In 9 mesi persi oltre 45.000 veicoli commerciali (-34,3%)
Il comunicato stampa dell'UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) è esplicito quando scrive che continua ad essere drammatica la situazione del mercato dei veicoli commerciali (autocarri con peso totale a terra fino a 3,5t) che nel mese di settembre – nonostante il confronto con lo stesso periodo dello scorso anno, che registrò a sua volta una flessione del 12% - ha evidenziato l'ennesimo calo dell'anno (-26,4%) e appena 8.607 veicoli immatricolati, rispetto agli 11.687 del settembre 2011.
Dalla stima elaborata dal Centro Studi UNRAE emerge che nei primi 9 mesi dell'anno siamo ancora sotto le 90.000 unità immatricolate (87.067 per l'esattezza), con una riduzione rispetto all'anno precedente del 34,3%. La scomposizione per trimestri, inoltre, evidenzia che nei primi 3 mesi dell'anno la flessione è stata del 36,4%, nel secondo trimestre del 36,8%, a cui fa seguito un terzo trimestre che – sempre a causa dell'effetto confronto con un periodo che già evidenziava consistenti flessioni – ha chiuso in calo del 26,8%.
Il nostro grafico preparato con i dati forniti dall'UNRAE è più che eloquente.
Ancora più 'drammatico' se evidenziamo le percentuali di caduta del mercato mese/mese.
Cliccare sui grafici per ingrandire
E' chiaro che i veicoli commerciali sono direttamente collegati con l'andamento dell'economia, delle merci che devono essere trasportate, e sono un indicatore della percezione degli operatori sul mercato se sia in crescita se sia stabile o non abbia scampo, in un futuro tangibile e non lontanissimo nel tempo. La percezione è l'ultima delle tre opzioni ipotizzate, pessimismo assoluto. Lo abbiamo visto anche concretizzarsi nei post precedenti qui in particolare.
Questo in Italia. Ma quale è la situazione in Europa. Accontentiamoci di spulciare i dati europei pubblicati dall'ACEA, l'Associazione dei costruttori europei, sull'andamento delle immatricolazioni delle auto in Europa. Il disastro italiano lo abbiamo già visto in un altro post, -25,7%.
A settembre sono da crisi profonda anche i numeri nelle altre nazioni europee, Spagna con -36,8%, Francia con -18% e addirittura anche la Germania non si salva dall'essere col piede sull'orlo del baratro con un sorprendente -10,9%, mentre è controtendenza, fra i maggiori mercati, solo la Gran Bretagna con un +8,2 %.
A settembre sono da crisi profonda anche i numeri nelle altre nazioni europee, Spagna con -36,8%, Francia con -18% e addirittura anche la Germania non si salva dall'essere col piede sull'orlo del baratro con un sorprendente -10,9%, mentre è controtendenza, fra i maggiori mercati, solo la Gran Bretagna con un +8,2 %.
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