Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


domenica 7 novembre 2010

L’energia nucleare più cara di gas e carbone

L'elettricità prodotta da centrali nucleari costa il 16% in più di quella prodotta da centrali a gas e il 21% in più di quella da centrali a carbone.

Dall'analisi, compiuta dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, sui costi dell'elettricità prodotta da nuove centrali nucleari con quella prodotta da nuove centrali a gas e a carbone, risulta che il costo dell'elettricità da centrali nucleari è mediamente di 72,8 Euro/MWh, più elevato rispetto ai 61 Euro/MWh delle centrali a gas (meno 16%) e ai 57,5 Euro/MWh delle centrali a carbone (meno 21%). Il confronto si basa sull'analisi di 8 studi recenti -pubblicati fra il 2008 e il 2010- ( Agenzia Nucleare dell' Ocse, Ufficio del Budget del Congresso USA, Dipartimento dell'Energia Usa, Massachusetts Institute of Technology, Commissione Europea, Camera dei Lords, Electric Power Research Institute e Moody's).

Questi studi, analizzati nel Rapporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, pubblicato sul numero 5 della rivista "Gazzetta Ambiente", fanno un confronto fra i costi dell'elettricità prodotta dalle nuove centrali nucleari, con una conclusione convergente: sarà più cara di quella prodotta con nuove centrali a gas o a carbone. Sul tema dei costi effettivi dell'elettricità prodotta dalle nuove centrali nucleari serve quindi trasparenza : un argomento così delicato e importante non può essere affrontato con superficialità. A maggior ragione in Italia, dove il nucleare sarebbe ancora più caro rispetto ai Paesi dove è già sviluppato. Si dovrà infatti ripartire da zero, importare reattori che non produciamo, tener conto delle caratteristiche del nostro territorio, affrontare le forti opposizioni locali, considerare i tempi prevedibilmente più lunghi di realizzazione delle centrali.

Il programma nucleare italiano, inoltre, con i suoi 100 TWh e 13.000 MW di nuove centrali entro il 2030, non può semplicemente essere aggiunto all'esistente che comprende uno sviluppo delle rinnovabili (circa 100 TWh entro il 2020), di nuove centrali a gas e a carbone in costruzione o in fase avanzata di autorizzazione (almeno altri 10.000 MW entro il 2020), perché la crisi economica e le politiche di risparmio e di efficienza energetica stanno configurando una futura crescita moderata dei consumi elettrici.

I conti così non tornano: i costi del nucleare cresceranno, infatti, ulteriormente se l'elettricità nucleare diventa eccedente. Per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di CO2, anche dopo il 2020, è prioritario e meno costoso puntare sul risparmio e sull'efficienza energetica con ampie possibilità nei trasporti, nel riscaldamento, nelle apparecchiature elettriche, negli elettrodomestici e apparecchi elettronici, nell'illuminazione, nell'industria e negli edifici. Per il 2020 c'è un obiettivo di sviluppo delle energie rinnovabili reso obbligatorio da una direttiva europea; dopo il 2020 diverse fonti rinnovabili potrebbero poi essere meno costose del nucleare. Anche la cattura e il sequestro della CO2, prodotta dalle centrali alimentate con combustibili fossili, che si sta cominciando a sperimentare anche in Italia, dopo il 2020 sarà una tecnologia che si prospetta meno costosa .

Fonte: fondazionesvilupposostenibile.org

Links
Rapporto della Fondazione sui costi del nucleare
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2 commenti:

Mario Vernari ha detto...

Mi domando con che faccia tosta i nostri governanti si siano arrogati il diritto di scelta del nucleare, visto che sta praticamente sparendo e, a quanto pare, la maggior parte degli italiani e' ancora avverso.
La questione e' di fatto la solita: il dio denaro, che fa muovere interessi colossali per queste cattedrali nel deserto, a spese dei contribuenti.
Diciamocelo: servono davvero queste nuove centrali (nucleare a parte)?
La domanda di energia e' in continuo aumento (pare che solo nel 2009 ci sia stata una flessione verso il basso - Terna).
Gettiamo i vecchi TV a tubo catodico, perche' quelli piatti consumano meno...si', ma a parita' di dimensione: di fatto consuma di piu' un 30/40 pollici LCD di un vecchio buon 20 crt (piu' che sufficiente per la mediocre programmazione offerta).
I frigoriferi? Cambiamoli perche' il CFC e' dannoso...peccato che vadano per la maggiore gli apparecchi "all'americana", che consumano un occhio.
Termoautonomo a condensazione, perche' ha un rendimento superiore al tradizionale. Il mio tecnico mi ha garantito che alla fine si spende di piu', tra caldaia nuova, canna fumaria e manutenzione.
E' questo che mi sto chiedendo...
Il senso di questa (falsa) propaganda ecologista, che di ecologico non ha praticamente nulla. Ma fa certamente bene alle tasche dei (grandi) produttori.

Silvano Robur ha detto...

Chiedevo se questi sono costi alla produzione (di chi produce) o costi di acquisto (per chi compra).

Premetto : non metto in discussione la vericità dei dati.

Sono meravigliato dal divario del costo tra carbone e metano.
Non dovrebbe essere così grande.
Pur mantenendo il vantaggio per il carbone.