Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


venerdì 3 febbraio 2012

Il tracollo del mercato dell'auto, la crescita delle auto elettriche e... la conversione elettrica?

Siamo in piena crisi.
Siamo in recessione conclamata.
L'auto è in crisi. E allora? Si chiedono aiuti al Governo.
L'auto elettrica è in crescita. Si preparano aiuti per aprire la strada al prodotto del futuro.
Chiediamo. Ci conviene aiutare l'auto tradizionale ed un settore industriale destinato ad implodere per vari motivi? Conviene al contrario, spingere un prodotto che le sostituirà , cioè l'auto elettrica?
La mia risposta è no alla prima domanda, 'ni' alla seconda e si alla terza. Terza domanda che non ho ancora formulata. La troveremo in fondo al post.

Mercato di gennaio allivello più basso da oltre 20 anni: solo 137.119 immatricolazioni (-16,9%).

“Se proiettassimo sull'intero anno la stagionalità espressa dal risultato di gennaio, il mercato totale del 2012 chiuderebbe al di sotto di 1.500.000 immatricolazioni, un livello fortemente negativo”. Così Jacques Bousquet, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia, ha commentato con allarme i dati del mercato di gennaio aggiungendo che “per scongiurare una situazione del genere – considerando importante contributo del comparto automotive nell'economia del nostro Paese – sono ormai necessari ed urgenti degli interventi strutturali”. Chiedono al  Governo politiche fiscali ed ambientali rilancio per un settore che negli ultimi 10 anni, direttamente o indirettamente, ha contribuito con più di 600 miliardi di euro alle entrate dello Stato e che incide, nel complesso della filiera, per ben l’11,4% del Pil”.
Vetture nuove immatricolate. Il primo mese dell'anno ha registrato il livello più basso mai registrato da oltre 20 anni, con appena 137.119 unità e una flessione di ben il 16,9%, rispetto al già debole risultato dello scorso anno (165.073 immatricolazioni) e di oltre il 36% (in meno) rispetto alla media degli ultimi 10 anni (215.000 unità).
Il notevole incremento dei prezzi di benzina e gasolio hanno generato uno spostamento di una parte della domanda verso le motorizzazioni a basso impatto ambientale che incrementano la loro rappresentatività sul mercato, portandosi complessivamente al 7,7% dal 5,7% del 2011.
Il mercato delle vetture usate, infine, in gennaio ha segnato una contrazione del 4,3% con 349.222 trasferimenti di proprietà, al lordo delle minivolture, rispetto ai circa 365.000 dello stesso mese del 2011.

Quindi, il mercato delle auto nuove ha subito un bel tracollo in Italia a Gennaio, rispetto allo stesso mese del del 2011, meno 16,9 su una situazione già dolente degli ultimi anni. Guardiamo i numeri della nostra casa automobilistica nazionale con il marchio Fiat, che ha ancora alcuni stabilimenti produttivi in Italia, ma anche tanti all'estero. La Fiat, dunque, si è allineata perfettamente al tracollo con un numero simile, anzi peggiore,  meno 17,66%  accaparrandosi solo un 27,17% di tutto il volume di auto immatricolate in Italia a Gennaio, poco più di un quarto. Detto in altro modo,  in cifre e lettere, 3/4, tre quarti, del mercato è in mano a competitor stranieri. Di conseguenza, se il Governo prendesse la solita strada degli incentivi, qualsiasi forma possano assumere, i benefici andrebbero in massima parte all'estero, ovvero finanzieremmo, con i nostri sudati soldi fagocitati dalle varie manovre, manovre et similia, lo sviluppo economico e industriale fuori confine per arricchire le casse aziendali, i forzieri non nostri. I nostri posti di lavoro regredirebbero ancora di più. Vale la pena?  Ditemelo voi.

Apriamo un altro capitolo con numeri e considerazioni.
Passiamo al mercato delle auto elettriche e ibride. Guardiamo i grafici e i numeri del settore, come ogni mese è uso fare in questo blog.

Buone notizie vengono dalle immatricolazioni delle auto elettriche al 100% plug-in a Gennaio sono state 57 unità contro le 9  nel 2011.


Grafico annuale.

e grafico progressivo dal gennaio 2009 ad oggi.


Per le ibride le immatricolazioni a Gennaio sono state inferiori rispetto allo stesso mese del 2011, 403 unità contro le 454.  

Grafico annuale.


e grafico progressivo dal gennaio 2009 ad oggi



Stringendo l'informazione diamo il modello e la marca e le cifre delle vendite.

Le auto elettriche

n. 21 Citroen C-Zero
n. 19 Smart Fortwo
n. 13 Peugeot iOn
n. 3 Mitsubishi i-MiEV
n.1 Renailt Fluence

Le auto ibride

n. 73 Honda Insight
n. 73 Lexus CT
n. 68 Honda CRZ
n. 41 Lexus RX
n. 34 Toyota Auris
n. 29 Honda CR-Z
n. 26 Toyota Prius
n. 17 Porsche Cayenne
n. 13  Citroen DS5
n. 10 Audi Q5

Fonte UNRAE

Come vediamo i numeri non sono enormi. Neppure un nome italiano. Sappiamo che questo della mobilità 'pulita' è un mercato in espansione, sempre di più lo sarà nel futuro. Italiani esclusi al 100%, zero. Vogliamo dare una mano allo sviluppo delle auto 'verdi'? Giustissimo, ma così facendo sviluppiamo la ricerca estera, aiutiamo l'industria del resto del mondo eccetto che la nostra industria, non creiamo nuovi posti di lavoro nei nostri confini sapendo, oltretutto, che continueremo a perdere posti di lavoro nell'industria tradizionale. Un vero fallimento. Siamo destinati inesorabilmente a regredire economicamente..

Riassumendo. Dare gli incentivi, gli aiuti, i vantaggi per lo sviluppo,  così come chiede l'UNRAE,  non andrebbe a nostro vantaggio e non si creerebbero nuovi posti di lavoro qui da noi, né per il mercato tradizionale, nè nel caso gli stessi incentivi, aiuti ecc. venissero indirizzati verso le auto elettriche (tutte di produzione straniera). A meno che ...

A meno che non si prenda, finalmente, in considerazione il retrofit, la conversione elettrica di auto tradizionali.

Ecco qui la terza domanda non formulata all'inizio del post.

Conviene aiutare ed incentivare l'industria diffusa della conversione elettrica?

Risposta : SI!



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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche al nazionalismo vi appellate ora? Eppoi ti scordi un aspetto essenziale: Honda Italia (per prenderne uno), la rete dei concessionari Honda italiani e la rete d'assistenza Honda italiana pagano le tasse in Italia e stipendi a italiani. E non è una fettina piccola della torta.

Allora: l'avete fissato il prezzo 2012 per questa Smart col powertrain da golf cart? Il mercato richiede trasparenza.

Massimo J. De Carlo ha detto...

Caro Defcon, ti ringrazio per offrirmi l'opportunità di spiegarmi meglio a tutto vantaggio di chi non ha capito. Non si tratta di creare lavoro in Italia a scapito di chi è già nell'automotive, come la giapponese Honda, che ha già opportunità per usufruire di aiuti all'industria con programmi decennali in quel paese. Quindi le tasse, la Honda e gli altri giapponesi, francesi, tedeschi ecc. continueranno a pagarle volentieri anche qui da noi. Si tratta di far pagare le tasse anche a quei lavoratori che adesso sono in cassa integrazione senza lavoro e senza prospettive di poter lavorare in futuro. Una nazione che non produce non è in grado di stare in piedi con le colline del Chianti, il mare e gli stornelli e non spartisce nessuna fetta della torta... perchè non ci sarà nessuna torta da spartire per nessuno.

Anonimo ha detto...

non tenete conto della pininfarina ... che ha già un auto elettrica in cantiere sebbene non prodotta... la NIDO EV ... che già sta producendo per bollorè a Bairo la Bluecar parigini ... e che fra un poo' presenterà la Cambiano. Senza contare il progetto di riconversione all'elettrico degli autobus ... cob HYbus

Anonimo ha detto...

Le auto elettriche per il progetto Autolib di Parigi (http://www.autolib.eu)le stanno già costruendo a La Loggia, paese della seconda cintura torinese. Il costruttore è Cecomp.
Peccato che vadano all'estero...