Cosa capita al Giappone e alla sua florida economia? Niente.
Semplicemente registra il suo 23 ° mese consecutivo di deficit commerciale.
A maggio, le esportazioni e le importazioni sono diminuite entrambe nonostante i segnali di ripresa della domanda negli Stati Uniti e in Europa. Il deficit maggio è stato pari a 909 miliardi di yen (6,6 miliardi euro), le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite di quasi il 3 % rispetto all'anno precedente. Le esportazioni sono diminuite del 2,7 % a 5,6 trilioni di yen (40,5 miliardi di euro) mentre le importazioni sono diminuite del 3,6 % a 6,5 di yen (47 miliardi di euro), secondo quanto ha riferito il Ministero delle Finanze e riportato dal quotidiano online Asahi Shimbun.
Tutto è iniziato, ovvero è iniziato a correre, dopo che i suoi impianti nucleari cessarono di produrre energia elettrica a seguito del disastro nucleare occorso presso la centrale nucleare di Fukushima 1, nel 2011, costringendo il Paese ad incrementare le importazioni di petrolio greggio e di gas per compensare la perduta generazione da nucleare. Adesso, a maggio si registra una diminuzione delle importazioni di combustibili e di altre materie prime, del 9 %, rispetto all'anno precedente, a fronte di un indebolimento o invarianza delle esportazioni di prodotti cardine come le automobili e l'elettronica.
Concausa potrebbe essere una variazione al cambio del valore dello yen giapponese.
Nel frattempo, il volume delle importazioni di petrolio e di gas si sono ridotte grazie al risparmio energetico attuato a partire immediatamente dopo il terremoto del marzo 2011, post tsunami e disastri nucleari.
Le esportazioni del Giappone sono aumentati solo moderatamente, in parte a causa della scelta di spostare molte produzioni presso quei paesi consumatori al fine di tagliare i costi e indurre una più veloce crescita dei mercati emergenti.
La previsione è e rimane solo una crescita moderata, parallelamente ad una prospettiva di crescita del commercio mondiale solo alla fine del prossimo anno ... cioè 2015.
Concausa potrebbe essere una variazione al cambio del valore dello yen giapponese.
Nel frattempo, il volume delle importazioni di petrolio e di gas si sono ridotte grazie al risparmio energetico attuato a partire immediatamente dopo il terremoto del marzo 2011, post tsunami e disastri nucleari.
Le esportazioni del Giappone sono aumentati solo moderatamente, in parte a causa della scelta di spostare molte produzioni presso quei paesi consumatori al fine di tagliare i costi e indurre una più veloce crescita dei mercati emergenti.
La previsione è e rimane solo una crescita moderata, parallelamente ad una prospettiva di crescita del commercio mondiale solo alla fine del prossimo anno ... cioè 2015.
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