Si, in effetti se non ci si crede non metteremo mai in atto le buone pratiche necessarie perché certe cose avvengano. Purtroppo questo è lo stato dell'arte della nostrana intellighenzia, ma per fortuna e per capacità di prefigurare un futuro oramai imminente ecco due notizie che confutano le idee dell'anonimo professore.
La prima.
Azienda piazza 15 mila colonnine di ricarica in 13 città compresa la capitale Washington. L'iniziativa, denominata EV Project, lanciato in ottobre con 99.800 mila dollari in fondi di stimolo. La concessione di cui l'installazione di stazioni di ricarica a casa - che costano circa 2.200 dollari ciascuna - per 4.700 acquirenti dell'auto elettrica della Nissan, la Leaf, ed una manciata di stazioni di ricarica pubbliche. (Washington Post)
La seconda.
Il governo locale di Shenzhen (Cina) ha annunciato il 6 luglio che offrirà contributi da 30.000 yuan (3.550 euro) a 60.000 yuan (7.100 euro) per l'acquisto di veicoli elettrici ibridi plug-in e veicoli elettrici puri, che verranno offerti in aggiunta alle sovvenzioni che il governo centrale ha annunciato il primo Giugno. (Capital Vue)
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Piovono yuan in Cina per le auto elettriche
Aggiornamento dell'ultimo istante.
Come ci segnala l'amico Daniele, Harald Wester, direttore tecnico del gruppo Fiat e amministratore delegato di Maserati, Abarth e Alfa Romeo ha fatto una dichiarazione di cui dovremmo ricordarci nel futuro al momento opportuno. “Sapete quante auto elettriche – dice in un'intervista a Quattroruote sul numero di luglio – sono state vendute l'anno scorso a livello globale? Duemilacento. E dovrebbero avere un impatto sul nostro business? Fa ridere,sono sciocchezze!”.
3 commenti:
Harald Wester è un grande "standardizzatore" che ha permesso ad Alfiat di non ripetere gli errori di 159 (la prima "Giulietta" doveva essere basata sul pianale di 159 che già era pesante e grande per un segmento D, figuriamoci per un C!), purtroppo però non ha una visione sia del mercato di Alfa Romeo e del mercato americano (vuol vendere in America una Giulia a trazione anteriore) che di quella che sarà l'imminente "rivoluzione" ibrida.
Anche se al CRF hanno pensato all'ibrido più intelligente, economico che si possa fare (perché ha alti rendimenti e condivide molti componenti con le auto normali) e cioè con il motore elettrico all'interno del cambio a doppia-frizione, non lo vuole mettere sul mercato e non lo sta sviluppando adeguatamente (Toyota ha una marea di Prius III plug-in in prova!), per di più non sta nè sviluppando un'E.r.e.v. sebbene disponga ora dell'eccellente bicilindrico nè la trazione integrale realizzata elettricamente (motore elettrico posteriore) che sarà una soluzione molto valida perché le auto a trazione integrale pesano di più e hanno minori rendimenti.
Ce un'unica cosa su cui sono d'accordo con lui e cioè che se in Cina "elettrificassero" tutte le auto la produzione di Co2 non scenderebbe perché hanno centrali a corbone. Detto ciò, però, non si terrebbe conto degli altri inquinanti che sono decisamente più pericolosi della CO2.
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La connessione domestica negli USA costa 2200 dollari perché devono essere adeguati conduttori e potenza (hanno i 110V) cosa che in Europa non è così necessaria. Da noi basta un quarto di quella cifra a casa, nel condominio o in azienda per un punto dedicato di ricarica da 3 kW (auto da 25 kWh pronta in una notte) e ne basta la metà per un punto a 6 kW (adeguamento conduttori da 4mm e aumento potenza). Basta chiedere anche ora a chi ci fattura l'energia.
Le prime auto in vendita a fine anno e in consegna nel primo trimestre 2011 non hanno quindi problemi di ricarica all'interno di luoghi privati: basta coordinarsi con il concessionario e il proprio fornitore di energia che manda la bolletta.
La rete di vendita ufficiale delle case o le imprese di fornitura sensibili, con cui sono stati o saranno stretti accordi, predisporranno una prima rete di ricarica veloce su strada per i veicoli venduti che già rispettano uno standard tecnico di mercato che consente la ricarica in meno di mezz'ora, ma si può arrivare a 5 minuti (dipende dalla potenza dell'apparecchiatura di ricarica e se c'è un accumulo "lento" in correte continua integrato o una piccola produzione da fonte rinnovabile la rete elettrica rimane così com'è).
Fra circa 2 anni arriveranno anche gli standard tecnici a livello europeo, di sicurezza e interoperabilità, nonché di pagamento che ratificheranno, presumibilmente, gli standard sviluppati dai costruttori che hanno pronti già ora prodotti evoluti. Si viaggerà liberamente in Europa.
Nel 2012 già scenderanno i costi della batteria del 30% (grazie ad una migliore industrializzazione) e prima del 2015 arriva l'aumento dell'autonomia a circa 300 km.
Per il 2015 le reti in concorrenza aperte al pubblico di fast charging dovrebbero già essere uscite dalla sperimentazione e avviarsi ad una diffusione interurbana, soprattutto. Nel 2020 sarà normale usare la vettura elettrica con scocca robusta ma leggerissima, ci sarà qualcuno che utilizzerà metano nei vecchi motori a pistoni (sia a ciclo Otto che Diesel), ma a quel punto i veicoli elettrici ad autonomia estesa (1000-1500 km) mediante un piccolo generatore endotermico avranno fatto dimenticare quello che oggi vediamo nelle città: calore inutile, polveri letali, puzze velenose, rumore assurdo, costi di gestione e sprechi insostenibili. E il piacere di guida, la sicurezza dinamica e il comfort saranno persino più elevati. E non ci sarà downsizing pistonistico che tenga.
Il mercato parte e va avanti... vince ciò che consente di fare di più con meno e meglio, possibilmente per tutti.
Andiamo per ordine.
Perchè quello che stiamo vivendo, è un film già visto.
Non ci credete ?
Nel lontano 1929 l'intero mondo venne travolto dal crollo del mercato azionario di Wall Street.
In Italia vennero varate misure di salvaguardia dell'occupazione e di sviluppo della domanda interna.
Nel 1931 venne fondata l'IRI, Istituto di Ricostruzione Industriale.
Zio Benito era ossessionato dall'inflazione.
Sapeva benissimo che a ripresa avvenuta l'economia del Regno poteva essere strangolata dall'aumento dei costi delle materie prime : essenzialmente carbone e ferro.
E si impose un obbiettivo : un cambio sterlina / lira pari a 60.
All'epoca le importazioni si pagavano in sterline.
Cosa fece zio Benito per limitare le importazioni di carbone inglese necessario ad alimentare l'imponente parco di locomotive a vapore dell'italietta nostra ?
Elettrificare le ferrovie italiche !
Le ferrovie elettrificate vennero alimentate con il carbone bianco : energia idroelettrica prodotta dalle acque nostrane.
Si.
E' vero !
Ci fu anche la battaglia del grano.
Le locomotive a vapore in dieci anni scomparvero dalle lunghe percorrenze delle principali tratte.
E si limitarono le importazioni di carbone inglese.
Veniamo ai giorni nostri.
Se vogliamo basare la nuova ripresa economica sul petrolio e sul carbone prepariamoci ad una inflazione a due cifre.
Ma se vogliamo alimentare la nostra economia con fonti energetiche rinnovabili,
allora il nostro sviluppo sarà stabile e costante.
Più in termini di benessere che di ricchezza prodotta.
Così mi pare.
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