Ancora un titolo sconsolato quello del comunicato stampa dell'UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere in Italia, di ieri: Il mercato si ferma a 1.402.089 immatricolazioni (-19,9%).
Si chiude un anno di calo continuo a doppia cifra con volumi simili a 33 anni fa' .
Come più volte denunciato dalle Associazioni di categoria, la crisi economica, la pressione fiscale sulle famiglie, le restrizioni al credito alle imprese hanno determinato una domanda totalmente anelastica rispetto alle straordinarie offerte promozionali e commerciali messe in campo da tutte le Case automobilistiche.
I bisogni della filiera in termini di redditività, di mantenimento dei livelli occupazionali e le opportunità di gettito fiscale da parte dello Stato andranno viste in ottica di sinergia e come priorità per l'Esecutivo che guiderà il Paese dopo le elezioni. Se questo avverrà, potremo guardare con un po’ più di ottimismo alla prossima primavera.
I dati delle immatricolazioni diffusi oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, infatti, indicano per la conclusione dell'anno 1.402.089 auto complessivamente vendute, con una flessione del 19,9% rispetto alle 1.749.739 unità dell'intero 2011. Un volume così esiguo di immatricolazioni ci riporta indietro ai livelli del lontano 1979. Il solo dicembre ha confermato una riduzione del 22,5% a 86.735 unità e ordini che, da un primo scambio di informazioni, si fermano al di sotto delle 100.000 unità (-26,5%). Nell'intero anno i contratti ammontano a circa 1.370.000, in flessione del 21%.
“La crisi che sta attraversando il settore – prosegue il Presidente - coniuga al suo interno sia aspetti congiunturali sia strutturali. Il generalizzato aumento della pressione fiscale e dei costi di gestione, in particolare, ha determinato – oltre al depauperamento delle risorse economiche degli automobilisti - una modifica nelle abitudini di consumo della mobilità. Gli italiani si sono trovati davanti alla necessità di ridurre l'uso dell'automobile, con conseguente calo delle percorrenze medie e dei consumi di carburante (in media oltre il 10% in meno per benzina e gasolio), pur continuando a sostenere spese più elevate proprio per il carburante, per l'assicurazione, il bollo, ecc.”.
Alla luce di ciò, il settore dell'auto con tutta la sua filiera finisce con influenzare in modo significativo la riduzione dei consumi complessivi nazionali e l'aumento del tasso di disoccupazione del Paese, senza fornire le risorse sperate alle casse dello Stato. Nell'intero anno, infatti, a causa delle mancate immatricolazioni si saranno persi 2,3 miliardi di euro di IVA rispetto all'andamento medio del mercato delle nuove immatricolazioni, a cui si aggiungono circa 95 milioni di euro di minor incasso IPT, rispetto ai volumi dello scorso anno.
L’analisi della struttura del mercato conferma, infatti, una riduzione degli acquisti delle famiglie superiore al totale nazionale: -22,9% nell'intero anno, con un volume che sfiora appena le 900.000 unità (899.937) e la più bassa quota di mercato mai registrata, 63,8%. In flessione nell'anno anche le società (-17,2% e 259.265 unità) e il noleggio, seppur in modo più contenuto (-9,9% con 251.622 immatricolazioni).
Sul fronte delle alimentazioni, il diesel perde due punti di quota, fermandosi nell'intero anno al 53,4% e la benzina quasi 6 con una rappresentatività del 33,2%. Il tutto a vantaggio delle motorizzazioni a basso impatto ambientale, ormai nella lista delle preferenze di molti italiani, a causa dell'alto costo dei carburanti tradizionali, che raggiungono il 9,2% di quota per quanto riguarda il Gpl (+128,5%) e il 3,8% per il metano (+40%).
Il mercato delle autovetture usate chiude l’anno 2012 con 4.125.266 trasferimenti di proprietà (comprensivi delle minivolture), in calo del 9,8% rispetto ai 4.571.182 del 2011. Il solo mese di dicembre ha contribuito alla flessione con un calo del 16,1% e 324.531 auto trasferite.
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I nostri grafici
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I nostri grafici
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Questo è il primo resoconto sull'andamento dei consumi che di solito prendiamo in considerazione. Oltre al mensile saremo in grado di rendicontare anche i consumi annuali, ma già sappiamo che non saranno per niente positivi avendo già avuto una chiara visione della situazione già da tanti mesi e riassunta ultimamente in questo post .
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