Il biodiesel miete vittime anche nell'altro emisfero, facendo aumentare il prezzo della soja. Migliaia di ditte indonesiane al collasso. Un ministro indonesiano definisce “crisi internazionale senza soluzione al momento” il rialzo subitaneo delle ultime settimane del prezzo della soja, bene di prima necessità nel Paese asiatico. Mentre quasi tutte le industrie interessate in Indonesia hanno indetto uno sciopero di tre giorni lo scorso fine settimana, per far conoscere la crisi del settore. Così come in Europa il consumatore medio ha subito il contraccolpo nei prezzi di pasta e pane dall'aumento del costo del grano, così anche gli indonesiani al supermercato si ritrovano con un prezzo sugli scaffali raddoppiato rispetto a fine 2007, per uno degli alimenti principali della loro dieta. L'aumento del prezzo sul mercato asiatico deriva dalla mancata produzione negli Usa, dove i 'farmers' oramai puntano in massa sul grano come combustibile. Ultimi quattro mesi Il prezzo della materia prima è raddoppiato sui mercati internazionali, a causa dell'aumento di richiesta del bene 'grano' negli Stati uniti. Il grano è un ottimo materiale per la produzione di biodiesel, e da settembre anche la Casa Bianca del conservatore Bush ha deciso di puntare sulle energie alternative ai combustibili fossili, ma con una priorità: non smantellare l'attuale sistema energetico, basato sul carburante. Gli Usa stanno così puntando dal 2007 sulla produzione di biocombustibili, (principalmente etanolo), il che ha spinto molti agricoltori americani a sostituire nei propri campi la soja con il grano. Diminuendone l'offerta. E aumentandone di parecchio il prezzo. Se in europa avvertiamo come problema l'aumento del prezzo del grano, nei paesi asiatici si soffre per il raddoppio del costo della soja, alimento finora a buon mercato per le famiglie. Il marchio 'Tukino' è un'abitudine da quasi 40 anni sulle tavole indonesiane, per la rinomata purea di soja, alimento trasversale gradito a ricchi e meno abbienti. Ma nelle ultime settimane anche la confezione di purea ha segnato un aumento del costo, parallelo a quello della materia prima. ...Gli agricoltori Ma la confagricoltori indonesiana ha comunicato per bocca del suo presidente Henry Saragih che sarebbe invece ora “di recuperare l'autonomia alimentare, almeno per quanto riguarda la produzione nazionale di soja. Questa crisi alimentare porterà anche a casi di fame e malnutrizione”.
L'articolo completo qui
L'Europa è all'altro capo del mondo (in tutti i sensi).
Clima, Commissione Ue vara misure più forti La Commissione europea ha varato il 23 Gennaio (2008) una serie di significative proposte destinate a dare un ruolo guida alla UE nella lotta ai cambiamenti climatici, col taglio ulteriore dei gas a effetto serra, un maggiore ricorso alle energie rinnovabili e l'aumento della produzione di biocarburanti.
L'articolo completo qui
(L'immagine: PabloPicasso-Il Vecchio e il Ragazzo)
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Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.
giovedì 31 gennaio 2008
mercoledì 30 gennaio 2008
Promuovere la crescita e l’occupazione rispettando gli impegni in materia di cambiamenti climatici
Bruxelles, 23 gennaio 2008
Promuovere la crescita e l’occupazione rispettando gli impegni in materia di cambiamenti climatici
La Commissione europea ha adottato oggi un importante pacchetto di proposte che darà attuazione agli impegni assunti dal Consiglio europeo in materia di lotta ai cambiamenti climatici e promozione delle energie rinnovabili. Le proposte dimostrano che gli obiettivi fissati l’anno scorso sono realizzabili sia dal punto di vista tecnologico che economico e offrono opportunità commerciali senza precedenti a migliaia di imprese europee. Le misure previste accresceranno significativamente il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili in tutti i paesi e imporranno ai governi obiettivi giuridicamente vincolanti. Grazie a una profonda riforma del sistema di scambio delle quote di emissione, che imporrà un tetto massimo alle emissioni a livello comunitario, tutti i principali responsabili delle emissioni di CO2 saranno incoraggiati a sviluppare tecnologie produttive pulite. Il pacchetto legislativo intende consentire all’Unione europea di ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra e porta al 20% la quota di rinnovabili nel consumo energetico entro il 2020, secondo quanto deciso dai capi di Stato e di governo europei nel marzo 2007. La riduzione delle emissioni sarà portata al 30% entro il 2020 quando sarà stato concluso un nuovo accordo internazionale sui cambiamenti climatici.
Contesto
Il 10 gennaio 2007 la Commissione ha adottato un pacchetto su energia e cambiamenti climatici, invitando il Consiglio e il Parlamento europeo ad approvare:
- un impegno unilaterale dell’UE a ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020, e l’obiettivo di ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 a condizione che venga concluso un accordo internazionale sui cambiamenti climatici;
- un obiettivo vincolante per l’UE del 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020, compreso un obiettivo del 10% per i biocarburanti.
La strategia è stata approvata dal Parlamento europeo e dai capi di Stato e di governo europei in occasione del Consiglio europeo del marzo 2007. Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a presentare proposte concrete, in particolare sulle modalità di ripartizione dello sforzo tra gli Stati membri per il conseguimento degli obiettivi.
Il pacchetto, che risponde a questo invito, comprende una serie di importanti proposte politiche strettamente collegate tra loro, e in particolare:
(1) una proposta di modifica della direttiva sul sistema comunitario di scambio delle quote di emissione;
(2) una proposta relativa alla ripartizione degli sforzi da intraprendere per adempiere all’impegno comunitario a ridurre unilateralmente le emissioni di gas serra in settori non rientranti nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (come i trasporti, l’edilizia, i servizi, i piccoli impianti industriali, l’agricoltura e i rifiuti);
(3) una proposta di direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, per contribuire a conseguire entrambi gli obiettivi di riduzione delle emissioni sopra indicati.
Del pacchetto fanno inoltre parte una proposta relativa alla disciplina giuridica della cattura e dello stoccaggio del carbonio, una comunicazione sulle attività di dimostrazione in materia di cattura e stoccaggio del carbonio e la nuova disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela ambientale.
Tutti i comunicati stampa e il testo delle proposte della Commissione sono disponibili sul sito: http://ec.europa.eu/commission_barroso/president/index_en.htm
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Legally binding targets for Member States in 2020
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ITALY
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Reduction target in sectors not covered by the EU ETS compared to 2005: -13.0%
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Share Renewables in the final energy demand by 2020: 17%
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Qui
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Promuovere la crescita e l’occupazione rispettando gli impegni in materia di cambiamenti climatici
La Commissione europea ha adottato oggi un importante pacchetto di proposte che darà attuazione agli impegni assunti dal Consiglio europeo in materia di lotta ai cambiamenti climatici e promozione delle energie rinnovabili. Le proposte dimostrano che gli obiettivi fissati l’anno scorso sono realizzabili sia dal punto di vista tecnologico che economico e offrono opportunità commerciali senza precedenti a migliaia di imprese europee. Le misure previste accresceranno significativamente il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili in tutti i paesi e imporranno ai governi obiettivi giuridicamente vincolanti. Grazie a una profonda riforma del sistema di scambio delle quote di emissione, che imporrà un tetto massimo alle emissioni a livello comunitario, tutti i principali responsabili delle emissioni di CO2 saranno incoraggiati a sviluppare tecnologie produttive pulite. Il pacchetto legislativo intende consentire all’Unione europea di ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra e porta al 20% la quota di rinnovabili nel consumo energetico entro il 2020, secondo quanto deciso dai capi di Stato e di governo europei nel marzo 2007. La riduzione delle emissioni sarà portata al 30% entro il 2020 quando sarà stato concluso un nuovo accordo internazionale sui cambiamenti climatici.
Contesto
Il 10 gennaio 2007 la Commissione ha adottato un pacchetto su energia e cambiamenti climatici, invitando il Consiglio e il Parlamento europeo ad approvare:
- un impegno unilaterale dell’UE a ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020, e l’obiettivo di ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 a condizione che venga concluso un accordo internazionale sui cambiamenti climatici;
- un obiettivo vincolante per l’UE del 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020, compreso un obiettivo del 10% per i biocarburanti.
La strategia è stata approvata dal Parlamento europeo e dai capi di Stato e di governo europei in occasione del Consiglio europeo del marzo 2007. Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a presentare proposte concrete, in particolare sulle modalità di ripartizione dello sforzo tra gli Stati membri per il conseguimento degli obiettivi.
Il pacchetto, che risponde a questo invito, comprende una serie di importanti proposte politiche strettamente collegate tra loro, e in particolare:
(1) una proposta di modifica della direttiva sul sistema comunitario di scambio delle quote di emissione;
(2) una proposta relativa alla ripartizione degli sforzi da intraprendere per adempiere all’impegno comunitario a ridurre unilateralmente le emissioni di gas serra in settori non rientranti nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (come i trasporti, l’edilizia, i servizi, i piccoli impianti industriali, l’agricoltura e i rifiuti);
(3) una proposta di direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, per contribuire a conseguire entrambi gli obiettivi di riduzione delle emissioni sopra indicati.
Del pacchetto fanno inoltre parte una proposta relativa alla disciplina giuridica della cattura e dello stoccaggio del carbonio, una comunicazione sulle attività di dimostrazione in materia di cattura e stoccaggio del carbonio e la nuova disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela ambientale.
Tutti i comunicati stampa e il testo delle proposte della Commissione sono disponibili sul sito: http://ec.europa.eu/commission_barroso/president/index_en.htm
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Legally binding targets for Member States in 2020
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ITALY
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Reduction target in sectors not covered by the EU ETS compared to 2005: -13.0%
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Share Renewables in the final energy demand by 2020: 17%
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Qui
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martedì 29 gennaio 2008
Benzina
Il picco del petrolio entra nella cultura pop
Sheryl Crow - "Gasoline" (Live, 2007) with lyrics
The Colosseum at Caesars Palace Las Vegas, Nevada (USA) November 15, 2007
In YouTube QUI
Gasoline
(Lyrics: Crow Music: Crow, Trott, Bottrell)
>Way back in the year of 2017
>The sun was growing hotter
>And oil was way beyond its peak
>When crazy Hector Johnson broke into a refinery
>And the black gold started flowing
>Just like Boston tea
>It was the summer of the riots
>And London sat in sweltering heat
>And the gangs of Mini Coopers
>Took the battle to the streets
>But when the creed was handed down
>For no more trucks and no more cars
>They threw cans of petrol through the windows at Scotland Yard
>Gasoline
>Will be free, will be free
>Gasoline
>Will be free, will be free
>When the Mounties stormed the palace of the Saudi family
>They held them up for ransom
>Without disturbing their high tea
>But their getaway was shaky
>They stalled in the Riyadh streets
>Cause you can't make it very far
>When your tank is on empty
>The final can of gasoline was loaded on a truck
>And driven through the streets of Agra to the palace aquaduct
>You see, all the majesty of worship that once adorned these fatal halls
>Was just a target to the angry
>As they blew up the Taj Mahal
>Gasoline
>Will be free, will be free
>Gasoline
>will be free, will be free
>Gary ran a market way down in Tennessee
>Where all the farmers got together and talked about this great country
>But when the government turned its back on farming
>Man, what I hear
>They dragged the pumps out of the ground
>With a big vintage John Deere
>I've got soldiers on my payroll
>Standing guard on my front drive
>Snipers on the roof poised at those
>Who don't want me alive
>Cause they audited my taxes
>My family under threat
>Cause I've got a message and a megaphone
>And I'll scream it to the death
>Gasoline
>Will be free, will be free
>Gasoline
>Will be free, will be free
>You got the farms in Argentina
>Making fuel from sugar cane
>You got the bastards in Washington
>Afraid of popping the greed vain
>Cause the money's in the pipeline
>And pipeline's running dry
>And we'll be the last to recognize
>Where there's shit there's always flies -----
Qui la traduzione
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Sheryl Crow - "Gasoline" (Live, 2007) with lyrics
The Colosseum at Caesars Palace Las Vegas, Nevada (USA) November 15, 2007
In YouTube QUI
Gasoline
(Lyrics: Crow Music: Crow, Trott, Bottrell)
>Way back in the year of 2017
>The sun was growing hotter
>And oil was way beyond its peak
>When crazy Hector Johnson broke into a refinery
>And the black gold started flowing
>Just like Boston tea
>It was the summer of the riots
>And London sat in sweltering heat
>And the gangs of Mini Coopers
>Took the battle to the streets
>But when the creed was handed down
>For no more trucks and no more cars
>They threw cans of petrol through the windows at Scotland Yard
>Gasoline
>Will be free, will be free
>Gasoline
>Will be free, will be free
>When the Mounties stormed the palace of the Saudi family
>They held them up for ransom
>Without disturbing their high tea
>But their getaway was shaky
>They stalled in the Riyadh streets
>Cause you can't make it very far
>When your tank is on empty
>The final can of gasoline was loaded on a truck
>And driven through the streets of Agra to the palace aquaduct
>You see, all the majesty of worship that once adorned these fatal halls
>Was just a target to the angry
>As they blew up the Taj Mahal
>Gasoline
>Will be free, will be free
>Gasoline
>will be free, will be free
>Gary ran a market way down in Tennessee
>Where all the farmers got together and talked about this great country
>But when the government turned its back on farming
>Man, what I hear
>They dragged the pumps out of the ground
>With a big vintage John Deere
>I've got soldiers on my payroll
>Standing guard on my front drive
>Snipers on the roof poised at those
>Who don't want me alive
>Cause they audited my taxes
>My family under threat
>Cause I've got a message and a megaphone
>And I'll scream it to the death
>Gasoline
>Will be free, will be free
>Gasoline
>Will be free, will be free
>You got the farms in Argentina
>Making fuel from sugar cane
>You got the bastards in Washington
>Afraid of popping the greed vain
>Cause the money's in the pipeline
>And pipeline's running dry
>And we'll be the last to recognize
>Where there's shit there's always flies -----
Qui la traduzione
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lunedì 28 gennaio 2008
Sorpesa, l'auto rottamata equivale a quella nuova
A Roma e Milano i comuni non fanno distinzione fra una diesel
Euro4 senza filtro antiparticolato e una diesel vecchia di dieci anni...
Partiamo da questo: chi ha un diesel nuovo con il filtro può circolare anche in caso di blocco a Milano e Roma, chi ha un diesel altrettanto nuovo ma senza il dispositivo anti-polveri lo deve lasciare in garage. Il tutto mentre sono in vigore incentivi statali per la rottamazione di auto Euro 1 ed Euro 2 con acquisto di Euro 4, siano esse dotato o meno di filtro. Succede così che un automobilista si trovi a rottamare la sua vecchia auto per acquistare una diesel Euro 4 che poi però viene bollata come troppo inquinante dall'amministrazione della sua città e costretta al fermo al pari dell'auto che ha sostituito.
In poche parole, un grande pasticcio. Che nasce proprio dalla sovrapposizione di parecchie informazioni inesatte e da una certa reticenza nell'affermare con chiarezza quel che chi si occupa di auto e di ambiente non può non sapere. Le macchine attuali, siano esse diesel, a benzina, o anche ibride, Gpl o a metano inquinano. Non tutte allo stesso modo, naturalmente. Le Euro 4 emettono meno delle Euro 3, le diesel col filtro liberano molte meno polveri sottili di quelle senza, ancora meglio si comportano le ibride (anche se dipende da "quanto" lo sono e da come vengono utilizzate) e quelle a gas. E molto presto le diesel con i nuovi sistemi in grado di abbattere sia il particolato che gli ossidi d'azoto, in fase di lancio negli Usa ma in arrivo anche in Europa, saranno meglio di quelle col solo filtro anti-polveri.
Tutte, però, sbuffano dal tubo di scappamento sostanze dannose per l'uomo e per l'ambiente. Quindi non ci sono alibi: se le si fa circolare, si accetta il fatto che possano emettere. Sennò si trova il coraggio di fermarle tutte, tranne soltanto le elettriche o le ancora non commerciali auto a idrogeno (che poi sono più o meno risolutive in base a come viene prodotta l'elettricità o l'idrogeno). Le misure antinquinamento che offrono deroghe alle Euro 4 o ad altri tipi di auto sono perciò senz'altro da considerarsi transitorie, se davvero si vuole arrivare alle emissioni zero e risolvere definitivamente il problema dell'inquinamento da emissioni veicolari.
Ed allora ecco che le Euro 4 oggi possono circolare, ma tutti danno per scontato che tra qualche tempo non lo potranno più fare. Perché circoleranno soltanto le Euro 5, poi le Euro 6 e così via. Questa però va detto. E va detto prima che le persone decidano di comprare o non comprare un determinato modello. Come va detto prima ed in modo affidabile per quanto tempo potranno circolare le auto con una determinata omologazione. Questo significherebbe dire tutta la verità: fissare regole chiare e scadenze chiare. Tali da rendere trasparente la scelta da parte dell'automobilista che spende i propri soldi, e stimolante la corsa alla messa a punto di auto dotate di tecnologie sempre più pulite, che in presenza di una prospettiva di mercato certa e ben collocata nel tempo sarebbero oggetto di un sicuro investimento da parte delle case.
di Fabio Orecchini su la Repubblica
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Euro4 senza filtro antiparticolato e una diesel vecchia di dieci anni...
Partiamo da questo: chi ha un diesel nuovo con il filtro può circolare anche in caso di blocco a Milano e Roma, chi ha un diesel altrettanto nuovo ma senza il dispositivo anti-polveri lo deve lasciare in garage. Il tutto mentre sono in vigore incentivi statali per la rottamazione di auto Euro 1 ed Euro 2 con acquisto di Euro 4, siano esse dotato o meno di filtro. Succede così che un automobilista si trovi a rottamare la sua vecchia auto per acquistare una diesel Euro 4 che poi però viene bollata come troppo inquinante dall'amministrazione della sua città e costretta al fermo al pari dell'auto che ha sostituito.
In poche parole, un grande pasticcio. Che nasce proprio dalla sovrapposizione di parecchie informazioni inesatte e da una certa reticenza nell'affermare con chiarezza quel che chi si occupa di auto e di ambiente non può non sapere. Le macchine attuali, siano esse diesel, a benzina, o anche ibride, Gpl o a metano inquinano. Non tutte allo stesso modo, naturalmente. Le Euro 4 emettono meno delle Euro 3, le diesel col filtro liberano molte meno polveri sottili di quelle senza, ancora meglio si comportano le ibride (anche se dipende da "quanto" lo sono e da come vengono utilizzate) e quelle a gas. E molto presto le diesel con i nuovi sistemi in grado di abbattere sia il particolato che gli ossidi d'azoto, in fase di lancio negli Usa ma in arrivo anche in Europa, saranno meglio di quelle col solo filtro anti-polveri.
Tutte, però, sbuffano dal tubo di scappamento sostanze dannose per l'uomo e per l'ambiente. Quindi non ci sono alibi: se le si fa circolare, si accetta il fatto che possano emettere. Sennò si trova il coraggio di fermarle tutte, tranne soltanto le elettriche o le ancora non commerciali auto a idrogeno (che poi sono più o meno risolutive in base a come viene prodotta l'elettricità o l'idrogeno). Le misure antinquinamento che offrono deroghe alle Euro 4 o ad altri tipi di auto sono perciò senz'altro da considerarsi transitorie, se davvero si vuole arrivare alle emissioni zero e risolvere definitivamente il problema dell'inquinamento da emissioni veicolari.
Ed allora ecco che le Euro 4 oggi possono circolare, ma tutti danno per scontato che tra qualche tempo non lo potranno più fare. Perché circoleranno soltanto le Euro 5, poi le Euro 6 e così via. Questa però va detto. E va detto prima che le persone decidano di comprare o non comprare un determinato modello. Come va detto prima ed in modo affidabile per quanto tempo potranno circolare le auto con una determinata omologazione. Questo significherebbe dire tutta la verità: fissare regole chiare e scadenze chiare. Tali da rendere trasparente la scelta da parte dell'automobilista che spende i propri soldi, e stimolante la corsa alla messa a punto di auto dotate di tecnologie sempre più pulite, che in presenza di una prospettiva di mercato certa e ben collocata nel tempo sarebbero oggetto di un sicuro investimento da parte delle case.
di Fabio Orecchini su la Repubblica
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domenica 27 gennaio 2008
Il più grande edificio al mondo
E' stata appena stata concessa a Foster + Partner l'autorizzazione preliminare per avviare la costruzione di una struttura a forma di vulcano a Mosca, che sarà ribattezzato "Crystal Island". Sarà alto 1500 piedi (457,2 metri) con una superficie di 26.909.776 piede quadrato (2.500.000 m2) in grado di ospitare 30.000 persone.
Foster + Partners creates the world’s largest inhabited building One of the world’s most ambitious building projects, Crystal Island has been granted preliminary planning permission in Moscow. Enclosed within a vast mega structure covering a total floor area of 2.5million square metres – the project’s scale is unprecedented. At 450m the scheme in one of the tallest structures on the planet, creating a spectacular new emblem on the Moscow skyline. Conceived as a self-contained city within a city, it contains a rich mix of buildings including museums, theatres and cinemas, to ensure that it is a major new destination for the whole of Moscow....
continua qui
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Foster + Partners creates the world’s largest inhabited building One of the world’s most ambitious building projects, Crystal Island has been granted preliminary planning permission in Moscow. Enclosed within a vast mega structure covering a total floor area of 2.5million square metres – the project’s scale is unprecedented. At 450m the scheme in one of the tallest structures on the planet, creating a spectacular new emblem on the Moscow skyline. Conceived as a self-contained city within a city, it contains a rich mix of buildings including museums, theatres and cinemas, to ensure that it is a major new destination for the whole of Moscow....
continua qui
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sabato 26 gennaio 2008
Israel's electric car will cut oil needs
Quando leggiamo che il problema che attanaglia l'Italia è la munnezza non riusciamo a capire di cosa parlano. Immondizia di che tipo? Munnezza nel cervello di chi? Quale futuro ha il nostro paese se ancora non riesce a capire quale deve essere l'obiettivo da raggiungere per una nazione, per i suoi figli e nipoti, che rimane bloccato per lotte di consorterie e di squallido insulso potere troppo legato all'immediano e alle banalità. Che c'entra con l'articolo sotto riportato ? Vedete voi.
On Jan. 21 the Israeli government announced its support of an ambitious plan to install the world's first electric car network in Israel by 2011. The initiative is aimed at addressing global dependence on foreign oil from undemocratic regimes and mitigating the health and environmental damages caused by emissions from gas-burning vehicles.
"Today is a new age with new dangers and the greatest danger is that of oil. It is the greatest polluter of our age and oil is the greatest financier of terror," said Israeli President Shimon Peres.
In a joint venture, Project Better Place, owned by Israeli-American entrepreneur Shai Agassi, will provide lithium-ion batteries and the infrastructure to refresh or replace them, while Renault and Nissan will build the cars. With the goal of making Israel a laboratory test for a new model of environmentally efficient transportation, Israel will offer tax incentives to purchasers.
The innovative model, developed by Agassi, would provide consumers with inexpensive cars, and they would pay a monthly fee for expected mileage, like minutes on a cell phone plan. Project Better Place will provide infrastructure including parking meter-like plugs on city streets or service stations along highways at which batteries can be replaced.
Peres, who was first exposed to Agassi's idea at a 2006 meeting of the Brookings Institution's Saban Forum, strongly promoted Israel's involvement.
"Oil is becoming the greatest problem of our time," he said. Not only polluting, but "it also supports terror and violence from Venezuela to Iran."
Idan Ofer, chairman of Tel Aviv-based industrials conglomerate Israel Corp., provided the initiative and half of its $200 million funding. Building on the idea of Israel as an experimental laboratory for environmental technology, Ofer has begun targeting China and India, two countries with burgeoning oil consumption and attendant environmental hazards.
Ofer said that if Agassi's plan works in Israel, "it will work even better in China. Their pollution is killing them and the rest of us, too." And in Mumbai, he said, "you can't even see the sky."
Israel's noted innovations in energy technology may also be utilized in generating "green" electricity for the project, specifically a plan involving the Negev desert, huge mirrors and solar energy in development by professor David Faiman of Ben-Gurion University in southern Israel.
Israel's efforts to contribute environmental technologies also recently culminated in the passage of the American-Israeli joint energy research bill, signed into law by U.S. President George W. Bush in December 2007.
Speaking when the bill first passed in the House of Representatives, Israeli Prime Minister Ehud Olmert emphasized that "both our countries share a desire for energy security and prevention of global warming."
Israel has been on the forefront of developing alternative energy technology and is a significant center for alternative energy research and development. More than 200 Israeli firms have so far developed environmental or energy-related technology.
Israeli companies have been working to provide alternative energy in the United States for decades. From 1984 to 1991, Israeli technology built nine solar plants in southern California. The plants are still operational today, eliminating the need for nearly 2 million barrels of oil each year and providing electricity to millions of Americans. Today, an American and Israeli company are working together in Nevada to build the largest solar power plant since 1992.
Europe has already begun working with Israel on alternative energy research. On June 9, 2007, German Environment Minister Sigmar Gabriel pledged nearly $2.2 million from his ministry to four separate German-Israeli alternative energy projects.
Israel's alternative energy expertise includes seven universities that produce a higher number of engineers and scientists per capita than any other nation. The country also has 67.5 square meters of solar collectors per 100 people, the highest per-capita rate of solar collectors in the world.
Additionally, Israel and the Unites States have a long tradition of working together to advance science. Those programs, which have led to many technological breakthroughs ranging from scientific theory to disease control and pesticide reduction, include:
• The U.S.- Israel Binational Science Foundation. The foundation has provided more than 3,000 grants to institutions in both America and Israel;
• The U.S.- Israel Binational Agricultural Research and Development Fund;
• The U.S.- Israel Binational Industrial Research and Development Foundation.
Published: January 24, 2008
metimes.com Qui
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On Jan. 21 the Israeli government announced its support of an ambitious plan to install the world's first electric car network in Israel by 2011. The initiative is aimed at addressing global dependence on foreign oil from undemocratic regimes and mitigating the health and environmental damages caused by emissions from gas-burning vehicles.
"Today is a new age with new dangers and the greatest danger is that of oil. It is the greatest polluter of our age and oil is the greatest financier of terror," said Israeli President Shimon Peres.
In a joint venture, Project Better Place, owned by Israeli-American entrepreneur Shai Agassi, will provide lithium-ion batteries and the infrastructure to refresh or replace them, while Renault and Nissan will build the cars. With the goal of making Israel a laboratory test for a new model of environmentally efficient transportation, Israel will offer tax incentives to purchasers.
The innovative model, developed by Agassi, would provide consumers with inexpensive cars, and they would pay a monthly fee for expected mileage, like minutes on a cell phone plan. Project Better Place will provide infrastructure including parking meter-like plugs on city streets or service stations along highways at which batteries can be replaced.
Peres, who was first exposed to Agassi's idea at a 2006 meeting of the Brookings Institution's Saban Forum, strongly promoted Israel's involvement.
"Oil is becoming the greatest problem of our time," he said. Not only polluting, but "it also supports terror and violence from Venezuela to Iran."
Idan Ofer, chairman of Tel Aviv-based industrials conglomerate Israel Corp., provided the initiative and half of its $200 million funding. Building on the idea of Israel as an experimental laboratory for environmental technology, Ofer has begun targeting China and India, two countries with burgeoning oil consumption and attendant environmental hazards.
Ofer said that if Agassi's plan works in Israel, "it will work even better in China. Their pollution is killing them and the rest of us, too." And in Mumbai, he said, "you can't even see the sky."
Israel's noted innovations in energy technology may also be utilized in generating "green" electricity for the project, specifically a plan involving the Negev desert, huge mirrors and solar energy in development by professor David Faiman of Ben-Gurion University in southern Israel.
Israel's efforts to contribute environmental technologies also recently culminated in the passage of the American-Israeli joint energy research bill, signed into law by U.S. President George W. Bush in December 2007.
Speaking when the bill first passed in the House of Representatives, Israeli Prime Minister Ehud Olmert emphasized that "both our countries share a desire for energy security and prevention of global warming."
Israel has been on the forefront of developing alternative energy technology and is a significant center for alternative energy research and development. More than 200 Israeli firms have so far developed environmental or energy-related technology.
Israeli companies have been working to provide alternative energy in the United States for decades. From 1984 to 1991, Israeli technology built nine solar plants in southern California. The plants are still operational today, eliminating the need for nearly 2 million barrels of oil each year and providing electricity to millions of Americans. Today, an American and Israeli company are working together in Nevada to build the largest solar power plant since 1992.
Europe has already begun working with Israel on alternative energy research. On June 9, 2007, German Environment Minister Sigmar Gabriel pledged nearly $2.2 million from his ministry to four separate German-Israeli alternative energy projects.
Israel's alternative energy expertise includes seven universities that produce a higher number of engineers and scientists per capita than any other nation. The country also has 67.5 square meters of solar collectors per 100 people, the highest per-capita rate of solar collectors in the world.
Additionally, Israel and the Unites States have a long tradition of working together to advance science. Those programs, which have led to many technological breakthroughs ranging from scientific theory to disease control and pesticide reduction, include:
• The U.S.- Israel Binational Science Foundation. The foundation has provided more than 3,000 grants to institutions in both America and Israel;
• The U.S.- Israel Binational Agricultural Research and Development Fund;
• The U.S.- Israel Binational Industrial Research and Development Foundation.
Published: January 24, 2008
metimes.com Qui
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venerdì 25 gennaio 2008
Il cinquino elettrico nei media
Trasformare una vecchia 500 in auto elettrica? Ecco come
Sul sito della Eurozev tutto quello che c'è da sapere su come montare propulsori elettrici e batterie su auto d'epoca di ogni tipo
Trasformare una vecchio cinquino in una efficientissima auto elettrica a zero emissioni? Niente di più facile. E basta fare qualche click nel sito www. eurozev. org, per avere anche un paio di consigli su come aggirare gli ostacoli che si frappongono alla sua omologazione e messa su strada.
Eurozev è infatti un'associazione senza scopo di lucro nata per promuovere la conversione dei veicoli con motori endotermici in veicoli elettrici, in modo particolare veicoli euro zero. Dopo tante battaglie - fra cui quella di sei mesi fa quando espose davanti a Montecitorio mentre si discuteva l'emendamento per la "liberalizzazione della conversione alla trazione elettrica dei veicoli circolanti", una vecchia Cinquecento blu trasformata in un auto elettrica, - ha deciso di pubblicare sulle proprie pagine web una sorta di vademecum alla realizzazione dell'opera.
Tanto per cominciare si può realizzare il proprio cinquino elettrico e farselo omologare alla sede Italiana del TUV (Ente di certificazione tedesco) per poi immatricolarlo con targa tedesca ed infine ri-importarlo in Italia, il tutto ad un costo di alcune migliaia di euro, si legge nel sito. "Oppure, come ho deciso di fare io - scrive l'ideatore di Eurozev Pietro Cambi - creare una associazione ad hoc, di realizzazione, collaudo e sperimentazione nel settore dei veicoli elettrici, farsi rilasciare una targa prova, assicurarla (costosamente) e circolare in via provvisoria, facendo tutte le possibili pressioni perché il nostro legislatore si dia da fare".
L'unica prescrizione è quella di avere una certa capacità/conoscenza nel settore "elettrotecnico". La principale complicazione, che è l'adattamento del motore elettrico al vecchio cambio è facilmente affrontabile da una delle tante ditte che fanno adattamenti meccanici, flange riduttori etc. Il cambio del cinquino, infatti è elementare e leggerissimo ed assorbe una quantità ridicola di energia, lasciandolo si possono utilizzare motori elettrici con meno coppia e maggiore efficienza.
Sui costi dell'operazione, la risposta è dipende. "Se siete dei fissati del recupero/riciclo, dei fissati del bricolage elettrico, avete tempo e pazienza a volontà e infine riuscite, in qualche modo, a farvi immatricolare il trabiccolo, potrebbe costare un paio di migliaia di euro (meno se siete cosi bravi da farvi un controller da soli, riuscite a cannibalizzare il motore di un ascensore dimesso, trovate quà e la i componenti elettronici e riuscite ad assemblarli senza finire arrostiti/fulminati etc. etc). "
Più probabilmente, si va da circa 5000 euro per un buon retrofit fatto nel garage assemblando pezzi e componenti elettrici con un nome ed un cognome a circa 12.000 euro con componenti di buona qualità e di marche note e batterie "esotiche", al litio-polimeri (come il cinquino), litio ioni, Zebra, Nichel Idruri etc.).
Se poi non si fa da se a questi costi vanno aggiunti quelli dell'assemblatore, che, mediamente, impiegherà una settimana di lavoro. E' bene chiarire che questi sono i costi per un prototipo, costi che calano rapidamente se si realizzano numerose conversioni l'una uguale all'altra, questo essendo appunto lo scopo statutario della neonata EuroZev.
E' anche importante chiarire come, a parte le batterie, il resto delle componenti della conversione sono un acquisto una tantum: un motore elettrico ad induzione ha un rating di circa 100.000 ore di durata, che in città si possono tradurre in circa 3.000.000 di Km. La revisione del motore consiste, in pratica, nello smontaggio e nella sostituzione dei cuscinetti, qualche ora di lavoro. E poi via per altri 3.000.000 di km. Insomma la conversione elettrica di un veicolo endotermico richiede anche la conversione (per meglio dire l'abbandono) delle idee e dei concetti che ci sono familiari quando pensiamo alle auto tradizionali.
Niente più tagliandi, filtri dell'olio, candele, iniettori, radiatori, marmitte catalitiche. Il costo iniziale della prima conversione verrà ammortizzato, rapidamente, dal risparmio nella circolazione ( i veicoli elettrici sono efficienti circa tre volte in più di un veicolo con motore endotermico e circa sei volte di più in città), nel bollo (esenzione quinquennale) nell'assicurazione (50%) nella manutenzione e riparazione (circa 600 euro/anno) etc. etc.
Le conversioni successive potranno essere fatte, semplicemente, trasferendo la componentistica elettrica su un'altra autovettura, con costi frazionali rispetto alla prima.
Qui
(foto di Fabrizio Argonauta)
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Sul sito della Eurozev tutto quello che c'è da sapere su come montare propulsori elettrici e batterie su auto d'epoca di ogni tipo
Trasformare una vecchio cinquino in una efficientissima auto elettrica a zero emissioni? Niente di più facile. E basta fare qualche click nel sito www. eurozev. org, per avere anche un paio di consigli su come aggirare gli ostacoli che si frappongono alla sua omologazione e messa su strada.
Eurozev è infatti un'associazione senza scopo di lucro nata per promuovere la conversione dei veicoli con motori endotermici in veicoli elettrici, in modo particolare veicoli euro zero. Dopo tante battaglie - fra cui quella di sei mesi fa quando espose davanti a Montecitorio mentre si discuteva l'emendamento per la "liberalizzazione della conversione alla trazione elettrica dei veicoli circolanti", una vecchia Cinquecento blu trasformata in un auto elettrica, - ha deciso di pubblicare sulle proprie pagine web una sorta di vademecum alla realizzazione dell'opera.
Tanto per cominciare si può realizzare il proprio cinquino elettrico e farselo omologare alla sede Italiana del TUV (Ente di certificazione tedesco) per poi immatricolarlo con targa tedesca ed infine ri-importarlo in Italia, il tutto ad un costo di alcune migliaia di euro, si legge nel sito. "Oppure, come ho deciso di fare io - scrive l'ideatore di Eurozev Pietro Cambi - creare una associazione ad hoc, di realizzazione, collaudo e sperimentazione nel settore dei veicoli elettrici, farsi rilasciare una targa prova, assicurarla (costosamente) e circolare in via provvisoria, facendo tutte le possibili pressioni perché il nostro legislatore si dia da fare".
L'unica prescrizione è quella di avere una certa capacità/conoscenza nel settore "elettrotecnico". La principale complicazione, che è l'adattamento del motore elettrico al vecchio cambio è facilmente affrontabile da una delle tante ditte che fanno adattamenti meccanici, flange riduttori etc. Il cambio del cinquino, infatti è elementare e leggerissimo ed assorbe una quantità ridicola di energia, lasciandolo si possono utilizzare motori elettrici con meno coppia e maggiore efficienza.
Sui costi dell'operazione, la risposta è dipende. "Se siete dei fissati del recupero/riciclo, dei fissati del bricolage elettrico, avete tempo e pazienza a volontà e infine riuscite, in qualche modo, a farvi immatricolare il trabiccolo, potrebbe costare un paio di migliaia di euro (meno se siete cosi bravi da farvi un controller da soli, riuscite a cannibalizzare il motore di un ascensore dimesso, trovate quà e la i componenti elettronici e riuscite ad assemblarli senza finire arrostiti/fulminati etc. etc). "
Più probabilmente, si va da circa 5000 euro per un buon retrofit fatto nel garage assemblando pezzi e componenti elettrici con un nome ed un cognome a circa 12.000 euro con componenti di buona qualità e di marche note e batterie "esotiche", al litio-polimeri (come il cinquino), litio ioni, Zebra, Nichel Idruri etc.).
Se poi non si fa da se a questi costi vanno aggiunti quelli dell'assemblatore, che, mediamente, impiegherà una settimana di lavoro. E' bene chiarire che questi sono i costi per un prototipo, costi che calano rapidamente se si realizzano numerose conversioni l'una uguale all'altra, questo essendo appunto lo scopo statutario della neonata EuroZev.
E' anche importante chiarire come, a parte le batterie, il resto delle componenti della conversione sono un acquisto una tantum: un motore elettrico ad induzione ha un rating di circa 100.000 ore di durata, che in città si possono tradurre in circa 3.000.000 di Km. La revisione del motore consiste, in pratica, nello smontaggio e nella sostituzione dei cuscinetti, qualche ora di lavoro. E poi via per altri 3.000.000 di km. Insomma la conversione elettrica di un veicolo endotermico richiede anche la conversione (per meglio dire l'abbandono) delle idee e dei concetti che ci sono familiari quando pensiamo alle auto tradizionali.
Niente più tagliandi, filtri dell'olio, candele, iniettori, radiatori, marmitte catalitiche. Il costo iniziale della prima conversione verrà ammortizzato, rapidamente, dal risparmio nella circolazione ( i veicoli elettrici sono efficienti circa tre volte in più di un veicolo con motore endotermico e circa sei volte di più in città), nel bollo (esenzione quinquennale) nell'assicurazione (50%) nella manutenzione e riparazione (circa 600 euro/anno) etc. etc.
Le conversioni successive potranno essere fatte, semplicemente, trasferendo la componentistica elettrica su un'altra autovettura, con costi frazionali rispetto alla prima.
Qui
(foto di Fabrizio Argonauta)
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giovedì 24 gennaio 2008
Orgoglio italico al Salone di Detroit
Da leggere questo stralcio di un articolo on line e alla fine un commento amaro.
Auto ibride: Ferrari, Maserati e molte altre marche famosa al Salone di Detroit 2008. ........ Per le aziende hi-tech il mondo dell'auto, in via di grosse trasformazioni, è molto interessante. Dal biocarburante alla soluzione elettrica, tante sono le possibilità. La startup Project Better Place, per esempio, sta investendo 200 milioni di dollari per un'auto elettrica, in collaborazione con la francese Renault. Il progetto include anche la realizzazione di una rete di stazioni di rifornimento, dove ogni automobilista potrà ricaricare o cambiare le proprie batterie. Ma da citare a parte c'è la Ferrari, che sfoggerà due modelli con interni in cuoio e nuovo motore al bioetanolo. Poi c'è la Maserati che sembra puntare tutto sul lusso e la raffinatezza ma che nella sua 'Collezione Cento' dà libero sfogo alla voglia di hi-tech: i sedili posteriori sono dotati di una postazione multimediale, gestita interamente dal sistema Maserati Multimedia Entertainment. Ci sarà una presa Aux-in, la dock-station per l'iPod e la presa Usb per qualsiasi evenienza. Come se non bastasse, tastiera pieghevole e monitor touch screen allieteranno gli ospiti.
Qui
beh , gli manca solo la parola.
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Auto ibride: Ferrari, Maserati e molte altre marche famosa al Salone di Detroit 2008. ........ Per le aziende hi-tech il mondo dell'auto, in via di grosse trasformazioni, è molto interessante. Dal biocarburante alla soluzione elettrica, tante sono le possibilità. La startup Project Better Place, per esempio, sta investendo 200 milioni di dollari per un'auto elettrica, in collaborazione con la francese Renault. Il progetto include anche la realizzazione di una rete di stazioni di rifornimento, dove ogni automobilista potrà ricaricare o cambiare le proprie batterie. Ma da citare a parte c'è la Ferrari, che sfoggerà due modelli con interni in cuoio e nuovo motore al bioetanolo. Poi c'è la Maserati che sembra puntare tutto sul lusso e la raffinatezza ma che nella sua 'Collezione Cento' dà libero sfogo alla voglia di hi-tech: i sedili posteriori sono dotati di una postazione multimediale, gestita interamente dal sistema Maserati Multimedia Entertainment. Ci sarà una presa Aux-in, la dock-station per l'iPod e la presa Usb per qualsiasi evenienza. Come se non bastasse, tastiera pieghevole e monitor touch screen allieteranno gli ospiti.
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beh , gli manca solo la parola.
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mercoledì 23 gennaio 2008
Le polveri sottili sono alle stelle. Auto ferme anche domani a Reggio Emilia
Da gennaio ci sono stati già 17 sforamenti nelle emissioni di polveri sottili, su un totale di 23 giorni. Per legge gli sforamenti tollerati in un anno sono 35. In nemmeno un mese siamo arrivati già alla metà. E' possibile ricevere conferma del blocco della circolazione - Auto ferme domani a Reggio per combattere le pm10. Il blocco della circolazione, concordato a livello regionale, viene confermato in seguito agli sforamenti delle emissioni registrati nelle scorse giornate e alle previsioni di Arpa per i prossimi giorni. Il sito della Regione 'liberiamolaria.it' riporta infatti che dal 1 gennaio si sono verificati sei superamenti del limite in viale Risorgimento e undici in viale Timavo. Il tetto massimo di sforamenti consentiti è di 35 giorni. Giovedì non possono dunque circolare tutti i veicoli a motore (anche se provvisti di bollino blu) nel centro abitato dalle ore 8.30 alle 18.30.
Qui
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Marocco, Israele e auto elettriche
Quando leggiamo queste notizie viene voglia di tornare bambini: cucuuuu. C'è nessuno? In Italia nessuno risponde. Per fortuna ci sono piccole aziende che proseguono un lavoro oscuro ma tecnologicamente avanzato.
Renault e Nissan ha dato seguito al memorandum d'intesa dello scorso 1° settembre firmando ufficialmente con il governo marocchino l'accordo per la costruzione di un impianto produttivo nei pressi di Tangeri. I lavori inizieranno il prossimo mese e lo stabilimento si estenderà su una superficie di 300 ettari. Dalla fabbrica usciranno a pieno regime circa 400 mila veicoli commerciali leggeri all'anno (200 mila dal 2010) garantendo all'alleanza franconipponica uno sbocco importante nel Mediterraneo. Nell'operazione saranno investiti 600 milioni di euro; prevista la creazione di 6000 nuovi posti di lavoro diretti e di circa 30 mila nell'indotto. Oltre che in Marocco, Renault e Nissan stanno allacciando partership anche in Israele. È di questi giorni la firma di un accordo con la locale Project Better Place per lo sviluppo di auto elettriche dal 2011. Il governo israeliano ha promesso incentivi per la costruzione di vetture di questo tipo.
Quattroruote qui
(Immagine: Mario Sironi, Paesaggio Urbano)
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Renault e Nissan ha dato seguito al memorandum d'intesa dello scorso 1° settembre firmando ufficialmente con il governo marocchino l'accordo per la costruzione di un impianto produttivo nei pressi di Tangeri. I lavori inizieranno il prossimo mese e lo stabilimento si estenderà su una superficie di 300 ettari. Dalla fabbrica usciranno a pieno regime circa 400 mila veicoli commerciali leggeri all'anno (200 mila dal 2010) garantendo all'alleanza franconipponica uno sbocco importante nel Mediterraneo. Nell'operazione saranno investiti 600 milioni di euro; prevista la creazione di 6000 nuovi posti di lavoro diretti e di circa 30 mila nell'indotto. Oltre che in Marocco, Renault e Nissan stanno allacciando partership anche in Israele. È di questi giorni la firma di un accordo con la locale Project Better Place per lo sviluppo di auto elettriche dal 2011. Il governo israeliano ha promesso incentivi per la costruzione di vetture di questo tipo.
Quattroruote qui
(Immagine: Mario Sironi, Paesaggio Urbano)
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martedì 22 gennaio 2008
Energia solare, come sostituire il petrolio in tre mosse
La possibilità di abbandonare il petrolio e ottenere buona parte dell’energia elettrica dal Sole c’è, quello che manca è la volontà politica a livello mondiale. Lo sostiene la rivista americana Scientific American, che ha elaborato un “grande piano solare” con cui sarebbe teoricamente possibile produrre il 69% dell’energia elettrica di un grande Paese come gli Usa soltanto utilizzando il Sole e a costi competitivi con quelli attuali.
L’energia che arriva dal Sole in 40 minuti, scrive la rivista, sarebbe sufficiente a coprire il consumo globale per un anno. Convertendo solo il 2,5% di quella che colpisce gli stati del Southwest americano si coprirebbero i consumi statunitensi del 2006.
Attualmente però dal solare gli Stati Uniti ricavano solo il 6% dell’energia. Il piano proposto da Scientific American prevede di ottenere almeno 3mila Gigawatts di energia da impianti fotovoltaici, da stoccare con la tecnica dell’aria compressa e da distribuire con un metodo totalmente nuovo di trasmissione.
L’obiettivo del 69%, che potrebbe essere addirittura maggiore se al fotovoltaico si accoppiassero le altre fonti rinnovabili, sarebbe raggiunto nel 2050 al prezzo di 400 miliardi di dollari, appena il doppio di quanto prevedeva di spendere la Casa Bianca per la guerra in Iraq.
«Queste cifre sono scientificamente valide, ma rimarranno un buon auspicio se non ci sarà la volontà politica - spiega Carlo Manna, responsabile del centro studi dell’Enea - gli Usa sono stati i primi a investire nel solare già negli anni ‘80, ma poi la politica non ha più sostenuto questa strada e adesso gli americani sono indietro anche rispetto alla Cina, oltre che a Spagna e Germania che sono ai massimi livelli. Il potenziale c’è ed è notevolissimo, ma senza investimenti questi rimangono scenari irrealizzabili, anche se la tecnologia adatta già c’è».
Il piano proposto per gli Usa permetterebbe di chiudere 600 centrali elettriche tradizionali, e di abbattere le emissioni del 62%. Un problema - quello delle vetuste centrali elettriche alimentate a carbone - che attanaglia anche il Canada, l’Ontario in particolare. «Bisogna sottolineare - dice l’esperto - che negli Usa si fanno già i conti di quanti posti di lavoro e quanta ricchezza possono derivare incentivando le energie rinnovabili»
Il “grande piano solare” proposto da Scientific American, che permetterebbe di ottenere fino al 69% dell’energia elettrica dal Sole entro il 2050, si basa su tecnologie già presenti sui mercati. Ecco come raggiungere l’obiettivo in tre mosse.
Fattori solari. Secondo le proiezioni degli esperti le celle a tellururo di cadmio, quelle meno costose fino a questo momento, raggiungeranno entro pochi anni un costo competitivo con il petrolio.
Il piano ne prevede circa 80mila metri quadrati (sedici campi da calcio) capaci di produrre 1500 Gigawatt di energia. I restanti 1500 sarebbero prodotti con il metodo del solare a concentrazione. La zona più adatta individuata negli States è l’Arizona, che come la Sicilia è poco abitata e ricca di Sole.
Caverne pressurizzate. Il problema principale per l’energia solare è come immagazzinarla per produrre elettricità quando non c’è il Sole. La soluzione proposta è utilizzarla per comprimere l’aria all’interno di cavità naturali o artificiali. L’aria compressa può venire poi impiegata per far girare le turbine di una centrale.
Questo sistema è già in uso in Germania e negli Stati Uniti, e costa la metà di una batteria tradizionale.
Un altro metodo utilizzabile impiega alcuni sali fusi, che trattengono molto bene il calore.
Corrente diretta. L’energia solare non sempre può essere prodotta vicino alle zone di utilizzo. Questo rende necessario studiare nuovi metodi di trasmissione: quello più adatto prevede la costruzione di linee ad alto voltaggio e a corrente continua, molto più efficienti di quelle tradizionali a corrente alternata, e già utilizzate ad esempio in alcune centrali eoliche.
dal Corriere canadase
Articolo dallo Scietific American - Sunny Outlook: Can Sunshine Provide All U.S. Electricity?
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L’energia che arriva dal Sole in 40 minuti, scrive la rivista, sarebbe sufficiente a coprire il consumo globale per un anno. Convertendo solo il 2,5% di quella che colpisce gli stati del Southwest americano si coprirebbero i consumi statunitensi del 2006.
Attualmente però dal solare gli Stati Uniti ricavano solo il 6% dell’energia. Il piano proposto da Scientific American prevede di ottenere almeno 3mila Gigawatts di energia da impianti fotovoltaici, da stoccare con la tecnica dell’aria compressa e da distribuire con un metodo totalmente nuovo di trasmissione.
L’obiettivo del 69%, che potrebbe essere addirittura maggiore se al fotovoltaico si accoppiassero le altre fonti rinnovabili, sarebbe raggiunto nel 2050 al prezzo di 400 miliardi di dollari, appena il doppio di quanto prevedeva di spendere la Casa Bianca per la guerra in Iraq.
«Queste cifre sono scientificamente valide, ma rimarranno un buon auspicio se non ci sarà la volontà politica - spiega Carlo Manna, responsabile del centro studi dell’Enea - gli Usa sono stati i primi a investire nel solare già negli anni ‘80, ma poi la politica non ha più sostenuto questa strada e adesso gli americani sono indietro anche rispetto alla Cina, oltre che a Spagna e Germania che sono ai massimi livelli. Il potenziale c’è ed è notevolissimo, ma senza investimenti questi rimangono scenari irrealizzabili, anche se la tecnologia adatta già c’è».
Il piano proposto per gli Usa permetterebbe di chiudere 600 centrali elettriche tradizionali, e di abbattere le emissioni del 62%. Un problema - quello delle vetuste centrali elettriche alimentate a carbone - che attanaglia anche il Canada, l’Ontario in particolare. «Bisogna sottolineare - dice l’esperto - che negli Usa si fanno già i conti di quanti posti di lavoro e quanta ricchezza possono derivare incentivando le energie rinnovabili»
Il “grande piano solare” proposto da Scientific American, che permetterebbe di ottenere fino al 69% dell’energia elettrica dal Sole entro il 2050, si basa su tecnologie già presenti sui mercati. Ecco come raggiungere l’obiettivo in tre mosse.
Fattori solari. Secondo le proiezioni degli esperti le celle a tellururo di cadmio, quelle meno costose fino a questo momento, raggiungeranno entro pochi anni un costo competitivo con il petrolio.
Il piano ne prevede circa 80mila metri quadrati (sedici campi da calcio) capaci di produrre 1500 Gigawatt di energia. I restanti 1500 sarebbero prodotti con il metodo del solare a concentrazione. La zona più adatta individuata negli States è l’Arizona, che come la Sicilia è poco abitata e ricca di Sole.
Caverne pressurizzate. Il problema principale per l’energia solare è come immagazzinarla per produrre elettricità quando non c’è il Sole. La soluzione proposta è utilizzarla per comprimere l’aria all’interno di cavità naturali o artificiali. L’aria compressa può venire poi impiegata per far girare le turbine di una centrale.
Questo sistema è già in uso in Germania e negli Stati Uniti, e costa la metà di una batteria tradizionale.
Un altro metodo utilizzabile impiega alcuni sali fusi, che trattengono molto bene il calore.
Corrente diretta. L’energia solare non sempre può essere prodotta vicino alle zone di utilizzo. Questo rende necessario studiare nuovi metodi di trasmissione: quello più adatto prevede la costruzione di linee ad alto voltaggio e a corrente continua, molto più efficienti di quelle tradizionali a corrente alternata, e già utilizzate ad esempio in alcune centrali eoliche.
dal Corriere canadase
Articolo dallo Scietific American - Sunny Outlook: Can Sunshine Provide All U.S. Electricity?
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lunedì 21 gennaio 2008
UCLA: Le nanoparticelle della combustione provocano attacchi cardiaci e ictus
Un ulteriore studio che avvalora quella che una volta era una tesi e che adesso possiamo considerare una realtà provata. Le nanoparticelle:
- sono prodotte da tutti i processi di combustione (motori e inceneritori),
- in numero maggiore rispetto alle PM10,
- a differenza delle PM10 non sono controllate perché non abbiamo gli strumenti adatti per farlo,
- sono di gran lunga più dannose per la salute umana (ictus e attacchi cardiaci),
- l'organismo non ha difese non potendo bloccarle la' dove avviene lo scambio polmoni / sangue,
- 5 sole settimane di esposizione possono essere sufficienti per provocare danni.
Una ricerca mostra come le particelle ultrafini e inquinamento atmosferico può causare malattie cardiache
I pazienti esposti a malattie del cuore può un giorno essere raccontata da medici al fine di evitare non solo cibi grassi e il fumo, ma anche l'inquinamento atmosferico.
Un nuovo studio condotto da ricercatori UCLA ha rivelato che le particelle più piccole emisse dei veicoli possono essere le più dannose componenti di inquinamento atmosferico a provocare l'accumulo in placche nelle arterie e portare ad un attacco cardiaco e ictus. I risultati appaiono nell'edizione online della rivista Circulation Research.del 17 gennaio 2008.
Gli scienziati hanno individuato il modo in cui le particelle inquinanti possono promuovere l'indurimento delle arterie - inattivando la protezione delle lipoproteine ad alta densità (HDL), note come colesterolo "buono".
Un team di multicampus UCLA, la University of Southern California, la University of California, Irvine, Michigan State University hanno contribuito alla ricerca, che è stata condotta dal Dr Andre Nel, centro UCLA della nanomedicina. Lo studio è stato principalmente finanziato dal National Institute of Environmental Health Sciences e della US Environmental Protection Agency (EPA).
"Sembra che le più piccole delle particelle inquinanti atmosferiche, che sono le più abbondanti nell' ambiente urbano, siano le più tossiche", ha detto il primo autore Dr Gesù Araujo, assistente professore di medicina e direttore della cardiologia ambientale presso la David Geffen School of Medicine Della UCLA. "Questo è il primo studio che dimostra la capacità delle particelle inquinanti atmosferici nano-sized di promuovere l'aterosclerosi in un modello animale".
Nanoparticelle sono quelle di dimensioni di un virus o di un molecola - inferiore a 0,18 micron, ovvero circa un millesimo della dimensione di un capello umano. L'EPA attualmente controlla il particolato sottile, che è prossimo alle dimensioni, di 2,5 micrometri, ma non controlla quello nella gamma del nanoparicolato o ultrafine. Queste particelle sono troppo piccole per essere catturate in un filtro, per cui deve essere sviluppata una nuova tecnologia per monitorare il loro contributo agli effetti negativi per la salute. L'inquinamento da particelle emesse dai veicoli e da altre fonti di combustione contengono un'alta concentrazione di sostanze chimiche organiche, che potrebbe arrivare in profondità nei polmoni ed anche estendersi nella circolazione sistemica sanguigna. Le particelle interagiscono con le arterie e le lipoproteine a bassa densità (LDL) per attivare i geni che causano l'infiammazione dei vasi sanguigni, che possono portare a malattie cardiache. Campioni di aria inquinata rivelato che le particelle ultrafini hanno una maggiore concentrazione e una superficie più grande in cui queste sostanze chimiche prosperare, rispetto a particelle più grandi PM10. Gli scienziati inoltre identificato un meccanismo chiave dietro come questi inquinanti atmosferici sono in grado di influenzare il processo aterosclerotico.
Qui
Study shows how ultrafine particles in air pollution may cause heart disease
By Rachel Champeau
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- sono prodotte da tutti i processi di combustione (motori e inceneritori),
- in numero maggiore rispetto alle PM10,
- a differenza delle PM10 non sono controllate perché non abbiamo gli strumenti adatti per farlo,
- sono di gran lunga più dannose per la salute umana (ictus e attacchi cardiaci),
- l'organismo non ha difese non potendo bloccarle la' dove avviene lo scambio polmoni / sangue,
- 5 sole settimane di esposizione possono essere sufficienti per provocare danni.
Una ricerca mostra come le particelle ultrafini e inquinamento atmosferico può causare malattie cardiache
I pazienti esposti a malattie del cuore può un giorno essere raccontata da medici al fine di evitare non solo cibi grassi e il fumo, ma anche l'inquinamento atmosferico.
Un nuovo studio condotto da ricercatori UCLA ha rivelato che le particelle più piccole emisse dei veicoli possono essere le più dannose componenti di inquinamento atmosferico a provocare l'accumulo in placche nelle arterie e portare ad un attacco cardiaco e ictus. I risultati appaiono nell'edizione online della rivista Circulation Research.del 17 gennaio 2008.
Gli scienziati hanno individuato il modo in cui le particelle inquinanti possono promuovere l'indurimento delle arterie - inattivando la protezione delle lipoproteine ad alta densità (HDL), note come colesterolo "buono".
Un team di multicampus UCLA, la University of Southern California, la University of California, Irvine, Michigan State University hanno contribuito alla ricerca, che è stata condotta dal Dr Andre Nel, centro UCLA della nanomedicina. Lo studio è stato principalmente finanziato dal National Institute of Environmental Health Sciences e della US Environmental Protection Agency (EPA).
"Sembra che le più piccole delle particelle inquinanti atmosferiche, che sono le più abbondanti nell' ambiente urbano, siano le più tossiche", ha detto il primo autore Dr Gesù Araujo, assistente professore di medicina e direttore della cardiologia ambientale presso la David Geffen School of Medicine Della UCLA. "Questo è il primo studio che dimostra la capacità delle particelle inquinanti atmosferici nano-sized di promuovere l'aterosclerosi in un modello animale".
Nanoparticelle sono quelle di dimensioni di un virus o di un molecola - inferiore a 0,18 micron, ovvero circa un millesimo della dimensione di un capello umano. L'EPA attualmente controlla il particolato sottile, che è prossimo alle dimensioni, di 2,5 micrometri, ma non controlla quello nella gamma del nanoparicolato o ultrafine. Queste particelle sono troppo piccole per essere catturate in un filtro, per cui deve essere sviluppata una nuova tecnologia per monitorare il loro contributo agli effetti negativi per la salute. L'inquinamento da particelle emesse dai veicoli e da altre fonti di combustione contengono un'alta concentrazione di sostanze chimiche organiche, che potrebbe arrivare in profondità nei polmoni ed anche estendersi nella circolazione sistemica sanguigna. Le particelle interagiscono con le arterie e le lipoproteine a bassa densità (LDL) per attivare i geni che causano l'infiammazione dei vasi sanguigni, che possono portare a malattie cardiache. Campioni di aria inquinata rivelato che le particelle ultrafini hanno una maggiore concentrazione e una superficie più grande in cui queste sostanze chimiche prosperare, rispetto a particelle più grandi PM10. Gli scienziati inoltre identificato un meccanismo chiave dietro come questi inquinanti atmosferici sono in grado di influenzare il processo aterosclerotico.
Qui
Study shows how ultrafine particles in air pollution may cause heart disease
By Rachel Champeau
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domenica 20 gennaio 2008
Cancro infantile e impianti nucleari
Si, lo so. E' una battaglia persa quando si guarda un argomento dal punto di vista sanitario. Non interessa a nessuno. Se si dice che il nucleare genera il cancro, qualcuno esce dicendo che anche il traffico lo genera e poi si aggiunge un altro che afferma che gli inceneritori generano il cancro e da qui comincia una diatriba tra quale di queste fonti sia la più pericolosa. Di solito la conclusione finale è che per mantenere il nostro tenore di vita dobbiamo 'accettare ' il rischio del cancro che poi, oltretutto, viene affermato da qualcuno di loro, 'non è provato' . Ho trovato alcuni comunicati stampa del 10 Dicembre 2007 di un report tedesco, fonte Bundesamtes für Strahlenschutz (BfS) ovvero Federal Office for Radiation Protection , che i bambini da 0 a cinque anni che vivono in un raggio di 5 km da un impianto nucleare hanno probabilità di ammalarsi di cancro superiore rispetto alla media nazionale. Le cifre sono impressionanti. Più 120% di casi di leucemia e più 60% di cancro diverso dalla leucemia. I comunicati stampa erano in in lingua francese, tedesca e inglese ma non ho letto nessuna notizia in lingua italiana. Nessun giornale, nessun giornalista italiano ha scritto niente di niente. Significativo e orribile.
Leucemia da Wikipedia
Si intende per leucemia una proliferazione neoplastica e, quindi, clonale di cellule emopoietiche. Essa risulta dalla mutazione di una singola cellula staminale emopoietica, la cui progenie costituisce il clone leucemico. Pertanto, il soggetto affetto da tale malattia svilupperà, in un periodo di tempo più o meno variabile, anemia (per insufficiente produzione di globuli rossi), infezioni gravi (per ridotta produzione di linfociti), emorragie (per ridotta produzione di piastrine). Nel midollo esistono due grandi categorie (serie) di cellule:
- linfoide (un tipo di globuli bianchi, linfociti e le plasmacellule che da essi derivano);
- mieloide (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e loro precursori).
La leucemia solitamente trae origine da una di queste due serie: nel bambino è più frequentemente linfoide, mentre nell'adulto è solitamente mieloide. La leucemia può essere acuta o cronica, configurando due quadri di malattia molto diverse riguardo alla prognosi. La leucemia acuta non trattata ha una prognosi rapidamente infausta, ma risultati soddisfacenti sono stati raggiunti con la chemioterapia e l'eventuale trapianto di midollo osseo, tanto da raggiungere una guarigione in alcuni casi (leucemia linfatica acuta common del bambino) anche nell'80% dei pazienti. La leucemia cronica rappresenta invece quadri molto eterogenei, tanto che è possibile che non influenzi nemmeno l'aspettativa di vita (leucemia linfatica cronica in stadio precoce).
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Leucemia da Wikipedia
Si intende per leucemia una proliferazione neoplastica e, quindi, clonale di cellule emopoietiche. Essa risulta dalla mutazione di una singola cellula staminale emopoietica, la cui progenie costituisce il clone leucemico. Pertanto, il soggetto affetto da tale malattia svilupperà, in un periodo di tempo più o meno variabile, anemia (per insufficiente produzione di globuli rossi), infezioni gravi (per ridotta produzione di linfociti), emorragie (per ridotta produzione di piastrine). Nel midollo esistono due grandi categorie (serie) di cellule:
- linfoide (un tipo di globuli bianchi, linfociti e le plasmacellule che da essi derivano);
- mieloide (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e loro precursori).
La leucemia solitamente trae origine da una di queste due serie: nel bambino è più frequentemente linfoide, mentre nell'adulto è solitamente mieloide. La leucemia può essere acuta o cronica, configurando due quadri di malattia molto diverse riguardo alla prognosi. La leucemia acuta non trattata ha una prognosi rapidamente infausta, ma risultati soddisfacenti sono stati raggiunti con la chemioterapia e l'eventuale trapianto di midollo osseo, tanto da raggiungere una guarigione in alcuni casi (leucemia linfatica acuta common del bambino) anche nell'80% dei pazienti. La leucemia cronica rappresenta invece quadri molto eterogenei, tanto che è possibile che non influenzi nemmeno l'aspettativa di vita (leucemia linfatica cronica in stadio precoce).
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sabato 19 gennaio 2008
Mercalli parla di rifiuti in TV
Mi sembra interessante riportare in questo blog che si occupa anche di energia e ambiente l'intervento del Dott. Luca Mercalli con argomento 'rifiuti' nell'ambito della trasmissione televisiva condotta da Fabio Fazio "Chetempochefa".
Il video si trova su YouTube.
su YouTube.com , durata 4m21s
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Il video si trova su YouTube.
su YouTube.com , durata 4m21s
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venerdì 18 gennaio 2008
Chiamalo col suo nome: Peak Oil
Riporto un breve articolo di Debora Billi dal blog ' Petrolio, uno sguardo dal picco' :
Bush: i sauditi non hanno altro petrolio.
Durante un'intervista al network ABC a proposito della sua visita in Arabia Saudita, il presidente Bush ha dichiarato:
Se non hanno petrolio addizionale da immettere sul mercato, è dura chiedere a qualcuno di fare qualcosa che non è in grado di fare.
Al minuto 1:50 di questo video ABC.
Si conferma quanto riportato in una nostro precedente post circa la dichiarazione di Shokri Ghanem della National Oil Corporation libica, spiegando che i paesi membri del cartello stanno già pompando greggio al massimo delle loro capacità produttive. Ghanem ha poi rivelato di “non essere sorpreso” del balzo in avanti a 100 dollari del prezzo del petrolio. “L’Opec puo’ fare poco - ha aggiunto - stiamo già producendo ai massimi delle nostre capacità. ”.
Anni duri davanti a noi: il declino della produzione del petrolio sarà sempre più in accelazione.
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Bush: i sauditi non hanno altro petrolio.
Durante un'intervista al network ABC a proposito della sua visita in Arabia Saudita, il presidente Bush ha dichiarato:
Se non hanno petrolio addizionale da immettere sul mercato, è dura chiedere a qualcuno di fare qualcosa che non è in grado di fare.
Al minuto 1:50 di questo video ABC.
Si conferma quanto riportato in una nostro precedente post circa la dichiarazione di Shokri Ghanem della National Oil Corporation libica, spiegando che i paesi membri del cartello stanno già pompando greggio al massimo delle loro capacità produttive. Ghanem ha poi rivelato di “non essere sorpreso” del balzo in avanti a 100 dollari del prezzo del petrolio. “L’Opec puo’ fare poco - ha aggiunto - stiamo già producendo ai massimi delle nostre capacità. ”.
Anni duri davanti a noi: il declino della produzione del petrolio sarà sempre più in accelazione.
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giovedì 17 gennaio 2008
L'UE: biocarburanti? No, grazie
Il corriere.it riporta la notizia proveniente da Bruxelles che senza la certificazione di sostenibilità ambientale non sarà possibile la vendita di biofuel o etanolo nell’UE. Contrordine: molti biocarburanti fanno più male che bene nella lotta ai cambiamenti climatici. Tanto vale continuare a usare gli idrocarburi tradizionali, almeno se non si è sicuri che etanolo e biodiesel non vengano prodotti senza turbare l’equilibrio naturale. ECOSISTEMA MINACCIATO - Il repentino cambiamento di rotta viene dall’Unione europea, convinta che per fare spazio alle coltivazioni agricole intensive che servono a produrre biocarburanti vengano letteralmente mandati in fumo ettari ed ettari di foreste pluviali, paludi e praterie. Insomma, lo sconvolgimento dell’ecosistema e la minaccia alla biodiversità sarebbero tali che difficilmente le ridotte emissioni legate all’utilizzo dei biocarburanti potrebbero far pensare a una operazione di salvaguardia dell’ambiente. L’ALLARME – L’ultimo allarme in questo senso era arrivato pochi giorni fa dallo Smithsonian Institution: secondo il celebre istituto di ricerca americano i carburanti estratti dai cereali negli Stati Uniti, dalla canna da zucchero in Brasile e dall’olio di palma in Malaysia e Indonesia rischiano di provocare più danni che benefici all’ambiente, con la prospettiva di distruggere l’equilibrio naturale e sociale di vaste e popolose aree. Con effetti addirittura peggiori rispetto al consumo di carburanti fossili. Una posizione che l’UE sembra voler fare propria, scegliendo una legislazione molto rigorosa sul tema.
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mercoledì 16 gennaio 2008
Fusione nucleare : attivato il prototipo WB-7
Il prototipo WB-7 (fusione nucleare * ottenuta attraverso confinamento inerziale elettrostatico del plasma - basato sulle teorie di Bussard) è stato attivato e ha iniziato a produrre plasma. Sebbene ci sia molto ancora da fare, questo è certamente un passo in avanti verso lo sviluppo di nuove fonti di energia abbondante e a basso costo. Se funzionerà il prototipo sarà possibile ottenere al passaggio alla commercializzazione della fusione in soli 5 anni.
*Fusione nucleare Da Wikipedia (qui), l'enciclopedia libera - La fusione è il processo nucleare che alimenta il sole e le stelle consistente nell'unione di due atomi leggeri in uno più pesante. In questo tipo di reazione il nuovo nucleo costituito ha massa totale minore della somma delle masse reagenti con conseguente liberazione di alta energia che conferisce al processo caratteristiche fortemente esotermiche. La fusione nucleare se controllata potrebbe risolvere la maggior parte dei problemi energetici sulla terra, perché potrebbe produrre quantità pressoché illimitate di energia senza emissioni di gas nocivi o gas serra, e senza la produzione di scorie radioattive: la piccola quantità di radioattività residua interesserebbe solo alcuni componenti del reattore a fusione, peraltro facilmente rimpiazzabili.
Bussard's inertial electrostatic confinement fusion WB-7 prototype activated
EMC2 Fusion has built an upgraded model of Bussard's last experimental plasma containment device, which was known as WB-6. "We got first plasma yesterday," Nebel said - but he and his colleagues in Santa Fe, N.M., still have a long way to get the WB-7 experiment up to the power levels Bussard was working with. This work is very important because we could have commercial fusion in as little as 5 years if the work is successful. Success would also transform space travel. (40 to 1000 times cheaper to get into space)
WB-6 (the previous prototype) had 2.5 billion fusions per second
The initial analysis showed that Bussard's data on energy yields were consistent with expectations, Nebel said.
He said he's hoping to find out by this spring whether or not Bussard's concept is worth pursuing with a larger demonstration project.
"We don't know for sure whether all that's right," he said, "but it'd be horrible for Mother Nature to give you what you expect to see, and have it all be bogus."
Continua qui
(Immagine WB6 del 2005)
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*Fusione nucleare Da Wikipedia (qui), l'enciclopedia libera - La fusione è il processo nucleare che alimenta il sole e le stelle consistente nell'unione di due atomi leggeri in uno più pesante. In questo tipo di reazione il nuovo nucleo costituito ha massa totale minore della somma delle masse reagenti con conseguente liberazione di alta energia che conferisce al processo caratteristiche fortemente esotermiche. La fusione nucleare se controllata potrebbe risolvere la maggior parte dei problemi energetici sulla terra, perché potrebbe produrre quantità pressoché illimitate di energia senza emissioni di gas nocivi o gas serra, e senza la produzione di scorie radioattive: la piccola quantità di radioattività residua interesserebbe solo alcuni componenti del reattore a fusione, peraltro facilmente rimpiazzabili.
Bussard's inertial electrostatic confinement fusion WB-7 prototype activated
EMC2 Fusion has built an upgraded model of Bussard's last experimental plasma containment device, which was known as WB-6. "We got first plasma yesterday," Nebel said - but he and his colleagues in Santa Fe, N.M., still have a long way to get the WB-7 experiment up to the power levels Bussard was working with. This work is very important because we could have commercial fusion in as little as 5 years if the work is successful. Success would also transform space travel. (40 to 1000 times cheaper to get into space)
WB-6 (the previous prototype) had 2.5 billion fusions per second
The initial analysis showed that Bussard's data on energy yields were consistent with expectations, Nebel said.
He said he's hoping to find out by this spring whether or not Bussard's concept is worth pursuing with a larger demonstration project.
"We don't know for sure whether all that's right," he said, "but it'd be horrible for Mother Nature to give you what you expect to see, and have it all be bogus."
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(Immagine WB6 del 2005)
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martedì 15 gennaio 2008
La solita hybrid concept car
I saloni automibilistici internazionali continuano a mostrare oggetti che poco hanno a che vedere con la dimostrazione di aver capito quale è la drammatica situazione energetica reale e quali sono le scelte da fare subito. Le grandi major continuano a trastullarsi con gli ibridi e grandi vetture (SUV). Ecco un altro esempio.
Il prototipo è sulla base della Saturn Vue Green Line che percorre 150 miglia al gallone e 40 miglia in solo elettrico, una combinazione di alimentazione di batterie al litio e di ultracapacitori. Il prototipo sarà all'esposizione auto internazionale nordamericana a Detroit, che ha aperto i battenti domenica.
The prototype is based on a Saturn Vue Green Line, a hybrid crossover that General Motors builds using a low-cost belt-alternator system for its electric drive. With extensive modifications, AFS Trinity’s Vue can run 40 miles on electricity alone, the company says, drawing its power from a combination of lithium-ion batteries and scaled-up versions of common electrical devices called capacitors. With a second electric drive system added to the standard gas-electric setup of a Vue Green Line, it would not be a stretch to call AFS Trinity’s creation a hybrid hybrid.
Qui
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Il prototipo è sulla base della Saturn Vue Green Line che percorre 150 miglia al gallone e 40 miglia in solo elettrico, una combinazione di alimentazione di batterie al litio e di ultracapacitori. Il prototipo sarà all'esposizione auto internazionale nordamericana a Detroit, che ha aperto i battenti domenica.
The prototype is based on a Saturn Vue Green Line, a hybrid crossover that General Motors builds using a low-cost belt-alternator system for its electric drive. With extensive modifications, AFS Trinity’s Vue can run 40 miles on electricity alone, the company says, drawing its power from a combination of lithium-ion batteries and scaled-up versions of common electrical devices called capacitors. With a second electric drive system added to the standard gas-electric setup of a Vue Green Line, it would not be a stretch to call AFS Trinity’s creation a hybrid hybrid.
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lunedì 14 gennaio 2008
In Austria seminario sugli idrati di metano, i rischi
Il 13 e 14 marzo 2008 a Laxenburg (Austria) il Global Carbon Project e l'International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) organizzano un seminario dal titolo «Vulnerability and opportunity of methane Hydrates» (Pregi e difetti degli idrati di metano)
L'idrato di metano rappresenta una fonte di energia con potenzialità enormi rispetto ad altri depositi di idrocarburi noti. Questo gas è stato rinvenuto nelle regioni polari e nelle piattaforme costiere di tutto il mondo. Il riscaldamento globale e la decisione di estrarlo potrebbero costituire per il prossimo secolo una nuova importante fonte di rilascio del carbonio nell'atmosfera con i conseguenti impatti sul cambiamento climatico. Il seminario esaminerà i rischi di un importante potenziale rilascio di idrato di metano nell'atmosfera tenendo presente le tendenze attuali del riscaldamento globale, dello sviluppo tecnologico e dell'economia energetica.
Qui
L'idrato di metano rappresenta una fonte di energia con potenzialità enormi rispetto ad altri depositi di idrocarburi noti. Questo gas è stato rinvenuto nelle regioni polari e nelle piattaforme costiere di tutto il mondo. Il riscaldamento globale e la decisione di estrarlo potrebbero costituire per il prossimo secolo una nuova importante fonte di rilascio del carbonio nell'atmosfera con i conseguenti impatti sul cambiamento climatico. Il seminario esaminerà i rischi di un importante potenziale rilascio di idrato di metano nell'atmosfera tenendo presente le tendenze attuali del riscaldamento globale, dello sviluppo tecnologico e dell'economia energetica.
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domenica 13 gennaio 2008
Legambiente, PM10, 8 capoluoghi Toscana su 10 superano il limite annuale
E' un quadro nero quello presentato dall'analisi che l'associazione ha effettuato sui dati della centraline Arpat di rilevamento delle polveri sottili nei comuni capoluogo della Toscana. Legambiente lascia ad Arpat il calcolo di questo secondo indicatore, che più spesso vede rispettare dai Comuni i limiti normativi, ma, come ogni anno, anticipa i dati sugli sforamenti giornalieri. Non e rassicurante la situazione che emerge, anche se in lieve miglioramento rispetto allo scorso anno, in cui tutti i Comuni monitorati sforavano i limiti. Siena e Grosseto infatti nel 2007 hanno superato i 50 microgr/mc di Pm10 solo 12 e 29 volte. Molto male continuano invece a fare Lucca (129 superamenti) e Carrara (77). A Pistoia va il record del valore più alto registrato nel corso dell'anno, con una concentrazione al 22 dicembre di 235 microgr/mc. Anche Firenze migliora di poco rispetto al 2006 e sfora per 76 giorni. Un po' meglio Arezzo e Pisa, che superano per 56 e 46 giorni. Poco decifrabile invece la situazione di Livorno e Prato, dal momento che, soprattutto nel caso di quest'ultimo, i giorni in cui il dato non era disponibile erano molto elevati. Le due principali cause della produzione di polveri sottili: il riscaldamento ed il traffico veicolare. Nel primo caso occorre puntare all'ecoefficienza edilizia, nel secondo aumentare i mezzi pubblici e ridurre le auto. L'Italia e uno dei Paesi in cui le auto private sono più diffuse, queste producono inquinamento di vario tipo: dall'emissione di CO2, di forte danno al clima per il contributo all'effetto serra, alle polveri sottili. Altro limite di allarme e quello che prevede che il valore massimo orario di NO2 non possa superare i 200 microgr /mc più di 18 volte per anno. Anche in questo caso i comuni sono in regola, ma a sforare di più sono in questo caso Prato e Firenze.
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Smog: le polveri fanno "saltare" la centralina del giardino di Boboli
Comunicato stampa
ZEC - zero emission community
Smog: le polveri fanno "saltare" la centralina del giardino di Boboli
Le centraline per il monitoraggio dell'aria che respiriamo, dette
di "fondo", sono quelle che dobbiamo controllare maggiormente, ci è
sempre stato ricordato dai tecnici e amministratori, il dato di ieri,
giorno 10 gennaio è allarmante. La centralina di "fondo" quindi a
bassa concentrazione di traffico, quella dentro al giardino di
Boboli, nel verde, da 43 ha fatto un salto incredibile a 82. Questo
dato, ARPAT, significa che l'aria della conca fiorentina è satura di
polveri, ed anche a quote più alte come a Boboli, tra piante e alberi
che potrebbero fare da filtro ma che non riescono più a filtrare
niente. Mentre la situazione generale non è certo delle migliori,
infatti le altre centraline sono fuori dai limiti, siamo già a 5
giorni di sforamento il PM10, dati rilevati da ARPAT, del giorno 10
gennaio, tutte le centraline hanno sforato in città, da 82 a 110,
quando il limite è 50. Pertanto le limitazioni al traffico che sono
in atto non riteniamo che siano utili, ma auspichiamo dei severi
blocchi di traffico in giorni feriali, che possano abituare quelli
che si muovano giornalmente con auto e scooter termico, ad
abbandonare questa brutta abitudine. Se proprio non possono farne a
meno, per questioni di lavoro, che si passi ad utilizzare veicoli
elettrici, sono economici e non hanno emissioni. Un appello a tutti i
cittadini dotati di buon senso: non usare il veicolo a motore a
scoppio, usate la bicicletta, i mezzi pubblici, o veicoli elettrici,
è in gioco la Vostra, la nostra salute.
ZEC - zero emission community
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Pm10 oltre i limiti a Boboli ( 11/01/2008 )
Già 5 sforamenti a Firenze dall'inizio dell'anno
Il bollettino ufficiale dell'Arpat, l'agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, ha segnalato che ieri la centralina situata nei giardini di Boboli ha superato il limite di 50 microgrammi per metro cubo, arrivando fino a 82. Anche l'associazione Zec "zero emission community", con un comunicato, ha rilanciato il problema evidenziando che sono già 5 i giorni dall'inizio dell'anno in cui sono stati superati i limiti delle polveri sottili. "Purtroppo non vedo la novità - replica l'assessore all'ambiente di Palazzo Vecchio -. Da sempre i mesi di gennaio e febbraio sono i peggiori e nel 2007 la centralina di Boboli aveva registrato 28 sforamenti per le Pm10". Gli fa eco il direttore tecnico dell'Arpat, Roberto Gori: "è una stagionalità che rientra nelle possibilità: siamo nel periodo più critico dal punto di vista meteorologico ed è un evento che si ripete tutti gli anni". La pioggia, oggi, potrebbe migliorare leggermente la situazione dello smog in città, "ma per ripulire l'aria dalle Pm10 sono più utili temporali, magari più brevi ma più forti". L'associazione 'Zec zero emission community', nella nota, si dice convinta che le limitazioni al traffico in atto "non siano utili" e auspicano "severi blocchi di traffico nei giorni feriali". Un modo per abituare i fiorentini a lasciare a casa i mezzi o, in alternativa, "ad utilizzare veicoli elettrici, che sono economici e non hanno emissioni". Secondo De Lungo, però, lanciare allarmi così "non è corretto: è un'esagerazione e mi sembra un'attività commerciale impropria".
LadyRadio
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sabato 12 gennaio 2008
Scooter elettrico pieghevole
RoboScooter - Clean, Green Mobility for Today’s Crowded Cities. The RoboScooter is a lightweight, folding, electric motor scooter. It is designed to provide convenient, inexpensive mobility in urban areas while radically reducing the negative effects of extensive vehicle use – road congestion, excessive consumption of space for parking, traffic noise, air pollution, carbon emissions that exacerbate global warming, and energy use. It is clean, green, silent, and compact.
Scooter with ITRI and Sanyang Motors.
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Scooter with ITRI and Sanyang Motors.
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Record del mondo di velocità con un dragster elettrico
Questo dragster elettrico ha appena stabilito il nuovo record del mondo di velocità per un veicolo della sua categoria. Il pilota Dennis "Kilowatt" Berube, il 15 dicembre scorso, al volante di "Current Eliminator V", è riuscito a raggiungere una velocità di circa 250 kmh, percorrendo 1/4 di miglio (400m) in 8,10 secondi. Il record è stato registrato dal National Hot Rod Association. Questo dragster non è il primo che mette a punto Dennis "Kilowatt". Il suo modello precedente gli aveva già permesso di guadagnare molti premi battendo di dragster che funzionavano a gas o all'etanolo. Il suo veicolo trae la sua energia da batterie al litio. "La gente pensa che i veicoli elettrici siano soltanto dei veicoli da golf, Dennis ha dimostrato con questo nuovo record del mondo, che i veicoli elettrici sono molto potenti e capaci di raggiungere una velocità impressionante.
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venerdì 11 gennaio 2008
La questione nucleare britannica
Ieri abbiamo avuto la notizia che il governo britannico aveva deciso di realizzare 20 centrali nucleari sul territorio nazionali. Di primo acchito sembrava una svolta decisamente a favore del nucleare, una scelta epocale, ma attingendo a notizie più puntuali dobbiamo rivedere la realtà in modo diverso. Prima di tutto si tratta di sostituzione delle vecchie centrali, quelle già non più funzionanti e chiuse per malfunzionamenti vari e quelle in via di obsolescenza progressiva che saranno (forse) sostituite da qui al 2040.
Ma non soltanto. La realizzazione sarà subordinata a certe condizioni ferree:
I potenziali costruttori dovranno garantire i fondi per la costruzione, il mantenimento, ma il passaggio forse più delicato del piano è l'intenzione del governo di non sborsare un centesimo nella costruzione dei nuovi impianti.
Gli operatori privati dovranno garantire i fondi necessari a coprire gli interi costi di costruzione, smaltimento dei rifiuti e smantellamento.
Se le condizioni sono queste trovo abbastanza difficile che un privato voglia investire nella realizzazione di una centrale nucleare che sappiamo bene non essere redditizia senza contributi esterni (statali).
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Ma non soltanto. La realizzazione sarà subordinata a certe condizioni ferree:
I potenziali costruttori dovranno garantire i fondi per la costruzione, il mantenimento, ma il passaggio forse più delicato del piano è l'intenzione del governo di non sborsare un centesimo nella costruzione dei nuovi impianti.
Gli operatori privati dovranno garantire i fondi necessari a coprire gli interi costi di costruzione, smaltimento dei rifiuti e smantellamento.
Se le condizioni sono queste trovo abbastanza difficile che un privato voglia investire nella realizzazione di una centrale nucleare che sappiamo bene non essere redditizia senza contributi esterni (statali).
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GB: si' alle nuove centrali nucleari
Il governo britannico ha dato luce verde alla costruzione di nuove centrali nucleari. John Hutton, ministro dell'Industria, ha detto al Parlamento che il nucleare è oramai "sicuro" e "ampiamente sperimentato", e rappresenta un'opzione credibile per permettere al Regno Unito di soddisfare il suo fabbisogno energetico - in costante aumento - e tagliare le emissioni di CO2 nell'atmosfera. Hutton ha spiegato inoltre come il nucleare, dati i prezzi correnti di petrolio e gas naturale, rappresenti una scelta "economica". Una decisione in materia, d'altra parte, non era più procrastinabile. La maggior parte delle centrali elettriche nucleari della Gran Bretagna sta per raggiungere il pensionamento. Circa il 20% dell'energia elettrica consumata nel Regno Unito è oggi prodotta grazie a reattori nucleari.
Qui
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giovedì 10 gennaio 2008
Anche il nucleare finlandese fallisce
A sostegno della tesi che sconsiglia l’uso della fonte nucleare, come alternativa alle fonti fossili, questa volta non vorrei portare le solite ragioni strutturali, relative alla sua intrinseca insicurezza, qualunque sia la generazione o quelle ben più consistenti relative al fatto che ancora non si sa come smaltire le scorie radioattive che una centrale produce durante il suo funzionamento.
Mi basta solo riferire una semplice, ma assai significativa, notizia che a fine dicembre ha dato la Reuters circa l’unico nuovo reattore, da 1600 MW, in costruzione in Europa e precisamente in Finlandia (a Olkiluoto, nella foto). La sua messa in esercizio era stata garantita dalle due ditte costruttrici, la francese Areva e la Tedesca Siemens, per il 2009, ma soprattutto a detta del governo finlandese questa centrale avrebbe garantito ai finlandesi energia elettrica a basso costo. La notizia che la nota agenzia ci da è che nel 2009 non entrerà in funzione nulla, perché la messa in esercizio è stata posticipata al 2011 e soprattutto che i KWh che questa centrale produrrà costeranno molto cari visto che il costo della centrale è lievitato in pochi anni dai due ai tre miliardi di euro, più o meno quattro volte il costo di una centrale a gas metano a ciclo combinato di pari potenza.
Dunque, a parte le ragioni strutturali, che dovrebbero però bastare a convincere chiunque, compreso un personaggio come l’onorevole Casini, che la scelta nucleare rappresenta un’avventura che solo degli irresponsabili stranamore possono proporre alle popolazioni, oltre a queste l’esperienza finlandese ci comunica che questa tecnologia costa anche troppo cara e ci vuole troppo tempo a metterla in funzione rispetto alle necessità immediate di ridurre le emissioni climalteranti. Dunque sarebbe il caso che giornali e televisioni smettessero di raccontare frottole alla popolazione, dando spazio e accreditando la tesi dei nuclearisti che solo l’atomo può garantire una efficace sostituzione delle fonti fossili.
Quante volte senza alcun contraddittorio ci siamo sentiti raccontare da politici e da pseudo scienziati che il nucleare costa poco e non emette CO2? In realtà il KWh da nucleare ha un costo talmente elevato da non essere competitivo neppure con il petrolio a 100 dollari a barile. Ma soprattutto la fonte nucleare non è efficace neppure per quanto riguarda le emissioni climalteranti, in quanto se da un lato è vero che questa fonte non emette gas serra, dall’altro i tempi di costruzione di una centrale sono troppo lunghi per garantire la riduzione delle emissioni che invece serve subito.
In realtà l’unica alternativa praticabile in grado di sostituire le fonti fossili è quella di puntare sulle fonti rinnovabili, inserendo fra queste anche la principale e cioè la nostra intelligenza che può garantire un uso dell’energia efficiente e soprattutto razionale.
E’ augurabile che l’esperienza finlandese aiuti l’Europa ad uscire dalle ambiguità e quindi ad escludere, dalla prossima direttiva, la fonte nucleare fra quelle consigliate per ridurre le emissioni climalteranti.
Qui
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Mi basta solo riferire una semplice, ma assai significativa, notizia che a fine dicembre ha dato la Reuters circa l’unico nuovo reattore, da 1600 MW, in costruzione in Europa e precisamente in Finlandia (a Olkiluoto, nella foto). La sua messa in esercizio era stata garantita dalle due ditte costruttrici, la francese Areva e la Tedesca Siemens, per il 2009, ma soprattutto a detta del governo finlandese questa centrale avrebbe garantito ai finlandesi energia elettrica a basso costo. La notizia che la nota agenzia ci da è che nel 2009 non entrerà in funzione nulla, perché la messa in esercizio è stata posticipata al 2011 e soprattutto che i KWh che questa centrale produrrà costeranno molto cari visto che il costo della centrale è lievitato in pochi anni dai due ai tre miliardi di euro, più o meno quattro volte il costo di una centrale a gas metano a ciclo combinato di pari potenza.
Dunque, a parte le ragioni strutturali, che dovrebbero però bastare a convincere chiunque, compreso un personaggio come l’onorevole Casini, che la scelta nucleare rappresenta un’avventura che solo degli irresponsabili stranamore possono proporre alle popolazioni, oltre a queste l’esperienza finlandese ci comunica che questa tecnologia costa anche troppo cara e ci vuole troppo tempo a metterla in funzione rispetto alle necessità immediate di ridurre le emissioni climalteranti. Dunque sarebbe il caso che giornali e televisioni smettessero di raccontare frottole alla popolazione, dando spazio e accreditando la tesi dei nuclearisti che solo l’atomo può garantire una efficace sostituzione delle fonti fossili.
Quante volte senza alcun contraddittorio ci siamo sentiti raccontare da politici e da pseudo scienziati che il nucleare costa poco e non emette CO2? In realtà il KWh da nucleare ha un costo talmente elevato da non essere competitivo neppure con il petrolio a 100 dollari a barile. Ma soprattutto la fonte nucleare non è efficace neppure per quanto riguarda le emissioni climalteranti, in quanto se da un lato è vero che questa fonte non emette gas serra, dall’altro i tempi di costruzione di una centrale sono troppo lunghi per garantire la riduzione delle emissioni che invece serve subito.
In realtà l’unica alternativa praticabile in grado di sostituire le fonti fossili è quella di puntare sulle fonti rinnovabili, inserendo fra queste anche la principale e cioè la nostra intelligenza che può garantire un uso dell’energia efficiente e soprattutto razionale.
E’ augurabile che l’esperienza finlandese aiuti l’Europa ad uscire dalle ambiguità e quindi ad escludere, dalla prossima direttiva, la fonte nucleare fra quelle consigliate per ridurre le emissioni climalteranti.
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mercoledì 9 gennaio 2008
Biocarburanti, bioinquinamento, bioriscaldamento globale, biofame planetaria
Secondo una ricerca commissionata dal governo svizzero e pubblicata dal mensile Science dal titolo "How Green Are Biofuels?" di Jörn P. W. Scharlemann and William F. Laurance (Science 4 January 2008- Vol. 319. no. 5859, pp. 43 - 44 - DOI: 10.1126/science.1153103) i biocarburanti risultano essere si meno inquinanti della benzina quando vengono bruciati, ma risultano essere cinque volte più inquinanti se considerando tutti gli aspetti che portano alla loro produzione. Quindi i loro effetti globali sull'ambiente risultano essere particolarmente pesanti. Dei 26 principali biocarburanti prodotti nel mondo 21 permettono un risparmio di CO2 quando vengono bruciati superiore al 30% rispetto alla benzina ma quasi la metà (12 su 26) però ha costi per l'ambiente molto maggiori rispetto ai carburanti tradizionali e tra questi figurano quelli economicamente più importanti, come l'etanolo dal grano statunitense, quello da canna da zucchero, il diesel di soia e quello da olio di palma prodotto nel sud-est asiatico.
Nel dettaglio i biocarburanti meno verdi risultano essere il diesel ottenuto dalla soia in Brasile e l'etanolo statunitense, che fanno risparmiare pochissimo in termini di CO2 ma producono quasi il triplo dei danni ambientali. A determinare i maggiori costi ambientali è proprio la coltivazione, che nella maggior parte dei casi contribuisce per più del 90%. Brasile o dell'Indonesia, ad esempio, per trovare nuovi spazi per le piantagioni si distruggono le foreste, 13 milioni gli ettari di foreste che si perdono ogni anno, in gran parte proprio per la produzione dei biocarburanti.
Il più 'cattivo' in assoluto è il diesel di sorgo prodotto nell'Unione Europea.
Dall'altro lato della classifica ci sono biocarburanti prodotti dal legno, meglio ancora se dagli scarti di produzione. Il metanolo ottenuto dalle graminacee, ad esempio, fa risparmiare il 70% delle emissioni e ha un impatto ambientale più basso del 10% rispetto a quello della benzina.
Il governo Usa finanzia con diversi miliardi di dollari la produzione di etanolo dal grano - spiegano gli esperti nell'articolo - quindi gli agricoltori non producono più soia e si dedicano al grano. Questo alza il prezzo della soia, il che si traduce in una sempre maggiore quantità di piantagioni di questa pianta in Brasile, a discapito della foresta Amazzonica.
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Nel dettaglio i biocarburanti meno verdi risultano essere il diesel ottenuto dalla soia in Brasile e l'etanolo statunitense, che fanno risparmiare pochissimo in termini di CO2 ma producono quasi il triplo dei danni ambientali. A determinare i maggiori costi ambientali è proprio la coltivazione, che nella maggior parte dei casi contribuisce per più del 90%. Brasile o dell'Indonesia, ad esempio, per trovare nuovi spazi per le piantagioni si distruggono le foreste, 13 milioni gli ettari di foreste che si perdono ogni anno, in gran parte proprio per la produzione dei biocarburanti.
Il più 'cattivo' in assoluto è il diesel di sorgo prodotto nell'Unione Europea.
Dall'altro lato della classifica ci sono biocarburanti prodotti dal legno, meglio ancora se dagli scarti di produzione. Il metanolo ottenuto dalle graminacee, ad esempio, fa risparmiare il 70% delle emissioni e ha un impatto ambientale più basso del 10% rispetto a quello della benzina.
Il governo Usa finanzia con diversi miliardi di dollari la produzione di etanolo dal grano - spiegano gli esperti nell'articolo - quindi gli agricoltori non producono più soia e si dedicano al grano. Questo alza il prezzo della soia, il che si traduce in una sempre maggiore quantità di piantagioni di questa pianta in Brasile, a discapito della foresta Amazzonica.
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Il re mida dell' olio di palma e dei biofuel
È Kuok Khoon Hong, al sesto posto nella graduatoria di Forbes dei ricchi di Singapore, che si è lanciato nel 2006 nel business dell'olio di palma, un prodotto i cui prezzi oggi, nella scia del petrolio, hanno battuto ogni record.
Kuok Khoon Hong, 58 anni, sposato, quattro figli, ha fatto il balzo alla Borsa di Singapore e nel ranking di Forbes grazie forse alle proprie intuizioni e sicuramente in virtù di una parentela importante: lo zio Robert Kuok è infatti l'uomo più ricco del Sud Est asiatico, e dalle sue proprietà terriere e immobiliari è nato l'impero di cui oggi si può fregiare il nipote. L'influenza dello zio ha permesso infatti a Kuok Khoon di effettuare alla fine del 2006, in appena tre settimane, un'operazione valutata 4,3 miliardi di dollari. Trasferimenti di proprietà, fusioni con aziende più piccole, joint ventures con i giganti dell'agribusiness: al termine, nella Wilmar di Kuok Khoon sono confluite piantagioni di palma per oltre 573mila ettari, nove volte la superficie di Singapore. La produzione di olio di palma è decollata e con essa il ruolo della Wilmar nei tradizionali usi del prodotto, che è il principale olio di cucina dell'Asia e anche un importante ed economico (per ora) additivo del cioccolato e dei cosmetici.Ma la direzione della società, che allo scopo si è alleata con il colosso americano Archer Daniels Midland, è quello dei biofuel. L'olio di palma è considerato uno dei più economici prodoti di base per la produzione di combustibili verdi, insieme a canna da zucchero e jathropa. Se ne può ricavare infatti un buon biodiesel. La Wilmar ha una capacità di questo carburante che già supera il milione di tonnellate annue, cifra imponente. L'idea iniziale di Kuok Khoon Hong era quella di fare della Wilmar un'azienda da sette miliardi di dollari di capitalizzazione e da 12 miliardi di fatturato.
Qui
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Kuok Khoon Hong, 58 anni, sposato, quattro figli, ha fatto il balzo alla Borsa di Singapore e nel ranking di Forbes grazie forse alle proprie intuizioni e sicuramente in virtù di una parentela importante: lo zio Robert Kuok è infatti l'uomo più ricco del Sud Est asiatico, e dalle sue proprietà terriere e immobiliari è nato l'impero di cui oggi si può fregiare il nipote. L'influenza dello zio ha permesso infatti a Kuok Khoon di effettuare alla fine del 2006, in appena tre settimane, un'operazione valutata 4,3 miliardi di dollari. Trasferimenti di proprietà, fusioni con aziende più piccole, joint ventures con i giganti dell'agribusiness: al termine, nella Wilmar di Kuok Khoon sono confluite piantagioni di palma per oltre 573mila ettari, nove volte la superficie di Singapore. La produzione di olio di palma è decollata e con essa il ruolo della Wilmar nei tradizionali usi del prodotto, che è il principale olio di cucina dell'Asia e anche un importante ed economico (per ora) additivo del cioccolato e dei cosmetici.Ma la direzione della società, che allo scopo si è alleata con il colosso americano Archer Daniels Midland, è quello dei biofuel. L'olio di palma è considerato uno dei più economici prodoti di base per la produzione di combustibili verdi, insieme a canna da zucchero e jathropa. Se ne può ricavare infatti un buon biodiesel. La Wilmar ha una capacità di questo carburante che già supera il milione di tonnellate annue, cifra imponente. L'idea iniziale di Kuok Khoon Hong era quella di fare della Wilmar un'azienda da sette miliardi di dollari di capitalizzazione e da 12 miliardi di fatturato.
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martedì 8 gennaio 2008
Il 'Rinascimento nucleare '
Ci sono molti paesi, tra cui il Regno Unito, che hanno l'intenzione di costruire un certo numero di centrali nucleari, sia per sostituire quelle che si stanno avvicinando alla fine della loro vita operativa sia per espandere la loro attuale flotta. Dopo alcuni anni il mondo intero è sospinto dalla lobby nucleare ad abbracciare un "rinascimento nucleare". Anche in Italia si sente che questa spinta diventa ogni giorno più pressante . Quali sono gli argomenti che vengono messi sul tavolo? Si sostiene che l'energia nucleare è caratterizzata da
1- zero o estremamente basse emissioni di carbonio;
2 - offre sicurezza di approvvigionamento elettrico.
Entrambe le affermazioni sono false.
1 - si ha emissione di anidride carbonica proveniente da ogni elemento del ciclo che va dalla estrazione fino al trattamento e smaltimento delle scorie radioattive, tranne l'effettiva fissione nel reattore ;
2 - in tutto il mondo sta per esaurirsi il combustibile, l'uranio.
Due realtà che la lobby nucleare non riesce ad comprendere.
Sono due i paesi che producono l'uranio in quantità tale da rifornire le centrali nucleari attualmente funzionanti: Canada e Australia;. Dobbiamo ricordare inoltre che il 40/60% dell'uranio viene dallo smantellamento delle testate nucleare della ex URSS.
In Australia ci sono tre miniere operative di uranio: Ranger nel Northern Territory, Olympic Dam e Beverley nel sud dell'Australia.
Nell grafico di seguito possiamo cedere la produzione australiana che sembra avere raggiunto il picco nel 2005.
Recent Production from Australian Uranium Mines (tonnellate di of U3O8 )
(fonte per la realizzazione del grafico: http://www.uic.com.au/emine.htm)
Spunto tratto da TOD.com
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1- zero o estremamente basse emissioni di carbonio;
2 - offre sicurezza di approvvigionamento elettrico.
Entrambe le affermazioni sono false.
1 - si ha emissione di anidride carbonica proveniente da ogni elemento del ciclo che va dalla estrazione fino al trattamento e smaltimento delle scorie radioattive, tranne l'effettiva fissione nel reattore ;
2 - in tutto il mondo sta per esaurirsi il combustibile, l'uranio.
Due realtà che la lobby nucleare non riesce ad comprendere.
Sono due i paesi che producono l'uranio in quantità tale da rifornire le centrali nucleari attualmente funzionanti: Canada e Australia;. Dobbiamo ricordare inoltre che il 40/60% dell'uranio viene dallo smantellamento delle testate nucleare della ex URSS.
In Australia ci sono tre miniere operative di uranio: Ranger nel Northern Territory, Olympic Dam e Beverley nel sud dell'Australia.
Nell grafico di seguito possiamo cedere la produzione australiana che sembra avere raggiunto il picco nel 2005.
Recent Production from Australian Uranium Mines (tonnellate di of U3O8 )
(fonte per la realizzazione del grafico: http://www.uic.com.au/emine.htm)
Spunto tratto da TOD.com
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lunedì 7 gennaio 2008
Petrolio: estrazioni a tutta manetta
La notizia è di quelle che dovrebbero rovesciare il mondo dell'informazione come un calzino. Ecco perchè il prezzo del petrolio aumenta, la verità è questa: i paesi membri del cartello (OPEC) stanno già pompando greggio al massimo delle loro capacità produttive. Da qui deve partire una visione nuova del mondo, della crescita (inattuabile), della carenza drammatica delle risorse energetiche.
Libia, OPEC può fare poco per raffreddare prezzi del petrolio
L’Opec può fare poco per raffreddare i prezzi del petrolio, saliti oggi a 100 dollari al barile. Lo ha detto il presidente della National Oil Corporation libica, Shokri Ghanem, spiegando che i paesi membri del cartello stanno già pompando greggio al massimo delle loro capacità produttive. Ghanem ha poi rivelato di “non essere sorpreso” del balzo in avanti a 100 dollari del prezzo del petrolio. “L’Opec puo’ fare poco - ha aggiunto - stiamo già producendo ai massimi delle nostre capacità. Nel breve termine i paesi consumatori dovrebbero abbassare le tasse”.
(L'immagine: il 'barile' di Munchausen)
Qui
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Libia, OPEC può fare poco per raffreddare prezzi del petrolio
L’Opec può fare poco per raffreddare i prezzi del petrolio, saliti oggi a 100 dollari al barile. Lo ha detto il presidente della National Oil Corporation libica, Shokri Ghanem, spiegando che i paesi membri del cartello stanno già pompando greggio al massimo delle loro capacità produttive. Ghanem ha poi rivelato di “non essere sorpreso” del balzo in avanti a 100 dollari del prezzo del petrolio. “L’Opec puo’ fare poco - ha aggiunto - stiamo già producendo ai massimi delle nostre capacità. Nel breve termine i paesi consumatori dovrebbero abbassare le tasse”.
(L'immagine: il 'barile' di Munchausen)
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domenica 6 gennaio 2008
Sesto Fiorentino in arrivo le colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici
Saranno installate all'inizio del 2008 le prime tre colonnine (cliccare qui) per la ricarica dei veicoli elettrici previste sul territorio di Sesto Fiorentino. La giunta comunale, nell'ultima seduta, ha approvato il progetto esecutivo contenuto nel Piano di azione comunale antismog (Pac). L'operazione è stata finanziata da un contributo regionale e dalla Consiag. Anche in considerazione delle numerose richieste della cittadinanza, le postazioni saranno collocate in piazza Vittorio Veneto, in via Tevere all'Osmannoro (all'interno del parcheggio pubblico) e in via Leoncavallo. Altri due punti di ricarica sono previsti in futuro in piazza Galvani (presso il parcheggio della stazione) e in piazza Bagnolet ma la loro realizzazione dipende dal reperimento di ulteriori risorse. Le colonnine saranno dotate di dispositivi elettronici che consentiranno l'erogazione gratuita della corrente elettrica solo agli utenti autorizzati. "L'iniziativa - ha spiegato l'assessore all'ambiente del Comune - ha l'obiettivo di incentivare l'uso di mezzi a basso impatto ambientale e contribuire a ridurre il livello di concentrazione di Pm10". Per l'acquisto di veicoli elettrici sono inoltre ancora disponibili i contributi messi a disposizione dal Comune: gli interessati dovranno presentare la domanda con la relativa documentazione all'Ufficio relazioni con il pubblico.
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sabato 5 gennaio 2008
Retrofit elettrico, partendo dall'esperienza del 'cinquino'
Come sapete in Italia non è possibile fare ciò che è ammesso negli altri paesi del mondo cioè trasformare una macchina con motore a scoppio in un'auto con sistema di trazione elettrico. Ovvero è ammesso farlo con l'assenso preventivo da parte del costruttore. In altri termini l'auto acquistata 5, 10, 30 anni fa 'appartiene' in qualche modo ancora al fabbricante. In genere il costruttore non risponde o risponde negativamente. Illogico. Eppure è questa la realtà italiana che impedisce di rendere un veicolo inquinante in un mezzo ad emissioni zero. Cosa fare? Tre soluzioni :
1- una azione politica per cambiare le regole in Parlamento con una legge 'ad hoc';
2- omologare all'estero il veicolo e riportarlo in Italia;
3- chiedere a Bruxelles di mettere in mora l'Italia per concorrenza sleale da parte dei grandi costruttori (così come fecero i tedeschi contro la propria nazione per il tuning)
Secondo voi quale è l'azione migliore da intraprendere? O con quale sequenza temporale?
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1- una azione politica per cambiare le regole in Parlamento con una legge 'ad hoc';
2- omologare all'estero il veicolo e riportarlo in Italia;
3- chiedere a Bruxelles di mettere in mora l'Italia per concorrenza sleale da parte dei grandi costruttori (così come fecero i tedeschi contro la propria nazione per il tuning)
Secondo voi quale è l'azione migliore da intraprendere? O con quale sequenza temporale?
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venerdì 4 gennaio 2008
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