Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


venerdì 21 marzo 2008

I ribelli dell’energia

-Trascrizione di una parte di "Report " trasmesso domenica 16 Marzo 2008

MILENA GABANELLI IN STUDIO
La nostra economia si basa su un modello di sviluppo che si misura con il Pil cioè produrre, buttare e produrre all’infinito. Ce la fa il pianeta e tutti noi a sopportare questo modello o è possibile progettarne un altro senza diventare più poveri? Di questo parleremo.
MICHELE BUONO
Vi hanno chiamato i ribelli dell’energia perché?
MICHAEL SLADEK – A.D. EWS SCHONAU
I ribelli dell’energia propongono alternative realizzate con mezzi pacifici. Il ribelle è uno che al momento non ha maggioranza ma che combatte per uno scopo e alla fine ci riesce ad ottenerla questa maggioranza.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Strade della Foresta nera. Germania. Schonau.
Diciamo subito la fine di una storia accaduta più di dieci anni fa in questo paese di 2500 persone: un gruppo numeroso di abitanti, persone semplici, si è comprato una rete elettrica, sì la rete elettrica del paese dove abitano. Come è cominciata questa avventura?
URSULA SLADEK – A.D. EWS SCHONAU
E’ stata l’esplosione di Chernobyl nel 1986. Ha scatenato una grande inquietudine anche in Germania perché la radioattività non si è fermata ai confini ma è arrivata in Francia, in Germania, in Italia. Allora per noi è stato subito chiaro che se qualcosa doveva cambiare eravamo noi stessi che dovevamo fare qualcosa.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Sud ovest della Germania. Foresta nera. Schonau. Gli abitanti di questo paese dopo la catastrofe di Chernobyl nel 1986 ebbero paura e dissero no al nucleare. Fin qui niente di straordinario, successe in molte parti del mondo. Quello che si misero in testa queste persone era dimostrare praticamente come farne a meno cioè come è possibile crescere consumando meno risorse. Michael Sladek fa il medico e produce energia. Nella cantina di casa sua ha un microcogeneratore. E’ un motore che genera corrente e il calore prodotto non si butta via: ci riscaldi l’appartamento. In un colpo solo fai elettricità e calore, non sprechi niente: ne usi un po’ per la casa e quello che avanza lo metti in rete.
MICHAEL SLADEK – A.D. EWS SCHONAU
Il 40% dell’elettricità in Germania si potrebbe fare con questi impianti: è un’alternativa all’energia nucleare che copre solo il 30%!
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Il primo passo dei ribelli dell’energia, li chiamarono così in Germania, fu una riflessione tecnica: per essere alternativi al nucleare bisogna pensare un sistema elettrico in cui non si sprechi niente.
URSULA SLADEK – A.D. EWS SCHONAU
Nella produzione di energia delle grandi centrali elettriche i due terzi dell’energia primaria semplicemente vengono dispersi nell’ambiente come calore di scarto, non vengono utilizzati! I due terzi di queste risorse vengono semplicemente sprecati! E in un’epoca in cui le risorse di energia fossile ma anche quelle nucleari si stanno esaurendo, diventa insopportabile pensare che tutta questa energia venga buttata via e nessuno la usi.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E per non buttarla via l’energia ne occorrevano tanti di microcogeneratori. E poi ci volevano le rinnovabili: sole, vento ed acqua sono dappertutto, si trattava solo di distribuire sul territorio tanti piccoli impianti e catturarla l’energia. E allora il secondo passo, 1990. All’inizio furono 31 gli abitanti di Schonau che si associarono per finanziare queste centrali elettriche piccole e decentralizzate.
WALTER FALGER - AGENTE DI POLIZIA
Gli impianti che mettemmo su allora costavano già un bel po’ di marchi, era un capitale ad alto rischio! Quello che in realtà contava per noi non erano i soldi ma dimostrare che i cittadini stessi erano in grado di fare qualcosa.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Ma non bastava per far decollare il sistema. Occorreva che il distributore elettrico pagasse una tariffa più alta per l’energia messa in rete da questi impianti. Solo così sarebbero potuti proliferare. Ma ad un distributore elettrico normalmente conviene vendere la propria energia, nucleare e a carbone compresa. E questo ai ribelli dell’energia non stava per niente bene.
URSULA SLADEK – A.D. EWS SCHONAU
E’ chiaro che i piccoli impianti decentralizzati non interessano ai grandi produttori di energia. Le imprese perderebbero potere e denaro ed è quindi normale che si oppongano alla diffusione di questo modo di produrre energia. Ma per i cittadini e l’ambiente questo genere di impianti è fondamentale.
WALTER FALGER - AGENTE DI POLIZIA
Allora pensai che non si poteva dire sempre di sì. Bisognava mettersi controcorrente e opporsi.
Dovevamo alzare la voce contro i monopolisti e dimostrare che noi, nel nostro piccolo, potevamo fare a meno di loro.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E allora gli abitanti di Schonau fecero quello che non avevano per niente messo in conto di fare nella propria vita: pensare di comprarsela una rete elettrica. Solo così avrebbero potuto decidere da soli come incentivare microcogeneratori e rinnovabili. L’ occasione fu che stava per scadere la concessione del distributore locale, proprietario anche della rete, che non ci pensava minimamente a lasciar perdere nucleare e carbone e pagare tariffe più alte ai piccoli produttori di energia. E allora si fecero avanti loro. Prima in cento, poi duecento, trecento, poi altre persone nel resto della Germania. Piccoli azionisti.
WALTRAUD KARLE - ALBERGATRICE
Ci volevano proprio tanti soldi per comprare una rete elettrica ed io volevo appoggiarla questa iniziativa, semplicemente perché era una cosa buona!
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Non fu facile. Chiaramente il vecchio distributore non aveva intenzione di mollare. Ci furono 2 referendum e vinsero sempre i ribelli dell’energia. Arrivati a questo punto potevano comprarsela la rete elettrica ma occorrevano proprio tanti soldi. Intervenne una banca.
Dove era l’affare per voi nella storia di Schonau?
THOMAS JORBERG - PRESIDENTE GLS BANK BOCHUM
E’ sbagliato pensare di voler fare soldi con i soldi, proprio come accade oggi. Nell’attuale crisi dei mercati finanziari, si cerca di fare soldi con i soldi senza avere un’idea di cosa accada a livello di economia reale. Perciò si realizzano prodotti come i Subprime: si rischia per rendimenti sempre più alti senza guardare quello che accade sul piano dell’economia reale: è quello che io chiamo il sistema della mancanza di responsabilità organizzata. Allora se vogliamo cambiare le cose bisogna dire chiaramente ai clienti che cosa viene fatto con il loro denaro. Per esempio che può esser investito in progetti ecologici e sociali come quello di Schonau. Questa è l’economia reale.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E così nel 1997 i ribelli dell’energia diventarono proprietari della rete elettrica locale e cominciarono a pagare tariffe più alte ai piccoli produttori rispetto alle altre società.
BORIS WENDELBORN - IMPIEGATO
Facciamo elettricità e calore! E la corrente che immettiamo nella rete di Schonau ce la pagano alla grande! E’ un investimento che si ripaga velocemente e fa bene al clima!
FRANK AMANN -COMMERCIALISTA
Per l’impianto fotovoltaico riceviamo una remunerazione più alta di quella stabilita per legge. Solo con quella tariffa non ci sarebbe convenuto mettere un impianto così grande!
WALTER KARLE - CUOCO
Questi cogeneratori funzionano 22 ore al giorno e ce li siamo ripagati in 4 anni. Oggi, al sesto anno, guadagniamo e basta! Riscaldiamo anche la piscina! Questa è mia figlia e le mie due nipotine!...Funziona tutto senza energia nucleare qui! Con gli impianti mi pago la pensione e ci divertiamo pure!
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E fu così che quella zona della Foresta nera cominciò a riempirsi di impianti di energia rinnovabile e microcogeneratori.
MICHELE BUONO
Che avete dimostrato con la vostra storia?
URSULA SLADEK – A.D. EWS SCHONAU
Che è possibile costruire una democrazia energetica. Con la decentralizzazione è possibile sfuggire alla logica delle grandi centrali, dell’importazione di energia che ti rende dipendente da Stati da cui, se ci si riflette bene, non si vorrebbe proprio dipendere. Che è possibile raggiungere una certa autonomia, in Germania, attraverso le energie rinnovabili. L’energia che noi vendiamo ai nostri clienti è fatta per il 95% da rinnovabile e solo per il 5% da cogeneratori.
MICHAEL SLADEK – A.D. EWS SCHONAU
E la differenza sostanziale poi è questa: il nucleare è una produzione di corrente elettrica basata sull’offerta. Mi spiego: le persone vengono sempre più stimolate a consumare elettricità. Mentre quest’apparecchio è un’altra cosa, lavora soltanto quando c’è veramente bisogno di energia: è una tecnologia basata sulla necessità del consumo e non sullo stimolo della domanda.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Il contrario dello schema economico dominante: la domanda mondiale di energia è raddoppiata negli ultimi vent’anni, per il 2030 si prevede un altro raddoppio, quindi bisogna aumentare l’offerta: nuove centrali a gas, a carbone, nucleari, rigassificatori e così via all’infinito. All’infinito? Sempre Germania, Mannheim. Ancora un passo avanti per rovesciare lo schema.
BRITTA BUCHHOLZ - INGEGNERE MVV ENERGIE MANNHEIM
Se questo regolatore dell’energia venisse usato dappertutto, si potrebbero evitare i picchi di carico elettrico e se immaginiamo di usarlo in tutta la Germania, in tutta Europa, si può arrivare al risultato che costruire questa o quella nuova centrale elettrica diventerebbe inutile.
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7 commenti:

Anonimo ha detto...

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Comunicazione di servizio per Massimo : Ti ho mandato l'articolo sul risparmio energetico. Guarda nella tua casella di posta elettronica. Buona Pasqua a Tutti.
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Anonimo ha detto...

Siccome sono molto interessato a progettare un prototipo di ibrido seriale, ma non saprei da dove iniziare, pensavo: e se per prudurre la corrente si usasse un inverter di quelli che si usano nelle bancarelle per produrre elettricità? da collegare a un batteria che poi andrà collegata al motore elettrico. Com'è l'idea? E che batterie sarebbero necessarie su un ibrido seriale? Necessariamente le li-po? per ridurre i costi andrebbero bene le ni-mh come la prius?

Anonimo ha detto...

Nel caso la mia "idea" fosse interessante, come ci si regola con le norme antinquinamento? Un generatore con motore 4 tempi da meno di 200cc rispetta le normative euro3 o 4?

Massimo J. De Carlo ha detto...

Roberto,
nel 2001 realizzammo un generatore elettrico di bordo (non dissimile da quello delle bancarelle come tu ipotizzi) per la GEM (www.aae.it/car.htm) incassando l'approvazione del produttore statunitense. Il sistema era abbastanza semplice ed efficace e non aveva bisogno di particolari ulteriori approvazioni da parte dell'omologare in quanto era un 'congegno' non stabilmente presente sul veicolo all'origine. Il funzionamento aveva due opzioni: 1- a veicolo fermo, entrava in funzione quando le batterie erano scariche ricaricandole abbastanza velocemente, 2- aveva un'azione continua, quando si rilasciava l'acceleratore buttava energia nelle batterie al piombo gel. Nel secondo caso è intuitivo che l'uso era consigliabile nei momenti di stop & go con traffico ad elastico e/o con semafori. Il sistema era ed è brevettato poiché ha un software di ottimizzazione molto 'furbo'. E' altrettanto chiaro che un motore a scoppio (elettrogeneratore) che giri a regimi inquina molto meno di un motore stufa che sottostà a cicli e regimi incostanti quali quelli cittadini... ma inquina. Nell'insieme un veicolo elettrico con generatore di bordo è preferibile rispetto ad un veicolo solo endotermico. Comunque la percorrenza di un v.e. che una volta era abbastanza limitata e ostacolata ina certa misura dal peso delle batterie al piombo, adesso non lo è più con le batterie al litio. Inoltre, per risponderti ancora sulle batterie, pensare di tornare indietro con le batterie NiMH è incongruo per ragioni di costo, tecnologia obsoleta, limiti d'uso, peso e altro. Anche la nuova Prius avrà le batterie al litio.

Anonimo ha detto...

L'idea mi era venuta per ridurre i costi del veicolo, so che questa soluzione ipotizzata non è completamente a emissioni zero, ma è cercamente un grosso passo avanti rispetto ai motori endotermici attuali che appunto viaggiano a regimi costanti, sia come efficienza sia come costo delle batterie. Se si volesse optare per la soluzione due (a veicolo fermo l'elettrogeneratore ricarica le batterie, in movimento fa appunto azionare il motore elettrico) quale motore elettrico bisognerebbe usare (da quanti kW?) e che capacità devono avere le batterie? Ho parlato di Ni-MH invece che Li-Po appunto perchè volevo mantenere i costi bassi...
grazie per le risposte.

Anonimo ha detto...

Hallo.
Ich mochte mit Ihrer Website mondoelettrico.blogspot.com Links tauschen

Anonimo ha detto...

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