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Veicoli elettrici - mobilità - tecnologie - ambiente - energia rinnovabile. L'esaurimento delle risorse e le conseguenti ripercussioni politiche ed economiche rendono necessario ridurre la dipendenza dall'importazione di prodotti petroliferi e spingere quindi verso lo sviluppo di fonti energetiche alternative. I veicoli elettrici possono utilizzare tecnologie e risorse nel modo più efficiente.
martedì 31 dicembre 2013
lunedì 30 dicembre 2013
venerdì 27 dicembre 2013
La maledizione del secolo in Cina
La Cina continua la sua marcia inarrestabile verso il futuro e la crescita. Recente notizia secondo la quale il PIL sale al 7,6% quando le previsioni erano solo al 7,6%, il tutto nonostante la crisi mondiale. Ma c'è qualcosa che preoccupa i cinesi, anzi, dovrebbe preoccuparli sopra tante altre cose: l'inquinamento. Lo sappiamo attraverso il quotidiano online, lo ShanghaiDaily, secondo il quale le polveri ultrasottili (PM2,5) hanno raggiunto e superato ampiamente i limiti di tollerabilità per la salute umana, come del resto accade anche per le polveri sottili, i PM10.
Un picco di 390 microgrammi per metro cubo i PM2,5 superano di cinque volte il limite nazionale che è di 75, e di oltre 15 volte i limiti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che sono di 25 microgrammi.
Grazie per l'arrivo di sostanze inquinanti da nord, la densità PM2.5 è salita a 300 microgrammi alle 07:00 quando erano stati registrati 120 microgrammi alle 4 del mattino, e la cifra ha continuato a crescere per tutto il pomeriggio.
Non migliora è la situazione per quanto riguarda le polveri sottili di più grandi dimensioni, 10 micron, le PM10, poiché la loro concentrazione è continuata a crescere durante la notte e ha segnato circa 500 microgrammi al 4:00, il triplo del limite nazionale assegnato che è di 150 microgrammi limite triplo e 10 volte la densità considerata sicura dall'OMS che è di 50 microgrammi.
Per Zhang Quan, direttore dell'Ufficio protezione dell'ambiente di Shanghai, ha riferito, sempre allo stesso giornale, che ci vorranno circa 10 anni per la città e l'intera regione del Delta del fiume Yangtze per risolvere il problema dell'inquinamento atmosferico, in particolare sono le emissione dei i veicolo e delle fabbriche che cumulativamente incidono per il 50 % nell'inquinamento atmosferico, seguite dalle polvere dei cantieri edili (10,5 %), le centrali elettriche (7,3 %) e paglia bruciata (10 %). L'altro 20 % viene da altre province.
Cosa significa vivere in queste condizioni lo sappiamo molto bene, sarebbe l'ora che si cominciasse a combattere seriamente per la sopravvivenza dei comuni ... mortali di quella e tante altre città, comprese le nostre.
Un picco di 390 microgrammi per metro cubo i PM2,5 superano di cinque volte il limite nazionale che è di 75, e di oltre 15 volte i limiti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che sono di 25 microgrammi.
Grazie per l'arrivo di sostanze inquinanti da nord, la densità PM2.5 è salita a 300 microgrammi alle 07:00 quando erano stati registrati 120 microgrammi alle 4 del mattino, e la cifra ha continuato a crescere per tutto il pomeriggio.
Non migliora è la situazione per quanto riguarda le polveri sottili di più grandi dimensioni, 10 micron, le PM10, poiché la loro concentrazione è continuata a crescere durante la notte e ha segnato circa 500 microgrammi al 4:00, il triplo del limite nazionale assegnato che è di 150 microgrammi limite triplo e 10 volte la densità considerata sicura dall'OMS che è di 50 microgrammi.
Per Zhang Quan, direttore dell'Ufficio protezione dell'ambiente di Shanghai, ha riferito, sempre allo stesso giornale, che ci vorranno circa 10 anni per la città e l'intera regione del Delta del fiume Yangtze per risolvere il problema dell'inquinamento atmosferico, in particolare sono le emissione dei i veicolo e delle fabbriche che cumulativamente incidono per il 50 % nell'inquinamento atmosferico, seguite dalle polvere dei cantieri edili (10,5 %), le centrali elettriche (7,3 %) e paglia bruciata (10 %). L'altro 20 % viene da altre province.
Cosa significa vivere in queste condizioni lo sappiamo molto bene, sarebbe l'ora che si cominciasse a combattere seriamente per la sopravvivenza dei comuni ... mortali di quella e tante altre città, comprese le nostre.
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martedì 24 dicembre 2013
Carburanti, costi: Italia vs USA
Dal sito EIA (U.S. Energy Information Agency) prendiamo i dati relativi al costo medio dei carburanti del mese di Novembre negli Stati Uniti.
Il prezzo medio della benzina a novembre è stato di 3,24 dollari al gallone, il gasolio 3,84 dollari al gallone.
Vediamo di riportare i costi in euro e in litri.
Benzina 0,625 euro al litro, prezzo della materia prima (petrolio) 0,432 euro al litro.
Gasolio 0,741 euro al litro, prezzo della materia prima (petrolio) 0,430 euro al litro.
Benzina 1,728 euro al litro, prezzo della materia prima (petrolio) 0,523 euro al litro.
Gasolio 1,656 euro al litro, prezzo della materia prima (petrolio) 0,593 euro al litro.
Confronto diretto Italia/USA
Benzina 1,728 vs 0,625 euro al litro, scostamento 276%
prezzo della materia prima (petrolio) 0,523 vs 0,432 euro al litro, scostamento 121% .
Gasolio 1,656 vs 0,741 euro al litro, scostamento 224%
prezzo della materia prima (petrolio) 0,593 vs 0,430 euro al litro, scostamento 138% .
Queste sono le ragioni dei costi in Usa mentre in Italia succede questo. E' probabile che le cose si riequilibrino in un prossimo futuro, ma non sarà una buona cosa né per gli Usa né per l'Italia.
Il prezzo medio della benzina a novembre è stato di 3,24 dollari al gallone, il gasolio 3,84 dollari al gallone.
Vediamo di riportare i costi in euro e in litri.
Benzina 0,625 euro al litro, prezzo della materia prima (petrolio) 0,432 euro al litro.
Gasolio 0,741 euro al litro, prezzo della materia prima (petrolio) 0,430 euro al litro.
Adesso vediamo i prezzi della benzina e del gasolio in Italia alla data del 16 Dicembre scorso così come li ha pubblicati l'Unione Petrolifera nel proprio sito.
Benzina 1,728 euro al litro, prezzo della materia prima (petrolio) 0,523 euro al litro.
Gasolio 1,656 euro al litro, prezzo della materia prima (petrolio) 0,593 euro al litro.
Confronto diretto Italia/USA
Benzina 1,728 vs 0,625 euro al litro, scostamento 276%
prezzo della materia prima (petrolio) 0,523 vs 0,432 euro al litro, scostamento 121% .
Gasolio 1,656 vs 0,741 euro al litro, scostamento 224%
prezzo della materia prima (petrolio) 0,593 vs 0,430 euro al litro, scostamento 138% .
Queste sono le ragioni dei costi in Usa mentre in Italia succede questo. E' probabile che le cose si riequilibrino in un prossimo futuro, ma non sarà una buona cosa né per gli Usa né per l'Italia.
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lunedì 23 dicembre 2013
Il consumo di petrolio è cresciuto del 4,9 % in novembre negli USA
Le consegne di petrolio negli Stati Uniti ( una misura della domanda ) sono aumentate del 4,9 % dal novembre 2012 con una media giornaliera di 19,4 milioni di barili. Consumi che riflettono il buon andamento dell'economia di quel Paese.
La domanda di benzina è aumentata del 5,4 % ( novembre 2012) in media poco più di 8,9 milioni di barili al giorno, mentre i distillati (gasolio) sono aumentate del 3,7 % a poco meno di 4,0 milioni di barili al giorno.
Nello stesso periodo, la domanda è aumentata del 7,0 % per il carburante jet e del 10,3 % per " altri oli ". Domanda di carburante residuo è diminuito del 24,9 % rispetto allo scorso anno a 243 mila barili al giorno, il livello più basso mai registrato per il mese di novembre.
Gli ingressi nelle raffinerie degli Stati Uniti sono aumentate del 3,2 % (novembre 2012). Con 15,9 milioni di barili al giorno, hanno raggiunto il secondo livello più alto dei novembre degli anni passati.
Le esportazioni di prodotti petroliferi raffinati sono aumentate 6,0 % rispetto allo scorso anno con 3,6 milioni di barili al giorno, il livello più alto per i mesi di novembre.
La crescita della produzione nazionale sta aiutando i consumatori mettendo pressione al ribasso sui prezzi.
La produzione di benzina è aumentato del 3,1 % rispetto allo scorso anno con 9,4 milioni di barili al giorno, al secondo più alto output sul disco a solo 63 mila barili al giorno sotto la soglia record di tutti i tempi del luglio 2010. Per l'anno in corso fino ad oggi, la produzione di benzina è aumentato del 2,1 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed è stato il più alto dall'inizio anno. La produzione di distillato è aumentato 8,3 % da novembre 2012 arrivando ad un massimo storico di 5,1 milioni di barili al giorno, la prima volta in assoluto sopra 5,0 milioni di barili al giorno. Da inizio anno la produzione di distillato anche raggiunto un record storico di 4,7 milioni di barili al giorno.
Record anche nella produzione di greggio nazionale nel mese di novembre in media sopra 8,0 milioni di barili al giorno per la prima volta in 25 anni. Produzione di greggio degli Stati Uniti è aumentato del 13,8 % da novembre 2012 a poco più di 8,0 milioni di barili al giorno.
Il gas naturale liquido ( NGL ovvero GPL ) alla produzione, coprodotto della produzione di gas naturale, ha raggiunto un nuovo massimo storico di poco più di 2,7 milioni di barili al giorno il mese scorso, con un incremento del 7,6 % da novembre 2012.
Secondo gli ultimi rapporti di Baker - Hughes , Inc., il numero di piattaforme petrolifere e di gas negli Stati Uniti nel novembre 1.756 è stato, cintro le 1.744 di ottobre.
Le scorte di petrolio greggio sono scese dello 1,0 % dallo scorso novembre a 375,7 milioni di barili, il secondo più alto livello inventario per il mese. Le scorte di benzina del motore chiudono in calo del 1,4 % rispetto allo scorso anno con 212,3 milioni di barili nel mese di novembre. Le scorte di olio combustibile distillato sono diminuite dell' 1,1 % rispetto ad un anno fa i livelli per porsi 116,7 milioni di barili. Questo era il livello più basso di inventario per il mese in 61 anni, dal 1952.
Il totale delle importazioni statunitensi e importazioni di petrolio greggio è sceso ai livelli più bassi novembre in 17 anni. Le importazioni totali sono scese del 5,7 % rispetto allo scorso anno in media 9,6 milioni di barili al giorno, mentre le importazioni di petrolio greggio sono scese del 5,4 % a 7,7 milioni di barili al giorno nel mese di novembre. Le importazioni di prodotti petroliferi affondano ad una quota del 6,8 % contro il novembre 2012 a 1,9 milioni di barili al giorno. Questo è il livello più basso delle importazioni per il mese in 14 anni, dal 1999.
Il tasso di utilizzo della capacità di raffinazione è stato mediamente del 89,3 % nel mese di novembre, in crescita di 2,9 punti percentuali rispetto al mese di ottobre e di 0,7 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La capacità utilizzabile di raffineria API è stato di 17.816 milioni di barili al giorno, in crescita del 2,3 % dalla capacità dello scorso anno che era stato del 17.408 mila barili al giorno.
API è una associazione nazionale che rappresenta tutti i segmenti del settore del petrolio e del gas naturale guidato dalla tecnologia americana, con oltre 550 membri tra cui grandi imprese integrate, che si interessano della esplorazione e produzione, raffinazione, marketing, gasdotti e sistemi marini, servizi e forniture alle imprese, forniscono la maggior parte dell'energia della nazione e sono supportati da un crescente movimento di base di quasi 20 milioni di americani. L' industria sostiene inoltre 9,8 milioni di posti di lavoro degli Stati Uniti e l'8 % dell'economia degli Stati Uniti, offre 85 milioni dollari al giorno di entrate e, dal 2000, ha investito oltre 2 trilioni di dollari in progetti di capitale degli Stati Uniti per promuovere tutte le forme di energia , comprese le alternative.
Questo è quanto si ricava dal comunicato stampa API presente nel loro sito istituzionale, naturalmente dimenticandosi di chiarire a che cosa è dovuta il grande risultato così enfaticamente sottolineato. Aumenta la produzione interna, si importa meno petrolio estero, il petrolio, l'energia e i carburanti costano di meno e di questo se ne avvantaggia l'economia americana che è in forte espansione, ma a scapito di chi, di che cosa e quanto durerà (la bolla) non si dice nulla. Qualche settimana fa scrivemmo un post dal titolo Gli USA diventeranno il primo produttore mondiale di petrolio che iniziava e finiva con queste parole "Secondo un articolo di Bloomberg online, gli Stati Uniti si apprestano a superare l'Arabia Saudita ...di questa previsione quando tireremo le somme a fine a anno e soprattutto quando la produzione da "scisti bituminosi" calerà rapidamente nel corso del tempo dopo che la tecnologia del fracking, la fratturazione idraulica, avrà procurato disastri al territorio, inquinamento e distrutto le falde acquifere."
Buone feste, finché si possono fare i festeggiamenti! Prima del grande risveglio.
La domanda di benzina è aumentata del 5,4 % ( novembre 2012) in media poco più di 8,9 milioni di barili al giorno, mentre i distillati (gasolio) sono aumentate del 3,7 % a poco meno di 4,0 milioni di barili al giorno.
Nello stesso periodo, la domanda è aumentata del 7,0 % per il carburante jet e del 10,3 % per " altri oli ". Domanda di carburante residuo è diminuito del 24,9 % rispetto allo scorso anno a 243 mila barili al giorno, il livello più basso mai registrato per il mese di novembre.
Gli ingressi nelle raffinerie degli Stati Uniti sono aumentate del 3,2 % (novembre 2012). Con 15,9 milioni di barili al giorno, hanno raggiunto il secondo livello più alto dei novembre degli anni passati.
Le esportazioni di prodotti petroliferi raffinati sono aumentate 6,0 % rispetto allo scorso anno con 3,6 milioni di barili al giorno, il livello più alto per i mesi di novembre.
La crescita della produzione nazionale sta aiutando i consumatori mettendo pressione al ribasso sui prezzi.
La produzione di benzina è aumentato del 3,1 % rispetto allo scorso anno con 9,4 milioni di barili al giorno, al secondo più alto output sul disco a solo 63 mila barili al giorno sotto la soglia record di tutti i tempi del luglio 2010. Per l'anno in corso fino ad oggi, la produzione di benzina è aumentato del 2,1 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ed è stato il più alto dall'inizio anno. La produzione di distillato è aumentato 8,3 % da novembre 2012 arrivando ad un massimo storico di 5,1 milioni di barili al giorno, la prima volta in assoluto sopra 5,0 milioni di barili al giorno. Da inizio anno la produzione di distillato anche raggiunto un record storico di 4,7 milioni di barili al giorno.
Record anche nella produzione di greggio nazionale nel mese di novembre in media sopra 8,0 milioni di barili al giorno per la prima volta in 25 anni. Produzione di greggio degli Stati Uniti è aumentato del 13,8 % da novembre 2012 a poco più di 8,0 milioni di barili al giorno.
Il gas naturale liquido ( NGL ovvero GPL ) alla produzione, coprodotto della produzione di gas naturale, ha raggiunto un nuovo massimo storico di poco più di 2,7 milioni di barili al giorno il mese scorso, con un incremento del 7,6 % da novembre 2012.
Secondo gli ultimi rapporti di Baker - Hughes , Inc., il numero di piattaforme petrolifere e di gas negli Stati Uniti nel novembre 1.756 è stato, cintro le 1.744 di ottobre.
Le scorte di petrolio greggio sono scese dello 1,0 % dallo scorso novembre a 375,7 milioni di barili, il secondo più alto livello inventario per il mese. Le scorte di benzina del motore chiudono in calo del 1,4 % rispetto allo scorso anno con 212,3 milioni di barili nel mese di novembre. Le scorte di olio combustibile distillato sono diminuite dell' 1,1 % rispetto ad un anno fa i livelli per porsi 116,7 milioni di barili. Questo era il livello più basso di inventario per il mese in 61 anni, dal 1952.
Il totale delle importazioni statunitensi e importazioni di petrolio greggio è sceso ai livelli più bassi novembre in 17 anni. Le importazioni totali sono scese del 5,7 % rispetto allo scorso anno in media 9,6 milioni di barili al giorno, mentre le importazioni di petrolio greggio sono scese del 5,4 % a 7,7 milioni di barili al giorno nel mese di novembre. Le importazioni di prodotti petroliferi affondano ad una quota del 6,8 % contro il novembre 2012 a 1,9 milioni di barili al giorno. Questo è il livello più basso delle importazioni per il mese in 14 anni, dal 1999.
Il tasso di utilizzo della capacità di raffinazione è stato mediamente del 89,3 % nel mese di novembre, in crescita di 2,9 punti percentuali rispetto al mese di ottobre e di 0,7 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La capacità utilizzabile di raffineria API è stato di 17.816 milioni di barili al giorno, in crescita del 2,3 % dalla capacità dello scorso anno che era stato del 17.408 mila barili al giorno.
API è una associazione nazionale che rappresenta tutti i segmenti del settore del petrolio e del gas naturale guidato dalla tecnologia americana, con oltre 550 membri tra cui grandi imprese integrate, che si interessano della esplorazione e produzione, raffinazione, marketing, gasdotti e sistemi marini, servizi e forniture alle imprese, forniscono la maggior parte dell'energia della nazione e sono supportati da un crescente movimento di base di quasi 20 milioni di americani. L' industria sostiene inoltre 9,8 milioni di posti di lavoro degli Stati Uniti e l'8 % dell'economia degli Stati Uniti, offre 85 milioni dollari al giorno di entrate e, dal 2000, ha investito oltre 2 trilioni di dollari in progetti di capitale degli Stati Uniti per promuovere tutte le forme di energia , comprese le alternative.
Questo è quanto si ricava dal comunicato stampa API presente nel loro sito istituzionale, naturalmente dimenticandosi di chiarire a che cosa è dovuta il grande risultato così enfaticamente sottolineato. Aumenta la produzione interna, si importa meno petrolio estero, il petrolio, l'energia e i carburanti costano di meno e di questo se ne avvantaggia l'economia americana che è in forte espansione, ma a scapito di chi, di che cosa e quanto durerà (la bolla) non si dice nulla. Qualche settimana fa scrivemmo un post dal titolo Gli USA diventeranno il primo produttore mondiale di petrolio che iniziava e finiva con queste parole "Secondo un articolo di Bloomberg online, gli Stati Uniti si apprestano a superare l'Arabia Saudita ...di questa previsione quando tireremo le somme a fine a anno e soprattutto quando la produzione da "scisti bituminosi" calerà rapidamente nel corso del tempo dopo che la tecnologia del fracking, la fratturazione idraulica, avrà procurato disastri al territorio, inquinamento e distrutto le falde acquifere."
Buone feste, finché si possono fare i festeggiamenti! Prima del grande risveglio.
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venerdì 20 dicembre 2013
Consumi dei carburanti in calo e rischio strategico di chiusura delle raffinerie
Benzina troppo cara e raffinerie in crisi. In un articolo sul sito dei Gestori di Carburanti vengono riportati dati elativi all'anno in corso quali sono stati presentati da Alessandro Gilotti, presidente dell'Unione petrolifera.
In sintesi, cala la bolletta energetica, crollano i consumi, le raffinerie rischiano di chiudere e le tasse pesano troppo. Si riafferma che i dati del calo di consumi di carburante, gravati dalle tasse più alte d'Europa, destinate ancora a crescere nei prossimi anni, e la generale crisi del settore portano potenzialmente al rischio di chiusura di tutte le raffinerie.
Il consumo di benzina e gasolio è diminuito del 5% nel 2013, con volumi tornati sui livelli del 2000. Dal 2004, anno di picco dei consumi, sono stati persi complessivamente 11 miliardi di litri. La benzina, scesa a 8 milioni di tonnellate. La chiusura tutte le raffinerie comporterebbe un gravissimo rischio strategico e non c'è efficienza che si possa mettere in campo, in Italia non c'è raffineria in grado di fare profitti e da Bruxelles continua a uscire una normativa penalizzante.
Secondo i dati dell'Up l'utilizzo della capacità degli impianti nel 2013 è sceso al 72% a causa del calo dei consumi e dell'export, ma sul settore pesano anche le normative ambientali Ue "sempre più vincolanti".
- Un altro problema, le raffinerie nazionali, -5% nel 2012
In sintesi, cala la bolletta energetica, crollano i consumi, le raffinerie rischiano di chiudere e le tasse pesano troppo. Si riafferma che i dati del calo di consumi di carburante, gravati dalle tasse più alte d'Europa, destinate ancora a crescere nei prossimi anni, e la generale crisi del settore portano potenzialmente al rischio di chiusura di tutte le raffinerie.
Il consumo di benzina e gasolio è diminuito del 5% nel 2013, con volumi tornati sui livelli del 2000. Dal 2004, anno di picco dei consumi, sono stati persi complessivamente 11 miliardi di litri. La benzina, scesa a 8 milioni di tonnellate. La chiusura tutte le raffinerie comporterebbe un gravissimo rischio strategico e non c'è efficienza che si possa mettere in campo, in Italia non c'è raffineria in grado di fare profitti e da Bruxelles continua a uscire una normativa penalizzante.
Secondo i dati dell'Up l'utilizzo della capacità degli impianti nel 2013 è sceso al 72% a causa del calo dei consumi e dell'export, ma sul settore pesano anche le normative ambientali Ue "sempre più vincolanti".
- Un altro problema, le raffinerie nazionali, -5% nel 2012
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giovedì 19 dicembre 2013
Batterie al litio 12V
Sappiamo che le batterie al litio sono formate da elementi base da 3,2V nominali, se LiFePO4 (litio ferro fosfato), o 3,7 V se le celle sono LiPo (litio polimeri). La capacità delle celle, espressa in Ah, varia da pochi ampere ora a 300/400/600 anche 1.000 Ah. Possono essere realizzate su progetto batterie con più celle messe in serie per fornire qualche decina di volt fino a qualche centinaio di volt, con capacità totali, anche notevoli, 500/650V (sdatte per il settore automotive) o MW (mega watt) ad uso stazionario per lo storage di energia prodotta dalle rinnovabili.
Alle batterie realizzate su progetto adesso si aggiunge l'opzione, richiesta da molti, come posso testimoniare io che ho ricevuto e continuo a ricevere richieste da parte di utilizzatori che chiedono batterie da 12V già pronte per l'uso. Si tratta di moduli realizzati ad hoc per sostituire le comuni batterie al piombo in macchine che hanno a bordo le batterie al piombo tradizionali con le batterie al litio. A questo scopo sono stati realizzati moduli standard da 12V (esattamente 12,8 V) con celle LiFePO4 pronti per essere messi al posto delle batterie al piombo, accoppiati in serie per fornire 24, 36, 48, 72V, capacità di base di 40 Ah, 60 Ah, 90 Ah che, montate in parallelo, forniscono multipli delle capacità. I settori di applicazione sono i più vari, quelli dove si utilizzano di solito le batterie al piombo, per applicazioni navali, trazione automotive, scooter elettrici, quadricicli elettrici, auto elettriche, camperistica, energy storage, solare ed eolico, macchine per la pulizia ecc..
I vantaggi li conosciamo, sono gli stessi delle batterie LiFePO4. Il peso: un terzo rispetto alle batterie al piombo. Il volume: circa la metà. La densità energetica: 96 Wh/kg. Durata, cicli carica/scarica : circa 7 volte ed oltre, con caricabatterie dedicati e profondità di scarica salvaguardata. Presenza del sistema elettronico di controllo di ogni singolo elemento, BMS (battery managment system).
Alle batterie realizzate su progetto adesso si aggiunge l'opzione, richiesta da molti, come posso testimoniare io che ho ricevuto e continuo a ricevere richieste da parte di utilizzatori che chiedono batterie da 12V già pronte per l'uso. Si tratta di moduli realizzati ad hoc per sostituire le comuni batterie al piombo in macchine che hanno a bordo le batterie al piombo tradizionali con le batterie al litio. A questo scopo sono stati realizzati moduli standard da 12V (esattamente 12,8 V) con celle LiFePO4 pronti per essere messi al posto delle batterie al piombo, accoppiati in serie per fornire 24, 36, 48, 72V, capacità di base di 40 Ah, 60 Ah, 90 Ah che, montate in parallelo, forniscono multipli delle capacità. I settori di applicazione sono i più vari, quelli dove si utilizzano di solito le batterie al piombo, per applicazioni navali, trazione automotive, scooter elettrici, quadricicli elettrici, auto elettriche, camperistica, energy storage, solare ed eolico, macchine per la pulizia ecc..
I vantaggi li conosciamo, sono gli stessi delle batterie LiFePO4. Il peso: un terzo rispetto alle batterie al piombo. Il volume: circa la metà. La densità energetica: 96 Wh/kg. Durata, cicli carica/scarica : circa 7 volte ed oltre, con caricabatterie dedicati e profondità di scarica salvaguardata. Presenza del sistema elettronico di controllo di ogni singolo elemento, BMS (battery managment system).
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mercoledì 18 dicembre 2013
Il trasporto pubblico locale rappresentativo (?) della situazione italiana, una frana
Un articolo del Corriere della Sera 'Esuberi e disservizi, il trasporto locale al tracollo' del 23 Novembre u.s. offre l'immagine e uno spaccato di quello che è un vero e proprio tracollo del trasporto pubblico in quasi tutto il paese.
Aziende che falliscono, aziende che sono tecnicamente defunte, aziende tenute su con il defibrillatore e il polmone artificiale, personale in esubero, disservizi, evasioni, deroghe più o meno improprie, tagli ai finanziamenti statali e regioni che non riescono più a sopravvivere per la mancanza di flussi di denaro centrale, manutenzione assente o quantomeno carente.
La Ue col fiato sul collo per spingere sull'acceleratore nell'affidamento della gestione del servizio TPL ai privati entro il 2019. Firenze lo ha fatto, Genova ci sta pensando e forse ripensando. L’Eav di Napoli messa sotto controllo con un piano ministeriale di ristrutturazione, l’Actv di Venezia che dimezza i debiti con i pensionamenti e gli spostamenti interni, il Comune di Torino che ha messo in vendita la gestione dei parcheggi di Gtt, perché non è ancora riuscito a risolvere il nodo politico per cedere il 49% della società di Tpl ai privati, ancora a Napoli l’Anm pensa alla fusione con Metro Napoli, e a una iniezione di 200 milioni dal decreto salva imprese, a Bologna il Comune adotta l'aumento del biglietto e un taglio alle corse per puntare all'utile nel 2014. Milano prevede un utile dell' Atm di 3 milioni, il Comune, che incamera l'utile dei biglietti, ha deciso l'aumento degli abbonamenti mensili e annuali.
Firenze, in attivo con 4,8 milioni di euro, Torino +5,88 milioni di euro, Milano + 4,1 milioni di euro, Trieste +3,9, Potenza +3000 mila euro, L'Aquila e Genova in pareggio, hanno come specchio l'immagine riflessa di Napoli con una piattaforma continentale rappresentata da buco di 7,9 milioni, Bologna -8,9 milioni, Palermo -9,5, Reggio Calabria - 1,64, la fossa di Venezia con -17 milioni e la fossa a picco verso il fondo con 157 milioni di euro.
Auguri !
Aziende che falliscono, aziende che sono tecnicamente defunte, aziende tenute su con il defibrillatore e il polmone artificiale, personale in esubero, disservizi, evasioni, deroghe più o meno improprie, tagli ai finanziamenti statali e regioni che non riescono più a sopravvivere per la mancanza di flussi di denaro centrale, manutenzione assente o quantomeno carente.
La Ue col fiato sul collo per spingere sull'acceleratore nell'affidamento della gestione del servizio TPL ai privati entro il 2019. Firenze lo ha fatto, Genova ci sta pensando e forse ripensando. L’Eav di Napoli messa sotto controllo con un piano ministeriale di ristrutturazione, l’Actv di Venezia che dimezza i debiti con i pensionamenti e gli spostamenti interni, il Comune di Torino che ha messo in vendita la gestione dei parcheggi di Gtt, perché non è ancora riuscito a risolvere il nodo politico per cedere il 49% della società di Tpl ai privati, ancora a Napoli l’Anm pensa alla fusione con Metro Napoli, e a una iniezione di 200 milioni dal decreto salva imprese, a Bologna il Comune adotta l'aumento del biglietto e un taglio alle corse per puntare all'utile nel 2014. Milano prevede un utile dell' Atm di 3 milioni, il Comune, che incamera l'utile dei biglietti, ha deciso l'aumento degli abbonamenti mensili e annuali.
Firenze, in attivo con 4,8 milioni di euro, Torino +5,88 milioni di euro, Milano + 4,1 milioni di euro, Trieste +3,9, Potenza +3000 mila euro, L'Aquila e Genova in pareggio, hanno come specchio l'immagine riflessa di Napoli con una piattaforma continentale rappresentata da buco di 7,9 milioni, Bologna -8,9 milioni, Palermo -9,5, Reggio Calabria - 1,64, la fossa di Venezia con -17 milioni e la fossa a picco verso il fondo con 157 milioni di euro.
Auguri !
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martedì 17 dicembre 2013
Veicoli commerciali, falsa crescita mensile, -15.2% nel 2013
Il comunicato stampa l'UNRAE (l'Associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato italiano delle autovetture, dei veicoli commerciali e industriali, dei bus e dei caravan e autocaravan ) pare voglia enfatizzare l'inversione di tendenza del mercato degli autocarri fino a 35 quintali con una flebile crescita del 2,2% delle immatricolazioni avvenuto in Novembre, ma proseguendo nella lettura capiamo che la realtà è ben diversa. E facile crescere del 2,2% quando lo stesse mese del 2012 segnava una voragine del -29% rispetto al novembre 2011, ne fa fede la tendenza dell'anno in corso che segna comunque un significativo -15,2%.Il comunicato:
I veicoli commerciali tornano in territorio positivo. Leggera crescita in novembre: +2,2%
Attesi concreti interventi per un'inversione di tendenza nel prossimo anno
Il mercato di novembre dei veicoli commerciali sembra portarsi in territorio positivo. Secondo le stime elaborate dal proprio Centro Studi, l’UNRAE ha diffuso oggi i dati di novembre che riportano una leggera crescita del 2,2% e 9.599 immatricolazioni, rispetto alle 9.395 del novembre 2012, che – va ricordato – segnò una flessione consistente e pari al 29%.
A chiusura degli undici mesi dell'anno, i veicoli commerciali complessivamente venduti (autocarri con peso totale a terra fino a 3,5 t) sono stati 90.795 in riduzione del 15,2% rispetto ai 107.079 di un anno fa.
“Come anticipato – dichiara Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere - il settore dei veicoli da lavoro si appresta ad archiviare il 2013 attorno alle 100.000 unità, in flessione del 13,5% rispetto allo scorso anno che pure aveva segnato un -32% rispetto al 2011”.
“Il comparto è in una profonda difficoltà derivante dalla crisi economica, dalla pressione fiscale sul sistema aziende e dalla debolezza degli investimenti e dei consumi, ha aggiunto Nordio. In assenza di interventi di rilancio degli stessi e quindi delle esigenze di distribuzione delle merci, difficilmente potrà verificarsi l'auspicata inversione di tendenza del prossimo anno. Questa, infatti, potrebbe risultare solo tecnica e non strutturale, con un probabile leggero segno positivo, legato ai livelli depressi ai quali il mercato è sceso”.
“Per una ripresa significativa – ha concluso il Presidente dell’UNRAE - è importante che si adottino interventi che consentano un adeguato rinnovo del parco, fruibili dalle imprese e dagli artigiani, anche a vantaggio dell'ambiente, della sicurezza della circolazione e di una più funzionale distribuzione urbana delle merci”.
Con i dati forniti abbiamo realizzato i seguenti grafici .
Le immatricolazioni mese per mese dal gennaio 2009
per anno solare
Immatricolazioni nei primi 11 mesi dell'anno a partire dal 2009
Insomma, La luce in fondo al tunnel non si vede o non c'è affatto.
Sullo stesso argomento:
- Il mercato dell'auto resta negativo da 42 mesi: novembre a -4,5%, -7,7% annuo
I veicoli commerciali tornano in territorio positivo. Leggera crescita in novembre: +2,2%
Attesi concreti interventi per un'inversione di tendenza nel prossimo anno
Il mercato di novembre dei veicoli commerciali sembra portarsi in territorio positivo. Secondo le stime elaborate dal proprio Centro Studi, l’UNRAE ha diffuso oggi i dati di novembre che riportano una leggera crescita del 2,2% e 9.599 immatricolazioni, rispetto alle 9.395 del novembre 2012, che – va ricordato – segnò una flessione consistente e pari al 29%.
A chiusura degli undici mesi dell'anno, i veicoli commerciali complessivamente venduti (autocarri con peso totale a terra fino a 3,5 t) sono stati 90.795 in riduzione del 15,2% rispetto ai 107.079 di un anno fa.
“Come anticipato – dichiara Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere - il settore dei veicoli da lavoro si appresta ad archiviare il 2013 attorno alle 100.000 unità, in flessione del 13,5% rispetto allo scorso anno che pure aveva segnato un -32% rispetto al 2011”.
“Il comparto è in una profonda difficoltà derivante dalla crisi economica, dalla pressione fiscale sul sistema aziende e dalla debolezza degli investimenti e dei consumi, ha aggiunto Nordio. In assenza di interventi di rilancio degli stessi e quindi delle esigenze di distribuzione delle merci, difficilmente potrà verificarsi l'auspicata inversione di tendenza del prossimo anno. Questa, infatti, potrebbe risultare solo tecnica e non strutturale, con un probabile leggero segno positivo, legato ai livelli depressi ai quali il mercato è sceso”.
“Per una ripresa significativa – ha concluso il Presidente dell’UNRAE - è importante che si adottino interventi che consentano un adeguato rinnovo del parco, fruibili dalle imprese e dagli artigiani, anche a vantaggio dell'ambiente, della sicurezza della circolazione e di una più funzionale distribuzione urbana delle merci”.
Con i dati forniti abbiamo realizzato i seguenti grafici .
Le immatricolazioni mese per mese dal gennaio 2009
Variazioni percentuali nei 12 mesi precedenti
Immatricolazioni nei primi 11 mesi dell'anno a partire dal 2009
Insomma, La luce in fondo al tunnel non si vede o non c'è affatto.
Sullo stesso argomento:
- Il mercato dell'auto resta negativo da 42 mesi: novembre a -4,5%, -7,7% annuo
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lunedì 16 dicembre 2013
Sempre più giù i consumi petroliferi e dei carburanti, nel mese di Novembre: -6,6% e -4,5%
I consumi petroliferi italiani nel mese di novembre 2013 hanno mostrato un marcato decremento. Nel complesso sono infatti ammontati a circa 4,9 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 6,6% (‐346.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2012.
I prodotti autotrazione, con un giorno di consegna in meno, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un calo del 6% rispetto a novembre 2012 (‐39.000 tonnellate), mentre il gasolio autotrazione del 4,1% (‐76.000 tonnellate).
La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di novembre è così risultata pari a 2,4 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di tonnellate di benzina e 1,8 di gasolio autotrazione, con un calo del 4,6% (‐115.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2012.
A parità di giorni di consegna, il calo per la benzina sarebbe stato dell’1,4%, mentre il gasolio avrebbe registrato un lieve incremento pari allo 0,7%.
Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 4,8%, con quelle diesel che hanno rappresentato il 56% del totale (era il 52,1% a novembre 2012).
Nei primi undici mesi del 2013, i consumi sono stati invece pari a circa 55,7 milioni di tonnellate, con un calo del 5,5% (‐3.248.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2012.
La benzina nel periodo considerato ha mostrato una flessione del 5,1% (‐393.000 tonnellate), il gasolio del 3,1% (‐664.000 tonnellate).
Nel periodo considerato la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un calo del 3,7% (‐1.057.000 tonnellate).
Nei primi undici mesi dell'anno, le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in diminuzione del 7,7%, con quelle diesel a coprire il 54% del totale (era il 53,4 nei primi undici mesi del 2012).
Nel periodo gennaio‐novembre 2013 il gettito fiscale stimato (accise + IVA) dei carburanti (compreso gpl auto), tenuto conto del calo registrato dai consumi, è risultato in diminuzione di circa un miliardo di euro (di cui 440 milioni di sole accise) rispetto allo stesso periodo del 2012 (‐3,0%).
Roma, 12 dicembre 2013 – Unione Petrolifera
Con i dati forniti dal Ministero delle dello Sviluppo Economico abbiamo realizzato e pubblichiamo i nostri consueti grafici. Vediamo come i consumi di petrolio scendano progressivamente sempre più giù di mese in mese di anno in anno dal Gennaio 2007.
Il petrolio
Il grafico con i consumi per anno solare...
e con i mesi in sequenza dal Gennaio 2007.
Qui di seguito vediamo i carburanti per autotrazione. Stesso discorso. I consumi scendono progressivamente.
La benzina + gasolio raggruppati insieme per il grafico in anni solari dal 2007
Benzina + gasolio
In sequenza mensile a partire dal gennaio 2007.
I consumi del petrolio e dei carburanti sono degli indicatori sensibili dello stato dello stato di salute della nostra economia, qualora non ritenessimo che il minor consumo si debba attribuire ad una intelligente razionalizzazione e ad un'efficace transizione energetica. A voi trarre le conseguenze. Intanto mettiamo i titoli dei post dell'ultimo mese insieme ai link per accedere alla lettura. Solo leggendo i titoli mi viene da dubitare che il minor consumo (generale) sia dovuto ad un fatto guidato dall'umana intelligenza.
- Sempre più giù i consumi petroliferi e carburanti nel mese di Novembre: -6,6% e -4,5
- Consumi di energia elettrica in Italia: -2% a novembre
- Occupati e disoccupati, dati provvisori, provvisorio disastro
- Il consumo di gas a Novembre: + 2,1 %. Siamo in fase di crescita della produzione industriale?
- Il mercato dell'auto resta negativo da 42 mesi: novembre a -4,5%, -7,7% annuo
Sono questi i segnali della 'ripresina'?
I prodotti autotrazione, con un giorno di consegna in meno, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un calo del 6% rispetto a novembre 2012 (‐39.000 tonnellate), mentre il gasolio autotrazione del 4,1% (‐76.000 tonnellate).
La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di novembre è così risultata pari a 2,4 milioni di tonnellate, di cui 0,6 milioni di tonnellate di benzina e 1,8 di gasolio autotrazione, con un calo del 4,6% (‐115.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2012.
A parità di giorni di consegna, il calo per la benzina sarebbe stato dell’1,4%, mentre il gasolio avrebbe registrato un lieve incremento pari allo 0,7%.
Nel mese considerato le immatricolazioni di autovetture nuove sono diminuite del 4,8%, con quelle diesel che hanno rappresentato il 56% del totale (era il 52,1% a novembre 2012).
Nei primi undici mesi del 2013, i consumi sono stati invece pari a circa 55,7 milioni di tonnellate, con un calo del 5,5% (‐3.248.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2012.
La benzina nel periodo considerato ha mostrato una flessione del 5,1% (‐393.000 tonnellate), il gasolio del 3,1% (‐664.000 tonnellate).
Nel periodo considerato la somma dei soli carburanti (benzina + gasolio), evidenzia un calo del 3,7% (‐1.057.000 tonnellate).
Nei primi undici mesi dell'anno, le nuove immatricolazioni di autovetture sono risultate in diminuzione del 7,7%, con quelle diesel a coprire il 54% del totale (era il 53,4 nei primi undici mesi del 2012).
Nel periodo gennaio‐novembre 2013 il gettito fiscale stimato (accise + IVA) dei carburanti (compreso gpl auto), tenuto conto del calo registrato dai consumi, è risultato in diminuzione di circa un miliardo di euro (di cui 440 milioni di sole accise) rispetto allo stesso periodo del 2012 (‐3,0%).
Roma, 12 dicembre 2013 – Unione Petrolifera
Con i dati forniti dal Ministero delle dello Sviluppo Economico abbiamo realizzato e pubblichiamo i nostri consueti grafici. Vediamo come i consumi di petrolio scendano progressivamente sempre più giù di mese in mese di anno in anno dal Gennaio 2007.
Il petrolio
Il grafico con i consumi per anno solare...
e con i mesi in sequenza dal Gennaio 2007.
Qui di seguito vediamo i carburanti per autotrazione. Stesso discorso. I consumi scendono progressivamente.
La benzina + gasolio raggruppati insieme per il grafico in anni solari dal 2007
Benzina + gasolio
In sequenza mensile a partire dal gennaio 2007.
I consumi del petrolio e dei carburanti sono degli indicatori sensibili dello stato dello stato di salute della nostra economia, qualora non ritenessimo che il minor consumo si debba attribuire ad una intelligente razionalizzazione e ad un'efficace transizione energetica. A voi trarre le conseguenze. Intanto mettiamo i titoli dei post dell'ultimo mese insieme ai link per accedere alla lettura. Solo leggendo i titoli mi viene da dubitare che il minor consumo (generale) sia dovuto ad un fatto guidato dall'umana intelligenza.
- Sempre più giù i consumi petroliferi e carburanti nel mese di Novembre: -6,6% e -4,5
- Consumi di energia elettrica in Italia: -2% a novembre
- Occupati e disoccupati, dati provvisori, provvisorio disastro
- Il consumo di gas a Novembre: + 2,1 %. Siamo in fase di crescita della produzione industriale?
- Il mercato dell'auto resta negativo da 42 mesi: novembre a -4,5%, -7,7% annuo
Sono questi i segnali della 'ripresina'?
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sabato 14 dicembre 2013
Una pessima notizia: aumenta la redditività nella produzione di etanolo
Lo leggiamo nel sito della US EIA (U.S. Energy Information Administration), l'ente governativo statunitense preposto a dare informazioni riguardo l'energia nazionale. La redditività per i produttori di etanolo destinato ad alimentare i motori delle auto, l'inquinamento, la fame, aumenta. Le ragioni sono due: le aspettative per un record di raccolta del grano nel 2013 che contribuiscono ai tenere bassi i prezzi del mais a partire dall'estate appena trascorsa, migliorando margini di produzione di etanolo e di stimolare un aumento dell'offerta di etanolo. Durante la stagione di crescita di mais del 2012 , gli Stati Uniti hanno sperimentato la siccità più grave e di vasta portata dal 1950, e, alla fine d'agosto 2012, circa l'85% del mais coltivato negli Stati Uniti era situato nella zona di grave siccità. Neve abbondante e piovosità nel tardo inverno e all'inizio della primavera scorsi hanno portano a rivedere le stime di produzione del mais per il 2013. L'USDA (U.S. Department of Agriculture ) prevede un record di mais raccolto a 14,0 miliardi di bushel (1 US bushel = 35,239072 litri), con un incremento del 30% rispetto al 2012.
Gran parte degli Stati Uniti sta ancora vivendo la siccità nel 2013, ma grandi porzioni del Midwest sembrano esserne uscite fuori.
Il margine di guadagno per i produttori di etanolo, la differenza tra il prezzo di mercato di etanolo e il suo costo di produzione rettificato dal valore di prodotti secondari, è la misura della redditività. Tra l'ottobre 2012 e il gennaio 2013, il margine di guadagno per i produttori era vicino allo zero.
La recente riduzione dei prezzi del mais ha avuto un forte impatto sulla redditività della produzione di etanolo, perché il costo del mais è rilevante nel costo di produzione dell'etanolo. In media, uno staio di mais può essere utilizzato per produrre 2,8 litri di etanolo. Tra gennaio e novembre 2013, il prezzo del mais è sceso da circa 7,50 dollari per bushel al di sotto di 4,50 dollari per bushel. 3 dollari di riduzione del prezzo di un bushel di mais si traduce in una riduzione approssimativamente 1,08 dollari sul costo di produzione dell'etanolo.
Mentre i prezzi dell'etanolo sono diminuiti, i margini dei produttori di etanolo sono saliti sopra 0,50 dollari al gallone negli ultimi mesi. Il miglioramento dei margini hanno incentivato maggiori livelli di produzione di etanolo, recuperando i livelli pre-siccità.
Allo stesso tempo, i prezzi più bassi hanno reso l'etanolo più economicamente interessante per la miscelazione in raffineria, e quindi nella produzione del mix di benzina/etanolo che è di conseguenza aumentata. La produzione del mix benzina/etanolo ha raggiunto un massimo storico di 884 mila barili al giorno nel mese di agosto 2013.
Gran parte degli Stati Uniti sta ancora vivendo la siccità nel 2013, ma grandi porzioni del Midwest sembrano esserne uscite fuori.
Il margine di guadagno per i produttori di etanolo, la differenza tra il prezzo di mercato di etanolo e il suo costo di produzione rettificato dal valore di prodotti secondari, è la misura della redditività. Tra l'ottobre 2012 e il gennaio 2013, il margine di guadagno per i produttori era vicino allo zero.
La recente riduzione dei prezzi del mais ha avuto un forte impatto sulla redditività della produzione di etanolo, perché il costo del mais è rilevante nel costo di produzione dell'etanolo. In media, uno staio di mais può essere utilizzato per produrre 2,8 litri di etanolo. Tra gennaio e novembre 2013, il prezzo del mais è sceso da circa 7,50 dollari per bushel al di sotto di 4,50 dollari per bushel. 3 dollari di riduzione del prezzo di un bushel di mais si traduce in una riduzione approssimativamente 1,08 dollari sul costo di produzione dell'etanolo.
Mentre i prezzi dell'etanolo sono diminuiti, i margini dei produttori di etanolo sono saliti sopra 0,50 dollari al gallone negli ultimi mesi. Il miglioramento dei margini hanno incentivato maggiori livelli di produzione di etanolo, recuperando i livelli pre-siccità.
Allo stesso tempo, i prezzi più bassi hanno reso l'etanolo più economicamente interessante per la miscelazione in raffineria, e quindi nella produzione del mix di benzina/etanolo che è di conseguenza aumentata. La produzione del mix benzina/etanolo ha raggiunto un massimo storico di 884 mila barili al giorno nel mese di agosto 2013.
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venerdì 13 dicembre 2013
8 giorni di inquinamento letale a Firenze
Ritorna l'inquinamento pesante a Firenze. Dal 3 Dicembre una dopo l'altra le centraline hanno iniziato a misurare il PM10, le famigerate polveri sottil, oltre i limiti fissati dalla UE, 50 μg/m3. La prima centralina a segnalare il pericolo costituito dalle PM10 è stata la centralina di Via Ponte alle Mosse con 51 μg/m3 ed ha proseguito la sua corsa verso l'alto nei giorni successivi fino a raggiungere 118 μg/m3. Il 5 Dicembre anche le altre centraline dell'Area Metropolitana fiorentina hanno 'sforato' i limiti e tutte hanno dimostrato con i numeri che l'inquinamento aveva superato la soglia di sicurezza. I limiti sono stati superati costantemente anche nelle misurazioni della centralina situata in un luogo protetto dal traffico veicolare quale è quella del Giardini di Boboli. Cosa significa respirare aria inquinata lo sappiamo tutti, cosa significa aria 'condita' da polveri sottili e ultrasottili lo ha rivelato tragicamente tutta una serie di analisi scientifiche che abbiamo già riportato qui nel blog MondoElettrico. Significa morte sicura per una popolazione già debole, accorciamento delle aspettative di vita per tutti indistintamente, significa problemi respiratori, asma e allergie per la giovanissima popolazione.
L'inquinamento da polveri sottili e ultra-sottili porta al cancro, aumento di probabilità di ictus e danni cardiaci fatali, il tutto nell'indifferenza degli amministratori con silenzi ed evidente sottovalutazioni del problema. Tenuto conto che le cause delle crisi da aumento delle concentrazione delle polveri sottili e ultrasottili nell'aria cittadina sono dovute principalmente ai motori diesel e benzina veicolari, potrebbe essere semplice porre rimedi drastici ed immediati. Ma non si fa un bel nulla se non applicare misure estemporanee, puramente di facciata finalizzate solo a ripararsi le terga da accuse di indolenza in assenza di provvedimenti per controbattere l'innalzamento dell'inquinamento. I rimedi sono di facciata, inefficaci, le misure provvisorie e irrisorie.
Da un post precedente: "...mIl discorso del Prof. Gulisano era incentrato sui dati rilevati in una città come Firenze ma estensibili a qualsiasi altra area metropolitana italiana e internazionale come del resto è stato rilevato da un rapporto OMS del settembre 2006.
Riassumendo:
- Per la mortalità a lungo termine fa pensare molto un dato, quello che assegna il 7,5% di tutti i morti per cause naturali sono attribuibili a livelli di PM10 superiori a 20 microgr/m cubo. Quindi, morti naturali che naturali non sono essendo morti indotte e accelerate dalle condizioni ambientali, dall'alta concentrazione in città per l'inquinamento atmosferico da traffico.
- Come cause acute di morte:
• Il 9,5% dei morti per cancro di polmone sono legati a tale causa
• Il 16% dei morti per infarto cardiaco sono legati a tale causa
• Il 2,5% dei morti per ischemia cerebrale sono legati a tale causa
Considerando i ricoveri ospedalieri, nella sola Area Metropolitana fiorentina:
• Il 7% delle ospedalizzazioni per cause cardiache è riconducibile a livelli di PM10 superiori ai 20 microgrrammi al metro cubo
• Lo 1,3% delle ospedalizzazioni per cause respiratorie è riconducibile a livelli di PM10 superiori ai 20 microgr/m cubo
• Il 31,7% di bronchiti acute nei bambini e ragazzi sotto i 15 anni è riconducibile a livelli di PM10 superiori ai 20 microgr/m cubo
• L' 1,7% di bronchiti acute nei soggetti con più di 27 anni è riconducibile a livelli di PM10 superiori ai 20 microgr/m cubo..."
- L'inquinamento causa dell'aumento di tutte le malattie
- L'inquinamento da traffico costa miliardi di euro ed è nefasto per la salute
- Inquinamento, sei ore per l'infarto
- L'inquinamento prodotto dai motori diesel, il particolato, è collegato all'autismo
. Inquinamento. Il tramonto della specie umana
- Inquinamento PM10. Decessi e malattie da smog. Il processo a Firenze
- UCLA: Le nanoparticelle della combustione provocano attacchi cardiaci e ictus
- Gli scarichi diesel alterano i vasi sanguigni
Aggiornamento al 13 Dicembre. Dati in peggioramento. Ecco il nostro grafico aggiornato.
L'inquinamento da polveri sottili e ultra-sottili porta al cancro, aumento di probabilità di ictus e danni cardiaci fatali, il tutto nell'indifferenza degli amministratori con silenzi ed evidente sottovalutazioni del problema. Tenuto conto che le cause delle crisi da aumento delle concentrazione delle polveri sottili e ultrasottili nell'aria cittadina sono dovute principalmente ai motori diesel e benzina veicolari, potrebbe essere semplice porre rimedi drastici ed immediati. Ma non si fa un bel nulla se non applicare misure estemporanee, puramente di facciata finalizzate solo a ripararsi le terga da accuse di indolenza in assenza di provvedimenti per controbattere l'innalzamento dell'inquinamento. I rimedi sono di facciata, inefficaci, le misure provvisorie e irrisorie.
Da un post precedente: "...mIl discorso del Prof. Gulisano era incentrato sui dati rilevati in una città come Firenze ma estensibili a qualsiasi altra area metropolitana italiana e internazionale come del resto è stato rilevato da un rapporto OMS del settembre 2006.
Riassumendo:
- Per la mortalità a lungo termine fa pensare molto un dato, quello che assegna il 7,5% di tutti i morti per cause naturali sono attribuibili a livelli di PM10 superiori a 20 microgr/m cubo. Quindi, morti naturali che naturali non sono essendo morti indotte e accelerate dalle condizioni ambientali, dall'alta concentrazione in città per l'inquinamento atmosferico da traffico.
- Come cause acute di morte:
• Il 9,5% dei morti per cancro di polmone sono legati a tale causa
• Il 16% dei morti per infarto cardiaco sono legati a tale causa
• Il 2,5% dei morti per ischemia cerebrale sono legati a tale causa
Considerando i ricoveri ospedalieri, nella sola Area Metropolitana fiorentina:
• Il 7% delle ospedalizzazioni per cause cardiache è riconducibile a livelli di PM10 superiori ai 20 microgrrammi al metro cubo
• Lo 1,3% delle ospedalizzazioni per cause respiratorie è riconducibile a livelli di PM10 superiori ai 20 microgr/m cubo
• Il 31,7% di bronchiti acute nei bambini e ragazzi sotto i 15 anni è riconducibile a livelli di PM10 superiori ai 20 microgr/m cubo
• L' 1,7% di bronchiti acute nei soggetti con più di 27 anni è riconducibile a livelli di PM10 superiori ai 20 microgr/m cubo..."
- L'inquinamento causa dell'aumento di tutte le malattie
- L'inquinamento da traffico costa miliardi di euro ed è nefasto per la salute
- Inquinamento, sei ore per l'infarto
- L'inquinamento prodotto dai motori diesel, il particolato, è collegato all'autismo
. Inquinamento. Il tramonto della specie umana
- Inquinamento PM10. Decessi e malattie da smog. Il processo a Firenze
- UCLA: Le nanoparticelle della combustione provocano attacchi cardiaci e ictus
- Gli scarichi diesel alterano i vasi sanguigni
Aggiornamento al 13 Dicembre. Dati in peggioramento. Ecco il nostro grafico aggiornato.
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giovedì 12 dicembre 2013
Parliamo di ricarica wireless
La ricarica che avviene senza cavi elettrici, assenza di contati, e senza spina viene definita con i termini anglosassoni, wireless e plugless. La tecnologia permette(rebbe) ai conducenti dei veicoli elettrici di iniziare la ricarica della propria auto elettrica semplicemente parcheggiandola senza ulteriori manovre di inserimento di spine nelle prese e maneggiamenti di cavi.
I ricercatori dell'Idaho National Laboratory hanno recentemente pubblicato i risultati di test indipendenti di un sistema di ricarica wireless progettato per veicoli elettrici plug-in (PEV). Il sistema collaudato, l'Evatran Plugless Charging System Livello 2, utilizza la tecnologia induttiva per caricare la batteria di trazione dei PEV con la modalità wireless. I ricercatori hanno effettuato 2.600 test separati del sistema di efficienza del sistema Evatran Plugless Livello 2, che comprendeva test a diverse distanze e allineamenti diversi. INL continua a condurre altri test indipendenti dei PEV e sistemi di ricarica. Il sistema Plugless è la prima tecnologia di trasferimento di potenza wireless da dover essere documentato in modo indipendente e i dati pubblicati. Le prove, che documentano i risultati di efficienza, i campi magnetici ed elettrici e le prestazioni complessive del sistema, sono pubblicati qui .
Oltre a questa tecnologia, altre aziende, il DOE e l' INL stanno conducendo diverse ricerche sulle tecnologie di ricarica dinamica dei veicoli elettrici che utilizzeranno tecnologie di trasferimento di energia senza fili mentre sono in movimento sulle strade .
Leggiamo i dati forniti dall' INL soffermandoci in particolare su quelli relativi all'efficienza del sistema.
Da questi dati si rileva che si ha un'efficienza di circa 10 punti percentuali più bassa rispetto ai sistemi di ricarica plug-in tradizionali (cavi o contatto diretto). Sarà certamente più bassa quando andranno a misurarla in sistemi wireless dedicati alla ricarica dei veicoli elettrici in movimento, per intenderci simili al sistema coreano OLEV che abbiamo descritto nel post OLEV, veicolo elettrico a ricarica induttiva lungo il percorso. Si scriveva riguardo l'OLEV che l'efficienza di trasmissione di potenza, misurata dal team di ricerca KAIST su un pick-up realizzato ad hoc per l'esperienza che aveva a bordo una batteria di capacità massima di 62 KWh, era pari al 74%, con una distanza di 13 centimetri dalla strada al fondo di un veicolo...."
Pensando ad un futuro nel quale l'energia non sarà prodotta se non a costi sempre più rilevanti, ha senso sprecare il 10% dell'energia elettrica col sistema wireless statico e il 35/40% col sistema dinamico? Ne vale davvero la pena?
I ricercatori dell'Idaho National Laboratory hanno recentemente pubblicato i risultati di test indipendenti di un sistema di ricarica wireless progettato per veicoli elettrici plug-in (PEV). Il sistema collaudato, l'Evatran Plugless Charging System Livello 2, utilizza la tecnologia induttiva per caricare la batteria di trazione dei PEV con la modalità wireless. I ricercatori hanno effettuato 2.600 test separati del sistema di efficienza del sistema Evatran Plugless Livello 2, che comprendeva test a diverse distanze e allineamenti diversi. INL continua a condurre altri test indipendenti dei PEV e sistemi di ricarica. Il sistema Plugless è la prima tecnologia di trasferimento di potenza wireless da dover essere documentato in modo indipendente e i dati pubblicati. Le prove, che documentano i risultati di efficienza, i campi magnetici ed elettrici e le prestazioni complessive del sistema, sono pubblicati qui .
Oltre a questa tecnologia, altre aziende, il DOE e l' INL stanno conducendo diverse ricerche sulle tecnologie di ricarica dinamica dei veicoli elettrici che utilizzeranno tecnologie di trasferimento di energia senza fili mentre sono in movimento sulle strade .
Leggiamo i dati forniti dall' INL soffermandoci in particolare su quelli relativi all'efficienza del sistema.
Pensando ad un futuro nel quale l'energia non sarà prodotta se non a costi sempre più rilevanti, ha senso sprecare il 10% dell'energia elettrica col sistema wireless statico e il 35/40% col sistema dinamico? Ne vale davvero la pena?
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mercoledì 11 dicembre 2013
Batterie al litio triplicano la capacità
In una press release leggiamo che un'azienda giapponese ritiene di avere fatto un altro passo in avanti per aumentare le prestazioni delle batterie al litio, aumentare la sicurezza e rendere i processi di produzione dieci volte più veloci.
Questo è quanto afferma il centro R & D della Sekisui Chemical Co., Ltd., in particolare ha sviluppato una batteria a pellicola ad alta capacità agli ioni di litio mediante un processo di rivestimento su un elettrolita Gel-tipo, di una sostanza gelatinosa particolare. Gli elettrodi negativi con materiali di silicio rendono possibile l'aumento della capacità di ben tre volte (900Wh / L) rispetto le tradizionali batterie al litio. Le caratteristiche particolari della batterie in film, la sua sottigliezza e flessibilità estende enormemente la fantasia di progettazione della forma dei prodotti finali, con conseguente adattamento nell'uso per varie finalità quali le automobili, house storage, apparecchiature elettroniche, elettrodomestici e così via valorizzando al tempo stesso una leggerezza senza precedenti, risparmiando spazio (un terzo delle dimensioni dei prodotti precedenti) e migliorando il design dei vari prodotti per la versatilità e la riduzione a qualsiasi forma forma .
La dimensione base della batteria agli ioni di litio a forma di film attualmente presa in esame è di 200 cm di lunghezza, 30 centimetri di larghezza e 0,3-5mm di spessore, tuttavia, le dimensioni possono variare in base al progetto in funzione della capacità che si vuole ottenere.
In futuro Sekisui Chemical intende migliorare ulteriormente le batterie verso la realizzazione di prodotti da introdurre nel mercato, quindi l'azienda giapponese prevede di iniziare le fornitura di campioni ai produttori di batterie entro l'estate 2014, con la produzione di massa prevista per il 2015.
Questo è quanto afferma il centro R & D della Sekisui Chemical Co., Ltd., in particolare ha sviluppato una batteria a pellicola ad alta capacità agli ioni di litio mediante un processo di rivestimento su un elettrolita Gel-tipo, di una sostanza gelatinosa particolare. Gli elettrodi negativi con materiali di silicio rendono possibile l'aumento della capacità di ben tre volte (900Wh / L) rispetto le tradizionali batterie al litio. Le caratteristiche particolari della batterie in film, la sua sottigliezza e flessibilità estende enormemente la fantasia di progettazione della forma dei prodotti finali, con conseguente adattamento nell'uso per varie finalità quali le automobili, house storage, apparecchiature elettroniche, elettrodomestici e così via valorizzando al tempo stesso una leggerezza senza precedenti, risparmiando spazio (un terzo delle dimensioni dei prodotti precedenti) e migliorando il design dei vari prodotti per la versatilità e la riduzione a qualsiasi forma forma .
La dimensione base della batteria agli ioni di litio a forma di film attualmente presa in esame è di 200 cm di lunghezza, 30 centimetri di larghezza e 0,3-5mm di spessore, tuttavia, le dimensioni possono variare in base al progetto in funzione della capacità che si vuole ottenere.
In futuro Sekisui Chemical intende migliorare ulteriormente le batterie verso la realizzazione di prodotti da introdurre nel mercato, quindi l'azienda giapponese prevede di iniziare le fornitura di campioni ai produttori di batterie entro l'estate 2014, con la produzione di massa prevista per il 2015.
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martedì 10 dicembre 2013
La produzione nazionale di energia elettrica da rinnovabili a Novembre copre il 33.7 %
I dati sono quelli forniti da Terna che abbiamo già utilizzati per il post di qualche giorno fa e riutilizziamo per realizzare i grafici esplicativi visibili sotto.
Con il primo grafico vediamo i consumi mensili di energia elettrica degli ultimi 5 anni (in arancione), la produzione nazionale netta (fucsia) e la produzione nazionale da rinnovabili: idrica, geotermica, eolica e solare.
Il secondo grafico mostra ancor meglio la produzione nazionale separando la componente termoelettrica (blu) da quella rinnovabile (arancio).
Il grafico sottostante seziona gli apporti delle componenti rinnovabili
Il grafico successivo mostra gli andamenti mensili per anno solare degli ultimi 5 anni della componente fotovoltaica
Il grafico di seguito mostra gli andamenti mensili per anno solare degli ultimi 5 anni della componente eolica
Prendiamo in considerazione l'energia elettrica prodotta in Italia a Novembre. Quanto incide la produzione termoelettrica e la produzione con le rinnovabili? Presto detto:
- la produzione termoelettrica copre circa il 66,3 %
- la produzione con le rinnovabili per il 33,7 %
E nei primi undici mesi del 2013?
- la produzione termoelettrica copre circa il 65,3 %
- la produzione con le rinnovabili per il 34,7%
Quasi il 35%! Segniamocelo.
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