"Se il petrolio greggio costasse zero euro al barile, gli automobilisti italiani pagherebbero comunque 1,2 euro per un litro di benzina e 1,05 euro per un litro di gasolio. E’ il risultato che emerge da un’indagine svolta dalla Faib Confesercenti che dimostra l'assurdità dei costi troppo elevati che si concentrano su un litro di carburante." Questo è l'inizio di un articolo pubblicato ieri sul sito dei Gestori di Carburanti. Continua:
"A quelli di raffinazione, stoccaggio e distribuzione vanno aggiunte le accise e l’Iva, che da sole coprono il 63 e il 60% medio dei prodotti petroliferi. Se lo Stato non interviene non possiamo aspettarci prezzi più bassi."
"L'indagine dimostra come dalla riduzione del costo del greggio nessuno si può attendere una riduzione percentuale di pari importo sui prezzi alla pompa, vista l'incomprimibilità di alcune voci. La parte variabile è esclusivamente quella legata al prezzo d'acquisto della materia prima che copre appena il 21% della benzina e il 25% del gasolio e in quota parte al margine lordo che in ogni caso non supera ad oggi il 13% medio."
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"Negli ultimi 3 mesi, da giugno ad agosto, la quotazione del greggio è passata da € 0,344 a circa € 0,280, con una diminuzione del 20% nei tre mesi, mentre il prezzo medio alla pompa è passato da € 1,623 /lt a 1,568 /lt per la benzina, con un calo del 4%, e per il gasolio siamo passati da 1.504 lt a 1,399 lt con un calo del 7 %."
“Gli italiani hanno ragione quando sostengono che a variazioni in diminuzione del greggio non corrisponde la stessa percentuale in diminuzione alla pompa, ma sino a quando lo Stato non interviene sulle accise rendendole flessibili come le quotazioni della materia prima, questo non potrà mai accadere e i consumatori italiani se ne dovranno fare una ragione”.
"A quelli di raffinazione, stoccaggio e distribuzione vanno aggiunte le accise e l’Iva, che da sole coprono il 63 e il 60% medio dei prodotti petroliferi. Se lo Stato non interviene non possiamo aspettarci prezzi più bassi."
"L'indagine dimostra come dalla riduzione del costo del greggio nessuno si può attendere una riduzione percentuale di pari importo sui prezzi alla pompa, vista l'incomprimibilità di alcune voci. La parte variabile è esclusivamente quella legata al prezzo d'acquisto della materia prima che copre appena il 21% della benzina e il 25% del gasolio e in quota parte al margine lordo che in ogni caso non supera ad oggi il 13% medio."
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"Negli ultimi 3 mesi, da giugno ad agosto, la quotazione del greggio è passata da € 0,344 a circa € 0,280, con una diminuzione del 20% nei tre mesi, mentre il prezzo medio alla pompa è passato da € 1,623 /lt a 1,568 /lt per la benzina, con un calo del 4%, e per il gasolio siamo passati da 1.504 lt a 1,399 lt con un calo del 7 %."
“Gli italiani hanno ragione quando sostengono che a variazioni in diminuzione del greggio non corrisponde la stessa percentuale in diminuzione alla pompa, ma sino a quando lo Stato non interviene sulle accise rendendole flessibili come le quotazioni della materia prima, questo non potrà mai accadere e i consumatori italiani se ne dovranno fare una ragione”.
Questo è il parere della Faib, ineccepibile nel ragionamento. Quello che vorremmo aggiungere noi è un accanimento sproporzionato che determina la lievitazione del prezzo del carburante solo a scopo si sostentamento resiliente, un accanimento terapeutico, di vari settori dello Stato. Ciò che sarebbe invece opportuno fare è di sfruttare una quota delle accise per determinare immediatamente la transizione energetica nei trasporti a partire dalle città e centri abitati. Lasciando da parte la quota che compete all'auto privata che già sta muovendosi a fatica autonomamente verso una transizione di auto elettrica o ibrida (che già copre l'1,6% del totale delle vendite in Italia) sarebbe necessario concentrarsi sulla transizione dei mezzi da lavoro e del trasporto pubblico locale, incentivandone l'uso in città, non tanto con aiuti economici indirizzati all'acquisto degli stessi (comunque sempre ben accetti), quanto piuttosto incentrati su disincentivi legislativi all'utilizzo dei mezzi inquinanti. Per due semplici ragioni comprensibili a tutti. La prima viene dall'azzeramento delle emissioni locali, i mezzi elettrici non hanno tubo di scappamento, con ricadute sanitarie positive, immediate e drastiche sui cittadini e sui costi derivati dalle malattie evitate. Seconda ragione gli ulteriori risparmi sui carburanti.
In realtà non si fa nulla per la transizione e questa classe politica ha delle colpe che difficilmente sarà possibile dimenticate.
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3 commenti:
Tutti a lamentarsi delle accise sulla benzina...
Supponiamo di avere un auto elettrica....
Costo industriale dell'energia elettrica = circa 5 centesimia al kWh
Costo dell'energia prodototta dal FV 10cent x kWh
Costo di acquisto: con la tariffazione progressiva è facile finire oltre il 4° scaglione e spendere tranquillamente 50cent*kWh
Ovvero 10 volte più del costo industriale
5 volte di più del super sovvenzionato FV
(il conto è approssimato in quanto non tengo conto dei costi di trasporto che non saprei quantificare)
Francamente 50 c mi sembrano troppi. In genere i conti si fanno sui 22 cent a kWh e per stare larghi (ma molto larghi) 25 c.
Francamente 50 c mi sembrano troppi. In genere i conti si fanno sui 22 cent a kWh e per stare larghi (ma molto larghi) 25 c.
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