
Nel dettaglio i biocarburanti meno verdi risultano essere il diesel ottenuto dalla soia in Brasile e l'etanolo statunitense, che fanno risparmiare pochissimo in termini di CO2 ma producono quasi il triplo dei danni ambientali. A determinare i maggiori costi ambientali è proprio la coltivazione, che nella maggior parte dei casi contribuisce per più del 90%. Brasile o dell'Indonesia, ad esempio, per trovare nuovi spazi per le piantagioni si distruggono le foreste, 13 milioni gli ettari di foreste che si perdono ogni anno, in gran parte proprio per la produzione dei biocarburanti.
Il più 'cattivo' in assoluto è il diesel di sorgo prodotto nell'Unione Europea.
Dall'altro lato della classifica ci sono biocarburanti prodotti dal legno, meglio ancora se dagli scarti di produzione. Il metanolo ottenuto dalle graminacee, ad esempio, fa risparmiare il 70% delle emissioni e ha un impatto ambientale più basso del 10% rispetto a quello della benzina.
Il governo Usa finanzia con diversi miliardi di dollari la produzione di etanolo dal grano - spiegano gli esperti nell'articolo - quindi gli agricoltori non producono più soia e si dedicano al grano. Questo alza il prezzo della soia, il che si traduce in una sempre maggiore quantità di piantagioni di questa pianta in Brasile, a discapito della foresta Amazzonica.
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