Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


domenica 15 settembre 2013

Prodotto il primo barile di petrolio da Kashagan

Eni: annuncia con un comunicato stampa nel proprio sito web che è stato compiuto un passo storico per uno dei più grandi giacimenti di petrolio scoperti negli ultimi 40 anni e uno dei più complessi progetti industriali in tutto il mondo.
Finalmente il primo barile di petrolio è stato estratto dal giacimento di Kashagan, dal giacimento di cui Eni detiene una partecipazione del 16,81%, situato nel nord del Mar Caspio, a circa 80 km a sud est di Atyrau, in Kazakhstan . Gli altri partner del consorzio,  con l'operatore NCOC (North Caspian Operating Company), che opera all'interno dell'accordo Caspian Sea Production Sharing Agreement Nord (NCSPSA), sono KazMunayGas (16,81%), ExxonMobil (16,81%), Shell (16,81%) , Total (16,81%), ConocoPhillips (8,4%) e Inpex (7,56%).
Nella fase di produzione iniziale si arriverà ad estrarre  fino a 180.000 barili al giorno. Successivamente, la produzione aumenterà progressivamente fino a 370.000 barili di olio equivalente al giorno.
Kashagan è uno dei più grandi giacimenti di petrolio scoperti negli ultimi 40 anni, con riserve stimate in 35 miliardi di barili di olio in loco. Considerando le dimensioni, le specifiche, le caratteristiche ambientali e logistiche, Kashagan è uno dei più complessi e impegnativi progetti industriali in tutto il mondo.
Il giacimento è caratterizzato da una elevata percentuale di gas naturale ad alta pressione, la presenza di elevate concentrazioni di idrogeno solforato e condizioni ambientali difficili e fluttuanti.
Poiché Kashagan è un campo estrattivo situato in acque poco profonde, lo schema di progetto prevede la realizzazione di centri di produzione situati su piattaforme e isole artificiali che raccoglieranno la produzione dalle isole satelliti dalle quali saranno perforati i pozzi di produzione.
Per la prima fase di sviluppo il petrolio e il gas non reiniettato saranno trattati e consegnati, attraverso due linee separate, negli impianti di trattamento onshore (situati a Bolashak, nei pressi di Atyrau). Il petrolio sarà ulteriormente stabilizzato e depurato, mentre il gas naturale sarà trattato per la rimozione di idrogeno solforato e sarà utilizzato principalmente come combustibile per gli impianti di produzione, l'importo residuo sarà commercializzata.

180.000 barili al giorno a fronte di un consumo giornaliero stimato tra i 90 e i 95.000.000 di barili al giorno a livello globale incide per 1/500 .. se va bene.



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7 commenti:

roberto ha detto...

1/500 , ma a che prezzo? oramai siamo fissi intorno a 110 dollari al barile . trovare petrolio e' sempre piu' costoso e per estrarlo se ne consuma sempre di piu' un cane che morde la coda. e' fondamentale tirarsi fuori da questo gioco pericoloso e cercare di utilizzare le fonti rinnovabili in modo massiccio pesante e costante altrimenti presto saranno guai seri.

Massimo J. De Carlo ha detto...

Infatti, a che prezzo e in tutti i sensi. Costi ambientali, estrattivi, preraffinazione ecc..

Anonimo ha detto...

E' il caso di dire che stiamo raschiando il "barile" :)

Mauro ha detto...

Se fanno un investimento del genere sono fessi; oppure sanno che gli altri giagimenti sono messi molto male!!

Massimo J. De Carlo ha detto...

Si potrebbe anche dire che raschiano il fondo del portafoglio ... il loro il nostro
La fine del petrolio a buon mercato segna la fine della crescita spropositata. Un regresso ? Forse. Vedremo.

Paolo Marani ha detto...

Il tutto per aumentare l'agonia di un anno o due... grandioso.

Massimo J. De Carlo ha detto...

Vero.