Ho ritrovato un articolo di Piero Campani, giornalista specializzato in automotive del gruppo editoriale Quotidiano (La Nazione, il Giorno, Il Resto del Carlino, QS Sport, QN Motori ecc.) che racconta una impresa che ha contribuito a scrivere la Storia dei veicoli elettrici in Italia. Posso dire scherzosamente e modestamente che ad organizzare l'impresa ed a partecipare 'c'ero anch'io' (ecco spiegata l'auto celebrazione del titolo del post).
IL MIO VIAGGIO TRA ROMA E FIRENZE
di Piero Campani
Rutelli tra il titolare e Campani. A desta Gianni Ippoliti |
Ho peccato di presunzione nel decidere di effettuare il raid da Roma a Firenze a bordo di uno scooter elettrico senza fermarmi mai, cambiando solo le batterie ogni 50 chilometri. Presunzione nel giudicare la resistenza fisica nei confronti di una giornata afosa, con un sole che picchiava a mille. Per il resto è stata una cavalcata senza patemi d 'animo con uno scooter che ha retto senza nessun accenno di cedimento. Neanche quando, preso dell'euforia di arrivare quanto prima, ho deciso di attaccare la salita dei Cipressini che da Poggibonsi porta a San Casciano al massimo della potenza. Un leggero brontolio per richiamarmi alla memoria che ero alla guida di un mezzo elettrico, poi via di nuovo senza alt ri avvertimenti.
La soddisfazione di aver compiuto un'impresa al di fuori dell'usuale è arrivata nei giorni seguenti quando la gente mi chiedeva impressioni sul raid, quando mi telefonava al giornale per sapere dove era possibile acquistare scooter elettrici.
Questo è il segnale che qualcosa si sta muovendo, nel senso che ora si può disporre di un mezzo meno inquinante, meno costoso e soprattutto che non crea alcun problema di man utenzione.
La partenza di Roma è stata significativa: il Sindaco Rutelli ha dato il via e tanta ge nte sulla piazza del Campidoglio si è accalcata per conoscere l'iniziativa. Poi le strette di mano e la partenza verso Civitavecchia. Domenica 15 giugno (nota di ME: 1997), giorno del referendum, ma soprattutto giorno di vacanza, di mare per i romani. Un dra mma per le auto al seguito, mentre il sottoscritto è riuscito a sgusciare fino a Santa Severa senza fermarsi un attimo. E qui sono stato costretto ad attendere il furgoncino con le batterie al ricambio, rimasto imbottigliato. Pochi minuti e poi via verso il nord, verso Grosseto. "Non posso farcela, sto scoppiando dal caldo" -ripetevo. Poi ho deciso di usare il mio casco Bieffe come secchio per rovesciarmi addosso più acqua possibile. E così sono tornato in forma. La parte del tracciato più ostica si è rivelata quella che sulla carta doveva essere la più semplice. D a Roma a Grosseto, colpevole un caldo africano, insopportabile, senza un alito di vento, in un territorio senza vegetazione, la trasferta è stata durissima. Poi da Grosseto a Siena, da Siena a Firenze una passeggiata, nonostante le salite della Cassia che a suo tempo hanno messo a dura prova le auto delle Mille Miglia. Ma non il nostro piccolo e scattante scooter elettrico.
Una volta ritrovata la situazione ambientale ottimale posso dire di aver trascorso un paio d'ore in completo rilassamento.
Lo scooter elettrico, Piero Campani. il Direttore de La Nazione, l'Ass. Cecchi, il Sindaco Prof. Primicerio |
Infine l'arrivo a Firenze è stato un trionfo con il sindaco Primicerio, l'assessore alla mobilità Cecchi e il mio direttore ad attendermi sulla linea di arrivo.
Un segnale che la trazione elettrica è entrata nel costume di vita delle città italiane, in modo particolare per quelle affogate dal traffico come Firenze. Molti mi chiedono se sarei pronto a ripetere un avventura del genere. Datemi uno scooter e vi faccio vedere che non mi tiro indietro.
Durante un test una settimana prima |
Campani, il sottoscritto, il titolare, il progettista |
La prima colonnina di ricarica |
Il sottoscritto |
4 commenti:
Avanguardie :)
Complimenti per il tuo viaggio eroico e per aver dimostrato che i motorini elettrici sono validi.
Da possessore di un cinquantino Euro 1 (2 tempi catalitico del '99) ritengo che i ciclomotori debbano per forza essere elettrici perché i loro spostamenti limitati, l'uso urbano e le basse percorrenze di fatto non fanno mai andare in temperatura il motore e il relativo catalizzatore (io a Milano difficilmente faccio più di 10 km).
Questo permetterebbe ai giovani di abituarsi all'elettrico e all'autonomia limitata, non li truccherebbero (sarebbe troppo costoso) e farebbe capire alle persone la necessità di un garage dove poter caricare motorino e auto ibride/elettriche.
Questo è pensare al futuro, questo è pensare al bene del pianeta e dei nostri figli e non alle poltrone, ai propri interessi personali che siano di destra e di sinistra.
Che i cinquantini elettrici non si possano truccare e' in realta' un falso mito , anzi ala fine basta un Pc ed un software per modificare i parametri giusti.
Comunque viaggiare in elettrico e' sempre molto belli , due ani fa ho fatto il giro d'italia in elettrico ( con batteria non interscambiabile molto piu' difficile) ma a dispetto dei dubbiosi e' andato tutto benone
http://www.youtube.com/watch?v=WCCTqzteRic&t=0m39s
Un' intervista dell'amico Marcelo. complimenti!
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