Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.


giovedì 27 febbraio 2014

Un mondo senza l'uomo

Proviamo ad immaginare una trama di un film catastrofista. Una fuga improvvisa dal pianeta Terra diventato invivibile, inospitale, subdolamente pericoloso la scomparsa dell'uomo per una strage misteriosa  causata da potenti radiazioni sconosciute che vaporizzano l'uomo e gli animali istantaneamente. Se non arrivasse la fantasia e  l'immaginazione degli sceneggiatori del film potrebbe dar loro una mano ed aiutarli a sviluppare la trama  la realtà andando a visitare una città vera, una campagna abbandonata. Esiste oggi ed è così da quasi tre anni. Il suo nome è  Fukushima, la città svuotata dall'uomo che si trova all'ombra della centrale nucleare di Fukushima, una città che è off-limits dalla fatidica, tragica data dell'11 Marzo 2011, giorno in cui ebbe inizio la sua fine, una città che assomiglia ad una Pompei moderna  dell'era nucleare o una di quelle città improvvisamente abbandonate dall'uomo e aggredite, nascoste dalle foreste americane.


Come ci racconta il quotidiano nipponico online Ashai Shimbun di ieri ciò che vede il suo cronista è emblematico, tragico, irreale, crudo, drammatico, in un territorio post nucleare.
Un calendario fermo al marzo 2011 è ancora appeso su una parete, mentre un orologio appeso al soffitto rimane bloccato alle ore 2 e 50. Documenti e altri oggetti sono sparsi sul pavimento sotto le scrivanie e gli scaffali disordinati. Piante  appassite  nei vasi   morte molto tempo fa.

 All'esterno, sul tetto della sede cittadina di  Futaba (circa 6.400 abitanti prima del 2011), si può vedere chiaramente la situazione di isolamento e la desolazione di questa città che muore lentamente come se  il tempo della vita si fosse fermato.  Tutti i 6.400 residenti hanno dovuto  abbandonare la città.

Su un avviso incollato sul lato interno della porta d'ingresso di un edificio, sottolineato in rosso, si legge: "Dal momento che questo ufficio si trova a 10 chilometri dalla centrale nucleare, bisogna rimanere in casa. Si prega di non uscire. "

Al secondo piano, fogli di carta incollata recita una informazione che la Tokyo Electric Power Co. aveva diffuso sulle condizioni presso l'impianto nucleare. "La pressione nel serbatoio di contenimento è aumentata in modo anomalo", si legge come se informazione fossero arrivate ​​prima dell'alba del 12 marzo 2011. I funzionari di  Futaba sono dovuti andare via abbandonando l'ufficio del comune per ordine del governo centrale, quel giorno, un giorno dopo il disastro della centrale nucleare di Fukushima n ° 1.

Circa il 96 % di Futaba, comprese le aree intorno alla sede cittadina, è stata definita come zona di difficile ritorno a causa dei livelli di radiazioni, oltre i 50 millisievert.

La zona è circondata da barricate, rendendo impossibile l'ingresso libero alle persone.

 Per entrare in città il cronista deve indossare una maschera e un equipaggiamento protettivo bianco che copre tutto il corpo, portando con sé un dosimetro, dopo aver ottenuto il permesso dall'ufficio competente della città. Lo stesso equipaggiamento  del funzionario della città, che lo guida nel giro all'interno di Futaba. Dopo aver lasciato l'ufficio, si sono diretti verso il quartiere Nagatsuka nella parte centrale di Futaba, dove non ci sono segni di vita e residenti. Solo il passaggio di camion per il lavoro di decontaminazione e il gracchiare dei corvi rompe  il silenzio. Là una finestra rotta sbatte per una ventata. Una casa crollata a causa del Grande  Terremoto del  Giappone  Oriente (così chiamano i giapponesi quell'evento) copre ancora parte della strada. Il santuario Shohatsujinja sul lato opposto della casa è inclinato, rotto a 3 metri di altezza rimasto rovesciato e spezzato a metà. In quel periodo la TEPCO affermava che 'La centrale nucleare era assolutamente sicura.' Nessuno avrebbe mai immaginato che si sarebbe creta  una situazione così disastrosa come questa " ricorda l'accompagnatore, Hiraiwa, guardando una strada vuota.

La spiaggia di Futaba era affollata con circa 85.000 persone nel 2010. La struttura balneare gestita dall'ufficio metropolitano fu danneggiato dallo  tsunami del 2011. Da un piano alto della struttura, si vede l'Oceano Pacifico fino all'orizzonte lontano e le dolci onde che si infrangono sulla spiaggia.

Anche se i livelli di radiazione sono relativamente bassi nella parte nord-orientale di Futaba, e la zona è stata designata come zona in fase di preparazione per la revoca del provvedimento di evacuazione dal maggio 2013, scrutando oltre la barricata si vedono solo distese di erba secca in luoghi dove le case sono state spazzate via dallo tsunami. Messe in sicurezza, riparazioni delle infrastrutture e lavori di decontaminazione non se ne vedono.


Ben tornati nel mondo reale !


P.S. - aggiungo l'informazione di ijk (commento) per consigliarvi di andare a verificare quale era la situazione nel giugno 2013 con Google Map, Street view, identica, secondo l'articolo dell'Asahi S. a quella di oggi.



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2 commenti:

ijk ha detto...

Tutta la zona è visitabile con Street vie. Hanno mappa TO le strade dopo il disastro.

Massimo J. De Carlo ha detto...

Buona idea, l'ho aggiunto al post, grazie.