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sabato 22 agosto 2015

Wormhole per unire due punti dello spazio distanti tra loro e una dimensione speciale per l'invisibilità

Un wormhole, letteralmente  "buco di verme", è un ponte, teorizzato da Einstein-Rosen, un cunicolo spazio-temporale che avrebbe la ipotetica caratteristica di essere una scorciatoia da un punto dell'universo ad un altro, il che permetterebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe normalmente la luce a percorrere la stessa distanza attraverso lo spazio normale comunemente conosciuto.
Ciò che è stato creato in laboratorio è dispositivo che agisce come un tunnel spaziale, magnetico e invisibile, che attraversa una "dimensione speciale" secondo quanto affermato dal co-autore Jordi Prat-Camps, un candidato al dottorato di fisica presso l'Università Autonoma di Barcellona, ​​in Spagna. L'idea di un wormhole proviene dalle teorie di Albert Einstein. che nel 1935 insieme al collega Nathan Rosen la propose insieme alla teoria della relatività generale secondo cui si ipotizzerebbe anche l'esistenza di ponti che potrebbero collegare due punti diversi dello spazio-tempo. Teoricamente questi ponti di Einstein-Rosen, o wormholes, potrebbero permettere di spostarsi  istantaneamente attraverso i tunnel  tra grandi distanze (anche se i tunnel di questa teoria sono estremamente piccoli, quindi normalmente non potrebbe essere applicata per un viaggiatore spaziale). Finora, nessuno ha provato che i wormhole spazio-tempo  esistano  nella realtà. 
Il nuovo tunnel spaziale non è un vero e proprio  wormhole  spazio-tempo di per sé, ma è invece una realizzazione di un futuristico "mantello dell'invisibilità" proposto per primo nel 2007 sulla rivista Physical Review Letters. Questo tipo di wormhole avrebbe la capacità di nascondere le onde elettromagnetiche alla vista ad un osservatore posto all'esterno.
Si è scoperto che i materiali per fare un tunnel spaziale magnetico già esistono e sono molto più semplici da trovare. In particolare, superconduttori, che possono trasportare alti livelli di corrente, o di particelle cariche, espellere linee del campo magnetico dal loro interno, essenzialmente piegare o distorcere queste righe spazio-temporali. Ciò consente essenzialmente al campo magnetico di fare qualcosa di diverso dal suo ambiente circostante 3D, che è il primo passo per nascondere il disturbo in un campo magnetico.

Ma:
"The trouble was, to make the method work for light required materials that are extremely impractical and difficult to work with, Prat said."

Per l'articolo originale  su Scientific American cliccare su questo indirizzo.


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