto per disseminare il territorio di colonnine.
4) distribuire sul territorio (ossia equidistribuire su più stazioni di media) un certo numero di batterie in ricarica è anche una risorsa di stoccaggio meglio sfruttabile dalle smart grid applicate a quella stazione di media. Questo è un vantaggio notevole in un modello di generazione e micro-generazione distribuita dell'energia quale quello di riferimento con le rinnovabili.
24 centesimi di Euro va ancora bene? 14 centesimi di Euro va meglio! Se uno si prende la briga di fare veri confronti comparati del TCO di un BEV comparato a un veicolo tradizionale, o tradizionale alimentato a metano, ecc, azzardando anche delle stime per gli anni futuri sui trend del prezzo dei combustibili, dell'energia, delle batterie ecc., si vede che gli elevati incentivi sull'acquisto dei BEV introdotti in Nord Europa e in USA sono quelli che effettivamente servono a (quasi) pareggiare i conti.
condivido le considerazioni generali. La ricarica domestica ad oggi è sostenibile ed efficiente. Domani sarà meno pratica se le batterie aumenteranno la capienza e così le prestazioni dei veicoli, ma comunque rimane molto efficiente.
purtroppo caricare un veicolo con un contatore distinto non è utilizzo domestico dell'energia (anche per il fisco). Il fisco però non fa differenza se si utilizza lo stecco contatore domestico, ma aumenta il costo del kWh all'aumentare del consumo.
magari potrebbe essere dato un documentato suggerimento a tutti gli enti di competenza sui costi della ricarica a casa per aggiustamenti futuri.
Facciamo a capirsi: elettrificare la mobilità privata in modo più o meno di massa, significa spostare montagne di TWh di energia dalla combustione diretta di derivati del petrolio dentro un motore a ciclo otto o diesel in quella elettrochimica immagazzinata dentro una batteria e prodotta altrove. Non potrà essere un processo scevro da ostacoli: chi produce e distribuisce energia elettrica dovrà sicuramente rivedere alcuni processi, fare degli investimenti di adeguamento della rete, ecc. Lo faranno ben volentieri perché si tratta di spostare nelle loro casse parecchi soldi, nel medio periodo almeno.
Quello che io critico è l'approccio dato dalla AEEG riguardo al contatore dedicato alla ricarica domestica: troppo semplicistico e conservativo, quindi inefficace.
Avevo iniziato i commenti a questo 3D scrivendo "ancora non ci siamo": l'AEEG deve avere nella stesura dei suoi provvedimenti una SUA visione a lungo termine sulla intera questione della mobilità elettrica inserita nel contesto socio-economico italiano. Gli paghiamo gli stipendi anche per questo.
Sembra piuttosto che stia dando pigramente seguito alle pressioni di a2a, come se i bilanci di a2a avessero bisogno di 728 €/anno per punto di ricarica per far partire la sperimentazione a Milano...
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