Le immatricolazioni di auto
elettriche in Europa nel 2014 sono cresciute del 36,6% rispetto al
2013, con 75.331 nuove unità. Questo è quanto viene diffuso dal
documento dall'Acea, European Automobile Manufacturers Association che riunisce i maggiori costruttori automobilistici Europei, pubblicato nel proprio sito web.
Interessante notare che il 4° trimestre dello scorso anno ha avuto un decremento di immatricolazioni del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2013, per un totale di 24.552 unità, a fronte di un incremento più che significativo nei trimestri precedenti, + 31,9% nel 1° trimestre, +120% nel 2° T e +79% nel 3° T.
Interessante notare che il 4° trimestre dello scorso anno ha avuto un decremento di immatricolazioni del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2013, per un totale di 24.552 unità, a fronte di un incremento più che significativo nei trimestri precedenti, + 31,9% nel 1° trimestre, +120% nel 2° T e +79% nel 3° T.
Guardando i principali mercati
dell'Unione europea: il Regno Unito ha visto il maggiore incremento
nel corso dell'anno (+ 300,8%), seguita dalla Germania (+ 70,2%) e la
Francia (+ 29,8%). Per quanto riguarda i paesi dell'EFTA, la Norvegia ha chiuso
l'anno al primo posto assoluto in Europa con 19.767 immatricolazioni, più che
raddoppiando le immatricolazioni registrate nel 2013 (+ 140,8%). A tale riguardo mei mesi precedenti si sono letti articoli che sottolineavano l'exploit nelle vendite del paese scandinavo e articoli denigratori che mettevano invece in risalto il fatto che quel mercato era nel complesso delle immatricolazioni del tutto marginale. Non è così e lo dimostrano, come sempre, i numeri. Marginale o non marginale, secondo le proprie interpretazioni, quello della Norvegia con i suoi 5 milioni o poco più abitanti è il mercato tra i più floridi per le auto elettriche se confrontato a Paesi anche con un numero di abitanti ben più superiori come la Germania e la Francia che hanno immatricolato rispettivamente 13.118 e 12,448 unità con una popolazione di più di 83 milioni di abitanti e più di 66 milioni.
L'Italia viene misurata nella sua piccolezza con uno scarno dato di 1.473 unità elettriche dl 2014 superata abbondantemente dal Regno Unito 35.361 e, oltre ai Paesi sopra citati, anche dall'Olanda 12.920, Svezia 6.667, Polonia 5.968, Austria 3.641, Belgio 2.032, Danimarca 1.612. Figura inadeguata per un paese che consuma buona parte della propria energia per le strade nazionali. Deficiente la programmazione governativa per incentivare i veicoli elettrici e disincentivare gli altri, segnali di una disattenzione colpevole e miope (che comunque non riscontriamo solo nel settore automotive). Ricordiamo che gli ecoincentivi per l'acquisto di auto ecologiche, siano esse elettriche, ibride a metano o GPL, nel corso del 2015 non sono più erogati, lo stop agli incentivi auto nell'ambito della Legge di Stabilità voluto dal Governo Renzi, bloccando i 45 milioni di euro destinati al 2015 invece stanziati dal decreto Sblocca Italia.. Un Paese, il nostro, che poteva essere all'avanguardia e che invece sta alla finestra a guardare i Paesi, vicini e lontani, in grado di aumentare la loro produzione con innegabili ricadute negative nella nostra quota internazionale di produzione automobilistica tradizionale, senza futuro.
L'Italia viene misurata nella sua piccolezza con uno scarno dato di 1.473 unità elettriche dl 2014 superata abbondantemente dal Regno Unito 35.361 e, oltre ai Paesi sopra citati, anche dall'Olanda 12.920, Svezia 6.667, Polonia 5.968, Austria 3.641, Belgio 2.032, Danimarca 1.612. Figura inadeguata per un paese che consuma buona parte della propria energia per le strade nazionali. Deficiente la programmazione governativa per incentivare i veicoli elettrici e disincentivare gli altri, segnali di una disattenzione colpevole e miope (che comunque non riscontriamo solo nel settore automotive). Ricordiamo che gli ecoincentivi per l'acquisto di auto ecologiche, siano esse elettriche, ibride a metano o GPL, nel corso del 2015 non sono più erogati, lo stop agli incentivi auto nell'ambito della Legge di Stabilità voluto dal Governo Renzi, bloccando i 45 milioni di euro destinati al 2015 invece stanziati dal decreto Sblocca Italia.. Un Paese, il nostro, che poteva essere all'avanguardia e che invece sta alla finestra a guardare i Paesi, vicini e lontani, in grado di aumentare la loro produzione con innegabili ricadute negative nella nostra quota internazionale di produzione automobilistica tradizionale, senza futuro.
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3 commenti:
Purtroppo, acquistare una vettura elettrica in Italia, vuol dire, usarla strettamente negli spostamenti a corto raggio. Se non creiamo infrastrutture in tutto il paese per l' approvvigionamento della corrente elettrica, mettendo l' automobilista in grado di continuare il viaggio intrapreso, saremo sempre il lanternino di coda e sopratutto disincentiviamo il turismo, i turisti possessori di vetture elettriche come unica auto, non verranno mai da noi a passare le vacanze.
non sono convinto che lo strumento incentivo produrrebbe in Italia un grosso incremento nelle vendite..
l'esperto del settore, però, sei tu e quindi Ing., visto che il sottoscritto si occupa di comunicazione, probabilmente è così:).
Credo però, alla base, ci sia un problema 'culturale'..
l'Italia è la patria delle due e quattro ruote..che significano spesso caos, inquinamento, decibel degni di miriadi di discoteche e tanti, tanti disagi..
ma l'italiano è assuefatto e abituato a tutto ciò..e l'accetta come stato di fatto..
un mio prof. diceva..'se la gente vede che c'è traffico..prende l'auto..'..Sembra una battuta ma è la triste realtà..
Oggi un'ibrida come la Yaris te la porti a casa al costo di un'utilitaria accessoriata..hai pochissima manutenzione, consumi oscenamente bassi, inquinamento ai minimi..
eppure il diesel è ancora la prima motorizzazione..
d'altronde ieri una collega mi chiedeva..'ma dove la ricarico l'auto ibrida?'..
un saluto.
stefano
In effetti l'auto elettrica ha un raggio 'limitato' d'azione per una percorrenza di 150 / 200 km ma sono tantissimi gli utilizzi privati e professionali che potrebbero coprire egragiamente da subito.
Gli incentivi, a mio avviso, sono utili non tanto per la cifra (ridicola) in sè per sè quanto piuttosto per un segnale che un governo, cittadino e nazionale, dà di interesse e quindi di utilità. Il disinteresse, come avviene in Italia (e solo in Italia) è doppiamente negativo.
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