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Obama attacca McCain sul nucleare,"e le scorie?"
Il tema dell'energia infiamma la campagna elettorale Usa: il candidato democratico Barack Obama e' tornato all'attacco in Nevada puntando il dito contro il piano di rilancio del nucleare dal rivale repubblicano John McCain. Il senatore dell'Arizona ha proposto la costruzione di 45 nuovi reattori nucleari entro il 2030 ma secondo Obama il suo progetto fa acqua perche' non prevede un piano di stoccaggio delle scorie. Obama ha cercato di far leva sulla forte opposizione suscitata proprio in Nevada dal discusso progetto di un sito di stoccaggio di scorie nucleari che dovrebbe sorgere nel sito della Yucca Mountain, a 150 chilometri da Las Vegas, e che dovrebbe accogliere migliaia di tonnellate di rifiuti radioattivi provenienti dai 104 reattori statunitensi e dalle armi smantellate, attualmente distribuiti in 121 depositi temporanei. Obama si e' opposto al progetto mentre McCain si e' detto favorevole. Il senatore dell'Illinois ha contestato anche la proposta del rivale di consentire piu' perforazioni petrolifere off-shore. "Ha senso quanto lo ha la sua proposta di costruire 45 nuovi reattori nucleari senza un piano di stoccaggio delle scorie in un altro posto piuttosto che qui a Yucca Mountain", ha detto Obama.
Al 60esimo summit a Santiago del Cile, processo ai grossi cetacei
La denuncia dei paesi "balenieri", Giappone, Norvegia e Islanda. Al Wwf affidata la difesa
I cacciatori accusano le balene
"Rubano il pesce ai poveri"
Gli ambientalisti: "Assurdo, la carenza di risorse ittiche è colpa dell'uomo"
ROMA - Il processo alle balene è iniziato. L'accusa, rappresentata dai tre grandi paesi cacciatori - Giappone, Norvegia e Islanda - sostiene che i grossi cetacei "rubano" i pesci ai paesi in via di sviluppo intaccando le risorse ittiche dei mari. La difesa, rappresentata dal Wwf, replica affermando che la denuncia è "assurda". Lo scontro si annuncia feroce al sessantesimo summit della Commissione baleniera internazionale che si apre oggi a Santiago del Cile presenti ottanta paesi. La prima questione sul tavolo sarà proprio il calo delle risorse ittiche. "Giappone, Norvegia e Islanda - spiega Massimiliano Rocco, responsabile del programma Traffic e specie del Wwf Italia - continuano ad affermare che i cetacei stanno intaccando le risorse ittiche dei nostri mari, causando un calo del pescato. Assurdo. La colpa è dell'uomo e della pesca selvaggia. La tesi dell'accusa serve solo per giustificare la caccia alle balene e per sviare l'attenzione dal vero problema, quello della pesca che sta letteralmente ripulendo i mari, provocando un calo preoccupante di tonni, merluzzi e salmoni". I difensori dei giganti dei mari stanno affilano le armi: "Nel summit - continua Rocco - smentiremo le tesi dell'accusa con studi scientifici, dimostrando come sia l'uomo il vero responsabile dell'overfishing, cioè l'eccessivo sfruttamento delle risorse attraverso la pesca". Ma i paesi "cacciatori" non si fermano. La loro arringa prevede un'accusa ancor più precisa: le balene-imputate sarebbero colpevoli di sottrarre pesce ai paesi in via di sviluppo. "Si tratta ancora una volta di un'assurdità", ribadisce l'esponente del Wwf Italia. "Presenteremo un dossier Who's eating all the fish? (Chi sta mangiando tutto il pesce?) con cui dimostreremo come oltre il 60% del pesce pescato in paesi poveri non rimane nei mercati locali ma finisce in quelli europei, giapponesi, nord-americani e cinesi".
Anche l'Italia avrà voce in capitolo al summit che deciderà le sorti dei giganti dei mari, e sarà rappresentata da una delegazione mista costituita da esperti dell'Icram (l'istituto per la ricerca sul mare), del ministero dell'Ambiente e delle Politiche agricole.
-----------------Il testo, Richiesta di conversione ---------------------------
Qui di seguito lo stralcio della norma.
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I capi di Stato e di governo dell'Ue hanno discusso a lungo, in apertura del Consiglio europeo nel pomeriggio del 18 Giugno a Bruxelles, della drammatica progressione del prezzo del petrolio, e non hanno escluso, tra l'altro, la possibilità di intervenire con un congelamento dell'Iva sui carburanti, se questi dovessero continuare a rincarare oltrepassando una certa soglia, secondo la proposta lanciata dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Lo ha riferito, stasera a Bruxelles, il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner, uscendo a incontrare i cronisti dopo aver assistito alla prima parte della riunione dei leader dei Ventisette. "I capi di Stato e di governo - ha riferito Kouchner - hanno discusso della crisi finanziaria... Hanno cercato di capire, senza trovare una risposta...perché infuria adesso, senza che vi siano stati cambiamenti, per esempio nell'estrazione del greggio, che possano spiegarla. E' un fenomeno senza precedenti", secondo il ministro francese, perché in altre occasioni un'instabilità dei mercati di queste proporzioni aveva cause individuabili. "E' come se ci fosse stata una guerra, o un disastro naturale", ha osservato. "E' stato evocato il fatto che il petrolio non è una risorsa inesauribile, e alcuni leader hanno proposto che la Commissione europea vari un piano di riduzione ordinata dei consumi energetici", oppure che vi siano "interventi mirati a sostegno delle fasce più deboli e delle categorie più colpite dall'aumento dei prezzi", come le misure d'urgenza proposte dall'Esecutivo Ue per i pescatori, ed è stata evocata anche la necessità di "un cambio di abitudini", il ricorso a modi di trasporto come più sostenibili come "le auto elettriche".
Come tutti gli impianti produttivi anche le centrali nucleari hanno un ciclo di vita, all'incirca sui quarant'anni, un periodo dopo il quale è necessario pensare alla loro sostituzione, e ai delicati problemi che presenta. A fine 2007 sul pianeta risultavano in esercizio 439 reattori, e di questi 167 si trovavano in Europa. Circa 119 impianti hanno invece già terminato la loro attività, e 78 sono localizzati nel Vecchio continente. Ecco perché il decommissioning è un'attività in piena crescita: secondo la World Nuclear Association, nei prossimi dodici anni si prevede che nel mondo si dovrà gestire lo smantellamento di circa 300 vecchi reattori, più o meno un centinaio ogni quattro anni, e una settantina di essi saranno europei. In Italia, a fine 2006, cioè diciannove anni dopo lo stop referendario, l'attività di effettivo smantellamento aveva interessato solo il 6% delle strutture, mentre la maggior parte delle spese era stata dedicata a mantenere in sicurezza l'esistente (...).
PERCEZIONE - L'opinione pubblica, insomma, non ha la percezione che buona parte del «lavoro sporco» rimanga ancora da fare (...). Nel caso italiano, inoltre, l'operazione diventa un costo secco per il consumatore, perché dovrà essere finanziata ad hoc. La stima più recente per il decommissioning nazionale è di circa 4,3 miliardi di euro, una cifra contenuta nell'ultimo piano industriale della Sogin, quello 2007-11. La data di conclusione delle bonifiche sarebbe il 2024, se fosse operativo il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Ma di qui ad allora andranno sciolti parecchi nodi. Primo fra tutti proprio quello delle scorie, visto che attualmente i rifiuti di seconda e terza categoria ammontano a circa 90 mila metri cubi.
SCORIE - Così distribuiti: 25 mila provengono dalle «vecchie» quattro centrali e dagli impianti di ricerca dove sono stati stoccati. Gli altri 65 mila arriveranno direttamente dall'attività di smantellamento. Tra tutte le scorie, quelle di terza categoria rappresentano il 5% del totale. Ma sono proprio loro a costituire il «nocciolo » del problema. «Terza categoria» significa infatti materiali ad alta attività, che non esistono in natura, come il plutonio, molto tossici e con un periodo di dimezzamento di diverse migliaia di anni (24 mila nel caso specifico). Pur variando dal 3 al 5% del totale, sono tuttavia responsabili del 95% della radioattività che viene emessa (...).
RIPROCESSAMENTO - Nell'aprile del 2007 la Sogin e la francese Areva hanno sottoscritto un contratto per il «riprocessamento» di 235 tonnellate del combustibile nucleare irraggiato ancora presente in Italia e in una domenica d'inverno, il 16 dicembre 2007, i primi vagoni ferroviari con le barre fino a quel momento depositate nell'impianto piacentino di Caorso si sono messi in viaggio per attraversare le Alpi. Per essere completate, le operazioni di trasferimento richiederanno complessivamente circa cinque anni, e dopo il trattamento a Le Hague i residui vetrificati dovranno prendere la direzione opposta per rientrare in Italia entro il 31 dicembre 2025. Il tutto secondo i termini di un'intesa che comporta per la Sogin e il contribuente italiano un esborso superiore a 250 milioni di euro, che comprende il trasporto, il trattamento e il condizionamento del combustibile delle ex centrali di Caorso (190 tonnellate), Trino Vercellese (32 tonnellate) e del Garigliano (13 tonnellate). Qualche anno prima era stato invece già inviato in Galles il combustibile della centrale di Latina, che funzionava con tecnologia britannica, e di parte di quello del Garigliano. Alla richiesta di maggiori dettagli relativi alla presenza a Sellafield di combustibile nucleare italiano – si dovrebbe trattare di 1.452 tonnellate di combustibile Magnox – la risposta ufficiale inglese è che molto di quel materiale è già stato «riprocessato», mentre una sua parte è ancora in attesa di trattamento. Le scorie, si aggiunge, torneranno in Italia in seguito agli accordi contrattuali, ma i particolari sul materiale radioattivo custodito a Sellafield sono considerati confidenziali e non possono essere rivelati.
DEPOSITO - Seguendo il programma in corso d'opera, dal trattamento delle scorie «francesi» e «inglesi» si ricaveranno invece dei rifiuti vetrificati che dovranno essere collocati nel futuro, incognito, deposito nazionale. A individuarne la localizzazione sarà il ministero dello Sviluppo, che dovrà pur sempre tenere conto della posizione delle Regioni. Un gruppo di lavoro misto si è messo al lavoro a marzo 2008, e si è dato sei mesi per individuare il modo di realizzare lo stoccaggio. Il deposito dovrà ospitare non solo i materiali radioattivi di uso medico e industriale, ma anche i rifiuti di seconda categoria, e «temporaneamente » anche quelli di terza categoria. Un eufemismo per dire «a tempo indeterminato», in attesa cioè che gli sviluppi scientifici mondiali consentano di individuare soluzioni adatte (...). Malgrado i propositi di accelerazione rispetto al più recente passato, secondo le stime della Sogin le attività di decontaminazione e smantellamento delle centrali, e di bonifica finale dei siti che ospitano gli impianti, a Trino Vercellese finirebbero completamente entro il 2013. Bosco Marengo (produzione delle barre di combustibili) dovrebbe chiudere entro il 2009. Mentre al 2011 Caorso sarà smantellata al 40%, Saluggia (impianto Eurex di riprocessamento) al 35%, Trisaia (Itrec, riprocessamento) al 30%, Casaccia (laboratorio Opec, impianto plutonio) al 25%, Garigliano al 20% e Latina al 10% (...).
Nucleare: 1200 docenti e ricercatori a governo, no rilancio
Oltre milleduecento tra docenti universitari e ricercatori, sottoscrittori dell'appello sulle scelte energetiche per il futuro dell'Italia promosso nel mese di marzo scorso dal prof. Vincenzo Balzani dell'Universita' di Bologna, hanno ora trasformato i contenuti delle loro riflessioni in una lettera aperta inviata oggi al premier Berlusconi, al ministro dello Sviluppo Economico Scajola ed a quello dell'Istruzione, Universita' e Ricerca Gelmini, alla vigilia della discussione del governo sulle centrali nucleari.
I sottoscrittori, in sintesi, sottolineano che "il sole e' la piu' grande risorsa energetica del nostro pianeta" e affermano che il nucleare e' "un pericoloso fardello sulle spalle delle prossime generazioni". Nella lettera aperta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si legge che "uno dei problemi piu' delicati e piu' difficili che il nostro Paese ha oggi di fronte e' quello dell'energia; le decisioni che verranno prese a questo riguardo condizioneranno non solo la nostra vita, ma ancor piu' quella dei nostri figli e dei nostri nipoti. Per prendere decisioni sagge su un tema cosi' complesso e' necessaria una forte collaborazione fra scienza e politica" L'appello, sottoscritto come detto da piu' di milleduecento docenti e ricercatori, sottolinea l'urgenza che nel Paese aumenti la consapevolezza riguardo la gravita' della crisi energetica e climatica, insiste sulla necessita' del risparmio e di un uso piu' efficiente dell'energia ed esorta il governo a sviluppare l'uso delle energie rinnovabili ed in particolare dell'energia solare. "A nostro parere - scrivono ancora - l'opzione nucleare non puo' essere considerata la soluzione del problema energetico per molti motivi: necessita' di enormi finanziamenti pubblici, insicurezza intrinseca della filiera tecnologica, difficolta' a reperire depositi sicuri per le scorie radioattive, stretta connessione tra nucleare civile e militare, possibile bersaglio per attacchi terroristici, aumento delle disuguaglianze tra paesi tecnologicamente avanzati e paesi poveri, scarsita' di combustibili nucleari. La piu' grande risorsa energetica del nostro pianeta e' il Sole, una fonte che durera' per 4 miliardi di anni, una stazione di servizio sempre aperta che invia su tutti i luoghi della Terra un'immensa quantita' di energia, 10.000 volte quella che l'umanita' intera consuma. Sviluppare l'uso dell'energia solare e delle altre energie rinnovabili significa guardare lontano, che e' la qualita' distintiva dei veri statisti. E' un guardare lontano nel tempo, perche' getta le basi per un positivo sviluppo tecnologico, industriale ed occupazionale del nostro Paese, senza porre pericolosi fardelli sulle spalle delle prossime generazioni. E' un guardare lontano nel mondo, perche', a differenza dei combustibili fossili e dell'uranio, l'energia solare e le altre energie rinnovabili sono presenti in ogni luogo della Terra e, quindi, il loro sviluppo contribuira' al superamento delle disuguaglianze e al consolidamento della pace.
Saremo ben lieti - concludono gli scienziati - di mettere a disposizione le nostre competenze per discutere il problema energetico in modo approfondito nelle sedi opportune".
Del comitato promotore fanno parte Vincenzo Balzani (presidente), Universita' di Bologna; Vincenzo Aquilanti, Universita' di Perugia; Nicola Armaroli, Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna; Ugo Bardi, Universita' di Firenze; Salvatore Califano, Universita' di Firenze; Sebastiano Campagna, Universita' di Messina; Luigi Fabbrizzi, Universita' di Pavia; Michele Floriano, Universita' di Palermo; Giovanni Giacometti, Universita' di Padova; Elio Giamello, Universita' di Torino; Giuseppe Grazzini, Universita' di Firenze; Francesco Lelj Garolla, Universita' della Basilicata; Luigi Mandolini, Universita' La Sapienza, Roma; Giovanni Natile e Giorgio Nebbia, Universita' di Bari; Gianfranco Pacchioni, Universita' Milano-Bicocca; Paolo Rognini, Universita' di Pisa; Renzo Rosei, Universita' di Trieste; Franco Scandola, Universita' di Ferrara; Rocco Ungaro, Universita' di Parma.
With Gas Costs Rising, Farmers Take to Mules
The local price for a gallon of gas is $3.87, so Tennessee farmer Danny Raymond is running his farm implements on mule power. Courtesy of Southern Standard
The Bryant Park Project, May 27, 2008 · Two Tennessee farmers have found an old-fashioned solution to the problem of high prices at the gas pump: They've hitched their farming equipment to two mules named Dolly and Molly. T.R. Raymond and his son Danny say it's a lot cheaper to fuel their mules than to fuel their tractors.
The Raymonds, who live in McMinnville, say they're not alone. "There's a lot of mule power around here," T.R. Raymond says. "When you get to where you can't afford the gas, you hook the mules up."
Their farm measures 40 acres, with 17 head of horses and about 20 cows.
To make the switch from gasoline to mule power, Danny Raymond had to teach the animals to pull the equipment. "It's time-consuming," he says. "They were a little nervous at first, but they adjusted real well."
Modern equipment doesn't translate automatically to older methods. The weights have to be shifted so that each animal pulls equally, for example. But the savings have been immediate. Gas in the area has been selling for $3.87 a gallon.
The mules don't ask nearly so much. "They just eat hay and a little sweet feed, a little shell corn," T.R. Raymond says. "You gotta rub around on them and talk to them, stay acquainted with them, where they know you."
With their return to mule power, the Raymonds figure they're saying at least $60 a day.
Inflazione/ adoc: rincari carburanti, 8 milioni rinunciano all'auto e 2 milioni l'abbandonano definitivamente, 6 milioni la usano meno.
La corsa dei carburanti costringe otto milioni di italiani a rinunciare all'uso dell'auto "modificando radicalmente le proprie abitudini". Lo afferma in una nota il presidente dell'Adoc, Carlo Pileri, spiegando che due milioni sono gli automobilisti che hanno abbandonato definitivamente l'uso del mezzo a quattro ruote, mentre sei milioni sono quelli che hanno deciso di non mettersi alla guida più di una volta alla settimana. "Entro fine anno - prosegue Pileri - circa la metà degli automobilisti italiani userà la macchina sporadicamente". La riduzione dell'utilizzo dell'automobile, prosegue l'Adoc, è confermata dalla flessione del 28% registrata nel consumo di carburanti nel giro di un anno. Per l'organizzazione il costo del gasolio è aumentato nello stesso periodo del 38%, quello della benzina del 26,2%. L'incremento medio delle assicurazioni Rca è stato del 7%. Il calo dell'utilizzo dell'automobile, sottolinea Pileri, è "un dato da tenere in conto per modificare il regime assicurativo, favorendo la stipula di polizze sul reale utilizzo del mezzo. In questo modo si dimezzerebbero i costi dell'Rca". Ma "la crisi economica delle famiglie - evidenzia ancora l'organizzazione dei consumatori - si sta così acutizzando che sta prendendo piede un nuovo fenomeno: sempre più anziani pensionati, solo a Roma se ne stimano oltre 2mila, rovistano tra i banchi dei mercati dopo la loro chiusura, in cerca di frutta e verdura. Una fotografia - conclude - di un grave disagio sociale".
Smog, i vigili sfidano Alemanno
Il sindacato Ospol in rivolta: "È alta la percentuale di malattie gravi e decessi. Negato il diritto alla salute"
Non hanno le mascherine né le cabine speciali, sono in strada a respirare lo smog e il 90 per cento di loro si ammala anche in modo grave: è il grido d´allarme che lanciano i vigili urbani i quali chiedono maggiori garanzie per la loro salute altrimenti sono pronti allo sciopero. «Il diritto alla salute sul posto di lavoro non viene riconosciuto agli agenti municipali di Roma, i quali vengono comandati a presidiare i punti della città più a rischio, per l´alta concentrazione di polveri sottili e di monossido di carbonio, sprovvisti di ogni necessaria dotazione come mascherina anti-smog a norma e cabine provviste di filtraggio dell´aria inquinata»... E c´è di più. «Abbiamo fatto un indagine - dice Mauro Cordova dell´Arvu - e abbiamo appreso che mediamente a Roma muoiono 2 o 3 vigili urbani al mese per malattie molte delle quali riconducibili e a stress e inquinamento».
The extraordinary Retreat of Arctic Ocean Sea Ice, 2007
In September 2007, the sheath of floating sea ice on the Arctic Ocean pulled back far beyond the average minimum measured since satellites have kept track starting in 1979. Many experts foresee a similar, if not bigger, retreat in 2008. Visit svc.gsfc.nasa.gov and nytimes.com/climate for more background. email dotearth @ nytimes.com
" Di ritorno dalla partecipazione al convegno di Roma sulla «mobilità sostenibile», ovvero, come muoversi inquinando meno, ho riflettuto a lungo sui ritardi con cui il nostro paese, ma diciamo pure l’Europa, si confronta con questo tema che ogni giorno che passa diventa sempre più preoccupante e drammatico...La certezza che ci rende inquieti è che nell’immediato futuro avremo a disposizione sempre meno benzina a un prezzo sempre più elevato.."
"..Anche sul piano della «mobilità sostenibile» abbiamo qualcosa da impare dal popolo cinese. L’impiego del veicolo elettrico in Cina è molto diffuso, ci sono intere città, come Huanijian, Jiangimen, Jinan... e moltissime altre ove il 90% degli scooter in circolazione sono elettrici, alimentati a batteria e l’eccezione, al contrario, è proprio il motore a scoppio. Nel Guadong esistono decine di grandi aziende che producono solo ed esclusivamente: auto, scooter, autobus, e.... biciclette che si muovono con motori elettrici. Ogni anno al motor show di Pechino si rinnovano proposte di automobili che grazie all’impiego delle batterie di nuova generazione percorrono 100 o 300 chilometri a velocità da 50 a 150 kmh. con un «pieno», del valore di un solo euro. Eppure esiste una tecnologia immediatamente disponibile che davvero potrebbe risolvere i problemi legati all inquinamento da gas di scarico e da rumore delle nostre città, consentendoci inoltre di risparmiare ben il 90% sui prezzi dei carburanti. Il motore elettrico è la vera via di fuga da questa dipendenza. Distogliere l' attenzione dai motori endotermici per concentrarci verso questa nuova tecnologia sarà la nostra unica salvezza."Qui
Airlines plan to cut flightspeople.com.cn
Major Chinese airlines are moving fast to tackle the mounting pressure from escalating fuel prices and shrinking market demand. China Southern Airlines and China Eastern Airlines said they plan to cut long-haul international flights to reduce costs. Luo Zhuping, board secretary of China Eastern, said the company is considering cutting international flights but the reduction will be gradual. "Besides the soaring fuel prices, a major pressure is from the declining domestic and international market demand arising from the weaker international economy," Luo told China Daily yesterday.