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La fuga di materiale radioattivo dall'impianto nucleare di Roman-sur-Isere, in Francia, non sorprende il responsabile del settore energia di Legambiente Piemonte, Gian Piero Godio. "Quanto avvenuto oggi - dice all'Agi - non mi stupisce perche' quando si sceglie di usare, tra una decina di differenti tecnologie di produzione dell'energia, quella piu' pericolosa, certi fatti sono piu' che prevedibili". Secondo Godio, che ha trascorso una lunga parte della sua vita professionale all'interno del centro ricerche nucleari "Eurex" di Saluggia, nel Vercellese, "il nucleare non si deve fare perche' ogni chilowatt di energia prodotta determina 60 milioni di bequerel di radiazioni. Se si e' fortunati tutto resta dentro la centrale, ma il rischio e' pari a quello di sparare sulla povere da sparo". "Berlusconi e' sfortunato, perche' proprio in fase di varo del decreto governativo sul nucleare - aggiunge Godio - si trova a dovere fronteggiare una nuova serie di incidenti nelle centrali francesi. Questo governo si assume una grande responsabilita'''. Ed a proposito dell'incidente avvenuto nelle settimane scorse al sito nucleare di Tricastin, in Francia, non lontano dal confine piemontese l'Arpa, che aveva aumentato il livello di attenzione del monitoraggio della radioattivita' ambientale, ribadisce che non si e' riscontrato alcun valore anomalo.
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