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domenica 26 dicembre 2010

Energia nucleare e la questione irrisolta delle scorie radioattive

Dalla pagina del sito web istituzionale svizzero Swiss World Org.


L'energia nucleare è la seconda fonte energetica della Svizzera. Le cinque centrali del paese producono il 38% dell'energia totale (dato 2005).

Nel 2007 il governo svizzero ha annunciato una nuova politica energetica che contempla la possibilità di costruzione di nuovi impianti nucleari (in sostituzione di quelli obsoleti, improduttivi, pericolosi - nota di ME).

Sebbene le centrali nucleari non producano emissioni di gas nocivi per l'atmosfera, il problema dell'eliminazione delle scorie radioattive rimane irrisolto. La pericolosità delle scorie rimane tale per 250'000 anni ed ogni centrale nucleare è obbligata a contribuire ad un fondo per la copertura dei costi di un eventuale decommissionamento dell'impianto.

Smaltimento delle scorie
Le scorie venivano inviate agli impianti di Sellafield (Gran Bretagna) e La Hague (Francia) specializzati nel trattamento di rifiuti radioattivi e nella loro riconversione in nuovo combustibile e in vetro per lo stoccaggio permanente. Questo fino al luglio 2006 quando è stata istituita una moratoria decennale sull'esportazione di questo tipo di combustibile. Le centrali svizzere hanno quindi optato per l'eliminazione diretta tramite lo stoccaggio in un sito provvisorio per circa 40 anni nell'attesa che si raffreddino per poi essere trasferite ad un sito le cui caratteristiche geologiche consentano l'interramento definitivo. L'ubicazione del sito definitivo non è ancora stata individuata, ma un deposito intermedio conosciuto con il nome ZWILAG, è presente sui terreni dell'Istituto Paul Scherrer a una cinquantina di chilometri da Zurigo.

Le ricerche per l'individuazione di un sito permanente idoneo, che si renderà necessario intorno alla metà di questo secolo, sono attivamente in corso in ottemperanza della legge svizzera in materia di protezione dalle radiazioni secondo la quale deve essere possibile eliminare tutti i rifiuti radioattivi prodotti nel paese all'interno dei confini. Ma anche l'opzione a lungo termine che prevede l'impiego di due o tre depositi comuni per tutta l'Europa rimane ancora aperta.

Le ricerche sui vari aspetti dell'eliminazione delle scorie radioattive sono condotte nel laboratorio scavato con un sistema di gallerie a 450 metri di profondità nel granito del massiccio del Grimsel. Qui, scienziati svizzeri e stranieri simulano e conducono esperimenti per studiare gli effetti a lungo termine dello stoccaggio permanente di scorie.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci sono delle imprecisioni:

1) Non si conosce ancora se verranno costruiti nuovi impianti o verranno aggiunti dei nuovi reattori (in sostituzione di quelli vecchi) nelle stesse centrali o altro. L'unica cosa certa che vogliono chiudere una centrale atomica e smettere di importare la corrente dalla Francia ma non dall'Austria (non possiede centrali nucleari) per motivi economici.

2) Solo una minima parte delle scorie diventa "nuovo" combustibile perchè è un recupero delle parti non ancora del tutto "consumate". La maggior parte (ma anche dopo l'utilizzo della parte recuperata questa diventa scoria da smaltire) deve essere prima "vetrificata" (in realtà cristallizzata con vetro) ed è fatto solo per facilitare il trasporto e il successivo stoccaggio di sicurezza.

Ciao mauriziodaniello

Massimo J. De Carlo ha detto...

Possiamo chiamarle imprecisioni oppure 'non aggiornamenti' essendo la decisione della realizzazione degli impianti troppo ravvicinata nel tempo.